Scano di Montiferro

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Scano di Montiferro
comune
(IT) Scano di Montiferro
(SC) Iscànu
Scano di Montiferro – Stemma
Scano di Montiferro – Bandiera
Scano di Montiferro – Veduta
Scano di Montiferro – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Oristano
Amministrazione
SindacoAntonio Flore (lista civica) dal 6-6-2016 (2º mandato dall'11-10-2021)
Territorio
Coordinate40°12′54.46″N 8°35′14.34″E / 40.215128°N 8.587318°E40.215128; 8.587318 (Scano di Montiferro)
Altitudine385 m s.l.m.
Superficie60,47 km²
Abitanti1 389[1] (30-11-2023)
Densità22,97 ab./km²
Comuni confinantiBorore (NU), Cuglieri, Flussio, Macomer (NU), Sagama, Santu Lussurgiu, Sennariolo, Sindia (NU)
Altre informazioni
Cod. postale09078
Prefisso0785
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT095051
Cod. catastaleI503
TargaOR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) scanesi
(SC) iscanesos
Patronosan Pietro Apostolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Scano di Montiferro
Scano di Montiferro
Scano di Montiferro – Mappa
Scano di Montiferro – Mappa
Posizione del comune di Scano di Montiferro all'interno della provincia di Oristano
Sito istituzionale

Scano di Montiferro (Iscanu in sardo) è un comune italiano di 1 389 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna.

Scano si trova a 385 metri sul livello del mare nella subregione del Montiferru e fa parte della diocesi di Alghero-Bosa.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è situato in prossimità della costa centro-occidentale della Sardegna, ai piedi della catena montuosa del Montiferru, a circa 380 metri sul livello del mare e un'elevazione massima di 948 metri sulla punta del monte "sa Patada". Dista 65 km da Alghero, 18 km da Bosa, 18 km da Macomer e 50 km da Oristano. Il clima è umido temperato. L'abitato è situato a ridosso dei colli di San Giorgio, Santa Croce, Iscala rubja e del promontorio di Monte Ruinas.

Vista panoramica

Idrografia[modifica | modifica wikitesto]

All'interno dell'abitato sono presenti numerose fontane e sorgenti nonché corsi d'acqua quali:

  • Su canale 'e Panne Manca - Riu 'e Puba - Riu 'e Salighes - Riu 'e Tuvu
  • Riu 'e Tusio - Riu 'e Frida
  • Rioro
  • Fissula
  • Maramadau - S'assoju

Nel territorio comunale sono da ricordare le sorgenti di Sant'Antioco che forniscono l'acqua potabile a numerosi paesi del circondario. Sono tra le più grandi della Sardegna, con una portata d'acqua che, in inverno e in primavera, raggiunge i 200 litri al secondo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'area fu abitata già in epoca nuragica per la presenza nel territorio di numerosi nuraghi. Fu anche un centro di epoca romana, di cui si trovano alcune testimonianze archeologiche.

Durante il Medioevo il paese appartenne al Giudicato di Torres e fece parte della curatoria del Montiverru. Vi sorgeva allora un monastero di camaldolesi fondato dal giudice di Torres Costantino III e da sua moglie Marcusa.

Alla caduta del giudicato (1259) passò sotto l'amministrazione del Giudicato di Arborea fino al 1410, quando, durante le guerre per la conquista aragonese della Sardegna, a seguito della battaglia di Sanluri, il territorio perse la sua indipendenza e cadde sotto il controllo degli aragonesi.

Per motivi attribuibili alle guerre e alla epidemia di peste che nel 1300 sconvolse l'Europa, i limitrofi insediamenti medievali di San Leonardo de Siete Fuentes e Lucentina persero importanza e abitanti, per cui gli abitanti si stabilirono in gran parte a Santu Lussurgiu, ma anche a Scano Montiferro.

Nel 1417 il paese venne incorporato nella baronia di Montiferro, data in feudo dal Re d'Aragona Alfonso V il Magnanimo a Guglielmo de Montagnana. Nel 1839, con la soppressione del sistema feudale, il paese venne riscattato agli Amat di San Filippo, ultimi feudatari, divenendo un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del comune di Scano di Montiferro sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica italiana dell'8 gennaio 1999.[3]

«Stemma partito: nel primo, di argento, alla croce diminuita di rosso, accantonata da quattro teste di moro, in profilo, di nero, bendate di argento; nel secondo, di azzurro, al ramoscello di agrifoglio di verde, posto in palo a sinistra, ondeggiante, fogliato di sette, dello stesso, fruttato di cinque, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Pietro (Scano Montiferro)
  • Chiesa parrocchiale di San Pietro apostolo
  • Oratorio del Rosario (Letoriu de josso)
  • Oratorio delle Anime (Letoriu de subra)
  • Oratorio di San Nicolò
  • Chiesa di San Giorgio (Campestre)
  • Chiesa di Sant'Antioco (Campestre)
  • Chiesa di Santa Barbara (Campestre)
  • Chiesa di Santa Croce (Campestre)
  • Chiesa di Santa Vittoria (Campestre)
  • Chiesa di Pedras doladas (Campestre)

Chiesa di Sant'Antioco[modifica | modifica wikitesto]

Tra tutte merita un particolare approfondimento la chiesa rurale di Sant'Antioco, ubicata a circa 6 km dal Comune. La chiesa fu costruita probabilmente nel 1636. L'edificio è a pianta rettangolare, ad aula unica, affiancato sulla sinistra dalla sacrestia e su entrambi i lati dai "pendentes" o "pennentes", piccoli ambienti la cui funzione fu quella di ospitare pellegrini e devoti che desideravano soggiornare nella località durante il periodo della novena e della festa del Santo.

La chiesa con in evidenza le porte di ingresso dei "pendentes"

La facciata della chiesa, a capanna, ha la parte centrale, in cui si apre il portale, in pietre squadrate lasciate a vista, e un coronamento a cornice alle cui estremità sono inseriti due acroteri a forma piramidale. Al centro è conclusa da un campanile a vela.

Sopra il portale si apre una grande finestra rettangolare, unica fonte di luce per la chiesa. L'edificio ha copertura in legno a due spioventi, su archi a tutto sesto, in pietra a vista. Il pavimento è in lastre di trachite.

Pur essendo una chiesa campestre, rispetto alle altre presenti nel territorio di Scano Montiferro ha struttura più elaborata, forse perché la devozione al Santo in essa venerato, che attirava grande folla anche dai paesi del circondario, aveva generato il bisogno di ingrandire la chiesa con l'annessione dei sopra indicati "pennentes".

Ancora oggi centinaia di fedeli provenienti da Scano e da tutto il circondario, pregando devotamente Sant'Antioco gli chiedono la grazia di ottenere la guarigione e il conforto nella sofferenza. Nel presbiterio quadrangolare è ubicato l'altare ligneo acquistato nel 1848 dalla chiesa bosana di Santa Croce per il prezzo di 15 lire. Recentemente restaurato (nel 1999, ma non a regola d'arte in quanto l'operazione ha fatto perdere la doratura dei fregi floreali in oro zecchino su sfondo blu cobalto dando al monumento un aspetto monocromatico color legno con sfondo tendente al verde con venature finto marmo. Inoltre è stato privato del sima, cioè del cornicione terminale soprastante, per cui oggi l'altare appare incompleto...), esso è adibito ad ospitare la statua del Santo che viene portata in processione dal vicino paese di Scano nelle località campestre due volte all'anno, in occasione delle feste che si svolgono il secondo lunedì dopo Pasqua e l'ultimo lunedì di agosto (ovvero il secondo lunedì dopo ferragosto), ma su questa data è ancora oggi in corso una discussione se si debba prendere in considerazione l'ultimo lunedì, festa del santo o l'ultima domenica, giorno in cui, una volta, veniva trasportato il simulacro dal paese alla chiesa di campagna per la celebrazione della festa.

In assenza della statua l'altare ospita una tavola dipinta ad olio con l'effigie del Santo, opera del pittore svizzero Emilio Scherer che soggiornava a Bosa verso la fine del XIX secolo.

Il culto di Sant'Antioco è molto antico ed ebbe un enorme impulso dopo il ritrovamento delle reliquie del Santo avvenuto nell'isola di Sant'Antioco il 18 marzo 1615 per opera dell'arcivescovo di Cagliari, monsignor Francesco d'Esquivel. Il Santo, originario della Mauritania (regione dell'Africa settentrionale), venne fatto esiliare dall'imperatore Adriano nell'isola di Sulci (odierna Sant'Antioco di Sulcis) in quanto professava la fede cristiana e si rifiutava di adorare gli dei pagani.

Qui egli esercitò la sua attività di medico operando nello stesso tempo molte conversioni. La tradizione vuole che Antioco morisse il 13 novembre dell'anno 127.

Grazie al gesuita scanese Salvatore Pala, docente di matematica e teologia all'Università di Cagliari, Scano ebbe la fortuna di avere nello stesso anno del ritrovamento delle reliquie una vertebra del santo, e fu proprio questa circostanza a far nascere l'idea della costruzione di una chiesa in suo onore in un territorio ricco di acque, dalla rigogliosa vegetazione, e che inoltre presentava il vantaggio di trovarsi a poca distanza dal paese.

Nuraghi[modifica | modifica wikitesto]

Nuraghe Abbauddi
  • Abbauddi
  • Altòriu
  • Arbucchi
  • Baddeona
  • Barisone
  • Beranula
  • Mura de Bolaola
  • Columbalzos (o Cuncula B)
  • Cuncula
  • Cunculu
  • Curadores
  • Donnigheddu
  • Ennari
  • Funtana 'e Corbos
  • Jannas (Scano di Montiferro - Flussio - Sagama)
  • Leari
  • Lobos
  • Lobos B
  • Mura de Mazzala
  • Mazzaledda
  • Mesu 'e rios
  • Muradu Arca
  • Mura de Nuracale
  • Mura de Nurtaddu
  • Orosu
  • Padra
  • Pischinales
  • Porcos
  • Primidiu
  • Rittos
  • Sa Chessa
  • Sa Cobelcada (Sagama?)
  • Sa figu ranchida
  • Sagòla
  • Salàggioro
  • Salamàttile
  • Mura de Sant'Albara
  • S'adu 'e Santa Silbana
  • S'Arca
  • S'Arca B
  • S'Ena
  • S'ozzu 'e lavru
  • Su Cadalanu
  • Sulù
  • Tibuddari
  • Tripichi o Bentr'e Pichiri
  • Uràssala
  • Villaggio nuragico di Luzzanas

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[4]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Scano di Montiferro è quella logudorese centrale o comune.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Costume tradizionale

Le tradizioni di Scano sono mantenute vive dalla storia del paese, dalla sua collocazione geografica e dall'onore dei suoi abitanti. Scano presenta il tipico canto "a cuncordu" , comune a tutta l'area del Montiferru-Planargia, ma con la particolarità del basso gutturale tipico del canto "a tenore", questa tradizione è molto viva nel paese ed è facile che durante le feste giovani e adulti formino "cuncordos" improvvisati e inizino a cantare. Su cuncordu accompagna da secoli i riti della Settimana Santa (Sa chida santa) con i canti del Miserere, dello Stabat Mater, "Sette ispadas de dolore" e delle Laudi mattutine del Venerdì Santo. In passato esistevano i canti ordinari della liturgia che venivano eseguiti da su cuncordu, ma sono andati perduti nel tempo. Su cuncordu possiede inoltre un ricco repertorio profano, rappresentato dai canti come su traju, sos muttos, sa 'oghe rea, su ballu tundu, sa dansa, su ballu cantigu e su ballitu, con numerose poesie di poeti scanesi come Ti' Antoni Piludu e Ninni Piras. È ancora molto viva anche la tradizione del ballo. I balli di Scano sono: su ballu sardu (a ballu tundu), sa dansa, su ballu cantigu (a passu torrau), su ballittu e su dillaru. Fra i suonatori del ballo scanese si ricordano Salbadore Rosa (Ti' Mericanu), che succedendo al padre in questo ruolo ha caratterizzato singolarmente il ballo di Scano.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Rioni del paese[modifica | modifica wikitesto]

Carrel'e funtana
  • Carrela 'e Cresja
  • Carrela 'e Funtana
  • Carrela 'e Iscola
  • Carrela manna / Istrada
  • Carrela 'e mesu
  • Carrela 'e Puthu
  • Frida
  • Funtana 'ezza
  • Iscala rubja
  • Ladaralzos
  • Maramadau
  • Montrigu 'e Reos
  • Puba
  • Puthu 'e cannas
  • Rioro
  • Sa rocchitta
  • Sa serra
  • Sajoro
  • Salighes
  • Sant'Anna
  • Santu Jolzi
  • Santu Nigola
  • S'iscal'e sa corte
  • Su furraghe
  • Su samunadolzu
  • Turre
  • Tusio

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Scano di Montiferro, decreto 1999-01-08 DPR, concessione di stemma e gonfalone, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 17 luglio 2022.
  4. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN144498600 · LCCN (ENnb2004302859 · J9U (ENHE987007471606505171
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