Elémire Zolla

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«Chi sa di sapere o di sapere con incertezza o di non sapere non accampa nessuna fede.»

(Elémire Zolla[1])
Elémire Zolla

Elémire Zolla (Torino, 9 luglio 1926[2]Montepulciano, 29 maggio 2002) è stato uno scrittore, filosofo e storico delle religioni italiano, conoscitore di dottrine esoteriche e studioso di mistica occidentale e orientale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

«Non nutre illusioni, non ha ombra di fede, il puro conoscitore. Si limita a sapere o a non sapere o a sapere dubitando. Non crede a niente. Lo porta a ciò che sa non un sentimento, ma una semplice valutazione. Conosce perché verifica.»

(Elémire Zolla[3])

Nacque in una famiglia cosmopolita: il padre era il pittore Venanzio Zolla (18801961), nato in Inghilterra da padre lombardo e madre alsaziana; la madre era la musicista britannica Blanche Smith (18851951), originaria del Kent. Zolla trascorse gli anni dell'infanzia tra Parigi, Londra e Torino parlando naturalmente inglese, francese e italiano[4], e studiando, in seguito, il tedesco e lo spagnolo. In gioventù si dedicò alla pittura e una sua Composizione di ellissi figurò accanto alle opere del padre all'esposizione Nazionale d'arte al Valentino del 1953. Studiò diritto e psichiatria all'Università di Torino, dove si laureò in giurisprudenza nel 1953[5].

A 22 anni si ammalò di tubercolosi e durante la malattia scrisse un romanzo, Minuetto all'inferno, pubblicato nel 1956, con cui vinse il premio Strega opera prima.

Nel 1957 si trasferì a Roma, dove Nicola Chiaromonte lo volle nella redazione della rivista Tempo presente. Collaborò inoltre alle riviste Lo spettatore italiano, Il pensiero critico, Letterature moderne, Il Punto e a vari giornali, tra i quali il Corriere della Sera[6] e Il Giornale d'Italia, sul quale firmò con lo pseudonimo di "Bernardo Trevisano"[7].

Nel 1958, dopo dieci anni di fidanzamento, sposò la poetessa Maria Luisa Spaziani, ma il lungo legame sfociato nel matrimonio s'incrinò quasi subito[8].

Dal 1959 fu legato alla scrittrice Cristina Campo (al secolo Vittoria Guerrini), con la quale visse fino alla morte di lei (nel 1977).[9]. Quell'anno pubblicò il saggio Eclissi dell'intellettuale (Premio Crotone): opera antagonista ove, con serrate critiche alla società di massa svolte in base all'analisi di Adorno e Horkheimer, si prende campo di contro alle lobby politiche e culturali e al conformismo genericamente progressista[10] -In seguito, Zolla eluderà dal proprio campo di attenzione le elaborazioni dei due sociologi tedeschi di ascendenza illumistica.

Nel 1960, per intervento di Mario Praz, ottenne l'incarico di Lingua e Letteratura angloamericana all'Università di Roma; le sue lezioni furono frequentate, tra gli altri, dai giovani Roberto Calasso e Masolino D'Amico. L'anno dopo, pubblica il suo ulteriore romanzo: "Cecilia o la disattenzione", evocando una Torino allucinata socialmente dal conformismo, dal nihilismo delle mode industriali di allora (e di ora).

Nel 1962 ebbe una grave ricaduta di malattia polmonare, Cristina Campo.lo portò in casa dei suoi genitori, lo fece visitare dal suo medico di famiglia, lo convinse a curarsi con le medicine da lui prescritte e probabilmente gli salvò la vita[11].

Dal 1967 insegnò come ordinario all'Università di Catania, successivamente a Genova (dove tenne anche cattedra di Filologia germanica); dal 1974 è di nuovo a Roma.

Dal 1966 al 1968 fu segretario generale dell'Istituto Accademico di Roma[12] e dal 1970 al 1973 direttore dell'Istituto Ticinese di Alti Studi a Lugano.

Nel 1968, dopo un viaggio nel sud-ovest degli Stati Uniti, scrisse una storia dell'immagine dell'Indiano nella letteratura statunitense, I letterati e lo sciamano. Negli anni successivi si dedicò a viaggi in India, Indonesia, Cina, Corea e Iran, di cui diede ampi ragguagli nel libro Aure: i luoghi e i riti.

Nel gennaio 1969 fondava la celebre rivista Conoscenza Religiosa (edita da La Nuova Italia), che diresse fino al 1983. Secondo De Stefano, Conoscenza religiosa venne molto criticata, ci furono numerosi attacchi critici, anche carichi d'odio. Zolla venne, per alcuni anni (quelli di piombo, che furono acme, dell'oscurantismo catto-comunista sulla cultura in Italia), fatto prigioniero di una specie di ricatto ufficiale, per cui veniva presentato -e descritto anche in opere a carattere enciclopedico- come un uomo di destra, cosa falsissima; la sua formazione era sta liberale, vicino al Mondo di Pannunzio[13]; in seguito, avvicinandosi a Cristina Campo, aveva esplorato i sentieri della mistica d'occidente per poi rivolgersi, sempre più, a quelle orientali. A Conoscenza Religiosa, l'unica nuova rivista italiana degli anni '60 a trovare in quel periodo diffusione in ogni parte del mondo, collaborarono storici delle religioni e delle filosofie d'oriente, narratori, poeti, di varie nazionalità: quali Abraham Joshua Heschel, Jean Servier, Henry Corbin, Cristina Campo, Patrick Modiano, Quirino Principe, Guido Ceronetti, Pietro Citati, Sergio Quinzio, Margarete Riemschneider, Margarete Lochbrunner , dantista di fama mondiale, Leo Schaya, Hossein Nasr, Eugenio Montale, Giuseppe Sermonti e Rosario Assunto; vi furono pubblicati saggi di Marcel Griaule (1898-1956). Molti dei testi degli autori pubblicati in Conoscenza Religiosa, tra cui gli scritti dello stesso Elémire Zolla, emergono dall'alveo della "Scuola tradizionalista".[14]

Come prefatore e critico, Zolla ha scritto su Yakup Kadri Karaosmanoğlu, le Upaniṣad, l'Imitazione di Cristo, Richard Rolle, Ioan Petru Culianu, Mircea Eliade, Thomas Mann, Sade, Kafka, Joyce, Emily Dickinson, Herman Melville (del quale curò una traduzione parziale del poema Clarel), Nathaniel Hawthorne, Margery Kempe, Francis Scott Fitzgerald e altri letterati statunitensi del Novecento.

Nel 1970 scrisse una controversa introduzione alla prima edizione per Rusconi de Il Signore degli Anelli di Tolkien, criticata per il ricorso a simbologie, archetipi e allegorie per commentare e spiegare una chiave interpretativa esoterica del romanzo, metodo esegetico rifiutato dall'autore inglese che si considerava un creatore di mitologie e non un allegorista filosofico-politico. La prefazione è stata sostituita nel 2003 da Bompiani, che fino ad allora l'aveva mantenuta, con l'originale introduzione di Tolkien.

Nel 1974 presentò la prima edizione mondiale (nella traduzione di Pietro Modesto) della monumentale opera La colonna e il fondamento della Verità del filosofo e mistico russo Pavel Aleksandrovič Florenskij, di cui tradusse successivamente Le porte regali. Saggio sull'icona (1977). Anche su Conoscenza Religiosa, Zolla continuò, con articoli originali e presentazione di testi di autori fino ad allora affatto ignoti, almeno in italia, la sua personale ricerca in area americana, riguardo ai cui sviluppi sociali e culturali di quel periodo e fino ad oggi poteva osservare e scrivere che col sorgere della proposta kennedyana in difesa dei diritti umani, l'era Eisenhower si frantumava e con essa "l'astuccio del materialismo in cui l'industria culturale teneva l'uomo si crepò, spalancandosi sul satanismo: l'unica dottrina seria se si accetta davvero e nel cuore l'idea di progresso - perfino Carducci poteva capirlo".

Nel 1980 sposò Grazia Marchianò, studiosa di estetica e orientalista[15].

Nel 1987 vinse il Premio Internazionale Città di Ascoli Piceno, organizzato dall'Istituto di Studi Medievali Cecco d'Ascoli, un premio letterario che viene assegnato ad una personalità nel campo della medievalistica internazionale contraddistintasi nella realizzazione di opere intellettuali che contribuiscono all'indagine storica e al valore della ricerca storiografica.

Nel 1991, dopo aver lasciato l'insegnamento universitario, si trasferì a Montepulciano (Siena), e nel 1992 partecipò al nuovo ciclo (iniziato nel 1989) dei Colloqui di Eranos[16], il gruppo fondato da Carl Jung, consacrato ai viaggi, con una relazione intitolata "Il motivo del viaggio in un capolavoro letterario"[17]. Sempre nel 1991 ricevette il Premio Nazionale Letterario Pisa, sezione di Saggistica.[18] Diverse sue opere sono poi state edite da Roberto Calasso per Adelphi.

Morì nella sua casa di Montepulciano[19] il 29 maggio 2002. La sua biblioteca è stata ereditata dalla «Accademia Vivarium Novum»[20].

«Uscire dallo spazio che su di noi hanno incurvato secoli e secoli è l'atto più bello che si possa compiere.»

(Elémire Zolla[21])

Eteronimi[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

Narrativa[modifica | modifica wikitesto]

Antologie e curatele[modifica | modifica wikitesto]

Raccolte postume[modifica | modifica wikitesto]

  • Conoscenza religiosa: scritti 1969-1983 , a cura di Grazia Marchianò, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2006
  • Gli arcani del potere: elzeviri 1960-2000, a cura di Grazia Marchianò, Rizzoli, Milano 2009
  • Gli usi dell'immaginazione e il declino dell'Occidente, introduzione di Grazia Marchianò, A.I.R.E.Z., Montepulciano 2010
  • Filosofia perenne e mente naturale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2013 (contiene La nube del telaio e La filosofia perenne)
  • Il serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2015 (contiene Eclissi dell'intellettuale, Volgarità e dolore e Storia del fantasticare)
  • Civiltà indigene d'america, a cura di Grazia Marchianò, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2015 (raccoglie saggi sui nativi americani apparsi su Conoscenza religiosa)
  • Archetipi. Aure. Verità segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia 2016 (contiene Archetipi, Aure e Verità segrete esposte in evidenza, e l'introduzione all'antologia Il dio dell'ebbrezza)
  • Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2019
  • Le potenze dell'anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2020
  • Dal tamburo mangiai, dal cembalo bevvi... Lo stato mistico e altre questioni di antropologia spirituale, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2021
  • L' umana nostalgia della completezza. «L'Androgino» e altri testi ritrovati, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022

Cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elémire Zolla, L'umana nostalgia della completezza", a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022, p. 340.
  2. ^ Fabrizio Frigerio, "Tema natale di Elémire Zolla", in: Grazia Marchianò, (a cura di), Elémire Zolla dalla morte alla vita, Viàtor, Annuario del G.E.R., Rovereto, 2005-2006, Anno IX n. 1, pp. 187-203.
  3. ^ Elémire Zolla, Le tre vie, Adelphi, Milano, 1995, p. 39.
  4. ^

    «Avevo vissuto fino allora in un paradiso terrestre dove non pendevano minacce, dove liberamente m'aggiravo tra mobili dignitosi e persone che s'ingegnavano a esserlo, talvolta riuscendoci. Quel paradiso terrestre si spostava, secondo i capricci di mio padre, da Londra a Parigi, sicché la noia non poteva, nemmeno essa, insinuarsi e di quando in quando tutto allegramente mutava, la lingua del mondo di fuori diventando quella di mia madre (inglese), o di mia nonna (francese), o di mio padre (italiano. Poi di colpo, un giorno orrendo, fui cacciato dal paradiso, anche se in apparenza tutto restava intatto. Mi portarono a vivere, stavolta definitivamente, a Torino, un giorno della guerra d'Etiopia.»

    (Elémire Zolla)
    De Stefano, pp. 95-96
  5. ^ La tesi di Laurea aveva come titolo Le compensazioni private e gli affari di reciprocità nel diritto commerciale, (135 pagine), relatore il Prof. P. Greco, Università di Torino, anno accademico 1952-1953.
  6. ^

    «Ma in aprile Zolla ha perduto il suo posto alla Longanesi e anche questo forse lei lo sa. Di qui un odioso dibattito di avvocati… (Il Corriere, dopo due articoli suoi, ha sospeso pro tempore la collaborazione, in seguito alle proteste di un vecchio, orrido e vile potentato -non Montale). Questo ha distrutto i nervi di Z. e anche la sua salute, o quanto ne rimaneva»

    (Cristina Campo)
    Lettera ad Alessandro Spina, in: Cristina Campo e Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera XVIII del 1962, p. 30.
  7. ^ Lo stesso pseudonimo fu pure usato altrove da Cristina Campo.
  8. ^ Antonio Gnoli, Maria Luisa Spaziani, la poetessa racconta incontri, passioni e qualche rivincita, La Repubblica, 3 febbraio 2013, pp. 50-51.
  9. ^

    «Zolla mi raccontò che era stato un trapasso molto difficile, che le mancava l'ossigeno. Ma mi disse anche che prima di morire Cristina gli aveva lanciato un sorriso aperto, accorato, perfetto, che lui non avrebbe mai dimenticato»

    (John Lindsay Opie)
    De Stefano, p. 181
  10. ^ Mario Bernardi Guardi, Elémire Zolla/l’alchimista del sapere, in Il Tempo, 30 luglio 2012, p. 18.
  11. ^

    «Fu concretissima nel curare con i nuovi farmaci i polmoni di Elémire Zolla, che si sarebbe lasciato morire per tenere "fede" ai dettami della medicina orientale»

    (Attilio Bertolucci)
    De Stefano, p. 96
  12. ^ «Istituto Accademico di Roma, di cui avevo per un anno assunto (un errore!) la segreteria», in: Un destino itinerante. Conversazioni tra Occidente e Oriente di Elémire Zolla edoriano Fasoli, Venezia, Marsilio, 1995; ripubblicato in: L'umana nostalgia della completezza. «L'Androgino» e altri testi ritrovati, a cura di Grazia Marchianò, Marsilio, Venezia, 2022, p. 333.
  13. ^ De Stefano, p. 152.
  14. ^ Vedasi: The Unanimous Tradition, Essays on the essential unity of all religions, di Joseph Epes Brown, Titus Burckhardt, Rama P. Coomaraswamy, Gai Eaton, Isaline B. Horner, Toshihiko Izutsu, Martin Lings, Seyyed Hossein Nasr, Lord Northbourne, Marco Pallis, Whitall N. Perry, Leo Schaya, Frithjof Schuon, Philip Sherrard, William Stoddart, Elémire Zolla, a cura di Ranjit Fernando, Sri Lanka Institute of Traditional Studies, 1991. ISBN 955-9028-01-4.
  15. ^

    «Zolla mi chiese di condividere la sua vita pochi giorni dopo la morte di Cristina Campo. Nell'ultimo periodo si erano notevolmente allontanati. Me lo disse con chiarezza, spiegandomi che era libero affettivamente da molto tempo.»

    (Grazia Marchianò)
    De Stefano, pp. 177-178
  16. ^ Fotografia di Elémire Zolla ai Colloqui di Eranos del 1992.
  17. ^ (DE) Indice del colloquio di Eranos del 1992 consacrato ai viaggi.
  18. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.
  19. ^ Visiting Elemire Zolla's House, su vimeo.com.
  20. ^ “Il conoscitore di segreti”: Il lascito intellettuale di Elémire Zolla (1926-2002), su vivariumnovum.net. URL consultato il 24 giugno 2022.
  21. ^ Elémire Zolla, Uscite dal mondo, Adelphi, Milano 1992, p. 15.
  22. ^ Elémire Zolla, La verità in uno stile, Corriere della Sera, 15 novembre 1987
  23. ^

    «Ha ricevuto Volgarità e dolore? C'era il suo nome nella lista di omaggi ma Bompiani non lo manda neppure ai critici. Qui lo stanno già facendo a pezzi - è un libro, infatti, che merita il martirio.»

    (Cristina Campo)
    Lettera a Alessandro Spina, in: Cristina Campo - Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera XVI del 1962, p. 28.
  24. ^

    «Dei Mistici di Zolla ho letto l'introduzione ma ben poco dell'antologia. Sono convinto anch'io (mi pare lo abbia detto Citati) che è la cosa migliore di questi anni. È un vero e proprio "esercizio spirituale" per il lettore.»

    (Alessandro Spina)
    "Lettera a Cristina Campo", in: Cristina Campo, Alessandro Spina, Carteggio, Brescia, Morcelliana, 2007, lettera CVI del 6 aprile 1964, p. 154.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Baudino, Zolla, un dinamitardo fra i miti dell'occidente, in La Stampa, 31 maggio 2002.
  • Giulio Busi, Uno sciamano con la passione dell'estraneità, in Il Sole 24 Ore, 2 giugno 2002.
  • Silvio Calzolari, Elémire Zolla, studioso della tradizione, in Erasmo Notizie, n. 13/14, 15-31 luglio 2002.
  • M.G. Caramella e G. Marchianò (a cura di), Passione di verità nel pensiero di Elémire Zolla, Atti del Convegno (Firenze 29 febbraio 2012), Firenze, Polistampa, 2012.
  • Alfredo Cattabiani,
    • È morto Zolla: dai mistici all'Oriente indù, in Avvenire, 31 maggio 2002.
    • Zolla, il Signore degli archetipi, in Il Sole 24 Ore, 1º dicembre 2002.
  • Hervé Antonio Cavallera,
    • Elémire Zolla. La luce delle Idee, Le Lettere, 2011.
    • La fragile soglia del visibile in Elémire Zolla, in Vie della Tradizione, n. 167, 2014, pp. 100-111.
  • Pietro Citati, Zolla. Così la sua mente senza strutture divorava il mondo intero, in La Repubblica, 11 agosto 2002.
  • Cristina De Stefano, Belinda e il mostro. Vita segreta di Cristina Campo, Milano, Adelphi, 2002.
  • Andrea Fasoli, Il pensiero che oltrepassa la parola, in L'Unità, intervista a Elémire Zolla, 20 giugno 1999.
  • Umberto Galimberti, È morto Elémire Zolla, l'ultimo degli esoterici, in La Repubblica, 31 maggio 2002.
  • Francesco Gallo,
    • È morto Elémire Zolla: addio all'intellettuale “sciamano”, in Gazzetta del Sud, 31 maggio 2002.
    • Zolla: uno sguardo oltre il sensibile, in La Sicilia, 31 maggio 2002.
  • Claudia Gualdana, Il lungo viaggio di Zolla che va oltre l'oltretomba, in Il Giornale, 16 novembre 2002.
  • Ugo Leonzio, Elémire Zolla, viandante nel segno di Dioniso, in L'Unità, 31 maggio 2002.
  • Alberto Lombardo, Zolla e la rivincita dell'intellettuale vero, in Corriere della Sera, 6 giugno 2002.
  • Grazia Marchianò,
    • Elémire Zolla dalla morte alla vita, in Viator, nuova serie monografica, IX n. 1, Rovereto, 2005-06.
    • Il conoscitore di segreti. Una biografia intellettuale, Milano, Rizzoli, 2006, ISBN 88-17-01036-7. Nuova edizione Marsilio, Venezia, 2012.
    • Zolla esoterico, in Octagon. La ricerca della totalità, Scientia Nova, a cura di Hans Thomas Hakl, vol. 3, Frietsch, H. Verlag, 2017, pp. 147-156, ISBN 978-3-935164-10-8.
  • Cesare Medail,
    • Contro dogmi, mode e ideologie, in Corriere della Sera, 26 maggio 2002.
    • Zolla, il minuetto col diavolo che turbò Vittorini, in Corriere della Sera, 19 giugno 2004.
  • Alessandro Mezzena Lona, Elémire Zolla: parole di luce ritrovate, in Il Piccolo, intervista a Elémire Zolla risalente al 1997, 6 giugno 2002.
  • Lorenzo Morelli, Elémire Zolla. Tradizione e critica sociale, Cesena, Historica edizioni, 2019.
  • Felice Piemontese (a cura di), Elémire Zolla, in Autodizionario degli scrittori italiani, Milano, Leonardo Editore, 1989.
  • Silvia Ronchey,
    • Trattenendo il respiro tra cielo e terra, in Il Sole 24 Ore, 1º dicembre 2002.
    • "Il burattino framassone", Zolla: la storia di un'iniziazione ispirata a Apuleio, in La Stampa, Cultura, 27 febbraio 2002.
    • Elémire Zolla Il pensiero contro l’eclissi, in La Repubblica, 27 maggio 2022, p. 36.
  • Giuseppe Saltini,
    • Addio a Elémire Zolla, mistico d'occidente, in Il Messaggero, 31 maggio 2002.
    • Ricordo di Elémire Zolla, in Il Tempo, 31 maggio 2002.
  • Andrea Tagliapietra, Elémire Zolla, sciamano della filosofia, in Il Gazzettino, 31 maggio 2002.
  • Giovanni Tesio, Zolla e il re appollaiato sulla colonna, in Pagine del Piemonte, n. 9, dicembre 1999.
  • Armando Torno, Elémire Zolla, uomo fuori dal tempo, in Corriere della Sera, 31 maggio 2002.
  • Stefano Zecchi, Addio al signore del sacro, in Il Giornale, 31 maggio 2002.
  • Paolo Zellini,
    • Elémire Zolla. Dalla mistica all'infinito il raffinato cacciatore delle tradizioni perdute, in La Repubblica, 4 agosto 2012, p. 41.
    • Il pensiero (matematico) di Zolla, vent’anni fa, il 29 maggio 2002, moriva il grande studioso che insegnava ai suoi lettori come viaggiare controcorrente, in Corriere della Sera, 27 maggio 2022, p. 46-47.

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