Benjamín de Arriba y Castro

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Benjamín de Arriba y Castro
cardinale di Santa Romana Chiesa
Traham eos in vinculis caritatis
 
Incarichi ricoperti
 
Nato8 aprile 1886 a Santa Maria de Peñamayor
Ordinato presbitero14 luglio 1912 dal cardinale Rafael Merry del Val y Zulueta
Nominato vescovo1º maggio 1935 da papa Pio XI
Consacrato vescovo16 giugno 1935 dal vescovo Leopoldo Eijo Garay
Elevato arcivescovo22 gennaio 1949 da papa Pio XII
Creato cardinale12 gennaio 1953 da papa Pio XII
Deceduto8 marzo 1973 (86 anni) a Barcellona
 

Benjamín de Arriba y Castro (Santa Maria de Peñamayor, 8 aprile 1886Barcellona, 8 marzo 1973) è stato un cardinale e arcivescovo cattolico spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Santa Maria de Peñamayor, nella diocesi di Lugo. Studiò al seminario conciliare di Madrid, alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, alla Pontificia Università di Toledo e alla Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino a Roma.

Fu ordinato presbitero il 14 luglio 1912 a Roma, dal cardinale segretario di Stato Rafael Merry del Val y Zulueta. Dal 1913 al 1921 fu docente al seminario conciliare di Madrid e fu nominato canonico del capitolo cattedrale di Madrid. Dal 1921 al 1930 fu segretario di camera della diocesi, quindi provveditore e provicario generale fino al 1932 e vicario generale fin al 1935.

Il 1º maggio 1935 fu nominato vescovo di Mondoñedo e consacrato vescovo il 16 giugno dello stesso anno a Madrid da Leopoldo Eijo Garay, vescovo di Madrid, co-consacranti Prudencio Melo y Alcalde, arcivescovo di Valencia e Manuel González y García, vescovo di Malaga.

L'8 agosto 1944 fu trasferito alla sede di Oviedo, da dove il 22 gennaio 1949 fu promosso arcivescovo di Tarragona.

Papa Pio XII lo elevò al rango di cardinale nel concistoro del 12 gennaio 1953. Il 29 ottobre dello stesso anno ricevette il titolo dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio.

Partecipò al conclave del 1963, che elesse papa Giovanni XXIII.

Intervenne al Concilio Vaticano II, prendendo la parola nell'ottobre del 1963 a nome di sessanta vescovi spagnoli in occasione del dibattito sullo schema conciliare sulla Beata Vergine Maria e sostenendo la necessità di uno schema separato sulla mariologia a motivo della speciale importanza della Madre di Dio nell'economia della Redenzione. Tuttavia, lo schema sulla Vergine fu poi incluso nello schema sulla Chiesa, senza far menzione del titolo di Corredentrice.[1]

Intervenne ancora nel novembre dello stesso anno, nell'ambito del dibattito sull'ecumenismo per ribadire che «l'insegnamento di Cristo fu affidato all'unica Chiesa cattolica che ha il diritto e il dovere di predicare il Vangelo al mondo intero».[2]

Il 15 settembre 1965, nella quarta sessione del Concilio, ribadì lo stesso concetto a proposito dello schema sulla libertà religiosa, la futura costituzione Dignitatis Humanae: «solo la Chiesa cattolica ha il diritto e il dovere di predicare il Vangelo. Perciò il proselitismo dei non cattolici fra i cattolici è illecito e nella misura in cui lo consente il bene comune dev'essere impedito non solo dalla Chiesa ma anche dallo Stato.» «Veda dunque il Sacrosanto Concilio Vaticano di non decretare la rovina della religione cattolica in nazioni in cui praticamente questa religione è unica. Infatti, [...] sono molti che, soprattutto tra i più sprovveduti, dicono. "A quel che sembra, tutte le religioni sono uguali". E manca poco che concludano: "Quindi, nessuna è importante".»

Il 19 novembre 1970, a 84 anni, si dimise dal governo pastorale dell'arcidiocesi. Il 1º gennaio 1971 perse il diritto di entrare in conclave, in occasione dell'entrata in vigore della norma che privava di questo diritto i cardinali ultraottantenni.

Morì a Barcellona e fu sepolto nel pavimento della chiesa parrocchiale di San Paolo a Tarragona.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze spagnole[modifica | modifica wikitesto]

Gran Croce dell'Ordine di Carlo III - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine Civile di Alfonso X il Saggio - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce dell'Ordine di San Raimondo di Peñafort - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce con decorazione bianca dell'Ordine al Merito Militare - nastrino per uniforme ordinaria
Gran Croce con decorazione bianca dell'Ordine al Merito Navale - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia dell'Ordine al Merito di Duarte, Sanchez e Mella (Repubblica Dominicana) - nastrino per uniforme ordinaria

Genealogia episcopale e successione apostolica[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

La successione apostolica è:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino 2010, pp. 322-323
  2. ^ Roberto de Mattei, Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta, Torino 2010, pp. 353-354
  3. ^ Bollettino Ufficiale di Stato

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Mondoñedo Successore
Rafael Balanzá y Navarro
(amministratore apostolico)
1º maggio 1935 - 8 agosto 1944 Fernando Quiroga y Palacios
Predecessore Vescovo di Oviedo Successore
Manuel Arce y Ochotorena 8 agosto 1944 - 22 gennaio 1949 Francisco Javer Lauzurica y Torralba
Predecessore Arcivescovo metropolita di Tarragona Successore
Manuel Arce y Ochotorena 22 gennaio 1949 - 19 novembre 1970 José Pont y Gol
Predecessore Primate d'Aragona Successore
Manuel Arce y Ochotorena 22 gennaio 1949 - 19 novembre 1970 José Pont y Gol
Predecessore Cardinale presbitero dei Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio Successore
Manuel Arce y Ochotorena 29 ottobre 1953 - 8 marzo 1973 František Tomášek
Predecessore Presidente della Conferenza Episcopale Tarraconense Successore
- 1969 - 19 novembre 1970 Josep Pont i Gol
Controllo di autoritàVIAF (EN86951366 · ISNI (EN0000 0000 6134 1993 · BAV 495/81297 · BNE (ESXX1183463 (data) · WorldCat Identities (ENviaf-86951366