Marino Grimani (doge)
Marino Grimani | |
---|---|
Doge di Venezia | |
![]() | |
In carica | 26 aprile 1595 – 25 dicembre 1605 |
Predecessore | Pasquale Cicogna |
Successore | Leonardo Donà |
Nome completo | Marino Grimani |
Nascita | Venezia, 1º luglio 1532 |
Morte | Venezia, 25 dicembre 1605 |
Sepoltura | Chiesa di San Giuseppe di Castello, Venezia |
Dinastia | Grimani |
Padre | Girolamo Grimani |
Madre | Donata Pisani |
Consorte | Morosina Morosini |
Religione | Cattolico |
Marino Grimani (Venezia, 1º luglio 1532 – Venezia, 25 dicembre 1605) divenne il 26 aprile 1595 l'89º doge delle Repubblica di Venezia e rimase in carica sino alla morte.
Figlio di Girolamo e Donata Pisani, uomo ricchissimo e abile politico, il suo dogato rimase famoso per due motivi: le splendide feste per l'incoronazione di sua moglie Morosina Morosini a dogaressa (1597) e l'inizio delle querelle tra Papato e Repubblica che sfocerà, sotto il regno del suo successore Leonardo Donato, all'Interdetto per Venezia, con lunghi strascichi sui rapporti tra la Chiesa e la Serennissima (1606 – 1607).
Vita[modifica | modifica wikitesto]
Uomo ricco e potente, il Grimani fece una rapida carriera: podestà, ambasciatore (per lunghissimo tempo presso il papa, a Roma), consigliere dogale, Savio. Nominato cavaliere ed amatissimo dal popolo, verso il quale usava spesso le sue ingenti ricchezze per accattivarsene il favore, divenne presto uno degli uomini più influenti del governo. Alla morte del doge Pasquale Cicogna, finalmente, si candidò alla massima carica.
Dogato[modifica | modifica wikitesto]
Dopo ben sessantotto scrutini nessuno dei concorrenti proposto alla carica di Doge riusciva a raggiungere il quorum a seguito di alleanze, intrighi e ripicche fra i vari nobili. Il Grimani, uomo di fiuto politico non indifferente, riuscì, grazie a costosi "regali", a spezzare gli accordi tra i suoi concorrenti e a raggiungere il numero di voti necessari. Il popolo, che lo amava, festeggiò a lungo la sua elezione; gli sfarzosi festeggiamenti proseguirono ininterrottamente per quasi un anno, per poi riprendere nel 1597 per la fastosa incoronazione a dogaressa di Morosina Morosini. Il costo di tali festeggiamenti fu talmente alto che sino alla fine del Seicento, non si ripeté più un evento simile. Tra ricchi banchetti, rappresentazioni teatrali e ricevimenti sfarzosi all'ordine del giorno, la vita procedette spensierata e felice, anche se oscure nubi iniziavano ad addensarsi.
Nel 1600 iniziavano gli attriti tra il Papato e Venezia. Durante il 1601 – 1604 vennero emesse numerose leggi limitatrici del potere papale che garantivano, al contrario, il massimo controllo statale sulle strutture clericali. Alla fine del 1605 due ecclesiastici vennero imprigionati come criminali “comuni” e senza concessione dei privilegi che spettavano loro ed il papa Paolo V, risentito, inviò proteste formali il 10 dicembre dello stesso anno. Il Grimani, ammalato da tempo a causa di tutti gli eccessi derivati dalle feste e dai banchetti, non poté interessarsi di questo problema visto che morì il 25 dicembre 1605.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Marino Grimani
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Dizionario biografico Treccani, su treccani.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 15530106 · ISNI (EN) 0000 0000 7819 3974 · LCCN (EN) n91021056 · GND (DE) 116836121 · BNF (FR) cb125208180 (data) · CERL cnp01082064 · WorldCat Identities (EN) lccn-n91021056 |
---|