Saluzzo: differenze tra le versioni

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=== Ferrovie ===
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{{Vedi anche|Stazione di Saluzzo|Ferrovia Airasca-Saluzzo|Ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo}}
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La città di Saluzzo è servita dalla [[Ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo]] di proprietà statale, fondata tra il [[1857]] e il [[1892]]. Dal [[2012]] la [[Regione Piemonte]] ha deciso di sospendere il finanziamento per il sevizio passeggeri, riservando la linea esclusivamente al trasporto delle merci. Attualmente il servizio è sostituito da autolinee private su gomma. In passato Saluzzo fungeva da capolinea per la [[Ferrovia Airasca-Saluzzo]] soppressa poi nel [[1986]].
La città di Saluzzo è servita dalla [[Ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo]] di proprietà statale, fondata tra il [[1857]] e il [[1892]]. Dal [[2012]] la [[Regione Piemonte]] ha deciso di sospendere il finanziamento per il servizio passeggeri, riservando la linea esclusivamente al trasporto delle merci. Attualmente il servizio è sostituito da autolinee private su gomma. In passato Saluzzo fungeva da capolinea per la [[Ferrovia Airasca-Saluzzo]] soppressa poi nel [[1986]].


== Sport ==
== Sport ==

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Saluzzo
comune
Saluzzo – Veduta
Saluzzo – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoPaolo Allemano (lista civica - centrosinistra) dal 27-6-2004
Territorio
Coordinate44°39′00″N 7°29′00″E / 44.65°N 7.483333°E44.65; 7.483333 (Saluzzo)
Altitudine395 m s.l.m.
Superficie75 km²
Abitanti17 183[1] (31-07-2011)
Densità229,11 ab./km²
FrazioniCervignasco, Torrazza, Paschere, Ruata Eandi, Colombaro dei Rossi, San Lazzaro, Via dei Romani
Comuni confinantiCardè, Castellar, Lagnasco, Manta, Moretta, Pagno, Revello, Savigliano, Scarnafigi, Torre San Giorgio
Altre informazioni
Cod. postale12037
Prefisso0175
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004203
Cod. catastaleH727
TargaCN
Cl. sismicazona 3A (sismicità bassa)[2]
Nome abitantisaluzzesi
Patronosan Chiaffredo
Giorno festivoil lunedì successivo alla prima domenica di settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Saluzzo
Saluzzo
Sito istituzionale

«V'è un sol Monviso sulla terra, un solo gruppo di monti come quello, un solo Pian che s'agguagli di Saluzzo al piano.»

Saluzzo (Salusse in piemontese) è un comune italiano di 17.183 abitanti[1] della provincia di Cuneo in Piemonte.

Situata a valle del Monviso, Saluzzo rappresenta uno splendido esempio di architettura medievale piemontese conservando, stretta nel circuito delle antiche mura, le caratteristiche urbanistiche di diverse epoche. Capitale per ben quattro secoli di un marchesato indipendente, le numerose testimonianze del suo nobile e ricco passato ne confermano il ruolo di città d’arte.

Eredità degli antichi fasti di piccola capitale, la città svolge tuttora una fondamentale funzione di riferimento a beneficio dell’area circostante, con una concentrazione di servizi: l’ospedale, il tribunale, le istituzioni scolastiche, la stazione ferroviaria, le fiere e le numerose manifestazioni a carattere artistico e culturale. Saluzzo si distingue inoltre per essere al centro di una fertile campagna altamente specializzata nel campo frutticolo.

Geografia

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Saluzzo.

Saluzzo ha un clima tipicamente continentale, con una concentrazione di foschia e nebbia nei mesi autunnali e invernali, precipitazioni a carattere nevoso in inverno e miti primavere. Particolarmente afosa l'estate. In base ai dati forniti dalla locale stazione meteorologica, la temperatura media del mese più freddo (gennaio) si attesta a +1,1 °C; quella del mese più caldo (luglio) è di +21,8 °C.

Storia

Lo stesso argomento in dettaglio: Marchesato di Saluzzo e Circondario di Saluzzo.

Non si hanno notizie certe riguardo alla sua fondazione ma l’esistenza della città è rilevata per la prima volta nel 1028 in un atto in cui è citato un castrum, possedimento del marchese di Torino, Olderico Manfredi, della famiglia degli Arduinici. Tuttavia rinvenimenti archeologici di epoca romana presuppongono un insediamento preesistente.

Documentata fin dall’anno mille, Saluzzo è territorio di marchesato già alla fine del 1100. Da allora una dinastia di quattordici marchesi si succede alla guida del piccolo stato di confine mantenendo, anche grazie ai legami politici con la vicina Francia e con il Marchesato di Mantova, la propria autonomia politica e giungendo perfino a contendere ai Savoia il predominio del Piemonte.

Dal 1142 con Manfredo, figlio del marchese Bonifacio di Savona, diede inizio ad una dinastia marchionale che portò la piccola curtis di Saluzzo ad essere una fiorente capitale. Il Marchesato di Saluzzo raggiunge l'apice della propria fortuna nel XV secolo, sotto i successivi governi di Ludovico I e Ludovico II quando, insieme alla prosperità economica garantita da un lungo periodo di pace, corrisponde il crescente splendore di arti e lettere. Nel 1511 ottiene da Papa Giulio II l’istituzione della Diocesi. In questi anni Saluzzo assume le sembianze tipicamente rinascimentali di una piccola capitale con un borgo distribuito a ventaglio sulla collina, racchiuso da una cerchia di mura conservate in parte fino ai giorni nostri. Al massimo della sua espansione il controllo si estendeva su una vasta sezione dell'arco alpino occidentale, dominato dal Monviso, con le valli alpine Po, Varaita, Maira, Grana e Stura, alle quali concedeva ampie autonomie come nel caso dell'Alta Val Mayra a monte di San Damiano Macra. Tra i suoi domini nella pianura piemontese figuravano Carmagnola, Isolabella e Valfenera, mentre sulle Langhe facevano parte del nobile marchesato i castelli e borghi di Castiglione Falletto, Lequio Berria, Dogliani con Belvedere, Roddino, Cissone e Bonvicino, quindi Marsaglia, Mombarcaro e Camerana.

Fatale a Saluzzo e al suo piccolo stato fu la mancata conquista del vicino e strategico Libero Comune di Savigliano alleato dei Savoia e del Marchesato del Monferrato, altrettanto vasto e importante, che venne annesso al Ducato di Mantova. La sua acquisizione avrebbe potuto contenere, unito al Saluzzese, l'espansionismo sabaudo nel Basso Piemonte. La figura politica del Marchese di Saluzzo perse dunque la sua importanza, divenendo un'autorità sottoposta al controllo di Francesco III Gonzaga. La progressiva perdita dell'indipendenza ridusse la città, da attivo centro commerciale, amministrativo e artistico, a periferico borgo agricolo destinato a lenta e irreversibile decadenza. Divenuta ormai vulnerabile e indebolita da lotte intestine tra i discendenti del Marchese Ludovico II, Saluzzo vide la fine definitiva dell'ormai flebile indipendenza nel 1548, con la deposizione da parte delle truppe francesi dell'ultimo Marchese Gabriele Ludovico e la conseguente annessione alla Francia di Enrico II di Valois.

Verso la fine del 1588, approfittando delle guerre intestine che imperversavano nella Francia del cugino Enrico III, il Duca Carlo Emanuele I di Savoia occupa militarmente il marchesato, ancora soggetto alla protezione francese. L'anno successivo, il nuovo Re di Francia (già Re di Navarra fino al 1589), Enrico IV, gli intima la restituzione del territorio ma Carlo Emanuele I si oppone ed è guerra contro i francesi. La maggior parte delle battaglie si svolgono in Alta Val Susa e in Val Chisone ma la guerra non dura molto e si conclude il 2 maggio 1598 con la Pace di Vervins. A mitigare successive dispute interverrà anche Papa Clemente VIII ma, con il Trattato di Lione del 1601, Carlo Emanuele I ottiene il dominio sul territorio del marchesato annettendolo ai domini di casa Savoia, casato che ne deterrà il controllo, pressoché ininterrottamente, fino all'Unità d'Italia. Nel 1690, dopo aver sconfitto Vittorio Amedeo II a Staffarda, Nicolas de Catinat de la Fauconnerie occupò Saluzzo ma fu soltanto una breve parentesi: ben presto la città e il suo territorio rientrarono nell'ambito dei domini sabaudi.

La città di Saluzzo con l'occupazione francese nel 1798 fu sede di Sottoprefettura del Dipartimento della Stura e a seguito della caduta dell'Impero francese con la restaurazione da parte dei Savoia nel 1814 fu capoluogo di provincia fino al 1859, anno in cui il titolo passò a Cuneo.

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Panorama della città moderna

Stemma

File:Saluzzo-Stemma.png
Stemma di Saluzzo
Lo stesso argomento in dettaglio: Stemma di Saluzzo.

Lo stemma della Città di Saluzzo è costituito da uno scudo ovale diviso orizzontalmente a metà con la parte superiore di colore azzurro e la parte inferiore di colore argento. Al di sopra del tutto è presente una lettera S costituita da due delfini che mordono un pomo. Lo scudo è timbrato da una corona marchionale, circondato da un ramo di olivo e da uno di palma decussati.

Monumenti e luoghi d'interesse

Duomo

Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo di Saluzzo.
Il duomo

La cattedrale di Saluzzo, meglio nota come Duomo, si distingue per le sue forme tipiche dell'architettura sacra tardo gotica. Costruita fuori dalle mura, appena oltre Porta Santa Maria, tra il 1491 ed il 1501, è dedicata a Maria Assunta ed è sede vescovile fin dal 1511.

La facciata presenta un uniforme rivestimento in mattoni a vista ed è ornata da tre portali sormontati da ghimberghe in terracotta che ospitano statue degli apostoli (portale centrale), mentre sopra i portali laterali sono posti il patrono San Chiaffredo e San Costanzo. L’interno della chiesa, presenta una copertura composta da volte a crociera. Di grande impatto è l’altar maggiore barocco con undici statue lignee di Carlo Giuseppe Plura e collaboratori[3], mentre nella navata centrale si può ammirare un prezioso esemplare di crocefisso ligneo trecentesco. A sinistra dell’altare maggiore c’è la Cappella del SS. Sacramento con un polittico dell'artista fiammingo di origini francesi Hans Clemer, meglio noto come Maestro d'Elva.

Chiesa di San Giovanni

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Giovanni (Saluzzo).
Chiesa di San Giovanni

Questo splendido esempio di costruzione gotica fu la chiesa principale della città fino al 1501. Armoniosamente inserita nel contesto architettonico medievale del borgo antico, fu sede dei Domenicani dal 1325 e, nel corso dei secoli, subì numerosi rimaneggiamenti.

La Castiglia

La "Castiglia"

La Castiglia fu la residenza fortificata dei Marchesi di Saluzzo, dinastia secolare che giunse a contendere ai Savoia il dominio del Piemonte. Edificato inizialmente come roccaforte dal Marchese Tommaso I tra il 1271 e il 1286 insieme al primo sistema di mura cittadine per sostituire l'antico Castel Soprano, il castello viene ampliato nel corso dei secoli, dotandolo nel tempo di ben quattro torri, bastioni, ponte levatoio e fossato.

Nel corso del XV secolo, a seguito di un favorevole periodo di pace e prosperità, viene trasformato in dimora signorile dal Marchese Tommaso III e dal nipote Ludovico II. Nella seconda metà del cinquecento la Castiglia, estinta la dinastia marchionale, vede un primo declino divenendo sede del presidio militare, nonché sede di autorità governative, ricovero di malati e temuta prigione.

A partire dal 1825, da abbandonata rovina romantica decantata da artisti e poeti, viene riconvertito a carcere, funzione che conserverà fino al 1992. I lavori necessari all'adattamento alle nuove esigenze comporteranno una radicale trasformazione della struttura, con la distruzione di molte decorazioni originali.

Dal 2002 l'Agenzia del Demanio l'ha concessa in comodato al Comune di Saluzzo che ha intrapreso un'impegnativa opera di restauro finalizzato a un pieno riutilizzo culturale e sociale. Dove sorgevano gli antichi bastioni vi è ora un'ampia area verde atta ad ospitare spettacoli ed eventi culturali all'aperto. Il vecchio percorso di ronda dell'ex carcere lungo la cinta muraria consente invece di percepire la Castiglia nella sua massiccia imponenza, godendo di un eccezionale panorama sul centro storico e sulle colline circostanti.[4]

La Castiglia è inserita nel sistema storico-museale dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.[5]

Torre Civica

Inglobata nella massiccia mole del Palazzo Comunale, è il simbolo del rinnovamento epocale che vide Saluzzo divenire una piccola ma ambiziosa capitale rinascimentale. Edificata intorno al 1460, è alta 48 metri, con una sommità ottagonale scandita da archi a tutto sesto, sormontata da una cupola aggiunta nel 1556. Ospita la storica campana che per secoli ha scandito la vita della città. Oggetto di un restauro già nel corso dell'Ottocento, nel 1993 un importante recupero conservativo ha permesso di tornare a salire i 130 gradini per raggiungere la sommità, da dove di può godere un ampio panorama sul borgo antico, sulla campagna circostante e sulla catena delle Alpi Occidentali.

Casa Cavassa

Lo stesso argomento in dettaglio: Casa Cavassa.
Casa Cavassa

Casa Cavassa è un significativo esempio di dimora signorile rinascimentale. Risalente al XV secolo, fu residenza dei Marchesi di Saluzzo fino al 1464 quando il Marchese Ludovico II lo dona al Vicario Generale Galeazzo Cavassa, esponente di una nobile famiglia di Carmagnola.

La facciata presenta cornici in cotto e affreschi arricchiti da decorazioni bugnate. Il ricco portale in marmo bianco con tarsie di marmi policromi incornicia un prezioso esempio di portone in legno finemente scolpito, mentre il cortile interno riporta un ciclo di affreschi à grisaille. Degna di nota è la Pala della Madonna della Misericordia ad opera di Hans Clemer. Nell’ottocento viene acquistata dal Marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio che si occupa del restauro e la lascia in dono alla città.

Attualmente l’interno dell’edificio ospita la sede del Museo Civico e raccoglie un'apprezzabile collezione di arredi d’epoca, nonché molti reperti archeologici e cimeli di Silvio Pellico, distribuiti in una quindicina di sale.

Casa Cavassa è inserita nel sistema storico-museale dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.

Villa Belvedere

Posta sulla collina, in direzione di Manta, risale al XIV secolo ed è nota anche come Villa Radicati. Rappresenta un bell'esempio di dimora rinascimentale nata con funzione di avamposto grazie alla favorevole ubicazione sulla collina.

Nel corso del XV secolo i Marchesi la utilizzarono come casino di caccia ma, alcuni decenni dopo, il Marchese Ludovico II la trasforma in residenza nobiliare, per fuggire dall'austerità e dalle scomodità della vicina Castiglia. La villa diviene poi residenza della reggente Marchesa di Foix che vi si stabilì definitivamente dopo la morte del marito Ludovico II. Estintasi la dinastia marchionale, nella metà del XVI secolo diviene residenza del Governatore Ludovico Birago a cui si deve l'aspetto attuale.

All'inizio del '700 viene acquistata dalla nobile famiglia Radicati di Marmorito che la conservano pressoché inalterata fino al 1977 anno in cui, per volontà testamentaria, viene donata al Comune di Saluzzo.

La villa ha una pianta a croce e si sviluppa su tre piani, coronati da una piccola loggia con decori e beccatelli sui quattro angoli. L'interno dispone di ampi saloni con volte a vela, grandi camini e ali porticate. Di particolare pregio sono gli affreschi raffiguranti allegorie, grottesche e scene di guerra. Dall'ampio parco di impostazione romantica si gode un vasto panorama e si può notare anche il particolare pozzo ricoperto da maioliche colorate.

Villa Belvedere è inserita nel sistema storico-museale dei "Castelli Aperti" del Basso Piemonte.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[6]

Etnie e minoranze straniere

Gli stranieri residenti nel comune sono 1.861, ovvero il 10,9% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[7]:

  1. Bandiera dell'Albania Albania, 893
  2. Bandiera della Romania Romania, 276
  3. Bandiera del Marocco Marocco, 225
  4. Bandiera della Cina Cina, 123
  5. Bandiera del Perù Perù, 63
  6. Bandiera della Rep. Dominicana Rep. Dominicana, 30
  7. Bandiera della Moldavia Moldavia, 28
  8. Bandiera del Brasile Brasile, 23
  9. Bandiera della Bolivia Bolivia, 20

La comunità ebraica

Lo stesso argomento in dettaglio: Comunità ebraica di Saluzzo e Sinagoga di Saluzzo.

Saluzzo fu sede, fino alla seconda guerra mondiale, di una fiorente comunità ebraica. A testimonianza della sua storia rimangono la bella sinagoga, con i suoi arredi originari ottocentesca e il cimitero di via Lagnasco.[8]

Cultura

Personalità legate a Saluzzo

Famiglia ebrea dei Ghiron

Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell'occupazione tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, trovarono rifugio a Saluzzo i cinque componenti della famiglia ebrea dei Ghiron, residenti ad Acqui Terme. In loro soccorso vennero il Rettore del Collegio Civico di Saluzzo, padre Francesco Raspino, e il suo assistente, padre Pasquale Amerio. I componenti della famiglia Ghiron furono sparpagliati in luoghi diversi, parte al Collegio Civico, parte al convento delle Suore Orsoline, dove rimasero fino alla Liberazione. Per questo loro impegno di solidarietà, il 22 maggio 1983, l'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a padre Raspino e a padre Amerio l'alta onorificenza dei giusti tra le nazioni.[9]

Infrastrutture e trasporti

A seguito di una graduale trasformazione della viabilità urbana Saluzzo ha raggiunto il primato di città senza semafori. Il largo uso di rotatorie ha infatti permesso di dismettere la totalità degli impianti semaforici, consentendo un notevole risparmio per la municipalità nonché il miglioramento del flusso di traffico lungo le principali direttrici dell'area urbana.[senza fonte]

Bike sharing

A partire dal 2009 è presente anche a Saluzzo il servizio di Bike Sharing, il sistema di biciclette condivise gestito dalla società Bicincittà. In alcuni punti della città sono state predisposte 9 stazioni (presso il Tribunale, l'Ospedale Civile, la Stazione Ferroviaria e dei Bus, nelle piazze Garibaldi, Risorgimento, XX Settembre, e in Corso Piemonte), da cui gli utenti possono prelevare le biciclette.

Autobus

La principale azienda che gestisce il trasporto su gomma nel Saluzzese è l'Ati del gruppo Buscompany. La città è anche servita nei collegamenti con i comuni limitrofi e Torino da altre società di trasporto: Allasia di Savigliano, Saeg di Villafranca Piemonte, e la Sav di Villafalletto.

Linee extraurbane

Le principali linee da e per Saluzzo sono:

Linee urbane

Sono presenti due linee urbane: una che effettua il servizio tutto l'anno (210), e l'altra denominata Linea Scolastica (210B) solo nel periodo scolastico. Il percorso della Linea Urbana si sviluppa circolarmente attorno alla città e collega i principali luoghi di interesse pubblico (come l’Ospedale, il Cimitero, Il Tribunale e la Piscina Comunale), i punti di interscambio con gli altri servizi di trasporto pubblico (stazione ferroviaria e fermate bus extraurbani) e le zone periferiche. La linea Scolastica mette in collegamento le aree più periferiche con il centro cittadino, anch'essa con uno percorso circolare. Il servizio su entrambe le linee è fornito dall'Ati.

Ferrovie

La città di Saluzzo è servita dalla Ferrovia Savigliano-Saluzzo-Cuneo di proprietà statale, fondata tra il 1857 e il 1892. Dal 2012 la Regione Piemonte ha deciso di sospendere il finanziamento per il servizio passeggeri, riservando la linea esclusivamente al trasporto delle merci. Attualmente il servizio è sostituito da autolinee private su gomma. In passato Saluzzo fungeva da capolinea per la Ferrovia Airasca-Saluzzo soppressa poi nel 1986.

Sport

Calcio

La principale società calcistica cittadina, ACSD Saluzzo, milita nel campionato di Eccellenza Piemonte. I giocatori della squadra marchionale sono noti ai loro tifosi come i Granata, dal colore della tradizionali casacche. La prima squadra del ACSD Saluzzo disputa le partite casalinghe presso lo Stadio Comunale "A. Damiano". Sono presenti in città anche altre due società: Auxilium Saluzzo, e la squadra di calcio femminile SC Musiello 1990 che gioca in serie D.

Galleria fotografica

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 luglio 2011.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ TCI - Saluzzo, Duomo: statue di Carlo Giuseppe Plura
  4. ^ La Castiglia
  5. ^ Castelli Aperti
  6. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  7. ^ Bilancio Demografico e popolazione residente straniera al 31 dicembre 2010 per sesso e cittadinanza, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 15 novembre 2012.
  8. ^ Annie Sacerdoti, Guida all'Italia ebraica, Marietti, Genova, 1986.
  9. ^ Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp.16-17.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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