Arcidiocesi di Sassari

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Arcidiocesi di Sassari
Archidioecesis Turritana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaSardegna
 
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Alghero-Bosa, Ozieri, Tempio-Ampurias
 
Arcivescovo metropolitaPaolo Mario Virgilio Atzei, O.F.M.Conv.
Presbiteri142, di cui 99 secolari e 43 regolari
1.549 battezzati per presbitero
Religiosi54 uomini, 180 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti226.800
Battezzati220.000 (97,0% del totale)
StatoItalia
Superficie1.978 km²
Parrocchie60 (6 vicariati)
 
ErezioneV secolo
Ritoromano
CattedraleSan Nicola
IndirizzoVia Arcivescovado 19, 07100 Sassari, Italia
Sito webwww.arcidiocesisassari.it
Dati dall'Annuario pontificio 2015 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
File:Basilica del Sacro Cuore.jpg
La basilica del Sacro Cuore di Sassari.
La basilica di San Gavino, San Proto e San Gianuario, antica cattedrale di Torres.

L'arcidiocesi di Sassari (in latino: Archidioecesis Turritana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica appartenente alla regione ecclesiastica Sardegna. Nel 2014 contava 220.000 battezzati su 226.800 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Paolo Mario Virgilio Atzei, O.F.M.Conv.

Territorio

L'arcidiocesi comprende 28 comuni della provincia di Sassari in Sardegna: Banari, Bessude, Bonnanaro, Bonorva, Borutta, Cargeghe, Cheremule, Chiaramonti, Codrongianos, Cossoine, Florinas, Giave, Ittiri, Mores, Muros, Osilo, Ossi, Ploaghe, Porto Torres, Sassari, Sennori, Siligo, Sorso, Stintino, Thiesi, Tissi, Torralba e Usini.[1]

Sede arcivescovile è la città di Sassari, dove si trova la cattedrale di San Nicola. Nella stessa città sorge anche la basilica del Sacro Cuore. Nel territorio si trovano anche tre antiche cattedrali: quella di Porto Torres, dedicata ai Santi Gavino, Proto e Gianuario; quella di Ploaghe, dedicata a San Pietro; e quella di Sorres, anch'essa dedicata a San Pietro.

Il territorio si estende su 1.978 km² ed è suddiviso in 60 parrocchie, organizzate in 6 vicarie, 3 nella città di Sassari (centro storico, Monte Rosello-Latte dolce, Cappuccini-Monserrato), e 3 extraurbane (Sorres, Ploaghe e Porto Torres-Golfo).

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Sassari, istituita nell'XI secolo, comprende le seguenti suffraganee:

Storia

La diocesi di Torres (l'odierna Porto Torres, anticamente chiamata Turris Libisonis) fu eretta forse verso la fine del III secolo, quantunque la tradizione indichi come primo vescovo un Clemente romano nel I secolo. Nemmeno san Gavino vissuto verso il 100 è un vescovo certo, benché di lui si ritenga fondato il martirio. Sebbene esistano documenti riguardanti i primi vescovi, non è possibile stabilire con assoluta certezza che si riferiscano a vescovi di Torres, perché esistevano altre sedi vescovili dal nome simile. Il primo vescovo storicamente documentato è Felice, che nel 484 partecipò alla conferenza di Cartagine, con altri quattro vescovi sardi, convocata dal re vandalo Unerico.

Fino al VII secolo Torres era suffraganea dell'arcidiocesi di Cagliari. Con papa Giovanni V (685-686) divenne una sede immediatamente soggetta ai vescovi di Roma.

Nel 727 il vescovo Felice III dovette abbandonare la città in seguito all'invasione dei saraceni e rifugiarsi a Genova, e morì, secondo la tradizione, nel 743. Successivamente le notizie sui pastori della diocesi si interrompono per circa tre secoli; probabilmente in questo lungo periodo la diocesi fu soppressa.

Terminato il periodo saraceno, in seguito alla riorganizzazione ecclesiastica della Sardegna, Torres fu elevata, forse già al tempo di papa Alessandro II (1061-1073), al rango di sede metropolitana del giudicato di Torres. Ebbe fino a sette diocesi suffraganee: Ampurias, Bisarcio, Bosa, Castro, Ottana, Ploaghe e Sorres. Primo metropolita noto fu Costantino de Castra, investito della carica arcivescovile a Capua da papa Gregorio VII nel 1073.

Lo stesso papa insistette presso il giudice di Torres perché nell'arcidiocesi si attuassero le norme canoniche sulla vita, la disciplina e l'istruzione del clero, indizio della grave inadeguatezza morale, culturale e religiosa dei presbiteri a quell'epoca; non di rado i condaghi del tempo documentano la presenza di sacerdoti sposati o di condizione servile.

Tra XI e XII secolo diversi ordini religiosi si stabilirono nell'arcidiocesi, in particolare i Cistercensi. Infatti il giudice di Torres, Gonario II, dopo un incontro con san Bernardo, si fece monaco e favorì lo sviluppo dell'ordine a Torres, e si deve alla sua influenza la fondazione del monastero di Santa Maria di Paulis. Alla fine del XII secolo fu vescovo un cistercense, Erberto, autore di un Liber miraculorum et visionum che ebbe molta fortuna nei Paesi tedeschi. In questo stesso secolo fu terminata la basilica di San Gavino, in stile romanico, cattedrale dell'arcidiocesi.

Nel XIII secolo l'arcivescovo Dorgodorio costruì a Sassari il suo palazzo arcivescovile, che verso la fine del secolo diverrà la dimora principale del suo successore Teodosio. Torres infatti, con la perdita del suo ruolo di porto commerciale, iniziò ad attraversare un periodo di decadenza. Ma solo nel 1441 Pietro Spano traslò definitivamente la sede arcivescovile da Torres a Sassari, autorizzato dalla Santa Sede con la bolla Super universas del 3 aprile 1441.

L'8 dicembre 1503 furono soppresse le diocesi di Sorres e di Ploaghe e il loro territorio fu unito all'arcidiocesi di Sassari in forza della bolla Aequum reputamus di papa Giulio II. Ciò non avvenne subito, ma solo alla morte dei rispettivi vescovi, ossia nel 1505 e nel 1523.

Nei secoli successivi gli arcivescovi si impegnarono per l'attuazione dei decreti del concilio di Trento. In quest'opera si distinsero soprattutto: Salvatore Alepus († 1568), che fece alcune visite pastorali nell'arcidiocesi ed emanò diverse costituzioni sinodali per riformare la vita del clero ed obbligare i parroci a curare l'istruzione religiosa del popolo; Alfonso de Lorca († 1603), che istituì il seminario diocesano; Gavino Manca de Cedrelles († 1620), che pubblicò la versione in sardo-logudorese della Dichiarazione del Simbolo apostolico di Roberto Bellarmino; Giuseppe Sicardo († 1714), che fece pubblicare un nuovo catechismo in lingua sardo-logudorese; Matteo Bertolini († 1750), che estese la pratica degli esercizi spirituali a tutti i seminaristi e al clero diocesano.

Nel corso dell'Ottocento si susseguirono diversi periodi di sede vacante a causa dei dissidi fra Chiesa e Stato sabaudo, il quale, in applicazione delle leggi eversive, incamerò i beni ecclesiastici, soppresse gli ordini religiosi, il foro ecclesiastico e il diritto di censura. A causa delle reiterate proteste l'arcivescovo Domenico Varesini fu condannato agli arresti domiciliari († 1864). Il suo successore, Diego Marongiu Del Rio, nominato nel 1871 dopo sette anni di vacanza della sede, ottenne l'exequatur statale solo nel 1878. Malgrado queste difficoltà, in questo periodo l'arcidiocesi di mostrò molto attiva nell'assistenza e nella cura dei più piccoli e degli orfani, grazie all'azione caritativa dei laici e di istituzioni religiose, come la conferenza delle Dame di Carità.

Tra gli arcivescovi del Novecento, si sono distinti in particolare: Arcangelo Mazzotti († 1961), che favorì la larga diffusione dell'Azione cattolica, celebrò un sinodo nel 1947 e l'anno successivo il congresso eucaristico regionale; e Salvatore Isgrò († 2004), ricordato per la celebrazione del sinodo nel 1990-91, lo svolgimento di quattro visite pastorali, l'organizzazione della missione popolare nel 1999 e del congresso eucaristico nel 2003.

Cronotassi degli arcivescovi

  • Clemente ? † (circa 50)
  • San Gavino ? † (circa 100)
  • San Proto ? † (menzionato nel 290)
  • San Gaudenzio ? † (menzionato nel 301)[2]
  • Protogene ? † (menzionato nel 325)[3]
  • Felice I ? † (menzionato nel 404)
  • Sansuzio ? † (menzionato nel 410)[4]
  • Felice II † (menzionato nel 484)
  • Giovanni I ? † (prima del 501 - dopo il 504)[5]
  • Mariniano † (prima del 591 - dopo il 599)
  • Valentino † (menzionato nel 649)
  • Novello † (menzionato nel 685)
  • Felice III † (prima del 727 - 743 deceduto)
  • Simone † (menzionato nel 1065)
  • Costantino di Castra † (1073 - dopo il 1074)
  • Cristoforo † (menzionato nel 1090)
  • Attone I † (prima del 1112 - dopo il 1114)
  • Manfredi † (menzionato nel 1116)
  • Anonimo † (menzionato nel 1118)
  • Vitale † (prima del 1120 - dopo il 1122)
  • Costantino Berrica † (menzionato dopo settembre 1127)
  • Attone II † (menzionato nel 1134)
  • Pietro di Canneto † (documentato dal 1134[6] al 1139)
  • Attone III † (circa 1139/1142 - dopo il 1146)
  • Pietro Manacu † (all'epoca del giudice Barisone II di Torres, 1153-1170)
  • Alberto, O.S.B. † (prima del 1170 - dopo il 1178)
  • Erberto, O.Cist. † (1181 - prima del 14 agosto 1196[7])
  • Bandino † (1196 - dopo agosto 1198[8])
  • Anonimo † (menzionato prima del 17 ottobre 1200)
  • Biagio † (1202[9] - prima del 1217 deceduto)
  • Anonimo † (menzionato nel 1218, 1220 e 1224)
  • Gianuario † (menzionato nel 1225)
  • Piacentino † (menzionato nel 1230)[10]
  • Opizzo † (menzionato nel 1230/1231)
  • Anonimo † (menzionato nel 1233, 1235 e 1238)[11]
  • Stefano, O.P. † (1249[12] - dopo il 1252)[13]
  • Anonimo † (menzionato nel 1254, 1255 e 1257)
  • Prospero, O. Cist. † (gennaio/febbraio 1261 - dopo il 1264)
  • Togotorio † (prima del 1278 - dopo maggio 1288)
    • Pandolfo † (4 luglio 1290 - 1296 dimesso) (amministratore apostolico)
  • Giovanni di Pisa, O.F.M. † (4 marzo 1296 - circa 1298 deceduto)
  • Teodoro (o Teodizio) di Pisa † (3 ottobre 1298 - dopo il 1308 deceduto)
  • Giacomo † (9 maggio 1324 - ? deceduto)
  • Pietro de Portilo, O.P. † (12 ottobre 1327 - ? deceduto)
  • Bartolomeo † (2 settembre 1349 - ? deceduto)
  • Diego Navasques, O.Carm. † (12 febbraio 1354 - ? deceduto)
  • Arnaldo Bordach, O.Cist. † (5 ottobre 1355 - ? deceduto)
  • Arnaldo Baiuli, O.F.M. † (4 marzo 1360 - ? deceduto)
  • Bernardo, O.F.M. † (12 gennaio 1368 - 8 agosto 1369 nominato arcivescovo di Cagliari)
  • Guglielmo Belvaysius, O.F.M. † (8 agosto 1369 - 3 settembre 1371 nominato vescovo di Coria)
  • Giacomo Gualberotti (de Lanfranchis), O.P. † (3 settembre 1371 - 1372 deceduto)
  • Giacomo di Pietro, O.P. † (11 ottobre 1372 - dopo il 20 giugno 1373 deceduto)
  • Giovanni III de Fornellis, O.F.M. † (14 dicembre 1373 - 1391 deceduto)
  • Obbedienza avignonese:
    • Giovanni di Passau, O.P. † (1º luglio 1391 - ?)
  • Obbedienza romana e pisana:
    • Ubaldino Bonamici † (8 marzo 1393 - 4 aprile 1397 nominato arcivescovo di Oristano)[14]
    • Antonio Cipolloni, O.P. † (4 aprile 1397 - ? deceduto)
    • Primo (o Priamo) † (8 agosto 1399 - 1411 deceduto)
    • Nicolò de Probis (o di Roma), O.F.M. † (11 marzo 1411 - 1412 dimesso) (vescovo eletto)[15]
    • Giovanni de Azaro † (4 maggio 1412 - 1422 deceduto)
  • Pietro Spano † (1º aprile 1422 - 1448 deceduto)
  • Antonio Cano † (23 ottobre 1448 - dopo il 1475)
  • Giovanni de Sos (19 gennaio 1478 - ?)
  • Berengario de Sos † (19 gennaio 1481 - 1500)
  • Francesco Pellicerio † (1500 succeduto - 1509 deceduto)
  • Angelo Leonini † (3 agosto 1509 - circa 1515 dimesso)
    • Francesco Minerbetti de Medici † (circa 1515 - 1516 dimesso) (vescovo eletto)
  • Giovanni Sanna † (23 gennaio 1516 - circa 1524)
  • Salvador Alepus † (29 gennaio 1524 - 1568 deceduto)
  • Juan Segría † (23 luglio 1568 - 16 settembre 1569 nominato arcivescovo di Palermo)
  • Martín Martínez del Villar † (7 ottobre 1569 - 3 marzo 1573 nominato arcivescovo, titolo personale, di Barcellona)
  • Miguel Ibáñez † (10 ottobre 1572 - 1573 deceduto)
  • Alfonso de Lorca † (24 ottobre 1576 - 1603 deceduto)
  • Andrés Bacallar † (13 settembre 1604 - novembre 1612 deceduto)
  • Gavino Manca de Cedrelles † (29 luglio 1613 - luglio 1620 deceduto)
  • Diego Passamar † (13 giugno 1622 - 1644 deceduto)
  • Andrea Manca † (13 luglio 1644 - 1652 o 1655 deceduto)
  • Gaspare Litago † (26 giugno 1656 - ?)
  • Onofrio Gerona o Gervida † (13 gennaio 1659 - ?)
  • Íñigo Royo, O.S.B. † (19 luglio 1660 - 17 novembre 1670 nominato vescovo di Albarracín)
  • Gavino Cattayna, O.Carm. † (16 novembre 1671 - 1679 deceduto)
  • Antonio de Vergara, O.P. † (11 marzo 1680 - 15 novembre 1683 nominato arcivescovo di Cagliari)
  • Juan Morillo Velarde † (15 gennaio 1685 - 1699 deceduto)
    • Giorgio Sotgia, O.S.M. † (1701 - 1701 deceduto) (arcivescovo eletto)
  • José Sicardo, O.E.S.A. † (12 maggio 1702 - gennaio 1714 deceduto)
  • Gaspar Fuster, C.O. † (1º ottobre 1714 - 28 agosto 1720 deceduto)
    • Sede vacante (1720-1726)
  • Costanzo Giordino, O.C.D. † (16 dicembre 1726 - 19 novembre 1729)[16]
  • Bernardino Ignazio Roero di Cortanze, O.F.M.Cap. † (2 ottobre 1730 - 18 settembre 1741 nominato arcivescovo, titolo personale, di Novara)
  • Matteo Bertolini † (27 novembre 1741 - 9 novembre 1750 deceduto)
  • Carlo Francesco Casanova † (17 maggio 1751 - 26 febbraio 1763 deceduto)
  • Giulio Cesare Viancini † (16 maggio 1763 - 7 settembre 1772 nominato arcivescovo, titolo personale, di Biella)
  • Giuseppe Maria Incisa Beccaria † (7 settembre 1772 - 12 ottobre 1783 deceduto)
  • Giacinto Filippo Oliverio † (20 settembre 1784 - dicembre 1788 deceduto)
  • Giacinto della Torre, O.E.S.A. † (29 marzo 1790 - 24 luglio 1797 nominato arcivescovo, titolo personale, di Acqui)
  • Giambattista Simon † (28 settembre 1798 - 22 febbraio 1806 deceduto)[17]
    • Sede vacante (1806-1819)
  • Gavino Murru † (29 marzo 1819 - 1820 deceduto)
  • Carlo Tommaso Arnosio † (27 settembre 1822 - 18 agosto 1828 deceduto)
    • Sede vacante (1828-1833)
  • Giovanni Antonio Gianotti † (15 aprile 1833 - 19 maggio 1837 nominato vescovo di Saluzzo)
  • Alessandro Domenico Varesini † (13 settembre 1838 - 22 settembre 1864 deceduto)
    • Sede vacante (1864-1871)
  • Diego Marongiu Del Rio † (24 novembre 1871 - 5 ottobre 1905 deceduto)
  • Emilio Parodi, C.M. † (5 ottobre 1905 succeduto - 20 dicembre 1916 deceduto)
  • Cleto Cassani † (5 gennaio 1917 - 1º luglio 1929 dimesso)
  • Maurilio Fossati, O.SS.G.C.N. † (2 ottobre 1929 - 11 dicembre 1930 nominato arcivescovo di Torino)
  • Arcangelo Mazzotti, O.F.M. † (12 febbraio 1931 - 29 gennaio 1961 deceduto)
  • Agostino Saba † (16 marzo 1961 - 19 febbraio 1962 deceduto)
  • Paolo Carta † (22 marzo 1962 - 18 marzo 1982 ritirato)
  • Salvatore Isgrò † (18 marzo 1982 - 2 maggio 2004 deceduto)
  • Paolo Mario Virgilio Atzei, O.F.M.Conv., dal 14 settembre 2004

Statistiche

L'arcidiocesi al termine dell'anno 2014 su una popolazione di 226.800 persone contava 220.000 battezzati, corrispondenti al 97% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1949 139.000 140.000 99,3 162 109 53 858 56 33 39
1970 191.000 194.645 98,1 214 124 90 892 119 505 53
1980 207.591 214.245 96,9 191 113 78 1.086 1 97 360 56
1990 213.167 216.346 98,5 170 100 70 1.253 1 89 317 61
1999 214.500 215.535 99,5 165 100 65 1.300 1 81 256 61
2000 219.730 220.739 99,5 150 101 49 1.464 2 58 269 61
2001 220.000 221.100 99,5 147 98 49 1.496 2 58 259 61
2002 221.000 223.100 99,1 170 100 70 1.300 2 79 259 61
2003 223.100 224.603 99,3 162 98 64 1.377 3 71 238 61
2004 219.356 220.859 99,3 149 94 55 1.472 3 65 247 61
2010 220.000 223.000 98,7 153 99 54 1.437 4 61 198 60
2014 220.000 226.800 97,0 142 99 43 1.549 4 54 180 60

Note

  1. ^ Dal sito web www.parrocchiemap.it.
  2. ^ Secondo Mattei, questo vescovo, documentato nel concilio cartaginese del 349 e non nel 301, era un vescovo africano di Torre di Tamalleno.
  3. ^ Protogene fu vescovo di Sardica, presente al concilio di Nicea del 325, e non del 324 come tramandato dalla tradizione (Cappelletti). Henrich Gelzer, Patrum Nicaenorum nomina, Lipsia 1898, p. 50, nº 203.
  4. ^ Secondo Lanzoni, tutti questi primi presunti vescovi di Sassari, tramandati dalla tradizione, o furono vescovi di altre sedi (Protogene di Sardica, Sansuzio di Torre di Numidia), o sono santi locali che col tempo furono creduti vescovi.
  5. ^ Secondo Lanzoni, Giovanni I fu vescovo di Thurii in Calabria.
  6. ^ Gams riporta la data del 1134, benché il documento cui si riferisce non è datato; la prima attestazione sicura di Pietro di Canneto è del 1135.
  7. ^ A questa data è già documentato Bandino, archiepiscopus electus.
  8. ^ Bandino è documentato il 18 agosto 1198, e fu chiamato, senza potervi andare, al capezzale del giudice Costantino II, morto il 28 agosto successivo.
  9. ^ Biagio è documentato come archiepiscopus electus per la prima volta il 1º dicembre 1202.
  10. ^ Vidili (op. cit., p. 109, nota 111) annota come nei documenti che riferiscono della sua morte, è sempre chiamato "arcivescovo eletto", probabilmente perché il suo episcopato è durato molto poco, forse meno di un anno. Non è da escludere, annota ancora Vidili (pp. 108-110 e note), che Piacentino sia da identificarsi con il successivo Opizzo, che sarebbe perciò da escludere dalla cronotassi, oppure che i due fossero contendenti per la sede di Torres; ma allo stato attuale dei documenti, la questione non può essere risolta.
  11. ^ La sede risulta essere vacante il 21 maggio 1247.
  12. ^ È documentato come electus il 10 giugno 1249.
  13. ^ Luca Demontis, Stefano di Spagna, frate Predicatore e arcivescovo di Torres (1200 ca. – 1260 ca.), in «Archivio Storico Italiano», CLXX (2012), pp. 235–262.
  14. ^ Prima di Ubaldino, Eubel menziona, senza alcun dato cronologico, i vescovi Guglielmo, Bertrando, Paolo, Jacopo e Francesco, nominati da papa Urbano VI e papa Bonifacio IX.
  15. ^ Nomina revocata perché «infra tempus debitum non fecit expediri litteras apostolicas».
  16. ^ Luigi Cibrario, Storia di Torino, vol. II, Torino 1846, p. 590
  17. ^ Pasquale Tola, Dizionario biografico degli nomini illustri di Sardegna, vol. I, Torino 1837, p. 185

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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