Utente:Rastabbello/Sandbox

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Aju Meosjin, detto il Bonelli coreano (Pyongyang, 7 maggio 1946), è un fumettista coreano, noto soprattutto per aver dato vita alla casa editrice Yellow Kim.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Meosjin fonda agli inzi degli anni '30 una piccola tipografia nella la città di Wŏnsan-si (원산시; 元山市), città portuale da cui arrivavano molte merci dall'estero e sopratutto dal Giappone, tra cui stampe, libri e fumetti. Dopo la divisione della Corea, la famiglia si sposta nella capitale Pyongyang (평양?, 平壤), dove si specializza in stampe e litografie, con soggetti a tema governativo, come propaganda o libri scolastici. Poco meno di un anno dopo il trasferimento nasce Aju Meosjin, che lavora sin da adolescente con il padre. Il gran numero di testi raccolti in molti anni dalla famiglia, soprattutto i primi manga giapponesi, portano il ragazzo ad appassionarsi al disegno, creando e distribuendo i primi fumetti satirici nord-coreani, senza molto successo.

Alla morte del padre nel 1963, all'attività di tipografo si affiancherà la creazione della casa editrice Yellow Kim, in completa clandestinità. Infatti il giovane editore, oltre a stampare i propri lavori, inizia a raccogliere materiale degli artisti locali, stampando a proprie spese e senza mai trovare un vero distributore, sia per l'argomento delle sue produzioni, sia per il rifiuto di stampare gruim-chaek, le stampe a disegni di propaganda governativa. I primi lavori di rilievo sono dovuti alla collaborazione con due amici di vecchia data: San di Pak Doo-Kil (la storia di un ragazzo e del suo cavallo, pubblicata dal 1962 al 1968) e Jibang Gae, fumetto in xilografia di Shin Jung-jin (tradotto letteralmente Cane ciotto, una minieserie di 9 numeri uscita tra il 1969 e il 1970 in cui un acane scappa alla macellazione). Sempre nel 1968, ai fumetti viene affiancata anche una rivista di satira, Grido, di cui sono stati recuperati ben 400 numeri, come racconterà in diverse interviste l'esperto e fondatore di riviste come Il Male o Frigidaire, Vincenzo Sparagna, con cui Aju Meosjin avrà una fitta corrispondenza per anni.


Nel 1974 con Chollima, in cui il protagonista è un cavallo alato che sfida le forze dell'ordine, compaiono per la prima volta i tratti simbolo della produzione Yellow Kim: lo scontro con le autorità, l'avventura, e la dipendenza dall'alcol. L'autore di Chollima, Yuquing, verrà arrestato e portato in un centro di riabilitazione, dove incontrerà Zhang Janpin, con cui creeranno i celebri collage per le riviste di fantascienza scritti dal giovane intellettuale Hu-Tho Pi. I tre in carcere collaboreranno per oltre dieci anni, e quando saranno liberi, troveranno ad attenderli AJu Meosjin, che in tutto questo periodo ha raccolto, impaginato e prodotto il loro lavoro. La leggenda narra che molti dei lavori fuoriuscissero dal carcere come spazzatura, che il giovane autore andava a rovistare, per poi riassemblare pezzo su pezzo i preziosi racconti. La fantascienza rappresenta uno dei generi seminali della giovane casa editrice, che con Nebu-Gong-Gan dal 1967 al 1972 ha allietato le letture di tanti giovani ragazzi nord coreani. La rivista, tradotta letteralmente come Spazio Interno, nel 1972 viene vietata e diventa reato possederla. Verrà sostituita dalla raccolta Megasuperobocat, che dal 1975 al 1980 avrà tra i suoi copertinisti anche il cantante e filosofo Lee Yeon-Suk.


Se nel primo periodo (1962-1974) gli animali rappresentano i protagonisti principali delle sue collane, verso la fine degli anni 70 nascono anche lavori più politici, sporchi e in cui i soggetti sono dichairatamente riconoscibili, senza ricorrere a metaforei: su tutti L'Ulcera del Popolo di Ingi Gweyang e la Mongoloid Resistance di Pa-Cho kon e Bong-Ho. Nella prima centinaia di vignette disperate e antimilitariste con protagonisti volti noti dell’Armata del Popolo ridotti a esistenze grottesche, vengono spediti segretamente dall'autore alla Yellow Kim, mentre nel caso di Mongoloid i due autori, due giovani ragazzi di origine africana, disegnano per anni in carcere coi propri liquidi e umori corporeri disegni bellissimi, come inno alla libertà. Il loro lavoro verrà raccolto per anni ma pubblicato solo nel 1985.


Verso metà degli anni '70, Aju Meosjin amplia la propria redazione, aggiungendo ai collaboratori storici nuovi autori, che già avevano scritto e disegnato per il regime subendone però la censura, riuscendo a dare alla luce alcuni lavori talmente forti che il loro impatto arriverà fino in Europa: su tutte, l'opera omnia di Koiro Pyongdandongsariwonan, detto Yi, l'epopea dei Rong-fu, pigri roditori che combattono svogliatamente il regime contro l’Operoso Castoro Hu, che influenzerà notevolmente il lavoro dell'artista italiano Adriano Carnevali come da lui stesso ammesso nel 2016.

La lotta alla censura porta la Yellow Kim a produrre materiale erotico e pornografico, filtrato profondamente dalla cultura e dai tabù del proprio Paese. Meritevoli di nota sono la rivista PORNgyang, prodotta dal 1972 sino al 1999 (una delle opere più recenti prevenute della casa editrice) e le tavole delle Officine del Popolo, di Mon Yoon Suk, di cui però rimane poco materiale. Da notare anche il lavoro di Baek Yeon, di cui però son ostati smarriti per lo più tutti gli orignali ma esistono molte antologie, come Chong-e Libseutig (Il rossetto sulla pistola) o Jeong Aog, tutt'ora intraducibile ma da cui venne tratto un cartone animato disegnato di Hiroshi Harada, mai proiettato. I cartoni animati saranno per sempre uno delle chimere della csa di produzione, mai riuscita a produrne in maniera regolare, data la grande difficoltà di trovare cinematografi disposti a rendere visibili lavori così pericoli. Nel mondo dell'animazione, possiamo ricordare Kim-Mi Mouse wa Potgan di Jon Su-Goi Ehhm, in cui un tipo professore ama creare bombe, e di cui rimangono schizzi, e Storia delle Anime Attonite, di Keynes Kwen Ko, storia struggente di disagio e solitudine.

Le prime denunce e i primi arresti non scoraggiano Aju Meosjin, che anzi, trova nuovi autori smaniosi di partecipare alla sue collane editoriali. Nei primi anni '80 la Yellow Kim crea quindi testate simili in tutto e per tutto ai format Marvel o DC Comics, con veri e propri supereroi i cui superpoteri servono a combattere il regime. Questo rappresenta senz'altro il punto più alto della casa editrice, con i lavori dei collettivi Hondon e Beolgeo beos-eun Namjia. I primi con Kosmic Korea, i secondi col trittico di autori Hyn Ki Nari, Han-Jin Gohn e e Naijongo Kin III, che con personaggi come Supersurgeon rilanceranno la Yellow Kim, rendendo questo nome per la prima volta noto al di fuori dei confini nazionali, e rendendo AJu Meosjin una figura simbolo della lotta nelle autoproduzioni, oramai su scala mondiale. Purtroppo però, di lui non esistono praticamente foto, e quasi niente del suo materiale è mai uscito dai confini del Paese, se non nel 1989 quando, dopo la caduta del muro di Berlino, riesce a mantenere una breve corrispondenza con alcuni autori e riviste europee, tra cui Frigidaire e Cannibale in Italia, Metal Hurlant in Francia, Screw e Mad negli Stati Uniti. Alcuni autori occidentali, con un visto dei partiti comunisti dell'epoca, riescono a incontrare segretamente Aju Meosjin, in quella che sarà più tardi riconosciuta come la "famosa e fumosa" stanza 69 del Yanggakdo International Hotel. In questa stanza l'editore e fumettista, grazie all'aiuto dell'attrice di burlesque Carmen Choi, amante di un noto politico, riesce a ricevere fugacemente autori di satira e underground, con cui crea storie e personaggi per la sua amata casa Yellow Kim.


L'incontro con artisti, musicisti, pensatori e autori di mezzo mondo porta l'autore a creare alcune tra le riviste più interessanti e geniali di tutta la sua vasta produzione, come Il complotto umano, una storia disegnata a 50 mani con protagonisti Leonardo da VInci e un bambino contro gli antichi faraoni d'Egitto, opera gigante mai terminata. Altro frutto della grande influenza occidentale è la rivista Seppuku, vera e propria fanzine musicale di cui è sopravvisuto un solo numero ciclostilato del 1984, con le interviste al punk rocker Hyun Ganjun e al gruppo I Quaccheri. La musica rappresenta un punto fondamentale della vita di Aju Meosjin, l'unica video-opera attualmente esistente è dato dal live dei From Out a Space, il gruppo reggae soviet punk dell'amata Carmen Choi, cantante, stilista e ballerina. La musica rappresenta il filo conduttore anche con lo storico collega, amico ed eclettico artista Syg Moon, che da questo momento instaura una fitta corrispondenza anch'egli con Vittore Baroni, Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna, dando alla luce riviste come Bomber e Dismember the Alamo!, che rappresentano tutt'ora il primo caso di reale collaborazione in italiano con la Yellow Kim press.

La fine della Guerra Fredda suscita In Aju Meosjin la speranza di poter viaggiare e produrre le proprie opere anche al di fuori dei confini nazionali, trovando un vero editore, ma le lettere che spedisce e riceve nel biennio 1989/1990 vengono rintracciate dalla polizia postale, e l'editore nord coreano viene costretto a rinnegare il proprio lavoro. La tipografia di famiglia diviene di proprietà del governo e da allora di lui si sono perse le tracce, per quasi vent'anni. Di questi brevi rapporti epistolari, e dai racconti dei pochi che lo hanno conosciuto, sono emersi, oltre a quelli già citati, altri titoli delle sue infinite produzioni, tra cui Kumgangsan Gangster, Far East Cowboys&Cowgirls, Batmarx&Lenin, Yanggakdo Hot Hot Hotel e Uncle SAMsung.

Il suo nome torna alla ribalta nel 2011, alla morte di Kim Jong-il, quando con il collettivo NorthSouthEastWestKorea composto da artisti, musicisti e scrittori, inscena la propria morte e tenta la fuga, approfittando dei funerali di Stato che bloccano il Paese. Il progetto fallisce e vengono arrestati quasi tutti i componenti del gruppo, tranne l'attrice Carmen Choi e Aju Meosjin, dei quali nessuno saprà più niente. Scompare così dopo 40 anni l'editore e fumettista nord coreano, testimone della scena artistica underground nord-coreana, capace di spaziare dalla satira, soprattutto nazionale, fino a fumetti erotici o fanzine musicali, dove troviamo i primi, se non unici cenni al rock'n'roll e punk nord-coreano.

La sua eredità rimane per lo più nelle lettere spedite verso la fine degli anni '80 e in poche collezioni private.

Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Kumgangsan Gangster, Pyongyang, Yellow Kim, 1955.
  • Far East Cowboys&Cowgirls, Pyongyang, Yellow Kim, 1960.
  • San di Pak Doo-Kil, Pyongyang, Yellow Kim, 1963.
  • Batmarx&Lenin, Pyongyang, Yellow Kim, 1968.
  • Jibang Gae, Pyongyang, Yellow Kim, 1969.
  • Yanggakdo Hot Hot Hotel, Pyongyang, Yellow Kim, 1971.
  • Uncle SAMsung, Pyongyang, Yellow Kim, 1972.
  • Chollima, di Yuquing, Pyongyang, Yellow Kim, 1974.
  • Kosmic Korea, collettivo Hondon, , Yellow Kim, 1984.
  • Supersurgeon, di Han-Jin Gohn, Pyongyang, Yellow Kim, 1985.
  • Uncle SAMsung, Pyongyang, Yellow Kim, 1988.

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

  • Nebu-Gong-Gan, dal 1967 al 1972.
  • Grido, di Vyenzohog Fryghalig, Pyongyang, Yellow Kim, 1968.
  • Bang!, di Sado Ba Duk, Pyongyang, Yellow Kim, 1970 circa.
  • PORNgyang, Yellow Kim, 1972-1999.
  • Bomber, Yellow Kim, 1978-1980.
  • Dismember the Alamo! 1983.
  • Seppuku, Yellow Kim, 1984.

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Ulcera del Popolo, di Ingi Gweyang, Yellow Kim,1967-1972.
  • Megasuperobocat, Pyongyang, Yellow Kim, 1975-1980.
  • Chong-e Libseutig, di Baek.Yeon, Yellow Kim, 1980.
  • Jeong Aog, Baek.Yeon, Yellow Kim, 1982.
  • Il complotto umano, Yellow Kim, 1984.
  • Mongoloid Resistance, di Pa-Cho kon e Bong-Ho, Pyongyang, Yellow Kim, 1985.

Animazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Kim-Mi Mouse wa Potgan di Jon Su-Goi Ehhm, primi anni '60.
  • Storia delle Anime Attonite, di Keynes Kwen Ko, 1980.

Video[modifica | modifica wikitesto]

  • A warning and an ultimatum, live del gruppo From Out a Space durante la tournèè sudcoreana del 1986.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Aju Meosjin, detto il Bonelli coreano (Pyongyang, 7 maggio 1946), è un fumettista e editore nordcoreano, noto per aver fondato alla casa editrice Yellow Kim.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Meosjin fonda agli inizi degli anni trenta una piccola tipografia a Wŏnsan-si (원산시; 元山市), città portuale da cui arrivavano molte merci dall'estero, soprattutto dal Giappone, tra cui stampe, libri e fumetti. Dopo la divisione della Corea, la famiglia si sposta nella capitale Pyongyang (평양?, 平壤), dove si specializza in stampe e litografie, con soggetti a tema governativo, di propaganda o libri scolastici. Poco meno di un anno dopo il trasferimento nasce Aju Meosjin, che lavora sin da adolescente con il padre. Il gran numero di testi raccolti in molti anni dalla famiglia, soprattutto i primi manga giapponesi, portano il ragazzo ad appassionarsi al disegno, creando e distribuendo i primi fumetti satirici nord-coreani. Alla morte del padre nel 1963, all'attività di tipografo si affiancherà l'attività di editorie fondando la casa editrice Yellow Kim, in completa clandestinità; infatti il giovane editore, oltre a stampare i propri lavori, inizia a raccogliere materiale degli artisti locali, stampando a proprie spese e senza mai trovare un vero distributore, sia per l'argomento delle sue produzioni, sia per il rifiuto di stampare gruim-chaek, le stampe a disegni di propaganda governativa.

Verso metà degli anni settanta, Aju Meosjin amplia la propria redazione, aggiungendo ai collaboratori storici nuovi autori che già avevano scritto e disegnato per il regime subendone però la censura, riuscendo a dare alla luce alcuni lavori talmente forti che il loro impatto arriverà fino in Europa.

La lotta alla censura porta la Yellow Kim a produrre materiale erotico e pornografico, filtrato profondamente dalla cultura e dai tabù del proprio paese; produce anche un cartone animato disegnato di Hiroshi Harada, mai però proiettato. I cartoni animati saranno per sempre uno delle chimere della casa di produzione, mai riuscita a produrne in maniera regolare, data la grande difficoltà di trovare cinematografi disposti a rendere visibili lavori così pericoli; altri lavori furono Kim-Mi Mouse wa Potgan di Jon Su-Goi Ehhm, in cui un professore ama creare bombe e di cui rimangono schizzi e Storia delle Anime Attonite, di Keynes Kwen Ko, storia struggente di disagio e solitudine.

Le prime denunce e i primi arresti non scoraggiano Aju Meosjin, che anzi, trova nuovi autori smaniosi di partecipare alla sue collane editoriali che rilanceranno la casa editrice rendendola nota anche al di fuori dei confini nazionali e rendendo AJu Meosjin una figura simbolo nel campo delle autoproduzioni, oramai su scala mondiale. Di lui non esistono praticamente foto e quasi niente del suo materiale è mai uscito dai confini del paese se non nel 1989 quando, dopo la caduta del muro di Berlino, riesce a mantenere una breve corrispondenza con alcuni autori e riviste europee, tra cui Frigidaire e Cannibale in Italia, Metal Hurlant in Francia, Screw e Mad Magazine negli Stati Uniti. Alcuni autori occidentali, con un visto dei partiti comunisti dell'epoca, riescono a incontrare segretamente Aju Meosjin, in quella che sarà più tardi riconosciuta come la "famosa e fumosa stanza 69" del Yanggakdo International Hotel nella quale l'editore e fumettista, grazie all'aiuto dell'attrice di burlesque Carmen Choi, amante di un noto politico, riesce a ricevere fugacemente autori di satira e underground, con cui crea storie e personaggi per la sua casa editrice.

L'incontro con artisti, musicisti, pensatori e autori di mezzo mondo porta l'autore a creare alcune tra le riviste più interessanti e geniali di tutta la sua vasta produzione, come Il complotto umano, una storia disegnata a 50 mani con protagonisti Leonardo da Vinci e un bambino contro gli antichi faraoni d'Egitto, opera gigante mai terminata. Altro frutto della grande influenza occidentale è la rivista Seppuku, fanzine musicale di cui è sopravvissuto un solo numero ciclostilato del 1984, con le interviste al punk rocker Hyun Ganjun e al gruppo I Quaccheri. La musica rappresenta un punto fondamentale della vita di Aju Meosjin, l'unica video-opera attualmente esistente è dato dal live dei From Out a Space, il gruppo reggae soviet punk dell'amata Carmen Choi, cantante, stilista e ballerina. La musica rappresenta il filo conduttore anche con lo storico collega, amico ed eclettico artista Syg Moon, che da questo momento instaura una fitta corrispondenza anch'egli con Vittore Baroni, Andrea Pazienza e Vincenzo Sparagna, dando alla luce riviste come Bomber e Dismember the Alamo!, che rappresentano tuttora il primo caso di reale collaborazione in italiano con la Yellow Kim press.

La fine della Guerra Fredda suscita In Aju Meosjin la speranza di poter viaggiare e produrre le proprie opere anche al di fuori dei confini nazionali, trovando un vero editore, ma le lettere che spedisce e riceve nel biennio 1989/1990 vengono rintracciate dalla polizia postale e l'editore nord coreano viene costretto a rinnegare il proprio lavoro. La tipografia di famiglia diviene di proprietà del governo e da allora di lui si persero le tracce per quasi vent'anni. Di questi brevi rapporti epistolari, e dai racconti dei pochi che lo hanno conosciuto, sono emersi, oltre a quelli già citati, altri titoli delle sue infinite produzioni, tra cui Kumgangsan Gangster, Far East Cowboys&Cowgirls, Batmarx&Lenin, Yanggakdo Hot Hot Hotel e Uncle SAMsung.

Nel 2011, alla morte di Kim Jong-il, con il collettivo NorthSouthEastWestKorea composto da artisti, musicisti e scrittori, inscena la propria morte e tenta la fuga, approfittando dei funerali di Stato che bloccano il Paese. Il progetto fallisce e vengono arrestati quasi tutti i componenti del gruppo, tranne l'attrice Carmen Choi e Aju Meosjin, dei quali nessuno saprà più niente. Scompare così dopo quarant'anni l'editore e fumettista nord coreano, testimone della scena artistica underground nord-coreana, capace di spaziare dalla satira, soprattutto nazionale, fino a fumetti erotici o fanzine musicali, dove troviamo i primi, se non unici cenni al rock 'n' roll e punk nord-coreano. La sua eredità rimane per lo più nelle lettere spedite verso la fine degli anni ottanta e in poche collezioni private.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • "Aju Meosjin - La storia proibita della Yellow Kim edizioni": incontro, Milano, 5 maggio 2017;[1][2]
  • "YELLOW KIM - works 1957-2017": mostra a cura di Yellow Kim Foundation e AFA sulla casa editrice Yellow Kim e sul suo fondatore Aju Meosjin., 5-7 maggio 2017.[1][2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b AFA 2017, il festival delle Autoproduzioni Fichissime Andergraund - Fumettologica, in Fumettologica, 4 maggio 2017. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  2. ^ a b AFA, Autoproduzioni Fichissime Anderground a Milano, in XL Repubblica.it. URL consultato il 25 gennaio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Yellow Kim
StatoBandiera della Corea del Nord Corea del Nord
Fondazione1963
Fondata daAju Meosjin
Sede principalePyongyang
SettoreEditoria
ProdottiFumetti

Yellow Kim è stata una casa editrice di fumetti nordcoreana fondata nel 1963 da Aju Meosjin.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Anni sessanta[modifica | modifica wikitesto]

La casa editrice venne fondata da Aju Meosjin partendo dalla tipografia che la sua famiglia aveva fondato agli inizi degli anni trenta a Wŏnsan-si (원산시; 元山市) e che, dopo la divisione della Corea, era stata spostata a Pyongyang (평양?, 平壤), dove si specializzò in stampe e litografie, con soggetti a tema governativo, di propaganda o libri scolastici. Il futuro editore fin da adolescente vi lavora con il padre e, alla morte di questi nel 1963, all'attività di tipografo affianca quella di editore stampando oltre ai propri lavori, materiale di artisti locali che stampa a proprie spese ma senza mai trovare un vero distributore, sia per l'argomento delle sue produzioni, sia per il rifiuto di stampare gruim-chaek, le stampe a disegni di propaganda governativa. I primi lavori di rilievo sono dovuti alla collaborazione con due amici di vecchia data, San di Pak Doo-Kil (storia di un ragazzo e del suo cavallo, pubblicata dal 1962 al 1968) e Jibang Gae, fumetto in xilografia di Shin Jung-jin (una miniserie di nove numeri edita tra il 1969 e il 1970). Sempre nel 1968, ai fumetti viene affiancata anche una rivista di satira, Grido, di cui sono stati recuperati ben 400 numeri, come racconterà in diverse interviste l'esperto e fondatore di riviste come Il Male o Frigidaire, Vincenzo Sparagna, con cui Aju Meosjin avrà una fitta corrispondenza per anni.

Anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1974 con Chollima, in cui il protagonista è un cavallo alato che sfida le forze dell'ordine, compaiono per la prima volta tratti simbolo della produzione della Yellow Kim: lo scontro con le autorità, l'avventura e la dipendenza dall'alcol. L'autore, Yuquing, verrà arrestato e portato in un centro di riabilitazione dove incontrerà Zhang Janpin, con cui creeranno i celebri collage per le riviste di fantascienza scritti dal giovane intellettuale Hu-Tho Pi. I tre in carcere collaboreranno per oltre dieci anni e, quando saranno liberi, troveranno ad attenderli AJu Meosjin che, in tutto questo periodo, aveva raccolto, impaginato e prodotto il loro lavoro. La leggenda narra che molti dei lavori fuoriuscissero dal carcere come spazzatura che il giovane editore andava a rovistare, per poi riassemblarli pezzo per pezzo. La fantascienza rappresenta uno dei generi seminali della giovane casa editrice che, con Nebu-Gong-Gan dal 1967 al 1972, raggiunse una certa diffusione fra i giovani ragazzi nord coreani. La rivista, tradotta letteralmente come Spazio Interno, nel 1972 viene vietata e diventa reato possederla. Verrà sostituita dalla raccolta Megasuperobocat che, dal 1975 al 1980, avrà tra i suoi copertinisti anche il cantante e filosofo Lee Yeon-Suk. Se nel primo periodo (1962-1974) gli animali rappresentano i protagonisti delle sue collane, verso la fine degli anni settanta nascono anche lavori più politicizzati, in cui i soggetti sono chiaramente riconoscibili, senza ricorrere a metafore, come L'Ulcera del Popolo di Ingi Gweyang e la Mongoloid Resistance di Pa-Cho kon e Bong-Ho. Nella prima centinaia di vignette disperate e antimilitariste con protagonisti volti noti dell'Armata del Popolo ridotti a esistenze grottesche, vengono spediti segretamente dall'autore all'editore mentre, nel caso di Mongoloid, i due autori, due giovani ragazzi di origine africana, disegnano per anni in carcere coi propri liquidi e umori corporei e il loro lavoro verrà raccolto per anni ma pubblicato solo nel 1985.

Verso metà degli anni settanta, vengono aggiunti altri collaboratori a quelli storici con autori che già avevano scritto e disegnato per il regime subendone però la censura, riuscendo a dare alla luce alcuni lavori che diverranno noti anche in Europa come l'opera omnia di Koiro Pyongdandongsariwonan, detto Yi, l'epopea dei Rong-fu, pigri roditori che combattono svogliatamente il regime dell’Operoso Castoro Hu, che influenzerà notevolmente il lavoro dell'artista italiano Adriano Carnevali come da lui stesso ammesso nel 2016.

La lotta alla censura porta la Yellow Kim a produrre materiale erotico e pornografico, filtrato profondamente dalla cultura e dai tabù del proprio paese come la rivista PORNgyang, prodotta dal 1972 sino al 1999 e le tavole delle Officine del Popolo, di Mon Yoon Suk, di cui però rimane poco materiale. Da notare anche il lavoro di Baek Yeon, di cui però son ostati smarriti gli originali ma esistono molte antologie, come Chong-e Libseutig (Il rossetto sulla pistola) o Jeong Aog.

Anni ottanta[modifica | modifica wikitesto]

Le prime denunce e i primi arresti non scoraggianol'editore, che anzi, trova nuovi autori smaniosi di partecipare alla sue collane editoriali. Nei primi anni ottanta la Yellow Kim crea quindi testate simili in tutto e per tutto ai format Marvel Comics o DC Comics, con veri e propri supereroi i cui superpoteri servono a combattere il regime. Questo rappresenta il punto più alto della casa editrice, con i lavori dei collettivi Hondon e Beolgeo beos-eun Namjia, i primi con Kosmic Korea, i secondi col trittico di autori Hyn Ki Nari, Han-Jin Gohn e Naijongo Kin III, che con personaggi come Supersurgeon rilanceranno la Yellow Kim, rendendo questo nome per la prima volta noto al di fuori dei confini nazionali.

Dopo la fine della Guerra Fredda, la corrispondenza tenuta con l'estero dall'editore nel biennio 1989/1990, rintracciata dalla polizia postale, gli costa la confisca della tipografia di famiglia che diviene di proprietà del governo e da allora di lui si persero le tracce per quasi vent'anni fino al 2011 quando, alla morte di Kim Jong-il, inscena la propria morte e tenta la fuga, venendo però arrestato e di lui non si saprà più niente.

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Fumetti[modifica | modifica wikitesto]

  • Kumgangsan Gangster, Pyongyang, Yellow Kim, 1955.
  • Far East Cowboys&Cowgirls, Pyongyang, Yellow Kim, 1960.
  • San di Pak Doo-Kil, Pyongyang, Yellow Kim, 1963.
  • Batmarx&Lenin, Pyongyang, Yellow Kim, 1968.
  • Jibang Gae, Pyongyang, Yellow Kim, 1969.
  • Yanggakdo Hot Hot Hotel, Pyongyang, Yellow Kim, 1971.
  • Uncle SAMsung, Pyongyang, Yellow Kim, 1972.
  • Chollima, di Yuquing, Pyongyang, Yellow Kim, 1974.
  • Kosmic Korea, collettivo Hondon, Yellow Kim, 1984.
  • Supersurgeon, di Han-Jin Gohn, Pyongyang, Yellow Kim, 1985.
  • Uncle SAMsung, Pyongyang, Yellow Kim, 1988.

Riviste[modifica | modifica wikitesto]

  • Nebu-Gong-Gan, dal 1967 al 1972.
  • Grido, di Vyenzohog Fryghalig, Pyongyang, Yellow Kim, 1968.
  • Bang!, di Sado Ba Duk, Pyongyang, Yellow Kim, 1970 circa.
  • PORNgyang, Yellow Kim, 1972-1999.
  • Bomber, Yellow Kim, 1978-1980.
  • Dismember the Alamo! 1983.
  • Seppuku, Yellow Kim, 1984.

Raccolte[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Ulcera del Popolo, di Ingi Gweyang, Yellow Kim, 1967-1972.
  • Megasuperobocat, Pyongyang, Yellow Kim, 1975-1980.
  • Chong-e Libseutig, di Baek.Yeon, Yellow Kim, 1980.
  • Jeong Aog, Baek.Yeon, Yellow Kim, 1982.
  • Il complotto umano, Yellow Kim, 1984.
  • Mongoloid Resistance, di Pa-Cho kon e Bong-Ho, Pyongyang, Yellow Kim, 1985.

Animazione[modifica | modifica wikitesto]

  • Kim-Mi Mouse wa Potgan di Jon Su-Goi Ehhm, primi anni sessanta.
  • Storia delle Anime Attonite, di Keynes Kwen Ko, 1980.

Video[modifica | modifica wikitesto]

  • A warning and an ultimatum, live del gruppo From Out a Space durante la tournée sudcoreana del 1986.
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L'antitempo
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàspesso
Generesatira
Formatotabloid
FondatoreVito Manolo Roma e Janjo Anjoi
Fondazione2008
 

L'antitempo è una rivista di satira a fumetti autoprodotta, fondata a Milano nel 2008.

Nata da un'idea di Vito Manolo Roma e Janjo Anjoi come fanzine in bianco e nero, alla fine del 2011 diventa rivista bimestrale di 52 pagine a colori, venendo così distribuita in tutta Italia tramite librerie indipendenti e il circuito Feltrinelli. Viene ampliata la propria redazione con la partecipazione in pianta stabile dei pubblicisti Andrea Coccia e Paolo "Pablito" Morelli, e dei fumettisti Davide Caviglia, Rastabbello (fondatore con altri nel 2018 della rivista Čapek), Matteo Rubert e Giacomo Sargenti. In questo periodo vanta la collaborazione di numerosi artisti, non solo italiani (tra cui Miguel Ángel Martín, Aleksandar Zograf, Rapé Monero, Sakoch, Barrack Rima, Hurricane Ivan di The Artist, Akab, Kanjano, Kap, Tonus, Marilena Nardi, Claudio Calia, Squaz, Arianna Vairo, Lucio Villani, Clacid, Old Roger e molti altri).

Nell'aprile del 2013 la rivista viene auto-sospesa e L'antitempo diventa una piccola casa editrice. Le prime opere sono parodie di personaggi esistenti (come Roberto Saviano in Robert [1] [2] [3]), o di fantasia (come la Pimpa di Altan, nella sua versione volgare e sarcastica de La Pompa va in Europa e La Pompa va in India), fino a prendersi gioco di un intero genere (il fumetto nero italiano di Paul Niente).

Nel marzo 2015 esce un numero speciale dopo l'attentato alla sede di Charlie Hebdo, e riprende così il progetto editoriale in un nuovo formato ancora, simile a un tabloid.

Collaborazioni e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Per tutto il 2013 collabora con Radio Onda d'Urto al programma Router, parlando di fumetti e satira ogni giovedì sera.

Nel febbraio 2013 collabora con Radio Popolare, disegnando per il blog Qualcosa di sinistra.

Nel settembre 2013 vince il Premio Satira Forte dei Marmi per la satira politica[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il fumettista fa il verso a «Ròbert» Nelle vignette un Saviano vanitoso - Corriere del Mezzogiorno, su corrieredelmezzogiorno.corriere.it. URL consultato il 20 giugno 2015.
  2. ^ Un irpino traduce l'irriverente fumetto su Saviano di un autore milanese, su ilmattino.it. URL consultato il 20 giugno 2015.
  3. ^ Giornalettismo su Robert Archiviato il 20 giugno 2015 in Internet Archive.
  4. ^ PREMIO DELLA SATIRA E MUSEO DELLA SATIRA E DELLA CARICATURA FORTE DEI MARMI, su museosatira.it. URL consultato il 20 giugno 2015 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2014).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Čapek
StatoBandiera dell'Italia Italia
Linguaitaliano
Periodicitàannuale
GenereRivista di amenità e vita campestre
Fondazione2018
EditoreMarcello Baraghini
DirettoreHurricane Ivan
Redattore capoFrancesca Canzi, Nicola Feninno, Tommaso Moretti.

In redazione: Simone Barbonetti, Rebecca Barbuscia, Federico Cacciapaglia, Marco Falatti, Arabella Fossati, Giuditta Grechi, Gianluca Manciola, Jacopo Mariani, Giacomo Rastelli, Claudio Scaia, Simone Sdolzini, Maria Cecilia Tantucci, Gianluca Vascelli

Sito webCapekmagazine.org [1]
 

Čapek è una rivista di fumetti italiana, fondata nel 2018 e totalmente autoprodotta, insignita del Premio Beani come "Miglior realtà Editoriale" a Lucca Comics 2020[1] [2] [3].

La rivista è diretta dal fumettista Ivan Manuppelli, in arte Hurricane, con la collaborazione editoriale di Marcello Baraghini (in veste di "editore all'incontrario"), già fondatore di Stampa Alternativa. Caporedattori sono il fumettista Tommaso Tommygun Moretti, Nicola Feninno, già direttore di CTRL magazine e l'attivista e grafica Francesca Canzi. Della redazione fanno parte i fumettisti e illustratori Giacomo Rastabbello Rastelli (tra i fondatori del giornale satirico L'Antitempo), Gianluca Jazz Manciola, Simone Sdolz Sdolzini, Marie Cècile Tantucci, Giuditta Grechi, Gianluca Vash Vascelli, Marco Falatti, Rebecca Barbuscia e il chimico Simone Venanzio Barbonetti.

La storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita[modifica | modifica wikitesto]

La rivista Čapek nasce in un gelido inverno nel dicembre 2018, nella yurta di Marcello Baraghini, a Pitigliano.

Il progetto viene annunciato dai diretti interessati come una "associazione a delinquere" tra i collettivi che l'hanno prodotto e finanziato: le riviste Puck! e CTRL Magazine, la casa editrice "Le Strade Bianche di Stampa Alternativa", il collettivo di artisti maceratesi "Uomini nudi che corrono" e il festival milanese "AFA" (Autoproduzioni Fichissime Andergraund).

La rivista è strutturata come un periodico tradizionale, con tanto di rubriche, dove trovano spazio e dialogano tra loro fumetti, illustrazioni e parti più testuali.

Caratteristiche peculiari sono il diretto coinvolgimento di diversi collettivi di artisti della scena indipendente italiana e internazionale (Progetto Stigma di Akab, la rivista Frigidaire, la redazione del periodico satirico veronese L'Ombroso, il collettivo bolognese Doner Club, il Centro Studi Canaja di Milano, il festival Crack di Roma e i cartoonist americani The Air Pirates) e la presenza di parodie di classici del fumetto rivisitati attraverso jam session grafiche e riferimenti al "Cadavere Squisito" surrealista e al Situazionismo (nel primo numero sono ospitate versioni "detournate" dei Fantastici Quattro, dei Puffi e di Dick Tracy, ribattezzato per l'occasione "Dick Tracey, detective gender fluid").

Il numero 1[modifica | modifica wikitesto]

Il primo numero, uscito nel marzo del 2019, si caratterizza per la partecipazione attiva di personaggi controversi come un ex rapinatore di banche ("lo Svizzero") nell'improbabile ruolo di esperto di economia, lo scrittore ed ex criminale Carmelo Musumeci (con il suo "Diario di un ergastolano"), il cartoonist Mike Diana (il primo fumettista statunitense accusato del reato di oscenità) e il gruppo di disegnatori satirici underground The Air Pirates (Dan O'Neill, Ted Richards e Gary Hallgren) noti negli anni '70 per una causa legale contro la Walt Disney Company e qui riuniti dopo tanti anni per festeggiare i 90 anni di Topolino.

Sono inoltre presenti un intervento postumo del vignettista Vincino, un fumetto sportivo disegnato dal calciatore Jose Altafini e scritto dal fumettista Fabio Tonetto e una storia sperimentale di cinque pagine curata e disegnata dagli autori di Progetto Stigma, che si avvalgono per i testi dell'utilizzo di "Supercomputer Carmel" (un programma concepito per decriptare i messaggi in codice del killer Zodiac).

Tra gli altri partecipanti: Francesca Ghermandi, Vincenzo Sparagna e Maila Navarra, Sergio Ponchione, Adriano Carnevali, Max Capa, Matteo Guarnaccia, Vittore Baroni, Enzo Jannuzzi, Elena Rapa, Nova, Lorenzo Mò, Marco Tonus, Danilo Dast Strulato, Stefano Zattera, Marcos Carrasquer, Dirk Vershure, Davide Strolippo Caviglia, gli scrittori Ivan Carozzi e Pino Tripodi e gli stessi Manuppelli e Baraghini, rispettivamente alle prese con un "reportage umano" (disegnato a quattro mani con il disegnatore americano Bruno Nadalin) e una improbabile rubrica di consigli agricoli.

Viene presentato il 30 marzo 2019 a Milano presso lo Spazio Wow, durante ll festival di illustrazione Bricola [4]


Il numero 2[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estate 2020 esce a sorpresa il secondo numero, doppio, incentrato sul tema del dualismo in tutte le sue forme: doppie identità, gemelli siamesi, dicotomie e proiezioni psicotiche. Le copertine doppie sono una citazione alle "Upside Down Faces" e al lavoro di Rex Whistler, e sono state disegnate da Francesca Ghermandi (numero chiaro) e dell'artista americano Bruno Nadalin (numero scuro) [5]. Tra i numerosi contenuti (oltre 120 autori [6]) si segnalano un'intervista realizzata in Argentina ad Aquilles Ramon Coppini, adepto del culto di San la Muerte, un'altra conversazione con l'autrice transgender Laerte Coutinho, un fumetto inedito scritto apposta per l'occasione dalla band americana The Residents e disegnato da Sergio Ponchione, un fantomatico Censimento degli Amici Immaginari [7], una sezione coi sogni e gli incubi dei lettori curata da Zograf, una "Rubrica dell'Eterno Secondo" disegnata da Bruno Bozzetto e con psicologo d'eccezione Minivip (il protagonista del film Vip mio Fratello Superuomo) e un omaggio al personaggio Ranxerox scritto da Marco D'Alessandro e disegnato da Thomas Bires.

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo della testata è ispirato alla figura di Josef Capek, grafico e scrittore di nazionalità ceca al quale Marcello Baraghini (per sua stessa ammissione) rubò negli anni '90 le grafiche per le copertine della sua collana Millelire (al "furto" è stata dedicata una mostra di stampe in occasione della quarta edizione del festival AFA (Autoproduzioni Fichissime Andergraund), tenuta a maggio 2019 al centro sociale Macao[8] [9]di Milano) .

La copertina del primo numero è invece un omaggio al fratello di Josef, lo scrittore Karel Čapek e al suo romanzo "La guerra delle salamandre", dove una particolare specie di salamandra antropomorfa viene prima sfruttata dall’uomo e poi ne diventa causa di distruzione. [10].

Il primo numero è uscito senza prezzo fisso, con la dicitura “Il prezzo lo fai tu”.

Nel secondo numero ritorna al fumetto, dopo oltre quarant'anni, Marco D'Alessandro in arte "Trash", storico fondatore della rivista underground Cannibale e amico di Stefano Tamburini. [11].

Autori coinvolti[modifica | modifica wikitesto]

  • Adam Tempesta
  • Adriano Carnevali
  • Akab
  • Alberto Ponticelli
  • Aldo Monticelli
  • Aleksandar Zograf
  • Ale666io
  • Alice Vercesi
  • Andrès Jensen
  • Aquilles Ramon Coppin
  • Bambi Kramer
  • Bicio Fabbri
  • Bruno Bozzetto
  • Bruno Nadalin
  • Cammello
  • Cavallo Pazzo
  • Ciang Official
  • Clarissa Baldi
  • Cosimo Miorelli
  • Costanza Fraia
  • Dan TNT
  • Daniela Perissinotto
  • Dario Arcidiacono
  • Dast
  • Davide Aprea
  • Davide Bart Salvemini
  • De Franco
  • Doner Club
  • Dott. Simone Barbonetti & Mr. Venanzio
  • Dottoressa Fiumara
  • Edgar Bergen (ventriloquo)
  • Edoardo Baraldi
  • Edward Mordrake
  • El Rughi
  • Elena Mistrello
  • Elena Rapa
  • Eliana Albertini
  • Enrico Sist
  • Ettore Tripodi
  • Fabio Tonetto
  • Federico Fabbri
  • Fat Gomez
  • Federico Cacciapaglia
  • Francesca Ghermandi
  • Francesco Moretti
  • Giorgio Franzaroli
  • Giuditta Grechi
  • Giuliano Rossetti
  • Gizem Malkoc
  • Gregory Jacobsen
  • Homer Flynn
  • Hunt Emerson
  • Hurricane
  • Isa De Pica
  • Ivan Carozzi
  • Ivan Cenzi (Bizzarro Bazar)
  • Jacopo Starace
  • Jaja
  • Jazz Manciola
  • L’Ombroso
  • Laerte Coutinho
  • Laura Nomisake
  • Le Sorelle Gibbons
  • Lise & Talami
  • Lo Svizzero
  • Lord Hurk
  • Lorenzo Mò
  • Luca Negri
  • Luca Pakarov
  • Luciop
  • Madest
  • Marcello Baraghini
  • Marco Corona
  • Marco Falatti
  • Marco Filicio
  • Marco Galli
  • Marco Tonus
  • Mariam (la donna barbuta)
  • Marie Cécile
  • Martoz
  • Massimo Giacon
  • Matteo De Giuli
  • Maurizio Ercole
  • Michael Bayers
  • Michele Mordente
  • Miguel Angel Martin
  • Mike Sullivan
  • Minivip
  • Nic Alessandrini
  • Nik Guerra
  • Nova
  • Officina Infernale
  • Oral Giacomini
  • Pino Tripodi
  • Progetto Stigma
  • Rastabbello
  • Rebecca Barbuscia
  • Rocco De Biasi
  • Rocco Lombardi
  • Samuel Nisenson
  • Sarah Mazzetti
  • Scampolo D’Assenza
  • Sdolz
  • Sergio Ponchione
  • Simone Chiolerio
  • Simone Lucciola
  • Spugna
  • Squaz
  • Stefano Zattera
  • Stephen Blickenstaff
  • Strolippo (Davide Caviglia)
  • Tanatolady
  • The Residents
  • Thomas Bires
  • Tom Bunk
  • TommyGun
  • Trash (Marco D’Alessandro)
  • Vash
  • Vincenzo Jannuzzi
  • Vincenzo Sparagna
  • Vincino
  • Vittore Baroni
  • Zaex Starzax
  • 9dix

Progetti e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Pandemikon[modifica | modifica wikitesto]

Nel febbraio del 2019, durante il lockdown dovuto alla pandemia, gli organizzatori di AFA (Autoproduzioni Fichissime Andergraund) e la redazione di Čapek mettono on line il sito Pandemikon[12], con vignette, illustrazioni e fumetti che raccontano quotidianamente la quarantena. Il sito, totalmente autofinanziato, viene sorprendentemente candidato al Treviso Comic Book Festival[13] in una sezione dedicata al particolare momento, che vedrà vincere lo straordinario Pangolino di Marco Tonus, anch'esso totalmente autoprodotto.

Premio Stefano Beani[modifica | modifica wikitesto]

Il 31 ottobre 2020 Čapek vince il premio Stefano Beani per la migliore iniziativa editoriale nell'edizione di Lucca Comics & Games [1] [2] [3], ricevendo la consegna "virtuale" da parte di un'emozionata Fumettibrutti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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Vittorio Casale, Deputazioni di storia patria Abruzzo

Achille Rastelli (BEsana Brianza, 14 febbracio 1944) è uno storico, critico d'arte e insegnante italiano.

È stato direttore del Dipartimento di Studi Storico Artistici, Archeologici e sulla Conservazione presso l'Università degli Studi Roma Tre. Attualmente è professore ordinario di Storia dell'arte moderna. È deputato della Deputazione abruzzese di storia patria[1], insieme al linguista Francesco Sabatini.

Biografia e carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel 1938 a Castelvecchio Subequo, in provincia dell'Aquila, Vittorio Casale si è laureato in Lettere e poi si è specializzato in Storia dell'arte rivolgendo i suoi studi principalmente sull'arte del XVII e XVIII secolo, in particolare sulla Storia di Roma e dell'Italia centrale.

Vittorio Casale diviene presto professore incaricato di Storia della Critica d'Arte presso l'Università degli Studi Gabriele d'Annunzio di Chieti. Vinto il concorso per la cattedra di Storia dell'arte moderna, ha insegnato dal 1991 presso l'Università degli Studi di Salerno, poi è stato chiamato a Roma, presso l'Università Roma Tre come titolare di Storia della Critica d'Arte. Qui diventa direttore del Dipartimento di Studi Storico-Artistici, Archeologici e sulla Conservazione. Attualmente è ordinario di Storia Moderna[2].

I suoi studi sono stati da sempre rivolti all'Arte dell'Italia Centrale[3], in particolare del Lazio, dell'Umbria e dell'Abruzzo. Nel 1989, a Spoleto, ha dato vita alla mostra Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria grazie alla ricognizione cui ha preso parte sulla pittura del Seicento e del Settecento.

Ha ritrovato e pubblicato due busti inediti nel Duomo di Foligno, realizzati dal Gian Lorenzo Bernini.

Ha curato l'edizione critica del Trattato sulle Pittura e Sculture redatto a Firenze, nel 1652, dal padre gesuita Giovan Domenico Ottonelli e da Pietro da Cortona arrivando ad individuare nell'opera il testo fondamentale della poetica del barocco.

Sua è anche la Produzione Artistica per Canonizzazioni, individuando in questo studio un filone non presente negli annali e non trattato ancora da alcuno storico. Grazie a tutti i contributi, dati e ricevuti, è riuscito a sistemare globalmente la sua opera prima: La Produzione Artistica per Canonizzazioni: il Seicento. Il volume è stato presentato per la prima volta presso l'Accademia Nazionale San Luca[4].

In questa fase partecipa anche al Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della fondazione della Basilica di San Pietro[5], promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con Fabbrica di San Pietro, Università di Roma Tre, Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte e Biblioteca Hertziana.

Vittorio Casale ha pubblicato anche le Maioliche Cinquecentesche della Chiesa di Collarmele, riconoscendole e ricollocandole nel loro originario contesto storico e ha analizzato le opere d'arte di Pescocostanzo con particolare attenzione all'altare di Cosimo Fanzago.

Ha dimostrato e richiamato per la prima volta l'attenzione sul tema degli stemmi come importante documento storico, dando vita a una ricerca in materia, concentratasi nella Valle Subequana.

Attualmente sta continuando le sue ricerche addentrandosi nelle argomentazioni relative agli altari della Chiesa di San Francesco in Castelvecchio Subequo che presenta influenze di artigiani locali e lombardi. Viene riconosciuto come Il Professore Artista che Racconta l'Italia[6].

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Libri scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Dal disegno all'opera compiuta. Atti del Convegno Internazionale[N 1] (1992)
  • Museo Comunale di San Francesco a Montone[N 2] (1997)
  • L'arte per le canonizzazioni. L'attività artistica intorno alle canonizzazioni e alle beatificazioni del Seicento[N 3] (2011)
  • La Basilica di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo[N 4] (2015)

Altre pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Atene dell’artigianato abruzzese per il Sei e Settecento
  • L'Arte dei Marmorari
  • L'Arte Lignaria
  • L'Arte Febbrile
  • Gian Lorenzo Bernini: Ritratto di Urbano VIII, Ritratto di Bartolomeo Roscioli, Ritratto di Diana Roscioli, in Gian Lorenzo Bernini Regista del Barocco
  • L'Artificio Barocco e il suo Significato
  • Atti del convegno internazionale Roma-Firenze 12-15 novembre 1997

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vittorio Casale e Andrea De Marchi, Dal disegno all'opera compiuta. Atti del Convegno internazionale (Torgiano, ottobre-novembre 1987), Volumnia Editrice, 1992.
  2. ^ Vittorio Casale, Museo Comunale di San Francesco a Montone, Mondadori Electa, 1997.
  3. ^ Vittorio Casale, L'arte per le canonizzazioni. L'attività artistica intorno alle canonizzazioni e alle beatificazioni del Seicento, Allemandi, 2011.
  4. ^ Vittorio Casale, Francesco Sabatini e Adriano Ghisetti Giavarina, La Basilica di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo, Menabò, 2015.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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Categoria:Storici Categoria:Professioni artistiche







Andrea Frediani (Roma, 1963) è uno storico e scrittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato e cresciuto a Roma, fin da bambino Frediani ha espresso un forte interesse verso la storia.

Frequentato il liceo classico, ha seguito un corso di laurea in Lettere alla Sapienza di Roma. Dopo essersi laureato in Storia medievale, Frediani ha iniziato a collaborare a riviste storiche come "Storia e Dossier".

Nel 1997 ha scritto il suo primo libro, Gli assedi di Roma per Newton Compton Editori; con questo libro ha vinto l'anno seguente il premio Orient-Express nella sezione romanistica.

Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, intitolato 300 guerrieri, la battaglia delle Termopili, che raggiunse il settimo posto nella classifica dei libri più venduti.

Successivamente ha collaborato con svariate riviste di storia, come Focus Wars, Focus Storia, Storia militare, Medioevo, RID - Rivista italiana di difesa. Fa parte del comitato scientifico di Focus Wars.

Nel 2011 ha vinto il premio Selezione Bancarella con Dictator, il trionfo di Cesare.[1][2]

Nel 2014 ha vinto il Premio "Torre di Castruccio" nella sezione letteratura.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il sacco di Roma, Firenze, Giunti, 1990. ISBN 88-09-76240-1.
  • Gli assedi di Roma. Razzie, violenze e saccheggi ai danni della città più assediata nella storia d'Europa, dall'invasione etrusca all'occupazione nazista, Roma, Newton & Compton, 1997. ISBN 88-8183-781-1. [Premio Orient Express 1998, nella sezione dei romanzi di romanistica]
  • Le guerre dell'Italia unita, Roma, Tascabili economici Newton, 1998. ISBN 88-8183-961-X.
  • Costantinopoli 1453. L'ultimo assedio, Firenze, Giunti, 1999. ISBN 88-09-76292-4.
  • Attila, Firenze, Giunti, 2001. ISBN 88-09-02050-2.
  • Gli ultimi condottieri di Roma. La caduta dell'impero romano nelle vicende dei suoi protagonisti, Roma, Newton & Compton, 2001. ISBN 88-8289-621-8.
  • Le grandi battaglie di Roma antica. Dalle guerre sannitiche alle invasioni barbariche, i combattimenti e gli scontri che hanno avuto per protagonista la città eterna, Roma, Newton & Compton, 2002. ISBN 88-8289-724-9.
  • Le grandi battaglie di Napoleone. Dalle grandi imprese di Marengo, Ulma, Austerlitz, Jena, Friedland e Wagram alle drammatiche disfatte in Russia, a Lipsia e a Waterloo, Roma, Newton & Compton, 2002. ISBN 88-8289-782-6.
  • Guerre e battaglie del Medioriente nel XX secolo. Da Lawrence d'Arabia ai conflitti arabo-israeliani, fino alle guerre afgane e all'ultimo conflitto iracheno Roma, Newton & Compton, 2003. ISBN 88-8289-856-3.
  • Le grandi battaglie di Giulio Cesare. Le campagne, le guerre, gli eserciti e i nemici del più celebre condottiero dell'antica Roma, Roma, Newton & Compton, 2003. ISBN 88-8289-941-1.
  • Le grandi battaglie di Alessandro Magno. L'inarrestabile marcia del condottiero che non conobbe sconfitte, Roma, Newton & Compton, 2004. ISBN 88-541-0165-6.
  • Le grandi battaglie dell'antica Grecia. Dalle guerre persiane alla conquista macedone, da Maratona a Cheronea, i più significati scontri terrestri e navali di un impero mancato, Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN 88-541-0377-2.
  • I grandi condottieri che hanno cambiato la storia. Le imprese militari di cento straordinari generali, Roma, Newton & Compton, 2005. ISBN 88-541-0454-X.
  • Le grandi battaglie del Medioevo. Dalle invasioni arabe alla caduta di Granada : mille anni di scontri e conflitti che hanno segnato la storia dell'umanità, Roma, Newton Compton, 2006. ISBN 88-541-0739-5.
  • 101 segreti che hanno fatto grande l'impero romano, Roma, Newton Compton, 2009. ISBN 978-88-541-1618-4.
  • L'ultima battaglia dell'impero romano. L'esercito del V secolo e la disfatta finale contro i vandali, Roma, Newton Compton, 2010. ISBN 978-88-541-2238-3.
  • 101 battaglie che hanno fatto l'Italia unita. Rivolte popolari, azioni eroiche e scontri sanguinosi per realizzare un sogno, Roma, Newton Compton, 2011. ISBN 978-88-541-2339-7.
  • I grandi condottieri di Roma antica. Gli uomini che impressero il loro marchio sulle conquiste, sulle battaglie e sulle guerre dagli albori di Roma alla caduta dell'ipero romano d'Occidente, Roma, Newton Compton, 2011. ISBN 978-88-541-2811-8.
  • Le grandi battaglie tra greci e romani. Falange contro legione: da Eraclea a Pidna, tutti gli scontri tra opliti e legionari, Roma, Newton Compton, 2012. ISBN 978-88-541-4319-7.
  • Le grandi famiglie di Roma antica. Storia e segreti, con Sara Prossomariti, Roma, Newton Compton, 2014. ISBN 978-88-541-7156-5.
  • L'incredibile storia di Roma antica. Segreti, condottieri, personaggi, sfide e grandi battaglie, Roma, Newton Compton, 2016. ISBN 978-88-541-9610-0.
  • L'ultima vittoria dell'impero romano. L'incredibile storia di una delle sfide più ardue di Roma: la battaglia di Strasburgo, Roma, Newton Compton, 2019. ISBN 978-88-227-3603-1, in collaborazione con Raffaele D'Amato.
  • Epidemie e guerre che hanno cambiato il corso della storia, Roma, Newton Compton, 2020. ISBN 978-88-227-4678-8, in collaborazione con Gastone Breccia.
  • Le Williams. La storia mai raccontata della famiglia che ha cambiato il tennis femminile, Roma, Newton Compton, 2022. ISBN 978-88-227-6364-8, in collaborazione con Matteo Renzoni.

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I grandi condottieri che hanno cambiato la storia, su books.google.it. URL consultato il 17 marzo 2019.
  2. ^ Copia archiviata, su gazzettadiparma.it. URL consultato il 19 marzo 2019 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2018).
  3. ^ Il romanzo storico (PDF), su bimu.comune.bologna.it. URL consultato il 5 marzo 2019.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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Categoria:Storici militari Categoria:Studenti della Sapienza - Università di Roma



acque a Ridgefield (Connecticut) nel 1917 da genitori emigrati dall'Italia quattro anni prima la sua nascita.[1] La famiglia di Bedini era originaria di Ostra.

Nel 1939, prima di finire il college, si arruolò volontario nell'esercito statunitense.[1] La sua passione giovanile per gli enigmi lo proiettò, allo scoppio della seconda guerra mondiale, nell'unità segreta 1142 numero della casella postale della sede dell'agenzia segreta MIS-X, incaricata di trasmettere e decifrare messaggi cifrati con i prigionieri di guerra americani detenuti in Germania ed interrogare i soldati nemici prigionieri.[1] All'interno dell'unità, Bedini fece una rapida carriera, divenendo nel 1943 capo dei criptoanalisti per poi diventare uno degli ufficiali di collegamento tra il MIS-X ed il Pentagono.[1]

Nel 1958 accettò di scrivere la storia della sua città nel duecentocinquantesimo anniversario della sua fondazione, e nacque il suo famoso libro Ridgefield in Review.

Nel 1961 divenne curatore a Washington D.C. dello Smithsonian Institution nel Museo della storia e tecnologia (oggi diventato Museo Nazionale della Storia Americana).

Per le sue ricerche e pubblicazioni nel 1962 Bedini ha ricevuto il prestigioso premio Abbott Payson Award della Società di Storia e tecnologia e nel 1997 a Darmstadt in Germania è stato premiato con il Paul-Bunge-Preis "per i libri di grande qualità storica".

Nel 2000, a Monaco gli è stata consegnata la medaglia d'oro di Leonardo da Vinci "il più grande riconoscimento della Società storica".

È stato membro dell'American Philosophical Society, dell'American Antiquarian Society, della Society of American Historians, della Washington Academy of Sciences, della Scientific Instrument Society di Londra, dell'Astrolabe Society di Parigi, della Surveyors Historical Society, e più recentemente dell'Association of Land Surveyors, che lo ha creato socio onorario nel dicembre 2003.

Bedini ha scritto trentatré libri.




Achille Rastelli

Achille Rastelli (Besana Brianza, 14 febbraio 1944Milano, 14 maggio 2012) è stato uno storico italiano, specializzato nello studio della storia navale.

È andato in pensione nel 1987 e da allora ha continuato la sua attività pubblicando articoli, ricerche e libri.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Rastelli

Libri e studi[modifica | modifica wikitesto]

  • Gli anni della fenice - Il gruppo Finmare e le compagnie sovvenzionate dal 1945 al 1985, Ed. Cavallotti, 1985.
  • Nuove presenze sul mare. Linee private e delle ferrovie dello Stato dal 1945 al 1986 con Francesco Ogliari, Giorgio Spazzapan e Alessandro Zenoni, Ed. Cavallotti, 1987. ASIN: B00M0ND746
  • Le Navi del Re Immagini di una flotta che fu, Ed.Sugarco, Milano, 1988
  • Sommergibili in guerra. Centosettantadue battelli italiani nel secondo conflitto mondiale. con Emilio Bagnasco, Ed. Albertelli, Parma, 1995
  • Le grandi battaglie navali del XX secolo, Storia illustrata, Mondadori, Milano, 1996, ISBN 10: 8878135674 / ISBN 13: 9788878135673
  • Navi e Marinai Italiani con Erminio Bagnasco, Ed. Albertelli, Parma, 1997, ISBN 10: 8885909752 / ISBN 13: 9788885909755
  • Caproni e il mare: progetti e realizzazioni per la guerra navale di un grande gruppo industriale milanese, Museo aeronautico Gianni e Timina Caproni di Taliedo, Trento, 1999, ISBN 10: 8887261059 / ISBN 13: 9788887261059
  • Marina italiana. Storia della flotta italiana fra le due guerre mondiali, Ed. Anthelios, 2000, ISBN10: 8883940954 / ISBN 13: 978-8883940958
  • Bombe sulla città : gli attacchi aerei alleati: le vittime civili a Milano, Ed. Mursia, Milano, 2000. ISBN 10: 8842532207 / ISBN 13: 9788842532200
  • Battaglie terrestri del XX secolo 1899-1939, Storia illustrata, Mondadori, Milano, 2000. ISBN 13: 2561744020788
  • Battaglie terrestri del XX secolo 1939-2000, Storia illustrata, Mondadori, Milano, 2001. ISBN 10: 880447887X / ISBN 13: 9788804478874
  • La portaerei italiana: Cento anni di dibattiti e progetti (Testimonianze fra cronaca e storia), Ed. Mursia, Milano, 2001. ISBN 10: 8842528161 / ISBN 13: 9788842528166
  • Carlo Fecia di Cosato - L'uomo il mito e il marinaio, Ed. Mursia, Milano, 2001. ISBN 10: 8842544361ISBN 13: 9788842544364
  • Storia della Motonave Viminale con Maria Pia Pezzali, Ed. Mursia, Milano, 2001.
  • Le grandi battaglie del XX secolocon Giorgio Apostolo, Ed. Mondadori, Milano 2002. ISBN 10: 8804506369 / ISBN 13: 9788804506362
  • Le grandi battaglie del XX secolo (Terrestri, Navali, Aeree), Ed. Electa, Milano, 2002.
  • La guerra navale 1914-1918. Un contributo internazionale alle operazioni in Mediterraneo, Ed. Rossato, 2002. ISBN-10: 8881300869 / ISBN-13: ‎978-8881300860
  • I rapporti Stati Uniti - Germania agli inizi del '900 , Rivista Marittima, Milano, 2003. ASIN: ‎B00PIW4TVQ
  • Bombe sulla città Milano in guerra 1942 - 1944 con Rosa Auletta Marrucci, Massimo Negri e Lucia Romaniello, Ed. Skira, Milano, 2004
  • Oto Melara 1905-2005, Ed. Mattioli, 2006. ISBN-10: ‎8889397241 / ISBN-13: ‎978-8889397244
  • La corazzata: l'evoluzione della nave da battaglia in Italia.: Testimonianze fra cronaca e storia Ed. Mursia, Milano 2006. ISBN 10: 8842533823 / ISBN 13: 9788842533825
  • Caproni e il mare, Museo aeronautico Gianni e Timina Caproni di Taliedo, Trento, 2007
  • Alle Origini Della Breda Meccanica Bresciana con Andrea Curami e Paolo Ferrari, Ed. Fondazione Negri, 2009 ISBN 10: 8889108142 / ISBN 13: 9788889108147
  • Italiani a Shanghai: La Regia Marina in Estremo Oriente (1939-1945. Seconda guerra mondiale), Ed. Mursia, Milano 2010. ISBN 10: 8842544140 / ISBN 13: 9788842544142
  • La corazzata: L’evoluzione della nave da battaglia in Italia , Ed. Mursia, Milano, 2011. ISBN-10: ‎ 8842533823 / ISBN-13: ‎978-8842533825
  • Sommergibili a Singapore, Ed. Mursia, Milano, 2011. ISBN-10: ‎8842535788 / ISBN-13: 978-8842535782
  • La guerra navale in Adriatico 1940-1945, Ed. ‎ Despot infinitus, 2020 (postumo). ISBN-10: 9537892948 / ISBN-13: 978-9537892944














Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Robert C. Post, Silvio A. Bedini, 1917-2007, in Technology and Culture, vol. 49, no. 2, The Johns Hopkins University Press and the Society for the History of Technology, aprile 2008, pp. 522-529. Accesso condizionato via Jstor

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Nato a Besana in Brianza (Milano) il 14 febbraio 1944, laureato in giurisprudenza, ha lavorato per più di trent’anni in Mediobanca. Svolgeva l’attività non professionale di ricercatore storico e scrittore. Viveva a Milano, era sposato e aveva tre figli. Rastelli è morto il 15 maggio 2012.

Ha collaborato con numerose riviste e ha pubblicato molti libri fra cui:

- Le navi del re, Sugarco, Milano, 1988; - Le grandi battaglie navali del XX secolo, Elemond, Milano, 1996; - Caproni e la Marina, Museo Gianni e Timina Caproni, 1999; - La portaerei italiana, Mursia, Milano, 2001; - Carlo Fecia di Cossato: l’uomo, il mito e il marinaio, Mursia, Milano, 2001 e 2006; - Le grandi battaglie del XX secolo, Mondadori, Milano, 2002: - Bombe sulla città, Mursia, Milano, 2004; - La corazzata. L’evoluzione della nave da battaglia in Italia, Mursia, Milano, 2006; - Sommergibili a Singapore, Mursia, Milano, 2006.

Era coautore di altri libri fra cui:

- con F. Ogliari, E. Radogna, G. Spazzapan, Zenoni, Storia dei trasporti marittimi di linea, 7 volumi, Cavallotti, Milano, 1975-1985; - con F. Ogliari, Navi in città: storia del trasporto urbano nella Laguna veneta e nel circostante territorio, 2 volumi, Cavallotti, Milano 1986-1988; - con E. Bagnasco, Sommergibili in guerra, Albertelli, Parma, 1990; - con P. Ferrari, La grande guerra aerea 1915-1918. Battaglie, industrie, bombardamenti, assi, aeroporti, Rossato, Valdagno, 1994; - con E. Bagnasco, Navi e marinai italiani nella Grande Guerra, Albertelli, Parma, 1997; - con A. Curami, A. Massignani, T. Bertè F. Cappellano, L’artiglieria italiana nella Grande Guerra, Rossato, Valdagno, 1998; - Lo sguardo del sapiente glaciale, Musei storici in Trento, 1998; - La macchina di sorveglianza, Musei storici in Trento, 2001; - D. Leoni, P. Marchesoni, La macchina di sorveglianza: la ricognizione aerofotografica italiana e austriaca sul Trentino (1915-1918), Museo di scienze naturali di Trento, Museo storico italiano della Guerra di Rovereto, 2001; - con A. Massignani, La guerra navale 1914-1918, Rossato, Valdagno, 2002; - con Giorgio Apostolo, Le grandi battaglie del XX secolo, Mondadori Electa, Milano, 2002; - con F. Annovazzi, G. Ghisalberti Savoia, M.L. Rumi, G. Smidili, E. Zoppelli Rumi, 20 Ottobre 1944 - Il bombardamento: Gorla ricorda e racconta, Milano, 2002.

Ha collaborato alla realizzazione di cataloghi per le seguenti mostre:

- Bombe sulla città. Milano in guerra 1942-1944; - Memorial Milano, 1945-2005; - Mostra sulla Resistenza europea; - Oto Melara 1905-2005; - Alle origini della Breda Meccanica bresciana - Atlante fotografico; - La Liberazione di Ravenna.

Ha collaborato a mostre e conferenze, anche a livello internazionale, fra le quali:

- I milanesi e la guerra - Milano a cura dell’Archivio di Stato, 1997; - I bombardamenti dell’agosto 1943 a Milano - Milano; - Memorial Milano, 1945-2005 - Milano; - Mostra sulla Resistenza europea.

Ha collaborato con la TV croata per un documentario sulla guerra in Adriatico e con il Comune di Rijeka per un DVD su Luppis. Ha partecipato alla conferenza radiofonica su Betasom (20 puntate) per il programma di RADIO 2 Alle 8 della sera.

Ha partecipato ai seguenti convegni e conferenze:

- presentazione di una ricerca sui bersagli aerei nella seconda guerra mondiale - Comando Aeronautica di Milano, 2000; - presentazione di documentari della guerra a Milano - Casa della Cultura di Milano; - L’informazione militare - Milano; - Il riuso dello stabilimento Whitehead - Fiume; - I sommergibili - La Spezia; - La Liberazione di Ravenna; - Giorno della Memoria - Zibido San Giacomo; - Le corazzate italiane - Rotary di Vigevano; - 150° dell’Arsenale con una relazione sul Museo Navale di Pola - Pola; - La Marina sarda - Castello di Vinovo (Torino); - Storia a La Morra organizzato dalla RAI.