Avezzano: differenze tra le versioni

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=== Il nome ===
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#Il toponimo dialettale ''auzzàne'' è diffuso dalla [[provincia di Rieti]] alla [[Liri|valle del Liri]] ([[Roccamonfina]]) per indicare i boschi di [[Alnus|Ontani]] (''Alnus glutinosa'') data la vicinanza con gli ambienti umidi, fa pensare per Avezzano un'etimologia formata su ''alnetianus'', con metafonia ALN> ''au''. Pertanto il nome sarebbe "Auzzane" (che è ancora oggi il nome dialettale), quindi divenuto "Avezzano".
Il toponimo dialettale ''auzzàne'' è diffuso dalla [[provincia di Rieti]] alla [[Liri|valle del Liri]] ([[Roccamonfina]]) per indicare i boschi di [[Alnus|Ontani]] (''Alnus glutinosa'') data la vicinanza con gli ambienti umidi, fa pensare per Avezzano un'etimologia formata su ''alnetianus'', con metafonia ALN> ''au''. Pertanto il nome sarebbe "Auzzane" (che è ancora oggi il nome dialettale), quindi divenuto "Avezzano".

#Altra ipotesi è che, il nome della città, derivi da "Ad vezzianum", per la presenza in zona, in età romana, di molti membri della famiglia Vezzia (i Vetii). Ancora oggi in Avezzano esiste una strada che originariamente costeggiava un lato delle mura medioevali, appunto chiamata via Vezzia.Quindi "Ad Vettianum", "Ad vezzianum", "Avezzano".[http://www.comune.avezzano.aq.it/moduli/output_tour.php?id_ogg=65&id=46&larghezza=330&qualita=90]
Altra ipotesi è che il nome della città derivi da "Ad vezzianum", per la presenza in zona, in età romana, di molti membri della famiglia Vezzia (i Vetii). Ancora oggi in Avezzano esiste una strada che originariamente costeggiava un lato delle mura medioevali, appunto chiamata via Vezzia. Quindi "Ad Vettianum", "Ad vezzianum", "Avezzano".[http://www.comune.avezzano.aq.it/moduli/output_tour.php?id_ogg=65&id=46&larghezza=330&qualita=90]
#Un'altra ipotesi fa derivare il nome da ''Ave Iane'', per l'esistenza in zona di un tempio dedicato a [[Giano (divinità)|Giano]] bifronte con una scritta "Ave Giano", da cui "Avezzano".

Un'altra ipotesi fa derivare il nome da ''Ave Iane'', per l'esistenza in zona di un tempio dedicato a [[Giano (divinità)|Giano]] bifronte con una scritta "Ave Giano", da cui "Avezzano".


=== Medioevo ===
=== Medioevo ===

Versione delle 17:52, 20 ott 2009

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«Se da Roma all'Adriatico vuoi andare, per Avezzano devi passare»

Avezzano /aveˈʣːano/ è un comune di 41.027 abitanti della provincia dell'Aquila elevato a Città con Decreto del Presidente della Repubblica. Documentata nell'anno 854 d.C. nel Cronicon del Cardinale Leone Marsicano è capitale territoriale della Marsica e ne è il comune più grande. È sede del Tribunale, della Curia Vescovile della Diocesi dei Marsi, ospita la Cattedrale dei Marsi ed il Seminario Diocesano. Sede distaccata della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo, ospita anche alcuni corsi dell'Università dell'Aquila. È sede della Comunità montana Marsica 1. Avezzano ha nei pressi del casello autostradale della A25 lo snodo commerciale dell'Interporto.

La Città di Avezzano è Medaglia d'argento al merito civile. Quinta città d'Italia per gravità di danni da bombardamenti Alleati. - Sotto l'infuriare dei bombardamenti e delle rappresaglie nemiche, che causavano gravissime perdite umane e materiali, conserva intatta la sua fede nella libertà e nei destini della Patria. Avezzano, 1943-1945

Geografia

Avezzano ha il Fucino a sud, il monte Salviano ad ovest, il monte Velino a nord ed i campi di San Pelino ad est. E' a 695 m sul mare e sta estendendosi progressivamente verso il Velino. Il nucleo della vecchia città è situato presso il castello Orsini. Il terreno su cui poggia Avezzano è in lieve declivio con salita in direzione nord-nord ovest.

Frazioni

Antrosano sul declivio di base del colle albense; Borgo Incile sull'imbocco fucense dell'Emissario romano del Fucino; Castelnuovo sotto la catena montuosa di Monte Uomo e vecchio feudo medievale; Cese sui Piani Palentini sotto il monte Salviano; Paterno sul versante fucense di Monte Uomo e vecchio feudo medievale; San Giuseppe di Caruscino sul versante fucense dove era una delle stanghe da pesca del Fucino nel Medioevo; San Pelino vecchia frazione fucense di Massa d'Albe; Borgo Via Nuova nella piana lungo la strada voluta dai Colonna nel ‘500 e Strada 10 e Strada 40 del Fucino.

Vista della frazione di Antrosano con il massiccio del Velino sullo sfondo

mappa delle frazioni di Avezzano

Clima

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Avezzano.

All'estremità dell'altopiano del Fucino, Avezzano presenta un clima rigido rispetto alla media delle città abruzzesi, con temperature medie nel mese di gennaio sui 2,3 °C e in quello più caldo (luglio) sui 21,9 °C. Gli estremi termici sono: -27 gradi centigradi toccati in centro (record per le città abruzzesi) e -33.5 nella limitrofa stazione di Telespazio, rilevati nell'ondata di gelo del 1985. Le precipitazioni sono di circa 820 mm annui e concentrate soprattutto nel tardo autunno. In inverno la neve può divenire copiosa e con manto nevoso che può permanere al suolo diversi giorni. Per questi motivi si può parlare di microclima Fucense.

Collegamenti

Data la favorevole posizione, i trasporti sono molto sviluppati rispetto ai principali assi di comunicazione nazionali. L'Autostrada A25 Roma-Pescara con uscita-ingresso ad Avezzano e l'adiacente Interporto nazionale. A pochi kilometri dal casello autostradale c'è lo svincolo per l'A24. La città è collegata dalla Strada statale 690 Avezzano-Sora detta Superstrada del Liri che conduce da Sora ad Avezzano. Da Avezzano la Superstrada procede in direzione Rieti come Strada Statale 579. La via Statale Tiburtina-Valeria che collega Roma con Pescara passando per Avezzano. La città possiede la stazione ferroviaria sulla linea elettrificata Ferrovia Roma-Pescara e sulla linea Avezzano-Napoli con cambio a Roccasecca. Linee di Pullman partono da Avezzano per tutto il territorio nazionale ed internazionale.

Infrastrutture e trasporti

Trasporti pubblici

  • A.R.P.A.: linee da e per Roma, le principali città abruzzesi e numerosi comuni della Piana Fucense e Valle Roveto.
  • S.C.A.V.: Società Comunale Autobus Avezzano, con 6 linee urbane che collegano la città con i quartieri e le frazioni.

Strutture sanitarie

L'Ospedale Civile polispecialistico SS. Filippo e Nicola. Situato originariamente in via San Francesco, dinanzi alla chiesa dei santi Filippo e Nicola, l'Ospedale prese il nome della chiesa e fu spostato in via Monte Velino dopo il sisma del 1915. Anche oggi, situato a nord della città, è intitolato ai santi Filippo e Nicola. Il centro poliambulatoriale ASL in via Monte Velino in cui si possono ricevere visite ambulatoriali specialistiche. Le Cliniche "Casa di Cura Di Lorenzo" plurispecialistica in centro e "Santa Maria La Covara", frequentata dalle partorienti avezzanesi. La casa per anziani intitolata a San Giuseppe ad Avezzano nord.

Strutture sportive

Lo Stadio dei Marsi situato nel cuore della città dove gioca l'attuale squadra biancoverde Valle del Giovenco. Lo Stadio dei Pini a Borgo Pineta in cui si svolgono meeting di atletica leggera e concerti rock. Dotati di parcheggi attrezzati i campi da tennis e la pista di pattinaggio in via G. Di Vittorio. All'interno della pineta di Borgo Pineta un percorso ludico-sportivo di tre km. con attrezzi per l'esercizo fisico guidato. La Piscina Comunale gestita dalla FIN all'interno della Pineta. Vi si svolgono corsi di nuoto e gare Regionali e Nazionali di nuoto. Lo stadio del rugby dove si allena l'Avezzano Rugby presso l'ex Portone della Corte. Il Palazzetto dello Sport in zona Scalzagallo e la pista di pattinaggio sul ghiaccio sorta nel Nucleo Industriale, in direzione Luco dei Marsi.

Sale e centri culturali

L'Agenzia di Servizi Culturali della Regione Abruzzo in via Cavalieri di Vittorio Veneto, fornita di biblioteca ed auditorium, la sala conferenze del castello Orsini - Colonna in piazza Castello, la sala conferenze dell'ARSSA in piazza Torlonia, la sala Consiliare del Municipio in Piazza della Repubblica, la sala conferenze al piano terra del Municipio in Piazza della Repubblica, la sala conferenze del Seminario Diocesano in via Mons Bagnoli, il Teatro dei Marsi in via Cavalieri di Vittorio Veneto.

Università

Avezzano è sede della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo. L'Aula Magna della Facoltà è stata dedicata ad Alessio Di Pasquale, studente avezzanese, morto a L'Aquila sotto le macerie del terremoto il 6 aprile 2009.

Storia

Il nome

Il toponimo dialettale auzzàne è diffuso dalla provincia di Rieti alla valle del Liri (Roccamonfina) per indicare i boschi di Ontani (Alnus glutinosa) data la vicinanza con gli ambienti umidi, fa pensare per Avezzano un'etimologia formata su alnetianus, con metafonia ALN> au. Pertanto il nome sarebbe "Auzzane" (che è ancora oggi il nome dialettale), quindi divenuto "Avezzano".

Altra ipotesi è che il nome della città derivi da "Ad vezzianum", per la presenza in zona, in età romana, di molti membri della famiglia Vezzia (i Vetii). Ancora oggi in Avezzano esiste una strada che originariamente costeggiava un lato delle mura medioevali, appunto chiamata via Vezzia. Quindi "Ad Vettianum", "Ad vezzianum", "Avezzano".[1]

Un'altra ipotesi fa derivare il nome da Ave Iane, per l'esistenza in zona di un tempio dedicato a Giano bifronte con una scritta "Ave Giano", da cui "Avezzano".

Medioevo

Il nome di Avezzano compare per la prima volta nella storia, nel 854 d.C. nel Cronicon del Cardinale Leone Marsicano, allorché viene citata la chiesa di S. Salvatore. È citata poi in un diploma di Berengario II del 953, sui possedimenti del monastero di Barreggio. Altri documenti hanno evidenziato che Avezzano come vico esisteva agli inizi del Medioevo: in una lapide scoperta in zona si evince chiaramente che nel 1156 Avezzano era cinta di mura e che signore della città, nel 1181, era Gentile di Paleara, Conte di Manoppello. La battaglia di Tagliacozzo, detta anche battaglia di Scurcola Marsicana o dei Piani Palentini, fu combattuta il 23 agosto 1268 dai sostenitori di Corradino di Svevia contro le truppe angioine di Carlo I. La vittoria di Carlo determinò la distruzione di Alba Fucens i cui abitanti avevano incautamente tifato a favore di Corradino dalle mura della loro città, come narra Buccio di Ranallo. Negli stessi giorni avvenne per opera di Carlo la distruzione di Pietracquaria per probabili analoghi motivi. È ancora oggi vivo negli anziani marsicani il rimpianto per la sconfitta di Corradino di Svevia, ben più liberale di Carlo d'Angiò. Spopolatasi Pietracquaria che aveva tre chiese: S. Maria di Pietracquaria, San Pietro e San Giovanni, gli abitanti scesero ad Avezzano in piazza Pantano (Largo San Bartolomeo) andando a raddoppiare il numero degli abitanti, arrivando a 1.200 - 1.400 individui.

Altra testimonianza storica: nel 1268, dopo la vittoria di Carlo D'Angiò su Corradino di Svevia, Avezzano viene elevata a centro di contado, anche se per motivi inspiegabili, continuò ad essere definita "Contado di Albe". Tra la fine del Duecento e la prima metà del Trecento ha termine il processo aggregativo che vide i vari villaggi adiacenti Perata, Scimino, Pennerina, Fonte Muscino, Fonte Gagliano, Casole, Vicenna, San Callisto, Cerrito, Vico, Arrio, Le Fratte, confluire ad Avezzano in piazza Pantano. La città fu feudo dei Marsi, dei Normanni e per diverso tempo degli Svevi. Nel 1331 Avezzano fu saccheggiata e distrutta da Francesco Del Balzo, Duca di Andria, poiché gli avezzanesi avevano parteggiato apertamente in favore di Filippo, principe di Taranto, genero ma nemico del Duca Francesco. In una pergamena del 1371 si ha invece notizia di una sentenza con la quale la Regina di Napoli, Giovanna D'Angiò, sposata con il Re d'Ungheria, dava franchigia e l'immunità popolare, con soggezione solo al Re, ad un avezzanese, mentre in un'altra pergamena, scritta in latino e risalente al 1441, vengono messi a nudo usi e costumi dell'epoca, le strade, le contrade, le voci, i vocaboli e financo i motivi di una vertenza sorta tra luchesi ed avezzanesi in ordine al possesso del territorio "La Penna" edificata dai romani durante le operazioni di bonifica del Fucino.

La città si ampliò attorno alla vecchia rocca dei Paleara al tempo degli Orsini, che nel 1490 vi eressero un castello, ma in particolare si sviluppò nel tardo Seicento, dopo l'elevazione a capoluogo di distretto comprendendo gran parte dei centri della Marsica.

1875: Il Prosciugamento del Lago Fucino

Ad opera del banchiere Alessandro Torlonia, nel 1875 fu interamente prosciugato il terzo lago d'Italia per estensione. L'opera ancora oggi considerata colossale, seconda solo alla diga di Assuan richiese decenni di lavoro per maestranze e tecnici. Per i calcoli ed il progetto di prosciugamento idrico, il Torlonia si avvalse della collaborazione degli ingegneri Brisse e Afan de Rivera. Il Fucino che aveva una superficie di 14.775 ettari ed una profondità massima nel bacinetto di metri 30, defluì lentamente, riversato nel fiume Liri attraverso i cunicoli dell'imperatore Claudio a cui Torlonia aggiunse altri canali e sfiatatoi, attualmente funzionanti. Liberata l'area dalle acque sorse così la Piana del Fucino, una fertile superficie destinata a coltivazioni agricole. Il Torlonia, elevato a titolo nobiliare di Principe dal Re d'Italia per il prosciugamento del Fucino, e proprietario delle terre per 99 anni, invitò dalle Marche e dalla Puglia mezzadri ed agricoltori a cui vennero affidati gli appezzamenti. Con la Riforma agraria gli stessi mezzadri e braccianti marsicani divennero negli anni '50 proprietari delle terre. L'economia di Avezzano già in fase di decollo per i servizi locali e la coltivazione di frutta, ebbe una forte impennata con le coltivazioni di ortaggi, carote, patate e barbabietole e con l'indotto venutosi a creare.

Il Terremoto del 13 Gennaio 1915

Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto di Avezzano.

Il terremoto di Avezzano fu un evento sismico di indicibile gravità, avvenuto il 13 gennaio 1915. Colpì l'intera area della Marsica, nell'interno abruzzese. Il sisma del 1915 ancora oggi per danni e numero di vittime è classificato come il secondo terremoto in Italia: causò più di 29.000 vittime di cui 9.328 ad Avezzano, su un totale di 120.000 persone residenti nelle aree disastrate.

Alle ore 07:48 esplose nella sua violenza distruttrice, raggiungendo l'undicesimo grado della scala Mercalli e nei successivi mesi con circa 1000 repliche. La scossa iniziale fu avvertita in tutta l'Italia centrale, con effetti pari o superiori al VII grado Mercalli. Avezzano venne completamente rasa al suolo, le vittime furono 9328 su un totale di 15.000 abitanti. I pochissimi sopravvissuti (in gran parte feriti) rimasero senza tetto poiché tutti gli edifici crollarono su se stessi tranne il villino Palazzi in via della Stazione, al quale è stata applicata una targa commemorativa. Il terremoto isolò completamente la zona e la notizia del disastro fu segnalata solamente nel tardo pomeriggio; i soccorsi, partiti la sera del 13 arrivarono il giorno dopo a causa dell'impraticabilità delle strade causata da frane e macerie. Più di 9000 uomini, fra militari, enti e civili tra cui ricordiamo l'infaticabile Croce Rossa Italiana, i Bersaglieri e gli straordinari volontari Scouts del CNGEI, vennero impegnati per i soccorsi, i trasporti dei feriti agli ospedali e la distribuzione dei viveri. A coloro che si distinsero maggiormente fra i soccorritori, venne riconosciuta una medaglia di benemerenza. L'evento sismico mise in evidenza l'impreparazione dello Stato dinanzi ad eventi di tale gravità. Erminio Sipari, deputato del collegio di Pescina, portò la protesta di quelle vittime che probabilmente si sarebbero potute salvare se i soccorsi fossero stati più tempestivi.

Particolare menzione merita il cittadino Camillo Corradini a cui con riconoscenza Amministrazione Comunale e la cittadinanza hanno dedicato la principale strada della città. Liberale crociano, negli anni della ricostruzione post terremoto fu Ministro della Pubblica Istruzione, all'epoca anche con ruolo di Lavori Pubblici. Grazie all'impegno di Corradini, notevoli fondi furono spostati sulle opere pubbliche della città che in breve tempo fu ricostruita.

Altra menzione merita Don Luigi Orione ora santo, che giunse tempestivamente dopo il sisma ed instancabilmente si prodigò per gli orfani avezzanesi, creando in città l'Istituto Don Orione, attualmente in via Corradini.

Il terremoto del 1915 interessò un settore della catena appenninica fino ad allora caratterizzato da una sismicità poco documentata. Come per tutti gli altri terremoti della zona, precedenti e successivi, la causa fu lo slittamento di un'importante faglia. Avezzano era una cittadina di circa quindicimila abitanti; il prosciugamento del lago Fucino faceva sentire i primi influssi sull'economia dell'area, nell'agricoltura e nel settore terziario. La scossa in pochi istanti distrusse il vecchio centro e provocò la morte di circa 9.238 persone; i danni agli edifici furono così gravi da consentire il recupero solo di poche abitazioni. Avezzano perse i suoi monumenti importanti: il Castello Orsini, la Colleggiata di S. Bartolomeo, il Palazzo Torlonia, il Teatro Ruggeri, il municipio e negli anni che seguirono subì, come tutta la regione, un ulteriore forte calo demografico. Una delle cause fu la guerra che impegnò le risorse nazionali per lungo tempo determinando la scarsità di materiali e di manodopera. Dopo una breve ripresa negli anni '20, la ricostruzione si fermò di nuovo a causa di una crisi economica. Alcune casette antisismiche post terremoto sono state trasformate oggi in stalle o rifugi e insieme ai pochi ruderi ancora visibili del terremoto, rappresentano la memoria storica e tangibile dell'evento.

Prima Guerra Mondiale: il Concentramento Austriaco

Alcuni giovani avezzanesi ebbero salva la vita dal terremoto perché il 13 gennaio mattina si trovavano in stazione in attesa del treno per recarsi alla visita di leva militare. Nonostante la possibilità di essere esonerati dal servizio in guerra, gli avezzanesi vollero comunque partecipare come soldati dell'esercito alla Prima Guerra Mondiale. Dato il vuoto generazionale generatosi, il Governo Italiano, decise di istituire un campo di lavoro per prigionieri austriaci ad Avezzano nel quartiere che poi prese nome di "Concentramento". Grazie al lavoro continuo dei prigionieri austriaci che furono impiegati per lavori di opere pubbliche finalizzati a ricostruire la nuova Avezzano, la città rinacque. Tra le opere realizzate da questa comunità vanno ricordate: il rimboschimento della Pineta del monte Salviano, i servizi viari cittadini e varie costruzioni architettoniche. Da menzionare la casa-comando in legno del campo di Concentramento, sita dietro l'attuale chiesa di Madonna del Passo.

Il Castello Orsini - Colonna

Il castello Orsini prima del sisma del 1915.

Il castello di Avezzano fu voluto nel 1490 da Gentile Virginio Orsini attorno ai resti della distrutta torre di Gentile da Palearia, signore di Manoppello. Concepito come fortilizio "Ad exitum seditiosis Avejani" come si legge ancora oggi da un'iscrizione sul portale ogivale, venne progettato con ogni probabilità dall'ingegnere militare Francesco di Giorgio Martini, in quegli anni al servizio degli Orsini ed autore documentato dell'intervento al vicino castello a pianta fallica in Scurcola Marsicana. Il castello di Avezzano fu ampliato a palazzo con giardino rinascimentale nel 1565 da Marcantonio Colonna e nel 1572 dallo stesso Colonna dotato di ingresso trionfale a ricordo della vittoria a Lepanto. Rimase in mano alla famiglia Colonna fino all'abolizione dei Feudi avvenuta nel 1806. In questo periodo risultava nei documenti visionati molto utilizzato un teatro sotterraneo del castello con probabile ingresso laterale nel fossato che i signori Colonna, generosi nei secoli con gli avezzanesi, concedevano di buon grado ai cittadini. Il maniero passò quindi nel 1806 ai Lante della Rovere che lo conservarono fino al 1905 quando con atto a rogito del Notaio Pietro Vannisanti in Roma, lo acquistò il Vicesindaco di Avezzano Francesco Spina detto Checchino il quale ne adibì una parte ad albergo ed affittò il lato verso via Fucino alla Regia Scuola Normale Matilde di Savoja ed il resto al Tribunale di Avezzano. Checchino Spina affittò anche parte del parco rinascimentale denominato al Catasto "Orto di San Francesco" come rimessa per cavalli. Singolare "l'Osteria dentro la Terra" realizzata nel fossato del castello nella metà del cinquecento ed ancora perfettamente funzionante nelle foto precedenti il sisma del 1915. Francesco Spina iniziò nel 1912 gli interventi di rimozione delle aggiunte colonnesi abbattendo la loggetta di Marcantonio ma per ragioni economiche non andò oltre. Il castello venne distrutto dalla seconda scossa del 13 gennaio 1915, rilevata alle ore 07.58. La struttura crollò dal primo piano in su e furono quindi perdute le aggiunte cinquecentesche dei Colonna. Il maniero risultava restaurabile nella fase Orsini fino alla seconda guerra mondiale, e l'amministrazione comunale sembrò muovere alcuni passi in tal senso. Tre bombe alleate però cadute durante i bombardamenti protratti per otto mesi sulla città, ne decretarono il passaggio a rudere. Negli anni'50 il Sindaco Jatosti autorizzò famiglie di zingari Rom a risiedere stabilmente ad Avezzano dislocandole nel parco annesso al castello Orsini. Inoltre l'amministrazione socialista in quegli anni, come da appostia ordinanza, usò l'interno del castello come canile. Il castello venne finalmente restaurato negli anni sessanta in due riprese ad opera dell'ing. Tommaso Lelio Orlandi, dirigente del locale Genio Civile. Una campagna di scavi archeologici svolta negli anni settanta portò alla scoperta delle basi delle mura interne e di parte dei locali sotterranei. Divenuto quindi spazio estivo per mostre di pittura ed arena per proiezioni cinematografiche negli anni settanta e ottanta, fu recuperato nel 1994 su progetto dell'arch. Alessandro Del Bufalo il quale inserì una struttura interna autoportante. Attualmente l'ex maniero presenta al piano terra una platea per convegni e spettacoli ed è sede al primo piano del Museo di Arte Moderna di Avezzano. Un elemento che rende singolare il castello di Avezzano è la disposizione delle 4 torri angolari che risulta perfettamente allineata con i 4 punti cardinali del magnetismo terrestre Nord, Sud, Est, Ovest.

Avezzano oggi

Nonostante il disastro del terremoto e i bombardamenti del 1944 durante la Seconda Guerra Mondiale che distrussero la città per la seconda volta, Avezzano si riprese raggiungendo in pochissimi anni un incremento demografico straordinario e un posto di rilievo nei settori produttivi. Oggi, grazie alla sua evoluzione, Avezzano è una città in ascesa, tra le più dinamiche dell'Abruzzo. Ha valorizzato le risorse locali, potenziato l'imprenditoria agricola e incrementato il tessuto economico e industriale favorendo l'insediamento di industrie che hanno determinato una trasformazione della vita sotto il profilo sociale, culturale, economico e turistico. Ha potenziato la Cultura con la nascita della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Teramo, della Sezione di Avezzano dell'Archivio di Stato e per l'apertura del Teatro dei Marsi, di riferimento per un bacino di 120.000 utenti marsicani. La città ha subito danni insignificanti dal Terremoto dell'Aquila del 2009. Le accelerazioni al suolo, misurate da un accelerometro presso il castello di Avezzano, sono state di circa 69-70 cm/s2, un valore dieci volte inferiore rispetto alle accelerazioni misurate nell'Aquilano.

Urbanistica e Beni Culturali

Urbanisticamente ed architettonicamente Avezzano risulta una città del Novecento, a causa del terremoto del 1915, che la distrusse. Fortunatamente numerosi elementi lapidei furono recuperati dalle macerie del sisma e testimoniano la plurimillenaria storia della città, menzionata la prima volta nell'anno 854 D.C.

Quartieri

Tra i quartieri storici il più antico è il popoloso rione di San Nicola, così chiamato perché prima del terremoto del 1915 in via San Francesco si trovava la chiesa dei santi Filippo e Nicola, poi distrutta. Nello stesso quartiere si trovano il Castello Orsini-Colonna, la Chiesa di San Giovanni Decollato con l'Asilo e il carcere di San Nicola, attualmente in ristrutturazione, la cappella di S. Antonio Abate. Altri quartieri sono il Cupello (da copella) nella parte inferiore di via Garibaldi, Pucetta (da focetta), ora Borgo Angizia, quartiere della parrocchia di san Pio X e Chiusa Resta, attorno a via America. Il quartiere detto "I Frati" ad ovest di via Roma. A nord della Stazione Ferroviaria il popoloso quartiere ex Campo di Concentramento della Prima Guerra Mondiale dei Prigionieri Austriaci, ora chiamato Borgo Pineta. Ad est di Borgo Pineta il recente quartiere della Pulcina. Accanto a detto quartiere la località Scalzagallo in attuale fase di inurbamento.

Archeologia

Si ricordano la Grotta di Ciccio Felice, alle pendici del Salviano; un insediamento preistorico individuato nei pressi della strada Circonfucense, in corrispondenza di Strada 6. L'area di scavo archeologico dell'ex Collegiata di San Bartolomeo in via Orazio Mattei; i ritrovamenti della villa romana presso il centro commerciale "I Marsi" sulla Tiburtina-Valeria ed il vicino complesso archeologico romano di Alba Fucens (Comune di Massa d'Albe). L'emissario torloniano del Fucino (il cosiddetto Incìle) presso il canale collettore principale ed i Cunicoli di Claudio realizzati per la regolazione idrica del livello del lago Fucino.

Monumenti

Si ricordano i due portali in pietra della chiesa di San Nicola, conservati nel Museo Comunale in Piazza della Repubblica; la facciata e il campanile della chiesa di San Giovanni Battista, con un il portale laterale, proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Maria in Vico; il Museo Lapidario Marsicano costituito di una ricca collezione di reperti lapidei funerari di epoca romana, situato nei sotterranei della sede municipale. Il fontanile cinquecentesco di Marcantonio Colonna, sito nell'omonima strada; la fontana circolare ottocentesca posta al centro di villa Torlonia, donata dai Principi agli avezzanesi dopo il prosciugamento del lago Fucino. I resti della facciata della Colleggiata di San Bartolomeo in largo S. Bartolomeo, distrutta dal terremoto del 1915, il cui rudere è diventato il simbolo della città. Interessante anche il bronzeo Monumento ai Caduti delle Guerre, precedentemente posto in Piazza Risorgimento, poi in villa Torlonia, realizzato dallo scultore neoellenistico Ermenegildo Luppi. Quasi alla sommità del sentiero di salita al Salviano si incontra la cappellina che conserva la pietra dove all'inizio dell'Ottocento il cavallo della Madonna incise con un colpo un suo zoccolo. In quell'incontro Maria chiese ad un pastorello sordomuto avezzanese, ridandogli udito e parola, di invitare gli avezzanesi a ricostruire il santuario di Pietracquaria a Lei dedicato.

Chiese

La Cattedrale dei Marsi dedicata al Protettore di Avezzano San Bartolomeo, progettata dall'autore del Piano Regolatore, l'ing. Sebastiano Bultrini. Bombardata dagli Alleati nel 1944 fu salvata dall'esplosione di una bomba dal giovanissimo Ennio Piccone che coraggiosamente entrò nella chiesa e la disinnescò. Il santuario della Madonna di Pietraquaria, sul Monte Salviano, devotamente ricostruita dal popolo avezzanese agli inizi dell'Ottocento su una base del Duecento. San Giovanni Decollato, di originaria costruzione trecentesca, ricostruito negli anni '30 del Novecento dall'ing. Loreto Orlandi con un pregevole portale laterale, proveniente dalla distrutta chiesa di Santa Maria in Vico; Interessanti anche le moderne chiese di San Rocco, progettata dall'architetto Giuseppe Zander e di Madonna del Passo, della Santissima Trinità, di San Pio X e dello Spirito Santo. Queste chiese sono ornate di opere d'arte del Novecento, quasi tutte di artisti marsicani.

Urbanistica: Avezzano Città Balneare

La città fu ricostruita con il Piano Regolatore del 1918 firmato dall'ingegnere Sebastiano Bultrini. Ispirata urbanisticamente a Roma, Avezzano presenta due punti generatori presi dalla Città Eterna: Piazza della Stazione da cui parte il tridente via Montello, via Garibaldi, Corso della Libertà, ispirata a Piazza del Popolo e Piazza Castello da cui parte una raggera di strade, ispirata a Piazza Re di Roma. L'urbanistica definita "balneare" da architetti ed urbanisti è insolita nell'Abruzzo interno. A struttura regolare, con strade frequentemente incrociate in angoli retti, Avezzano presenta un sistema viario dotato di marciapiedi larghi ed alberati. Le strade sono dimorate di piante di Ippocastani.

Architettura

Villa Torlonia con l'adiacente Palazzo Torlonia ed il retrostante parco ARSSA, sede degli uffici dell'Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo in Abruzzo, ex Ente Fucino. All'interno del parco il casino di caccia ligneo, opera dell'architetto Giuseppe Valadier. Le villette in stile Liberty situate nel centro della città. Liberty anche l'unico edificio che ha resistito al terremoto all'angolo tra via Garibaldi e via Valerii di Claudio Palazzi. Il Municipio, di architettura ispirata alle ville toscane del Quattrocento, progettato dall'ing. Sebastiano Bultrini. L'ampia e luminosa piazza Risorgimento a pianta rettangolare, dotata di una fontana circolare. Il Tribunale in stile Neoclassico eclettico, progettato dall'architetto Gallo che progettò anche il vicino Palazzo Spina. Il Memorial ai piedi del Monte Salviano, eretto in ricordo delle vittime del terremoto. La sede dell'Agenzia Regionale per i Servizi Culturali con annesso auditorium e biblioteca in via Cavalieri di Vittorio veneto, struttura contemporanea dell'architetto Paolo Portoghesi. Accanto il nuovo Teatro dei Marsi, di ampie dimensioni.

Cultura

L'attività teatrale ha un ruolo importante nelle attività culturali cittadine. Già nel Sei-Settecento si svolgeva regolarmente nei sotterranei del castello Orsini - Colonna in un piccolo teatro messo a disposizione dai Colonna. Dalla seconda metà dell'Ottocento e fino al terremoto del 1915 gli spettacoli teatrali si svolgevano nel Teatro Ruggeri, in via San Francesco, di fronte alla chiesa di San Giovanni. L'attività teatrale riprese negli anni Venti e fino agli anni Novanta nel Cinema Teatro Impero in via Garibaldi. Dal 1994 al 2005 l'attività teatrale si è svolta presso il ristrutturato castello Orsini-Colonna. Nel Maggio 2006 Il Sindaco Antonio Floris ha inaugurato il teatro comunale denominato Teatro dei Marsi in via Cavalieri di Vittorio Veneto, premiato con una targa dall'associazione Italia Nostra - Sezione di Avezzano. Nella struttura di architettura moderna è ripresa a pieno ritmo l'attività teatrale bruscamente interrotta dal terremoto del 1915 e proseguita in sedi temporanee.

Tra le compagnie teatrali cittadine di rilevo ricordiamo la compagnia Il Lanciavicchio ed il Teatro dei Colori e l'Associazione Teatrale Amatoriale "Je Furne de Zefferine" [2].

Il 15 maggio 2009 presso la Scuola Media Vivenza è stato dislocato ed inaugurato il Conservatorio dell'Aquila in Avezzano.

Ambiente

Flora

I pioppi frangivento dimorati in filari attorno ai canali del Fucino: pioppi, carpini e cerri. Sono presenti nel Parco Nazionale d'Abruzzo il nocciolo, il castagno (che forma umbratili boschi), l'acero (spesso presente con esemplari mastodontici). Solo grazie a rimboschimenti sono presenti il pino nero, l'abete rosso, e il larice. Tra gli arbusti possono essere menzionati il ginepro, il mirtillo (commestibile), la mora (commestibile), la belladonna (di aspetto simile al mirtillo ma velenoso o addirittura mortale), l'agrifoglio. Le strade di Avezzano sono adornate di alberi di Ippocastani i cui frutti hanno potere antiinfiammatorio. Pianta tipica di Avezzano è la Salvia che ricopre il versante est del monte sacro agli avezzanesi, il Salviano. Questa pianta era usata fino alla fine dell'Ottocento per insaporire i cibi e per l'igiene orale. Le fioriture sono caratterizzate da gigli (specie protetta da una Legge Regionale dell'Abruzzo), campanule, sassifraghe, primule, genziane, garofanini e numerose orchidee. Menzione a parte merita la stella alpina appenninica, una pianta rarissima sulle montagne dell'Appennino.

Fauna

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L'orso bruno marsicano

L'esponente principe della fauna della Marsica è l'orso marsicano, una sottospecie di orso bruno, endemica dell'Appennino, di taglia relativamente ridotta. Presenti anche esemplari di lupo appenninico. Altri mammiferi di rilievo sono il gatto selvatico, il cinghiale, il daino ed il capriolo; meno diffuso invece il camoscio, reintrodotto in tempi recenti. Una menzione a parte merita il cane pastore bianco d'Abruzzo detto poi Pastore maremmano-abruzzese, cane guida tipico delle mandrie della transumanza lungo i tratturi dagli Abruzzi in Puglia. Sono presenti anche nel territorio di Avezzano la donnola, la faina e lo scoiattolo nero abruzzese. Fra i rapaci meritano menzione l'aquila reale, il falco, diffuso sulla montagna della frazione di Paterno, la poiana comune e lo sparviero. Spicca, fra gli altri uccelli, la presenza del gracchio alpino e del picchio.

La Marsica è nota per le tradizioni legate alla presenza di serpenti. Ricordiamo la festa dei Serpari dedicata a San Domenico a Cocullo, di origine pagana ed il culto della Dea Angizia (dal latino Angitia), dea marsa protettrice dei serpenti (dal latino anguis = serpente) a Luco dei Marsi. Il viaggiatore inglese Edward Lear, passando attorno ad Avezzano nella prima metà dell'Ottocento racconta la presenza di questi serpenti durante un viaggio in barca sul lago Fucino in località Petogna Tra i rettili va segnalata la vipera comune e l'innocua biscia. Staziona nelle pietraie, vicino ai corsi d'acqua e nelle zone di bassi cespugli di ginepro.

Il Parco Torlonia

Situato su un'area pianeggiante a pianta triangolare tra via Roma e piazza della Repubblica, nell'attuale Parco Torlonia originariamente gli avezzanesi mettevano il grano a seccare. Il Parco venne ornato di alberi e siepi e dotato di una fontana circolare dal Principe Alessandro Torlonia e da sua moglie nella fine dell'Ottocento, in dono alla cittadinanza avezzanese. La cittadinanza ricambiò erigendo nello spigolo sud del Parco un busto bronzeo al Principe Alessandro Torlonia. In tale parco, all'indomani del sisma del 13 gennaio 1915, si rifugiarono gli avezzanesi superstiti.

Il Parco ARSSA

Così chiamato per distinguerlo dal Parco Torlonia, pur avendo questo diritto allo stesso nome in quanto esistente all'interno del Parco del palazzo Torlonia. Di pianta rettangolare si estende per vari ettari e comprende spazi espositivi, una sala convegni ed un museo.

La Pineta

Realizzata in Borgo Pineta in epoca fascista, ha lo scopo di proteggere Avezzano dai venti invernali provenienti dal monte Velino. Consiste esclusivamente in sempreverdi di medio - alto fusto. All'interno un percorso lungo due km. organizzato con attrezzi per l'esercizo fisico guidato.

La Riserva Naturalistica del Salviano

Frequentata per fare footing ed esercizio fisico, la Riserva Naturalistica del Salviano è stata recentemente dotata dall'Amministrazione Comunale di un percorso pedonale, protetto dal traffico viario. La strada asfaltata incontra a 3/4 del percorso la Via Crucis che su un sentiero, anticamente usato per salire, conduce al Santuario di S. Maria di Pietracquaria, situato sulla sommità. In tale incrocio un sentiero conduce al Tiro al volo con bar-ristoro. Recentemente presso il Santuario, dopo ristrutturazione dell'ex bar in pietra in abbandono da decenni, si è inaugurato il centro Culturale "Il Salviano", sala per incontri culturali in cui si svolgono conferenze a tema.

Viali alberati

I viali alberati più importanti sono: via Camillo Corradini, la passeggiata cittadina, via Annamaria Torlonia, via Giuseppe Mazzini, via Guglielmo Marconi.

Tradizioni e Ricorrenze

13 Gennaio: Ricorrenza del Terremoto del 1915 Il 13 Gennaio di ogni anno alle ore 10.00 alle pendici del Salviano, presso il Memorial ai Caduti del Terremoto si svolge una manifestazione commemorativa in presenza del Sindaco di Avezzano, del Vescovo dei Marsi, dei Corpi d'Arma, di Associazioni. Vi partecipano cittadini e scolaresche con insegnanti. Al termine solitamente l'associazione Alpini offre ai presenti il tradizionale vino cotto ed altre bevande calde.

17 Gennaio: Festa di Sant'Antonio abate Una volta coinvolgeva tutta la città. Oggi si organizza ancora nel rione popolare di San Nicola, dove il 17 gennaio viene aperta al culto la chiesetta dedicata al santo. Fino agli anni settanta vi si svolgeva la "salita all'albero della cuccagna", oggi non più. Resta la distribuzione di immaginette del santo eremita e di una "panetta" un po' in sordina con i ragazzi che vanno per le case a fare la questua.

Venerdì Santo: Processione del Venerdì Santo Organizzata a turno dalle due confraternite di San Giovanni e San Rocco. Per avere diritto nell'organizzazione di tale processione, nel 1834, la confraternita di San Rocco entrò in conflitto con quella di San Giovanni. Nel corso degli anni si verificarono scontri tra i membri delle due confraternite, con feriti, arresti e condanne. In passato venivano organizzate due processioni distinte: quella di San Giovanni aveva luogo la sera del giovedì con la visita alla Collegiata ed a San Rocco prima di percorrere le strade della città. La mattina del venerdì era prevista quella di San Rocco, che seguiva il tragitto tradizionale fino a Santa Maria in Vico. La disputa durò un secolo, solo nel 1945 monsignor Domenico Valeri, vescovo dei Marsi, riuscì a mettere d'accordo parroci e rappresentanti delle rispettive parrocchie proponendo che la processione venisse organizzata negli anni pari dalla confraternita di San Giovanni e negli anni dispari dalla congrega di San Rocco.

26 aprile sera: i Focaracci di Pietracquaria I fuochi di Beltane del 27 Aprile, diventarono con il Cristianesimo una ricorrenza cattolica, divenuti ad Avezzano i Focaracci di Pietracquaria. La sera del 26 gli avezzanesi accendono nei quartieri i fuochi devozionali alla Madonna di Pietracquaria (i "focaracci"), realizzati con fascine di rami secchi raccolti secondo il rituale caratteristico dello "strascìno". Attorno ai fuochi si eseguono canti popolari e religiosi, piccoli concertini musicali e si distribuiscono con offerte bevande e panini. Si narrano molte leggende attorno alla tradizione dei focaracci. La più credibile anche se non databile, parla di una disputa tra Avezzanesi e Cesaroli (abitanti di Cese) su quale dei 2 paesi dovesse ottenere la protezione della Madonna di Pietraquaria. Si decise di porgere la statua della Madonna con lo sguardo rivolto verso sud, cosicché sarebbe stata lei a scegliere chi proteggere. Gli Avezzanesi, per attirare il suo sguardo, accesero degli enormi fuochi, la Madonna incuriosita si voltò verso Avezzano divenendone protettrice.

27 aprile: processione della Madonna di Pietracquaria Il quadro raffigurante la Madonna di Pietracquaria, viene portato per la via Crucis del monte Salviano, fino a via Napoli dove incontra i fedeli avezzanesi e si forma la porcessione fino in Cattedrale dove si svolge la S. Messa in onore della Madonna protettrice.

Mese Mariano Permane l'usanza di recarsi all'alba a piedi al santuario della Madonna di Pietracquaria, portando con sé la "mmutìna" (piccola colazione consistente in panino, frutta, bottiglia d'acqua, spesso contenuta in un sacchetto o in un cestino di vimini), usanza che si protrae per il mese di maggio.

Processione del Corpus Dominae: tarda primavera Anticamente lungo il percorso veniva preparata l'infiorata. Adesso solo i bambini piccoli spandono mentre camminano, petali di rose.

24 giugno: San Giovanni Il 24 giugno in piazza Castello si svolge la Festa di San Giovanni, dedicata al Battista Decollato. Curata dalla Parrocchia di San Giovanni, la S. Messa, lo spettacolo musicale, giochi e premi.

24 agosto: San Bartolomeo Fino a pochi anni fa veniva onorato il santo protettore con la "Festa Marsicana" a dimostrazione della centralità della città di Avezzano nel circondario.

2 novembre: Festa dei defunti La popolazione avezzanese si reca in questo giorno, per tradizione, a fare visita nei cimiteri cittadini ai cari defunti. Questa ricorrenza in Avezzano è considerata un giorno di incontro tra vivi per commemorare insieme gli estinti.

Gastronomia

L'antica tradizione gastronomica avezzanese era legata all'attività piscatoria del lago Fucino. Erano cucinati i "piisci sott'aje coppe" pesci di lago (tinche, carpe, trote, anguille) puliti e riempiti di foglie di salvia, cotti sotto la brace del camino, protetti da un coppo (tegola rurale). Dopo il prosciugamento del lago la cucina avezzanese si è trasformata, grazie anche ai prodotti delle coltivazioni del Fucino, avvicinandosi alla tradizione culinaria dell'abruzzo interno con personali interpretazioni e contributi.

I primi piatti si distinguono per l'uso di formati di pasta abruzzesi come i "maccheroni alla chitarra", i ravioli, le "fettuccine" (le cosiddette "sagnette aje sughe"), accompagnati da salse a base di di pomodoro con carne di vitello o maiale. Sono usati in inverno brodi a base vegetale o di pollo. Tipico primo originario della Marsica transumante sono gli "anellini alla pecoraia", una pasta a forma di anello servita con una salsa di pomodoro e vegetali a cui si aggiunge la ricotta di pecora. Eredità della cucina povera rinascimentale sono le minestre a base di legumi e farro servite con ceci o fagioli, le "sagne ajii faciuli".

Le carni usate per cucinare sughi e secondi sono della tradizione pastorale d'Abruzzo: quindi sono usate le carni ovine ma dopo la scomparsa della Transumanza vi è stato un incremento di consumo di carni bovine. Ricetta tipica è la "Pecora aje cotture". Non mancano, nelle sagre marsicane gli arrosticini di pecora.

Avezzano è nota in Italia per la produzione di un'eccellente qualità di patate del Fucino che ha ottenuto recentemente la certificazione DOP e di numerossime qualità di ortaggi.

Rinomata la produzione di vini rossi di vite montepulciano (ad Avezzano hanno sede numerose aziende del settore). Le ferratelle marsicane, sfoglie dolci invernali realizzate con stampi in metallo dal disegno a rombi in rilievo.

Una menzione a parte merita il vino cotto, bevanda invernale avezzanese. Vino rosso, in genere montepulciano, bollito in una scodellina e bevuto ancora caldo con aggiunta di chidi di garofano, scorze d'arancio e miele. Il viaggiatore inglese Edward Lear, di passaggio in Avezzano nella prima metà dell'Ottocento cita il vino cotto più volte nei suoi scritti.

Economia

Il Nucleo Industriale

Sorto negli anni Settanta appena fuori dalla città in direzione Luco dei Marsi, il Nucleo Industriale annovera numerosissime attività industriali e di produzione merceologica ed è il motore dell'economia della Provincia. Tra queste spicca la Micron, gigante della produzione elettronica altamente specializzata in cui lavorano numerosi cittadini. Ricordiamo inoltre la TV Araba, le Cartiere Burgo, la Presider e numerose altre imprese specializzate.

Media e telecomunicazioni

Quotidiano
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Rivista
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Televisiore
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TV
Radio
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WebPortali
  • Terremarsicane
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  • Antenna Due
  • Radio Monte Velino
  • Radio Stella

Personalità legate ad Avezzano

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[1]

Amministrazione comunale

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Musei

Sport

La locale squadra di calcio era il glorioso vecchio team, Avezzano Calcio Srl, fondato nel 1919, poi un tracollo determinato dalla vendita di vari calciatori portò allo scioglimento. La Nuova Avezzano Calcio, Luco Canistro Calcio, rifondata nel 2000 cercò tra varie difficoltà di ereditare gli onori della vecchia squadra cittadina. Ora la squadra della città è l'Associazione Sportiva Pescina Valle del Giovenco, che ha ottenuto la deroga per giocare allo Stadio "Dei Marsi" di Avezzano e che ha intenzione di mutare la propria denominazione in Fc Avezzano VdG a partire dalla stagione calcistica 2010-2011 (art.19 NOIF della FIGC).

Di miglior fortuna gode invece la squadra di rugby, l'Avezzano Rugby, nel 2006 promossa per la prima volta in serie A, ma retrocessa in Serie B, dove tuttora milita. Ricordiamo l'U.S.A. Rugby e l'Accademia Rugby.

La città è sede dell'unica società di Hockey su prato esistente in Abruzzo, L'Hockey Avezzano, avente sede sociale in Via dei Gladioli. Tuttora la squadra milita nel campionato di Serie B, partecipando al girone laziale-umbro-marchigiano.

Per tre volte Avezzano è stato sede di arrivo di tappa del Giro d'Italia, la prima nel 1986, l'ultima nel 2003.

Tappe del Giro d'Italia con arrivo ad Avezzano
Anno Tappa Partenza km Vincitore di tappa Maglia rosa
1986 Cellole 160 Bandiera dell'Italia Franco Chioccioli Bandiera dell'Italia Giuseppe Saronni
1988 Campitello Matese 178 Bandiera della Germania Ovest Andreas Kappes Bandiera dell'Italia Massimo Podenzana
2003 Maddaloni 218 Bandiera dell'Italia Alessandro Petacchi Bandiera dell'Italia Alessandro Petacchi

Da 10 anni Avezzano ospita un'importante manifestazione di atletica leggera di levatura internazionale, il "Meeting Marianella", che ha visto la partecipazione di Fiona May, Fabrizio Mori, Stefano Baldini e altri campioni olimpici e mondiali.

Nel 2009 ha ospitato le gare di pugilato e di calcio della Nazionale Italiana under 20 contro Siria e Grecia, dei XVI Giochi del Mediterraneo.

Altri progetti

Collegamenti esterni

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  1. ^ Statistiche I.Stat, su dati.istat.it, ISTAT. URL consultato il 17 aprile 2023.