Soleminis

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Soleminis
comune
(IT) Soleminis
(SC) Solèminis
Soleminis – Stemma
Soleminis – Bandiera
Soleminis – Veduta
Soleminis – Veduta
Chiesa di San Giacomo Apostolo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
ProvinciaSud Sardegna
Amministrazione
SindacoFedele La Delfa (lista civica) dall'11-10-2021
Territorio
Coordinate39°20′49.95″N 9°10′52.87″E / 39.347208°N 9.181352°E39.347208; 9.181352
Altitudine200 m s.l.m.
Superficie12,79 km²
Abitanti1 874[1] (31-12-2023)
Densità146,52 ab./km²
Comuni confinantiDolianova, Serdiana, Settimo San Pietro (CA), Sinnai (CA)
Altre informazioni
Cod. postale09040
Prefisso070
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT111087
Cod. catastaleI797
TargaSU
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) soleminesi
(SC) soleminesus
Patronosan Giacomo
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Soleminis
Soleminis
Soleminis – Mappa
Soleminis – Mappa
Posizione del comune di Soleminis all'interno della provincia del Sud Sardegna
Sito istituzionale

Soleminis (Solèminis in sardo) è un comune italiano di 1 874 abitanti[1] della provincia del Sud Sardegna, situato a circa 18 km da Cagliari, lungo la strada statale SS387.

Storia[edit | edit source]

Il territorio di Soleminis è abitato sin dall'antichità come dimostrato dalle aree archeologiche di Fac' 'e 'Idda, Is Calitas e Cuccuru Cresia Arta. Il paese viene citato per la prima volta nell'XI secolo; in epoca giudicale Soleminis faceva parte del giudicato di Cagliari, nella curatoria del Parteolla. A seguito della scomparsa di quest'ultimo nel 1258, passò prima al giudicato di Arborea e poi al comune di Pisa.

Dopo la conquista aragonese della Sardegna venne dato in feudo a diversi feudatari iberici ma nel XV secolo era ormai disabitato. Nel 1637 il territorio dove sorgeva venne acquistato per trentamila lire da Francesco Vico, che ebbe il titolo di marchese di Soleminis, e che lo cedette a suo nipote il quale avviò l'opera di ripopolamento del villaggio. La ripresa demografica non durò a lungo a causa dell'epidemia di peste che colpì l'isola nel 1652. Solo alcuni anni dopo, grazie alla concessione di franchigie, il centro attirò nuovi coloni che lo rivitalizzarono [3]. Il marchesato passò per successione nel 1812 agli Amat di San Filippo, ai quali il paese fu riscattato nel 1839 con l'abolizione del sistema feudale, per diventare un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Monumenti e luoghi d'interesse[edit | edit source]

Architetture religiose[edit | edit source]

  • Parrocchia di San Giacomo
  • Chiesa di Sant'Isidoro

Architetture civili[edit | edit source]

  • Casa Corda/Spada

Siti archeologici[edit | edit source]

Aree naturali[edit | edit source]

Di rilievo il parco regionale di Mont'Arrubiu, area protetta gestita dalla Regione Sardegna.

Società[edit | edit source]

Evoluzione demografica[edit | edit source]

Abitanti censiti[4]

Lingue e dialetti[edit | edit source]

La lingua ufficiale è l'Italiano. La variante del sardo parlata a Soleminis è il campidanese occidentale.

Tradizioni e folclore[edit | edit source]

Tra le manifestazioni più significative ci sono:

  • Festa del patrono
  • Festa di Sant'Isidoro e sagra delle fave

Economia[edit | edit source]

La sua economia, prevalentemente agropastorale, è arricchita da allevamenti avicoli; la coltura principale è la vite, seguita dall'ulivo.

Sono note le cantine Pili che producono vino di alta qualità.

Infrastrutture e trasporti[edit | edit source]

Ferrovie[edit | edit source]

Il comune è servito dalla fermata di Soleminis, posta alla periferia sud-occidentale dell'abitato lungo la ferrovia Cagliari-Isili. Lo scalo è collegato dai treni dell'ARST, aventi capolinea a Monserrato ed Isili.

Note[edit | edit source]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2023
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Comunas, Storia di Soleminis
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[edit | edit source]

Voci correlate[edit | edit source]

Altri progetti[edit | edit source]

Collegamenti esterni[edit | edit source]

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