Elezioni politiche in Italia del 1994

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Elezioni politiche italiane 1994
StatoBandiera dell'Italia Italia
Data27-28 marzo 1994
LegislaturaXII Legislatura
Affluenza86,07% (Diminuzione 1,00%)
Leader Silvio
Berlusconi
[1]
Achille
Occhetto
[1]
Mariotto
Segni
[1]
Partiti Forza
Italia
Partito Democratico
della Sinistra
Patto
Segni
Coalizioni Polo delle Libertà/del Buon Governo Alleanza dei Progressisti Patto per
l'Italia
Voti 16.585.516[2][3]
42,84%
13.308.244[2][3]
34,34%
6.098.986[2][3]
15,75%
Differenza % nuova coalizione% nuova coalizione[4]% nuova coalizione%
Differenza seggi nuova coalizione nuova coalizione[4] nuova coalizione
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Le elezioni politiche italiane del 1994 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 27 e lunedì 28 marzo 1994. Furono le prime in assoluto nella storia repubblicana a svolgersi a soli due anni dalla precedente tornata elettorale. Si votò in due giornate per venire incontro alle richieste delle comunità ebraiche, che il 27 celebravano la loro Pasqua[5].

Sistema di voto

Le elezioni politiche del 1994 si tennero con un nuovo sistema di voto (la cosiddetta "legge Mattarella"), introdotto con l'approvazione delle leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277, che davano seguito al referendum del 18 aprile 1993. La legge Mattarella prevedeva per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica un sistema elettorale misto: maggioritario a turno unico per la ripartizione del 75% dei seggi parlamentari unito, per il rimanente 25% dei seggi, al recupero proporzionale dei più votati non eletti per il Senato (attraverso un meccanismo di calcolo denominato "scorporo") e al proporzionale con liste bloccate e sbarramento del 4% alla Camera.

Per la parte maggioritaria quindi (75% dei seggi), il territorio nazionale venne suddiviso in 475 collegi uninominali per la Camera, e in 232 per il Senato. L'attribuzione di questo primo gruppo di seggi avveniva in base ad un sistema maggioritario a turno unico plurality: veniva eletto parlamentare il candidato che avesse riportato la maggioranza relativa dei suffragi nel collegio. Nessun candidato poteva presentarsi in più di un collegio.

I rimanenti seggi (25%) erano invece assegnati con un metodo proporzionale, funzionante però con meccanismi differenziati fra le due assemblee. Per quanto riguarda la Camera, l'elettore godeva di una scheda elettorale separata per l'attribuzione dei 155 seggi residui, cui accedevano solo i partiti che avessero superato la soglia di sbarramento nazionale del 4%. Il calcolo dei seggi spettanti a ciascuna lista veniva effettuata nel collegio unico nazionale mediante il metodo Hare dei quozienti naturali e dei più alti resti; tali seggi venivano poi ripartiti, in ragione delle percentuali delle singole liste a livello locale, fra le 26 circoscrizioni plurinominali in cui era suddiviso il territorio nazionale, e all'interno delle quali i singoli candidati — che potevano corrispondere a quelli presentatisi nei collegi uninominali — venivano proposti in un sistema di liste bloccate senza possibilità di preferenze. Il meccanismo era però integrato dal metodo dello scorporo, volto a dar compensazione ai partiti minori fortemente danneggiati dall'uninominale: successivamente alla determinazione della soglia di sbarramento, ma antecedentemente al riparto dei seggi, alle singole liste venivano decurtati tanti voti quanti ne erano serviti a far eleggere i vincitori nell'uninominale — cioè i voti del secondo classificato più uno — i quali erano obbligati a collegarsi ad una lista circoscrizionale.

Per quanto riguarda il Senato, gli 83 seggi proporzionali venivano assegnati, secondo il dettato costituzionale, su base regionale. In ogni Regione venivano assommati i voti di tutti i candidati uninominali perdenti che si fossero collegati in un gruppo regionale, ed i seggi venivano assegnati utilizzando il metodo D'Hondt delle migliori medie: gli scranni così ottenuti da ciascun gruppo venivano assegnati, all'interno di essa, ai candidati perdenti che avessero ottenuto le migliori percentuali elettorali. Ancor più che alla Camera, ove lo scorporo era parziale, lo scorporo totale previsto per il Senato faceva funzionare la quota proporzionale di fatto come una stramba quota minoritaria, in aperto contrasto con l'impianto generale della legge elettorale.

Circoscrizioni

Come detto il territorio nazionale italiano venne suddiviso alla Camera dei deputati in 475 collegi uninominali e 26 circoscrizioni plurinominali ed al Senato della Repubblica in 232 collegi uninominali e 20 circoscrizioni plurinominali, corrispondenti alle regioni italiane.

Camera dei deputati

Le circoscrizioni della Camera dei deputati furono le seguenti:

  1. Piemonte 1 (Torino);
  2. Piemonte 2 (Cuneo, Alessandria, Asti, Novara, Vercelli, Biella e Verbano-Cusio-Ossola);
  3. Lombardia 1 (Milano);
  4. Lombardia 2 (Bergamo, Brescia, Como, Sondrio, Varese e Lecco);
  5. Lombardia 3 (Pavia, Lodi, Cremona e Mantova);
  6. Trentino-Alto Adige;
  7. Veneto 1 (Padova, Verona, Vicenza e Rovigo);
  8. Veneto 2 (Venezia, Treviso e Belluno);
  9. Friuli-Venezia Giulia;
  10. Liguria;
  11. Emilia-Romagna;
  12. Toscana;
  13. Umbria;
  14. Marche;
  15. Lazio 1 (Roma);
  16. Lazio 2 (Latina, Frosinone, Viterbo e Rieti);
  17. Abruzzo;
  18. Molise;
  19. Campania 1 (Napoli);
  20. Campania 2 (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno);
  21. Puglia;
  22. Basilicata;
  23. Calabria;
  24. Sicilia 1 (Palermo, Agrigento, Caltanissetta e Trapani);
  25. Sicilia 2 (Catania, Messina, Enna, Ragusa e Siracusa);
  26. Sardegna;
  27. Valle d'Aosta[6].

Senato della Repubblica

Le circoscrizioni del Senato della Repubblica furono invece le seguenti:

  1. Piemonte;
  2. Valle D'Aosta;
  3. Lombardia;
  4. Trentino-Alto Adige;
  5. Veneto;
  6. Friuli-Venezia Giulia;
  7. Liguria;
  8. Emilia-Romagna;
  9. Toscana;
  10. Umbria;
  11. Marche;
  12. Lazio;
  13. Abruzzo;
  14. Molise;
  15. Campania;
  16. Puglia;
  17. Basilicata;
  18. Calabria;
  19. Sicilia;
  20. Sardegna.

Quadro politico

Queste elezioni politiche arrivarono dopo alcuni eventi che avevano modificato significativamente il quadro politico italiano.

  • Gli avvenimenti storici dei primi anni novanta suscitarono una profonda ridefinizione dei riferimenti identitari di cui i soggetti politici erano portavoce: ciò implicò spinte di rinnovamento sia nelle forze di sinistra che in quelle tendenzialmente moderate.
  • Nel 1992 e nel 1993 si era verificata una grave crisi della politica italiana, conseguenza dello scandalo di Tangentopoli e della relativa inchiesta giudiziaria (Mani Pulite): la notizia di gravi fatti di corruzione portò a perdite di consenso dei partiti tradizionali che, fino ad allora, avevano esercitato un ruolo predominante nella politica italiana.
  • Nel 1993, a seguito di un referendum, fu adottata una nuova legge elettorale, la cosiddetta legge Mattarella; il nuovo sistema elettorale era misto maggioritario e proporzionale. Il 75% dei seggi (475 per la Camera, 232 per il Senato) è assegnato tramite un sistema uninominale maggioritario a turno unico; il restante 25% dei seggi (155 per la Camera, 83 per il Senato) tramite un sistema proporzionale. Per il maggioritario, il territorio nazionale è suddiviso in tanti collegi quanti sono i seggi da assegnare: ottiene il seggio il soggetto che, nel relativo collegio, abbia ottenuto la maggioranza relativa dei voti. Per il proporzionale, la distribuzione dei seggi avviene alla Camera su base nazionale, tra le liste che abbiano superato il 4%; al Senato su base regionale, in base ai seggi spettanti a ciascuna regione.

Tutti questi cambiamenti ebbero una tale portata che si arrivò a parlare di Prima Repubblica e Seconda Repubblica.

Dopo una fase di grandi trasformazioni (diaspora socialista, diaspora socialdemocratica, diaspora liberale, diaspora democristiana, diaspora comunista, diaspora missina), i principali soggetti che delinearono il nuovo scenario politico furono:

Da sottolineare inoltre la nascita di alcuni soggetti volti a riassumere in modo trasversale tradizioni politiche differenti.

Principali forze politiche

Lista Collocazione Ideologia Leader[1]
Polo delle Libertà e Polo del Buon Governo[8][9]
Coalizione composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Lega Nord, Lista Pannella, Centro Cristiano Democratico (in FI), Unione di Centro (in FI) e Polo Liberal Democratico (nel Polo)
Centro-destra Liberalismo, Liberismo, Cristianesimo democratico, Conservatorismo, Conservatorismo nazionale, Conservatorismo liberale, Populismo di destra, Nazionalismo, Federalismo, Autonomismo, Regionalismo, Anticomunismo, Antistatalismo, Radicalismo Silvio Berlusconi
Alleanza dei Progressisti
Coalizione composta da Partito Democratico della Sinistra, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Socialista Italiano, La Rete, Alleanza Democratica, Cristiano Sociali (nei Progressisti), Federazione dei Verdi e Rinascita Socialista
Sinistra[10] Socialdemocrazia, Cristianesimo sociale, Progressismo, Ecosocialismo, Socialismo, Ecologismo, Eurocomunismo, Neomarxismo, Socialismo democratico, Antifascismo, Antiliberalismo, Anticorruzione, Laicismo, Legalitarismo, Ambientalismo, Pacifismo Achille Occhetto
Patto per l'Italia
Coalizione composta da Partito Popolare Italiano, Patto Segni, Partito Repubblicano Italiano (nel Patto) e Unione Liberaldemocratica (nel Patto)
Centro Centrismo, Cristianesimo democratico, Cristianesimo sociale, Liberalismo sociale, Democrazia liberale, Antifascismo, Anticomunismo, Repubblicanesimo, Mazzinianesimo Mariotto Segni

Schieramenti a confronto

Le varie formazioni politiche si presentarono secondo la nuova logica coalizionale, pur non prefigurando un sistema bipolare. Le coalizioni furono infatti tre:

L'Alleanza dei Progressisti

L'Alleanza dei Progressisti, guidata da Achille Occhetto, si propose come coalizione di sinistra: era formata da Partito Democratico della Sinistra, Rifondazione Comunista, Federazione dei Verdi, Partito Socialista Italiano, La Rete, Alleanza Democratica, Cristiano Sociali.

Il Polo delle Libertà e il Polo del Buon Governo

Berlusconi durante una convetion elettorale
Berlusconi durante una convention elettorale.

Il Polo delle Libertà e il Polo del Buon Governo si presentavano come coalizioni di centro destra, tra loro collegate, sotto la guida di Silvio Berlusconi. Il Polo delle Libertà comprendeva Forza Italia e Lega Nord, il Polo del Buon Governo Forza Italia e Alleanza Nazionale; entrambe le coalizioni includevano anche il Centro Cristiano Democratico e talora alcune formazioni minori (Unione di Centro, Polo Liberal Democratico).[8]

Il Patto per l'Italia

Il Patto per l'Italia, guidato da Mariotto Segni, si propose come coalizione di centro, formata dall'alleanza composta dal Partito Popolare Italiano e il Patto Segni.

Campagna elettorale

Lo stesso argomento in dettaglio: Ingresso in politica di Silvio Berlusconi.

Il 26 gennaio 1994, Berlusconi ha annunciato la sua decisione di entrare in politica, presentando un suo partito politico: Forza Italia. Il suo obiettivo politico era quello di convincere gli elettori del pentapartito, rimasti in uno stato di sconcerto e confusione in seguito agli scandali delle inchieste di Mani pulite, che Forza Italia avrebbe offerto la novità e la continuazione delle politiche filo-occidentali di libero mercato seguite in Italia dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Berlusconi ha lanciato una massiccia campagna di pubblicità elettorale sulle sue tre reti televisive. Successivamente ha vinto le elezioni, ottenendo il 21% dei consensi per Forza Italia, una percentuale più alta di ogni altro partito.

Sul fronte opposto, la sinistra dell'Alleanza dei Progressisti, guidata da Achille Occhetto, era composta da due partiti nati dalla dissoluzione del Partito Comunista Italiano: il Partito Democratico della Sinistra e il Partito della Rifondazione Comunista.

Sondaggi pre-voto

Il 1994 fu per l'Italia la prima volta in cui giornali e televisioni iniziarono a dare un forte risalto ai sondaggi d'opinione, ma l'incertezza in cui versava il paese dopo lo scandalo di Tangentopoli ha fatto sì che molti istituti valutassero l'area degli indecisi molto elevata fino a poche settimane prima del voto. Le percentuali di persone che non avevano ancora scelto una lista ad appena un mese dalle elezioni era così fotografata dai singoli istituti[11]:

  • Directa 60,4%
  • Cirm 28%
  • Doxa 64%
  • Abacus 60%
  • SWG 35%
  • Consulting 50%
  • Diakron 22,9%

Dopo l'alta deviazione standard, si nota subito come fosse elevata la media registrata: superiore al 45%, troppo per effettuare rilevazioni attendibili. Un'indagine dell'ultimo istituto citato, ad esempio, sovrastimò Forza Italia di 14,5 punti percentuali, ma in generale si riuscì a prevedere la vittoria elettorale delle coalizioni di centro-destra[12].

Le rilevazioni effettuate all'uscita delle urne dall'istituto Doxa, invece, ebbero un errore statistico medio molto basso, e alle varie coalizioni assegnavano tali risultati[13]:

Risultati

Lo stesso argomento in dettaglio: Grafico delle elezioni politiche italiane.

Camera dei deputati

Maggioritario

Coalizioni maggioritarie nei singoli collegi elettorali.
Lista Voti (%) Voti Seggi
Polo delle Libertà (PdL)[14] 22,77 8.767.720 164
Polo del Buon Governo (PBG)[15] 14,89 5.732.890 129
Alleanza Nazionale (AN)[16] 6,67 2.566.848 8
Forza Italia (FI)[17] 1,76 679.154 1
Totale Polo delle Libertà/del Buon Governo 46,09 17.746.612 302
Alleanza dei Progressisti (AdP) 32,81 12.632.680 164
Patto per l'Italia (PpI) 15,63 6.019.038 4
Lista Pannella (LP) 1,12 432.667 0
Südtiroler Volkspartei (SVP) 0,49 188.017 3
Socialdemocrazia per le Libertà (SpL) 0,38 147.493 0
Lega d'Azione Meridionale (LAM) 0,13 46.820 1
Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme (VA-APF) 0,11 43.700 1
Altri 3,24 1.247.131 0
Totale[18] 100,00 38.504.158 475

Proporzionale

Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Lista Voti (%) Voti Seggi
Forza Italia (FI) 21,01 8.136.135 30
Alleanza Nazionale (AN) 13,47 5.214.133 23
Lega Nord (LN) 8,36 3.235.248 11
Totale Polo delle Libertà/del Buon Governo 42,84 16.585.516 64
Partito Democratico della Sinistra (PDS) 20,36 7.881.646 38
Partito della Rifondazione Comunista (PRC) 6,05 2.353.946 11
Federazione dei Verdi (FdV) 2,70 1.047.268 0
Partito Socialista Italiano (PSI) 2,19 849.429 0
Movimento per la Democrazia - La Rete 1,86 719.841 0
Alleanza Democratica (AD) 1,18 456.114 0
Totale Alleanza dei Progressisti 34,34 13.308.244 49
Partito Popolare Italiano (PPI) 11,07 4.287.172 29
Patto Segni (PS) 4,68 1.811.814 13
Totale Patto per l'Italia 15,75 6.098.986 42
File:Lista marco pannella 1994.jpg Lista Pannella (LP) 3,51 1.359.283 0
File:Svp.jpg Südtiroler Volkspartei (SVP) 0,60 231.842 0
Socialdemocrazia per le Libertà (SpL) 0,46 179.495 0
Programma Italia (PI) 0,39 151.328 0
Lega Alpina Lumbarda (LAL) 0,35 136.782 0
Lega Autonomia Veneta (LAV) 0,27 103.764 0
Lega d'Azione Meridionale (LAM) 0,15 59.873 0
Altre liste 1,34 525.780 0
Totale[19] 100,00 38.720.893 155

Senato della Repubblica

Totale Percentuale (%)
Elettori 41.795.730  
Votanti 35.873.375 85,83 (su n. elettori)
Voti validi 33.074.549 92,19 (su n. votanti)
Voti non validi 2.798.826 7,80 (su n. votanti)
di cui schede bianche 1.578.604 4,40 (su n. votanti)
Lista Voti (%) Voti Seggi
Polo delle Libertà (PdL)[20] 19,87 6.570.468 82
Polo del Buon Governo (PBG)[21] 13,74 4.544.573 64
Alleanza Nazionale (AN)[22] 6,28 2.077.934 8
Lista Pannella (LP) 2,32 767.765 1
Forza Italia-Centro Cristiano Democratico (FI-CCD)[23] 0,45 149.965 1
Totale Polo delle Libertà/Polo del Buon Governo 42,60 14.110.705 156
Alleanza dei Progressisti (AdP) 32,90 10.881.320 122
Patto per l'Italia (PpI) 16,69 5.519.090 31
Partito Pensionati (PP) 0,76 250.637 0
Lega Alpina Lumbarda (LAL) 0,74 246.046 1
Südtiroler Volkspartei (SVP) 0,66 217.137 3
Lega Autonomia Veneta 0,50 165.370 0
Partito Socialista Italiano (PSI) 0,31 103.490 0
Verdi Federalisti (VF) 0,30 100.418 0
Partito Sardo d'Azione (PSd'Az) 0,27 88.225 0
Partito della Legge Naturale 0,26 86.579 0
Socialdemocrazia per le Libertà 0,24 80.264 0
Programma Italia 0,24 78.569 0
La Lega di Angela Bossi 0,22 72.455 0
Verdi Verdi (VV) 0,21 68.218 0
Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme (VA-APF) 0,08 27.493 1
Altri 3,02 978.533 0
Totale[24] 100,00 33.074.549 315

Eletti

Camera dei deputati

La composizione della Camera dei Deputati della XII legislatura.

Di seguito viene proposta l'attribuzione finale dei seggi[25], per coalizione, alla Camera:

Lista seggi
Polo delle Libertà
Polo del Buon Governo
Forza Italia[26]
Alleanza Nazionale[27]
Lega Nord
Totale Polo delle Libertà+Polo del Buon Governo
164
129
31
31
11
366
Alleanza dei Progressisti[28]
Partito Democratico della Sinistra
Partito della Rifondazione Comunista
Totale Alleanza dei Progressisti
164
38
11
213
Partito Popolare Italiano
Patto Segni
Patto per l'Italia[28]
Totale Patto per l'Italia
29
13
4
46
Südtiroler Volkspartei 3
Lega d'Azione Meridionale 1
Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme 1
Totale 630

Senato della Repubblica

La composizione del Senato della Repubblica della XII legislatura.

Di seguito viene proposta l'attribuzione finale dei seggi[29], per coalizione, al Senato:

Lista Seggi
Polo delle Libertà
Polo del Buon Governo
Alleanza Nazionale
Forza Italia-Centro Cristiano Democratico
Lista Pannella
Totale Polo delle Libertà+Polo del Buon Governo
82
64
8
1
1
156
Alleanza dei Progressisti 122
Patto per l'Italia 31
Südtiroler Volkspartei 3
Lega Alpina Lumbarda 1
Lista Magris 1
Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme 1
Totale 315

Analisi territoriale del voto

Partiti maggioritari nelle singole province per la Camera.

Il Polo delle Libertà e il Polo del Buon Governo, le coalizioni di centro-destra guidate da Silvio Berlusconi conquistano le regioni: Abruzzo (province di Chieti e dell'Aquila), Campania (tranne le province di Avellino e Napoli), Friuli Venezia Giulia, Lazio (tranne la provincia di Viterbo), Liguria (province di Imperia e Savona), Lombardia (tranne la provincia di Mantova), Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna (province di Cagliari e Oristano) e Sicilia. Silvio Berlusconi vince anche nelle province di Piacenza (Emilia-Romagna), di Lucca (Toscana), di Reggio Calabria (Calabria) e di Trento (Trentino Alto Adige)[3]. Il bacino dei consensi ai Poli delle Libertà e del Buon Governo corrisponde in buona parte a quello dell'ex Democrazia Cristiana.

L'Alleanza dei progressisti di Achille Occhetto ottiene la vittoria nelle regioni: Basilicata, Calabria (tranne la provincia di Reggio Calabria), Emilia-Romagna (tranne la provincia di Piacenza), Liguria (province di Genova e La Spezia), Marche, Toscana (tranne la provincia di Lucca) e Umbria. Achille Occhetto vince anche nelle province di Pescara e Teramo (Abruzzo), di Napoli (Campania), di Mantova (Lombardia), di Nuoro (Sardegna) e di Viterbo (Lazio)[3]. Il bacino dei consensi all'Alleanza dei progressisti corrisponde in buona parte a quello dell'ex Partito Comunista Italiano.

Il Patto Segni di Mariotto Segni vince soltanto nelle province di Sassari (Sardegna) e di Avellino (Campania)[3].

Conseguenze del voto

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Berlusconi I e Governo Dini.

Il governo che si viene a formare a seguito di queste elezioni è presieduto da Silvio Berlusconi, e quasi tutti i ministeri sono affidati ad esponenti dei partiti delle coalizioni di cui era leader. Perché entrasse in carica, servirono al Senato i voti di alcuni senatori a vita, mentre alla Camera l'ampia maggioranza decretata dagli elettori non destò problemi per l'ottenimento della fiducia. Si trattò comunque di un governo fragile, a causa di alcune frizioni tra Forza Italia e la Lega Nord, e proprio per la sfiducia di quest'ultima decretata appena sette mesi dopo l'entrata in carica dell'esecutivo, si venne a formare un governo tecnico sostenuto in appoggio esterno dalla Lega e dai partiti di sinistra usciti sconfitti dalle urne. Esso fu presieduto dall'indipendente Lamberto Dini.

Note

  1. ^ a b c d A partire dal 1994, con la nascita delle coalizioni politiche, viene espresso un leader della forza politica che si presenta alle elezioni. Tale figura è tuttavia ufficiosa, in quanto la vigente legge elettorale (Legge Mattarella) non prevede l'indicazione di un candidato vero e proprio
  2. ^ a b c Voti di tutta la coalizione alla Camera dei Deputati (quota proporzionale)
  3. ^ a b c d e f Elezioni 1994 risultati Camera dei Deputati, su elezionistorico.interno.it, Ministero dell'interno. URL consultato il 16 aprile 2013.
  4. ^ a b La coalizione nasce da un'alleanza del PDS con altri partiti e, quindi, non è confrontabile con le precedenti elezioni
  5. ^ Paolo Conti, Tempi supplementari, urne aperte il 28, in Corriere della sera, 18 gennaio 1994. URL consultato il 27 aprile 2010 (archiviato dall'url originale).
  6. ^ Circoscrizione equivalente al solo collegio uninominale di Aosta della parte maggioritaria
  7. ^ Il passaggio dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazione fu ufficialmente formalizzato nel 1995, con il Congresso di Fiuggi
  8. ^ a b Per la Camera dei deputati: il Polo delle Libertà si presentava in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Toscana; il Polo del Buon Governo in Umbria, Lazio, Molise, Campania 1, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna; Forza Italia (autonomamente) in Abruzzo, Campania 2, Marche; Alleanza Nazionale in tutte le circoscrizioni ove non configurava il Polo del Buon Governo. Per il Senato si ebbe il medesimo schema, con due sole eccezioni (nelle Marche si presentò il Polo delle Libertà, il Polo del Buon Governo figurò in tutti i collegi della Campania)
  9. ^ il Polo delle Libertà ed il Polo del Buon Governo strinsero accordi elettorali con la Lista Pannella, senza che essa entrasse nella coalizione
  10. ^ Ciro ROSSELLI, Capitolo II; L'Italia del cambiamento, in Il Novecento, Ciro Rosselli/Lulu.com Editore, 2009, p. 158, ISBN 978-1409281702.
  11. ^ TELEDEMOCRAZIA: FRA APOCALITTICI E INTEGRATI
  12. ^ Governare i sondaggi
  13. ^ ELEZIONI: SONDAGGIO DOXA CAMERA
  14. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Piemonte 1 e 2, Lombardia 1, 2 e 3, Trentino-Alto Adige, Veneto 1 e 2, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana.
  15. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Umbria, Lazio 1 e 2, Molise, Campania 1, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia 1 e 2, Sardegna.
  16. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Piemonte 1 e 2, Lombardia 1, 2 e 3, Trentino-Alto Adige, Veneto 1 e 2, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Campania 2
  17. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Abruzzo, Campania 2, Marche.
  18. ^ Election Resources
  19. ^ Ministero dell'Interno - Archivio Storico Elezioni
  20. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche.
  21. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Lazio, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
  22. ^ Lista presentata nelle circoscrizioni Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria e Marche. Nelle altre è unita nella lista Polo del Buon Governo
  23. ^ Lista presentata solamente nella circoscrizione Abruzzo
  24. ^ Ministero dell'Interno - Archivio Storico Elezioni
  25. ^ Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle Elezioni
  26. ^ 1 eletto nel maggioritario e 30 eletti nel proporzionale
  27. ^ 8 eletti nel maggioritario e 23 eletti nel proporzionale
  28. ^ a b eletti nel maggioritario
  29. ^ Ministero dell'Interno - Archivio Storico delle Elezioni

Bibliografia

  • Costituzione della Repubblica Italiana

Voci correlate

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