Bee Gees

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Bee Gees
I Bee Gees nel 1977 (dall'alto: Barry, Robin e Maurice)
Paese d'origineAustralia (bandiera) Australia
Regno Unito (bandiera) Regno Unito
GenerePop[1][2][3]
Disco[1][2][3][4][5]
Periodo di attività musicale1958 – 1969
1970 – 2003
2009 – 2012
EtichettaPolydor, RSO
Album pubblicati40
Studio22
Live2
Raccolte12
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Sito ufficiale

I Bee Gees sono stati un gruppo musicale australo-britannico, formatosi nel 1958, nel Queensland, in Australia - in particolare a Brisbane, dove i genitori erano emigrati - e poi, tornati nel Regno Unito, a Manchester, ma dal grande successo anche negli Stati Uniti. La band era composta dai fratelli Barry, Robin e Maurice Gibb.

Vengono considerati fra i gruppi più noti, importanti, innovativi ed influenti della storia della musica pop[6] e inseriti fra i cinquanta artisti di maggior successo della storia della musica[7], con oltre 120 milioni di dischi venduti in ambito popolare,[8][9] ricordati soprattutto, ma non solo, nel genere - di cui sono stati tra i primissimi protagonisti non afro-americani - della disco music, commista a soul e a R&B, e per aver composto le canzoni principali della colonna sonora La febbre del sabato sera. Famosi per i loro impasti vocali e, dalla seconda metà degli anni settanta, per la cantata in falsetto, i tre fratelli quasi sempre curavano la stesura delle loro canzoni insieme, oltre a scrivere anche per altri interpreti nel panorama musicale mondiale (fra cui Barbra Streisand).

Anni sessanta: i primi passi verso il successo

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I fratelli Gibb nacquero a Douglas, nell'Isola di Man, dipendenza della corona britannica, nei primi anni del secondo dopoguerra da Hugh Leslie Gibb (1916-1992)[10] e Barbara May Pass Gibb (1920-2016)[11]: Barry Gibb nacque il 1º settembre 1946, con il nome completo di Barry Alan Crompton Gibb, mentre i gemelli Robin e Maurice il 22 dicembre 1949, rispettivamente con i nomi completi di Robin Hugh Gibb e Maurice Ernest Gibb. Crebbero nel quartiere popolare di Chorlton-cum-Hardy, sobborgo di Manchester, al numero 51 di Keppel Road. Avevano anche una sorella più grande, Lesley Gibb, nata il 12 gennaio 1945[12][13]. La vita a Manchester, però, si rivelò alquanto turbolenta: Barry fu spesso al centro di episodi di vandalismo, che culminarono in una condanna con la condizionale. I genitori decisero di emigrare nei pressi di Brisbane, in Australia, nel 1958, dove nel marzo di quell'anno nacque Andy, l'ultimo dei fratelli Gibb.

Dotati di talento vocale già da piccoli, un anno dopo i tre fratellini si fecero conoscere attraverso "Radio Brisbane". Il deejay si chiamava Bill Gates (un'omonimia con il futuro industriale dei computer), mentre il loro autista si chiamava Bill Goode. Decisero di usare le iniziali dei loro nomi, ovvero B. G., per dare un nome alla futura band. Valutarono anche Brothers Gibb's, o Bros G., ma poi fu scelta la semplice contrazione acronima di B. G's, da cui Bee Gees. Si esibirono per la prima volta alla televisione australiana già nel 1960, poco più che ragazzini. Nel 1963 pubblicarono il primo singolo ufficiale, The Battle of the Blue & Grey.[14]

La band incise una serie di singoli, ma solo quando ottenne risultati soddisfacenti con Spicks and Specks (nº 1 in Australia) nel 1966, decise di tornare nel Regno Unito. Al gruppo, ingaggiato dal manager Robert Stigwood, si unirono due amici australiani, Vince Melouney alla chitarra e Colin Peterson alla batteria. Il primo singolo interamente realizzato in Inghilterra fu New York Mining Disaster 1941, primo successo anche negli Stati Uniti. Il singolo sarebbe stato inserito poi nel loro primo album, Bee Gees 1st, lanciato nel giugno del 1967. Da menzionare nel disco anche altre due canzoni, Holiday e To Love Somebody (in origine scritta per Otis Redding). Più avanti, nello stesso anno, raggiunsero la vetta della classifica britannica con Massachusetts, successo ripetuto con la pubblicazione a fine anno di un altro singolo, World.

Nel 1968 i Bee Gees pubblicano il 45 giri Words, il primo fortunato singolo a spopolare anche in Italia, dove si piazza in terza posizione. I've Gotta Get a Message to You entra per la prima volta nella top ten statunitense ed è anche il loro secondo numero uno nel Regno Unito. Nello stesso anno escono anche gli album Horizontal e Idea.

Nel 1969 arriva un altro successo: I Started a Joke, mentre parallelamente esordisce nella top ten britannica anche First of May, di minore successo oltreoceano. Ad aprile uscirà l'ambizioso album Odessa. A coronamento di questa prima parte di carriera a ottobre verrà distribuito Best of Bee Gees. In primavera, a seguito della decisione del fratello Robin di abbandonare la band, Barry e Maurice scelgono di proseguire senza di lui: esce così Tomorrow Tomorrow che è superato in quanto a vendite dal singolo di esordio di Robin, Saved by the Bell; Robin pubblicò anche due singoli cantati in lingua italiana, Agosto ottobre e Un milione di anni fa. Più tardi provò a bissare il successo con One Million Years ma senza riuscirci, mentre il suo primo album, Robin's Reign, uscì nel 1970. La risposta di Barry e Maurice fu il singolo Don't Forget to Remember, presentato in esclusiva nello special TV intitolato Cucumber Castle. Come il fratello, non bissarono il successo con il singolo successivo IOIO, mentre l'album Cucumber Castle uscì anch'esso nel 1970. I due provarono poi una timida carriera da solisti: il primo pubblicò I'll Kiss Your Memory, il secondo Railroad, ma senza grande fortuna.

Anni settanta: la consacrazione e il successo mondiale

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Verso la fine del 1970 Robin si riunisce ai fratelli tornando al successo con Lonely Days, inclusa nell'album Two Years On.

Il 1971 si apre con il trionfo del singolo How Can You Mend a Broken Heart, il primo a scalare le classifiche statunitensi e piazzarsi in vetta per quattro settimane. Ciononostante la popolarità dei Bee Gees cala notevolmente per il resto dell'anno, in particolare nei paesi anglosassoni; in Italia, al contrario il gruppo gode del massimo successo. Ne sono dimostrazione canzoni come Run to Me (n. 2) e My World (n. 1), così come gli album Trafalgar del 1971, e To Whom It May Concern del 1972. A consolidare il grande successo in Italia contribuisce la loro partecipazione al varietà televisivo Rai Teatro 10.

Il momento positivo continua anche nel 1973, con l'album Life a Tin Can, e il 1974, anno in cui firmano l'album Mr. Natural, per cui si avvalgono della collaborazione di Arif Mardin, famoso produttore turco-americano, il quale apporta alla band un sound nettamente più "black", in sintonia col nascente fenomeno della disco music. Sarà proprio Mardin a convincere i fratelli a cambiare indirizzo musicale, e a Barry di usare il famoso falsetto che li renderà celebri proprio a partire da questo periodo in poi.

Arif riesce a rilanciare il gruppo nel 1975 con Main Course. L'album conosce un successo che ai Bee Gees mancava da tre anni: al suo interno sono incise Jive Talkin' (il cui singolo raggiunge la vetta negli Stati Uniti e in Canada per due settimane, la quarta posizione in Nuova Zelanda, la quinta in Irlanda e Regno Unito e l'ottava in Italia vincendo il disco d'oro) e altre canzoni di successo come Nights on Broadway (la prima in falsetto) e Fanny (Be Tender with My Love).

Nel 1976 i Bee Gees pubblicano l'album Children of the World in cui si trova una delle canzoni più popolari della band britannica, You Should Be Dancing; nello stesso album anche la ballata Love So Right e Boogie Child.

Nel 1977 nuove vicende segnano la vertiginosa scalata al successo mondiale, che faranno dei Bee Gees il gruppo vocale più venduto dopo i Beatles.[15] A maggio esce il doppio album dal vivo Here... At Last... Bee Gees Live, che riscuote un buon successo commerciale, mentre il manager Stigwood, rinfrancato dalla ritrovata notorietà dei fratelli Gibb, propone loro di comporre la colonna sonora del film La febbre del sabato sera che avrà come protagonista John Travolta. La pellicola riscuote un successo straordinario, mentre la colonna sonora diventa il disco più venduto di tutti i tempi,[15] con oltre 30 milioni di copie vendute (24 settimane consecutive in testa nelle classifiche statunitensi). Solo Michael Jackson con Thriller e gli AC/DC con Back in Black riusciranno a superare le vendite di Saturday Night Fever. All'interno dell'album sono inclusi i brani How Deep Is Your Love la prima a scalare le classifiche statunitensi, seguita da Stayin Alive, e Night Fever. Da ricordare anche altre due canzoni scritte per altri artisti, If I Can't Have You di Yvonne Elliman e More Than a Woman dei Tavares, quest'ultima presente nella colonna sonora e nel film, cantata anche dai Bee Gees stessi.

Sulla scia dell'enorme fama di cui godono ora i Bee Gees, non sorprende il successo di altri due singoli scritti e prodotti dai fratelli Gibb, Emotion di Samantha Sang e Grease di Frankie Valli.

Nel frattempo i tre Gibb patrocinano anche il lancio della carriera del fratello minore Andy (nato a Manchester il 5 marzo 1958 e morto a Thame, Oxfordshire il 10 marzo 1988), il quale pubblicherà tre album di seguito tra il 1977 e il 1980, conoscendo un ottimo successo di pubblico grazie a tre canzoni che si piazzano consecutivamente al numero uno nelle classifiche statunitensi come I Just Want to Be Your Everything, Love Is Thicker Than Water e Shadow Dancing. Alla fine del 1978 i Bee Gees pubblicano il singolo Too Much Heaven che conquista la vetta delle classifiche di mezzo mondo.

Nel 1979 pubblicano l'album Spirits Having Flown (29 milioni di copie vendute) e collezionano altri due singoli scala-classifiche: Tragedy rimane primo in Italia per otto settimane, Love You Inside Out per sei (entrambi i due singoli USA number one). Grazie a quest'ultimo singolo i Bee Gees registrano un nuovo record. Sono i primi artisti ad avere avuto sei singoli consecutivi al top delle classifiche statunitensi[senza fonte]. A ottobre uscirà Bee Gees Greatest, che sarà l'ennesimo trionfo.

Anni ottanta: record su record

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Nel 1981, i Bee Gees pubblicano Living Eyes, album che marca la fine dell'era della disco music: i fratelli Gibb si rinnovano con un raffinato rock, avvalendosi anche di noti session men (tra cui Steve Gadd) e musicisti come Don Felder degli Eagles, eppure il disco non riuscì a bissare le vendite dei due album precedenti (pur ottenendo un buon successo in Italia).[16] Nel 1983 esce la colonna sonora del seguito di Saturday Night Fever, Staying Alive, che comprende canzoni nuove e riscuote un enorme successo siglato col disco di platino. Nel 1984 nel corso della prima edizione del Gran premio internazionale dello spettacolo sono premiati con il telegatto.

Robin nell'estate del 1983 pubblica l'album How Old Are You?, da cui viene estratto il singolo Juliet (n. 1 in Italia) di grande popolarità in Europa. Nel corso degli anni ottanta Robin firma altri due album: Secret Agent nel 1984 (da segnalare Boys Do Fall in Love, top 5 in Italia) e Walls Have Eyes nel 1985.

Anche il fratello Barry pubblica nel 1984 un suo album, Now Voyager dal quale viene estratto il singolo Shine shine. Il gruppo si dedica nella prima parte del decennio soprattutto al ruolo di autori di canzoni, che portano al successo sotto la produzione di Barry cantanti come Barbra Streisand, Dionne Warwick, Kenny Rogers, Dolly Parton e Diana Ross. Robin produce invece per Jimmy Ruffin, mentre Maurice scrive la musica per il film A Breed Apart e produce un disco per la cantante svedese Carola.

Solo nel 1987 i Bee Gees tornano alla ribalta delle classifiche di tutto il mondo con l'album E.S.P., che vende tre milioni di copie. Il singolo You Win Again è primo in Gran Bretagna e in numerosi altri paesi. La canzone fu presentata nella trasmissione Telemike, condotta da Mike Bongiorno nella quale i Bee Gees furono ospiti fissi per alcune settimane. Nel 1988 esce un album soundtrack di Barry, intitolato Hawks.

Il 10 marzo 1988 il fratello minore Andy muore all'età di trent'anni mentre si trova nella villa del fratello Robin a Thame nell'Oxfordshire, per una malattia cardiovascolare causata, stando alla dichiarazione dei fratelli, dall'abuso di droga e alcool. Nel 1989 i Bee Gees includono nel loro nuovo album, One, una canzone dedicata ad Andy, Wish You Were Here, mentre l’omonima canzone One è il primo singolo a entrare nella top ten negli Stati Uniti negli anni ottanta. Dopo la pubblicazione dell'album, il gruppo intraprende un nuovo tour mondiale dopo dieci anni.

Anni novanta: l'ultimo tour

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Finito di registrare il loro ultimo lavoro, High Civilization nel 1991, la cui traccia più famosa è Secret Love, i Bee Gees intraprendono un tour europeo, al termine del quale Barry Gibb comincia ad accusare seri problemi alla schiena. Nei primi anni novanta, Barry non è l'unico ad avere gravi problemi: Maurice entra nel giro dell'alcool, da cui uscirà vittorioso dopo una lunga battaglia grazie all'aiuto degli Alcolisti Anonimi.

Nel 1993 il gruppo pubblica l'album Size Isn't Everything, il cui primo singolo Paying the Price of Love ha partecipato a Vota la Voce. Dal disco anche la ballad For Whom the Bell Tolls, mentre nel 1994 sono premiati con l'ingresso nella Songwriters Hall of Fame.

Nel 1997 i Bee Gees ritornano con l'album Still Waters, fortunato in termini di vendite (ben quattro milioni di copie vendute). Il primo singolo estratto, Alone, presentato in esclusiva al Festival di Sanremo, si rivela un successo, così anche altri due singoli I Could Not Love You More e Still Waters (Run Deep).

Cronologia degli album

Nello stesso anno fanno il loro ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame, per poi partire con un mini tour mondiale noto come "One Night Only". Il CD del concerto, "One Night Only" (registrato in occasione della prima tappa a Las Vegas), esce nel 1998, bissando il successo dell'album precedente con cinque milioni di copie vendute: il gruppo è così indotto a inaugurare un nuovo tour di concerti in giro per il mondo, le cui due tappe più conosciute sono allo stadio di Wembley a Londra (70 000 presenti il 5 settembre 1998) e quella conclusiva al nuovissimo stadio Olimpico di Sydney. Il decennio termina con quello che rimane il loro ultimo concerto "a tutto tondo", il così noto BG2K, tenutosi appunto il 31 dicembre 1999.

Scioglimento, riunione e fine del gruppo

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Nel 2001 – anno in cui vengono inseriti nella Vocal Group Hall of Fame – esce il loro ultimo album come gruppo, This Is Where I Came In. L'album ha dato modo a ciascun membro della band di scrivere le proprie canzoni, ma allo stesso tempo ha permesso che si aiutassero l'un l'altro nella loro composizione. Ad esempio Maurice ha contribuito alla stesura di Man in the Middle e Walking on Air, Robin di Déjà Vu, Promise the Earth e Embrace, e Barry di Loose Talk Costs Lives, Technicolor Dreams e Voice in the Wilderness. L'ultima esibizione dal vivo dei Bee Gees è Live by Request, speciale andato in onda in televisione.

Maurice, nel frattempo diventato il direttore musicale del gruppo, muore improvvisamente il 12 gennaio 2003, per complicazioni dovute a un blocco intestinale. Inizialmente Robin e Barry pensano di continuare a perpetuarne la memoria mantenendo unito il gruppo, poi decidono, in memoria del fratello, di ritirare il nome Bee Gees affinché esso ricordi il trio musicale originale. Riunitisi dopo il 2003 soprattutto a fini di beneficenza, il 12 settembre del 2009 annunciano il ritorno al nome "Bee Gees".[17] La scomparsa di Robin, avvenuta il 20 maggio 2012, chiude definitivamente la storia di questo leggendario gruppo, anche se la fervente attività di Barry tende ad onorarne continuamente la memoria.

Stile musicale

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Gruppo vocale che fa affidamento sulla voce di Barry Gibb e sulle caratteristiche armonie nasali[18], i Bee Gees sono passati dalla musica pop accorata degli anni sessanta, di cui sono considerati fra i maggiori esponenti,[3][18] alla disco music degli anni settanta, che hanno popolarizzato con la colonna sonora della Febbre del sabato sera.[1] Si ispirano agli Everly Brothers e agli Hollies, da cui riprendono rispettivamente le armonie vocali e i ritmi,[1] mentre dalla metà degli anni settanta hanno iniziato a usare il falsetto e a contaminarsi con l'R&B e il funk.[19] Secondo AllMusic, i Bee Gees sono esponenti di diverse varianti di musica rock, del baroque pop e dell'adult contemporary[2]. Dopo First (1967), che deve influenze ai Beach Boys e al Merseybeat, il loro stile si è fatto più vicino al folk-rock con Horizontal (1968)[4] mentre Odessa (1969), appoggiandosi all'orchestra e ispirandosi al rock progressivo, propone uno stile simile a quello dei Moody Blues.[18][20] Main Course (1975) e Children of the World (1976), che precedono Saturday Night Fever, segnano la loro virata verso la disco music.[21] Con Spirits Having Flown (1979) il gruppo propone la sua uscita più ambiziosa in termini di arrangiamenti e produzione[22], E.S.P (1987) è un tentativo di incrociare influenze hip-hop al loro stile pop,[23] mentre High Civilization (1991) tenta un approccio con il techno-rock.[24]

Lo stesso argomento in dettaglio: Discografia dei Bee Gees.

Record e riconoscimenti

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Con oltre 230 milioni di copie vendute (270 se si contano i lavori scritti e prodotti per altri artisti) i Bee Gees si trovano al quinto posto tra gli artisti di maggiore successo mondiale.[25] Inoltre (record assoluto), in Gran Bretagna hanno avuto almeno una "numero uno" in tre differenti decenni. Hanno avuto sei singoli consecutivi al numero uno nelle classifiche americane. Come i Beatles, hanno avuto cinque canzoni contemporaneamente nella top ten statunitense. La colonna sonora del film Saturday Night Fever ha venduto oltre quaranta milioni di copie.[26] Barry ha scritto sedici "numeri uno" in America (solo John Lennon e Paul McCartney ne hanno scritte di più), come produttore quattordici (anche qui terzo dopo George Martin e Steve Sholes). Tra i riconoscimenti più importanti ricordiamo l'ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame (1997), nella Songwriters Hall of Fame (1994), nella Vocal Group Hall of Fame (2001) e otto Grammy Award vinti tra cui il Grammy Legend Award, oltre a sedici nomination.[27]

  1. ^ a b c d Paolo Prato, Dizionario di pop & rock, Antonio Vallardi, 1996, pp. 50-52.
  2. ^ a b c Bee Gees, su allmusic.com.
  3. ^ a b c Domenica Luciani, Riccardo Bertoncelli, Come creare una rockband da sballo!, Giunti, 2006, pp. 245.
  4. ^ a b Bee Gees, su scaruffi.com. URL consultato il 25 febbraio 2017.
  5. ^ Archivio (lettera "B"), su ondarock.it. URL consultato il 24 febbraio 2017.
  6. ^ Rolling Stone Italia, I migliori cantautori secondo Rolling Stone | Da 100 a 75, in Rolling Stone Italia. URL consultato il 21 giugno 2017.
  7. ^ Serena Costantino, I 50 artisti che hanno venduto di più nella storia della musica, in Wonder Channel, 15 settembre 2017.
  8. ^ (EN) Adam Maidment, Chorlton building where the Bee Gees first performed faces demolition after bid to save it rejected, su manchestereveningnews.co.uk, 20 gennaio 2020. URL consultato il 26 agosto 2024.
  9. ^ (EN) David Rolland, You Might Feel Like Dancing After Seeing The Bee Gees: How Can You Mend a Broken Heart, su miaminewtimes.com, 7 ottobre 2020. URL consultato il 26 agosto 2024.
  10. ^ https://hmn.wiki/it/Hugh_Gibb
  11. ^ https://www.imdb.com/name/nm5790737/?ref_=nm_ov_bio_lk
  12. ^ https://nedhardy.com/2022/03/15/lesley-gibb/
  13. ^ https://it.mehvaccasestudies.com/lesley-thefourth-bee-gee
  14. ^ La prima esibizione in televisione dei Bee Gees, su Youtube.
  15. ^ a b USATODAY.com - Bee Gees' Maurice Gibb dies, su usatoday30.usatoday.com.
  16. ^ Beegees.it - Analisi dell'album Living Eyes, su beegees.it.
  17. ^ Bee Gees, a sei anni dalla morte di Maurice tornano sul palco Barry e Robin - Adnkronos Spettacolo, su adnkronos.com. URL consultato il 17 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
  18. ^ a b c Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '60 (secondo volume), Arcana, 2001, pp. 28-29.
  19. ^ Eddy Cilìa, Enciclopedia Rock - '70 (terzo volume), Arcana, 2001, pp. 54.
  20. ^ (EN) Odessa, su AllMusic, All Media Network.
  21. ^ (EN) Tom Moon, 1000 Recordings to Hear Before You Die, Workman, 2008, pp. 820.
  22. ^ (EN) Spirits Having Flown, su AllMusic, All Media Network.
  23. ^ (EN) E.S.P., su AllMusic, All Media Network.
  24. ^ (EN) High Civilization, su AllMusic, All Media Network.
  25. ^ Redazione Digital, Bee Gees, leggende musicali, hit dopo hit, in Marie Claire, 1º giugno 2022.
  26. ^ Album più venduti nel mondo.
  27. ^ Bee Gees World: Record Sales, su beegees-world.com (archiviato dall'url originale il 13 febbraio 2008).
  • AA.VV., Grande enciclopedia rock, a cura di Federico Guglielmi e Cesare Rizzi, Firenze, Giunti, 2002, ISBN 88-09-02852-X.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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