Melpignano

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Melpignano
comune
Melpignano – Stemma
Melpignano – Bandiera
Melpignano – Veduta
Melpignano – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Lecce
Amministrazione
SindacoValentina Avantaggiato (lista civica) dal 21-9-2020
Territorio
Coordinate40°08′06.39″N 18°16′39.91″E / 40.135109°N 18.277754°E40.135109; 18.277754 (Melpignano)
Altitudine89 m s.l.m.
Superficie11,1 km²
Abitanti2 135[1] (31-5-2021)
Densità192,34 ab./km²
Comuni confinantiCastrignano de' Greci, Corigliano d'Otranto, Cursi, Cutrofiano, Maglie
Altre informazioni
Cod. postale73020
Prefisso0836
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT075045
Cod. catastaleF117
TargaLE
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona C, 1 250 GG[3]
Nome abitantimelpignanesi (lipignanì in grico)
Patronosan Giorgio
Giorno festivo23 aprile
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Melpignano
Melpignano
Melpignano – Mappa
Melpignano – Mappa
Posizione del comune di Melpignano all'interno della provincia di Lecce
Sito istituzionale

Melpignano (Lipignana in grico[4], Merpignanu in dialetto salentino) è un comune italiano di 2 135 abitanti[1] della provincia di Lecce in Puglia.

Situato nel Salento, 26,3 km a sud del capoluogo provinciale, appartiene alla storica regione della Grecìa Salentina, un'isola linguistica di nove comuni in cui si parla il grico, un antico idioma di origine greca.
Fa parte dei Borghi Autentici d'Italia[5] e dell'Associazione Comuni Virtuosi[6] per la gestione ecosostenibile del territorio. Melpignano ospita ogni anno, nel mese di agosto, il concertone finale della Notte della Taranta, il più grande festival musicale dedicato al recupero e alla valorizzazione della pizzica salentina.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio del comune di Melpignano, che si estende nella parte centrale della provincia di Lecce per 10,93 km², presenta una morfologia totalmente pianeggiante con un profilo orografico uniforme: risulta compreso tra i 76 e i 97 m s.l.m. con un'escursione altimetrica complessiva pari a 21 metri; il centro urbano sorge a 89 m s.l.m.[7] Il centro di Melpignano, situato a sud della serra di Martignano, si trova sopra i depositi calcarei del Miocene costituenti la pietra leccese. L'alta permeabilità del terreno, che assorbe la maggior parte delle precipitazioni piovose, determina l'assenza di corsi d'acqua superficiali. Le acque vanno ad alimentare la falda profonda che nel territorio di Melpignano si colloca a oltre 80 m.

Confina a nord con il comune di Castrignano de' Greci, a est con il comune di Cursi, a sud con il comune di Maglie, a ovest con i comuni di Cutrofiano e Corigliano d'Otranto.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Lecce Galatina.

Dal punto di vista meteorologico Melpignano rientra nel territorio del Salento orientale che presenta un clima mediterraneo, con inverni miti ed estati caldo umide. In base alle medie di riferimento, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno ai +9 °C, mentre quella del mese più caldo, agosto, si aggira sui +24,7 °C. Le precipitazioni, frequenti in autunno ed in inverno, si attestano attorno ai 626 mm di pioggia/anno. La primavera e l'estate sono caratterizzate da lunghi periodi di siccità.
Facendo riferimento alla ventosità, i comuni del Salento orientale sono influenzati fortemente dal vento attraverso correnti fredde di origine balcanica, oppure calde di origine africana.

Melpignano Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 12,613,215,018,322,626,829,229,626,221,817,614,213,318,628,521,920,6
T. min. media (°C) 5,65,87,29,513,117,019,519,917,313,79,97,16,29,918,813,612,1
Precipitazioni (mm) 71606540332016224980977420513858226627
Umidità relativa media (%) 78,778,277,877,376,272,970,972,476,579,280,580,379,177,172,178,776,7

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo potrebbe essere di origine prediale e derivare dal nome latino di persona "Melpinius" con l'aggiunta del suffisso "anus" (praedium Melpinianum era la terra di Melpinius). Considerando la fondazione leggendaria del paese il toponimo deriverebbe dal nome della musa "Melpomene". Alcune ipotesi azzardano la derivazione dalla parola miele, la cui produzione costituiva in passato una rilevante fonte redditizia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La presenza di menhir e dolmen individua nell'Età del bronzo l'origine dei primi insediamenti nell'area. La nascita vera e propria del centro resta incerta: le diverse ipotesi la farebbero risalire ai Greci del Peloponneso venuti con Enotrio Arcade o che sarebbe stata fondata da Melpinius, un centurione che ottenne in sorte queste terre dopo l'occupazione romana dell'allora Calabria (l'attuale Salento) nel 267 a.C. Un'ipotesi mitologica lega la fondazione del paese alla musa Melpomene.

Colonizzata certamente dai Romani, cadde per oltre cinque secoli sotto la dominazione greco-bizantina che ne influenzò radicalmente gli usi, i costumi e la lingua locale. La cultura greca persiste ed è rinvenibile ancora oggi nelle tradizioni e nel folklore. Con l'avvento dei Normanni, Tancredi d'Altavilla assegnò il feudo a Giambattista Lettere nel 1190. Nel 1396 passò a Raimondo Orsini del Balzo e nella seconda metà del XV secolo, attraverso il re Ferrante d'Aragona, fu ceduto agli Aiello Tarantini. Nei secoli alla guida del feudo si succedettero varie famiglie feudatarie: i Mosco[9], i Ramirez, i Branai (Granai) Castriota (1632-1667),[10] discendenti di Vrana Konti, gli Acquaviva d'Aragona. Nel 1757 divenne proprietà degli illustrissimi marchesi de Luca che furono gli ultimi feudatari.

Con l'eversione della feudalità nel 1806, Melpignano fu aggregato a Castrignano de' Greci che insieme costituirono un unico comune fino al 1º gennaio 1837, quando i due comuni divennero autonomi[11].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Descrizione dello stemma:

«Lo stemma civico, con sfondo blu, raffigura un albero di pino piantato su un favo di miele.»

Profilo araldico del gonfalone:

«Drappo di azzurro...»

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa madre di San Giorgio
Chiesa dell'Assunzione della Vergine
  • Chiesa dell'Assunzione della Vergine, costruita intorno ai primi anni del XVI secolo sotto il titolo dei Santi Rocco e Sebastiano, conserva integra la struttura architettonica originaria caratterizzata dall'elegante volta stellare a costoloni. L'attuale facciata delimita un avancorpo, realizzato nel 1678, che occulta in parte la facciata originaria dalla quale provengono le vetrate in pietra leccese; il portale è attribuibile allo scultore alessanese Placido Buffelli. L'interno, ad aula unica, possiede un pavimento a mosaico, un grande altare attribuibile allo stesso Buffelli e diverse tele della seconda metà del XVIII secolo raffiguranti i misteri mariani.
Chiesa e Convento degli Agostiniani
  • Chiesa e convento degli Agostiniani, con annessa chiesa del Carmine, fu edificato a partire dal 1573 e restaurato nel 1638 dal coriglianese Francesco Manuli su progetto dell'architetto leccese Giuseppe Zimbalo. Terminata nel 1662, la chiesa possiede una facciata caratterizzata da un elaborato portale barocco formato da due coppie di colonne che sorreggono la trabeazione sovrastata da una statua lapidea della Madonna del Carmelo. L'ordine superiore è impreziosito da una finestra con timpano arcuato e da volute laterali con busti di cherubini. L'interno, a pianta a navata unica con sei cappelle disposte lungo le pareti laterali, conserva ancora il coro cinquecentesco alle spalle dell'altare maggiore. Nelle cappelle laterali sono scolpiti altari in cui ricorre la figura del leone come emblema della forza. Il convento, compromesso dal lungo periodo di abbandono dopo la sua soppressione, conserva i resti del chiostro del 1644 e un pozzo su cui è scolpita l'aquila a due teste, segno della presenza della famiglia Branai (Granai) Castriota.
  • Cappella di Sant'Antonio de lo Cairo (sant'Antonio abate), è situata poco al di fuori delle mura del borgo antico. La struttura, di modeste dimensioni, presenta un semplicissimo prospetto sul cui portale è incisa un'iscrizione latina recante la data 1530. L'interno, ad aula unica, ospita i resti di un piccolo altare e dipinti murali che in origine coprivano tutte le pareti. Attualmente è chiusa al culto.
Cappella di Santa Maria Maddalena
  • Cappella di Santa Maria Maddalena, fu edificata nel 1661 sul luogo occupato da una precedente chiesa intitolata alla stessa santa, a ricordo della protezione accordata al paese durante la terribile epidemia di peste del 1656 sì che santa Maria Maddalena fu venerata come seconda protettrice insieme a san Giorgio. A tale protezione fanno riferimento le iscrizioni latine incise sugli architravi delle porte. L'interno è ad aula unica con copertura a volta a spigolo.
  • Cappella di San Michele Arcangelo, è una cappella privata costruita nel 1741 dal sacerdote don Nicolò Francesco Veris, cantore del capitolo parrocchiale, che abitava nell'attiguo caseggiato. L'unico altare in essa esistente è frutto di intagliatori locali e incornicia la statua dell'Arcangelo Michele attribuibile al coriglianese Oronzo Carrone. Sulle pareti sono dipinte due immagini raffiguranti santa Maria Maddalena e san Giorgio.
  • Cappella di San Pietro d'Alcantara, è una cappella di proprietà privata realizzata nel 1693 ed annessa al complesso edilizio che costituiva la residenza della doviziosa famiglia Maggio. Fu fatta costruire da Pietro Maggio. All'interno un unico altare con tela di San Pietro d'Alcantara e statue di san Giuseppe da Copertino, san Francesco da Paola e san Vincenzo Ferreri.

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Marchesale
  • Palazzo Marchesale Castriota, fu finito di edificare nel 1636 per volere di Giorgio Branai (Granai) Castriota[12], figlio di Giovanni Fabio e di Eleonora Macedonio.[10] La costruzione dell'edificio fu commissionata all'architetto Francesco Manuli che nella realizzazione operò soluzioni architettoniche sobrie e decorazioni eleganti e poco appariscenti, più vicine ad un gusto rinascimentale. Mostra in maniera evidente la sua origine di impianto difensivo, al quale appartengono le torri di vedetta e le mura di difesa con i camminamenti di ronda che recingono l'ampio giardino retrostante. La facciata termina con un cornicione a piccole mensole che accoglie un'epigrafe con il nome del committente. È scandita da un portale ornato da due colonne che sorreggono il balcone centrale mentre le finestre, decorate alternativamente da timpani triangolari e arcuati, sono disposte progressivamente ad intervalli sempre più brevi in prossimità del balcone centrale. Nella zona interna si trova un giardino dove si sviluppano una serie di finestre e logge in pietra leccese, una fontana al centro dei viali disegnati a scacchiera, un pergolato e panche in pietra. Il palazzo ospitava in passato una ricca pinacoteca, ora trasferita a Molfetta, che annoverava, tra gli altri, dipinti del Veronese, del Domenichino, del Tintoretto, del Giaquinto, oltre che dei più rinomati pittori salentini dell'epoca.
  • Frantoio ipogeo, appartenente al palazzo baronale, è interamente scavato nel banco roccioso e costituisce una preziosa testimonianza storica della cultura e dell'economia locale. Realizzato nel XVII secolo, conserva ancora le grandi vasche per la molitura delle olive, le macine in pietra e i torchi per la spremitura.
    La natura ipogea di questa struttura è da collegarsi alla risoluzione di particolari problemi tecnici: la solidificazione dell'olio intorno ai fiscoli non avveniva grazie alle temperature sempre più alte che in superficie; inoltre la spremitura delle olive era agevolata dalla pressione delle volte rocciose sui torchi.
Portici di Piazza San Giorgio

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Piazza San Giorgio, situata nel cuore del paese, si presenta perimetrata da una serie di portici rinascimentali a tutto sesto, dalla Chiesa Madre, dalla Cappella della Madonna Assunta e dalla Torre dell'Orologio (1901). I portici costituiscono un raro esempio in Puglia di architettura realizzata a fini commerciali; (qualcosa di simile è possibile trovare a Francavilla Fontana in provincia di Brindisi e a Martina Franca in provincia di Taranto). I lavori di realizzazione iniziarono alla fine del XVI secolo per ospitare il grande mercato settimanale che si teneva il sabato. Qui trovavano posto mercanti provenienti da Lecce, Bari e Napoli, insieme a numerose botteghe. Realizzati in pietra locale, furono ricostruiti alla fine del Seicento per volere del vescovo Maiorano, come ricorda l'epigrafe sormontata dall'arme civica. Nell'Ottocento con lo spostamento del mercato a Maglie i portici persero la loro originaria importanza.

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Tra i monumenti megalitici della provincia di Lecce diversi menhir e dolmen figurano nella zona di Melpignano:

Menhir Minonna
  • Menhir Minonna - Il menhir (35 x 50 cm), catalogato da Cosimo De Giorgi, è alto 280 cm e si presenta squadrato. È situato nell'abitato in via IV Novembre.
  • Menhir Candelora - Il monolite è inglobato nel muro di cinta di uno stabilimento industriale per l'estrazione e la lavorazione della pietra leccese. La sommità è appuntita a forma piramidale. Il menhir (50 x 32 cm) è alto 310 cm, spanciato e fortemente rastremato in sommità.
  • Menhir Lama - Il menhir (25 x 38 cm) presenta una forma parallelepipeda squadrata alta 420 cm.
  • Menhir Scinéo - Il menhir (30 x 20 cm) è stato rimesso in posizione verticale e ricollocato su un basamento a due livelli. Alto 190 cm, è rastremato in superficie (dai 30 cm di base si riduce a 24 cm) e presenta un troncone terminale molto corroso. Risulta essere irregolare e monco della parte superiore.
  • Menhir Chipuro - Il menhir (30 x 29 cm) è di recente individuazione. Si tratta di un blocco monolitico in pietra leccese alto 184 cm con una forma parallelepipeda rastremata in sommità.
  • Menhir Masseria Piccinna

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[13]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2019 a Melpignano risultano residenti 34 cittadini stranieri[14].

Le nazionalità maggiormente rappresentative provengono da:

Dislocazione dei comuni della Grecìa Salentina

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

A Melpignano, comune della Grecìa Salentina, oltre al dialetto salentino (nella sua variante centrale) si parla il grico, il quale oggi però viene usato o anche solo compreso da un numero ormai esiguo di abitanti. Il grecanico o grico è un dialetto (o gruppo di dialetti) di tipo neo-greco residuato probabilmente di una più ampia e continua area linguistica ellenofona esistita anticamente nella parte costiera della Magna Grecia. I greci odierni chiamano la lingua Katoitaliótika (Greco: Κατωιταλιώτικα, "Italiano meridionale"). La lingua, scritta in caratteri latini, presenta punti in comune con il neogreco e nel contempo vocaboli che sono frutto di evidenti influenze leccesi o comunque neolatine.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Biblioteche[modifica | modifica wikitesto]

  • Mediateca Comunale "Peppino Impastato"[15].

Scuole[modifica | modifica wikitesto]

Nel comune di Melpignano hanno sede una Scuola dell'infanzia, una Scuola primaria e una scuola secondaria di primo grado, facenti parte dell'Istituto Comprensivo Statale di Maglie.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Concerto finale della Notte della Taranta
  • Concerto finale della Notte della Taranta - seconda metà di agosto.

La Notte della Taranta è un festival di musica popolare salentina, dedicato al recupero e alla valorizzazione della pizzica salentina, che si svolge in vari comuni della provincia di Lecce e della Grecìa Salentina e si conclude con il grande concerto finale di Melpignano. L'evento si svolge nel piazzale antistante l'ex convento degli Agostiniani. Alla manifestazione partecipano musicisti di varia fama nazionale e internazionale.

  • Festa della Madonna di Costantinopoli - 14 marzo
  • Festa di San Giorgio - 23 aprile
  • Sagra dell'Anguria - 21 luglio

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'economia pugliese Melpignano è importante per l'estrazione e la lavorazione della pietra leccese perché, insieme a Cursi, è considerato il più importante bacino estrattivo del Salento. Sul territorio comunale sono presenti numerose cave, alcune attive. Di rilievo anche l'agricoltura, l'artigianato e l'allevamento. La presenza turistica nel periodo estivo è legata in particolar modo all'evento della Notte della Taranta.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Strade[modifica | modifica wikitesto]

I collegamenti stradali che interessano Melpignano sono:

Ferrovie[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è servito dall'omonima stazione ferroviaria posta sulla linea Lecce-Otranto gestita dalle Ferrovie del Sud Est.

Aviosuperfici[modifica | modifica wikitesto]

Ospita l'aviosuperficie Corte.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
giugno 1980 25 giugno 1985 Antonio Avantaggiato Partito Comunista Italiano Sindaco [16]
25 giugno 1985 7 giugno 1990 Antonio Avantaggiato Partito Comunista Italiano Sindaco [16]
7 giugno 1990 24 aprile 1995 Donato Luigi Plenteda Democrazia Cristiana Sindaco [16]
24 aprile 1995 20 novembre 1995 Mario Miglietta Comm. pref. [16]
20 novembre 1995 17 aprile 2000 Giuseppe Salvatore De Donno Partito Democratico della Sinistra Sindaco [16]
17 aprile 2000 5 aprile 2005 Sergio Blasi L'Ulivo Sindaco [16]
5 aprile 2005 30 marzo 2010 Sergio Blasi L'Ulivo Sindaco [16]
30 marzo 2010 1º giugno 2015 Ivan Stomeo lista civica Sindaco [16]
1º giugno 2015 21 settembre 2020 Ivan Stomeo lista civica Sindaco [16]
21 settembre 2020 in carica Valentina Avantaggiato lista civica Sindaco [16]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Don Mauro Cassoni: Griko-Italiano, Vocabolario. Lecce 1999
  5. ^ Sito borghi autentici d'Italia
  6. ^ Sito dell'associazione comuni virtuosi d'Italia
  7. ^ Pugliaindettaglio.it
  8. ^ Pagina con le classificazioni climatiche dei vari comuni italiani, su confedilizia.it. URL consultato il 28 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
  9. ^ Libri/ Lo stemma di Lecce | Fondazione Terra D'Otranto
  10. ^ a b Il feudo e le successioni feudali, su grecia-salentina.it. URL consultato il 31 agosto 2019.
  11. ^ L. A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto - Istituto Araldico salentino, Lecce, 1994
  12. ^ 1562 circa - 1642
  13. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  14. ^ Dati Istat
  15. ^ La mediateca dal sito del comune di Melpignano, su comune.melpignano.le.it. URL consultato il 6 marzo 2012 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2012).
  16. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  17. ^ Taranta e tarantella: l'Irpinia si gemella con il Salento, in Irpinianews, 10 agosto 2009. URL consultato l'11 agosto 2009 (archiviato dall'url originale il 9 agosto 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Cazzato, Vincenzo Peluso, Melpignano. Indagine su un centro minore, Ed. Congedo, collana "Biblioteca di cultura pugliese", 1986.
  • Palma Pantaleo, Il feudalesimo nella Grecìa Salentina, Grafiche Chiriatti Martano, 2006.
  • AA.VV., Salento. Architetture antiche e siti archeologici, Edizioni del Grifo, 2008.
  • I monumenti megalitici in Terra d'Otranto, Napoli, 1879.
  • I Menhirs in Terra d'Otranto, Roma, 1880.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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