Bertiolo

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Bertiolo
comune
(IT) Bertiolo
(FUR) Bertiûl [1]
Bertiolo – Stemma
Bertiolo – Bandiera
Bertiolo – Veduta
Bertiolo – Veduta
La chiesa della Santissima Trinità
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Friuli-Venezia Giulia
Provincia Udine
Amministrazione
SindacoEleonora Viscardis (centro-destra) dal 6-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate45°56′42″N 13°03′19″E / 45.945°N 13.055278°E45.945; 13.055278 (Bertiolo)
Altitudine33 m s.l.m.
Superficie26,07 km²
Abitanti2 372[2] (30-9-2021)
Densità90,99 ab./km²
FrazioniPozzecco, Sterpo, Virco
Comuni confinantiCodroipo, Lestizza, Rivignano Teor, Talmassons, Varmo
Altre informazioni
Lingueitaliano, friulano
Cod. postale33032
Prefisso0432
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT030010
Cod. catastaleA810
TargaUD
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona E, 2 449 GG[4]
Nome abitantibertiolesi
PatronoMartino di Tours
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Bertiolo
Bertiolo
Bertiolo – Mappa
Bertiolo – Mappa
Posizione del comune di Bertiolo nella ex provincia di Udine
Sito istituzionale

Bertiolo (Bertiûl in friulano[5]) è un comune italiano di 2 372 abitanti in Friuli-Venezia Giulia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Campanile della chiesa di S. Martino Vescovo

Nei più antichi documenti conservati ci sono diverse varianti del toponimo: Bratiul, Bratiol, Bretiul e oggi Bertiolo. I primi dati storici risalgono al periodo di Cesare: si ritiene che nelle grandi praterie a cavallo della Stradalta, l'antica via Postumia che collegava Roma con l'Illirico, esistessero accampamenti stabili delle legioni romane; ne sono prova i diversi segni di romanità ritrovati durante la realizzazione di alcuni scavi per lavori agricoli. Il paese è legato alla vicinanza con la romana via Postumia, che durante le invasioni ungare veniva anche chiamata strata hungarorum a causa delle frequenti invasioni verificatasi tra la fine del IX e la metà del X secolo. In questo periodo, a causa delle devastazioni, si svilupparono le cortine, sistemi difensivi del paese, seppur rudimentali. A Bertiolo ne furono costruite due, una interna, rialzata e cinta da un muro che circondava la chiesa ed il camposanto, una più esterna costituita da un fossato che circondava l'abitato.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 7 maggio 1942.[6]

«Inquartato: il 1° e 4° d'argento, al grappolo d'uva, fogliato di due, al naturale, il 2° e 3° di nero pieno. Ornamenti esteriori da Comune.»

L'argento e il nero si rifanno al blasone dei Savorgnan (d'argento, allo scaglione di nero), famiglia titolare della contea e del castello di Belgrado, della cui giurisdizione Bertiolo faceva parte. Il grappolo d'uva richiama la produzione vitivinicola della zona.

Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 17 settembre 1993[6], è un drappo partito di bianco e di verde.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

A Bertiolo ci sono tre luoghi di culto principali, non contando le chiese delle frazioni.

Chiesa parrocchiale[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di San Martino Vescovo è ubicata lungo la strada che porta alla piazza principale del paese, è una costruzione a navata unica che risale al XVII secolo.

Disposta con la facciata principale a nord e il campanile appoggiato all'angolo sud-ovest, è stata eretta sul medesimo luogo in cui sorgeva un precedente edificio sacro, di cui resta ancora la piccola abside (con frammenti di affreschi cinquecenteschi); fu consacrata nel 1702 dal patriarca Delfino (occasione ricordata dall'iscrizione latina accanto al vecchio battistero). Una grande croce in ferro battuto, artisticamente sviluppata a forma di albero, domina la sommità della facciata. È pregevole, all'interno l'altare barocco di marmo proveniente da Venezia, fiancheggiato dalle statue di San Pietro e San Paolo.

Tra le altre opere d'arte spiccano: sul soffitto del coro un affresco del pittore francese Loche e alle pareti un quadro del Politi raffigurante il patrono del paese nell'atto di donare parte del suo mantello ad un povero (si pensa sia un dono votivo fatto da un abitante di Bertiolo per uno scampato pericolo), e una pala del Rosario di Francesco Pavona.

L'opera più celebre che si conservi nella chiesa è tuttavia un'opera contemporanea: si tratta delle vetrate di Arrigo Poz, inaugurate l'11 novembre 1990 in occasione della ricorrenza del santo patrono, dopo cinque anni di lavoro.

Inoltre possiede gruppo liturgico costituito da un coro ligneo, confessionali, un pulpito e le sedi per i presbitero e ministranti, considerato da molti esperti eccezionale per la ricchezza dei materiali e per la perizia con la quale sono stati messi in opera. L'impatto visivo che la chiesa parrocchiale dona ad un visitatore attento, stupisce per la perfetta proporzionalità delle sue linee architettoniche e per la cura di ogni singolo particolare.

Sorge nei pressi della chiesa il campanile edificato nei primi anni del 1600 in sopraelevazione di una torre medievale. È di pianta quadrata, rialzata, in muratura e termina con una cella campanaria traforata e bifora contornata da pietre e coperta da un tetto quadrangolare a falde costituito da tegole laterizie poste su un'orditura lignea.

La "Casa dei Frati" è ciò che resta a testimonianza della presenza di una confraternita che nel secolo scorso scomparve lasciando traccia della sua importanza nei documenti e nel nome dato alla via dove la casa ha la sua entrata principale.

Chiesetta della Santissima Trinità[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista storico è la più antica chiesa situata sul territorio bertiolese. La sua origine è molto incerta: probabilmente fu eretta sopra le rovine di un tempietto romano dedicato al dio celtico Beleno.

La chiesa è citata nei documenti a partire dal 1500, anche se la campana che ne sovrasta la facciata testimonia della sua esistenza fin da un'epoca ben anteriore: infatti porta impressa la data 1287, che la rende la campana più vecchia di tutta la provincia. A conferma della vetustà dell'edificio un aiuto viene dal materiale di riempimento ritrovato intorno all'altare, resti un affresco absidale databile al 1200-1300. Durante i lavori di ristrutturazione della chiesetta, avvenuti nel 1989, oltre a questi frammenti sono stati ritrovati i resti di un tempietto databile al VII secolo d.C. e di una necropoli anticamente annessa che risale al periodo longobardo. La sua scoperta avvenne proprio alle porte del 1990, anno dei Longobardi, e fece molto scalpore in quanto fu uno dei primi casi di ritrovamento di questo tipo.

In precedenza la chiesetta era intitolata ai santi aquileiesi Canzio, Canziano e Canzianilla, poi modificata perché luogo di riunione della confraternita della Santissima.

Santuario della Beata Vergine di Screncis[modifica | modifica wikitesto]

Non è possibile stabilire con certezza quando e come abbia avuto origine: le prime notizie scritte risalgono al 1400, ma risale probabilmente a periodi precedenti.

La tradizione vuole che nel luogo ove ora si trova il santuario della Beata Vergine esistesse un infossamento del terreno dove un pastore, mentre sorvegliava il gregge, scorse mezza nascosta l'immagine della Madonna col Bambino: raccontò il fatto in paese e l'immagine venne portata nella chiesa parrocchiale, ma il giorno dopo fu trovata esattamente nel luogo in cui era stata scoperta; venne allora portata nella chiesetta della Santissima Trinità, ma anche in questo caso la cosa si ripeté. Allora in quella località venne innalzato un capitello e successivamente una piccola cappella ampliata nel 1770. Durante gli scavi qui condotti nel 1857 si ritrovarono numerose ossa umane, forse una delle testimonianze delle battaglie che funestavano il Friuli. Si può dedurre che si sia approfittato dell'infossamento già esistente per seppellirvi i morti.

I primi documenti che ci parlano di un luogo di culto e dell'attività di una confraternita dedita ad opere pie risalgono alla fine del 1400. Il Santuario fu ampliato una prima volta nel 1770 e in modo imponente nel 1856, quando tutte le popolazioni dei paesi limitrofi contribuirono donando il materiale da costruzione. Al 1918 risale l'appello alla "Regina pacis" che si trova sul frontone.

Dall'anno mariano 1954 tutte le parrocchie della Forania di Codroipo (oggi allargato anche ad altre Foranie), partecipano al pellegrinaggio in occasione dell'Ottavario della Beata Vergine di Screncis, che va dall'8 settembre, Natività di Maria, al 15 settembre, giorno dedicato alla Madonna Addolorata.

Il quadro della Madonna, motivo della devozione di tante persone, non ha pregi artistici rilevanti; è in legno dipinto a colori naturali e raffigura la Madonna che con la sinistra sostiene ai fianchi il Bambino e con la destra ne avvolge i piedini. Oggi il santuario si presenta in tutta la sua bellezza agli occhi dei visitatori e devoti dopo i lavori di ristrutturazione.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[7]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

A Bertiolo, accanto alla lingua italiana, la popolazione utilizza la lingua friulana[8]. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[9].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Famosa nella zona è la Festa del vino che ha come contorno animazioni, concerti e vari avvenimenti che non distolgono comunque al vino il ruolo di protagonista.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Toponimo ufficiale in lingua friulana, sancito dal DPReg 016/2014, vedi Toponomastica ufficiale, su arlef.it.
  2. ^ Bilancio demografico mensile anno 2021 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ https://arlef.it/it/risorse/toponomastica-ufficiale/
  6. ^ a b Bertiolo, su Archivio Centrale dello Stato.
  7. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012..
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  8. ^ Lingua e cultura, su arlef.it.
  9. ^ Toponomastica: denominazioni ufficiali in lingua friulana., su arlef.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliano Bini et alii, Bertiolo/Bertiûl, Latisana, la bassa, 1998, 512 p.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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