Stazione di Miseglia Superiore

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Miseglia Superiore
stazione ferroviaria
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàCarrara, frazione Miseglia
Coordinate44°05′05.19″N 10°07′03.39″E / 44.084776°N 10.117607°E44.084776; 10.117607
LineeMarmifera
Storia
Stato attualeDismessa
Attivazione1890
Soppressione1964
Caratteristiche
TipoStazione in superficie, passante
Binari1 passante + 1 scalo
GestoriFMC
DintorniMiseglia

La stazione di Miseglia Superiore era una stazione ferroviaria ubicata nella frazione Miseglia del comune di Carrara. Si trovava lungo la ferrovia Marmifera Privata di Carrara alla progressiva chilometrica 3+704, poco prima della lunga galleria che conduceva ai ponti di Vara e, successivamente, alla stazione del Tarnone. Nel territorio della frazione si trovava anche un altro impianto, situato nella sua parte bassa e chiamato proprio per questo Miseglia Inferiore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La stazione venne inaugurata il 15 maggio 1890, in concomitanza all'apertura al servizio del secondo ampliamento della ferrovia[1][2][3].

Nel 1893 la località viene limitato il servizio di corrispondenza in partenza al trasporto dei marmi[4][5].

Venne soppressa il 15 maggio 1964 a causa della chiusura dell'intera infrastruttura dovuta alla concorrenza del traffico su gomma[6].

Strutture e impianti[modifica | modifica wikitesto]

L'impianto era di modeste dimensioni al contrario della stazione sorella: possedeva un piccolo fabbricato di servizio e due binari, uno di corretto tracciato ed un altro di scalo utilizzato per le precedenze o incroci. Era presente anche un binario di salvamento per frenare i convogli in arrivo; su quel binario la pendenza arrivava fino al 70 per 1000[7].

Dopo la soppressione i binari furono asportati e l'edificio abbandonato. Al 2014 dal tracciato si è ricavata una strada sterrata, il piccolo edificio è ancora presente, ma sono state murate la porta di accesso e le piccole finestre.

Movimento[modifica | modifica wikitesto]

La stazione, durante i suoi anni di servizio, gestì il traffico merci marmifero proveniente dalle cave di Colonnata, di Gioia e di Ravaccione. Essa, al pari delle altre stazioni sulla linea escluse Avenza e San Martino, non fu mai servita da treni passeggeri in quanto sulla linea si effettuava solo servizio merci.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ferdinando Milone, L'Italia nell'economia delle sue regioni, op. cit.
  2. ^ La Marmifera - carraraonline.com, coll. esterno.
  3. ^ Università degli Studi di Firenze: Facoltà di Architettura, coll. est.
  4. ^ Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, op. cit.
  5. ^ Rivista generale delle ferrovie e dei lavori pubblici, op. cit.
  6. ^ Annalisa Giovani, Stefano Maggi, Muoversi in Toscana. Ferrovie e trasporti dal Granducato alla Regione, op. cit.
  7. ^ Adriano Betti Carboncini, op. cit.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bollettino dei trasporti e dei viaggi in ferrovia, 1893.
  • Rivista generale delle ferrovie e dei lavori pubblici, 1884.
  • Ferdinando Milone, L'Italia nell'economia delle sue regioni, 1955.
  • Luigi Lavagnini, Carrara nella leggenda e nella storia, Società Editrice Italiana Demetra, 1962.
  • Adriano Betti Carboncini, Alpi Apuane. Ricordo delle ferrovie marmifere, Pegaso, Firenze, 2012. ISBN 978-88-95248-39-4.
  • Annalisa Giovani, Stefano Maggi, Muoversi in Toscana. Ferrovie e trasporti dal Granducato alla Regione, Il Mulino, Bologna, 2005. ISBN 88-15-10814-9

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]