Baratili San Pietro

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Baratili San Pietro
comune
(IT) Baratili San Pietro
(SC) Boàtiri
Baratili San Pietro – Stemma
Baratili San Pietro – Bandiera
Baratili San Pietro – Veduta
Baratili San Pietro – Veduta
Chiesa di San Pietro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sardegna
Provincia Oristano
Amministrazione
SindacoAlberto Pippia (lista civica) dall'11-6-2017 (2º mandato dal 13-6-2022)
Territorio
Coordinate39°59′34″N 8°33′20″E / 39.992778°N 8.555556°E39.992778; 8.555556 (Baratili San Pietro)
Altitudine11 m s.l.m.
Superficie6,1 km²
Abitanti1 204[1] (30-11-2023)
Densità197,38 ab./km²
Comuni confinantiNurachi, Oristano, Riola Sardo, San Vero Milis, Zeddiani
Altre informazioni
Cod. postale09070
Prefisso0783
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT095011
Cod. catastaleA621
TargaOR
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Nome abitanti(IT) baratilesi
(SC) boatiresus
Patronosan Pietro
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Baratili San Pietro
Baratili San Pietro
Baratili San Pietro – Mappa
Baratili San Pietro – Mappa
Posizione del comune di Baratili San Pietro all'interno della provincia di Oristano
Sito istituzionale

Baratili San Pietro (Boàtiri in sardo) è un comune italiano di 1 204 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione del Campidano di Oristano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del paese è di origine preromana[3]. Territorio abitato in epoca fenicia, dipendente da Tharros, nel Medioevo appartenne al Giudicato d'Arborea e fece parte della curatoria del Campidano di Oristano, col solo nome di Baratili. Nel 1410, alla caduta del giudicato, entrò a far parte del Marchesato di Oristano, concesso prima ai Cubello e poi a Leonardo Alagon. Alla definitiva sconfitta degli arborensi divenne un feudo aragonese. Nel 1767 fu incorporato nel Marchesato d'Arcais, feudo dei Flores Nurra, ai quali fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale. Nel 1864 la denominazione del Comune divenne quella di Baratili San Pietro. Nel 1927 il comune fu soppresso e aggregato a quello di Riola Sardo. Recuperò la propria autonomia nel 1945.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone del Comune di Baratili San Pietro sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 2 ottobre 2006.[4]

«Stemma interzato in fascia: il primo, di verde, alle lettere maiuscole B S P, ordinate in fascia, d'oro; il secondo, di rosso, ai due grappoli d'uva d'oro, muniti di tralcio, al naturale, pampinosi di due, di verde; il terzo, di azzurro, all'imbarcazione di canne palustri (fassoi), d'oro, la prua a destra. Ornamenti esteriori da Comune»

I fassonis ("fascioni") erano imbarcazioni originarie dei paesi di Cabras e di Santa Giusta, usate anticamente per la pesca lacustre che venivano realizzate con is fenus, i fasci di fieno palustre, legati insieme con corde di giunco intrecciate, a formare scafi piatti, lunghi circa 4 m con prua appuntita e poppa tronca.[5]

Il gonfalone è costituito da un drappo di giallo con la bordatura di verde.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[6]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

La variante del sardo parlata a Baratili San Pietro è il campidanese oristanese.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]

Il paese è particolarmente rinomato per un vino bianco da dessert, la "Vernaccia", nome del vitigno tipico che domina i paesaggi pianeggianti. Annualmente, nel periodo di agosto, si svolge la tipica sagra, nominata "sagra della vernaccia"

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2023 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Super User, Notizie Storiche, su comune.baratilisanpietro.or.it. URL consultato il 21 maggio 2018.
  4. ^ Emblema del Comune di Baratili San Pietro (Oristano), su presidenza.governo.it, Governo italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, 2006. URL consultato il 18 ottobre 2020.
  5. ^ Is Fassonis, su espasar.wixsite.com. URL consultato il 18 ottobre 2020.
  6. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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