C'era una volta in America: differenze tra le versioni

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*[[Scott Schutzman Tiler|Scott Tiler: giovane Noodles
*[[Rusty Jacobs]]: giovane Max / David Bailey
*[[Brian Bloom]]: giovane Patsy
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Doppiaggio originale
Doppiaggio originale

Versione delle 15:18, 17 set 2017

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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonima storia a fumetti Disney Italia, vedi C'era una volta... in America.

{{Film |titolo italiano = C'era una volta in America |immagine = C'era una volta in America.jpg |didascalia = La gang di Noodles poco prima d'imbattersi in Bugsy |titolo originale = Once Upon a Time in America |paese = Stati Uniti d'America |paese 2 = Italia |anno uscita = 1984 |durata = 229 min
139 min (versione ridotta statunitense)
251 min (versione estesa) |aspect ratio = 1.85:1 |genere = Gangster |regista = Sergio Leone |soggetto = dal romanzo di Harry Grey |sceneggiatore = Sergio Leone, Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco Arcalli, Franco Ferrini |produttore = Arnon Milchan |produttore esecutivo = Claudio Mancini |attori =

|doppiatori italiani = Doppiaggio originale

Ridoppiaggio (2003)

|fotografo = Tonino Delli Colli |montatore = Nino Baragli |musicista = Ennio Morricone |scenografo = Carlo Simi |costumista = Gabriella Pescucci }}

C'era una volta in America (Once Upon a Time in America) è un film del 1984 diretto da Sergio Leone, con Robert De Niro, James Woods e Elizabeth McGovern.

Tratta dal romanzo di Harry Grey The Hoods del 1952, la pellicola narra, nell'arco di più di quarant'anni (dagli anni venti ai sessanta), le drammatiche vicissitudini del criminale David "Noodles" Aaronson e dei suoi amici nel loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all'ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo.

Presentato fuori concorso al 37º Festival di Cannes[1], è il terzo capitolo della cosiddetta trilogia del tempo, preceduto da C'era una volta il West (1968) e Giù la testa (1971). Malgrado lo scarso successo di pubblico alla sua uscita, col passare degli anni è stato definito unanimemente come uno dei film più belli di sempre, posizionandosi quasi sempre nelle classifiche dei film preferiti di pubblico e di critica.[2]

Trama

Noodles nella fumeria d'oppio

New York, 1933. Quattro spietati sicari cercano rabbiosamente David "Noodles" Aaronson, gangster all'epoca del proibizionismo, dopo aver già assassinato Eve, la sua donna. "Fat" Moe Gelly, proprietario del bar dove Noodles è di casa, non resistendo alle crudeli torture a cui viene da loro sottoposto, indica quale nascondiglio un teatro cinese che funge da fumeria d'oppio.

Lì Noodles sta cercando di dimenticare la morte dei suoi tre soci e amici: "Patsy" (Patrick Goldberg), "Cockeye" (Philip Stein) e "Max" (Maximilian Bercovicz). Un flashback mostra la scena di un camion in fiamme, casse di whisky ed i tre cadaveri per terra, di cui uno, quello di Max, completamente carbonizzato; Noodles osserva triste la strage tra la folla sotto una pioggia battente.

Due dei quattro ceffi irrompono nel teatro cinese ma Noodles fugge in tempo da un'uscita secondaria. Recatosi al locale di Moe trova e fa fuori il terzo sgherro, evitando di soccorrere il suo amico per far credere ai suoi nemici che questi sia ormai fuori dai giochi. Noodles prima di fuggire prende con sé una chiave con la quale apre una cassetta di sicurezza alla stazione ferroviaria: dentro vi è una valigia, che però invece dei soldi contiene solo vecchi giornali. Confuso e rassegnato, decide di salire sul primo treno in partenza (diretto a Buffalo) facendo perdere le sue tracce per i successivi trentacinque anni.

1968. Noodles torna a New York oramai ultrasessantenne e ritrova Moe, che gestisce ancora il suo bar. I due discutono di una strana lettera, apparentemente speditagli da un rabbino locale, in cui lo si invita a trattare il trasferimento delle salme dei suoi tre amici, trasferimento in realtà già avvenuto otto mesi prima a spese di un ignoto benefattore nel più bel cimitero della città, a Riverdale. Noodles intuisce che la missiva costituisce il messaggio di qualcuno - probabilmente un vecchio nemico - che ha voluto fargli capire di averlo rintracciato nonostante viva altrove sotto falso nome. Fat Moe lo ospita per la notte nell'appartamento sopra il locale. Noodles, solo, vaga tra i ricordi. Vecchie immagini d'infanzia riaffiorano alla memoria guardando attraverso una feritoia sul muro.

1920. Un adolescente Noodles spia dalla medesima feritoia la bella Deborah Gelly, sorella di Moe, che si sta esercitando perché vuole diventare una ballerina. Sarà il grande amore della sua vita. Noodles è un ragazzo di strada del ghetto ebraico di New York che vive di espedienti: imbattutosi fortuitamente in un suo coetaneo, lo smaliziato Max Bercovicz che si è appena trasferito dal Bronx, inizia con lui e gli amici Patsy, Cockeye e Dominic a formare una propria banda criminale che "non vuole padroni", iniziativa per la quale si inimicano il piccolo boss locale Bugsy.

Un sabato, mentre tutta la comunità si reca in sinagoga, Noodles incontra Deborah nell'esercizio commerciale dei Gelly. La fanciulla non approva il suo atteggiarsi a teppistello e perciò, seppur a malincuore, non vuole concedersi a lui; proprio nel bel mezzo del dialogo Noodles, richiamato fuori da Max, preferisce raggiungere l'amico abbandonando Deborah, che per questa sua scelta lo schernisce. Una volta per strada i due ragazzi vengono aggrediti, pestati a sangue e derubati da Bugsy e i suoi scagnozzi.

Il giovane Noodles spia Deborah dalla feritoia nel muro

Noodles, malconcio, cerca di riparare in casa bussando alla porta di Deborah, ma lei nel rimarcare tutto il proprio disappunto lo abbandona al suo destino e non gli apre.

Noodles e soci, nonostante le intimidazioni, continuano le loro attività malavitose in proprio ed un giorno mettono a punto uno stratagemma che utilizzando dei galleggianti legati a dei sacchi ricolmi di sale permette il recupero delle casse di whiskey gettate in mare dai contrabbandieri all'arrivo delle motovedette della polizia portuale; grazie a quest'invenzione cominciano a guadagnare somme sempre più ingenti e possono inaugurare un fondo comune, depositando metà dei loro proventi in una valigia custodita dentro una cassetta di sicurezza alla stazione.

Bugsy, furioso per non essere stato rispettato, tenta di eliminare la gang di Noodles e Max una volta per tutte: a farne le spese è il giovanissimo Dominic, ucciso con un colpo di pistola alle spalle. Noodles riesce a vendicarlo accoltellando a morte Bugsy, prima di essere arrestato e di finire in galera per dodici lunghi anni.

1968. Avendo saputo che i resti dei 3 amici sono stati trasferiti nel locale cimitero, Noodles si reca a Riverdale, nella monumentale cappella fatta erigere dallo sconosciuto benefattore. All'interno vede il proprio nome su una targa commemorativa ed una chiave che riconosce essere quella che apriva la cassetta alla stazione di cui un tempo si serviva la sua gang.

Noodles, al deposito di bagagli della stazione, apre la cassetta e stavolta vi trova al suo interno una valigia piena di dollari contenente anche un messaggio: "pagamento anticipato per il tuo prossimo lavoro".

Moe, Patsy, Max e Cockeye brindano con Noodles alla sua scarcerazione

1932. Dopo dodici anni Noodles viene rilasciato e trova ad attenderlo Max (che riconosce quasi a fatica, dopo tanto tempo dentro), il quale lo informa che nel frattempo la banda ha ingrandito le proprie attività fino a diventare proprietaria del locale di Fat Moe, dove si distribuiscono clandestinamente alcolici in piena epoca proibizionistica. Noodles scopre che i suoi tre amici stanno iniziando a compiere dei grossi lavori al soldo di organizzazioni molto potenti di cui Max vuole garantirsi la protezione.

Viene infatti loro commissionata una rapina ad una gioielleria di Detroit per conto di un potente boss italo-americano di nome Frankie Monaldi e del suo amico Joe di Detroit; durante il colpo Noodles, provocato, violenta una commessa di nome Carol. Al momento del pagamento per la consegna della refurtiva - una cospicua partita di diamanti - la gang fredda a bruciapelo Joe e i suoi compari, in quanto Max in precedenza si era segretamente accordato con Monaldi per eliminare la concorrenza di Detroit. Allora Noodles, visibilmente contrariato, redarguisce Max per averlo tenuto all'oscuro di tutto e lo accusa di voler tradire la linea indipendente concordata anni prima. È l'inizio di una graduale frattura tra i due: Noodles infatti giudica pericolose le ambizioni del suo amico e vorrebbe preservare l'integrità della banda attraverso la sua autonomia, invece Max è sempre più assetato di denaro e potere.

1968. Noodles, nel bar di Fat Moe, apprende da un notiziario televisivo che il senatore Christopher Bailey è scampato miracolosamente ad un attentato dinamitardo. Il politico risulta infatti coinvolto in una controversa indagine per corruzione durante la quale sono già stati assassinati due possibili testimoni. In TV vede anche una sua vecchia conoscenza, il sindacalista James Conway O'Donnell.

1933. In questo periodo imperversano le lotte del movimento operaio, così la banda riceve un incarico da Sharkey, un politico vicino al Sindacato Trasporti. Chicken Joe - uno sgherro al servizio di un certo Crowing, direttore di una fabbrica occupata - ha preso in ostaggio il rappresentante sindacale Jimmy "Mani Pulite" Conway per convincerlo con la forza a porre termine allo sciopero degli operai; la contromossa della gang di Noodles consiste nel sequestro del dirigente, in modo da obbligare Chicken Joe al rilascio del suo prigioniero in cambio della liberazione del "rappresentante dei padroni", Crowing appunto. Quest'ultimo però non demorde e in seguito ordina al suo tirapiedi l'ennesimo atto intimidatorio, ossia la gambizzazione di O'Donnell; per tutta risposta Max e Noodles tendono un'imboscata dove ammazzano a mitragliate Chicken Joe assieme ad un altro scagnozzo, risparmiando solo l'impietrito Crowing. Per assicurarsi il completo successo dell'operazione la banda arriva a ricattare il capo della polizia Vincent Aiello, scambiando i braccialetti ai neonati nella nursery in cui si trovava anche il nuovo nato del poliziotto.

Diviene così sempre più chiara la commistione tra malavita, sindacato, politica e forze dell'ordine, tanto che Sharkey propone a Noodles e soci nuovi e più importanti affari in previsione della ormai non troppo lontana fine del Proibizionismo; Max, sempre più ambizioso, accetterebbe di buon grado, mentre Noodles ancora una volta manifesta tutta la propria disapprovazione.

Nel frattempo Noodles per conquistare Deborah organizza una splendida serata in un ristorante sul mare prenotato esclusivamente per loro due, durante la quale le chiede di sposarlo; lei non si dimostra indifferente alle sue attenzioni, ma rifiuta la proposta perché non ne tollera lo stile di vita - che comporterebbe soprattutto la rinuncia alle proprie aspirazioni artistiche - e pertanto gli comunica freddamente che il giorno seguente sarebbe partita per Hollywood. Noodles resta profondamente turbato da tutto ciò e riaccompagnandola a casa abusa di lei in automobile, perdendola per sempre.

Carol, la commessa della gioielleria di Detroit, diviene intanto la donna di Max e Noodles si fidanza con Eve. Viene annunciata sui giornali l'imminente fine del proibizionismo: appresa la sfavorevole notizia, Max, anche stufo dei soliti colpi, confida a Noodles di volere rapinare la Federal Reserve Bank, realizzando così il sogno di tutta una vita. Secondo Noodles, come per Carol, è un'idea folle, un suicidio: l'unico modo per fermare Max e gli altri è quindi provocarne l'arresto mentre trasportano l'ultimo carico di whiskey, sicché Noodles, durante la festa di addio al proibizionismo nel locale di Moe, li denuncia alla polizia con una telefonata anonima. Pochi istanti dopo, a seguito di un alterco, Max tramortisce Noodles, impedendogli di partecipare a quello che sarà il colpo finale della gang. Quella stessa notte infatti Patsy, Max e Cockeye perderanno la vita in un conflitto a fuoco con la polizia.

Noodles insieme a Max alias senatore Bailey

1968. A Noodles perviene l'invito ad un ricevimento a casa del senatore Bailey a Long Island. Egli, per saperne di più su questa insolita convocazione da parte di uno sconosciuto, visita un ospizio finanziato dalla Fondazione Bailey dove, ritrovando un ormai anziana Carol e grazie ad una vecchia foto, viene a sapere che Deborah ne era stata la madrina alla cerimonia d'inaugurazione. Noodles decide quindi di andare ad incontrare Deborah - ora affermata attrice di Broadway - in camerino dopo una sua esibizione a teatro di Antonio e Cleopatra. Alquanto scossa da una tale visita ed inizialmente reticente, la donna racconta a Noodles delle vicissitudini del ricco finanziere sceso in politica e della sua recente convocazione quale testimone ad un delicatissimo ed intricato processo. Noodles sa già che lei è la sua amante e glielo confessa; frattanto Deborah viene raggiunta in teatro anche dal figlio di Bailey, un ragazzo di nome David - lo stesso nome di Noodles - incredibilmente somigliante al compianto Max Bercovicz da giovane. Noodles ha ormai capito che il misterioso senatore non è altri che il suo vecchio amico che credeva deceduto nel lontano 1933. La sera della sparatoria Max aveva difatti escogitato un piano con la complicità della polizia per eliminare Cockeye e Patsy e al contempo risultare morto, così da potersi accaparrare tutti gli introiti accumulati negli anni di sodalizio criminale disponendo di una nuova identità. Nonostante le suppliche di Deborah a rinunciarvi Noodles decide di recarsi alla festa nella sfarzosa villa di Bailey/Max.

File:De niro america.JPG
Il sorriso finale di Noodles

Noodles arriva alla festa e viene ricevuto in privato da Bailey/Max che gli spiega il motivo dell'invito e del denaro nella valigetta: egli si considera ormai spacciato, in quanto minacciato di morte dai potenti un tempo suoi alleati che vogliono impedirgli di comparire al processo. Vuole perciò che Noodles gli spari, potendo accettare di essere ucciso solo per mano sua e asserendo pure di volersi sdebitare per avergli rubato tutto lasciandolo inutilmente nel rimorso per 35 anni. Noodles però spiazza il senatore non esaudendone la richiesta, sostenendo altresì che non gli è debitore di nulla. Per lui Max è morto per sempre e, comportandosi come se non lo riconoscesse, va via formulandogli i migliori auguri circa gli sviluppi dell'inchiesta in corso.

Noodles esce dalla villa e si allontana a piedi; la sua attenzione viene attratta dall'accensione del motore di un camion della nettezza urbana. Poco dopo scorge quella che sembra essere la sagoma di Max camminare verso il mezzo appena partito e sparire misteriosamente dietro di esso, apparentemente in un vortice di lame compattatrici all'interno del cassone del camion. Noodles vede il camion allontanarsi fino a scomparire nel buio, mentre un corteo di vecchie auto, con a bordo giovani festanti, gli passa davanti sulle note di God Bless America di Irving Berlin.

1933. Noodles è nella fumeria d'oppio che giace sul letto inebriato dagli effetti della droga: guarda in alto e sorride.

Produzione

Regia

Sergio Leone sul set di C'era una volta in America

Strutturato su un ampio ricorso alla formula dell'analessi e della prolessi, che lascia tuttavia spazio a un finale aperto, il film si presta a diverse interpretazioni. L'alto significato allegorico, la perfezione tecnica, l'atmosfera e il suo modo di trattare le più grandi emozioni come amicizia, amore e malinconia lo rendono unico e inarrivabile. Col passare del tempo il film è stato definito da una maggioranza sempre più ampia "un capolavoro assoluto", uno dei migliori lavori cinematografici del secolo.[3][4]

Sceneggiatura

«Quando scatta in me l'idea di un nuovo film ne vengo totalmente assorbito e vivo maniacalmente per quell'idea. Mangio e penso al film, cammino e penso al film, vado al cinema e non vedo il film ma vedo il mio...Non ho mai visto De Niro sul set ma sempre il mio Noodles. Sono certo di aver fatto con lui "C'era una volta il mio cinema", più che "C'era una volta in America"»

La sceneggiatura del film è frutto di un lavoro lunghissimo che copre un arco di tempo di circa 12-13 anni.[5] Infatti, fin dall'uscita di Giù la testa, il regista iniziò a progettare di realizzare un gangster movie ambientato nell'America dei primi del Novecento. Gli ostacoli furono innumerevoli, e su tutti il più importante fu che lo stesso regista non aveva in mente una trama precisa per poter scrivere in modo continuativo la sua sceneggiatura.

La trama definitiva venne in mente al regista solo alla metà degli anni settanta, quando lesse il romanzo "The Hoods" di Harry Grey. Il romanzo era stato firmato dall'autore con uno pseudonimo per poter nascondere la sua identità visto che si trattava dell'autobiografia di un vero gangster negli anni del proibizionismo che si chiamava proprio David Aaronson. Leone rimase molto colpito dal libro e scelse di trarne ispirazione per il suo film, arrivando a definire quella come la trama che andava cercando oramai da un decennio.

Trovato il soggetto, non restava che dare vita alla sceneggiatura per poter poi cominciare il film. Leone iniziò a scrivere, ma a causa della complessità della trama che aveva in mente si avvalse di diversi collaboratori, chiamando a lavorare con lui Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Enrico Medioli, Franco Arcalli e Franco Ferrini (per Franco Arcalli, grande montatore e sceneggiatore, da tempo malato, sarà l'ultimo lavoro per il cinema: deceduto nel 1978, non riuscirà a lavorare ad Apocalypse Now di Francis Ford Coppola). Terminata la sceneggiatura, la propose al produttore statunitense Arnon Milchan (apparso in un cameo nel ruolo dell'autista di Deborah e Noodles) che accettò di produrre il film.

Cast

Avendo a disposizione un budget elevato Sergio Leone si avvalse di un cast misto, composto da grandi stelle internazionali e da attori debuttanti o poco conosciuti.

  • Robert De Niro è David "Noodles" Aaronson, il protagonista del film. De Niro era già una star molto affermata avendo già vinto due premi Oscar; in seguito a questo film tornerà a interpretare ruoli simili per De Palma in Gli intoccabili e per Scorsese in Quei bravi ragazzi e Casinò. Per preparare e perfezionare al meglio il suo personaggio in questo film chiese di incontrare ripetutamente il boss Meyer Lansky, non ottenendo mai una risposta positiva.
James Woods, interprete di Max
Jennifer Connelly, che nel film è Deborah da piccola
  • James Woods è Maximilian "Max" Bercovicz, amico di Noodles e co-protagonista della storia. Per la parte di Max il principale candidato era Joe Pesci, celebre attore e grande amico di De Niro. Tuttavia i provini di Pesci non piacevano particolarmente a Leone, che pur riconoscendo la bravura dell'attore non lo riteneva adatto. Alla fine Leone convinse Pesci a prendere parte ugualmente al film; fu lo stesso Pesci a scegliere di interpretare la parte di Frankie Monaldi (ruolo molto importante nelle sceneggiatura originale, ma limitata nella versione definitiva del film). James Woods venne scelto su consiglio di De Niro. All'epoca Woods era un attore noto principalmente per aver lavorato con David Cronenberg in Videodrome, come protagonista. Il provino non colpì subito Leone, che lo scritturò solo al termine della selezione, dopo aver "spostato" Joe Pesci al ruolo di Frankie.
  • Tuesday Weld è Carol, compagna di Max e personaggio di grande rilevanza nella parte finale del film. Per la parte di Carol si era autocandidata Claudia Cardinale, che voleva partecipare al progetto e che aveva già lavorato con Sergio Leone in C'era una volta il West del 1968; ma Leone la scartò per puntare su un'attrice meno famosa.
  • Elizabeth McGovern è Deborah, la donna che Noodles ha sempre amato. Per il ruolo vennero considerate moltissime altre attrici, in alcuni casi decisamente più celebri della McGovern, tra cui Rosanna Arquette e Kim Basinger. Tra le prime candidate al ruolo ci fu Romina Power. Altre ipotesi furono Jennifer Beals (divenuta famosa l'anno prima con Flashdance), Glenn Close, Geena Davis, Cybill Shepherd (la Betsy di Taxi Driver), Meryl Streep, Sigourney Weaver, Michelle Pfeiffer e Meg Ryan. Tuttavia, come con il personaggio di Carol, Leone alla fine optò per un'attrice meno conosciuta al grande pubblico.
  • Jennifer Connelly è Deborah da bambina. La Connelly vide la propria carriera decollare proprio dopo questo film, e tuttora è un'apprezzata attrice che nel corso della sua professione ha lavorato con registi del calibro di Dario Argento, Jim Henson, Ron Howard e Ang Lee. La Connelly venne notata da un addetto al casting di un altro film, il quale sapeva che il regista italiano stava cercando una ragazza da far danzare davanti alle cineprese. Dopo aver visto la Connelly ballare decise di proporla a Leone, che la scritturò immediatamente, avviandola alla carriera cinematografica.

Per le parti dei ragazzi Leone si affidò a dei giovani debuttanti selezionati tramite audizioni: tutti questi ragazzi erano praticamente all'inizio della loro carriera. Tra loro, solo Brian Bloom (il giovane Patsy) continuerà con medio successo la carriera di attore, mentre gli altri tenteranno di lavorare in qualche progetto prima di cambiare mestiere. Sergio Leone volle inoltre dei veri musicisti che suonassero davvero durante le scene girate nello speakeasy di Moe: per questo ingaggiò dei jazzisti romani, Roberto Nicolai (trb), Nunzio Giuliani (bt), Gianni Saintjust (cl), Dario Iori (banjo), Ole Jorgensen (drums), Alex Serra (voce).

Cameo

Il produttore Arnon Milchan volle fare un cameo, compare infatti in una scena nei panni dell'autista di Noodles.

Riprese

Il poster e le copertine delle versioni home video rappresentano il Ponte di Manhattan visto da Washington Street (Brooklyn).[6]

Le riprese iniziarono il 14 giugno 1982 e terminarono quasi un anno dopo: il 22 aprile 1983. Il regista per la prima e unica volta nella sua carriera non usò il formato 2,35:1 durante le riprese (grazie a questo formato aveva ottenuto grande fama per via dei suoi primi piani) sostituendolo con il 1,85:1. Durante il periodo di riprese la lavorazione proseguì senza grossi intoppi o problemi, se non le difficoltà legate a organizzare i grandi spostamenti che l'intera troupe era costretta ad affrontare per raggiungere le varie location.

Infatti per poter girare nelle migliori condizioni Leone girò in lungo e in largo per gli USA, vagando dal quartiere Brooklyn di New York al New Jersey per poi andare in Florida (alcune riprese furono effettuate sulla St. Pete Beach del Don Cesar Hotel) e varcare i confini nazionali per poter riprendere alcune sequenze nella regione del Québec in Canada.[7] La troupe si spostò anche in Europa: in Francia a Parigi ma soprattutto in Italia. Molte scene (soprattutto quelle ambientate negli anni venti e trenta) furono girate nei set di Cinecittà, a Roma. Di passaggio in Italia Leone si fermò anche al Lido di Venezia per girare la scena della cena al ristorante di Noodles e Deborah all'hotel Excelsior (Sala Stucchi e spiaggia fronte Hotel).

La Teoria del sogno

Il film inizia e finisce nel 1933, con Noodles che si nasconde in una fumeria d'oppio. Poiché l'ultima scena del film raffigura Noodles sorridente, immerso nei fumi dell'oppio, alcuni interpretano la storia come un sogno o una fantasia indotta dalla droga, con Noodles che ricorda il suo passato e immagina il suo futuro. Nel commento inserito nel DVD, lo storico cinematografico Richard Schickel afferma che i consumatori di oppio hanno spesso allucinazioni vivide e che queste visioni hanno la tendenza a esplorare il passato e il futuro.

Nel documentario A Fistful of Sergio Leone è riportato che lo stesso Leone fece riferimento a questa teoria parlando con un gestore di cinema che aveva appena visionato la pellicola. Gli oppositori della Teoria del sogno citano il fatto che la sequenza del 1968 include vari anacronismi: la musica dei Beatles, la televisione, e riferimenti alla guerra del Vietnam, gli hippies nella stazione che discutono su Jimi Hendrix, che ovviamente non esistevano nel 1933 e quindi Noodles non sarebbe stato in grado di sognarli. E asseriscono inoltre che filmare le sequenze successive sotto forma di sogno avrebbe annullato l'effetto tematico e psicologico del film.

I sostenitori affermano che varie scene avvalorano la Teoria del sogno per esempio il telefono che squilla ossessivamente nella mente di Noodles è il sintomo di una allucinazione ossessiva provocata dall'oppio ed egli viene immediatamente soccorso da un inserviente della fumeria che gli passa nuovamente la pipa facendolo immergere nuovamente nella storia. Inoltre il film inizia con la musica di God bless America e nella scena finale corrispondente, le automobili che sfilano cariche di gente che festeggia sono veicoli del 1930 e suonano la stessa canzone. Il tradimento di Max nel futuro può essere interpretato come un trasferimento di responsabilità: Noodles inconsciamente accusa Max per il suo ingresso nell'organizzazione criminale e per la sua fallita relazione con Deborah, e in un certo senso si sente tradito dalle brucianti ambizioni di Max.

Alla fine del film il sorriso di Noodles viene interpretato come il sollievo, nell'accorgersi di aver solo sognato, anche se nella versione DVD italiana questi sorride poco dopo aver iniziato a fumare. Sergio Leone, poco prima di morire, tenne una lezione al Centro sperimentale di cinematografia. In questo intervento, il regista affrontò anche la Teoria del sogno. Leone spiegò che Noodles, grazie all'oppio, ha una visione del suo futuro. Specificò che si trattava ovviamente di una sua personale lettura del film.[8] Affermazione, questa, che sembra alquanto singolare, dal momento che i significati diretti e allusivi dei film sono pensati e realizzati proprio dai registi dei film stessi.

Colonna sonora

Lo stesso argomento in dettaglio: C'era una volta in America (colonna sonora).

Distribuzione

Date di uscita

La prima proiezione del film si tenne a New York il 17 febbraio 1984, in Italia il film uscì nelle sale cinematografiche il 28 settembre dello stesso anno.

  • 17 febbraio 1984 in Canada (Once upon a time in America)
  • 23 maggio 1984 in Francia (Il était une fois en Amérique)
  • 1º giugno 1984 in USA (Once upon a time in America)
  • 6 luglio 1984 in Italia
  • 17 agosto 1984 in Svezia (Once upon a time in America)
  • 12 ottobre 1984 in Germania (Es war einmal in Amerika)

Divieti

Le restrizioni imposte nelle varie nazioni per il film:

Edizione italiana

Doppiaggio

Il doppiaggio originale del film è stato seguito dallo stesso regista, che si è occupato della scelta delle voci, la quale direzione venne affidata all'attore Riccardo Cucciolla. Inizialmente Leone aveva pensato di assegnare il doppiaggio di Noodles a Pino Colizzi (già doppiatore di Robert De Niro in Il padrino - Parte II); fu lo stesso Colizzi, tuttavia, a suggerire al regista di affidarlo a Ferruccio Amendola, doppiatore abituale di De Niro. A causa di alcuni problemi di diritti con il doppiaggio originale, l'edizione italiana è stata totalmente ridoppiata in occasione dell'uscita del film in DVD nel 2003, scontentando molti degli appassionati per la rimozione di alcune voci "storiche" del doppiaggio italiano (su tutti Ferruccio Amendola, nel frattempo deceduto). Successivamente il doppiaggio originale è stato ripristinato nel 2012 grazie al restauro in occasione della pubblicazione del film in DVD e Blu-Ray nella versione estesa della durata di 246 minuti, occasione nella quale tornò anche in alcune sale.

Incassi

Il film venne distribuito commercialmente negli USA nei primi giorni del giugno 1984, nel primo week-end di apertura venne proiettato in 894 sale incassando 2.412.014 $.[9] A causa della pessima versione montata dal produttore Arnon Milchan il film ebbe un immediato calo di spettatori e fu un notevole insuccesso di pubblico incassando complessivamente solo 5.321.508 $ sul mercato domestico (a fronte di un budget di 30.000.000 $) e posizionandosi ad un deludente 107º posto della classifica dei maggiori incassi sul mercato USA[10]. Le cose andarono molto meglio in Europa, dove venne distribuita la versione montata secondo le direttive del regista: in Germania il film incassò l'equivalente di oltre 9.000.000 $ e in Svezia il ricavo totale fu di 4.696.703 SEK. Ottimi risultati si ebbero anche in Francia, in Italia e nel Regno Unito[9].

Critica

Morando Morandini nel suo Dizionario del cinema attribuisce al film un giudizio di 5 stelle, il massimo assegnabile, commentando: «Il presente non esiste: è una sfilata di fantasmi nello spazio incantato della memoria. Alle sconnessioni temporali corrispondono le dilatazioni dello spazio: con sapienti incastri tra esterni autentici ed esterni ricostruiti in teatro, Leone accompagna lo spettatore in un viaggio attraverso l'America metropolitana (e la storia del cinema su quell'America) che è reale e favoloso, archeologico e rituale. [...] È un film di morte, iniquità, violenza, piombo, sangue, paura, amicizia virile, tradimenti. E di sesso. In questa fiaba di maschi violenti le donne sono maltrattate; la pulsione sessuale è legata all'analità, alla golosità, alla morte, soprattutto alla violenza. È l'America vista come un mondo di bambini».[11][12]

Pino Farinotti nella sua guida conferma l'alta valutazione del film assegnandogli un voto di 4 stelle su 5, definendolo «Un'autentica lezione di cinema.»[13] Viceversa Paolo Mereghetti ridimensiona l'opera assegnando al film 2 stelle e mezzo su 4 scrivendo:

«Leone, che da tredici anni pensava a questo film l'ultimo che poté dirigere, intendeva celebrare da europeo l'immaginario del cinema classico americano approdando a un finale "cupio dissolvi" carico di malinconia per i sogni perduti. Ma lo sforzo di sei sceneggiatori non ha prodotto un solo personaggio coerente e la durata spropositata non basta ad evitare buchi nel racconto. Come sempre a Leone riesce bene la trasfigurazione lirica del triviale: rende epica una mano che mescola lo zucchero in una tazzina e struggente il ricordo di uno stupro gratuito tanto quanto repellente. Ma lo stile non basta: per quanto le singole scene siano dirette magistralmente c'è troppo autocompiacimento, oltre ad un'aridità di sentimento che lascia perplessi in un film che vorrebbe essere anche una grande elegia romantica.»

Nel suo Cent'anni di cinema italiano, Gian Piero Brunetta commenta:

«[...] come in un gioco di scatole cinesi, diventa un sogno di sogni. La vicenda rievocata da Noodles si svolge in una dimensione incerta tra realtà e sogno, la stessa struttura narrativa originaria - in cui si scontrano di continuo diverse dimensioni e percezioni del tempo non autorizza a distinguere se la vicenda è frutto dei fumi dell'oppio o di ricordi reali del protagonista. Anche (e soprattutto) in questo caso la memoria del singolo tende a dissolversi in quella di un intero paese.[14]»

Primati

È stato inserito al 43º posto della lista dei migliori film della storia del cinema stilata dai lettori di TimeOut con la seguente motivazione: "A mature meditation on time, honor, and brotherhood, and another gangster epic on a grand scale".[15] Empire Magazine lo ha inserito al 63º posto nella sua lista pubblicata nel 1999[16] e all'83º posto di quella pubblicata nel 2003.[16] Figura inoltre al 77º posto della Top 250 di IMDb[17] con una media voti di 8,4/10.[18] Anche sul sito Rotten Tomatoes il film ha una media di voti di 8,4/10.[19]

Promozione

Alcuni slogan promozionali internazionali del film:

  • «Crime, passion and lust for power - Sergio Leone's explosive saga of gangland America.»
  • «As boys, they made a pact to share their fortunes, their loves, their lives. As men, they shared a dream to rise from poverty to power. Their story is now a "once upon a time" motion picture experience.»
  • «Sergio Leone's three-hour, forty-minute epic masterpiece starring Robert de Niro.»
  • «As boys, they said they would die for each other. As men, they did.»
  • «As boys, they made a pact to share their fortunes, their loves, their lives. As men, they shared a dream to rise from poverty to power. Forging an empire built on greed, violence and betrayal, their dream would end as a mystery that refuse to die.»

Riconoscimenti

Edizioni home video

Il film è stato pubblicato in DVD il 7 luglio 2003 e in Blu-Ray il 27 gennaio 2011. In questa edizione a due dischi, il film è presentato nella versione italiana del 1984 da 220 minuti nel formato 1,85:1 con audio Dolby Digital 5.1 e un nuovo doppiaggio. Il 4 dicembre 2012 è uscito in DVD e Blu-Ray il film in una edizione estesa della durata di 246 minuti, con scene inedite e con la traccia audio originale curata dallo stesso Sergio Leone.

Versioni

Esistono tre diverse versioni del film: quella di 256 minuti con il restauro audio e video del 2012, quella di 229 minuti curata dal regista, quella di 135 minuti curata da Arnon Milchan, produttore del film.

Versione italiana del 1984

La versione curata dal regista è quella universalmente accettata come la vera versione, che è stata distribuita in tutto il mondo tranne che negli Stati Uniti, ottenendo un buon successo. Leone arrivò a questa versione dopo aver stampato circa 10 ore di materiale girato; dopo un primo montaggio il regista cominciò a considerare l'ipotesi di pubblicare una versione divisa in due parti da tre ore ciascuna, alla fine però decise di accorciare ulteriormente l'opera e portarla a meno di 6 ore. Anche in questa versione però numerose scene sono state eliminate[21] tanto che alcuni pezzi del film risultano incomprensibili avendo tagliato in montaggio scene che le spiegavano; le scene tagliate sono sopravvissute ancora oggi[22], ma in modo piuttosto scarno, non doppiate e non montate.

Parte del cast alla presentazione della versione restaurata al festival di Cannes

Versione tagliata

Questa versione è stata privata di moltissime scene (circa 81 minuti) ed è caratterizzata da un montaggio che segue l'ordine cronologico degli eventi. È opinione diffusa che un film che ha come base i flashback non può scorrere in quel modo. Questa versione è stata pubblicata solo negli Stati Uniti con scarso successo e al giorno d'oggi, specialmente a seguito dell'uscita della versione originale in DVD della Warner Bros., è giudicata come una mera operazione commerciale del produttore.

Versione restaurata ed estesa del 2012

Nel 2011 i figli di Sergio Leone hanno acquistato i diritti del film per l'Italia e realizzato un'opera di restauro della pellicola.[22] L'operazione ha previsto anche l'aggiunta di 25 minuti di scene eliminate, presenti nel primo montaggio realizzato dal regista, e il ripristino del doppiaggio originale, grazie all'aiuto del fonico di mix Fausto Ancillai e del montatore del suono Stefano Di Fiore. La pellicola, restaurata dalla Cineteca di Bologna, è stata proiettata il 18 maggio 2012 al 65º Festival di Cannes,[23] con la presenza in sala di Robert De Niro, James Woods, Jennifer Connelly, Elizabeth McGovern ed Ennio Morricone.[24] Il film in versione restaurata è stato proiettato al cinema dal 18 al 21 ottobre 2012 e dall'8 all'11 novembre 2012.[25]. È uscito in DVD e Blu-Ray il 4 dicembre 2012.

Scene aggiunte nella versione estesa

Robert De Niro ed Elizabeth McGovern alla proiezione della versione restaurata di C'era una volta in America al Festival di Cannes 2012

Le sequenze aggiunte nella versione del 2012 sono state inserite nella pellicola cosicché potessero spiegare allo spettatore alcune parti che risultavano poco chiare nella versione internazionale da 229 minuti. Sono in inglese e con sottotitoli:

  1. Il colloquio tra Noodles e la direttrice del cimitero (1968): Quando Noodles giunge al nuovo cimitero dove sono stati sepolti i suoi compagni, visto che il cimitero ebraico in cui riposavano è stato distrutto, Noodles scorge un placca commemorativa all'interno della nuova cappella firmata proprio col suo nome incluso il soprannome. Tuttavia Noodles non ha mai versato un soldo per la costruzione di tale cappella e così si mette a parlare con la direttrice del camposanto - interpretata da Louise Fletcher, attrice cinematografica nota soprattutto per essere stata Miss Ratched, la spietata infermiera del film "Qualcuno volò sul nido del cuculo" - che nel frattempo si era accostata alla porta. La donna non sa che l'uomo che ha a fianco sia David Aronson "Noodles", visto che egli aveva convertito, per il ritorno nel suo quartiere, il suo nome in Robert Williams. Tuttavia Noodles vorrebbe scoprire chi è stato a costruire quella cappella usando il suo nome e tenta di arrivare all'indirizzo del donatore di fondi, ma la direttrice non può aiutarlo visto che il pagamento è stato effettuato da una banca estera. Mentre sta per avviarsi fuori dal cimitero, Noodles scorge un'auto che lo segue e prende il numero di targa. Infatti quella stessa auto, uscita fuori dal cimitero, esploderà e l'evento verrà riportato in TV. La congiura era ai danni di un certo Senatore Bailey il quale era in contrasto con la legge, capeggiata da un procuratore ancora sconosciuto.
  2. L'ansia dei compagni per Noodles e Max che non riemerge dall'acqua dopo la caduta dell'auto nel porto (1933): Noodles e Max di ritorno in auto dall'assassinio di Joe per ordine di Monaldi, finiscono in acqua per volontà di Aaronson che ha schiacciato il pedale dirigendosi ad alta velocità verso la fine della rampa di un molo. Tutti riemergono tranne Noodles e i compagni, incluso Max, incominciano a preoccuparsi dato che a pochi metri una ruspa stava scavando nell'acqua. Alla fine Noodles comparirà per fare lo stesso scherzo che Max gli aveva giocato dodici anni prima quando la combriccola andò a ripescare delle casse di whiskey.
  3. Dialogo tra Noodles e lo chauffeur di Deborah (1933): Noodles esce dal covo dei compagni per incontrarsi con Deborah, il suo primo vero amore, dopo tante scappatelle, con la prostituta Peggy, con cui non si vedeva dal 1922. Prima che Deborah giunga da Noodles, questi si mette a dialogare con lo chauffeur, dell'auto, ebreo. Noodles si dichiara ebreo anch'esso, e lo chauffeur dice di esserne a conoscenza. Noodles gli chiede come si senta uno che faccia tale lavoro, non guadagnando quasi niente a fine giornata, mentre lui ora è uno dei più rispettati e noti gangster della zona. Lo chauffeur gli risponde che lui anche se faceva un lavoro che non rendeva molto, lo svolgeva almeno onestamente e senza rischi. Conclude in modo lucido e lapidario: "In Italia la gente è orgogliosa della mafia, noi ebrei abbiamo già i nostri problemi in quanto ebrei, non è assolutamente il caso di mischiarci con la mafia"
  4. L'incontro amoroso di Noodles ed Eve (1933): Noodles, avendo rovinato tutto il clima amoroso e pieno di speranza durante il ritorno a casa violentando in auto Deborah, ritorna al bar di Moe dove incontra Eve. Egli è dispiaciuto e mortificato da ciò che ha fatto, ma essendo ubriaco e depresso consegna 500 dollari alla ragazza per farci sesso. I due si avviano in camera e Noodles è talmente affranto che vuole chiamare la donna col nome di Deborah, citando persino le frasi dette dalla sua amata quando erano fanciulli durante la preghiera ebraica nello scantinato del bar di Moe. Noodles incomincia il suo amplesso ma presto si ferma perché la sbronza lo fa addormentare. Al suo risveglio egli trova un biglietto di Eve e si precipita in stazione per vedere un'ultima volta Deborah che, su un vagone, gli chiude in faccia la tendina.
  5. Deborah recita al teatro nelle vesti di Cleopatra (1968): Noodles vuole vedere un'ultima volta il suo antico amore Deborah e viene a sapere che lei ora è divenuta una famosa attrice teatrale, come aveva sempre voluto. Così Noodles coglie l'occasione per assistere ad una rappresentazione di Antonio e Cleopatra di William Shakespeare. Deborah veste i panni della regina d'Egitto che, visto sconfitto il proprio esercito dalle legioni di Ottaviano (Augusto), decide di suicidarsi con il morso di un aspide. Marco Antonio, suo amante e traditore di Roma farà lo stesso poco dopo. La scena è assai particolare perché Deborah riesce a catturare tutti gli aspetti della tragedia antica, recitando un lungo monologo in cui esprime il suo desiderio di uccidersi perché tradita dal suo amore e sconfitta in tutto. La nutrice assiste Cleopatra nei suoi ultimi attimi e commenta la situazione disperata. Noodles è tra il pubblico e si commuove nel momento in cui Cleopatra muore uccisa dal veleno del serpente.
  6. La discussione tra il senatore Bailey e il sindacalista O'Donnell (1968): Max è ritenuto morto nell'incidente del 1933 durante l'ultimo trasporto di whiskey di contrabbando. Sia Cockeye che Patsy sono morti nella sparatoria della polizia, ma Max ha fatto trovare un corpo carbonizzato al suo posto per poi potersi nascondere trentacinque anni dopo nelle vesti di uno sconosciuto Bailey, che diventerà senatore coi soldi rubati dal fondo del suo sodalizio criminale con Noodles e gli altri. Tuttavia, ora nel 1968 Max è messo alle strette da James O'Donnell, sindacalista fin dagli anni trenta che fu salvato da Noodles e gli altri da una gang che voleva ucciderlo per la sua attività. Ora egli è divenuto noto e potente e riesce a ricattare il senatore Bailey, arrivando a consigliargli il suicidio. L'azione si svolge proprio la sera della festa che il senatore Bailey aveva dato invitando tutte le più importanti autorità locali, inclusi Noodles e Deborah, la quale gli aveva consigliato e poi pregato di non recarcisi.

Note

  1. ^ (EN) Official Selection 1984: All the Selection, su festival-cannes.fr. URL consultato il 29 marzo 2014.
  2. ^ Roberto Tallarita, C'era una volta in America, su spietati.it, 1º febbraio 2013. URL consultato il 29 marzo 2014.
  3. ^ Franco Montini, Recensione C'era una volta in America, in la Repubblica, 26 agosto 2004. URL consultato il 29 marzo 2014.
  4. ^ Gian Luigi Rondi, Recensione C'era una volta in America, in Il Tempo, 21 maggio 1984. URL consultato il 29 marzo 2014.
  5. ^ a b Sergio Leone...e il mito, su 1aait.com. URL consultato il 29 marzo 2014.
  6. ^ 43-45 Washington St Brooklyn, NY 11201, USA -- approximate address, su Google Street Views. URL consultato il 4 aprile 2014.
  7. ^ (EN) C'era una volta in America (1984) - Filming Locations, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 29 marzo 2014.
  8. ^ La lezione, filmata, è disponibile in visione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
  9. ^ a b (EN) C'era una volta in America (1984) - Box office / business, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 29 marzo 2014.
  10. ^ (EN) Once Upon a Time in America (1984) - Weekend Box Office Results, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato il 29 marzo 2014.
  11. ^ C'era una volta in America (1984), su mymovies.it. URL consultato il 14 settembre 2016.
  12. ^ Laura, Luisa e Morando Morandini, il Morandini 2009. Dizionario dei film, Bologna, Zanichelli editore, 2008.
  13. ^ Scheda su mymovies.it con la recensione di Farinotti, su mymovies.it. URL consultato il 24 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 6 settembre 2009). [non chiaro]
  14. ^ Gian Piero Brunetta, Cent'anni di cinema italiano, Bari, Laterza, 1991., p. 614.
  15. ^ (EN) Top 100 Films (Readers) from Time Out Film Guide, su filmsite.org. URL consultato il 29 marzo 2014.
  16. ^ a b (EN) 100 Greatest Movies Of All Time by Empire Magazine, su filmsite.org. URL consultato il 29 marzo 2014.
  17. ^ (EN) IMDb Top 250, su imdb.it, IMDb. URL consultato il 29 marzo 2014.
  18. ^ (EN) C'era una volta in America (1984) - User ratings, su imdb.com, IMDb. URL consultato il 29 marzo 2014.
  19. ^ (EN) Once Upon a Time in America, su rottentomatoes.com, Rotten Tomatoes. URL consultato il 29 marzo 2014.
  20. ^ Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello
  21. ^ Sergio Leone, Le mie scene nel cassetto, in Cinecritica, n° 11-12, ottobre 1988 / marzo 1989. URL consultato il 29 marzo 2014.
  22. ^ a b Emanuela Giampaoli, La Cineteca di Bologna restaura "C'era un volta in America", in la Repubblica, 9 marzo 2011. URL consultato il 29 marzo 2014.
  23. ^ (EN) Once upon a time in America in a version that is 25 minutes longer, su festival-cannes.fr, 18-19 maggio 2012. URL consultato il 29 marzo 2014.
  24. ^ "C'era una volta in America": De Niro commosso, su news.cinecitta.com, 18 maggio 2012. URL consultato il 29 marzo 2014 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2012).
  25. ^ Filmato audio The Space Cinema, The Space Extra presenta: C'era Una Volta In America, su YouTube, 2 ottobre 2012. URL consultato il 29 marzo 2014.

Bibliografia

Fonti

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Approfondimenti
  • Christopher Frayling, Sergio Leone. Danzando con la morte, Il Castoro Editore, 2002, ISBN 978-88-8033-418-7.
  • Roberto Donati, Il cinema di Sergio Leone, Falsopiano Editore, 2009, ISBN 978-88-87011-87-6.
  • Marcello Garofalo, Tutto il cinema di Sergio Leone, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2002, ISBN 978-88-8490-173-6.
  • Oreste De Fornari, Tutti i film di Sergio Leone, Ubulibri Editore, 2000, ISBN 978-88-7748-037-8.
  • Francesco Mininni, Sergio Leone, Il Castoro Editore, 2007, ISBN 978-88-8033-418-7.
  • Italo Moscati, Sergio Leone. Quando il cinema era grande, Lindau Editore, 2007, ISBN 978-88-7180-694-5.
  • Diego Gabutti, C'era una volta in America. Un'avventura al saloon con Sergio Leone, Rizzoli, 1984.
  • Diego Gabutti, C'era una volta in America. Un'avventura al saloon con Sergio Leone, Milieu, ristampa 2015, ISBN 978-88-98600-37-3.

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