Olivetti: differenze tra le versioni
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Versione delle 13:44, 8 gen 2019
Olivetti S.p.A. | |
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La sede centrale a Ivrea | |
Stato | Italia |
Forma societaria | Società per azioni |
Fondazione | 29 ottobre 1908 a Ivrea |
Fondata da | Camillo Olivetti |
Sede principale | Ivrea |
Gruppo | Telecom Italia |
Persone chiave | Antonio Cirillo, Amministratore Delegato[1] Federico Maurizio d'Andrea, Presidente[1] |
Settore | Informatico |
Prodotti | |
Fatturato | 227 milioni di € (2014) |
Dipendenti | 582 (2014) |
Slogan | «Trasforma i sogni in soluzioni» |
Note | Premio Compasso d'oro nel 1954 Premio Compasso d'oro nel 1959 |
Sito web | https://store.olivetti.com | https://www.olivetti.com |
Olivetti S.p.A. è una società del gruppo Telecom Italia che opera nel settore dell'informatica. In passato è stata una delle aziende più importanti al mondo nel campo delle macchine per scrivere, da calcolo e dell'elettronica.
Tra i suoi primati più significativi vi sono l'Elea 9003 e la Programma 101: l'Elea può essere considerato il primo calcolatore completamente a transistor; la seconda è stata il primo elaboratore personale da cui sono derivati gli attuali personal computer (PC).
Storia
Periodo 1908-1932: Camillo Olivetti
«L'anno 1908, li 29 del mese di ottobre nella città di Ivrea ed in loco proprio del Signor Ing. Camillo Olivetti situato alla regione Ventignano e Crosa, avanti a me Gianotti Cav. Felice regio notaio iscritto presso il Collegio Notarile di Ivrea, ivi residente - Conservatore e Tesoriere dell'Archivio Notarile di questo Distretto - coll'intervento dei testimoni sotto nominati - sono presenti i signori: Olivetti Camillo, fu Salvatore, Quilico avv. cav. uff. C. Alberto, Jona Gioberti fu I. David, Quaglio Vincenzo fu cav. Francesco, Ambrosetti Ugo fu cav. Emilio, Aluffi Alberto del vivente Giuseppe, Rossi cav. Mario, Gatta Dino fu Francesco, Domenico Domenico, che dichiara di agire per proprio conto ed in rappresentanza dei signori: Sacerdoti cav. Carlo del vivente cav. Leone, Porcheddu Giovanni fu Israel, Verdun di Cantogno nobile Lorenzo del vivente Domenico, Guagno Enrico fu Antonio.»
Il capitale sociale iniziale fu di 350.000 lire, Camillo vi partecipò con 220.000 lire costituite dal valore di alcuni terreni e di un fabbricato industriale che ospitava la C.G.S, fabbrica di strumenti di misura elettrici, fondata precedentemente dallo stesso Camillo. Gli altri azionisti erano amici e parenti, le modeste somme dei quali servirono ad acquistare i primi torni automatici Brown&Sharpe e le prime fresatrici, che vennero scelte durante un viaggio negli Stati Uniti d'America poco dopo la fondazione. Sul tetto della fabbrica a due piani in mattoni rossi venne affisso un cartellone, grande quasi quanto il lato est dell'edificio, che riportava la scritta: ING. C. OLIVETTI & C. PRIMA FABBRICA NAZIONALE MACCHINE PER SCRIVERE. Al tempo, la campagna separava ancora la città di Ivrea dalla fabbrica, mentre il Canavese era stato fino ad allora una zona con tradizioni unicamente agricole e artigiane.
La Fiat a Torino era nata 10 anni prima e contava appena 50 operai, Camillo aveva 4 ragazzi inesperti ai quali insegnava di persona elementi di meccanica, aritmetica e tecniche di costruzione. A capo del gruppo vi era Domenico Burzio, figlio di un operaio fucinatore, lavoro che egli stesso eseguì fin dall'età di 13 anni. La sua carriera scolastica si concluse in seconda elementare su consiglio dell'insegnante, successivamente lavorò al mantice, in una fucina dove si costruivano i torchi per l'uva e lì rimase fino al 1895 quando l'ing. Camillo Olivetti lo assunse nella sua fabbrica. Ottenuto il brevetto di conduttore di caldaie, Burzio entrò nel 1896 a far parte della C.G.S. e dopo pochi mesi fu messo a capo del gruppo di operai che lavorava alla costruzione di strumenti elettrici di misura. In quel periodo la C.G.S venne trasferita a Milano e fu Burzio a gestire e sorvegliare il trasferimento dei macchinari, del personale e delle attrezzature. Nel 1909 tornò a Ivrea quale direttore tecnico dello stabilimento dove Camillo aveva iniziato la fabbricazione delle macchine per scrivere.
Periodo 1932-1960: Adriano Olivetti
Sotto la guida di Adriano Olivetti, figlio di Camillo, divenuto direttore della Società Olivetti nel 1932 e presidente nel 1938, nel 1940 comparve la prima addizionatrice Olivetti, seguita nel 1945 dalla Divisumma 14, la prima calcolatrice scrivente al mondo in grado di eseguire le quattro operazioni. Venne inventata da Natale Capellaro che avrebbe progettato in seguito tutte le calcolatrici Olivetti. Nel 1959 Olivetti sviluppa l'Elea 9003, uno dei primi mainframe computer transistorizzati concepito da un piccolo gruppo di ricercatori a carico di Mario Tchou.
Fu negli anni sessanta che l'azienda conobbe la massima espansione sui mercati mondiali. In aziende, banche e uffici postali italiani erano presenti una macchina contabile chiamata Audit e una fatturatrice chiamata Mercator. Ma soprattutto nelle attività commerciali di ogni livello era solitamente presente la macchina da calcolo Divisumma 24. Quest'ultima venne prodotta in milioni di esemplari e venduta a un prezzo pari a circa 10 volte il costo di produzione, assicurando enormi profitti all'azienda. Un progetto successivo Logos 27/1/2/3 (in codice MC27), fu la massima e ultima espressione della tecnologia meccanica applicata al calcolo (900 cicli al minuto), un progetto ambizioso volto al rilancio della meccanica ma che si rivelò molto costoso in termini economici.
In quel periodo, l'elevata qualità dei prodotti meccanici era garantita dal sistema organizzativo adottato sulle catene di montaggio. Il manufatto, dalla prima fase di impostazione fino alla fase finale di imballo dopo molte ore di stagionatura per i prodotti elettrici, era seguito da due enti autonomi e in competizione tra loro, il primo definito montaggio costituito da operai, operatore, caporeparto, segretaria e schedarista, era addetto all'assemblaggio del manufatto, il secondo, definito controllo, strutturato in modo identico, aveva il compito di controllare dopo un certo numero di fasi di lavorazione, se le tolleranze di accoppiamento dei cinematismi fino ad allora assemblati, regolati e lubrificati, rientravano nei valori di tolleranza previsti dalle norme di montaggio, nel caso una sola regolazione risultasse fuori tolleranza o mancasse la lubrificazione in un punto, la macchina veniva scartata e rispedita alla fase di lavorazione responsabile del difetto. Ogni macchina era accompagnata da una scheda in cui l'operaio apportava la firma nella casella relativa alla propria fase di lavorazione. Per macchine complesse, ad esempio la Tetractys-CR con carrello tabulatore, erano necessarie oltre trenta fasi di lavorazione, ciascuna con tempi di 5-8 minuti. Durante la sua ascesa, la ditta Olivetti inglobò altre aziende italiane produttrici di macchine da scrivere come la Società Anonima Invicta nel 1938 e la Serio di Crema nel 1969[2]
Officine Meccaniche Olivetti
Negli stessi anni, nella nuova sede di 7300 metri quadrati coperti della filiale O.M.O. (Officine Meccaniche Olivetti), fondata nel 1926 e ubicata in località San Bernardo d'Ivrea (4 km da Ivrea), furono in produzione varie macchine utensili, fra queste, due fresatrici a controllo numerico, la Auctor e la Horizon (quest'ultima avente un peso di 17 tonnellate e un magazzino di 48 utensili), l'azienda poté essere in concorrenza sul mercato mondiale. La Olivetti si consolidò così a livello nazionale e internazionale, e raggiunse il numero di 24.000 dipendenti.
Periodo 1960-1964: Roberto Olivetti
La morte di Adriano nel 1960 portò alla direzione dell'azienda il figlio di questi, Roberto, insieme al cugino Camillo. Roberto, in azienda dal 1955, aveva aiutato sempre di più il padre nella conduzione dell'azienda di famiglia. Con 50.000 dipendenti nel 1955[3], e l'ulteriore ingrandimento dovuto all'acquisizione nel 1963 dell'americana Underwood Typewriter Company, l'Olivetti divenne un colosso industriale internazionale.
Tuttavia, la gestione di questo colosso risultò difficoltosa sin dall'inizio e ciò, unito alla stagnazione del mercato, portò la famiglia Olivetti a prendere la decisione di aprirsi a nuovi soci. Infatti, alla morte di Adriano venne in luce la fragilità gestionale dell'azienda, le cui azioni erano per il 70% in possesso degli eredi del capostipite, Camillo, che a loro volta erano suddivisi in sei rami familiari tra i quali "la concordia e la solidarietà non erano le virtù principali"[4]. La restante parte delle azioni era suddivisa tra i dirigenti dell'azienda e persone in qualche modo legate alla famiglia Olivetti.
I soci che poco dopo il 1960 entrano nel capitale Olivetti furono la Fiat, la banca IMI, la Centrale, Mediobanca (allora statale come IMI) e Pirelli[5]. Emblematica la dichiarazione di Vittorio Valletta (persona notoriamente legata a Mediobanca) all'assemblea di entrata della Fiat nel capitale Olivetti del 30 aprile del 1964:
«La società di Ivrea è strutturalmente solida, potrà superare senza grosse difficoltà il momento critico. Sul suo futuro pende però una minaccia, un neo da estirpare: l'essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana può affrontare»
Il nuovo management, pertanto, puntò tutto sul lancio della nuova Logos 27, una calcolatrice ancora della tradizionale tecnologia meccanica di Olivetti. Tuttavia, questo prodotto non fu in grado di reggere la competizione con le prime calcolatrici elettroniche prodotte da aziende giapponesi e tanto meno con un prodotto elettronico della stessa Olivetti che risulterà rivoluzionario, la Programma 101[7][8], primo personal computer vero e proprio al mondo, progettato in Olivetti da Pier Giorgio Perotto proprio appena prima del periodo di transizione della vendita della Divisione Elettronica, e presentato, anche grazie al supporto di Roberto Olivetti stesso e di una parte del management (oltre alla determinazione e lucidità dello stesso Perotto), insieme alla Logos 27 alla fiera di New York del 1965. Nel grandioso stand allestito per la Logos, la P101 venne relegata in una saletta di fondo, ma appena i visitatori la notarono, essi entrarono massicciamente nella stanza per osservare il prodotto. Nei giorni seguenti, il personale dello stand dovette improvvisare un servizio d'ordine per regolare l'imprevisto afflusso di visitatori, dato che molte persone erano rimaste stupefatte dalle caratteristiche del macchinario, in quanto permetteva di eseguire operazioni piuttosto complesse per il tempo occupando uno spazio ridotto (poteva stare sopra una scrivania, pur dando la possibilità di registrare ed eseguire programmi completi, come i grandi calcolatori dell'epoca). Tutto ciò fu possibile grazie ai progressi effettuati dall'Olivetti nell'ambito dell'elettronica. Il primo acquirente della P101 fu la rete televisiva NBC, 5 esemplari per computare i risultati elettorali da fornire ai propri telespettatori. È stata anche utilizzata dalla NASA in occasione della missione Apollo 11[9].
Periodo 1964-1978: I nuovi azionisti
Con l'entrata dei nuovi azionisti il ruolo fin qui svolto dalla famiglia Olivetti nella costruzione del gruppo Olivetti diventò sempre più marginale anche se ancora per alcuni anni il suo ruolo rimarrà centrale.
Il problema dell'Olivetti sull'ipotesi di virare decisamente sull'elettronica era legato al fatto che, nonostante essa detenesse il 25% del mercato italiano dei calcolatori grazie al suo Elea 9003, la maggior parte di banche, industrie e pubblica amministrazione continuava ad acquistare prodotti americani[10]. Pertanto, il CdA di Olivetti decise, nel 1964, di vendere la Divisione Elettronica Olivetti a General Electric (formalmente venne costituita una joint venture, Olivetti General Electric, detenuta al 75% da GE)[11][12]. Questa situazione non creò le condizioni perché la proprietà azienda puntasse decisamente su essa. Tuttavia, l'ing. Perotto, riusciì ugualmente a ultimare il progetto della P101, una calcolatrice elettronica, grazie al coinvolgimento di Roberto Olivetti e parte del management: tale lancio si rivelò un successo commerciale già al lancio, nel 1965 che rilevò l'apertura di un mercato totalmente nuovo, al punto da continuare a creare perplessità e difficoltà all'interno della Olivetti stessa. Nel 1967, Roberto divenne Amministratore Delegato di Olivetti, mentre Perotto, divenuto al suo posto, sempre nel 1967, direttore della Ricerca e Sviluppo, continuò ancora per un decennio a lavorare sui calcolatori portatili sull'onda del successo della sua P101.
Nel 1969 venne aperto lo stabilimento di Marcianise e nel 1970 quello di Harrisburg, portando così il numero dei dipendenti a quota 73.000[13]. Tra il 1973 e il 1975 venne sviluppato il sistema operativo Cosmos.
Dopo l'uscita, a partire dal 1968, di alcuni modelli di personal computer prodotti dalla HP ispirati alla P101 e in diretta concorrenza con essa (il primo fu l'Hewlett-Packard 9100A), questo mercato conobbe una brusca accelerazione e si fece pressante la necessità di proporre un modello più evoluto di personal computer da parte di Olivetti. Solo nel 1971 vide la luce il modello successivo alla P101: la Olivetti P602.
Nell'aprile del 1975, alla fiera di Hannover, vennero presentati due nuovi personal computer Olivetti, il P6040 e il P6060, sempre ideati da Perotto: il primo era basato sul microprocessore intel 8080 (il che ne permetteva una dimensione ridotta rispetto al P6060), il secondo, con CPU ancora in tecnologia TTL, disponeva di stampante grafica e Floppy disk incorporato (per la prima volta al mondo in un personal computer). Il marketing, tuttavia, non ne intuì le potenzialità e i prodotti ebbero scarso successo, a parte l'ambito europeo nel caso della P6060, in particolare in Germania.
Nel 1978 la Olivetti introdusse sul mercato, dopo due anni di gestazione, la ET 101, la prima macchina per scrivere elettronica al mondo. Nello stesso anno, Carlo De Benedetti assunse la guida di Olivetti diventandone il nuovo azionista di riferimento. Il lancio dell'ET 101 fu bene accolto dal mercato e si ebbe, finalmente, un nuovo pieno successo commerciale come accadde per la P101.
Periodo 1978-1998: Carlo De Benedetti
1978: Carlo De Benedetti entrò in Olivetti come azionista di riferimento e ne diventò subito presidente. L'azienda al momento dell'entrata di De Benedetti possedeva una struttura poderosa e un nome rinomato, tuttavia era molto indebitata e con un futuro incerto. De Benedetti riuscì a porre le basi per un nuovo periodo di sviluppo, fondato sulla produzione di personal computer e sull'ampliamento ulteriore dei prodotti, che vide aggiungersi stampanti, telefax, fotocopiatrici e registratori di cassa.
1979: venne fondato a Cupertino, negli Stati Uniti d'America, l'Olivetti Advanced Technology Center (ATC), posizionato al numero 4 di Mariani Avenue, due isolati dalla sede della Apple, dove verranno progettati i chip LSI, la prima macchina da scrivere elettronica al mondo, la Olivetti ET 101 (in realtà progettata a Ivrea), il primo personal computer europeo Olivetti M20, e, in seguito, l'M24, il computer che ha avuto un enorme successo in seguito alla partnership con AT&T che lo propose con un contenitore ambrato e il nome AT&T 6300.
1980-83: A partire dall'inizio degli anni ottanta l'Olivetti ritornò all'altezza della sua fama raggiungendo nuovamente il successo internazionale con diversi, validi prodotti. Fra questi vanno menzionati l'Olivetti M10 (1983), uno dei primi veri computer portatili, con alcuni programmi integrati e la capacità di collegarsi a computer remoti; l'Olivetti M20 (1983). Olivetti dovette adeguarsi mettendo in produzione, come fecero altre aziende, un computer clone del PC IBM, l'Olivetti M24 (1983) che, grazie agli accordi con l'americana AT&T, ebbe un successo di vendite notevolissimo.
1984: In questo anno la Olivetti inglobò l'inglese Acorn Computers posizionandosi ancora meglio nel mercato internazionale.
1988-89: Grazie agli accordi con gli americani della AT&T l'Olivetti arrivò a diventare alla fine degli anni ottanta uno dei maggiori produttori di personal computer in Europa[14][15], con il 13% del mercato continentale e 280000 pezzi venduti nel 1986[16] Le potenzialità innovative dell'azienda, grazie anche all'esperienza acquisita nella meccanica fine, le permisero di intraprendere, unica società in Europa, il progetto, lo sviluppo e la produzione di hard disk da installare sui propri personal computer. La società era inoltre fornitrice delle telescriventi per la NATO. Contemporaneamente alla produzione di personal computer, su un'altra linea di produzione denominata "Linea 3000" venivano assemblati i minicomputer, macchine più potenti, dotate del microprocessore Motorola 68000.
19 giugno 1990: Olivetti, insieme a Lehman Brothers, Cellular Communications International Inc., Bell Atlantic International e Telia International, diede vita a Omnitel Sistemi Radiocellulari S.p.A. con l'obiettivo di entrare nel mercato europeo della telefonia mobile[17].
1996: L'avventura di Carlo De Benedetti in Olivetti come presidente si concluse nel 1996, quando, a causa di una grave crisi dell'azienda, egli decise di lasciare la guida dopo 18 anni. Tuttavia rimase il principale azionista, pur mantenendo il ruolo di presidente onorario.
1996: Olivetti insieme a Bell Atlantic fondò Infostrada S.p.A., operatore di rete fissa[18]. Tuttavia questa operazione non riuscì a risollevare Olivetti da una grave crisi che la colpì a metà degli anni novanta a causa dell'intensificarsi della competizione globale, della caduta dei prezzi e dei margini in tutta l'industria informatica mondiale, della debolezza del mercato europeo, e in particolare di quello italiano. Per tutti questi motivi Olivetti a partire dal 1996 iniziò una lunga e onerosa ristrutturazione delle attività.
1997: Il gruppo Olivetti vendette l'Olivetti Personal Computers (OPC) di Scarmagno alla Piedmont International (successivamente questa parte di azienda Olivetti passò nelle nuove mani della ICS e in un successivo crac finanziario, nell'ultima incarnazione si chiamò Oliit, fallita in ultimo nel 2004).
1998: Il gruppo Olivetti vendette per far cassa anche la Olivetti Solutions (3,4 miliardi di dollari di fatturato e 11.970 dipendenti al 31 dicembre 1997) alla multinazionale Wang Global. In questo modo la Olivetti risanò la sua situazione economico-finanziaria e ritrovò la fiducia dei mercati finanziari internazionali. Alla fine di questo risanamento l'Olivetti risultò con un fatturato pari ad un equivalente di 3,38 miliardi di euro[19] e 15.402 addetti: se consideriamo gli 11.970 dipendenti ceduti a Wang, Olivetti nel 1997 aveva 26.059 dipendenti.[20]. Al termine di questa fase arrivò il cambio della guardia a livello azionario con Carlo De Benedetti che cedette il gruppo Olivetti alla Getronics e dopo alterne vicende arrivò nel 2006 all'interno di Eunics, di proprietà di Eutelia S.p.A.
L'OPA su Telecom Italia e la fusione Olivetti - Tecnost
A partire dal febbraio 1999 Olivetti attraverso la controllata Tecnost lanciò una offerta pubblica d'acquisto e scambio su Telecom Italia, riuscendo a ottenere nel giugno dello stesso anno il controllo della società, con una quota del 51,02%. L'Opas andò a buon fine nonostante la contrarietà di Bernabè, che considerava il documento del piano "lacunoso" e non conforme alla normativa vigente.[21][22]
La somma con cui la scalata fu finanziata, complessivamente 61.000 miliardi di lire, venne ricevuta dalla Olivetti in prestito direttamente dalle banche e con obbligazioni della controllata Tecnost grazie anche all'emissione di nuove azioni per oltre 37 mila miliardi. Successivamente Tecnost venne fusa con Olivetti per accorciare la catena di controllo. A questo punto era Bell, una società con sede nel Lussemburgo a controllare la catena con il 22% di Olivetti.[23]
Sempre nel febbraio 1999, le partecipazioni in Omnitel (e con essa quasi tutto lo stabilimento produttivo di Ivrea, oggi sede di Vodafone Italia) e Infostrada vennero cedute a Mannesmann per un totale di 14.750 miliardi di lire.[24]
Anni 2000
A giugno 2000 il principale azionista di Olivetti era Hopa con il 26%, controllata da Fingruppo Holding S.p.A. (32,59%), Nazionale Fiduciaria S.p.A. (6,29%), G.P. Finanziaria S.p.A. (3,62%), Omniaholding S.p.A. (3,15%), BC Com SA (2,53%) e Banco di Brescia (2,21%)[25].
Il 29 luglio 2003 Olivetti S.p.A. ha incorporato Telecom Italia S.p.A., mutando però denominazione in Telecom Italia S.p.A.[26], ottenendo un colosso da 54,61 miliardi di euro di fatturato e 129.063 dipendenti[27]. La continuità del nome Olivetti è assicurata da Olivetti Tecnost (100% TelecomItalia) che poi diventerà semplicemente Olivetti[28].
Con una conferenza stampa del 29 giugno 2005 Telecom Italia ha annunciato di voler rilanciare Olivetti sul mercato dell'informatica, iniziando dal ripristino del marchio Olivetti, che era stato sostituito da Olivetti Tecnost. Con un investimento di 200 milioni di euro in 3 anni l'azienda intende lanciare una serie di nuovi prodotti per l'ufficio e per la casa nel campo delle stampanti a getto d'inchiostro e dei dispositivi multifunzione (che riuniscono in sé le funzioni dello scanner, della stampante, della fotocopiatrice e, in alcuni casi, del fax).
Nell'anno 2008 Olivetti festeggia il centenario della sua fondazione, avvenuta nel 1908.
Il 20 aprile 2011 riapre in collaborazione col Fondo per l'Ambiente Italiano lo storico negozio-museo in piazza San Marco a Venezia esponendo alcuni prodotti dell'azienda di Ivrea[29]. Strategicamente molto importante, ai fini d'un riposizionamento nel mercato, è stato il lancio del tablet Olipad avvenuto nel marzo 2011.
Nel giugno 2012 Olivetti ha chiuso un polo di ricerca situato in Svizzera, l'Olivetti Engineering SA, che si occupava della progettazione hardware e software dei suoi prodotti. Nello stesso mese Olivetti e Telecom hanno deciso la chiusura dello stabilimento valdostano di Arnad dove la controllata Olivetti I-Jet sviluppava e produceva testine per stampanti e fax.[30][31]
Cultura
Nel periodo 1930-1960 Adriano Olivetti affiancava a una gestione aziendale innovativa anche una cultura del prodotto che andava ben oltre la semplice estetica.
Design
Nel 1935 venne realizzata la prima macchina per scrivere affiancando disegnatore e ingegneri, la Studio 42, con il contributo dell'ingegnere Ottavio Luzzati, del pittore Xanti Schawinsky e degli architetti Figini e Pollini.
Nel 1938 iniziò la stretta collaborazione con Marcello Nizzoli che vide la nascita di prodotti quali la Olivetti Lexikon 80 (1948), la Divisumma 14 (1948), la Lettera 22 (1950), la Studio 44 (1952), la Divisumma 24 (1956), la Lettera 32 (1963). Nel 1952 la Lettera 22 e la Lexikon 80 vennero incluse nella collezione permanente del Museum of Modern Art di New York.
Nel 1958 entrò in Olivetti anche Ettore Sottsass, con la cui collaborazione vengono creati prodotti come l'Elea 9003 (1959), la Olivetti Valentine[32] (1969) e il computer M24 (1984). Nel 1959 l'Istituto Tecnologico dell'Illinois riunì 100 designer e selezionò la Lettera 22 come il primo dei 100 migliori prodotti di design del periodo 1859-1959, nove anni dopo la sua creazione.
Grafica pubblicitaria
Guidati dall'Ufficio Sviluppo e Pubblicità i prodotti vennero affiancati da una comunicazione grafica e d'impresa che rafforzò e spinse ulteriormente la cultura su cui Olivetti poneva le sue fondamenta.
I primi manifesti vennero realizzati da Marcello Dudovich, che lasciò però il campo a Giovanni Pintori che curò la grafica pubblicitaria e istituzionale nel periodo 1938-1968, al quale si affiancò più tardi Egidio Bonfante.
In particolare durante la trentennale collaborazione con Giovanni Pintori (art director dell'Ufficio Tecnico di Pubblicità), la comunicazione e la grafica Olivetti attirarono l'attenzione internazionale diventando oggetto di culto e trovando spazio in importanti esposizioni in tutto il mondo: New York (MoMa 1952), Berlino (1954), Giappone (1954), Parigi (Louvre 1955), Londra (1959).[33]
Architettura
La fabbrica di Ivrea, uno dei più rinomati simboli aziendali, venne realizzata dagli architetti Figini e Pollini verso la metà del 1930.
Lo Stabilimento di Pozzuoli, realizzato negli anni cinquanta da Luigi Cosenza, è un esempio di integrazione nel panorama naturale della costa napoletana. All'inaugurazione (1955) Adriano Olivetti affermò: "di fronte al golfo più singolare del mondo, questa fabbrica si è elevata, nell'idea dell'architetto, in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno. La fabbrica fu quindi concepita alla misura dell'uomo, perché questi trovasse nel suo ordinato posto di lavoro uno strumento di riscatto e non un congegno di sofferenza".
Eccezionale opera di immagine coordinata sono stati i negozi Olivetti: a New York (1954), a Venezia (1958), a Parigi (1960), a Buenos Aires (1968), tutti realizzati da rinomati architetti.
Durante la sua storia, la Olivetti si avvalse, per la costruzione di stabilimenti, show-room, uffici e negozi, di famosi architetti e designer. Per gli edifici commerciali, si affidò per esempio a Carlo Scarpa che nel 1958 progettò il negozio a Venezia, Franco Albini e Franca Helg che nello stesso anno progettano il negozio Olivetti a Parigi, e nel 1961 Ignazio Gardella allestisce un negozio a Düsseldorf.
Anche gli edifici per ufficio rientrano nelle politiche di immagine della Olivetti. Annibale Fiocchi, Luca Capezio, Marcello Nizzoli e Gian Antonio Bernasconi sono autori tra il 1954 e il '56 del Palazzo degli Uffici di via Clerici a Milano. Per la Hispano-Olivetti, i BBPR completano nel 1964 un edificio a Barcellona; dove la costruzione sorge su di un lotto a trapezio e allude vagamente all'architettura di Antoni Gaudí. Nel 1972 Egon Eiermann progetta gli uffici Olivetti di Francoforte.
La Olivetti dal 1954 inizia la costruzione degli stabilimenti in America latina, soprattutto in Argentina e Brasile, dove la progettazione è affidata a Marco Zanuso. La Olivetti negli anni a seguire continuerà la costruzione dei propri stabilimenti e impianti industriali in linea alla sua politica legata all'immagine dinamica e moderna dell'azienda, affidando gli incarichi di progettazione a nomi prestigiosi della cultura architettonica internazionale. Due esempi sono costituiti dal Centro tecnico Olivetti di Yokohama e dall'ampliamento del Centro di formazione di Haslemere, nel Surrey. Il Centro a Yokohama è progettato da Kenzō Tange e dal gruppo "Urtec" e fu realizzato tra 1969 e 1972. Il progetto dell'impianto di Haslemere è invece affidato a James Stirling che portò a termine la costruzione nel 1973. Nomi di prestigio figurano tra quelli chiamati dalla Olivetti alla progettazione di stabilimenti, tra cui figurano anche Le Corbusier e Louis I. Kahn. Le Corbusier progettò tra il 1961 e 1962 lo stabilimento di Pregnana Milanese alle porte di Milano, che non verrà mai realizzato. Louis Kahn invece tra il 1967 e il 1970 progetta lo stabilimento di Harrisburg in Pennsylvania che al contrario verrà realizzato, e rappresenta molto chiaramente l'intreccio tra la cultura tecnica nata nella fabbrica e la cultura architettonica coeva.
Dal 2001 è possibile visitare il Museo a Cielo Aperto dell'Architettura Moderna di Ivrea seguendo un percorso pedonale attraverso un eccezionale patrimonio architettonico e urbanistico.
Prodotti storici
Calcolatrici[34][35]
Nome | Immagine | Inizio commercializz. |
Fine commercializz. |
Meccaniche di | Disegnata da | Note |
---|---|---|---|---|---|---|
Summa MC 4 | 1940 | Riccardo Levi[36] | Marcello Nizzoli[36] | Elettromeccanica. Addizioni e sottrazioni. | ||
Multisumma MC 4 | 1941 | Riccardo Levi[36] | Marcello Nizzoli[36] | Elettromeccanica. Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. | ||
Simplisumma MC3 | 1942 | Riccardo Levi[36] | Marcello Nizzoli[36] | Manuale a manovella. Addizioni e sottrazioni, senza risultati negativi | ||
Velosumma MC3 | 1942 | Riccardo Levi[36] | Marcello Nizzoli[36] | Manuale a manovella. | ||
Elettrosumma 14 | 1946 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Elettromeccanica. Addizioni e sottrazioni | ||
Multisumma 14 | 1947 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Elettromeccanica. Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni. | ||
Divisumma 14 | 1948 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Elettromeccanica. È la prima calcolatrice al mondo in grado di effettuare le quattro operazioni e di stampare. | ||
Summa 15 | 1949 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli e Giuseppe Beccio | Manuale a manovella | ||
MC-24 | 1956 | primi anni 70 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | La serie comprende Divisumma 24, Tetractys, Multisumma 24, Elettrosumma 24. Nella foto una Divisumma GT 24 | |
Elettrosumma 22 | 1957 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Elettromeccanica: Addizioni e sottrazioni | ||
Multisumma 22 | 1958 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Elettromeccanica: Addizioni, sottrazioni e moltiplicazioni | ||
Summa Prima 20 Summa Quanta 20 |
1960 | Natale Capellaro | Marcello Nizzoli | Summa Prima manuale, Summa Quanta elettrica. Carrozzeria di plastica Foto di una Summa Prima | ||
Elettrosumma 20 | 1963 | |||||
Logos 27 | 1965 | Teresio Gassino | Ettore Sottsass | Nella foto, una Logos 27-2 a due totalizzatori e una Summa 19 | ||
Elettrosumma 23 | 1966 | Teresio Gassino | Ettore Sottsass | |||
Divisumma 26 Divisumma 26 GT |
1967 | Teresio Gassino | Ettore Sottsass | |||
Logos 328 | 1968 | Prima calcolatrice elettronica. In pratica una P101 senza il programma | ||||
Summa 19 | 1969 | Ettore Sottsass e Hans von Klier | Elettromeccanica. Premio Compasso d’Oro nel 1970 | |||
Logos 250 | 1970 | |||||
Logos 270 | 1970 | |||||
Logos 55 | 1973 | Mario Bellini | ||||
Logos 58 | 1973 | Mario Bellini | ||||
Logos 59 | 1973 | |||||
Divisumma 18 | 1973 | Mario Bellini | ||||
Divisumma 28 | 1973 | Mario Bellini | ||||
Logos 240 | 1973 | |||||
Divisumma 33 | 1976 | |||||
Logos 9 | 1980 | Elettronica | ||||
Divisumma 31 | 1984 | Mario Bellini | Elettronica |
Computer
Nome | immagine | Anno | Tipo | Processore | Note |
---|---|---|---|---|---|
Elea | 1957 | Mainframe | A transistor | Interamente a transistor. L'Elea 9003 (foto) è il primo modello commercializzato | |
P101 (Programma 101) | 1964 | 1° Personal computer | A transistor | Progettato da Pier Giorgio Perotto | |
P102 (Programma 102) | Personal computer | Versione della P101 con connessione in linea seriale | Progettato da Pier Giorgio Perotto | ||
P203 | 1967 | Personal computer | A transistor | P101 con Editor 2. Per applicazioni commerciali | |
P602 | 1971 | Microcomputer | A circuiti integrati | Per applicazioni tecnico-scientifiche | |
P603 | 1972? | Microcomputer | A circuiti integrati | P602 con Editor 4. Per applicazioni commerciali | |
P652 | 1973 | Microcomputer | Per applicazioni tecnico-scientifiche | ||
P6040 | 1975 | Personal computer | Intel 8080 | Progettato da Pier Giorgio Perotto | |
P6060 | 1975 | Personal computer | 2 schede (PUCE1/PUCE2) Realizzate con IC famiglia TTL |
Progettato da Pier Giorgio Perotto | |
P6066 | 1981 | Personal computer | Come il P6060 | Progettato da Pier Giorgio Perotto | |
M20 | 1982 | Personal computer | Zilog Z8001 4 MHz | ||
M10 | 1983 | Laptop | OKI 80C85 2.4 MHz | Progettato da Perry A. King e Antonio Macchi Cassia, primo laptop Prodotto da Kyocera, venduto modificato anche come: Radio Shack (modello 100) e NEC (PC-8201) | |
M24 | 1983 | Personal computer | Intel 8086 8MHz | PC IBM compatibile | |
M30 | 1983 | Minicomputer | Zilog Z8001 | Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS) | |
M40 | 1983 | Minicomputer | Zilog Z8001 | Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS) | |
M44 | 1983 | Minicomputer | Zilog Z8001 | Linea L1 | |
M60 | 1984 | Minicomputer | Zilog Z8001 | Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS) | |
M21 | 1984 | Computer portatile | Intel 8086 8 MHz | Versione trasportabile dell'M24 con monitor integrato | |
M19 | 1986 | Personal computer | AMD 8088 4,77MHz | Modello di fascia economica | |
M28 | 1986 | Personal computer | Intel 80286 8MHz | ||
M70 | 1986 | Minicomputer | Zilog Z8001 | Linea L1. Sistema operativo COSMOS IV (MOS) | |
Olivetti Prodest PC 128 | 1986 | Home Computer | Motorola 6809e 1 MHz | È un Thomson MO6 rimarchiato, il primo della serie Olivetti Prodest. | |
M15 | 1987 | laptop | Intel 80c88 4,77MHz | tastiera removibile | |
Olivetti Prodest PC 128s | 1987 | Home Computer | MOS 6512 2 MHz | Venduto come Acorn Business Computer nel resto d'Europa, il secondo della serie Olivetti Prodest. | |
Olivetti Prodest PC1 | 1988 | Home Computer | NEC V40 4.77-8 MHz | Il terzo della serie Olivetti Prodest | |
Olivetti M200 | 1988 | Personal computer | NEC V40 8 MHz | Progetto parallelo alla macchina da scrivere ETV 2700 (Questa era un PC con annessa 'stampante') | |
Olivetti M240 | 1988 | Personal computer | Intel 8086 8 MHz | ||
Olivetti M280 | 1988 | Personal computer | Intel 80286 12 MHz | ||
Olivetti M290 | 1988 | Personal computer | Intel 80286dx 12 MHz | ||
Olivetti M380 | 1988 | Personal Computer | Siemens 80186? | Modello 380/C | |
1988 | Intel 80386dx 20 MHz | Modello XP1 e XP5 | |||
1989 | Intel 80386dx 25 MHz | Modello XP7 (tower) | |||
1990 | Intel 80386sx 33 MHz | Modello XP9 (tower) Sist.op SCO Xenix | |||
Olivetti M260s | 1989 | Personal computer | Intel 80286
12 MHz (16 bit) |
Progetto parallelo alla macchina da scrivere ETV 4000s | |
PCS 86 | 1989 | Personal computer | NEC V30 10 MHz | ||
PCS 286 | 1989 | Personal computer | Intel 80286 12,5 MHz | ||
M111 | 1989 | laptop | NEC V30 10 MHz | Sistema operativo DOS 3.30 | |
M211V | 1989 | Laptop | Intel 80286 | Sistema operativo Windows 3.0 | |
M250 | 1989 | Personal computer | Intel 80286 8 MHz | Il modello 250-E aveva clock a 12 MHz | |
CP486 | 1989 | Personal computer | Intel 80486dx 25 MHz | Tower, EISA, "Computing Platform" | |
P800 | 1990 | Personal computer | Intel 80486dx 25 MHz | Tower. Olivetti MS-DOS 5.00, MS Windows 3.1 | |
LSX-5010 | 1990 | Personal computer | Intel 80486dx 25 MHz | Tower, EISA | |
LSX-5020 | 1990 | Personal computer | Intel 80486dx 33 MHz | Tower, EISA | |
M480 | 1990 | Personal computer | Intel 80486sx 20 MHz | Modello M480-10 (EISA) | |
Intel 80486sx 33 MHz | M480-20 (EISA) | ||||
Intel 80486dx 33 MHz | M480-40/60 (EISA) | ||||
Olivetti M316 | 1991 | Laptop | Intel 80386sx 16 MHz | ||
Olivetti M300 | 1990 | Personal computer | Intel 80386sx 20 MHz | Modello M300-04 | |
Intel 80386sx 20 MHz | Modello M300-10 | ||||
Intel 80486 25/50 MHz | Modello M300-28 | ||||
LSX-5030 | 1992 | Personal computer | Intel 80486dx 33 MHz | Tower, EISA | |
S20 | 1991 | Laptop | Intel 80386sx 16 MHz | (Triumph Adler Walkstadtion 386SX | |
D33 | 1991 | Laptop | Intel 80386 33 MHz | (Triumph Adler Walkstadtion 386 | |
Quaderno | 1992 | Netbook | NEC V30HL 16MHz | precursore dei netbook[37] | |
Philos | 1993 | Laptop | Foto di un color 44 | ||
Echos | 1994 | Laptop | Intel Pentium I 75MHz Socket 5 | Modelli P75 e P100d | |
Envision | 1995 | Multimedia | Intel Pentium I 75MHz Socket 5 | Modello P75 | |
Modulo M4 | 1995 | Personal computer | Intel 80486 sx 25 MHz | Modello M4-M40 | |
1995 | Pentium 75 MHz | Modello M4-P75 | |||
1996 | Intel Pentium-S 75 MHz | Modello M4-P75S | |||
1996 | Intel Pentium 100 MHz | Modello M4-P100 | |||
M8500 | 1999 | Personal computer | Intel Pentium III 500 MHz | DT desktop, MT minitower |
Macchine per scrivere
Meccaniche
Nome | Immagine | Inizio commercializz. |
Fine commercializz. |
Tipologia macchina |
Disegnata da | Colore/i | Note |
---|---|---|---|---|---|---|---|
M1 | 1911[38] | 1920[38] | Standard | Camillo Olivetti | Nero | ||
M20 | 1920[38] | 1930[39] | Standard | Camillo Olivetti | Nero | La foto riporta il modello senza tabulatore | |
M40 | 1930[39] | Standard | Camillo Olivetti | Nero | Esistono tre differenti serie | ||
M40KR | Standard | Camillo Olivetti | Nero | Versione militare della M40. KR sta per KRIEGS, guerra in tedesco. | |||
MP1 (Ico) | 1932[39] | 1950 | Portatile | Aldo Magnelli | rosso, blu, azzurro, marrone, verde, grigio e avorio[39] |
Prima macchina portatile della Olivetti | |
Studio 42 | 1935[39] | Semi-standard | O. Luzzati Figini e Pollini Xanti Schawinsky |
rosso, blu, azzurro, marrone, verde, grigio e avorio[39] |
Chiamata anche MP2 o M42 | ||
M44 | 1947 | 1953 | Standard | Derivata dalla M40/3. Prodotta a Ivrea e a Glasgow in Gran Bretagna | |||
Lexikon 80 | 1948 | Standard | Marcello Nizzoli Giuseppe Beccio |
Chiamata, inizialmente M80. Esposta al MoMA di New York | |||
Lettera 22 | 1950[39] | Portatile | Marcello Nizzoli Giuseppe Beccio |
Sostituisce la MP1. Esposta al MoMA di New York | |||
Studio 44 | 1952 | Semi-standard | Marcello Nizzoli Giuseppe Beccio |
Beige e azzurro | |||
Diaspron 82 | 1959 | Marcello Nizzoli | |||||
Lettera 32 | (1963)[39] | Portatile | Marcello Nizzoli Adriano Menicali |
||||
Lettera 33 Underwood | (1963) | Ettore Sottsass | Costruita in Italia. È una Lettera 32 con una nuova estetica | ||||
Lettera DL | (1965)[39] | Portatile | Dove DL sta per "De luxe" | ||||
Dora | (1965)[39] | E. Sottsass jr. | |||||
Studio 45 | 1967 | Semi-standard | E. Sottsass jr. | ||||
Valentine | (1969)[39] | Portatile | E. Sottsass jr. | Rossa (più raramente: bianca, blu e verde) |
Conosciuta anche come la "rossa portatile", esposta al MoMA di New York | ||
Lettera 35 Lettera 25 |
1974[39] | Mario Bellini | |||||
Studio 46 | 1974 | Semi-standard | Mario Bellini | Prodotta in Spagna. Esistono un modello in plastica, uno in metallo e la studio 46 hispano[40] | |||
Lettera 10 Lettera 12 |
1979[39] | Portatile | Mario Bellini | ||||
Lettera 40/41/42 Lettera 50/51/52 |
1980[39] | Portatile | Mario Bellini | ||||
Lettera 62 | 198x | Portatile | M. Nizzola. | meccanicamente derivata dalla Lettera 32.Costruita in Jugoslavia. 43 tasti | |||
Lettera 92 | 1988 | Portatile | Mario Bellini | meccanicamente derivata dalla Lettera 35. Costruita in Jugoslavia. 43 tasti |
Elettriche
Nome | Immagine | Inizio commercializz. |
Tipologia macchina |
Disegnata da | Note |
---|---|---|---|---|---|
Lexikon 80 E | 1950[41] | ||||
Olivetti Teckne 3 | 1964[42] | ||||
Olivetti Praxis 48 | 1965[42] | Ettore Sottsass | |||
Olivetti Editor 2 | 1968[42] | ||||
Olivetti Lettera 36 Olivetti Lettera 38 |
1970[39] | Portatile | Mario Bellini | ||
Olivetti Lexikon 82 | 1975[39] | Portatile | Mario Bellini | ||
Olivetti Editor 3 | 1970[42] | ||||
Olivetti Editor 4 | 1969[42] | ||||
Olivetti S-14 Olivetti S-24 |
Word processor Editor 4 - con CPU P101 | ||||
Olivetti Lexikon 90 | 1975[42] | ||||
Olivetti Lexikon 92 | 1975 | ||||
Olivetti Lexikon 93 Olivetti Lexikon 94 |
|||||
Olivetti Linea 101 |
Elettroniche
- Olivetti TES 401 (1977)
- Olivetti TES 501
- Olivetti ET 101 (1978)[39]
- Olivetti ET 109
- Olivetti ET 110
- Olivetti ET 111
- Olivetti ET 112
- Olivetti ET 115
- Olivetti ET 116
- Olivetti ET 121
- Olivetti ET 201
- Olivetti ET 221
- Olivetti ET 225
- Olivetti ET 231
- Olivetti ET 351
- Olivetti ET 1250
- Olivetti ET 2200
- Olivetti ET 2250MD
- Olivetti ET 2300
- Olivetti et 2400
- Olivetti ET 2500
- Olivetti PT 505
- Olivetti Praxis 20
- Olivetti Praxis 30
- Olivetti Praxis 35 (1980)[39] portatile
- Olivetti Praxis 40
- Olivetti Praxis 45D
- Olivetti Praxis 100
- Olivetti Praxis 200
- Olivetti ET Compact 60
- Olivetti ET Compact 65
- Olivetti ET Compact 66
- Olivetti ET Compact 70
- Olivetti ET Personal 50
- Olivetti ET Personal 55 (1987)[39] portatile, disegnata da Alessandro Chiarato e Mario Bellini
- Olivetti ET Personal 56
- Olivetti ET Personal 510
- Olivetti ET Personal 540
- Olivetti Linea 101
Videoscrittura
- Olivetti ETV 240
- Olivetti ETV 250
- Olivetti ETV 260
- Olivetti ETV 300
- Olivetti ETV 350
- Olivetti ETV 500
- Olivetti ETV 2700
- Olivetti ETV 2900
- Olivetti ETV 4000
- Olivetti CWP1
Telescriventi (telex)
Olivetti iniziò a produrre telescriventi per fornire gli uffici postali con strumentazione moderna per inviare e ricevere telegrammi. I primi modelli stampavano su un nastro di carta, che veniva tagliato e ricomposto per assumere la forma di foglio.
Negli anni ottanta, in un'area ad accesso riservato, negli stabilimenti Olivetti di Scarmagno erano prodotte telescriventi destinate alla Nato.
Il servizio telex pubblico italiano fu chiuso nel 2002.
- Olivetti T1 (1938–1948) Disponibili due modelli: trasmittente/ricevente o unicamente ricevente..
- Olivetti T2 (1948–1968)
- Olivetti Te300 (1968–1975)
- Olivetti Te400 (1975–1991)
- Olivetti Te550 (1982) Interamente elettronica e con video
Stampanti
- Olivetti Artjet10
- Olivetti Artjet12
- Olivetti DM95
- Olivetti DM96
- Olivetti DM100
- Olivetti DM105
- Olivetti DM109
- Olivetti DM124
- Olivetti DM124L
- Olivetti DM250
- Olivetti DM280
- Olivetti DM282
- Olivetti DM285
- Olivetti DM290
- Olivetti DM292
- Olivetti DM295
- Olivetti DM309
- Olivetti DM324L
- Olivetti DM324S
- Olivetti DM400
- Olivetti DM424S
- Olivetti DM580
- Olivetti DM590
- Olivetti DM600
- Olivetti DM600S
- Olivetti DM624
- Olivetti PR2
- Olivetti PR2E
- Olivetti PR2845
- Olivetti PR15
- Olivetti PR17
- Olivetti PR19
- Olivetti PR1350
- Olivetti PR1370
- Olivetti PR 4
- Olivetti artjet 20/22
Aziende collegate
- Olivetti Synthesis, fondata nel 1939 e attiva nel settore arredamento
- Underwood Typewriter Company, acquistata nel 1959 e attiva negli Stati Uniti d'America
- Società Anonima Invicta, azienda produttrice di macchine da scrivere inglobata da Olivetti nel 1938
- Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel
- Mael computer Spa (ex INSEL), società acquisita nel 1982 da Olivetti
Curiosità
- A metà degli anni novanta viene presentato Envision (con interfaccia grafica Olipilot), una sorta di Media center ante litteram.
- Nel 2007 la stampante fotografica portatile My Way di Olivetti vince il premio IDEA (International Design Excellence Awards).
- Il firmware delle nuove stampanti Olivetti quali Any way, Simple way e My way denominato Hercule è stato creato con il linguaggio di programmazione dinamico Lua.
- Nel mercato delle stampanti specializzate per il settore bancario la quota dell'Olivetti nel mondo è superiore al 70%, con un parco installato di oltre 1,6 milioni di macchine.
- Dal 1984 al 1988 Olivetti fu lo sponsor principale della Brabham in Formula 1.
- Il giornalista e scrittore Tiziano Terzani ha lavorato all'Olivetti.
- Il Negozio Olivetti di Venezia ha ispirato l'architettura degli attuali Apple Store.
Archivio
La documentazione prodotta dalla Olivetti spa è conservata presso l'Associazione Archivio Storico Olivetti di Ivrea, distribuita nei fondi: Olivetti[43], Audioteca[44], Biblioteca[45], Cinevideoteca[46], Documentazione[47], Eidoteca[48], Emeroteca[49], Fototeca[50], Oggetti[51]. Il fondo Adriano Olivetti, in particolare, contiene la documentazione prodotta dall'imprenditore nel corso della propria vita e durante il periodo di attività nell'azienda di famiglia (estremi cronologici: 1925-1960) di proprietà degli eredi. La Fondazione Adriano Olivetti è stata costituita, sempre a Ivrea, nel 1962 con lo scopo di tutelare e promuovere la figura di Adriano Olivetti e il suo pensiero e conserva il patrimonio documentale relativo alle personalità imprenditoriali della famiglia Olivetti, e in particolare le carte private e gli archivi di Adriano Olivetti, di Camillo e di Roberto Olivetti.
Note
- ^ a b Olivetti, Il Management, su olivetti.com, Olivetti S.p.A.. URL consultato il 17 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2015).
- ^ Le altre fabbriche Italiane di macchine per scrivere del Muditec Adriano Olivetti
- ^ unipd.it
- ^ Perotto, op.cit., pag. 18
- ^ museocilea.it Archiviato il 1º novembre 2013 in Internet Archive.
- ^ La Storia siamo noi - Adriano Olivetti Archiviato il 13 ottobre 2010 in Internet Archive.
- ^ OLIVETTI: P101 Archiviato il 30 settembre 2009 in Internet Archive.
- ^ Olivetti Programma 101
- ^ (EN) NASA JOHNSON SPACE CENTER ORAL HISTORY PROJECT - ORAL HISTORY TRANSCRIPT - DAVID W.WHITTLE - INTERVIEWED BY SANDRA JOHNSON - HOUSTON, TEXAS – 16 FEBRUARY 2006 (PDF), su jsc.nasa.gov.
- ^ corriere.it
- ^ olivettiani.org
- ^ Luciano Gallino, La scomparsa dell'Italia industriale, Einaudi, 2003
- ^ Cronologia Olivetti 1908-1977, su Associazione Archivio Storico Olivetti. URL consultato il 23 luglio 2016.
- ^ Chronology of Personal Computers (1988)
- ^ Chronology of Personal Computers (1989)
- ^ Olivetti replica alla IBM, in NS: Nuovascienza, ottobre 1987, p. 9.
- ^ storiaolivetti.it
- ^ storiaolivetti.it
- ^ ec.europa.eu
- ^ I dati sono tratti dal [1] Bilancio Primo Semestre 1998, Olivetti
- ^ La replica di Bernabè: è solo un'OPA di carta, 30 marzo 1999 da Il Corriere della Sera
- ^ Telecom sulle barricate contro l'Opa di Olivetti, 22 febbraio 1999, di Rinaldo Gianola
- ^ sito Olivetti-storia di un'impresa
- ^ sudnews.it
- ^ AGCM.it[collegamento interrotto]
- ^ borsaitaliana.it
- ^ borsaitaliana.it
- ^ storiaolivetti.it
- ^ Olivetti
- ^ Anche l'Olivetti si arrende, su olivetti.com, Tutto sul lavoro Magazine, 14 giugno 2012. URL consultato il 15 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2012).
- ^ Olivetti esce dal mercato dell’ink jet e si concentra sull’evoluzione della nuova offerta ict, su olivetti.it, Olivetti, 1º giugno 2012. URL consultato il 15 giugno 2012.
- ^ Marco Vinelli, Ma la bella «sessantottina» non stregò. Ettore Sottsass e la Valentine, Uomini&Oggetti, Corriere della Sera, 15 giugno 2013, pag. 43
- ^ Massimiliano Musina, Giovanni Pintori, la severa tensione tra riserbo ed estro. Fausto Lupetti Editore, Bologna, 2013
- ^ Collezione Olivetti - Calcolatrici - Introduzione Archiviato il 3 luglio 2011 in Internet Archive. Collezione Paolo Tedeschi
- ^ Quando l'innovazione paga: le calcolatrici meccaniche Olivetti Storia Olivetti, calcolatrici meccaniche
- ^ a b c d e f g h Silmo, 2008
- ^ Quaderno vs EeePC Immagini dell'Olivetti Quaderno
- ^ a b c Olivetti M20 typewriter - Olivetti M25
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Dalla MP1 alla Valentine, passando per la Lettera 22 e 32
- ^ Studio Olivetti
- ^ Museo tecnologicamente, su museotecnologicamente.it.
- ^ a b c d e f mps olivetti Archiviato il 23 agosto 2011 in Internet Archive.
- ^ Fondo Olivetti, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Audioteca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Biblioteca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Cinevideoteca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Documentazione, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Eidoteca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Emeroteca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Fototeca, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
- ^ Fondo Oggetti, su Sistema informativo unificato delle Soprintendenze archivistiche.
Bibliografia
- Carlo Brizzolara, Franco Fortini a Albe Steiner Olivetti di Ivrea : visita a una fabbrica, Ivrea, Uff. Pubblicità Della C. Olivetti e C., 1949
- Mauro Chiabrando, Stile Olivetti, "Charta", Padova, n. 95, 2008, pp. 72–77.
- Centro Galmozzi, Dall'Everest all'Olivetti, "Centro Galmozzi", Crema, 2005,
- Giuseppe Silmo, M.D.C. Macchine da calcolo meccaniche, Olivetti e non solo; Natale Capellaro - Il genio della meccanica, Ivrea, Tecnologicamente Storie, 2008, pp. 199+XVI, ISBN 88-901991-5-6.
- Pier Giorgio Perotto, P101. Quando l'Italia inventò il personal computer, Edizioni di Comunità, Roma, 2015, ISBN 978-88-98220-39-7
- Bruno Settis, Fordismi. Storia politica della produzione di massa, Il Mulino, 2016
Voci correlate
- Adriano Olivetti
- BAL (linguaggio)
- Camillo Olivetti
- Complesso Olivetti
- Natale Capellaro
- Negozio Olivetti
- Federico Faggin
- Pier Giorgio Perotto
- Negozio Olivetti (Venezia)
- Negozio Olivetti (New York)
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Olivetti
Collegamenti esterni
- Sviluppo della stampa ad aghi in Olivetti dal sito ufficiale, su storiaolivetti.it.
Collegamenti esterni
- Fondazione Adriano Olivetti, sito ufficiale.
- Olivetti spa, su SAN - Archivi d'impresa
- Olivetti, Store ufficiale.
- Olivetti, sito ufficiale.
- Storia dell'Olivetti, sito ufficiale, fra cui la storia del design.
- Laboratorio-Museo Tecnologic@mente di IVREA, su museotecnologicamente.it.
- Associazione Archivio Storico Olivetti.
- Un'analisi degli errori strategici dell'azienda, su bloom.it.
- Sito internet del Polo Tecnologico Olivetti Engineering SA situato in Svizzera, su olivetti-engineering.com.
- Pagina Olivetti in un sito sull'architettura, su archimagazine.com.
- Un'icona del design: la Valentine della Olivetti, sul portale RAI Arte, su arte.rai.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 126261145 · ISNI (EN) 0000 0001 1939 4239 · LCCN (EN) n81117295 · GND (DE) 2013550-6 · BNE (ES) XX125574 (data) · BNF (FR) cb118777551 (data) · J9U (EN, HE) 987007461517805171 · NDL (EN, JA) 00296736 · WorldCat Identities (EN) lccn-n81117295 |
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