Interstellar Overdrive

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Interstellar Overdrive
ArtistaPink Floyd
Autore/iSyd Barrett, Roger Waters, Rick Wright, Nick Mason
GenereSpace rock
Rock progressivo
Rock psichedelico
Pubblicazione originale
IncisioneThe Piper at the Gates of Dawn
Data1967
EtichettaCapitol, EMI
Durata9:41

Interstellar Overdrive è un brano musicale del gruppo musicale britannico Pink Floyd, settima traccia del primo album in studio The Piper at the Gates of Dawn, pubblicato il 5 agosto 1967 dalla Capitol Records e dalla EMI.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Interstellar Overdrive è una delle prime sperimentazioni strumentali psichedeliche registrate dal gruppo.[1] Il brano è stato anche descritto, assieme ad Astronomy Domine dallo stesso album,[2] come la prima incursione dei Pink Floyd nello space rock[1] sebbene il gruppo rifiutò sempre questa definizione per la propria musica. L'idea originaria per il brano nacque quando il manager dei Pink Floyd Peter Jenner canticchiò a Syd Barrett un brano del quale non riusciva a ricordare il titolo (si trattava probabilmente My Little Red Book dei Love di Arthur Lee):[3][4] Barrett iniziò a seguire il canto di Jenner improvvisando alla chitarra e sviluppando poi il tema come base per la melodia principale del riff di Interstellar Overdrive; Il bassista Roger Waters disse in seguito che il riff gli ricordava anche il tema musicale del telefilm Steptoe and Son (di Ron Grainer).[1] Per la sezione improvvisata del brano Barrett trasse ispirazione anche da Frank Zappa e dai Byrds di Eight Miles High.[3]

Altre versioni[modifica | modifica wikitesto]

La versione di Interstellar Overdrive contenuta nell'album d'esordio è la più conosciuta, ma i Pink Floyd ne registrarono numerose altre versioni, in studio o dal vivo. Un demo del pezzo della durata di 14:57 fu registrato il 31 ottobre 1966 (versione pubblicata come singolo nel 2017 in occasione del Record Store Day);[5] esistono altre versioni ancora più vecchie e rare; una di esse fu utilizzata come traccia di accompagnamento durante un colloquio della Canadian Broadcasting Company. Questo brano è ricordato anche per il grande impatto live, veniva infatti spesso suonato dai Pink Floyd all'UFO Club di Londra. Le versioni dal vivo duravano anche oltre venti minuti ed erano molto basate sull'improvvisazione.

Una versione estesa del brano appare nel film Tonite Let's All Make Love in London, alla cui colonna sonora hanno partecipato i Pink Floyd. Durante l'Actuel Rock Festival svoltosi in Belgio nell'ottobre (24-27) del 1969 il gruppo ne eseguì anche una versione con Frank Zappa, il quale si unì a loro in un'estemporanea jam session.[6]

Numerose versioni di questo pezzo sono state pubblicate nel cofanetto: The Early Years 1965-1972.

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Cover[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Toby Manning, The Rough Guide to Pink Floyd, 1st, London, Rough Guides, 2006, p. 180, ISBN 1-84353-575-0.
  2. ^ Piero Scaruffi, Pink Floyd. Summary, su The History of Rock Music. URL consultato l'11 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2012).
  3. ^ a b Manning 2006, p. 26
  4. ^ Chapman 2010, pp. 125–6
  5. ^ (EN) Scott Munro, Pink Floyd to launch Interstellar Overdrive for Record Store Day, su Team Rock, 20 marzo 2017. URL consultato il 16 aprile 2017.
  6. ^ INTERSTELLAR ZAPPADRIVE: WHEN FRANK ZAPPA JAMMED WITH PINK FLOYD

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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