Laives (Italia)
Laives comune | |
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(IT) Laives (DE) Leifers | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Christian Bianchi (centrodestra) dal 24-5-2015 (2º mandato dal 22-9-2020) |
Lingue ufficiali | Italiano, Tedesco |
Territorio | |
Coordinate | 46°25′22.15″N 11°20′05.18″E / 46.422819°N 11.334771°E |
Altitudine | 258 m s.l.m. |
Superficie | 24,11 km² |
Abitanti | 18 110[3] (31-8-2020) |
Densità | 751,14 ab./km² |
Frazioni | Pineta (Steinmannwald), San Giacomo (Sankt Jakob) |
Comuni confinanti | Bolzano, Bronzolo, Nova Ponente, Vadena |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 39055 |
Prefisso | 0471 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 021040 |
Cod. catastale | E421 |
Targa | BZ |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[4] |
Cl. climatica | zona E, 2 951 GG[5] |
Nome abitanti | (IT) laivesani, laivesotti (DE) Leiferer[2] |
Patrono | sant'Antonio Abate e san Nicola |
Giorno festivo | 17 gennaio |
Cartografia | |
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Sito istituzionale | |
Laives (AFI: [ˈlajves][6]; Leifers in tedesco[7]) è un comune italiano di 18 110 abitanti della provincia autonoma di Bolzano in Trentino-Alto Adige, che è divenuto città dal 1985.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Si trova a meno di 10 chilometri a sud di Bolzano, sul versante orientale della Valle dell'Adige, in corrispondenza della confluenza tra Adige e Isarco, a 250–270 m s.l.m.
Corsi d'acqua[modifica | modifica wikitesto]
Il capoluogo comunale è attraversato dal Rio Vallarsa[8] e lambito dal Fosso Landgraben. La frazione di Pineta è attraversata dal Rio Dolce e dal Rio Lusina. Nel territorio comunale scorre anche la Fossa di Laives[9], che a sud dell'abitato prende il nome di Fossa di Bronzolo[9][8], che ha per affluente lo stesso Rio Vallarsa[8].
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo è attestato come Leiuers nel 1237, come Livers e Leivers nel 1295 e come Leiffers e Leyfers nel 1404 e 1406 e deriva probabilmente dal latino clivus ("pendio") o dal retoromanzo liver ("libero") ovvero area originariamente non coltivata e libera.[10][11] Già dal 1333 i documenti riportano, a Bolzano, il cognome di provenienza Leiferser (persona da Laives).[12]
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nella zona attorno a Laives non si erano insediati solo cavalieri prepotenti che esigevano le gabelle a ogni passaggio, ma la bellezza e la fertilità della terra hanno fatto sì che principi e castellani scegliessero di dimorarvi, e i monasteri vi coltivassero i loro vigneti. Nonostante le paludi che fino a 140 anni fa ricoprivano la Valle dell'Adige, la regione si popolò ben presto, specialmente nelle zone circostanti.
Alcuni scavi effettuati a Castel Varco (ted. Laimburg), vicino a Vadena, Bronzolo e Laives, hanno riportato alla luce degli interessanti reperti risalenti al 900 a.C., gran parte dei quali (urne cinerarie, fermagli per capelli in bronzo e ferro, gioielli e monete, queste ultime concentrate nel tesoretto di Reif[13]) sono ora custoditi al Museo archeologico dell'Alto Adige, insieme a Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio, dove possono essere ammirate anche alcune ricostruzioni di antichi insediamenti.
Un'ulteriore testimonianza di abitato preistorico, è rappresentata dal fortilizio, circondato da un vallo, di Trens Birg (1200 m) sul Montelargo (Breitenberg) sopra Laives. Di tale stanziamento, dell'età della pietra più recente, sono tuttora visibili resti di mura e di abitazioni. Anche la dorsale del Monte di Mezzo a sud del valico di Kreith, è designata come zona preistorica, in seguito ai diversi ritrovamenti presso le rovine di Castelchiaro (ted. Leuchtenburg), le Rosszähne (Denti di cavallo) ed il Gmundener Kopf (Monte di Ora).

Risalgono invece all'età del ferro (a partire dal VII secolo a.C.), i ritrovamenti più antichi di un villaggio retico nell'attuale abitato, nella zona di via Galizia, mentre a qualche secolo dopo risalgono i resti di un altro villaggio retico posto più a monte. I resti di una delle capanne del nucleo più antico, la cosiddetta "Casa 2" emersa durante gli scavi di un condominio nel 1993, è stata smontata e poi rimontata in un parco pubblico poco distante dall'area di ritrovamento, dov'è visibile.[14][15]
Le prime notizie certe della località di Laives risalgono al 1189, quando per la prima volta viene citata in documenti ufficiali di cui si ha menzione storica.
Affinché la Bassa Atesina acquistasse sempre maggiore importanza, come collegamento principale tra nord e sud, vi si trasferirono ben presto diversi nobili. Sorsero così numerosi castelli e fortificazioni, in parte ancor oggi esistenti: la Torre sulla Tinzlleiten nella vicinanze di San Giacomo, la chiesetta di San Pietro sopra Laives, dove anticamente sorgeva Castel Liechtenstein, le rovine di Castel Varco e Castelchiaro sul Monte di Mezzo (Mitterberg) a sud di Vadena, nonché altri 58 ruderi di manieri disseminati a sud di Bolzano.
Come Comune autonomo, Laives appare per la prima volta soltanto nel 1819, e fino al 1948 era servito dal tram per la città di Bolzano. Situato com'è vicino alla città capoluogo, grazie all'offerta di servizi residenziali più economici, Laives negli ultimi decenni ha attirato migliaia di residenti dai dintorni, con il conseguente rapido sviluppo da borgo agricolo a città satellite, con cospicui investimenti realizzati in infrastrutture necessarie alla crescita cittadina.
Nel 1985 Laives è stata insignita del titolo di "città" (Stadt), ed è quindi la più "giovane" città dell'Alto Adige. È il quarto centro urbano della Provincia per numero di abitanti, dopo Bolzano, Merano e Bressanone.
Stemma[modifica | modifica wikitesto]
Lo stemma è costituito da una pila d'argento, con i lati ricurvi in campo azzurro e una cappella posta su un monte rosso. L'insegna, simile a quella dei Conti di Liechtenstein che dimoravano nel castello sul monte Köfele, raffigura la chiesetta di Peterköfele. Lo stemma è stato adottato nel 1970.[16]
Essendo stata la casata dei Liechtenstein proprietaria del castello e amministratrice di Cornedo all'Isarco dal 1385 al 1595 lo sfondo di dello stemma di Laives coincide con quello di Cornedo.
Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]



Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]
- Chiesa di Sant'Antonio Abate e San Nicolò. Posta nel centro di Laives la parrocchiale, nella sua forma recente, risale agli anni 1852-1853 quando la costruzione storica fu trasformata in abside del nuovo tempio. Il campanile risale al 1250. Dal 1787 vi è custodita la Pietà di Pietralba, una statuetta di alabastro di 16 cm dell'addolorata Maria. Dal 2000 al 2003 la chiesa fu ampliata con un modernissimo e originale corpo architettonico, per opera degli architetti Höller & Klotzner di Merano. Risale al 2011 la fine dei lavori di ristrutturazione dell'edificio antico.
- Nella frazione di San Giacomo (St. Jakob) troviamo una chiesa a forma gotica, che però oggi è chiusa per la costruzione della nuova Chiesa Parrocchiale.
- Chiesa del Beato Enrico da Bolzano a La Costa
- Chiesetta Peterköfele, che risale al 1300, costruita su uno sperone roccioso che sovrasta Laives, all'inizio del vecchio sentiero che porta a Pietralba. La Chiesetta conserva anche i resti del castel Liechtenstein, che sorgeva poco al di sopra del capoluogo comunale.[17]
- Cappella del cimitero nuovo a Laives città.
- Chiesa parrocchiale di San Giuseppe artigiano a Pineta.
Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]
Maso Gutleben[modifica | modifica wikitesto]
A Laives sorge l'imponente maso Gutleben (Gutlebenhof), risalente al Medioevo. Nel 2011 diventa oggetto di speculazione edilizia.[18]
Maso Renner[modifica | modifica wikitesto]
Nella frazione di Pineta si trova uno dei più prestigiosi masi dell'Alto Adige: il Maso Renner (Rennerhof). Il maso è sotto tutela e sembra risalire al XVI secolo[19] a proposito della meridiana murale che appare sulla facciata di un edificio presente; non si possono escludere però origini più remote. Questo maso è circondato da molteplici leggende su draghi e creature mitiche. Gli abitanti del maso sono da sempre chiamati i Renneri.
Gli attuali proprietari sono la famiglia dell'ing. Piergiorgio Gazzini, che negli ultimi trent'anni hanno provveduto al restauro di diverse opere d'arte e alla coltivazione delle piantagioni.
Monumenti naturali[modifica | modifica wikitesto]

Due sono i monumenti naturali tutelati a livello provinciale siti nel comune di Laives. Si tratta di un monumento botanici (tre grandi castagni a maso Tschuegg) e uno geologico (le gole della Vallarsa). Per tutti e due, la tutela risale al 2001.[20]
Un terzo monumento, un acero americano che si trovava di fronte alla chiesa parrocchiale, era anch'esso sotto tutela provinciale dal 2001, ed era altresì stato inserito dal ministero delle politiche agricole nell'elenco degli alberi monumentali d'Italia sin dalla prima stesura nel 2017.[21] Nel gennaio 2022, l'albero si è spezzato ed è stato successivamente abbattuto.[22]
Società[modifica | modifica wikitesto]
Appartenenza linguistica[modifica | modifica wikitesto]
Gli abitanti di Laives, durante il censimento del 2011, si sono dichiarati per oltre due terzi di madrelingua italiana e per meno di un terzo di madrelingua tedesca:
Gli attuali residenti nella città possono essere suddivisi, in base alla lingua e all'origine, principalmente in cinque gruppi:
- ll tradizionale gruppo linguistico tedesco;
- il tradizionale gruppo di lingua italiana, storica minoranza di lingua italiana nella Bassa Atesina;
- il gruppo linguistico tedesco immigrato negli ultimi decenni, in particolare dal resto dell'Alto Adige;
- parte del gruppo di lingua italiana immigrata negli ultimi anni, intorno a Bolzano;
- i nuovi cittadini provenienti da altre parti del mondo, in primis Albania e Marocco.
Ripartizione linguistica | 1991[23] | 2001[23] | 2011[24] |
---|---|---|---|
Madrelingua italiana | 69,34% | 70,42% | 71,50% |
Madrelingua tedesca | 30,16% | 29,07% | 27,99% |
Madrelingua ladina | 0,50% | 0,51% | 0,51% |
Secondo il censimento austroungarico del 1900, la popolazione di Laives di lingua italiana equivaleva quasi quella di lingua tedesca.[25]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[26]

Al 31 dicembre 2015 il comune contava 17 700 residenti, di cui 8 779 maschi e 8 921 femmine[3].
Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]
Secondo i dati al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente era di 1 670 persone, 346 provenienti da Paesi dell'UE e 1 324 extracomunitari, pari al 9,44% degli abitanti[27]. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:
Cultura[modifica | modifica wikitesto]

All'interno della comunità svolge un ruolo molto rilevante il "Centro Don Bosco", generalmente abbreviato in CdB. L'associazione opera in diversi campi: dalla cultura al divertimento, dai giovani agli anziani. Essa si può avvalere di una struttura ampia e ben organizzata, in cui trovano spazio un centro giovani (Beehive), il Centro Anziani, la sede del gruppo scout Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani Laives3, numerose sale a disposizione di tutte le associazioni del comune, la biblioteca pubblica con sede a Laives e due punti di prestito uno a Pineta di laives e uno San Giacomo e un auditorium sufficientemente capiente. Il CdB venne fondato nel 1950 per opera di don Luigi Simoni, e tuttora collabora strettamente con la parrocchia del paese.[senza fonte]
Carnevale di Laives[modifica | modifica wikitesto]
Tra il capoluogo comunale e la frazione di Pineta si svolge annualmente il Carnevale di Laives, uno dei maggiori a livello regionale.[28][29]
Musei[modifica | modifica wikitesto]
Laives ha ospitato il Piccolo museo navale, la più grande raccolta in Europa di modelli in grande scala di navi da guerra del XX secolo tragicamente affondate. Nel 2002 il museo ha chiuso e i modelli sono stati venduti al Museo storico italiano della guerra di Rovereto.[30][31]
Teatro[modifica | modifica wikitesto]
La compagnia teatrale amatoriale Filodrammatica di Laives, nacque per iniziativa di don Luigi Simoni nel 1947 come filodrammatica oratoriale, per trasformarsi dapprima in compagnia teatrale dialettale maschile e infine in compagnia dialettale mista.[32]
Quattro sono i teatri nel territorio comunale: due nel capoluogo, il Teatro dei Filodrammatici Gino Coseri e il Teatro Auditorium del Centro Don Bosco, uno nella frazione di San Giacomo, il Nuovo Teatro, e uno nella frazione di Pineta, il Teatro Delle Muse.[33]
Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]
Il comune di Laives comprende quattro nuclei urbani separati:
- Laives città (Stadt Leifers), 11 651 abitanti
- Pineta (Steinmannwald), 2 183 abitanti
- San Giacomo (Sankt Jakob), 3 629 abitanti
- La Costa (Seit), 92 abitanti
Degli ultimi tre, le prime due costituiscono, ai sensi dell'articolo 3 dello statuto,[1] una frazione, mentre La Costa è una località, ma è spesso considerata una frazione anche nella documentazione comunale.[27]
Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Laives dispone di una piccola stazione ferroviaria, posta fuori dal centro, sulla ferrovia del Brennero. Vi fermano i treni regionali di Trenitalia per Bolzano e per Verona.
Tre linee collegano il capoluogo comunale a Bolzano, passando per Pineta e San Giacomo; una di queste prosegue per Bronzolo. Una linea interna collega la stazione ferroviaria della cittadina al centro, mentre una seconda collega la frazione di Pineta al capoluogo comunale, per poi proseguire per Bronzolo e Vadena. Tutte le linee sono gestite dalla SASA, società pubblica di proprietà dei comuni di Bolzano, Merano e Laives.
I collegamenti extraurbani sono offerti anche dalla SAD, che collega la città a Bolzano, Ora, Egna, Prato all'Isarco e la Val di Fiemme.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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1952 | 1956 | Alfred Gerber | Sindaco | [34] | |
1956 | 1960 | Ennio Janeselli | Sindaco | [34] | |
1960 | 1964 | Eduard Weis | Sindaco | [34] | |
1964 | 1969 | Armando Polonioli | Sindaco | [34] | |
1969 | 1975 | Orlando Pristerà | Sindaco | [34] | |
1975 | 1981 | Carlo Gioia | Sindaco | [34] | |
1981 | 1985 | Ruggero Galler | PSI | Sindaco | [34] |
29 ottobre 1985 | 5 giugno 1990 | Ruggero Galler | PSI | Sindaco | [35] |
5 giugno 1990 | 14 gennaio 1993 | Ruggero Galler | PSI | Sindaco | Dimesso[35] |
20 gennaio 1993 | 19 giugno 1995 | Claudio Pasetto | DC | Sindaco | [35] |
19 giugno 1995 | 5 ottobre 1998 | Claudio Pasetto | centro-sinistra | Sindaco | Mozione di sfiducia ex Art.18 L.81/1993[35] |
17 maggio 1999 | 31 maggio 2005 | Ruggero Galler | centro-sinistra | Sindaco | [36] |
31 maggio 2005 | 1º giugno 2010 | Giovanni Polonioli | centro-sinistra | Sindaco | [37] |
1º giugno 2010 | 25 maggio 2015 | Liliana Di Fede | centro-sinistra + SVP | Sindaco | [38] |
25 maggio 2015 | in carica | Christian Bianchi | centro-destra | Sindaco | [39] |
Dal 2005 è sindaco l'avvocato Giovanni Polonioli, con una coalizione di centro-sinistra formata da UDC, PD, Verdi e SVP. L'opposizione inizialmente comprendeva Alleanza Nazionale, Forza Italia, Lista Civica di Centro, Rifondazione Comunista e Indipendenti Democratici, per un totale di 10 seggi su 30, mentre la maggioranza poteva contare su 20 seggi.
Nel 2006, con la formazione del Progetto Alto Adige, tre consiglieri hanno lasciato la maggioranza e sono affluiti in questo nuovo soggetto politico, schierandosi nell'opposizione. Un ulteriore consigliere ha deciso di uscire dalla maggioranza nel maggio 2007 per dichiararsi indipendente.
Dal 2015 è sindaco Christian Bianchi (sostenuto dalla Lega Nord, da Forza Italia, dal Movimento 5 stelle e da altre liste civiche locali).
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Comune di Laives - Statuto.
- ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 330.
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2020 (dato provvisorio).
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Luciano Canepari, Laives, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
- ^ /'laɪ̯fɐs/
- ^ a b c Fossa di Bronzolo, su ambiente.provincia.bz.it, 27 aprile 2015. URL consultato il 30 agosto 2018.
- ^ a b Fossa di Laives, su ambiente.provincia.bz.it, 25 aprile 2014. URL consultato l'11 maggio 2021.
- ^ AA.VV., Nomi d'Italia. Novara, Istituto Geografico De Agostini, 2004
- ^ Egon Kühebacher, Die Ortsnamen Südtirols und ihre Geschichte, vol. 1, Bolzano, Athesia, 1995, p. 219. ISBN 88-7014-634-0
- ^ Hannes Obermair, Bozen Süd - Bolzano Nord. Scritturalità e documentazione archivistica della città di Bolzano fino al 1500, vol. 1, Bolzano, Città di Bolzano, 2005, p. 261 n. 487. ISBN 88-901870-0-X
- ^ Tesoretto di Laives-Reif Archiviato il 21 febbraio 2012 in Internet Archive.
- ^ La capanna retica, su sistemibz.it. URL consultato il 20 marzo 2017.
- ^ Laives da vedere, su comune.laives.bz.it. URL consultato il 20 marzo 2017.
- ^ (EN) Heraldry of the World: Leifers-Laives Archiviato il 31 luglio 2012 in Internet Archive.
- ^ Cfr. al riguardo Gustav Pfeifer, Das Peterköfele, Laives, 2007.
- ^ La giunta litiga sul «Gutleben», in Alto Adige, 4 settembre 2011.
- ^ Scheda dell'Ufficio provinciale di tutela artistica
- ^ (DE, IT) Schutzgebiete mit Rechtsgrundlagen - Zone di tutela con fondamenti giuridici. Schutzkategorie: - Categoria di tutela: Naturdenkmal - Monumento naturale (PDF), su provinz.bz.it, 13 febbraio 2019, p. 106. URL consultato il 14 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 14 agosto 2019).
- ^ Decreto di approvazione dell'elenco nazionale degli Alberi Monumentali, su politicheagricole.it, 19 dicembre 2017. URL consultato il 15 agosto 2019.
- ^ Tagliato l'acero negundo, su Città di Laives, 14 febbraio 2022. URL consultato il 16 febbraio 2022.
- ^ a b | Istituto provinciale di statistica (ASTAT) | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- ^ | Istituto provinciale di statistica (ASTAT) | Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige
- ^ Digitalisierter Bestand der Landesbibliothek Dr. Friedrich Teßmann, su digital.tessmann.it. URL consultato il 19 maggio 2020.
- ^ fonte: ASTAT
- ^ a b Cifre e fatti, su comune.laives.bz.it. URL consultato il 27 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
- ^ Laives, carnevale tra le meraviglie italiane, su altoadige.it, 31 dicembre 2012. URL consultato il 6 febbraio 2018.
- ^ Sfilata di Carnevale, per un giorno Laives è la capitale regionale, su altoadige.it, 4 febbraio 2018. URL consultato il 6 febbraio 2018.
- ^ Il Museo della Guerra alla fiera del collezionismo militare di Novegro, su museodellaguerra.it. URL consultato il 14 gennaio 2020.
- ^ (DE) Christian Bassani, Das vergessene Museum (PDF), in Die Weinstrasse, n. 12, Bolzano, Ahead, dicembre 2004, p. 43. URL consultato il 14 gennaio 2020.
- ^ Filodrammatica di Laives, su comune.laives.bz.it. URL consultato il 13 gennaio 2020.
- ^ Luoghi delle Manifestazioni, su comune.laives.bz.it. URL consultato il 13 gennaio 2020.
- ^ a b c d e f g (DE) AA.VV., 50 Jahre Südtiroler Gemiendeverband, Bolzano, Gemeindenverband Gen.m.b.H, 2004, p. 146. URL consultato il 26 settembre 2019.
- ^ a b c d http://amministratori.interno.gov.it/amministratori/
- ^ http://www.regione.taa.it/elezioni/dati/39016051999.pdf
- ^ http://www.regione.taa.it/elezioni/dati/39008052005.pdf
- ^ http://www.regione.taa.it/elezioni/dati/39016052010.pdf
- ^ http://www.retecivica.bz.it/vote/gem2015/17540/mayor2t_li_vg.htm
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (DE) Andrä Johann Bergmeister, Physisch-medizinisch-statistische Topographie der Stadt Bozen mit den drei Landgemeinden zwölf Malgreien, Gries und Leifers, oder des ehemaligen Magistratbezirkes Bozen, Bolzano, 1854
- (DE) Richard Staffler, Die Höfenamen von Zwölfmalgreien und Leifers, Innsbruck, Wagner, 1952
- (DE) Georg Tengler (a cura di), Vom Dorf zur Stadt Leifers: Anfänge - Entwicklung - Chancen, Bolzano-Laives, Athesia-Raiffeisenkasse Laives, 1998
- Laives - il volto di un territorio in 100 fotografie, a cura del Centro Culturale S. Giacomo, Laives, 2000
- (DE) Franz-Heinz Hye, Die Städte Tirols, 2. Teil: Südtirol (Schlern-Schriften, 313), Innsbruck, Wagner, 2001. ISBN 978-3-7030-0353-0 (capitolo Laives)
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.laives.bz.it.
- Laives, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Làives/Leifers, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 124331324 · GND (DE) 4111248-9 · BNF (FR) cb13741936b (data) · WorldCat Identities (EN) lccn-n80059471 |
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