Atypus muralis

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Atypus muralis
Atypus muralis
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Mygalomorphae
Superfamiglia Atypoidea
Famiglia Atypidae
Genere Atypus
Specie A. muralis
Nomenclatura binomiale
Atypus muralis
BERTKAU, 1890
Sinonimi

Atypus piceus HERMAN, 1879
Proatypus muralis MILLER, 1947
Proatypus muralis LOKSA, 1969[1]

Atypus muralis BERTKAU, 1890 è un ragno appartenente alla famiglia Atypidae.

Il nome deriva dal greco ᾶ-, àlfa-, con valore di negazione della parola seguente, e τύπος, typos, cioè forma, immagine, tipo, ad indicarne la forma atipica a causa della sproporzione dei cheliceri e delle filiere[2].

Il nome proprio deriva dal latino muralis, cioè del muro, relativo al muro, in quanto è solito appoggiare la sua tela-trappola presso muretti di pietre a secco oltre che a rocce.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Di rilievo in questa specie sono le filiere che secernono la seta per la costruzione del tubo setoso; già molto attive sin dallo stadio ninfale, quando il ragno misura di cefalotorace appena 0,4-0,6 millimetri, sono costituite da tre paia abbastanza distinte.

Filiere anteriori laterali[modifica | modifica wikitesto]

Le filiere anteriori laterali sono di forma cilindrica, monosegmentate, con una struttura della cuticola finemente granulata e sono situate lateralmente rispetto alle filiere posteriori mediane. Una cospicua ghiandola secerne una secrezione acida ed è connessa ad uno spigot che ne regola la fuoriuscita. Questa ghiandola è un residuo delle ghiandole ampollacee possedute dai ragni del sottordine Araneomorphae[3].

Filiere mediane posteriori[modifica | modifica wikitesto]

Le filiere mediane posteriori, anch'esse monosegmentate, hanno la parte superiore conica ridotta, sul cui apice vi è un solo grande spigot collegato alla ghiandola escretrice[3].

Filiere laterali posteriori[modifica | modifica wikitesto]

Le filiere laterali posteriori, infine, sono trisegmentate, anche se gli esatti confini dei segmenti non sono ben distinguibili; sulla parte apicale di ognuna di esse vi sono ben tre larghi spigot connessi a ghiandole che contengono epitelio misto a secrezione acida[3].

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Come tutti i ragni del genere Atypus, anche questa specie vive in un tubo setoso parallelo al terreno, per una ventina di centimetri circa seppellito e per altri 8 centimetri fuoriuscente. Il ragno resta in agguato sul fondo del tubo: quando una preda passa sulla parte esterna, le vibrazioni della tela setosa allertano il ragno che scatta e la trafigge, per poi rompere la sua stessa tela, portarsi la preda nella parte interna e cibarsene.[4].

Habitat[modifica | modifica wikitesto]

Predilige quasi esclusivamente prati asciutti a Festucion valesiacae (associazione vegetale) situati in un microclima continentale e limitati ulteriormente a suoli calcarei. Proprio questa tipologia di suoli consente loro di affrontare efficientemente gli estremi di freddo e caldo del clima continentale. In vaste zone della Repubblica Ceca questo habitat è minacciato da esteso rimboschimento dovuto all'abbandono di grosse estensioni di terreno prima destinate a pascolo[5].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Rinvenuta in un'ampia zona che va dall'Europa centrale al Turkmenistan. In modo particolare in Austria, in varie località della Germania, in Polonia e in Romania. Nella Repubblica Ceca sono stati trovati esemplari nelle seguenti località: Praga e dintorni, Chraberce, Zeměchy, Libčice, Dolany, Roztoky, Letky e Vrbčany[5]. In Italia è stata rinvenuta in Alto-Adige, nei dintorni di Bressanone.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Bertkau, P., 1890a. Das Weibchen einer vierten deutschen Atypus-Art. Verh. naturh. Ver. preuss. Rheinl. Westfal. vol.47, p. 76-77.
  • Frances e John Murphy, An Introduction to the Spiders of South East Asia, Kuala Lumpur, Malaysian Nature Society, 2000.
  • Heiko Bellmann, Guida ai ragni d'Europa, Roma, Franco Muzzio Editore, 2011, pp. 36-37, ISBN 978-88-7413-239-3.

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