Conclave del 1963: differenze tra le versioni

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Versione delle 18:53, 9 gen 2014

Conclave del 1963
File:File:PaoloVI.jpg
Papa Paolo VI
DurataDal 19 al 21 giugno 1963
LuogoCappella Sistina, Città del Vaticano
Partecipanti80 (2 assenti)
Scrutini6
DecanoEugène Tisserant
Vice DecanoClemente Micara
CamerlengoBenedetto Aloisi Masella
ProtodiaconoAlfredo Ottaviani
Segretario del conclaveFrancesco Carpino
ElettoPaolo VI (Giovanni Battista Montini)
 

Il Conclave del 1963 venne convocato a seguito della morte di papa Giovanni XXIII, avvenuta in Vaticano il 3 giugno dello stesso anno. Si svolse nella Cappella Sistina dal 19 al 21 giugno, e, dopo sei scrutini, venne eletto papa il cardinale Giovan Battista Montini, arcivescovo di Milano, che assunse il nome di Paolo VI. L'elezione venne annunciata dal cardinale protodiacono Alfredo Ottaviani.

Situazione generale

Il 18 giugno 1963 alcuni cardinali progressisti, giunti a Roma già da parecchi giorni, si ritrovarono in segreto presso il convento dei frati cappuccini di Frascati, convocati dal cardinale Clemente Micara, amico di vecchia data del cardinale Giovanni Battista Montini, all'epoca arcivescovo di Milano. Arrivarono, fra gli altri, Achille Liénart, Bernard Jan Alfrink, Paul-Émile Léger, Franz König, Montini stesso, Léon-Joseph Suenens e Joseph Frings. Secondo l'opinione dei presenti, il conclave che si sarebbe aperto di lì a breve sarebbe stato un conclave duro a causa del Concilio Vaticano II, rimasto aperto e senza conclusione dopo la morte di Giovanni XXIII.

Notando il precipitarsi a Roma di tanti porporati fin dalle primissime ore successive alla morte di Giovanni XXIII, il cardinale Pietro Ciriaci, da attento filosofo qual era, commentò: «Se ogni cosa fosse certa e scontata non vi sarebbe questa calata di cardinali stranieri a Roma».[1] Il concilio, infatti, apparve subito la vera discriminante per l'elezione. Per i cardinali conservatori Alfredo Ottaviani, Giuseppe Pizzardo e Giuseppe Siri, il conclave rappresentava l'ultima possibilità di invertire la strada innovatrice che il concilio stesso aveva intrapreso.

Dalla riunione di Frascati i cardinali decisero di candidare Montini, l'unico che, secondo loro, poteva essere un ponte fra l'ala conservatrice e l'ala progressista, ma la sua candidatura avrebbe voluto dire accantonare le spinte estreme più innovatrici all'interno del concilio.

Due cardinali non poterono giungere a Roma. Si trattò di József Mindszenty, cui il regime comunista proibì di lasciare l'Ungheria, e Carlos María Javier de la Torre, assente per motivi di salute.

Cardinali alla morte di papa Giovanni XXIII

Presenti in conclave

Assenti

Votazioni

La sera del 19 giugno 1963 gli ottanta cardinali entrarono nel conclave più numeroso fino ad allora mai convocato. Per essere eletti erano necessari 54 voti, pari ai due terzi del numero dei componenti il Sacro Collegio. Stando a diverse indiscrezioni la candidatura di Montini trovò vigorosa opposizione da parte dei cardinali Alfredo Ottaviani e Giuseppe Siri. I due blocchi si affrontarono a lungo, impossibilitati a scendere a un compromesso.

Secondo la ricostruzione del vaticanista Giancarlo Zizola,[2] nelle prime due votazioni, la mattina del 20 giugno, Montini guadagnò circa 30 voti, Ildebrando Antoniutti arrivò a circa 20 e Giacomo Lercaro anch'egli a circa 20 voti. Nella terza votazione, la prima del pomeriggio, i voti di Lercaro confluirono su Montini, che arrivò a 50, a soli 4 voti dalla maggioranza richiesta. Alcuni voti andarono anche al curiale Francesco Roberti, proposto come candidato di compromesso fra innovatori e conservatori. Il partito conservatore non sembrava intenzionato a dare a Montini i voti che gli mancavano per l'elezione e la fazione montiniana sapeva di essere arrivata al massimo delle proprie possibilità. Poiché, oltre Montini, non era stato proposto nessun altro candidato in maniera seria, restava da insistere su di lui o da metterlo da parte per cercare un nuovo candidato, forse proprio il cardinale Roberti proposto come compromesso.

Durante la pausa fra la terza e la quarta votazione del 20 giugno il cardinale Gustavo Testa si alzò in piedi, si avvicinò ai cardinali Carlo Confalonieri e Alberto di Jorio, e, con voce abbastanza forte affinché tutti sentissero, chiese loro di adoperarsi in modo che le logiche dei blocchi fossero superate. La reazione dei cardinali variò dallo stupore, alla solidarietà, allo sdegno.[3] Dopo la votazione si vide che Montini aveva guadagnato qualche voto, ma ancora non aveva raggiunto l'elezione, la quale sembrava sempre bloccata. La mattina successiva, 21 giugno, dopo tre giorni di conclave, Giovanni Battista Montini venne eletto papa con 57 voti, appena 3 più del necessario, e assunse il nome di Paolo VI. Un gruppo di 22 cardinali, fra cui Giuseppe Siri e Alfredo Ottaviani, mantenne fino all'ultimo il proprio rifiuto.

Nonostante tutto, l'elezione di Montini fu una delle più scontate del XX secolo, essendo stata prevista dalla maggior parte dei vaticanisti.

Note

  1. ^ G. Zizola, pp. 234.
  2. ^ G. Zizola, pp. 237-238.
  3. ^ B. Lai, p. 201.

Bibliografia

Collegamenti esterni

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