Rotzo

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Rotzo
comune
Rotzo – Stemma
Rotzo – Bandiera
Rotzo – Veduta
Rotzo – Veduta
Panorama su Rotzo visto da Ostarelli, località di Treschè Conca di Roana, dall'altra parte della Val d'Assa.
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoLucio Spagnolo (lista civica Insieme per Rotzo)
Territorio
Coordinate45°52′N 11°24′E / 45.866667°N 11.4°E45.866667; 11.4 (Rotzo)
Altitudine938 m s.l.m.
Superficie28,25 km²
Abitanti662[1] (31-5-2021)
Densità23,43 ab./km²
FrazioniAlbaredo, Castelletto
Comuni confinantiAsiago, Roana, Levico Terme (TN), Luserna (TN), Valdastico
Altre informazioni
Cod. postale36010
Prefisso0424
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024089
Cod. catastaleH594
TargaVI
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 4 281 GG[3]
Nome abitantirotzesi
Patronosanta Gertrude
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Rotzo
Rotzo
Rotzo – Mappa
Rotzo – Mappa
Posizione del comune di Rotzo all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale

Rotzo (Rotz in cimbro) è un comune italiano di 662 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.

Si trova all'estremità occidentale dell'Altopiano dei Sette Comuni, delimitato a sud dalla Val d'Assa e a ovest dalla Val d'Astico.

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo compare a partire dal 1175 nelle forme Rozo, Rocium, Rotio, Rotium. È probabile derivi da rozzo, un termine del dialetto vicentino che significa "gruppo di case" (dal latino roteus "luogo recintato"); contrariamente a quanto sostenuto da alcuni, non ha nulla a che vedere con il personale germanico Rozzo poiché è antecedente all'insediamento dei Cimbri[4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Epoca antica[modifica | modifica wikitesto]

Scavi archeologici del villaggio protostorico del Bostel, tra la cultura retico-alpina e quella paleo-veneta.

La presenza umana nella zona di Rotzo è molto antica, favorita dalla posizione geografica che domina la sottostante val d'Astico, lungo la quale si muovevano i traffici tra la pianura veneta e l'area trentina. L'insediamento poté giovarsi anche di un'ampia zona pianeggiante derivata da una morena glaciale ("la Campagna") e dal clima mitigato dalla pianura sottostante e dalla protezione delle Prealpi[5].

Dell'età del bronzo (II millennio a. C.) è la Longa Laita, un abitato stagionale probabilmente frequentato da pastori, i cui reperti sono conservati nel museo archeologico di Castelletto.[6]

Nei pressi della frazione Castelletto, in località Bostel, si trova un'importante area archeologica, in cui sono stati portati alla luce i resti di un villaggio stanziale della seconda età del ferro (V-II secolo a.C.). I resti furono scoperti verso la metà del Settecento dall'abate Agostino Dal Pozzo, che riportò alla luce più di quaranta casette costituite da mura a secco e fornite di una sola grande stanza con ingresso verso ovest; al centro dell'ambiente, una buca circolare serviva per cuocere i cibi[5].

Bisognerà tuttavia aspettare il Basso Medioevo per avere nuove testimonianze sulla zona[5].

Medioevo ed epoca moderna[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo Castelletto suggerirebbe la presenza di una fortificazione in epoca antica; pur mancando dei riferimenti certi, si è ipotizzato che questa costruzione dovesse rivolgersi alla sottostante valle dell'Astico, sorgendo nel punto in cui l'antico percorso che saliva da Pedescala raggiungeva l'Altopiano. In particolare, l'abate Agostino Dal Pozzo individuava le tracce di un fossato e qualche rudere nella collina del Castel.[7][8] Sappiamo che la località fu controllata della famiglia de Punciis sino al 1250, quando le subentrò il noto Ezzelino da Romano[9].

Si collocherebbe attorno all'anno Mille la fondazione della chiesa di Santa Margherita, considerata per questo la più antica dell'Altopiano[5].

La prima citazione del toponimo Rotzo risale al 1175, nell'atto di sottomissione delle comunità di Bassano e Margnan alla città di Vicenza: vi compaiono, tra gli altri, i nomi di tre personalità dette de Rozo dalla località di origine[10].

Nel 1204, a seguito di un incontro presso Prà della Varda a Cogollo del Cengio tra i rappresentanti delle comunità locali, vengono stabiliti i confini tra i comuni di Castelletto, Cogollo, Caltrano, Chiuppano, Velo e Arsiero; i confini di Castelletto (in cui rientravano anche Rotzo e Roana) sfioravano Asiago e la Valsugana e comprendevano anche la val d'Assa[5]. Nella metà del Duecento si ha la prima notizia della chiesa di Santa Gertrude[5] che nel 1297 — secondo le Rationes Decimarum conservate negli archivi vaticani — era parrocchiale[11] affiliata alla pieve di Santa Maria di Caltrano. Dalla stessa pieve nel 1587 dipendeva la chiesa di San Nicolai di Rotzo[12].

Nel medioevo il paese fu coinvolto nella colonizzazione dei Cimbri e seguì le sorti della Federazione dei Sette Comuni costituita nel 1310. In questa occasione avvenne una riorganizzazione amministrativa che vide la separazione del comune di Roana, mentre Rotzo comprendeva anche Pedescala, localizzata sul fondo della valle dell'Astico, cui si aggiunse nel 1587 anche la vicina San Pietro[5].

Interessante una relazione del 1598 inviata da Francesco Caldogno, ispettore dell'Altopiano, al doge Marino Grimani in cui si descrive anche Rotzo. Viene presentata come una località non molto ampia né bella, ma assai fiorente grazie al clima mite e alla vicinanza con la pianura, che permetteva ai suoi abitanti frequenti scambi economici[5].

Epoca contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

Il Forte Campolongo restaurato, in una foto del 2017

Dopo la fine della Repubblica di Venezia, Rotzo seguì le sorti degli altri comuni dell'Altopiano che videro la dissoluzione della Federazione nel 1807 da parte di Napoleone. Come tutto il Veneto, fu amministrato dall'Impero d'Austria sino al 1866, quando passò al Regno d'Italia[5].

A varie riprese sia nell'Ottocento che nel Novecento Rotzo fu investita dal fenomeno dell'emigrazione, e vide molti suoi abitanti stabilirsi all'estero in Europa o oltreoceano in America e Australia[5].

Come tutti gli altri centri dell'Altopiano, Rotzo è stato direttamente interessato dagli eventi della prima guerra mondiale. Le famiglie furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni durante il conflitto e da profughi vennero ospitati soprattutto nei paesi di Barbarano Vicentino (Vicenza) e di Stradella (Pavia). Numerose le testimonianze rimaste: tra tutte, spicca il grandioso forte Campolongo[5], restaurato nel 2007.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 21 novembre 1996.[13]

«D'azzurro, alle due torri quadrangolari, d'oro, murate di nero, con lo spigolo a sinistra in evidenza, merlate di tre alla ghibellina, chiuse di nero, finestrate dello stesso in palo, la torre posta a destra più alta e più larga, finestrata di tre, la torre posta a sinistra finestrata di due, fondate sulla campagna diminuita di verde; alla bordatura diminuita d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo inquartato di azzurro e di giallo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di Santa Gertrude[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Gertrude nel 2023
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di Santa Gertrude (Rotzo).

Il primo accenno alla chiesa di Santa Gertrude si trova in un atto notarile relativo all'acquisto di possedimenti da parte di Ezzelino III da Romano (1250). La decima papale del 1297, interessante documento che ci ha tramandato l'organizzazione della diocesi di Padova dell'epoca, la ricorda come dipendenza della pieve di Caltrano, e tale rimase sino al XVI secolo.

Consacrata nel 1763 al termine di una ricostruzione e nominata arcipretale nel 1795, fu rasa al suolo durante la prima guerra mondiale. L'attuale edificio, in stile neogotico, fu consacrato nel 1938. Al suo interno vi sono solo opere recenti: si citano la tela con Santa Gertrude che fa l'elemosina nella chiesa di Rotzo di Giuseppe Mincato (1928) e l'affresco del presbiterio con Dio Padre benedicente di Antonio Soranzo (1937)[14].

Chiesa di Santa Margherita[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Margherita nel 2023

Notizie sulla chiesa dedicata a Santa Margherita di Antiochia, oggi oratorio dipendente dalla parrocchia di Rotzo, si trovano in documenti ufficiali solo dal 1488, anno della visita pastorale del vescovo Barozzi. La tradizione la fa risalire però al X secolo e questo ne potrebbe fare la più antica chiesa dell'Altopiano.

Vi è conservata un'antica campana bronzea, datata 1439. Durante la seconda guerra mondiale essa fu portata in Austria ma, grazie al riconoscimento del suo valore storico, fu risparmiata dalla fusione e riportata nella sua sede originaria[14].

Siti archeologici[modifica | modifica wikitesto]

  • sito del Bostel, in cui è stato trovato un villaggio di montagna risalente alla seconda età del ferro, valorizzato come parco archeologico

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

  • cascate del Pach, raggiungibili dall'impegnativo Sentiero delle Cenge

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[15]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

La sala 2 del museo archeologico

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

  • Festival dell'archeologia, al Bostel
  • Festa della patata di Rotzo

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
19 giugno 1985 2 giugno 1990 Massimino Cunico DC Sindaco
28 giugno 1990 24 aprile 1995 Alberto Dal Pozzo PSI Sindaco
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Lucio Spagnolo lista civica Sindaco
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Edoardo Sartori centro-destra (liste civiche) Sindaco
14 giugno 2004 20 aprile 2005 Edoardo Sartori centro Sindaco
20 aprile 2005 29 maggio 2006 Giuseppe Gubitosa - Commissario straordinario
29 maggio 2006 16 maggio 2011 Matteo Dal Pozzo lista civica Sindaco
16 maggio 2011 6 giugno 2016 Lucio Spagnolo lista civica Insieme per Rotzo Sindaco
6 giugno 2016 27 agosto 2021 Aldo Pellizzari lista civica Insieme per Rotzo Sindaco [18]
4 ottobre 2021 in carica Lucio Spagnolo lista civica Insieme per Rotzo Sindaco

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

La circoscrizione territoriale ha subito le seguenti modifiche: nel 1940 distacco delle frazioni di Pedescala e San Pietro Val d'Astico aggregate al nuovo comune di Valdastico (Censimento 1936: pop. res. 1825)[19].

Referendum[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2006 la popolazione degli otto comuni dell'Altopiano (Asiago, Conco, Enego, Foza, Gallio, Lusiana, Roana e Rotzo) votò a grande maggioranza (94%) a un referendum per il distacco del territorio dalla Regione Veneto e per la successiva aggregazione alla Regione Trentino-Alto Adige. L'anno seguente arrivò il parere negativo da parte sia della provincia di Bolzano che da quella di Trento, mentre il Parlamento, che doveva dare l'esito definitivo, non si espresse mai.

Economia[modifica | modifica wikitesto]

La patata di Rotzo veniva coltivata già nel XVIII secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2021 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Nomi d'Italia. Origine e significato dei nomi geografici e di tutti i comuni, Novara, Istituto geografico De Agostini, 2006, p. 549.
  5. ^ a b c d e f g h i j k Informazioni sul territorio, su Comune di Rotzo. URL consultato il 7 agosto 2016.
  6. ^ Museo Archeologico dei Sette Comuni, su Musei AltoVicentino. URL consultato il 13 agosto 2023.
  7. ^ Castelletto (ruderi del castello), su www.mondimedievali.net. URL consultato il 10 luglio 2023.
  8. ^ Bruno Slaviero e Massimo Ferraresi, Castelletto. Il fascino antico della montagna, su www.rotzo.net, 12 novembre 2017. URL consultato il 10 luglio 2023 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2017).
  9. ^ Antonio Canova, Giovanni Mantese, I castelli medioevali del Vicentino, Vicenza, Accademia Olimpica, 1979, p. 135, ISBN 88-87061-09-2.
  10. ^ Gaetano Maccà, Storia dei Sette Comuni e delle ville annesse, Caldogno, Gio. Battista Menegatti, 1816, p. 23.
  11. ^ Storia della chiesa parrocchiale di Santa Gertrude, su rotzo.net. URL consultato il 23 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 3 agosto 2014).
  12. ^ Mantese, 1952, pp. 179, 180.
  13. ^ Rotzo, su Archivio Centrale dello Stato accesso. URL consultato il 17 ottobre 2023.
  14. ^ a b S. Gertrude - Rotzo - Rotzo, su parrocchiemap.it, Diocesi di Padova - Atlante delle parrocchie. URL consultato il 14 novembre 2017.
  15. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  16. ^ Ecomuseo Cimbro Sette Comuni, su sito ufficiale del Comune di Rotzo, 2 febbraio 2020. URL consultato il 10 luglio 2023.
  17. ^ Castelletto - Purkh, su Ecomuseo Sette Comuni, 19 maggio 2021. URL consultato il 10 luglio 2023.
  18. ^ Deceduto in carica
  19. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tarcisio Bellò, Storie di Confine, Alta via dell'Alpi Vicentine., Vicenza, La Serenissima, 2006.
  • Giovanni Mantese, Memorie storiche della Chiesa vicentina, I, Dalle origini al Mille, Vicenza, Accademia Olimpica, 1952

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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