Fiat 850: differenze tra le versioni

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Versione delle 22:35, 12 mar 2006

Template:Trasporti La Fiat 850 è una gamma di vetture (berlina 2 porte, coupé e spider) a motore posteriore prodotta dalla casa automobilistica Fiat tra il 1964 ed il 1972 in oltre 2 milioni e 800 mila esemplari.

Vista posteriore della versione berlina

La prima versione ad essere lanciata fu la berlina. Derivata dalla "600" (per la volontà della Casa torinese di limitare gli investimenti), di cui conservava la struttura base (inclusi tetto e cellula abitativa) e la meccanica (rivista in molti particolari, come le sospensioni posteriori ed il motore), la nuova utilitaria Fiat si proponeva come modello più raffinato della illustre progenitrice. Il lavoro di Dante Giacosa (capo progettista Fiat dell'epoca) fu ottimo: il frontale più alto e squadrato, i fari anteriori più ampi (erano gli stessi della "1100 D"), i lamierati esterni delle portiere ridisegnati, il parabrezza ampliato, i finestrini posteriori modificati, la nuova piccola coda posteriore, aggiunta per ragioni aerodinamiche, con fari tondi, l'abitacolo, benché strutturalmente identico, più ricco (c'era persino un impianto di riscaldamento efficiente), resero la "850" agli occhi del pubblico un enorme passo avanti rispetto alla "600".

Vista anteriore della versione berlina

Meccanicamente la "850" differiva dalla progenitrice per la sospensione posteriore a ruote indipendenti, con un nuovo braccio a "Y" che sorreggeva il motore, per il propulsore (4 cilindri raffreddato ad acqua) di cilindrata maggiorata (da 767 a 843 cc) e montato in posizione arretrata rispetta alla "600" (ciò consentì di ricavare un vano bagagli supplementare dietro al sedile posteriore). Due le versioni disponibili al momento del lancio: la standard da 34 cv e la "Super" da 37 cv. Nel '65 vennero introdotte la "Coupé" (disegnata dal centro stile Fiat) e la "Spider" (disegnata da Bertone). Entrambe realizzate sul pianale della berlina, ne differivano meccanicamente per i motori potenziati (47 cv per la "Coupé" e 49 cv per la "Spider"). Entrambe riscossero grande successo, in quanto stilisticamente (benché la "Spider" fosse molto più riuscita), sembravano Ferrari in miniatura. Sempre nel '65 venne lanciata la berlina "Super Idramatic", dotata di frizione idraulica automatica (ma il cambio rimaneva meccanico a 4 rapporti): molto comoda in città, ebbe scarso successo. Nel '68 tutta la gamma fu oggetto di ritocchi. Tra le berline la "Super" cedette il posto alla "Special", meglio rifinita (con una nuova plancia rivestita in plastica nera, profili cromati sulle fiancate, cornici lucide ai bordi di parabrezza e lunotto, paraurti con rostri e nuovo fregio frontale) ed equipaggiata col motore da 47 cv della coupé. La "850" standard, invece, rimase invariata. Fu questa anche l'autovettura che negli anni 1960-70, modificata con i "doppi comandi", divenne la macchina più usata dalle autoscuole italiane.

Anche le due versioni sportive furono oggetto di attenzione, soprattutto la "Coupé", che venne ristilizzata (nuova coda allungata e incassata con 4 fari circolari anzichè due, nuovo frontale con fari supplementari e diversi indicatori di direzione, inedito fregio anteriore) e dotata di motore di cilindrata (da 843 a 903 cc) e potenza (da 47 a 52 cv) maggiore. Anche la "Spider" venne equipaggiata col motore da 52 cv della coupè, ma i ritocchi estetici furono limitati alla scomparsa della carenatura dei fari anteriori e ad una nuova griglia posteriore. La nuova denominazione era "850 Sport Coupé" e "850 Sport Spider". La produzione delle berline cessò nel '71 (anno del lancio della "127"), mentre le due "Sport" rimasero in listino fino al '72 (nel '71 la coupè si dotò di fari supplementari più ampi).