Associazione Calcio Sandonà 1922: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 44: Riga 44:
|stadio= [[Stadio Verino Zanutto]]
|stadio= [[Stadio Verino Zanutto]]
|capienza= 4.000
|capienza= 4.000
|stadio=Stadio M. Davanzo
|stadio2=Stadio M. Davanzo
|capienza= 1.250
|capienza2= 1.250
|colori= [[File:Bianco e Celeste.svg|20px]] [[Bianco]] e [[celeste (colore)|celeste]]
|colori= [[File:Bianco e Celeste.svg|20px]] [[Bianco]] e [[celeste (colore)|celeste]]
|soprannomi=''Biancocelesti''
|soprannomi=''Biancocelesti''

Versione delle 20:01, 3 set 2015

S.S.D. Calcio San Donà
Calcio
Biancocelesti
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Maglietta
Manica destra
Pantaloncini
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Bianco e celeste
Dati societari
CittàSan Donà di Piave
NazioneBandiera dell'Italia Italia
ConfederazioneBandiera dell'Europa UEFA
Federazione FIGC
CampionatoSeconda Categoria
Fondazione1922
Scioglimento1935
Rifondazione1936
Scioglimento2001
Rifondazione2001
Scioglimento2010
Rifondazione2010
Scioglimento2013
Rifondazione2013
PresidenteBandiera dell'Italia Daniele Dorigo
AllenatoreBandiera dell'Italia Giovanni Battista Berlese
StadioStadio Verino Zanutto
(4.000 posti)
Sito webwww.calciosandonadonbosco.it
Palmarès
Si invita a seguire il modello di voce

La Società Sportiva Dilettantistica Calcio San Donà, noto semplicemente come Calcio San Donà o San Donà, è una società calcistica italiana di San Donà di Piave (VE). Dalla stagione 2010-2011 alla stagione 2012-2013 si chiamava SandonàJesolo Calcio, dopo che l'Unione Sportiva Città di Jesolo si era trasferita a San Donà di Piave. Nel 2013, la società rinuncia ad iscriversi al campionato di serie D e nel settembre dello stesso anno viene iscritta in Terza Categoria San Donà di Piave con il nome di A.S.D. Città di San Donà di Piave. Nella stagione 2014-2015 vince il suo girone di Terza Categoria e viene quindi promossa in Seconda Categoria.

Storia

Dalle origini al dopoguerra

La storia biancoceleste inizia nel lontano 1922. Sono anni pioneristici dove il gioco prevale sullo sport e solo in un secondo tempo si pensa all'organizzazione dei campionati. Così che solo nel 1929 alla costituzione del Comitato U.L.I.C. del Basso Piave inizia il vero corso sportivo del calcio sandonatese. In quello stesso anno viene costruito anche lo Stadio del Littorio, dedicato nel dopoguerra a Verino Zanutto, e che sarà sempre il giusto palcoscenico delle gare del San Donà. Dopo due campionati U.L.I.C. i biancocelesti entrano nei campionati federali della FIGC. Anni comunque difficili, dopo quattro stagioni la società biancoceleste si scioglie per problemi economici. La società però si ricostituisce nel 1936 partecipando al campionato Propaganda. L'anno seguente è in Seconda Divisione iniziando un'ascesa che la porta a conquistare la serie C nel 1939 grazie anche all'esperienza di un giocatore come Gastone Prendato che guida il San Donà nella doppia veste di allenatore e giocatore. Brillante la prima annata in Serie C dove si mette in mostra il portiere Guerrino Striuli, poi passato alla Triestina. In quell’annata i biancocelesti ebbero anche la soddisfazione di battere un Vicenza vero dominatore del campionato. Più difficile è stata l’annata seguente. Dopo un girone di andata vissuto ai vertici gli eventi bellici portarono molti dei suoi giocatori sui fronti di guerra tanto che la società fu costretta al ritiro. Al termine di questa annata Arturo Silvestri si trasferì prima alla Fiorentina e successivamente al Pisa per poi essere brillante protagonista nel dopoguerra con la maglia del Milan.

Nel dopoguerra la ripartenza è ancora in Serie C. Le prime annate non sono propriamente del livello di quelle vissute in precedenza, i gironi sono formati a base regionale. Tra le file biancocelesti si mette in luce Giovanni Perissinotto che successivamente giocherà in Serie A con Udinese e Roma. Dopo una retrocessione in Promozione causa riodino dei campionati, i biancocelesti riconquistano immediatamente la Serie C per giocarvi per un ulteriore triennio. San Donà divenne in quel periodo una fucina di nuovi talenti tanto che presero presto la via per le categorie maggiori giocatori del calibro di Bruno Alfier, Rino Carlini, Ivan Firotto e Sergio Mion.

Dagli anni cinquanta agli anni ottanta

Le difficoltà economiche diventarono comunque stringenti e il calcio biancoceleste venne costretto alle categorie regionali. Il periodo fu talmente difficile che nel 1954 il sodalizio sandonatese fu costretto ad un accordo con il Venezia. La squadra neroverde sostenne economicamente il San Donà ed in cambio ogni anno gli elementi migliori approdarono alla squadra veneziana. In questo periodo passano in laguna giocatori del calibro di Francesco Canella, Adriano Maschietto e Bruno Visentin. Nel 1957 venne meno l'accordo con il Venezia ma questo coincise con la rinascita sportiva del San Donà grazie ai presidenti Egidio Teso e Luigi Ferrari. In quegli anni vi è anche il ritorno in maglia biancoceleste di Giovanni Perissinotto nella doppia veste di allenatore e giocatore. Nonostante la vittoria nel Campionato Dilettanti 1958-59 i biancocelesti non vennero ammessi nella nuova serie D a causa dell'entrata in vigore della riforma Zauli. Così che solamente l'anno seguente il San Donà riuscì a conquistare la serie D dopo aver vinto nuovamente il campionato Dilettanti.

Gli anni sessanta sono un momento magico per il calcio biancoceleste che in questo periodo vide crescere tra le sue fila giocatori del calibro di Elvio Salvori, Angelo Cereser ed Enzo Ferrari. A questi possiamo aggiungere anche il concittadino Gianfranco Bedin che però mai giocò in maglia biancoceleste trasferendosi presto all'Inter.

Lungo diviene il percorso sandonatese in serie D tanto che la militanza in questa categoria continuò ininterrotta fino al 1972-73 per poi proseguire anche successivamente. Dopo i primi anni di serie D sotto la presidenza di Luigi Ferrari, seguì un periodo di incertezza che terminò con l’arrivo di Flaviano Mucelli. Se a livello societario le cose decisamente migliorarono i risultati non videro mai i biancocelesti lottare per la promozione. Pur tuttavia anche in questo periodo si misero in luce dei giocatori come Giacomo Vianello, Giancarlo Galdiolo e Maurizio Memo che successivamente arrivarono anche alla serie A.

Nel 1972-73 non va a buon fine un campionato dove trovano molto spazio i giovani. La retrocessione in Promozione è di quelle pesanti da accettare. Ci vorranno due campionati per riconquistare la categoria perduta. A guidare dalla panchina i biancocelesti fu Francesco Canella che dopo aver iniziato la sua carriera da calciatore con il San Donà, iniziò con i biancocelesti anche quella da allenatore. Seguirono quattro campionati di serie D dove il San Donà non riuscì ad inserirsi nella lotta promozione per una serie C che nel frattempo si era divisa in serie C1 e serie C2. Le difficoltà arrivarono poi con l’abbandono della presidenza di Mucelli e nonostante qualche timido tentativo di riassetto societario, non da ultimo la creazione di una Società per azioni, la retrocessione arrivò innesorabile nel 1978-79.

L’inizio degli anni ottanta regalarono al San Donà delle annate piuttosto buie che videro i biancocelesti sprofondare sino alla Prima Categoria, settima categoria nazionale. Solo nel 1983-84 ricominciò la risalita che nel giro di due annate vide i biancocelesti tornare in Interregionale. Una rinascita fondata sui giovani tra i cui protagonisti troviamo Giorgio Zamuner e Massimo Pavanel, che si misero poi lungamente in luce specialmente in serie C. Il ritorno in Interregionale è legato all’arrivo a San Donà della famiglia Agnoletto. I numerosi fratelli occuparono non solo i ruoli dirigenziali ma trovarono spazio anche in campo come in panchina. Ad allenare i biancocelesti per un triennio fu Andrea Agnoletto.

Nel 1988 arrivò una svolta per il San Donà con il passaggio della società dagli Agnoletto ad Orfeo Granzotto. Grandi le ambizioni ma non sempre ben ripagate dalle soddisfazioni.

Gli anni novanta

Dopo alcune annate affidate al tecnico Giorgio Belligrandi ed una parentesi con l’ex Elvio Salvori, la svolta vera arrivò nel campionato 1993-94. Sotto la guida di Ezio Glerean e grazie alle reti di Adriano Meacci i biancocelesti vennero promossi in Serie C2 dopo un lungo duello con il Valdagno e il Bassano Virtus. Grazie ad un modulo di gioco molto offensivista e degli opportuni innesti nell’annata seguente il San Donà sfiorò addirittura la promozione diretta in Serie C1. La sconfitta a due giornate dalla fine con il Montevarchi condannò il San Donà ai play-off con il Fano che vide poi i biancocelesti subito eliminati. Tanti i giocatori che si misero in evidenza in questo periodo come Ivone De Franceschi, Stefano Polesel, Mauro Mayer che poi seppero arrivare nelle serie maggiori, ma non da meno altri che alla pari del tecnico Ezio Glerean riproposero il modello vincente iniziato in biancoceleste al Cittadella.

Dopo due annate di serie C2 Ezio Glerean lascia il San Donà mentre iniziò il disimpegno progressivo di Orfeo Granzotto dalla presidenza. Per i biancocelesti tornò l’incertezza che li vide comunque salvarsi nell’annata 1996-97 inizialmente sotto la guida di Mauro Tossani. È questa l’annata dove fece il suo debutto tra i professionisti anche Fabio Bazzani poi brillante giocatore in serie A tanto da riuscire anche a debuttare in Nazionale.

Nel 1997 sale alla presidenza Piergiuseppe Simonetto e si cercò subito di costruire una formazione importante affidata a Bruno Tedino. Poi come sempre accade i migliori risultati si ottengono quando meno si spera. E così è solo nell’annata 1998-99 che i biancocelesti riuscirono a mettere a segno un’impresa incredibile ottenendo la promozione in Serie C1. A guidare i biancocelesti fu Renzo Rocchi, alle sue dipendenze tantissimi giocatori giovani che in quell’annata riuscirono a stupire tutti arrivando a disputare i play-off. Proprio nella finale di Mantova il risultato più prezioso con la vittoria (1-0) su una Triestina a cui sarebbe stato sufficiente anche il pareggio per ottenere la promozione. Era dagli cinquanta che il San Donà non giocava nella terza categoria nazionale ma ovviamente ciò mise di fronte la squadra biancoceleste ad un campionato di rilevante livello tecnico che trovò a mal partito una formazione sandonatese che ancora una volta puntava sui giovani. Persi gli elementi di maggior qualità come Francesco Ciullo e Evans Soligo per gli uomini del riconfermato allenatore Rocchi non fu un torneo semplice, tanto che alla fine arrivò la retrocessione. Iniziò così una parabola discendente a cui si abbinarono rilevanti problemi economici. Anche il successivo campionato di serie C2 fu irto di difficoltà con una deriva che inesorabilmente portò alla seconda retrocessione consecutiva.

Gli anni duemila

La doppia retrocessione riportava tra i dilettanti i biancocelesti dopo sette anni tra i professionisti. La situazione finanziaria non lasciava troppe speranze tanto che la dirigenza optò per la cessione del titolo alla squadra del Lido di Jesolo. Questi dunque ereditò la matricola 46220 del Sandonà[1], adottando i colori sociali neroazzurri e con la denominazione di U.S. Città di Jesolo partecipò al campionato di Serie D. Quanto al calcio sandonatese trovò comunque la forza di ripartire occupando quel posto lasciato libero dal Lido di Jesolo in Promozione e assumendo il nome di Associazione Calcio Sandonà 1922.

Quella del 2001-2002 fu una ripartenza all'insegna della storia sandonatese. Grazie ad un gruppo di dirigenti tra i quali gli ex presidenti Orfeo Granzotto e Flaviano Mucelli si costituì una dirigenza forte che riuscì a mettere a disposizione del tecnico Mauro Tossani un gruppo di giocatori di buon livello, la maggior parte dei quali con un passato biancoceleste. La prima stagione non fu facile ma si concluse con la vittoria del campionato. L'anno seguente in Eccellenza i biancocelesti ancor più rafforzati sfiorarono la promozione in Serie D. Dopo aver perso il campionato nelle ultime giornate, vennero sconfitti nello spareggio per l'accesso ai play-off. E non andò meglio nemmeno nella stagione successiva quando sulla panchina biancoceleste sedette l'allenatore Giovanni Colella, subentrato a campionato in corso. Conquistati i play-off, nel doppio confronto con il Casalserugo avvenne una nuova eliminazione. Seguirono un paio di campionati in tono minore che videro comunque l’arrivo di giocatori dall’ottimo passato come l’ex Stefano Polesel e Walter Mirabelli. Nel campionato 2006-2007 arriva la tanto inseguita promozione alla serie D dopo un duello con l'Asolo Fonte arrivato sino ad uno spareggio finale.

Dopo sette anni il Sandonà 1922 raggiunge quella categoria che i biancocelesti non avevano potuto disputare in precedenza per la cessione del titolo e qui ritrova anche il Città di Jesolo. Nonostante tanti proclami per il Sandonà 1922 la nuova categoria quasi diviene un incubo con una situazione societaria quantomai complicata. Ancora una volta furono i problemi finanziari a caratterizzare il campionato dei biancocelesti. A novembre venne completamente rivoluzionata la squadra e nonostante le difficoltà riuscì quasi a salvarsi. Il Sandonà 1922 perse lo spareggio salvezza con la Sanvitese per poi uscir sconfitto anche dai play-out con il Montecchio Maggiore. Nonostante la retrocessione i biancocelesti riuscirono ad ottenere il ripescaggio e a partecipare ad un nuovo campionato di Serie D. La situazione finanziaria non migliorò tanto che la squadra venne composta da tantissimi giovani e affidata al tecnico Cristiano Masitto. Classifica che ancora una volta non premiò gli sforzi dei biancocelesti e alla fine il penultimo posto vale una nuova retrocessione. Nel 2009 dopo due retrocessioni consecutive e un peso debitorio rilevante si decise comunque di disputare il campionato di Eccellenza. Sulla panchina biancoceleste venne chiamato Maurizio Rossi e sono ancora una volta tanti i giovani impiegati, pur se con qualche elemento di grande esperienza come Simone Pavan o Andrea Boscolo. Ciò però non fu sufficiente tanto che arrivò una nuova retrocessione attraverso i play-out, doppia sconfitta contro la Miranese (0-1, 2-4). Sotto il fardello di una situazione finanziaria incredibilmente difficile la storia del Sandonà 1922 sembrò essere giunta al capolinea.

Gli anni duemiladieci

Nel frattempo conosce qualche difficoltà anche il Città di Jesolo tanto che nell’estate 2010 la storia prende un percorso a ritroso. Il Città di Jesolo riporta a San Donà quel titolo sportivo acquisito dieci anni prima, adotta la denominazione SandonàJesolo Calcio e con essa i colori biancocelesti, mentre lo Stadio Zanutto torna a riassaporare la serie D. I programmi sono ambiziosi e nella prima stagione grossi sono gli investimenti. Sotto la guida di Bruno Tedino, tecnico che in passato ha allenato sia il Sandonà che il Città di Jesolo, i biancocelesti conquistano l’accesso ai play-off. Dopo aver eliminato Tamai e Unione Venezia accedono alla fase nazionale venendo eliminati solo in semifinale dalla Turris, pur non avendo perso mai alcuna gara dei play-off. La stagione seguente nonostante un ridimensionamento nella rosa, la squadra coglie importanti soddisfazioni nella Coppa Italia riuscendo a raggiungere la finale, poi vinta dal Sant’Antonio Abate (1-2). Grazie al piazzamento in Coppa il SandonàJesolo viene ammesso ai play-off e i biancocelesti riescono a migliorare la semifinale raggiunta nell’annata precedente accedendo alla finale. Una nuova piazza d’onore è quello che conquista la formazione di Bruno Tedino che viene sconfitta dalla Nuova Cosenza (2-3).

Nella terza annata i biancocelesti ringiovaniscono ancor di più la formazione. Partiti con obiettivi di salvezza gli uomini di Tedino si mantengono sempre ben lontani dalla zona pericolo cogliendo degli ottimi risultati anche contro le squadre più quotate del girone. Numerosi i giovani messi in mostra con relative convocazioni nella Nazionale Dilettanti come nelle varie rappresentative. Pur tuttavia i problemi sorgono nell'estate a seguire quando i biancocelesti rinunciano all'iscrizione. A differenza delle precedenti occasioni non è una situazione debitoria a segnare la storia biancoceleste, ma questo non muta il destino con il calcio sandonatese ancora alle prese con il fatto di non avere più una propria rappresentate in lizza in un qualsiasi campionato.

Dopo tre ottimi campionati la non iscrizione del SandonàJesolo ha portato ad una nuova riscrittura del corso storico del calcio sandonatese. Dopo un'estate d'incertezza l'unica via per dare una continuità alla storia biancoceleste è il ripartire dal gradino più basso del calcio italiano. Alla Terza Categoria viene iscritto il Città di San Donà di Piave che in precedenza aveva curato il settore giovanile del Sandonà 1922 e successivamente collaborato sempre a livello giovanile anche con il SanDonàJesolo Calcio. Un debutto in una prima squadra ma nel segno della tradizione sandonatese. La giovane squadra biancoceleste non è stata troppo fortunata nella sua prima annata di Terza Categoria. In campionato arriva al quinto posto sfiorando l'accesso ai play-off, mentre nella finale del Trofeo Veneto Orientale la cui vittoria vale il ripescaggio viene sconfitta ai rigori dal Team Biancorossi davanti a 2000 spettatori. Pur tuttavia con rinnovate ambizioni anche nella stagione 2014-15 si presenta ai nastri di partenza della Terza Categoria. Nel Trofeo Veneto Orientale 2014-2015 viene eliminata in semifinale dal Teglio Veneto. Con la vittoria per 2-0 contro il Ciprianocatron del 19 aprile 2015 vince il girone A di San Donà di Piave della Terza Categoria veneta e viene promossa in Seconda Categoria. Nell'estate 2015 cambia la denominazione in Socetà Sportiva Dilettantistica Calcio San Donà.

Cronistoria

Cronistoria della Società Sportiva Dilettantistica Calcio San Donà
  • 1922 - Per iniziativa di un gruppo di appassionati nasce la Società Calcistica Ardita con colori sociali bianco-nero.
  • 1922/24 - Attività calcistica a livello locale.
  • 1924 - Nell'aprile viene fondata l'Associazione Ginnico Sportiva e alla fine di quell'anno confluisce con l'Ardita in una Polisportiva la cui componente calcistica viene chiamata San Donà Football Club di cui diviene presidente l'Avvocato Celeste Bastianetto.
  • 1924-25 - Attività calcistica a livello locale.
  • 1925 - Viene inaugurato il nuovo Campo Sportivo di Via XX settembre. La squadra adotta la maglia azzurra.
  • 1925/29 - Attività calcistica a livello locale.
  • 1929 - L'8 dicembre 1929 viene inaugurato il nuovo Campo Sportivo del Littorio in Via Pralongo che successivamente dal 1945 prenderà il nome di Stadio Verino Zanutto. È istituito il Comitato U.L.I.C. Basso Piave di San Donà di Piave alla cui presidenza vi è il Comm. Costanzo Bortolotto allora Podestà di San Donà di Piave.
  • 1929-30 - Disputa il primo campionato della sua storia partecipando alla 1.a Categoria U.L.I.C. del Comitato Basso Piave di San Donà di Piave. La sua prima gara è stata il 22 dicembre 1929 San Donà-Libertas Ceggia 2-1. Si ritira dal campionato all'ultima giornata.
  • 1930-31 - 3º nel campionato 1.a Categoria U.L.I.C. del Comitato Basso Piave di San Donà.
  • 1931 - Si affilia al Direttorio Regionale Veneto della F.I.G.C. con la denominazione Società Sportiva San Donà di Piave.
  • 1931-32 - 5º nel girone C della 3.a Divisione Veneta. A novembre vince la Coppa Basso Piave organizzata dal Comitato U.L.I.C. Basso Piave (San Donà) battendo in finale lo Jesolo ai supplementari.
  • 1932-33 - 5º nel girone B della 3.a Divisione Veneta. Ammesso l'anno dopo alla 2.a Divisione Veneta. Cambia denominazione in Polisportiva Sandonatese riadottando la maglia bianca ufficiale.
  • 1933-34 - 6º nel girone A della 2.a Divisione Veneta.
  • 1934-35 - 8º nel girone A della 2.a Divisione Veneta. A fine campionato è inattivo e non si iscrive alla stagione sportiva 1935-36 del Direttorio III Zona (Veneto).
  • 1935-36 - Non partecipa ai campionati Veneti del Direttorio III Zona.
  • 1936 - Si riaffilia al Direttorio III Zona (Veneto) con la denominazione Associazione Calcio San Donà.
  • 1936-37 - 4° nel girone B della Sezione Propaganda di Venezia. Nell'anno seguente torna a disputare i campionati F.I.G.C..
  • 1937-38 - 1° nel girone unico di Seconda Divisione Veneta. Vince lo spareggio con il Saffa Este 2-1, mentre perde la finale con il Venezia C (1-3) per il titolo regionale di Seconda Divisione. Vince la Coppa Basso Piave. Promosso in Prima Divisione.
  • 1938-39 - 3º nel girone B della 1.a Divisione Veneta,[2], 1º nel girone finale. Promosso in Serie C.
  • 1939-40 - 9º nel girone A della Serie C.
  • 1940-41 - Si ritira alla 23.a giornata del girone A della Serie C a causa delle alte defezioni causate dalla chiamata alle armi dei propri giocatori. Retrocesso in Prima Divisione Veneta.
  • 1941-42 - Partecipa al girone A della Prima Divisione Veneta, si ritira dopo quattro gionate.
  • 1942-43 - 1º nel girone D della Prima Divisione Veneta. Rinuncia a disputare il girone finale.
  • 1943 - Cambia denominazione in A.C. Sandonatese "G.Ancillotto".
  • 1943-44 - Nel girone A di 1. Divisione del Torneo Misto indetto dal Direttorio III Zona (Veneto).
  • 1944-45 - Attività sospesa a causa del conflitto bellico.
  • 1945 - Cambia denominazione in A.C. San Donà. Riammessa in Serie C Regionale come misura risarcitoria antifascista.
  • 1945-46 - 10º nel girone B della Serie C dell'Alta Italia.
  • 1946-47 - 5º nel girone H della Lega Nord della Serie C.
  • 1947-48 - 4º nel girone H della Lega Nord della Serie C. Retrocesso nella nuova Promozione.
  • 1948-49 - 1º nel girone F della Promozione. Promosso in Serie C.
  • 1949-50 - 8º nel girone B di Serie C.
  • 1950-51 - 14º nel girone B di Serie C.
  • 1951-52 - 9º nel girone B di Serie C. Retrocesso nella nuova IV Serie.
  • 1952-53 - 15º nel girone C di IV Serie. Retrocesso in Promozione Veneta.
  • 1953-54 - 9º nel girone C della Promozione Veneta.
  • 1954-55 - 3º nel girone C della Promozione Veneta.
  • 1955-56 - 5º nel girone C della Promozione Veneta.
  • 1956-57 - 5º nel girone C della Promozione Veneta.
  • 1957-58 - 6º nel girone D del Campionato Veneto Dilettanti.
  • 1958-59 - 1º nel girone D del Campionato Veneto Dilettanti vincendo lo spareggio col San Stino 2-1. Perde la semifinale regionale con la Lendinarese (2-1 e 1-3), ma vince la finale col Libertas di Verona (1-2 e 1-0 e sorteggio). Giudicato da Artemio Franchi come finanziariamente inadatto all'ascesa. Nel concorso nazionale onorifico batte la Ponziana (1-0) ma perde con il Caravaggio (1-3).
  • 1959-60 - 1º nel girone C della Prima Categoria Veneta. Vince gli spareggi con la Libertas di Verona e la Lendinarese. Promosso in Serie D.
  • 1960-61 - 8º nel girone C di Serie D.
  • 1961-62 - 10º nel girone C di Serie D.
  • 1962-63 - 16º nel girone C della Serie D. Perde lo spareggio-salvezza con il Faenza (0-4), ma in seguito è riammesso in Serie D a completamento degli organici.
  • 1963-64 - 13º nel girone C della Serie D.
  • 1964-65 - 13º nel girone B della Serie D.
  • 1965-66 - 6º nel girone C della Serie D.
  • 1966-67 - 8º nel girone B della Serie D.

Colori sociali

La maglia è bianco-celeste a strisce verticali, i pantaloncini e i calzettoni sono neri. Lo sponsor tecnico è Givova, non c'è lo sponsor sulla maglia. La seconda maglia è di colore rosso amaranto, con pantaloncini e calzettoni dello stesso colore.

Strutture

Stadio

Lo stesso argomento in dettaglio: Stadio Verino Zanutto.

La squadra gioca allo stadio Verino Zanutto. Inaugurato l'8 dicembre del 1929[3] come Stadio del Littorio, fu intitolato, a partire dal secondo dopoguerra, a Verino Zanutto ex calciatore e membro della resistenza impiccato a Meolo il 22 aprile 1945.

Statistiche e record

Partecipazioni ai campionati

Campionati nazionali
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
C Serie C 8 1939-1940 1951-1952 15
Serie C1 1 1999-2000
Serie C2 6 1994-1995 2000-2001
D Promozione 1 1948-1949 32
IV Serie 1 1952-1953
Interregionale 6 1986-1987 1991-1992
Serie D 24 1960-1961 2012-2013

Prospetto delle 47 stagioni disputate nelle leghe interregionali. A norma delle NOIF della FIGC, sono considerate professionistiche e concorrono alla tradizione sportiva cittadina le annate in Serie C, C1 e C2.

Campionati regionali
Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
I Seconda Divisione 2 1933-1934 1934-1935 5
Prima Divisione 3 1938-1939 1942-1943
II Terza Divisione 2 1931-1932 1932-1933 13
Seconda Divisione 1 1937-1938
Promozione 4 1953-1954 1956-1957
Campionato Dilettanti 3 1957-1958 1958-1959
Prima Categoria 1 1959-1960
Promozione 2 1973-1974 1974-1975
III Promozione 5 1979-1980 2001-2002 11
Eccellenza 6 2002-2003 2009-2010
IV Prima Categoria 3 1981-1982 1983-1984 4
Seconda Categoria 1 2015-2016
V Terza Categoria 2 2013-2014 2014-2015 2

Tifoseria

Storia

La tifoseria del S.S.D. Calcio San Donà è stata rappresentata per 17 anni dal gruppo dei Caimani del Piave, nome che ricordava l'omonimo gruppo di nuotatori dell'esercito italiano impegnato durante la Prima guerra mondiale. I Caimani sorsero il 22 dicembre 1994 e si sono sciolti il 1º ottobre 2011.[4] Altri gruppi che formavano la curva del San Donà erano New Generation (formato prevalentemente da ragazzi provenienti da Jesolo), nato nel 1996, Banda Casta, GTC, Gruppo Pampers, Alti Spalti (gli ultimi due composti esclusivamente da sandonatesi).[5] Attualmente la tifoseria si riconosce dietro lo striscione storico "Sandona" ed è composta da supporters provenienti da San Donà e frazioni, Jesolo ed Eraclea. Nel 2015 la curva decide di non seguire l'A.C. Sandonà 1922 in Eccellenza, squadra sorta dal cambio di denominazione dell'A.C.D. Passarella '93, ma di continuare a sostenere il Calcio San Donà in Seconda Categoria.[6]

Gemellaggi e rivalità

La tifoseria sandonatese è gemellata con quella della Viterbese e ci sono altre amicizie con la Curva Sud VeneziaMestre, gruppo ultras del Venezia, con la curva dell'Union Clodia Sottomarina(che dal 2011 non segue più la società nel frattempo diventata Clodiense) e con le tifoserie di Cremonese e Castel San Pietro (quest'ultima squadra non esiste più avendo cessato la sua attività nel 2012).

La maggiore rivalità è quella con i tifosi del Treviso, soprattutto per l'amicizia con i tifosi del Venezia, storici rivali di quelli trevigiani. Altre rivalità sono quelle con le tifoserie di Cittadella, Mantova, Montevarchi, Rimini e del Giorgione (Castelfranco Veneto) .[5]

Note

  1. ^ Almanacco Illustrato Panini 2001, pag.420
  2. ^ La prima classificata il Venezia B (squadra B = Riserve) non fa classifica e non disputa le finali per la promozione in Serie C.
  3. ^ A.C. San Donà: 90 anni di Calcio BIancoceleste, pag.18
  4. ^ Triste comunicato: si sciolgono i “Caimani del Piave” del Sandonà, su ultrasbelluno.wordpress.com, 9 ottobre 2011.
  5. ^ a b Sandonà-Jesolo Calcio, su ultras.wikia.com, http://ultras.wikia.com/.
  6. ^ «Questa non è la nostra squadra» Tifosi contrari al nuovo San Donà, su nuovavenezia.gelocal.it, 19 agosto 2015.

Bibliografia

  • Gianni Colosetti, Storia dello sport sandonatese, Mazzanti Editori, 2007.
  • Giovanni Monforte e Stefano Pasqualato, A.C. San Donà: 90 anni di Calcio Biancoceleste, GEO edizioni, 2012, p. 544.

Collegamenti esterni