La tranvia Carrara-Marina di Carrara era una linea tranviaria urbana che dal 1915 al 1955 costituì il principale collegamento di trasporto pubblico fra la città toscana e il suo litorale. L'impianto fu costruito come elemento integrato rispetto all'attuale viale XX Settembre.
Un tram in viale XX Settembre con le Apuane sullo sfondo; cartolina d'epoca degli anni '10
Tram in sosta a piazza Farini, poi piazza Matteotti, nel 1920 (cartolina d'epoca)
Il progetto di una tranvia elettrica di collegamento fra Carrara con il suo litorale è strettamente connesso con quello del coevo viale XX Settembre, la cui ideazione risale al 1864. Si dovette attendere il 15 gennaio 1904 affinché il tema fosse dibattuto in consiglio comunale[1] e la tranvia, che si sarebbe affiancata rispetto al collegamento ferroviario della ferrovia Marmifera con il molo caricatore nel frattempo inaugurato nel 1876, approvata come elemento qualificante del viale stesso.
La redazione del progetto esecutivo, la costruzione e l'esercizio dell'impianto furono affidati all'impresa belga Société Anonyme Tramways Toscans, all'uopo costituita, che inaugurò la tranvia il 20 maggio 1915, nel viale ancora da asfaltare[1]
Nel 1916, un anno dopo la sua inaugurazione, era già in progetto di realizzare una diramazione che raggiungeva il piazzale della stazione[2].
Il 19 gennaio 1928 viene attivata la diramazione che raggiungeva la stazione FS di Avenza e che andava a ricollegarsi al raccordo per i depositi tranviari[3].
Sospeso per qualche tempo l'esercizio in seguito ai bombardamenti del 1943, nel dopoguerra lo stesso riprese e fu riorganizzato a cura della società SITA[4], fino alla definitiva soppressione avvenuta nel 1955[5].
Il sottopasso ferroviario di Avenza, negli anni dieci (cartolina d'epoca)
Il percorso della tranvia partiva dal centro di Carrara[5] e, percorrendo pressoché per intero il viale XX Settembre, raggiungeva la località Paradiso situata a Marina di Carrara.
Lungo il percorso, che sottopassava le ferrovie Genova-Pisa e Avenza-Carrara nelle immediate adiacenze della stazione di Avenza, il binario della tranvia intersecava a raso quello della diramazione delle ferrovia Marmifera che percorreva via Covetta. Subito dopo aver sottopassato le due linee statali, vi era una diramazione che raggiungeva il piazzale d'interscambio esterno della stazione di Carrara-Avenza presso la quale, lungo il viale della Stazione (poi via Filippo Turati) vi era una fermata, denominata "Avenza" appunto[6]. Superata la piccola fermata, la tranvia girava a destra andando verso Marina di Carrara e poco più avanti vi erano i depositi con le rimesse; superate anche questi, la diramazione si reinseriva nel tracciato principale[6].
Il materiale della tranvia era costituito da un parco omogeneo di elettromotrici tranviarie a due assi e relative rimorchiate[7] di costruzione OMI di Reggio Emilia[8]. Dopo la seconda guerra mondiale furono acquistate dalla dismessa rete tranviaria di Livorno tre motrici (due di costruzione Grondona e una di costruzione Baume & Marpent) che assunsero i numeri 11, 13 e 14[9].
^Adriano Betti Carboncini, Marco Bedini, Livorno e Pisa, due città e un territorio nella storia dei trasporti pubblici locali, Calosci, Cortona (AR), 1986, ISBN 88-7785-001-9, pp. 382-383