Piazza Cordusio

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Piazza Cordusio
Piazza Cordusio, con a destra il palazzo delle Assicurazioni Generali
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàMilano
CircoscrizioneMunicipio 1
QuartiereCentro storico
Informazioni generali
Tipopiazza
IntitolazioneDa "de curte ducis" o "curia ducis", ossia "corte dei duchi lombardi", poi "Cortedoxi", quindi "Corduce", infine "Corduso" o "Cordusio"
Collegamenti
IntersezioniVia dei Mercanti, Via Orefici, Via Cordusio, Via Dante, Via Broletto, Via Tommaso Grossi
Luoghi d'interesseBorsa di Milano, Palazzo del Credito Italiano,
TrasportiLinea M1 (metropolitana di Milano) Cordusio
Mappa
Map
Coordinate: 45°27′56.11″N 9°11′09.4″E / 45.465586°N 9.185944°E45.465586; 9.185944

Piazza Cordusio è una piazza di Milano. Posta dove sorgeva la corte dei duchi longobardi, da cui Curia Ducis e poi "Cordusio", un tempo rappresentava il centro finanziario di Milano, dal momento che ospitava le sedi di varie istituzioni finanziarie. A partire dagli anni 2010, col trasferimento di queste nei nuovi grattacieli delle zone del Progetto Porta Nuova e CityLife, la piazza si è convertita a centro della vita sociale e commerciale della città.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di costruzione del Palazzo delle Assicurazioni Generali in piazza Cordusio a Milano (1898)
Piazza Cordusio con via Dante e il Castello Sforzesco sullo sfondo.

Trent'anni dopo la distruzione di Milano ad opera degli Ostrogoti condotti da Uraia, il re dei Longobardi, Alboino, scende in Italia nel 568. Da allora l'area divenne Langobardia, e in seguito Lombardia. Con la scomparsa di Alboino nel 572, la Provincia venne divisa fra i tre generali (che divennero duchi). Al duca Alboino toccò la "desolata Milano"[1]. Il suo palazzo, che sorgeva nell'odierna piazza, era detto "De curte ducis" (o "Curia ducis", ossia la corte dei duchi lombardi), da cui per corruzione "Cortedoxi", quindi "Corduce" e infine "Corduso" o "Cordusio".

All'interno dell'edificio si svolgevano le attività politiche e amministrative. Nel secolo IX e X, con Berengario la struttura venne adibita a tribunale. Dell'area di allora, oltre la piazza dei Mercanti, resta poco. Il resto fu demolito per consentire la costruzione di nuovi edifici (come il Palazzo Broggi e il Palazzo delle Assicurazioni Generali). L'odierna via Dante che collega Cordusio con il Castello Sforzesco, per esempio, fu realizzata in accordo con il Piano Beruto nel 1884, sacrificando gli isolati che dividevano le due zone.[2] Nelle cartine del 1820[3] l'unico altro particolare che si è conservato fino ad oggi è la strada della contrada di San Michele al Gallo, oggi via Orefici.

Monumento a Giuseppe Parini[4]

Prima di diventare piazza Cordusio, la conformazione geografica di origine era quella di una strada, poi diventata uno slargo chiamato largo Cordusio. Quindi, assumendo una forma ellittica, dal 28 marzo 1882 fu chiamata piazza Ellittica (e talvolta erroneamente Elittica). Tuttavia nell'uso comune si continuava a chiamarla piazza Cordusio, e il Comune si convinse a restituirle l'antica denominazione. Successivamente il nome subì un cambiamento anche sotto il fascismo e la piazza fu intitolata a Costanzo Ciano, per poi tornare ad essere Cordusio dopo la caduta del regime.[5]

All'interno della piazza era inizialmente stata eretta una delle tante colonne votive di Milano, costruite durante la peste del 1576. Successivamente, nel 1624, venne eretta una statua raffigurante San Carlo Borromeo, che venne spostata nel 1786 nell'omonima piazza nei pressi della Chiesa di Santa Maria Podone. Si dice che la decisione fosse stata presa dal Governatore austriaco di allora, giustificandola come di "intralcio alla circolazione", dopo che andò a sbattervi contro con la carrozza.[2] Il 26 novembre 1899 al centro della piazza viene inaugurato il Monumento a Giuseppe Parini, opera di Luigi Secchi e Luca Beltrami.

Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, Cordusio venne ridisegnata, diventando un importante nodo del traffico cittadino e portando alla demolizione di molti edifici per fare spazio a nuove strutture:

Opere legate alla piazza[modifica | modifica wikitesto]

Piazza Cordusio a Milano, dipinto di Luigi Mantovani

Piazza Cordusio compare, tra gli altri, nei seguenti film:

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

  • La stazione metropolitana linea Linea M1 (metropolitana di Milano) Cordusio;

La piazza è un punto nevralgico della rete tranviaria milanese, dal momento che vi transitano ben 6 linee tranviarie:

  • linea 1 (Roserio - Greco/Via Martiri Oscuri)
  • linea 2 (Piazza Bausan - Piazzale Negrelli)
  • linea 12 (Roserio - Viale Molise)
  • linea 14 (Piazzale del Cimitero Maggiore - Lorenteggio/Via Gonin)
  • linea 16 (Monte Velino/Via Varsavia - Stadio di San Siro/Piazza Axum)
  • linea 19 (Piazza Castelli - Stazione di Milano Lambrate/Piazza Bottini), prolungata di recente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Milano e le sue vie studi storici per Felice Venosta, Giocondo Messaggi, 1867. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  2. ^ a b Cordusio, su Vecchia Milano, 21 settembre 2011. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  3. ^ https://vecchiamilano.files.wordpress.com/2011/09/cordusio-1820.jpg
  4. ^ Roberto Bugini e Luisa Folli, From via Broletto to corso Garibaldi and Brera, CRC Press, 13 febbraio 2023, pp. 111–141, ISBN 978-1-003-36102-2. URL consultato il 14 febbraio 2024.
  5. ^ Marco Montella, Milano | Cordusio - La "creazione" del Cordusio, su Urbanfile Blog, 15 novembre 2013. URL consultato il 15 novembre 2021.
  6. ^ L’attesa rivoluzione di Piazza Cordusio, su assipartners.com, 8 febbraio 2022. URL consultato il 30 maggio 2023.
  7. ^ Piazza Cordusio (Gli uomini, che mascalzoni) - SVL, su squadravolanteligera.com. URL consultato il 22 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  8. ^ Piazza Cordusio (La corruzione) - SVL, su squadravolanteligera.com. URL consultato il 22 agosto 2016 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Cassi Ramelli, Il centro di Milano. Dal Duomo alla Cerchia dei Navigli. Documenti, note e divagazioni, Milano, Ceschina, 1971, pp. 257–260
  • Maurizio Grandi, Attilio Pracchi, Milano. Guida all'architettura moderna, Zanichelli, 1980. ISBN 8808052109, pp. 66–79
  • Raffaele Bagnoli, Storie e leggende per le strade di Milano, Meravigli, 1992. ISBN 8879550462m 9788879550468

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]