Gamberale
Gamberale comune | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Maurizio Bucci[1] (lista civica Insieme per Gamberale) dal 12-6-2022 |
Territorio | |
Coordinate | 41°54′N 14°13′E / 41.9°N 14.216667°E |
Altitudine | 1 343 m s.l.m. |
Superficie | 15,56 km² |
Abitanti | 277[2] (31-12-2022) |
Densità | 17,8 ab./km² |
Frazioni | Casale Stazione, Casale Tesoro, Piane d'Ischia, Sant'Antonio |
Comuni confinanti | Ateleta (AQ), Castel del Giudice (IS), Montenerodomo, Palena, Pizzoferrato, Sant'Angelo del Pesco (IS) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 66040 |
Prefisso | 0872 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 069039 |
Cod. catastale | D898 |
Targa | CH |
Cl. sismica | zona 1 (sismicità alta)[3] |
Cl. climatica | zona F, 3 425 GG[4] |
Nome abitanti | gamberalesi |
Patrono | San Lorenzo |
Giorno festivo | 10 agosto |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Gamberale è un comune italiano di 277 abitanti[2] della provincia di Chieti, in Abruzzo.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Comune più alto della provincia di Chieti, fa parte della comunità montana Medio Sangro.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
L'origine è da ricollegarsi al Medioevo, già nell'anno 1063 si parla di Gambarum in Valva tra le conquiste dei Normanni da parte di Goffredo d'Altavilla che si fece appoggiare da Roberto il Guiscardo e da Ruggero di Altavilla per puntare su Teate (Chieti)[5]. Il nome del paese compare nelle mappe nel XII secolo quando viene chiamato Gambarum in Valva (Valva è il nome romano dato alla città di Corfinium dopo che dagli stessi fu distrutta. La Valva è la diocesi cristiana nella quale era collocato il castrum e la chiesa di Gambarum siti sul monte San Michele; la città di Valva aveva come patrono San Pelino, già venerato dai Sanniti Peligni dopo la conversione al cattolicesimo dopo l'editto di Costantino nel 313 d.C., mentre Sulmona, facente parte della diocesi, aveva come patrono San Panfilo. La diocesi successivamente fu divisa in due e Gambarum, passò sotto quella di Sulmona, che in epoca moderna assorbì quella di Valva, contemporaneo vicariato di Castel di Sangro – Diocesi di Sulmona-Valva). Le sue case sono attorniate attorno ad un castello che risale al XIII secolo, il cui aspetto è frutto di ristrutturazione attuata nel secondo dopoguerra.[6] Una stima del 1320 valutò il paese 5 once, 29 tarì e 19 grani. Le notizie successive vanno ricercate nel 1308. Nel 1309, nel 1323 e nel 1326 per le decime ai monaci ivi riparati per via delle invasioni dei Saraceni. Non si esclude che tali monaci fuggirono da Gambarie (frazione di Santo Stefano in Aspromonte), dove vi era un antichissimo monastero vicino al monte Basilicò) e perciò definiti in dialetto locale Gamerarri, de Gamerario e Gamararus, ma in realtà dell'ordine dei "Basiliani"; non a caso esiste una montagna di nome Basilio nel territorio di Gamberale. Nel XV secolo fu feudo di Raimondo d'Annecchino, nel XVI secolo di Giovanni Maria d'Annecchino, poi di Giovanni Crispano, indi venne venduto a Giuseppe Mellucci per 500 ducati, poi fu del marchese Odoardo Benedetti, nobile della provincia dell'Aquila, infine il 14 aprile 1777 dei Mascitelli di Atessa che furono gli ultimi baroni.[7]
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma del comune di Gamberale è stato riconosciuto con DPCM del 15 maggio 1957[8].
«D'argento, al gambero di rosso. Ornamenti esteriori di Comune» |
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
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Medaglia d'argento al merito civile |
«Centro strategicamente importante, occupato dalle truppe tedesche impegnate a bloccare l'avanzata alleata sulla linea Gustav, subiva la perdita di numerosi suoi concittadini, vittime delle mine anti-uomo sparse sul territorio, di violenti cannoneggiamenti e fucilazioni. Ammirevole esempio di spirito di sacrificio e di amor patrio. 1943/1944 – Gamberale (CH).» — 8 settembre 2005[9] |
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]
- Chiesa di San Lorenzo Martire, ad un'unica navata con campanile a ridosso su di un lato. Costruita nel XVIII secolo in stile moderno e struttura a capanna, con annesso campanile.[10]
- Chiesa di Sant'Antonio. Si trova nella frazione Piano d'Ischia. È stata costruita nel secondo dopoguerra. L'interno è ad un'unica navata con tre campate con volta a botte e presbiterio. La facciata è semplice con coronamento a capanna ed annesso campanile.[11]
- 4 fontane scolpite da Ananas Kmielauskas, artista lituano, negli anni novanta. La fontana di Atteone, al centro del paese, la fontana del lupo e dell'agnello, la fontana di Alfeo ed Aretusa e la fontana di Aci, Galatea e Polifemo che si trova nella contrada Piano D'Ischia.
- Monumento all'alpino, che si trova al passo della Forcella; anche questo scolpito dallo scultore lituano Kmielauskas.
- Casa della famiglia Pollice. È sita in piazza San Lorenzo presso uno degli ingressi al paese abruzzese. L'edificio è a tre piani. La prima costruzione del palazzo viene fatta risalire al XVIII secolo. Unico segno d'interesse del palazzo è il portale in pietra calcarea inserito in due contrafforti al centro della facciata principale.[12]
- Castello di Gamberale. È sito nella parte più alta del centro storico a Piazza Castello. Attualmente, all'interno, una delle sale è adibita a sala riunioni del comune del paese stesso. La struttura è in stile pseudo-medievale costruito, verosimilmente su una preesistente chiesa. Un'iscrizione della facciata principale il castello è stato restaurato nel 1881 grazie a Pasquale Bucci, altri restauri sono dovuti alla distruzione della seconda guerra mondiale e del terremoto del 1984, quest'ultimo restauro donò al castello l'attuale aspetto pseudo-medievale. Le grondaie fanno penetrare tracce di umidità all'interno. Le facciate esterne sono intonacate di bianco che fanno da contrasto alle parti in pietra. La torre è provvista di merlatura in pietra.[13]
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[14]

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]
- 10 agosto: festa di San Lorenzo
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Cucina[modifica | modifica wikitesto]
La cucina gamberalese fa uso di prodotti propri del settore primario locale, come formaggi e prosciutti, e dei boschi vicini, quali i funghi porcini, utilizzati come condimento nei primi o come contorno nei secondi piatti[15]. Questi ultimi comprendono piatti come l'agnello alla brace, il carpaccio e il cinghiale porchettato, mentre tra i dolci vi sono le pizzelle farcite con la crema[15].
Economia[modifica | modifica wikitesto]
Turismo[modifica | modifica wikitesto]
Gamberale e la vicina Pizzoferrato sono famose al livello regionale per la presenza di due impianti da sci sui Monti Pizzi, a circa 1600 m s.l.m.. Il primo impianto di sci fu quello costruito a Gamberale al passo della Forcella.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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12 giugno 1994 | 26 maggio 2002 | Enzo Sciulli | Lista civica | Sindaco | [16][17] |
27 maggio 2002 | 6 maggio 2012 | Corrado Varrati | Lista civica di centro-destra (2002-2007) Lista civica (2007-2012) |
Sindaco | [18][19] |
7 maggio 2012 | in carica | Maurizio Bucci | Lista civica Insieme | Sindaco | [1] |
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 6 maggio 2012, su elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Ferrari (2007), [pagine mancanti].
- ^ Gamberale e la sua storia (1), su sangroaventino.it. URL consultato il 15 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2015).
- ^ Gamberale e la sua storia (2), su sangroaventino.it. URL consultato il 15 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Gamberale, decreto 1957-05-15 DPCM, riconoscimento di stemma, su dati.acs.beniculturali.it. URL consultato il 1º ottobre 2021.
- ^ Gamberale, su quirinale.it.
- ^ Chiesa di S. Lorenzo Martire, su sangroaventino.it. URL consultato il 15 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2016).
- ^ Chiesa di S. Antonio, su sangroaventino.it. URL consultato il 13 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
- ^ Casa Pollice, su sangroaventino.it. URL consultato il 13 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Castello, su sangroaventino.it. URL consultato il 13 novembre 2021 (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ a b AA.VV. (1997), vol. 2, cap. Gamberale, a cura di Lorena Martelli, p. 74.
- ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 12 giugno 1994, su elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 24 maggio 1998, su elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 26 maggio 2002, su elezionistorico.interno.gov.it.
- ^ Archivio storico delle Elezioni del Ministero dell'interno, Risultato delle elezioni amministrative del 27 maggio 2007, su elezionistorico.interno.gov.it.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- AA.VV., Il Parco Nazionale della Majella. Guida ai 38 Paesi del Parco, in Collana ai Parchi d'Abruzzo, vol. 1 e 2, Pescara, Multimedia Edizioni, 1997, ISBN non esistente.
- Angelo Ferrari, Feudi prenormanni dei Borrello tra Abruzzo e Molise, Trento, UNI Service, 2007, ISBN 978-88-6178-001-9.
- Lorena Martelli, Gamberale. I 38 Paesi del Parco Nazionale della Majella, Pescara, Multimedia Edizioni, 1997, ISBN non esistente.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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