Strage di Via Schievano
Strage di via Schievano | |
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Strage di Via Schievano dell'8 gennaio 1980 a Milano. | |
Tipo | sparatoria |
Data | 8 gennaio 1980 |
Luogo | Milano |
Stato | Italia |
Responsabili | Brigate Rosse |
Conseguenze | |
Morti | 3 |
Strage di Via Schievano è la denominazione giornalistica[1] del pluriomicidio a sfondo politico avvenuto a Milano alle 08.15 dell'8 gennaio 1980, in cui furono uccisi tre poliziotti.
L'attentato venne rivendicato dalle Brigate Rosse (Colonna Walter Alasia) che volevano a loro modo dare il "benvenuto" al generale Carlo Alberto dalla Chiesa, appena trasferito nel capoluogo meneghino al comando della Divisione Pastrengo[2]. Le vittime erano in servizio presso il commissariato di Porta Ticinese della Questura di Milano.
Le BR, armate di mitra, a bordo di una Fiat 128 bianca seguirono una Fiat Ritmo usata come auto civetta dalla Polizia, impegnata in un giro di perlustrazione e approfittando del traffico mattutino aprirono il fuoco uccidendo il Vice Brigadiere Rocco Santoro (32 anni), l'appuntato Antonio Cestari (50) e l'agente Michele Tatulli (25)[3] in via Schievano, non lontano dal sottopasso di viale Cassala.
Al processo secondo l'accusa alla guida dell'auto c'è Nicolò De Maria mentre Barbara Balzerani, Mario Moretti e Nicola Gianicola sparano sulle forze dell'ordine[2], che colpite alle spalle periscono all'istante. Per ricordare le vittime, il comune di Milano ha posto nella via sopracitata una lapide in loro onore che però il 3 aprile 2005 è stata profanata da ignoti vandali[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'accaduto non è stato qualificato come reato di strage: art. 422 Codice di Procedura Penale della Repubblica Italiana.
- ^ a b Vittime del Terrorismo: Antonio Cestari, su vittimeterrorismo.it. URL consultato l'8 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2017).
- ^ Claudio Bachis, "Vita da sbirro"
- ^ Uccisi dalle Br, profanata la lapide, Corriere della Sera, 3 aprile 2005