Nazionale di pallanuoto maschile dell'Italia: differenze tra le versioni

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Versione delle 14:14, 17 feb 2021

Bandiera dell'Italia Italia
Campione del mondo in carica Campione del mondo in carica
Uniformi di gara
  
Sport Pallanuoto
Federazione FIN
Confederazione LEN, FINA
Soprannome Settebello
Selezionatore Bandiera dell'Italia Alessandro Campagna
Record presenze Carlo Silipo (482)
Esordio internazionale
Bandiera della Spagna Spagna 2 - 1 Italia Bandiera dell'Italia
Anversa, Belgio, 22 agosto 1920
Migliore vittoria
Bandiera dell'Italia Italia 23 - 0 Bielorussia Bandiera della Bielorussia
Imperia, Italia, 9 aprile 2006
Olimpiadi
Partecipazioni 20 (esordio: 1920)
Miglior risultato Oro Oro: 1948, 1960, 1992
Mondiali
Partecipazioni 18 (esordio: 1973)
Miglior risultato Oro Oro: 1978, 1994, 2011, 2019
Europei
Partecipazioni 30 (esordio: 1927)
Miglior risultato Oro Oro: 1947, 1993, 1995
Coppa del Mondo
Partecipazioni 11 (esordio: 1979)
Miglior risultato   Oro: 1993
World League
Partecipazioni 9 (esordio: 2003)
Miglior risultato   Argento: 2003, 2011, 2017

La nazionale di pallanuoto maschile dell'Italia è la squadra di pallanuoto che rappresenta l'Italia nelle competizioni internazionali; è posta sotto la giurisdizione della Federazione Italiana Nuoto. È una delle nazionali più titolate al mondo avendo vinto, in almeno un'occasione, quattro dei cinque titoli internazionali più importanti: Olimpiadi (1948, 1960, 1992), Mondiali (1978, 1994, 2011, 2019), Europei (1947, 1993, 1995) e Coppa del Mondo (1993), manca invece l'alloro nella recente World League, torneo in cui gli azzurri vantano come miglior risultato la medaglia d'argento (ottenuta in 3 occasioni).

È conosciuta con il celebre soprannome di Settebello, utilizzato per la prima volta nel 1948 alle Olimpiadi di Londra dal radiocronista Nicolò Carosio. All'epoca Settebello era il soprannome della squadra napoletana della Rari Nantes Napoli, poiché i giocatori di questa passavano il tempo durante le lunghe trasferte giocando a scopa. Alle Olimpiadi di Londra, durante un'intervista, Gildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarelli, giocatori della Rari Nantes Napoli, dissero a Nicolò Carosio «Noi siamo quelli del Settebello, alla radio ci chiami così»: da allora quello rimase il soprannome della nazionale di pallanuoto azzurra.[1][2][3]

Storia

La nazionale azzurra fa il suo esordio internazionale alle disastrose Olimpiadi di Anversa nel 1920. La rappresentativa azzurra convocata per la trasferta in Belgio, infatti, non è sicuramente all'altezza delle altre squadre del torneo. La prima partita, valida per gli ottavi di finale, viene disputata contro la Spagna. Al termine dei tempi regolamentari la partita è ancora sul risultato di 1-1. Nei tempi supplementari, però, i giocatori dell'Italia non vollero scendere in campo a causa dell'acqua ghiacciata, la cui temperatura era di 15 °C. In acqua entrarono solamente Amilcare Beretta, Mario Boero e Ercole Boero, mentre il resto della squadra entrò solamente nel secondo tempo supplementare. La partita terminò con un ulteriore goal da parte degli spagnoli. Persa la prima partita, l'Italia prende parte al torneo per la medaglia di bronzo, dove viene travolta dalla Grecia per 5-1 e concludendo così l'avventura olimpica.[4]

1950: il CT Mario Majoni prepara la rappresentativa azzurra per gli Europei di Vienna

Quattro anni dopo, nel 1924, alle Olimpiadi di Parigi l'Italia viene nuovamente travolta. Nella capitale francese incassa sette goal dalla Nazionale svedese, venendo nuovamente eliminata agli ottavi. Fallimentare anche la prima esperienza agli Europei, nel 1927, dove la Nazionale azzurra si piazza al 12º posto. Dopo questa ennesima delusione, però, la Nazionale inizia un periodo di crescita, ottenendo prima il 9º posto agli Europei di Magdeburgo del 1934, e poi il 5º posto a quelli di Londra del 1938.

Nel 1947 arriva il primo podio, dopo l'interruzione della seconda guerra mondiale, agli Europei di Monaco, quando l'Italia conquista l'oro, dominando il torneo e mantenendo per tutte e cinque le partite del torneo la propria imbattibilità. Nel 1948 il settebello (soprannome che la nazionale azzurra acquista proprio in quest'anno), detentrice del titolo europeo, prende parte alle Olimpiadi di Londra. Dopo aver passato il primo turno travolgendo l'Australia 9-0 e pareggiando con la Jugoslavia 4-4, accede al secondo turno dove vince di misura con l'Ungheria, campioni in carica da due edizioni. Nel girone del terzo turno, valido come semifinale, vince contro Francia (5-2) e Egitto (5-1). Nel girone finale si laurea per la prima volta campione olimpico, seguito da Ungheria e Paesi Bassi.

1954, Torino: vengono premiate le squadre vincitrici. Sul podio István Szívós a rappresentare l'Ungheria, Zdravko-Ćiro Kovačić per la Jugoslavia e Cesare Rubini per l'Italia

Nel 1950 l'Italia campione d'Europa affronta gli Europei di Vienna a girone unico, dove si deve misurare con altre sei forze europee. Pur imponendosi nettamente su Francia e Svizzera, gli azzurri si devono arrendere alla superiorità dell'Olanda, imbattuta nel torneo, della Svezia e della Jugoslavia, dovendosi accontentare del quarto posto. Nel 1952 l'Italia si riscatta alle Olimpiadi di Helsinki dove nel girone finale si guadagna la medaglia di bronzo, non riuscendo comunque ancora a contrastare la potenza di Ungheria e Jugoslavia. Un altro bronzo arriva agli Europei del 1954, giocati in casa a Torino. Il podio è il medesimo delle Olimpiadi: gli imbattibili Ungheresi e gli Jugoslavi si piazzano sui primi due gradini del podio. L'anno successivo gli azzurri fanno il loro esordio ai Giochi del Mediterraneo, vincendo subito l'oro davanti a Francia e Spagna. Nel 1956 un 4º posto alle Olimpiadi e nel 1958 4º posto agli Europei. Il decennio si conclude con l'argento ai Giochi del Mediterraneo del 1959. Nel 1960 il nuovo decennio si apre con uno dei più memorabili trionfi della squadra azzurra. Infatti rimane nella storia della pallanuoto italiana la vittoria dell'oro olimpico alle Olimpiadi di Roma. Davanti al pubblico di casa la Nazionale passa imbattuta sia la prima che la seconda fase del torneo. Nel girone finale si trova contro le più forti squadre del Mondo. Sconfigge la temuta Jugoslavia e l'Unione Sovietica. L'ultima partita la gioca contro l'Ungheria. Questa finisce in pareggio (3-3), ma concede all'Italia la vittoria matematica del titolo. I giocatori al termine della partita si buttano festanti in acqua per lo storico risultato. Successivamente avvengono le premiazioni, dove l'Italia, capitanata da Salvatore Gionta, viene seguita da Unione Sovietica e Ungheria.

Il Settebello viene premiato dopo aver vinto il girone finale ai Giochi di Roma 1960

Per il resto degli anni sessanta la squadra sfiora soltanto il podio. Ai Giochi Olimpici si piazza al 4º posto sia nel 1964 che nel 1968, edizioni nelle quali tornano ad imporsi le superpotenze ungheresi e jugoslave, e l'Unione Sovietica che dopo l'argento di Roma nel 1960 continua a collezionare podi. Agli Europei ottiene un 8º posto nel 1962 e un altro 4º posto nel 1966. Le uniche soddisfazioni sono portate dai Giochi del Mediterraneo, dove gli azzurri conquistano l'oro nel 1963 e l'argento nel 1967.

Nel 1970 l'Italia ottiene l'ennesimo 4º posto agli Europei, il secondo consecutivo. Davanti agli azzurri, sul podio, sempre Unione Sovietica, Ungheria e Jugoslavia. Nel 1971 vince per la seconda volta consecutiva l'argento ai Giochi del Mediterraneo. Nel 1972, alle Olimpiadi di Monaco di Baviera, ottiene solamente un 6º posto, il terzo peggior risultato ai Giochi Olimpici della nazionale, dopo le disastrose avventure del 1920 e del 1924. Nel 1973 la Fédération Internationale de Natation organizza per la prima volta una rassegna mondiale dedicata agli sport acquatici, i Campionati mondiali di nuoto, all'interno dei quali trova spazio il primo Campionato mondiale di pallanuoto (FINA World Water Polo Championships). L'Italia prende parte a questa prima edizione, che ha come sede Belgrado, e non va oltre il 4º posto. Nel 1974 agli Europei di Vienna ottiene il 5º posto, arrivando dietro a Ungheria, Unione Sovietica, Jugoslavia e Paesi Bassi. Ai Mondiali del 1975 si piazza sul podio vincendo la medaglia di bronzo, approfittando dell'eliminazione della Jugoslavia nella fase preliminare della competizione, e nello stesso anno vince anche l'oro ai Giochi del Mediterraneo. Nel 1976 la Nazionale recupera la deludente prestazioni di quattro anni prima alle Olimpiadi, e questa volta ai Giochi di Montréal vince l'argento. Nel 1977 agli Europei di Jönköping, con Gianni De Magistris capocannoniere della rassegna[5], conquista il terzo posto del podio, riuscendo a mettersi alle spalle nel girone unico l'Unione Sovietica per un solo punto. Nel 1978 gli azzurri conquistano il loro primo, storico, oro iridato ai Mondiali di Berlino Ovest, imponendosi, anche questa volta con un solo punto di scarto, sulle eterne rivali europee. Nel 1979 la FINA inaugura una nuova competizione denominata Coppa del Mondo dove l'Italia è ammessa insieme alle altre sette squadre arrivate ai quarti del Mondiale precedente. Ma la Nazionale azzurra non riesce a bissare il successo e si piazza al 6º posto. Nello stesso anno vince l'argento ai Giochi del Mediterraneo.

1971, San Candido: la Nazionale azzurra e il CT Mario Majoni sulle montagne di San Candido, in provincia di Bolzano

In seguito come risultati di rilievo ci saranno il secondo posto ottenuto ai mondiali del 1986 ed il terzo agli europei del 1987 e del 1989 dopo il quarto a quelli del 1985 (stesso piazzamento anche nell'edizione del 1991).

Negli anni novanta il mito del Settebello raggiunge l'apice quando, allenato da Ratko Rudić, riesce a conquistare il Grande Slam iniziato con l'oro alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992. Il cammino dell'Italia passa per tre vittorie (contro Paesi Bassi, Cuba e Grecia) e due pareggi (con Ungheria e Spagna) nel girone preliminare; in semifinale supera la Squadra Unificata per 9-8 e in finale ritrova i padroni di casa della Spagna, che batte 9-8 con gol decisivo al terzo supplementare di Ferdinando Gandolfi.
A questo successo farà seguito un "filotto" di vittorie: l'anno successivo il Settebello conquista la sua unica Coppa del Mondo, pochi mesi dopo arriva l'oro agli europei di Sheffield, nel 1994 l'oro nel mondiale di casa a Roma, e infine un nuovo trionfo continentale a Vienna 1995.

Dopo il bronzo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996 la nazionale ha qualche battuta d'arresto. Agli europei del 1997, a Siviglia, viene eliminata ai quarti dell'Ungheria, poi vincitrice della competizione, e ai mondiali di Perth 1998 non si qualifica per la fase a eliminazione diretta, restando tagliata fuori dalla lotta per il podio. Si riscatta in parte arrivando terza agli europei del 1999 disputatisi a Firenze.

Le Olimpiadi di Sydney segnano il capolinea della carriera di Rudić in azzurro. L'Italia esce ai quarti di finale con l'Ungheria: nel dopo gara si scatena un rissa in acqua a cui seguono pesanti dichiarazioni del tecnico nei confronti dell'arbitraggio[6]. La FINA infligge un anno di squalifica a Rudić, quattro giornate a Roberto Calcaterra, due al fratello Alessandro e una ad Attolico[7].
Viene così promosso allenatore il secondo di Rudić, Sandro Campagna, che l'anno successivo porta il Settebello al secondo posto agli europei e al quarto posto ai mondiali.

Nel 2002 la Federnuoto affida la guida della nazionale a Paolo De Crescenzo[8] che, nel 2003, dopo un deludente europeo chiuso in nona posizione, coglierà un inaspettato secondo posto ai mondiali di Barcellona.

Dopo l'ottava piazza alle Olimpiadi di Atene De Crescenzo si dimette[9] e al suo posto arriva Pierluigi Formiconi[10], reduce da una lunga serie di successi alla guida della nazionale femminile culminata con l'oro olimpico. Ai successivi mondiali di Montréal 2005 l'Italia esce ai quarti contro la Grecia e si ferma all'ottavo posto. Formiconi viene esonerato e il suo incarico viene affidato a Paolo Malara[11].

Malara debutta nelle qualificazioni agli Europei 2006[12], nei quali l'Italia si piazza al quinto posto, dopo esser stata eliminata nei quarti dalla modesta Romania. Il Settebello arriva quinto anche l'anno successivo ai mondiali di Melbourne, mentre nelle Olimpiadi di Pechino 2008 non va oltre il nono posto, consolandosi con il titolo di capocanonniere conquistato da Alessandro Calcaterra[13].

Il Settebello medaglia di bronzo ai Giochi di Rio de Janeiro 2016

Nel 2008 la Federnuoto richiama alla guida della nazionale Sandro Campagna[14]. Dopo un quinto posto in World League, gli azzurri chiudono i Mondiali 2009 di Roma, con un disastroso 11º posto, peggior piazzamento dell'Italia ad un campionato mondiale; dopo la sconfitta ai Play-off contro la Serbia Alessandro Calcaterra, dopo 460 presenze, annuncia l'addio alla nazionale[15].

Nel 2010 Campagna rivoluziona la nazionale convocando numerosi giovani[16]. Dopo aver fallito la qualificazione alle finali di World League, a luglio l'Italia si impone nel torneo amichevole otto nazioni e a settembre, agli Europei 2010 di Zagabria, torna sul podio continentale a nove anni di distanza, conquistando l'argento dopo aver perso in finale con i padroni di casa della Croazia, allenati da Ratko Rudić. Nel 2011 il Settebello partecipa alle finali di World League a Firenze, dove coglie il suo secondo argento nella competizione, battuta in finale dalla Serbia per 9-8. Ad un mese di distanza, le due nazionali si incontrano nuovamente nella finale dei campionati del mondo a Shanghai, ma questa volta sono gli azzurri ad avere la meglio e diventano campioni del mondo per la terza volta, superando i serbi per 7-8 dopo i supplementari. Il capitano Stefano Tempesti viene eletto miglior portiere e miglior giocatore del mondiale[17][18].

Il 2012 si apre con gli Europei di Eindhoven: l'Italia, priva di Tempesti, infortunato[19], cede in semifinale alla Serbia e nella finale per il bronzo all'Ungheria, giungendo al quarto posto. A febbraio, battendo la Russia, il Settebello si qualifica in anticipo per le finali della World League[20].
Il 18 aprile la formazione campione del mondo (Aicardi, D.Fiorentini, Gallo, Pérez, Deserti, Presciutti, Felugo, Figlioli, Figari, Giorgetti, Gitto, Pastorino e Tempesti) è stata premiata dal presidente del Consiglio Mario Monti con il prestigioso Collare d'Oro, mentre il CT Campagna è stato insignito della Palma d'Oro[21].
A giugno, nella Super final di World League, l'Italia perde ai rigori in semifinale con la Spagna ma conquista il bronzo sconfiggendo gli Stati Uniti nella finale per il terzo posto[22][23]. A luglio l'Italia si porta a casa un bronzo nel torneo amichevole otto nazioni, per poi guadagnare la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Londra 2012, dopo la finale persa per 8-6 contro la Croazia. L'Italia di Sandro Campagna è di nuovo campione del mondo ai mondiali coreani nel 2019, migliorando l'ottimo bronzo olimpico di tre anni prima. Il Settebello vince l'oro – il quarto della storia – battendo la Spagna per 10-5 in una finale dominata. A Gwangju gli azzurri – che schieravano 3 reduci dell'oro del 2011 a Shanghai: Figlioli, Figari e Aicardi – sono riusciti a contenere il superattacco iberico (90 reti nel torneo, quaranta in più dell'Italia) e imposto le proprie capacità difensive.

Record individuali

Numero di presenze

Presenze
1 Carlo Silipo [24] 482
2 Alessandro Calcaterra [25] 460
3 Mario Fiorillo [26] 444
4 Roberto Calcaterra [26] 431
5 Francesco Attolico [27] 421
6 Alberto Angelini [28] 416
7 Amedeo Pomilio [29] 414
8 Francesco Postiglione 409
9 Alessandro Campagna [26] 408[30]

Altri record

Palmarès

1948, 1960, 1992
1978, 1994, 2011, 2019
1947, 1993, 1995
1993
1955, 1963, 1975, 1987, 1991, 1993

Commissari tecnici

Periodo
Ercole Boero [31] 1924
Giuseppe Valle [32][33] 1947-1948
Mario Majoni [34] 1950-1956
Andres Zólyomy [35] 1956-1964
Mario Majoni [34] 1964-1972
Gianni Lonzi [36][37] 1973-1982
Federico Dennerlein [38] 1983-1990
Ratko Rudić [39] 1991-2000
Alessandro Campagna [40] 2000-2002
Paolo De Crescenzo [41] 2003-2004
Pierluigi Formiconi [42] 2004-2005
Paolo Malara [43] 2005-2008
Alessandro Campagna [30] 2008-

Partecipazioni

Olimpiadi

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Francia Parigi 1900 Non partecipante - - - -
Bandiera degli Stati Uniti St. Louis 1904 Non partecipante - - - -
Bandiera del Regno Unito Londra 1908 Non partecipante - - - -
Bandiera della Svezia Stoccolma 1912 Non partecipante - - - -
Bandiera del Belgio Anversa 1920 Ottavi di finale 2 0 0 2
Bandiera della Francia Parigi 1924 Ottavi di finale 1 0 0 1
Bandiera dei Paesi Bassi Amsterdam 1928 Non qualificata - - - -
Bandiera degli Stati Uniti Los Angeles 1932 Non qualificata - - - -
Bandiera della Germania Berlino 1936 Non qualificata - - - -
Bandiera del Regno Unito Londra 1948   Oro 7 6 1 0
Bandiera della Finlandia Helsinki 1952   Bronzo 8 6 0 2
Bandiera dell'Australia Melbourne 1956 4º posto 6 3 0 3
Bandiera dell'Italia Roma 1960   Oro 6 5 1 0
Bandiera del Giappone Tokyo 1964 4º posto 6 3 0 3
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera del Messico Città del Messico 1968 4º posto 9 6 1 2
Bandiera della Germania Monaco 1972 6º posto 8 3 2 3
Bandiera del Canada Montréal 1976   Argento 8 4 3 1
Bandiera dell'Unione Sovietica Mosca 1980 8º posto 8 4 1 3
Bandiera degli Stati Uniti Los Angeles 1984 7º posto 7 4 2 1
Bandiera della Corea del Sud Seul 1988 7º posto 7 3 2 2
Bandiera della Spagna Barcellona 1992   Oro 7 5 2 0
Bandiera degli Stati Uniti Atlanta 1996   Bronzo 8 7 0 1
Bandiera dell'Australia Sydney 2000 5º posto 8 6 1 1
Bandiera della Grecia Atene 2004 8º posto 7 4 0 3
Bandiera della Cina Pechino 2008 9º posto 8 4 0 4
Bandiera del Regno Unito Londra 2012   Argento 8 5 1 2
Bandiera del Brasile Rio de Janeiro 2016   Bronzo 8 5 0 3


Mondiali

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Jugoslavia Belgrado 1973 4º posto 8 5 0 3
Bandiera della Colombia Cali 1975   Bronzo 8 4 2 2
Bandiera della Germania Ovest Berlino Ovest 1978   Oro 8 5 3 0
Bandiera dell'Ecuador Guayaquil 1982 9º posto 7 5 0 2
Bandiera della Spagna Madrid 1986   Argento 7 5 0 2
Bandiera dell'Australia Perth 1991 6º posto 7 4 0 3
Bandiera dell'Italia Roma 1994   Oro 7 7 0 0
Bandiera dell'Australia Perth 1998 5º posto 8 5 1 2
Bandiera del Giappone Fukuoka 2001 4º posto 8 4 1 3
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Spagna Barcellona 2003   Argento 6 5 0 1
Bandiera del Canada Montréal 2005 8º posto 7 2 0 5
Bandiera dell'Australia Melbourne 2007 5º posto 7 5 0 2
Bandiera dell'Italia Roma 2009 11º posto 6 2 0 4
Bandiera della Cina Shanghai 2011   Oro 6 6 0 0
Bandiera della Spagna Barcellona 2013 4º posto 7 5 0 2
Bandiera della Russia Kazan' 2015 4º posto 7 3 0 4
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2017 6º posto 7 5 1 1
Bandiera della Corea del Sud Gwangju 2019   Oro 6 6 0 0


Europei

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera dell'Ungheria Budapest 1926 Non qualificata - - - -
Bandiera dell'Italia Bologna 1927 12º posto 1 0 0 1
Bandiera della Francia Parigi 1931 Non qualificata - - - -
Bandiera della Germania Magdeburgo 1934 9º posto 4 0 1 3
Bandiera del Regno Unito Londra 1938 5º posto 6 2 1 3
Bandiera di Monaco Montecarlo 1947   Oro 5 3 2 0
Bandiera dell'Austria Vienna 1950 4º posto 6 3 0 3
Bandiera dell'Italia Torino 1954   Bronzo 8 6 0 2
Bandiera dell'Ungheria Budapest 1958 4º posto 8 6 0 2
Bandiera della Germania Est Lipsia 1962 8º posto 7 0 2 5
Bandiera dei Paesi Bassi Utrecht 1966 4º posto 9 5 2 2
Bandiera della Spagna Barcellona 1970 4º posto 9 5 0 4
Bandiera dell'Austria Vienna 1974 5º posto 7 2 2 3
Bandiera della Svezia Jönköping 1977   Bronzo 7 4 0 3
Bandiera della Jugoslavia Spalato 1981 5º posto 7 1 2 4
Bandiera dell'Italia Roma 1983 7º posto 7 2 1 4
Bandiera della Bulgaria Sofia 1985 4º posto 7 4 0 3
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Francia Strasburgo 1987   Bronzo 7 5 1 1
Bandiera della Germania Ovest Bonn 1989   Bronzo 10 7 2 1
Bandiera della Grecia Atene 1991 4º posto 10 8 0 2
Bandiera del Regno Unito Sheffield 1993   Oro 12 11 0 1
Bandiera dell'Austria Vienna 1995   Oro 7 6 1 0
Bandiera della Spagna Siviglia 1997 6º posto 7 3 0 4
Bandiera dell'Italia Firenze 1999   Bronzo 8 5 1 2
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2001   Argento 8 4 0 4
Bandiera della Slovenia Kranj 2003 9º posto 5 2 0 3
Bandiera della Serbia Belgrado 2006 5º posto 10 7 0 3
Bandiera della Spagna Málaga 2008 5º posto 6 4 0 2
Bandiera della Croazia Zagabria 2010   Argento 8 6 0 2
Bandiera dei Paesi Bassi Eindhoven 2012 4º posto 8 5 0 3
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2014   Bronzo 8 5 2 1
Bandiera della Serbia Belgrado 2016 6º posto 7 5 0 2
Bandiera della Spagna Barcellona 2018 4º posto 6 4 0 2
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2020 6º posto 6 4 0 2


Coppa del Mondo

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Jugoslavia Fiume/Belgrado 1979 6º posto 7 1 2 4
Bandiera degli Stati Uniti Long Beach 1981 Non qualificata - - - -
Bandiera degli Stati Uniti Malibu 1983   Bronzo 7 3 3 1
Bandiera della Germania Ovest Duisburg 1985 5º posto 7 4 0 3
Bandiera della Grecia Salonicco 1987 5º posto 7 4 0 3
Bandiera della Germania Ovest Berlino Ovest 1989   Argento 5 3 0 2
Bandiera della Spagna Barcellona 1991 Non qualificata - - - -
Bandiera della Grecia Atene 1993   Oro 5 5 0 0
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera degli Stati Uniti Atlanta 1995   Argento 5 3 0 2
Bandiera della Grecia Atene 1997 5º posto 5 2 1 2
Bandiera dell'Australia Sydney 1999   Argento 5 3 0 2
Bandiera della Jugoslavia Belgrado 2002 4º posto 5 2 1 2
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2006 5º posto 5 3 0 2
Bandiera della Romania Oradea 2010 Non qualificata - - - -
Bandiera del Kazakistan Almaty 2014 Non qualificata - - - -
Bandiera della Germania Berlino 2018 Non qualificata - - - -


World League

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Grecia Patrasso 2002 Turno di qualificazione 12 9 0 3
Bandiera degli Stati Uniti New York 2003   Argento 5 4 0 1
Bandiera degli Stati Uniti Long Beach 2004 4º posto 14 10 0 4
Bandiera della Serbia e Montenegro Belgrado 2005 2º Turno di qualificazione 10 5 0 5
Bandiera della Grecia Atene 2006 Turno di qualificazione 6 1 0 5
Bandiera della Germania Berlino 2007 Turno di qualificazione 8 4 0 4
Bandiera dell'Italia Genova 2008 7º posto 12 3 0 9
Bandiera del Montenegro Podgorica 2009 5º posto 8 3 0 5
Bandiera della Serbia Niš 2010 Turno di qualificazione 6 5 0 1
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera dell'Italia Firenze 2011   Argento 12 8 0 4
Bandiera del Kazakistan Almaty 2012   Bronzo 9 8 0 1
Bandiera della Russia Čeljabinsk 2013 Turno di qualificazione 6 3 0 3
Bandiera degli Emirati Arabi Uniti Dubai 2014 Turno di qualificazione 6 5 0 1
Bandiera dell'Italia Bergamo 2015 7º posto 14 9 0 5
Bandiera della Cina Huizhou 2016 4º posto 14 8 1 3
Bandiera della Russia Ruza 2017   Argento 10 8 0 2
Bandiera dell'Ungheria Budapest 2018 Assente - - - -
Bandiera della Serbia Belgrado 2019 Turno di qualificazione 7 4 0 3


Giochi del Mediterraneo

Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera dell'Egitto Alessandria 1951 esclusa - - - -
Bandiera della Spagna Barcellona 1955   Oro - - - -
Bandiera del Libano Beirut 1959   Argento - - - -
Bandiera dell'Italia Napoli 1963   Oro - - - -
Bandiera della Tunisia Tunisi 1967   Argento - - - -
Bandiera della Turchia Smirne 1971   Argento - - - -
Bandiera dell'Algeria Algeri 1975   Oro - - - -
Bandiera della Jugoslavia Spalato 1979   Argento - - - -
Bandiera del Marocco Casablanca 1983   Bronzo - - - -
Edizione Piazzamento G V P S
Bandiera della Siria Latakia 1987   Oro - - - -
Bandiera della Grecia Atene 1991   Oro - - - -
Bandiera della Francia Linguadoca-Rossiglione 1993   Oro - - - -
Bandiera dell'Italia Bari 1997 4º posto - - - -
Bandiera della Tunisia Tunisi 2001   Argento - - - -
Bandiera della Spagna Almeria 2005   Argento 5 4 0 1
Bandiera dell'Italia Pescara 2009   Bronzo 5 3 1 1
Bandiera della Turchia Mersin 2013 4º posto 5 2 0 3

Le rose

Olimpiadi

Template:Nazionale italiana di pallanuoto VII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto VIII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XIV Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XV Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XVI Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XVII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XVIII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XIX Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XX Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXI Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXIII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXIV Olimpiade Template:Nazionale italiana maschile di pallanuoto alla XXV Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXVI Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXVII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXVIII Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXIX Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXX Olimpiade Template:Nazionale italiana di pallanuoto XXXI Olimpiade

Mondiali

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Europei

Template:Nazionale italiana di pallanuoto Europei 1947

Giochi del Mediterraneo

Template:Nazionale italiana di pallanuoto XVI Giochi del Mediterraneo

Rosa attuale

Convocati per il collegiale di Ostia[44].

Nome Ruolo Data di nascita Squadra
Jacopo Alesiani CV 18 giugno 1996 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Giacomo Cannella A 12 febbraio 1997 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Marco Del Lungo P 1º marzo 1990 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Edoardo Di Somma D 30 settembre 1996 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Vincenzo Dolce D 11 maggio 1995 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Vincenzo Renzuto Iodice A 8 aprile 1993 Bandiera dell'Italia AN Brescia
Christian Napolitano CB 22 luglio 1982 Bandiera dell'Italia Ortigia
Michaël Bodegas CB 3 maggio 1987 Bandiera della Spagna Barceloneta
Matteo Aicardi CB 19 aprile 1986 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Francesco Di Fulvio A 15 agosto 1993 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Gonzalo Echenique A 27 aprile 1990 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Niccolò Figari D 24 gennaio 1988 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Pietro Figlioli A 29 maggio 1984 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Stefano Luongo A 5 gennaio 1990 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Nicholas Presciutti D 14 dicembre 1993 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Alessandro Velotto CV 12 febbraio 1995 Bandiera dell'Italia Pro Recco
Andrea Fondelli D 27 febbraio 1994 Bandiera dell'Italia Savona
Luca Damonte A 3 aprile 1992 Bandiera dell'Italia Telimar Palermo
Roberto Spinelli P 25 giugno 2003 Bandiera dell'Italia Posillipo

Note

  1. ^ Perché il soprannome che identifica la nazionale italiana di pallanuoto è “Settebello”? [collegamento interrotto], su imieiperche.it. URL consultato il 5 febbraio 2012.
  2. ^ Roberto Perrone, Italia Settebellezze, in Corriere.it, 31 luglio 2011. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2014).
  3. ^ Stefano Arcobelli, Settebello, appunti di storia, in Gazzetta.it, 31 luglio 2010. URL consultato il 5 febbraio 2012.
  4. ^ Viaggio nella storia. Il Settebello alle Olimpiadi - prima parte, su waterpoloitaly.com. URL consultato il 9 febbraio 2012.
  5. ^ (EN) LEN, European Water Polo Championships - Past and presents results, 2010 (versione digitale[collegamento interrotto])
  6. ^ Andrea Galdi, E adesso traballa la panchina di Rudic, in Repubblica.it, 30 settembre 2000. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  7. ^ Stangata su Ratko Rudic: un anno di squalifica, in Repubblica.it, 30 settembre 2000. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  8. ^ Pallanuoto: Paolo De Crescenzo nuovo CT della Nazionale, in Adnkronos.com, 17 dicembre 2002. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  9. ^ De Crescenzo lascia la Nazionale, in Tuttonapoli.net, 1º ottobre 2004. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  10. ^ Pallanuoto, Formiconi nuovo ct del Settebello, in Tuttonapoli.net, 29 ottobre 2004. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  11. ^ Crisi pallanuoto saltano i due ct Formiconi e Pesci, in Repubblica.it, 11 ottobre 2005. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  12. ^ Gianni Dulbecco, Qualificazioni Europei Maschili - L'Italia in vasca da domani ad Imperia, in Nuoto.it, 6 aprile 2006. URL consultato il 7 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 13 giugno 2015).
  13. ^ Claudio Gregori, Ungheria, storico tris. L'Italia finisce nona, in Gazzetta.it, 24 agosto 2008. URL consultato l'8 febbraio 2012.
  14. ^ Settebello a Campagna - Barelli presenta il Ct, in Federnuoto.it, 17 novembre 2008. URL consultato il 7 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
  15. ^ Franco Carrella, Il Settebello sbatte contro la Serbia - Calcaterra: addio Nazionale, in Gazzetta.it, 26 luglio 2009. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  16. ^ Simone Pierotti, Pallanuoto: i convocati per Zagabria, in Pianeta-sport.net, 26 agosto 2010. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  17. ^ Stefano Arcobelli, Settebello d'oro - Serbia affondata, in Gazzetta.it, 30 luglio 2011. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  18. ^ Settebello, Campagna: "Vittoria dedicata a Napolitano", in Datasport.it, 1º agosto 2011. URL consultato il 7 febbraio 2012.
  19. ^ Europei di Eindhoven Lunedì Ungheria-Italia, in Federnuoto.it, 15 gennaio 2011. URL consultato l'8 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2012).
  20. ^ Settebello corsaro in Russia, in Sabatoepallanuoto.it, 23 febbraio 2012. URL consultato il 18 aprile 2012.
  21. ^ Collari d'Oro e Diplomi - Premiati gli Azzurri, in Federnuoto.it, 18 aprile 2012. URL consultato il 18 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2012).
  22. ^ Franco Carrella, Il Settebello chiude sul podio - Battuti ancora gli Stati Uniti, in Gazzetta.it, 17 giugno 2012. URL consultato il 17 giugno 2012.
  23. ^ Superfinal ad Almaty - Settebello di bronzo, in Federnuoto.it, 17 giugno 2012. URL consultato il 17 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2012).
  24. ^ Enrico Zambruno, Un anno dopo... riecco Carlo Silipo [collegamento interrotto], in Lastampa.it, 31 luglio 2007. URL consultato il 31 gennaio 2012.
  25. ^ Gianluca Atlante, Alessandro Calcaterra al Latina PN, in Waterpoloweb.com, 6 agosto 2010. URL consultato il 31 gennaio 2012.
  26. ^ a b c Via alla World League - Silipo diventa l'azzurro più azzurro di sempre, in Federnuoto.it, 26 giugno 2003. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 29 gennaio 2012).
  27. ^ Sandro Castellano, Gli Oscar della pallanuoto secondo Sandro Castellano, in Waterpoloweb.com, 2 febbraio 2011. URL consultato il 31 gennaio 2012.
  28. ^ Campionato maschile. Bagarre salvezza, in www.federnuoto.com, 12 febbraio 2011. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
  29. ^ Gabriele e Amedeo nella storia della pallanuoto, in ilcentro.it, 5 settembre 2013.
  30. ^ a b Altre fonti ufficiali riportano 409 presenze (vedere: Federnuoto.it, Il C.T. del Settebello - Alessandro Campagna, su federnuoto.it. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2013).)
  31. ^ Francesco Grillone, Viaggio nella storia. Il Settebello alle Olimpiadi - prima parte, in Waterpoloweb.com, 19 luglio 2004. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2012).
  32. ^ Europei di Eindhoven. Le statistiche, in federnuoto.it, 15 gennaio 2012. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2013).
  33. ^ Storia. La pallanuoto, in federnuoto.it. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2011).
  34. ^ a b Scheda A.M.O.V.A., in medagliedoro.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2015).
  35. ^ Scheda I.S.H.O.F., in ishof.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2018).
  36. ^ Scheda A.M.O.V.A., in medagliedoro.org. URL consultato il 20 maggio 2013.
  37. ^ Scheda I.S.H.O.F., in ishof.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2010).
  38. ^ Storia del Circolo Canottieri Napoli, in www.ccnmaster.com. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2015).
  39. ^ Scheda I.S.H.O.F., in ishof.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 agosto 2014).
  40. ^ Il C.T. del Settebello - Alessandro Campagna, in federnuoto.it. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2013).
  41. ^ Luca Mirone, De Crescenzo nuovo ct della Nazionale, in federnuoto.it, 9 gennaio 2003. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2013).
  42. ^ Formiconi e Pesci. L'Italia cambia volto, in federnuoto.it, 29 ottobre 2004. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2013).
  43. ^ Settebello a Malara. Setterosa a Maugeri, in federnuoto.it, 15 ottobre 2005. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
  44. ^ Frecciarossa Cup. Italia contro Stati Uniti e Spagna su Sky Sport, federnuoto.it, 8 febbraio 2021.

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