Clima italiano: differenze tra le versioni

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#REDIRECT [[Italia]]
[[File:Satellite image of Italy in March 2003.jpg|thumb|La penisola italiana vista dal satellite in una giornata quasi ovunque serena del marzo 2003. È presente una copertura nuvolosa solo sulla Liguria e sulla Calabria tirrenica; sono visibili gli accumuli di neve sull'arco alpino, sull'Appennino centrale e sui monti della Corsica]]
[[File:Italy_koppen.svg|thumb|Carta dei climi d'Italia secondo la [[classificazione climatica di Köppen]]:<br />
{{legenda|#686868|EF: [[Clima glaciale]]}}
{{legenda|#B2B2B2|ET: [[Clima di tundra]]}}
{{legenda|#00455E|Dfd: [[Clima subartico|Clima subartico con estati molto fresche]]}}
{{legenda|#007E7D|Dfc: [[Clima subartico|Clima subartico con estati fresche]]}}
{{legenda|#38C7FF|Dfb: [[Clima continentale|Clima continentale umido con estati tiepidi]]}}
{{legenda|#963295|Dsc: [[Clima mediterraneo continentale|Clima mediterraneo continentale con estati fresche]]}}
{{legenda|#C600C7|Dsb: [[Clima mediterraneo continentale|Clima mediterraneo continentale con estati tiepidi]]}}
{{legenda|#FF00FE|Dsa: [[Clima mediterraneo continentale|Clima mediterraneo continentale con estati calde]]}}
{{legenda|#33C701|Cfc: [[Clima oceanico subpolare]]}}
{{legenda|#66FF33|Cfb: [[Clima oceanico]]}}
{{legenda|#C6FF4E|Cfa: [[Clima subtropicale umido]]}}
{{legenda|#C6C700|Csb: [[Clima mediterraneo temperato]]}}
{{legenda|#FFFF00|Csa: [[Clima mediterraneo]]}}
{{legenda|#FFDB63|Bsk: [[Clima semi-arido freddo]]}}
{{legenda|#F5A301|Bsh: [[Clima semi-arido caldo]]}}
]]
Il '''clima italiano''' è il [[clima]] che caratterizza la [[Italia (regione geografica)|regione italiana]]. La regione, compresa tra il 47º ed il 36º [[parallelo (geografia)|parallelo]] nord, si trova quasi al centro della [[zona temperata]] dell'[[emisfero boreale]]. Al nord della penisola prevale il clima subtropicale umido, mentre al centro-sud il clima mediterraneo secco.

==Generalità==
Dal punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei [[Mar Mediterraneo|mari mediterranei]] che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono soprattutto per la Penisola (meno per quelle [[grecia|ellenica]], [[Spagna|iberica]] ed [[anatolia|anatolica]]) un benefico serbatoio di [[calore]] e di [[umidità]]. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un [[clima]] particolare detto [[clima mediterraneo|temperato mediterraneo]] con differenze locali dovute alla [[geomorfologia]] del territorio, che tende a far sentire i suoi effetti mitigratori specie in regime di [[alta pressione]].

Dal punto di vista [[meteorologia dinamica|meteodinamico]] oltre agli influssi mediterranei il clima italiano risente in parte, a mezzo delle [[westerlies|correnti occidentali]], specie nelle stagioni intermedie, anche delle dinamiche in seno all'[[Oceano Atlantico]], con le sue [[perturbazione (meteorologia)|perturbazioni]] che viaggiano da ovest verso est, spinte dalla [[westerlies|circolazione zonale]] e più in generale dalla posizione reciproca, a livello [[meteorologia sinottica|sinottico]], nell'arco delle [[stagione|stagioni]] dell'[[Anticiclone delle Azzorre]], la [[Depressione d'Islanda]], l'[[Anticiclone subtropicale africano]] e l'[[Anticiclone russo-siberiano]], che determinano tipologia e intensità delle [[avvezione|avvezioni]], inserendosi nel contesto del clima dell'[[Europa meridionale]], con le catene montuose delle [[Alpi]] e degli [[Appennini]] a giocare dei ruoli non marginali. L'effetto mitigratore del Mediterraneo si somma a tale condizione con tendenza a rinvigorire, per cessione di [[calore]] sensibile e [[umidità]], le perturbazioni da ovest indebolite oppure con formazione di [[depressione mediterranea]] o vera e propria [[ciclone mediterraneo|ciclogenesi mediterranea]].

== Tipi di clima ==
[[File:Italia Clima Pinna.png|thumb|Carta dei climi d'Italia secondo [[Mario Pinna]]<br />
Climi temperati (ricadono nel tipo ''C'' di Köppen ma seguono una classificazione diversa)
{{Legenda|#cc3333|tropicale secco}}
{{Legenda|#ff7800|temperato caldo}}
{{Legenda|#ffbe00|sublitoraneo}}
{{Legenda|#ffff00|subtropicale umido}}
{{Legenda|#99ff00|temperato fresco}}
Clima temperato-freddo (tipo ''D'' di Köppen)
{{Legenda|#00cc00|temperato freddo}}
Climi freddi (tipo ''E'' di Köppen)
{{Legenda|#3399ff|freddo}}
{{Legenda|#003cff|glaciale}}]]
# tra la [[Testa Gemella Occidentale]] e l'[[Isola di Lampedusa]] vi sono 13 gradi di [[latitudine]]
# la penisola è divisa in due versanti dalla catena [[appennini]]ca
# la parte continentale della regione italica è circondata da un sistema montuoso ([[Alpi italiane|Alpi]]-[[Appennini]])
# In Italia si trova la montagna più alta d'[[Europa]] ([[Monte Bianco]] 4.810&nbsp;m) e il vulcano più alto d'Europa ([[Etna]] 3.343&nbsp;m) e il punto minimo più elevato d'Italia è -3,5&nbsp;m.
Secondo la classificazione di Vladimir Köppen<ref>[http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=13273 Classificazione dei climi della terra secondo il climatologo Koppen - MeteoGiornale.it]</ref> l'[[Italia]] è suddivisa in dieci tipi di [[clima]]<ref>[http://www.isac.cnr.it/aerobio/aia/AIACLIM.html I climi italiani]</ref><ref>[http://www.ilpolline.it/clima-italia Clima d'Italia]</ref><ref>[http://www.i-h-g.it/clima.htm Carta climatica d'Italia]</ref>:

=== Temperati ("miti umidi") ===
Nella classificazione di Köppen rientrano sotto la categoria dei climi temperati, indicati con la lettera C in prima posizione, tutti i climi caratterizzati da una temperatura '''media''' del mese più freddo compresa tra -3&nbsp;°C e +18&nbsp;°C, purché non aridi: sotto la stessa lettera C vengono perciò inclusi climi soggetti al gelo come quello della pianura padana e climi molto più miti come quelli delle coste mediterranee.

* '''Clima temperato subtropicale''' o mediterraneo secco tendente allo steppico (Csa tendente a BS): aree costiere della [[Sicilia]], della [[Sardegna]] meridionale, della [[Calabria]] ionica centrale e meridionale e del [[Salento]] ionico. Questo clima si distingue per le precipitazioni scarse (quasi nulle in estate) e molto irregolari.
* '''Clima temperato caldo mediterraneo''' a siccità estiva (Csa): gran parte della [[Sardegna]], della [[Sicilia]], della [[Calabria]] e della [[Puglia]], intera fascia costiera dalla [[Liguria]] alla [[Calabria]], intero litorale del [[Mar Ionio]], coste adriatiche da [[Ancona]] alla [[Puglia]] e più in generale tutte le zone di bassa quota del Centro e del Sud.
La lettera minuscola "s" indica: "''il mese più secco, che è estivo, riceve in media una quantità di precipitazioni inferiore a 30 millimetri''".
* '''Clima temperato mediterraneo ad estate tiepida''', con siccità estiva (Csb, transizione verso Cfb nelle regioni più settentrionali): aree collinari e di bassa montagna di [[Lazio]], [[Abruzzo]], [[Molise]], [[Campania]] e [[Basilicata]], monti della Daunia, alto [[Gargano]] e bassa montagna di [[Calabria]], [[Sardegna]] e [[Sicilia]].
* '''Clima temperato di transizione al mediterraneo''' (Cfsa): caratteristico dell'immediato entroterra della Liguria a bassa quota, con forti piogge autunnali, inverno abbastanza piovoso e moderata siccità estiva. Secondo il Köppen la "transizione" si estrinseca non tanto nel regime termico, quanto nella comparsa di una differenza notevole di precipitazioni tra l'estate e l'inverno (''il mese più secco, estivo, riceve una quantità di precipitazioni inferiore ad un terzo di quella del più piovoso dei mesi invernali, ma sempre superiore a 30 mm''): è per questo che tale categoria '''non''' comprende l'Emilia-Romagna ed il Piemonte meridionale (Langhe ed Alessandrino), che hanno un'estate moderatamente secca, ma non le abbondanti piogge invernali di tipo mediterraneo. Ad [[Alessandria]], ad esempio, il mese più secco è luglio (32&nbsp;mm di pioggia) ma in quello più umido invernale (dicembre) cadono 46&nbsp;mm, mentre a [[Ferrara]] il minimo pluviometrico cade in gennaio (39&nbsp;mm, contro i 44 di luglio).
* '''Clima temperato ad estate calda''' (Cfa): tipico di [[Pianura veneto-friulana]], delle coste adriatiche da [[Trieste]] ad [[Ancona]], della [[Pianura padana]] e più in generale le aree di bassa quota del [[Italia Settentrionale|Nord Italia]], [[Marche]] collinari ed i bassi versanti appenninici che si affacciano sulla [[Pianura padana]]. La quota massima oscilla grossomodo tra i 400 metri [[s.l.m.]] di alto [[Piemonte]] e [[Prealpi]] ed i 500 metri di [[Emilia-Romagna]], [[Oltrepò Pavese]], [[Alessandria|Alessandrino]] e [[Langhe]]. Qui si hanno due massimi pluviometrici, uno in [[primavera]] ed uno in [[autunno]], e due minimi, uno in [[inverno]] (di solito in gennaio) ed uno in [[estate]] (luglio o agosto): l'estate tende ad essere più piovosa dell'inverno nelle zone a nord del Po, mentre nelle terre subappenniniche ed in provincia di Cuneo la differenza si annulla.
* '''Clima temperato ad estate tiepida''' (Cfb): caratteristico delle colline e degli altopiani del Piemonte al di sopra di circa 400 metri [[s.l.m.]] a nord e 500 metri [[s.l.m.]] a sud, dell'Appennino Ligure ed Emiliano e dei bassi versanti alpini e prealpini (esclusi quelli più interni).
* '''Clima temperato fresco''' (Cfc): tipico delle zone [[prealpi]]ne ed [[appennini]]che a quote elevate. Qui le precipitazioni possono essere notevoli: sono frequenti soprattutto nelle stagioni intermedie ma abbondanti anche in estate.

=== Temperato-freddi ("delle foreste boreali") e polari ===
I climi indicati con la lettera iniziale D sono caratterizzati da una temperatura media del mese più freddo inferiore ai -3&nbsp;°C e sono esclusivi dell'emisfero boreale (nell'emisfero australe, in gran parte oceanico, si passa direttamente dai climi temperati a quelli polari). Sotto la categoria dei "climi polari", indicati con la lettera E, rientrano invece tutti i climi caratterizzati da una temperatura media del mese più caldo sempre inferiore a +10&nbsp;°C.

* '''Clima temperato freddo d'altitudine''' (DfH): si trova sui monti dell'arco [[alpi]]no al di sotto dei 2000-2200 metri [[s.l.m.]] (compresi i fondovalle più interni di media altitudine) ed in singole zone [[appennini]]che a quote elevate che godono di una continentalità locale. Esso si distingue per l'inverno lungo, rigido (la temperatura media del mese più freddo è inferiore ai -3&nbsp;°C) e leggermente secco. Sulle [[Alpi]] le precipitazioni sono soprattutto estive, mentre sugli Appennini il regime pluviometrico ricalca quello presente ad altitudini inferiori (con un moderato aumento estivo).
* '''Clima freddo della tundra di altitudine''' (ETH): arco [[alpi]]no a quote superiori ai 2000-2200 metri [[s.l.m.]] ed alcune cime dell'Appennino, caratterizzato da rigide [[temperatura|temperature]] notturne ed [[inverno|invernali]] e da [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] soprattutto [[estate|estive]]. Il paesaggio varia gradualmente dalle praterie d'alta quota fino ai ghiacciai.
* '''Clima nivale di altitudine''' (EFH): vette più elevate delle [[Alpi]] ricoperte da [[neve]] perenne, con quote generalmente superiori ai 3.500 metri [[s.l.m.]]

== Eliofania, radiazione solare globale e nuvolosità==
{{vedi anche|Eliofania in Italia|Radiazione solare globale in Italia}}
[[File:Eliofania.png|thumb|Mappa dell'eliofania media annua in Italia]]
[[File:AM nuvolosità media annua.PNG|thumb|Carta della nuvolosità media annua in Italia (in [[Okta]])
{|
| {{Legend|#006ed6|< 2.750 okta}}<br />
{{Legend|#4ea5d6|2.750 - 3.000 okta}}<br />
{{Legend|#4edfd6|3.000 - 3.250 okta}}<br />
{{Legend|#98ffd6|3.250 - 3.500 okta}}<br />
{{Legend|#d6e7d6|3.500 - 3.750 okta}}
|
{{Legend|#ffffff|3.750 - 4.000 okta}}<br />
{{Legend|#cecbce|4.000 - 4.250 okta}}<br />
{{Legend|#989698|4.250 - 4.500 okta}}<br />
{{Legend|#5d5c5d|> 4.500 okta}}
|}]]

In base alle carte sull'[[eliofania]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02" /><ref>M. Pinna, ''L'eliofania in Italia'', Roma 1985, (Memorie della Società Geografica Italiana, 39), pp. 23-58.</ref> e sulla [[radiazione solare]] globale<ref>Lavagnini A., Martorelli S., Coretti C. (1987). ''Radiazione solare in Italia. Mappe mensili della radiazione globale giornaliera''. Roma, CNR, Ist. Fis. Atm.</ref> in [[Italia]], le aree che presentano i valori maggiori sono le coste della [[Sardegna]], la fascia costiera occidentale e meridionale della [[Sicilia]], tutta la [[Puglia]] a sud di [[Bari]] e le fasce costiere dell'[[Arcipelago Toscano]] meridionale: tutte queste zone presentano valori superiori alle 2600 ore di sole all'anno, con una media superiore alle 7 ore giornaliere.

Ricevono mediamente tra le 2400 e le 2600 ore di sole all'anno (tra le 6,5 e le 7 ore giornaliere) la fascia costiera settentrionale ed orientale della [[Sicilia]], le zone più interne della [[Sardegna]], l'intero litorale occidentale [[penisola|peninsulare]] a sud di [[Livorno]], comprese le aree pianeggianti e collinari dell'entroterra, il litorale [[Mar Jonio|jonico]] tra [[Calabria]] e [[Basilicata]], le zone interne della [[Lucania]], le coste adriatiche di [[Molise]] e l'intera [[Puglia]] settentrionale.

Valori tra 2200 e 2400 ore di sole all'anno (tra le 6 e le 6,5 ore giornaliere) si registrano nelle aree più interne della [[Sicilia]], in alcuni tratti del litorale [[Mar Jonio|jonico]] [[Calabria|calabrese]] e nelle corrispondenti zone interne, lungo le coste [[Mar Adriatico|adriatiche]] dell'[[Abruzzo]], in [[Liguria]], [[Versilia]], zone interne della [[Toscana]] settentrionale ed orientale, in [[Umbria]] e nell'entroterra del [[Basso Lazio]] e della [[Campania]].

Tutte le altre zone a nord della linea immaginaria trasversale obliqua, tracciata tra la zona immediatamente a Nord della città di [[Genova]] e il confine tra [[Marche]] e [[Abruzzo]], fanno registrare valori medi annui che non raggiungono le 2200 ore, ovvero inferiori alle 6 ore giornaliere.

I valori medi annui più elevati nella rete di stazioni [[piranometro|piranometriche]] relativi alla radiazione solare globale sono superiori ai 18 [[Joule|MJ]]/[[metro quadrato|m²]] ed interessano la parte meridionale e l'estremità sud-orientale della [[Sicilia]].

Valori medi annui compresi tra i 16 e i 18 [[Joule|MJ]]/[[metro quadrato|m²]] si registrano su gran parte della [[Valle d'Aosta]], sull'estremità occidentale alpina del [[Piemonte]], sull'[[isola di Pianosa (Toscana)|isola di Pianosa]], sulle aree costiere e sublitoranee del medio e [[Basso Lazio]], sulla [[Puglia]] centro-meridionale, sulla [[Calabria]], sulla [[Sardegna]] e su gran parte della [[Sicilia]] (comprese le isole di [[Ustica]], [[Pantelleria]] e [[Lampedusa]]).

Valori medi annui compresi tra i 14 e i 16 [[Joule|MJ]]/[[metro quadrato|m²]] interessano la [[Liguria]] di ponente, gran parte della [[Toscana]] e del [[Lazio]] centro-settentrionale, gran parte delle [[Marche]], dell'[[Abruzzo]] e del [[Molise]], la [[Campania]], la [[Basilicata]], la [[Puglia]] settentrionale e la [[Sardegna]] nord-orientale.

Valori medi annui compresi tra i 12 e i 14 [[Joule|MJ]]/[[metro quadrato|m²]] si verificano sul [[Piemonte]] centro-orientale, sulla [[Liguria]] di levante, sulla [[Lombardia]], sul [[Trentino-Alto Adige]], sul [[Veneto]], sul [[Friuli-Venezia Giulia]], su gran parte dell'[[Emilia-Romagna]] e sulla dorsale appenninica tra l'[[Emilia]], la [[Toscana]], l'[[Umbria]], le [[Marche]] e il [[Lazio]].

Valori medi annui inferiori ai 12 [[Joule|MJ]]/[[metro quadrato|m²]] si registrano su un'area dell'[[Appennino Tosco-Emiliano]] che comprende le vette più alte.

===Nuvolosità===
{{vedi anche|Nuvolosità in Italia}}
La [[nuvolosità]] tende generalmente a raggiungere i valori medi più bassi nel mese di [[luglio]], mentre i valori medi più alti, in base alle diverse zone climatiche, possono interessare in modo variabile alcuni mesi tra il tardo [[autunno]] e la prima parte della [[primavera]], col mese di [[novembre]] che fa registrare i valori medi più elevati nella maggior parte del territorio.

== Temperature ==
Le [[temperature]] medie più basse si registrano nell'[[Italia settentrionale]], perché è costituita da aree montane e da pianure (la [[pianura padana]] e la [[pianura veneto-friulana]]) non favorite da un [[mare]] esteso.

La [[alpi italiane|catena alpina]] non solo esplica un'azione di barriera rispetto alle correnti fredde, provenienti dalle regioni [[artide|artiche]] dell'[[Europa settentrionale]], ma anche nei confronti delle masse d'aria temperate (ma umide), che provengono dall'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] settentrionale. Inoltre, le [[Alpi]] delimitano (assieme al prospiciente [[Appennino settentrionale]]) un bacino chiuso, soggetto a subsidenza atmosferica, con ristagno d'aria nei bassi strati, e quindi a marcato riscaldamento estivo e a forte raffreddamento invernale, tale bacino (che include tutte le pianure settentrionali [[italia]]ne) le isola anche dalle restanti regioni dell'[[Europa]] centro-meridionale e fa sì che, l'area "padano-veneta", abbia un profilo climatico autonomo e differente rispetto a quello delle aree limitrofe della [[Francia]] sud-orientale, della [[Svizzera]] e dell'[[Austria]]. Sempre in questo contesto la presenza del [[Mare Adriatico]], lungo e poco profondo (specie in prossimità delle coste) e stretto tra due penisole (l'[[Penisola italiana|italiana]] e la [[Penisola balcanica|balcanica]]) apporta un beneficio tutto sommato limitato, infatti il suo influsso mitigatore è nettamente meno rilevante rispetto quello esercitato dal più ampio e profondo [[Mar Tirreno]] sul versante occidentale della [[penisola]] [[italia]]na.

=== Temperature medie annue ===
In base alla carta relativa alle [[temperature]] medie annue che si registrano in [[Italia]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02">''Atlante Geografico Metodico De Agostini'' [edizione 2001-2002], Novara, Istituto Geografico De Agostini, p. 85.</ref>, si registrano valori medi superiori ai 16&nbsp;°C all'estremità occidentale della [[Riviera di Ponente]], lungo tutto il litorale occidentale a sud di [[Cecina (Italia)|Cecina]], lungo la fascia costiera tra [[Abruzzo]] e sponda settentrionale del [[Gargano]], su tutta la [[Puglia]] a est della linea immaginaria tra [[Bari]] e [[Taranto]], lungo le coste [[Mar Ionio|ioniche]] della [[Basilicata]] e della [[Calabria]] e lungo tutti i tratti litoranei e nelle aree pianeggianti interne di [[Sicilia]] e [[Sardegna]]. Nelle aree peninsulari, l'[[isoterma (meteorologia)|isoterma]] si inoltra localmente in modo più o meno deciso verso il corrispondente retroterra.

Si registrano temperature medie annue comprese tra i 14 e i 16&nbsp;°C lungo il tratto costiero del [[Mar Ligure]] tra Capo Mele e [[Cecina (Italia)|Cecina]], lungo il versante adriatico a sud di [[Ancona]] e nel breve tratto litoraneo compreso fra [[Duino-Aurisina]] e [[Muggia]] (litorale triestino)<ref>A tale proposito si vedano le temperature medie annue registrate nelle stazioni meteorologiche di [[Stazione meteorologica di Trieste Barcola|Trieste Barcola]] e di [[Stazione meteorologica di Trieste Porto|Trieste Porto]].</ref>, su tutta la [[Puglia]] a ovest della linea [[Bari]]-[[Taranto]], nelle pianure interne di [[Toscana]], [[Lazio]] e [[Campania]] e in gran parte delle zone interne collinari di [[Sicilia]] e [[Sardegna]].

Valori medi annui compresi tra 12 e 14&nbsp;°C si registrano sull'intera [[Pianura padana]] e, fino alle coste, sulla [[pianura veneto-friulana]] e nelle aree pianeggianti tra la [[Romagna]] e la città di [[Ancona]]. Identici valori interessano le aree collinari dell'[[Italia centrale]] e [[Italia Meridionale|meridionale]] e le zone di transizione tra alta collina e montagna in [[Sicilia]] e [[Sardegna]]. Valori medi annui analoghi si registrano anche nell'entroterra marittimo ligure.

Gran parte della dorsale [[appennini]]ca, i monti della [[Sardegna]], le [[Prealpi]] e le valli [[alpi]]ne fanno registrare valori medi annui tra 10 e 12&nbsp;°C; temperature medie annue tra 5 e 10&nbsp;°C si registrano sulla vetta dell'[[Etna]], sulle vette più alte dell'[[Appennini|Appennino]] e su gran parte dell'arco [[alpi]]no, sulle cui cime più alte possono registrarsi valori inferiori ai 5&nbsp;°C di media annua.

=== Temperature medie di gennaio ===
In base alla carta delle [[temperature]] medie di [[gennaio]] in [[Italia]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02" />, si registrano valori inferiori ai 0&nbsp;°C su gran parte dell'arco [[alpi]]no (valli interne comprese), sulle vette più alte dell'[[Appennini|Appennino]] e nella [[Pianura padana]] in prossimità del corso del [[Po]], da Chivasso e dintorni fino alle coste attorno al [[Polesine]] (ad esempio ad [[Alessandria]] si hanno +0,4º).

Valori medi tra -3&nbsp;°C e 3&nbsp;°C interessano alcune vallate e rilievi [[alpi]]ni, alcune vette [[appennini]]che, l'area sommitale dell'[[Etna]], le aree più elevate della [[Sardegna]] e le zone della [[Pianura padana]] più vicine alle montagne, fino alle coste occidentali del [[Friuli-Venezia Giulia]] e al litorale [[veneto]] e [[Romagna|romagnolo]] e le zone limitrofe ai grandi laghi prealpini (ad eccezione del Lago di Garda).

Valori medi tra 4 e 6&nbsp;°C si registrano nelle zone collinari più interne di [[Toscana]], [[Umbria]] e [[Lazio]], nelle coste e nella pianura [[Marche|marchigiana]] a nord del [[Monte Conero|Conero]], nel litorale [[Provincia di Trieste|triestino]], nelle sponde più esposte del lago di Garda, nel [[Piemonte]] sud-occidentale (in provincia di Cuneo ed a bassa quota), in alcune vallate [[prealpi]]ne e nelle vallate e negli altopiani più interni della [[Sardegna]].

Temperature medie tra 6 e 8&nbsp;°C si registrano sulle zone collinari della [[Sardegna]], nelle zone più protette del lago di Garda, nel primo entroterra [[Liguria|ligure]], su gran parte delle aree interne pianeggianti e collinari dell'[[Italia]] [[penisola|peninsulare]], sulla costa [[Mare Adriatico|adriatica]] [[Marche|marchigiana]] a sud del [[Monte Conero|Conero]], su quella [[Abruzzo|abruzzese]] e su quella [[Puglia|pugliese]] tra il [[golfo]] di [[Manfredonia]] e [[Bari]].

Valori medi tra 8 e 10&nbsp;°C si registrano sulle pianure e su buona parte dei litorali centro-settentrionali della [[Sardegna]], nella [[Piana di Catania]], nelle zone interne e sul litorale orientale della [[Sicilia]], lungo l'intero litorale occidentale [[penisola|peninsulare]] e nelle corrispondenti aree pianeggianti dalla [[Riviera di Ponente]] alla città di [[Salerno]], lungo le zone interne e sul versante ionico di [[Calabria]] e [[Basilicata]], lungo le coste del [[Molise]], del [[Gargano]] e su tutta la [[Puglia]] a sud di [[Bari]].

La [[Sardegna]] meridionale (soprattutto le coste), gran parte della [[Sicilia]], le coste sud-orientali del [[Salento]], alcuni tratti del litorale ionico [[Calabria|calabrese]], l'intera costa [[Mar Tirreno|tirrenica]] tra [[Salerno]] e [[Reggio Calabria]] e parte delle coste della [[Maremma]] e dell'[[Agro Pontino]] fanno registrate temperature medie comprese tra 10 e 12&nbsp;°C; valori superiori ai 12&nbsp;°C si registrano soltanto lungo le coste occidentali e nord-occidentali della [[Sicilia]], in un breve tratto della costa calabrese jonica a sud di [[Reggio Calabria]] (compresa fra i comuni di [[Melito di Porto Salvo]] e [[Bova Marina]]) e nelle [[Isole Pelagie]]<ref>Nelle Pelagie, e più particolarmente a Lampedusa, si registrano i valori medi più alti d'Italia per il mese di gennaio, con una temperatura media di 13,5&nbsp;°C. Cfr. a tale proposito il sito di Worldclimate: [http://www.worldclimate.com/cgi-bin/data.pl?ref=N35E012+1202+0006240G2 LAMPEDUSA, Weather History and Climate Data].</ref>.

=== Temperature medie di luglio ===
In base alla carte delle [[temperature]] medie di [[luglio]] in [[Italia]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02" /> ridotte al livello del mare, si registrano valori inferiori ai 20&nbsp;°C sulle aree montane delle [[Alpi]] e dell'[[Appennino settentrionale]] (specialmente sui rilievi esposti a nord), e sulle vette più alte dell'[[Appennino centrale]] e [[Appennino meridionale|meridionale]]; valori tra 20 e 22&nbsp;°C interessano parte dell'arco [[alpi]]no fino al limite di transizione tra le quote collinari e montuose, le colline più elevate del Centro e, localmente, alcuni monti dell'Appennino.

Temperature medie tra i 22 e i 24&nbsp;°C interessano gran parte delle basse valli [[alpi]]ne (specie in Trentino - Alto Adige), le pianure adiacenti la fascia prealpina, gran parte della [[pianura veneto-friulana]] (soprattutto sottocosta), gran parte del Piemonte fino ai 400/500 metri di altitudine, l'[[Emilia]] occidentale, la pianura e le coste della [[Romagna]], la [[Liguria]], alcuni tratti litoranei e sublitoranei tra la [[Toscana]] meridionale e il [[Lazio]] centro-settentrionale, le colline del Centro Italia e la fascia costiera occidentale della [[Sardegna]] centro-settentrionale.

Valori tra 24 e 26&nbsp;°C interessano parte delle coste di [[Veneto]] e [[Friuli-Venezia Giulia]], la parte centrale dell'[[Emilia-Romagna]], la [[Pianura padana]] centro-occidentale (dalla Lombardia fino a Novara ed Alessandria) e in generale gran parte delle aree [[penisola|peninsulari]] ed [[Italia insulare|insulari]]. A causa dell'effetto serra, oggigiorno può essere incluso in questa fascia di temperature anche l'altopiano piemontese tra [[Torino]] e [[Bra]], che negli anni novanta sfiorava l'isoterma dei "24 gradi a luglio" senza però varcarla (infatti la media di 24&nbsp;°C a luglio è stata raggiunta negli [[anni 2000]]).

Temperature medie tra 26 e 28&nbsp;°C interessano alcune valli interne di [[Toscana]], [[Umbria]] e [[Lazio]], il litorale [[Mare Adriatico|adriatico]] di [[Abruzzo]] e [[Molise]], il [[Salento]], gran parte della [[Basilicata]] e le coste ioniche della [[Calabria]].

Valori superiori ai 28&nbsp;°C si registrano in alcune aree interne della [[Sardegna]], della [[Lucania]], della [[Puglia]] e della [[Sicilia]] dove, nella parte interna sud-occidentale della [[Piana di Catania]] e in alcune conche interne si possono raggiungere temperature medie di 30&nbsp;°C.

=== Escursioni termiche ===
L'[[escursione termica|escursione termica annuale]] (differenza tra la [[temperature]] [[estate|estive]] ed [[inverno|invernali]]) è notevole nella piana del [[Po]] e in alcune vallate alpine, aree in cui la differenza tra [[gennaio]] e [[luglio]] si attesta tra i 21 ed i 24&nbsp;°C, ma è moderatamente accentuata (18-21&nbsp;°C) anche lungo le coste dell'alto e medio versante adriatico e nelle vallate interne dell'[[Italia Centrale]] e [[Italia meridionale|meridionale]] (ad esempio: la città di [[Firenze]] dove la massima assoluta il 26 luglio [[1983]] ha raggiunto i +42,6&nbsp;°C e il 12 gennaio [[1985]] la minima assoluta ha fatto registrare -23,2&nbsp;°C, oltre a più estese aree quali l'alto [[Valdarno]], l'alta [[Valtiberina]], la [[Val di Chiana]] e il [[Vallo di Diano]]), risulta invece modesta (15-18&nbsp;°C) lungo tutta la fascia costiera [[Mar Ligure|ligure]], [[Mar Tirreno|tirrenica]] e adriatica meridionale mentre, sulle coste delle isole maggiori, essa si riduce ad appena 12-15&nbsp;°C di differenza tra la media delle [[temperature]] del mese più caldo e quelle del mese più freddo.

L'[[escursione termica|escursione termica diurna]] (differenza tra la [[temperatura]] del giorno e della notte) è più marcata nelle località lontane dal [[mare]] e nelle aree [[montagna|montane]]. Tuttavia, in condizioni di [[vento di caduta]], possono registrarsi valori di [[escursione termica]] molto elevata anche lungo le coste adriatiche, come è accaduto a [[Pescara]] il 30 agosto [[2007]], quando la [[temperatura]] massima ha toccato i 45&nbsp;°C (record assoluto per la città [[Abruzzo|abruzzese]]) e la minima della notte successiva è scesa sotto i 20&nbsp;°C.

=== Valori estremi ===
{{vedi anche|Ondata di freddo|Ondata di caldo}}
In base ai dati sui valori estremi registrati in [[Italia]] dalle stazioni meteorologiche legate all'unica organizzazione meteorologica italiana affiliata all'[[organizzazione meteorologica mondiale]], ossia l'Aeronautica Militare<ref>[http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=16213 Le temperature record assolute in Italia]</ref>, la [[temperatura]] più elevata mai registrata in [[Italia]] da una [[stazione meteorologica]] ufficiale è quella di +47,0&nbsp;°C toccati dalla [[stazione meteorologica di Foggia Amendola]] il 25 giugno [[2007]] (stesso valore a [[Perdasdefogu]] il 23 luglio [[1983]] ma registrato dalla stazione idrologica non ufficiale quando la stazione ufficiale del [[Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare]] risultava inattiva). Inoltre in [[Sardegna]], sempre per il medesimo periodo, si ha notizia anche del raggiungimento dei +47,2&nbsp;°C a Muravera nel 1957.<ref>[http://193.206.192.243/annali/images/4/1/1957/27.gif Annale Idrologico 1957: Muravera +47,2&nbsp;°C il 12/08/1957]</ref> Nei 45 anni precedenti al 25 giugno 2007, il valore più elevato era quello di +46,7&nbsp;°C che fu registrato il 12 luglio [[1962]] dalla [[stazione meteorologica di Catania Sigonella]] (nella stessa giornata la [[stazione meteorologica di Catania Fontanarossa]] si fermò a +46,0&nbsp;°C).

Il terzo valore più elevato è stato quello di +46,2&nbsp;°C registrato il 25 giugno [[1982]] dalla [[stazione meteorologica di Capo San Lorenzo]], che detiene il record di caldo tra le stazioni prettamente costiere, anche se nella costa palermitana, presso Monreale la temperatura ha raggiunto i 48,0&nbsp;°C nel 1999. Tuttavia, devono essere ricordati anche i +49&nbsp;°C registrati in alcune località dell'entroterra [[Sardegna|sardo]] il 30 luglio [[1983]], ma non omologati, a causa dell'estrema vicinanza di estesi incendi alle stazioni meteorologiche idrologiche di riferimento che ne hanno condizionato i valori rilevati; il medesimo valore attribuito alla stazione meteorologica di [[Palermo]] negli anni ottanta del [[XIX secolo]] risulta invece essere stato un clamoroso errore di trascrizione, privo anch'esso di omologazione ufficiale. Un altro importante valore, riguardante però una piccola cittadina siciliana, sono i +48,5&nbsp;°C registrati a [[Catenanuova]] il 10 agosto [[1999]] dalla locale [[stazione meteorologica]] idrologica non ufficialmente riconosciuta dall'[[organizzazione meteorologica mondiale]]. Alti valori di temperatura sono stati registrati il 6 luglio 1929 a Cosenza quando la locale stazione meteorologica del Servizio Idrografico (poi diventato Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale) registrò +47,0&nbsp;°C.

Valori comunque molto elevati sono stati i +45,6&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Bari Palese]] del [[luglio]] [[2007]], i +45,4&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Catania Sigonella]] del [[luglio]] [[1998]], i +45,0&nbsp;°C della stazione meteorologica di Capo San Lorenzo del 23 luglio [[2007]], della [[stazione meteorologica di Pescara Aeroporto]] del 30 agosto [[2007]] (forse sovrastimati) e della [[stazione meteorologica di Decimomannu]] del 24 luglio [[2009]], i +44,6&nbsp;°C di [[Palermo]] Osservatorio Astronomico nel [[1999]], i +44,4&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Lecce Galatina]] nel [[luglio]] [[1987]] e della [[stazione meteorologica di Brindisi]] nel [[luglio]] [[2007]], i +44,2&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Reggio Calabria]] nel [[luglio]] [[1983]], mese in cui si toccarono +43,7&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Cagliari Elmas]], +42,6&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Firenze Peretola]], +41,8&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Alghero Fertilia]]. Ragguardevoli anche i +40,8&nbsp;°C di massima assoluta, invece, alla [[stazione meteorologica di Ancona Falconara]] nel [[luglio]] [[1968]], mentre la Capitale ha visto raggiungere i +40,6&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Roma Ciampino]] nell'[[agosto]] [[1956]] e nell'[[agosto]] [[1981]] (+40,5&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Roma Urbe]] nell'[[agosto]] [[2007]], +40,1&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Roma Centro]] del [[Collegio Romano]] nel [[luglio]] [[1905]]); valori di +40,4&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Piacenza San Damiano]] nell'[[agosto]] [[2003]] e, forse sovrastimati, alla [[stazione meteorologica di Ferrara]] nel [[luglio]] [[2007]]. "Soltanto" +40,0&nbsp;°C di massima assoluta, invece, alla [[stazione meteorologica di Napoli Capodichino]] nell'[[agosto]] [[1981]].

Sulle regioni settentrionali, vanno segnalati anche i +41,6&nbsp;°C registrati a [[Torino]] l'11 agosto [[2003]] dalla stazione meteorologica urbana non ufficiale del centro cittadino (+37,1&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Torino Caselle]]), e i +38,3&nbsp;°C toccati durante la medesima [[onda di calore]] dalla [[stazione meteorologica di Milano Centro|stazione meteorologica di Milano Brera]] (+38,0&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Milano Linate]]).
In Sicilia a Catenanuova, un paesino in provincia di Enna, si è raggiunta la temperatura più calda d'Europa in tutta la storia, raggiungendo così i 48,5&nbsp;º, il 10 agosto del 1999. Il 25 luglio 2009 la temperatura è arrivata a 48.0&nbsp;°C nell'omonimo paese.

La grande città di pianura che ha raggiunto il valore minimo più basso finora è stata [[Firenze]], con -23,2&nbsp;°C il 12 gennaio [[1985]] alla [[stazione meteorologica di Firenze Peretola]]; notevoli furono anche i -22,0&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Piacenza San Damiano]]. Nella classifica del freddo nei capoluoghi segue [[Torino]], la cui temperatura più bassa registrata è stata di -21,8&nbsp;°C alla [[stazione meteorologica di Torino Caselle]] (verificatasi però nell'anno [[1956]], il [[12 febbraio]]). A quote più elevate si sono registrati valori inferiori, tra i quali spiccano su tutti i -34,6&nbsp;°C registrati al [[Stazione meteorologica di Plateau Rosa|Plateau Rosà]] nel [[marzo]] [[1971]], i -34,0&nbsp;°C della stazione non ufficiale di [[Livigno]] nell'[[inverno]] del [[1967]]<ref>[http://digidownload.libero.it/krystis/caputfrigoris/pubblicazioni/I_paesi_piu_freddi_delle_Alpi.pdf TEMPERATURE INVERNALI ESTREME NEI PAESI PIU' FREDDI DELLE ALPI a cura di Bruno Renon ARPAV]</ref>, i -32,0&nbsp;°C della stazione non ufficiale di [[Castelluccio (Norcia)|Castelluccio di Norcia]] nell'[[inverno]] del [[2005]], i -23,0&nbsp;°C della stazione idrologica di [[Città di Castello]] a 295 metri&nbsp;[[s.l.m.]] nel [[febbraio]] [[1956]]<ref>[http://www.idrografico.roma.it/Documenti/Annali/1956/parte1/Index00000.html Pag. 26: Annale idrologico 1956: valori medi ed estremi della temperatura a Città di Castello]</ref>, i -31,0&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Dobbiaco]] nel [[gennaio]] [[1947]], i -28,2&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di San Valentino alla Muta]] nel [[febbraio]] [[1956]], i -26,2&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Paganella]] nel [[gennaio]] [[1985]], i -24,8&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Passo Rolle]] nel [[marzo]] [[1971]] e i -25,2&nbsp;°C della [[stazione meteorologica di Tarvisio]] nel [[gennaio]] [[1947]] {{citazione necessaria|(-33,0&nbsp;°C nel [[gennaio]] [[1985]] nella frazione di Fusine)}}. Tuttavia il valore più basso fu misurato nel [[febbraio]] [[1929]] ai 4554&nbsp;m della Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa, il termometro in quell'occasione scese fino a -41,0&nbsp;°C<ref>Mercalli Luca, ''I tempi sono maturi'', CDA & Vivalda Editori, p. 116; ISBN 88-7480-040-1.</ref>. Allargando lo sguardo ai dati rilevati da reti diverse dall'AM e dall'ENAV, utilizzando anche valori rilevati nell'ambito di ricerche scientifiche e dalle reti regionali, si trovano valori più alti e più bassi degli estremi fin qui discussi. Ad esempio nel [[dicembre]] [[2010]] in località Busa Fradusta a 2607&nbsp;m sulle [[Pale di San Martino]] in [[Provincia autonoma di Trento|Trentino]] è stata registrata una temperatura minima assoluta di -48,3&nbsp;°C<ref>[http://www.meteotriveneto.it/news.asp?id=37 Fonte: Meteotriveneto (URL consultato 19/1/2011)]</ref>, valore misurato in una [[dolina carsica|dolina]] nel contesto di uno studio sulle caratteristiche microclimatiche proprie e particolari delle doline.
La temperatura ufficiale più bassa mai registrata in Italia in un luogo abitato è di -38&nbsp;°C a Livigno nel [[febbraio]] [[1956]] e -42&nbsp;°C furono registrati nel massiccio del Gran Gioves nel [[gennaio]] [[1963]].

== Piovosità ==
=== Precipitazioni medie annue ===
Le [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni medie annue]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02" /> sono maggiori nelle zone montuose. Grazie al [[pluviometro]], si può constatare come le zone più piovose d'[[Italia]] (media annua tra 2500 e 3500&nbsp;mm) siano collocate sulle [[Alpi Carniche]] e Giulie, nella fascia [[prealpi]]na tra il [[Lago Maggiore]] e il [[Lago di Como]], sull'[[Appennino Ligure]] orientale, sulle [[Alpi Apuane]], sull'[[appennino campano]] e nelle località più elevate dell'[[Appennino Tosco-Emiliano]].

Invece godono di una minor quantità annua di [[pioggia|piogge]] le zone di pianura lontane dai monti. Nella [[Pianura Padana]] cadono mediamente fra 700 e 1200&nbsp;mm annui a seconda delle aree, le località meno favorite non ne ricevono che 700&nbsp;mm circa, mentre le aree di media pianura come nella città di Milano, ricevono circa 1000&nbsp;mm annui<ref>http://www.centrometeolombardo.com/files/documenti/carte%20e%20grafici/precilomb/precipitazioni%20medie.jpg</ref>. Stessa osservazione vale anche per la [[Maremma Grossetana]] e [[Maremma laziale|laziale]], dove lungo la fascia costiera i valori si aggirano tra i 500 e i 600&nbsp;mm annui; restano poi sotto i 500&nbsp;mm le coste meridionali della [[Sardegna]] (il minimo assoluto medio annuo dell'intero territorio nazionale italiano si registra a [[stazione meteorologica di Capo Carbonara|Capo Carbonara]] con poco più di 250&nbsp;mm)<ref>[http://www.eurometeo.com/italian/climate Dati climatologici medi]</ref>, le coste occidentali e sud orientali della [[Sicilia]], il [[promontorio dell'Argentario]], le isole meridionali dell'[[Arcipelago Toscano]] ([[Isola di Pianosa (Toscana)|Pianosa]], [[Isola di Montecristo|Montecristo]], [[Isola del Giglio|Giglio]] e [[Giannutri]]) e alcune zone della bassa [[Val Padana]], poste nei dintorni del [[Delta del Po]].

=== Frequenza annua delle precipitazioni ===
La frequenza annua delle precipitazioni in [[Italia]]<ref name="Atlante Geografico Metodico De Agostini ed. 2001-02" /> vede più di 120 giorni sulle vette più alte delle [[Alpi Carniche]], dell'Appennino settentrionale e dell'[[Irpinia]].

Si registrano tra i 100 e i 120 giorni di [[pioggia]] su gran parte dell'arco [[alpi]]no nord-orientale e lungo l'intero asse della dorsale [[appennini]]ca tra la [[Liguria]] di levante e l'[[Aspromonte]], mentre si verificano tra 80 e 100 giorni di pioggia su tutte le aree [[prealpi]]ne, su gran parte delle zone interne [[penisola|peninsulari]], sull'[[Italia nord-orientale]] a nord del [[Po]], sulla bassa pianura [[emilia]]na e [[Romagna|romagnola]], sulla [[Riviera di Levante]], la [[Toscana]] settentrionale, l'[[Umbria]] settentrionale e centro-orientale, sul [[Basso Lazio]], la [[Campania]], gran parte della [[Calabria]] e sui rilievi più elevati di [[Sicilia]] e [[Sardegna]].

Frequenze di pioggia tra i 60 e gli 80 giorni all'anno interessano gran parte della [[Pianura Padana]], la [[Riviera di Ponente]], la [[Toscana]] centrale, l'Umbria sud-occidentale, il [[Lazio]] centrale, gran parte del litorale adriatico e ionico, la [[Basilicata]] e gran parte della Sicilia e della Sardegna.

Si contano, invece, frequenze inferiori ai 60 giorni di [[pioggia]] in alcune aree della [[Riviera di Ponente]] e della Pianura Padana, tra la [[Maremma grossetana]] e [[Maremma laziale|laziale]], lungo il litorale del [[Molise]], sul [[Tavoliere delle Puglie]], nel [[Salento]], lungo le coste ioniche della Basilicata e della Calabria centrale, sulla Sicilia meridionale e sud-orientale e lungo le coste orientali e meridionali della Sardegna.

=== Regimi pluviometrici ===
In [[Italia]] si distinguono cinque diversi regimi pluvometrici.
# Sulle [[montagna|montagne]], in particolare sulle [[Alpi]], piove prevalentemente durante l'[[estate]], con un massimo secondario ad inizio [[autunno]] e un marcato minimo [[inverno|invernale]].
# Nelle zone prettamente [[mar Mediterraneo|mediterranee]], cioè sulle coste della Sardegna, della Sicilia, di alcune regioni [[Mar Tirreno|tirreniche]] del [[Italia meridionale|Mezzogiorno]], del [[Mar Ionio]] e della [[Puglia]] meridionale, la maggior quantità di [[pioggia|piogge]] cade in [[inverno]] ([[dicembre]]-[[marzo]]), mentre durante i mesi centrali dell'estate la [[siccità]] è molto duratura.
# Piove prevalentemente in [[autunno]] ed in [[primavera]] in quasi tutte le altre zone e solitamente il massimo autunnale ([[ottobre]]-[[novembre]]) è più accentuato di quello primaverile ([[marzo]]-[[aprile]]), mentre durante l'estate si ha una riduzione della piovosità ma senza vera e propria siccità.
# La fascia costiera della [[Maremma]] è generalmente interessata da un lungo periodo [[siccità|siccitoso]] che, soprattutto nell'area del [[promontorio dell'Argentario]], in alcune annate può avere inizio già nel corso dell'[[inverno]] e proseguire quasi ininterrottamente fino all'inizio dell'[[autunno]], salvo temporanee interruzioni dovute ad alcuni episodi [[temporale]]schi.
# La [[Pianura Padana|Val Padana]] ha una piovosità costante per tutto l'anno e non si presentano mediamente periodi con precipitazioni scarse o insufficienti<ref>[http://clima.meteoam.it/atlanteClimatico.php meteoAM.it - Climatologia - Atlante climatico]</ref> la pianura pluviometricamente va divisa in bassa media e alta pianura, le tre aree hanno regimi pluviometrici leggermente differenti. Le aree della media pianura e dell'alta pianura (specie nelle zone a nord del [[Po]]) sono caratterizzate da una piovosità più costante con massimi nei periodi più tiedipi dell'anno quindi Primavera Estate e Autunno, con medie di 70-90 e anche oltre i 100&nbsp;mm nei mesi di luglio e agosto<ref>http://clima.meteoam.it/AtlanteClim2/pdf/(076)Bergamo%20Orioalserio.pdf</ref><ref>http://clima.meteoam.it/AtlanteClim2/pdf/(080)Milano%20Linate.pdf</ref> e i periodi di [[siccità]] più probabili sono in [[inverno]] che in [[estate]], stagione in cui l'area è interessata con una moderata frequenza dal passaggio della coda di sistemi [[perturbazione (meteorologia)|perturbati]] [[Oceano Atlantico|atlantici]] associati a fenomeni [[temporale]]schi in transito verso la [[penisola balcanica]] e l'[[Europa orientale]]. Nella bassa pianura padana, le precipitazioni in estate invece non sono abbondanti come nella media e alta pianura e si riducono a valori di 30–40&nbsp;mm nel mese di luglio<ref>[http://clima.meteoam.it/AtlanteClim2/pdf/(084)Piacenza%20S.Damiano.pdf 008.xls<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>http://clima.meteoam.it/AtlanteClim2/pdf/(140)Bologna.pdf</ref>

A determinare la distribuzione delle [[pioggia|piogge]] durante l'anno contribuisce, naturalmente, oltre all'[[altitudine]] anche l'azione dei [[vento|venti]] la loro direzione e l'orografia dei vari ambiti territoriali.

=== Inverno ===
Durante l'[[inverno]] la massa d'aria sovrastante il [[Mar Mediterraneo]] è più calda di quella sovrastante la [[Italia|penisola]].

Ciò porta alla formazione di [[vento|venti]] diretti verso la zona di minore pressione (quella più calda) e favorisce le precipitazioni soprattutto sulle [[Italia insulare|isole]] e nelle estreme regioni [[Italia meridionale|meridionali]] (area [[Mar Jonio|jonica]], [[Puglia]] meridionale e [[Salento]]); dalla fine di [[dicembre]], inoltre, si assiste ad un progressivo cambio di orientamento delle correnti su tutto il comparto [[Oceano Atlantico|atlantico]] orientale ed [[Europa|europeo]] occidentale e centrale, non di rado l'azione combinata dell'[[anticiclone russo-siberiano]], che tende ad estendersi verso ovest e sud-ovest, fino a raggiungere le regioni [[Europa|europee]] orientali e il [[Mar Baltico|Baltico]] e quella delle correnti nord-atlantiche che (causa il rallentamento invernale dell'attività del [[vortice polare]]) tendono ad essere progressivamente sostituite da masse d'aria [[Mar Glaciale Artico|artica marittima]] con componente più settentrionale, fa sì che il [[Mediterraneo]] centrale (quindi l'[[Italia]], che ne costituisce il cuore) si trovi interessato dalla formazione di profonde [[saccatura|saccature]], con minimi depressionari meridionali (che di solito si collocano tra l'[[Algeria]] e lo [[Mar Jonio|Jonio]] [[Grecia|greco]]) e prevalenza di correnti alternativamente settentrionali ([[bora]] e [[grecale]], oppure [[maestrale]]) o meridionali (a seconda del ramo della [[corrente a getto]], che viene ad interessare la [[penisola]] [[italia]]na), in grado di portare precipitazioni consistenti, specie sulle regioni dell'estremo [[Italia meridionale|sud]], precipitazioni che, causa l'anticiclone dinamico "di blocco" che si posiziona su [[Mediterraneo orientale]] e [[Penisola balcanica|Balcani]] favorisce una persistenza di questo tipo di configurazione, che a differenza di altre situazioni di marcata perturbabilità tende ad evolvere molto lentamente.

Più raramente l'[[anticiclone russo-siberiano]] riesce ad estendersi ulteriormente verso ovest, andando a interessare addirittura anche [[Francia]] centro-settentrionale e [[Gran Bretagna]] e, disponendosi con asse lungo i [[parallelo (geografia)|paralleli]], in questo caso l'[[Europa meridionale]] (dalla [[Turchia]] fino alla [[Spagna]]) si trova ad essere interessata da minimi pressori "retrogradi", che si muovono cioè da est verso ovest, in seno a gelide correnti da Est-Nord-Est (che i meteorologi chiamano con il nome russo ''[[Buran (vento)|buran]]'', ossia [[tempesta]] di [[vento]] e [[neve]]), questo flusso orientale, proveniente direttamente dal bassopiano [[siberia]]no, innesca violente bufere di [[neve]] e [[blizzard (meteorologia)|blizzard]] sulle regioni [[Italia centrale|centrali]] del versante orientale della [[penisola]] [[italia]]na, specie nelle zone interessate dall'effetto "[[stau]]" [[appennini]]co, mentre lungo i versanti occidentali si hanno condizioni di cielo sereno, seppure abbinate a [[temperature]] molto inferiori alle medie.

=== Estate ===
Durante l'[[estate]] il [[Mediterraneo occidentale]] e centrale viene interessato progressivamente dall'azione stabilizzante dell'[[anticiclone delle Azzorre]], che dalle latitudini subtropicali dell'[[Oceano Atlantico]] settentrionale tende ad espandersi verso est e nord-est, fino a coinvolgere l'intera [[penisola]] [[italia]]na e l'arco [[alpi]]no, al culmine di questa espansione (che coincide solitamente con la metà di [[luglio]]) le correnti nord-atlantiche scorrono molto più a nord delle [[Alpi]], investendo direttamente le isole [[Gran Bretagna|britanniche]], i paesi [[Scandinavia|scandinavi]] e [[Baltico|baltici]] e marginalmente l'[[Europa centrale]] tra il 48º ed il 55º parallelo; l'[[Italia]] si trova quindi in una situazione di calma atmosferica, interessata da una massa d'aria stabile, calda e relativamente umida (specie negli strati più bassi): in questo contesto i [[vento|venti]] spirano in direzione della terra ferma, che si riscalda più facilmente, si creano quindi zone di alta e bassa pressione relativa che innescano il fenomeno delle [[brezze]] marittime, mentre la risalita e l'espansione delle masse d'aria calda che ristagnano nelle pianure e nei fondivalle e la condensazione dell'[[umidità]] che avviene per il raffreddamento, innescato proprio dalla risalita verso l'alto di quest'aria calda e umida, provoca gli imponenti fenomeni di [[nube convettiva|termoconvezione]] che generano quei forti [[temporale|temporali]] di [[calore]] che caratterizzano il [[clima]] delle alte [[montagna|montagne]] [[italia]]ne e che determinano una parte consistente delle precipitazioni [[estate|estive]] nelle aree montuose.

Tuttavia, l'[[anticiclone delle Azzorre]] presenta anche la caratteristica, tipica di tutti gli [[anticiclone|anticicloni]] dinamici, di avere un lato orientale ed uno settentrionale vulnerabili alle infiltrazioni di aria perturbata. Può essere penetrato da nuclei di aria più fredda (per questo motivo i temporali che interessano l'estremo [[Italia nord-orientale|Nord-Est]] [[italia]]no in [[luglio]] ed [[agosto]] sono spesso più organizzati, rispetto a quelli che coinvolgono le [[Alpi]] del [[Italia nord-occidentale|Nord-Ovest]]) che provocano marcata instabilità: il ritiro progressivo del dominio anticiclonico atlantico, che avviene a partire dalle regioni italiane nord orientali, tende a portare un progressivo aumento delle precipitazioni, che su [[Alpi]], [[Friuli-Venezia Giulia]] e [[Veneto]] comincia all'inizio della seconda metà d'[[agosto]] ed entro l'inizio di [[settembre]] coinvolge tutte le regioni italiane, ad eccezione delle [[Italia insulare|isole maggiori]] e dell'estremo [[Italia meridionale|Sud]], zone in cui il regime termico e quello pluviometrico estivo persistono ancora (seppure con temporanee crisi) per tutto il mese di [[settembre]] e per la prima parte di [[ottobre]].

A partire dal [[1989]], si sono verificate sempre più ripetutamente configurazioni estive nelle quali l'alta pressione delle [[Azzorre]] tende ad espandersi verso le [[isole britanniche]] anziché verso il [[Mediterraneo]], dove può stabilirsi anche per lunghi periodi l'[[anticiclone subtropicale africano]], accompagnato da elevatissimi valori di [[temperature]] e di [[umidità]] che raggiungono i picchi massimi nelle pianure e nelle vallate più interne: questo accadde ad esempio durante la caldissima estate del [[2003]]. Anche il [[2012]] vanta un'estate caldissima, la seconda più calda in Italia<ref>[http://www.corriere.it/scienze/12_settembre_04/estate-italia-seconda-piu-calda_1a2df848-f68e-11e1-ac56-9abd64408884.shtml Estate 2012: la seconda più calda di sempre - Corriere.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Altre estati molto calde si sono verificate nel [[1994]] o nel [[1998]]<ref>http://www.centrometeoitaliano.it/estate-2003-caldo-europa/</ref>. Tuttavia, in queste configurazioni anomale, non sempre l'alta pressione nord-africana riesce a risalire fino al bacino del Mediterraneo. In questi casi, la [[penisola]] [[italia]]na può rimanere esposta sia alle correnti atlantiche che a quelle di aria fresca continentale che possono generare fenomeni [[temporale]]schi anche molto intensi e frequenti, specie in presenza di [[cut off]], un po' su tutto il territorio ma, comunque, con la massima persistenza nelle zone interne collinari e montuose. Possono conseguire così stagioni estive piuttosto piovose e non particolarmente calde, come già accaduto nei seguenti anni:
* [[1989]]
* [[1992]], con una fase di maltempo durata dal 21 giugno almeno fino al 5 luglio, causata dall'anticiclone delle Azzorre che ancora non aveva fatto ingresso sul Mediterraneo.<ref>archiviostorico.corriere.it/1992/luglio/05/ritardo_anticiclone_estate_ancora_lontana_co_0_9207052a927.shtml</ref>
* [[1995]], soprattutto per il mese di agosto eccessivamente fresco e instabile<ref>[http://www.centrometeo.com/articoli-reportage-approfondimenti/climatologia/4817-estate-agosto-1995-ferie-anticiclone L'Estate che non c'è: Agosto 1995, va in ferie anche l'anticiclone | Climatologia | Il Tempo in media e agli estremi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* [[1996]]
* [[1999]] nell'Italia Settentrionale, è stata invece calda nell'Italia Meridionale<ref>[http://www.aduc.it/index.php/comunicato/estate+torrida+ma+chi+ha+detto_1507.php Aduc - Comunicato - Una Estate Torrida? Ma Chi L'Ha Detto?<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* [[2002]]: l'estate partì con un [[giugno]] molto caldo. Tuttavia a [[luglio]] l'[[anticiclone delle Azzorre]], invece di estendersi sul [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], si è esteso sulla [[Groenlandia]], mentre l'alta pressione africana si è ritirata nelle sue terre d'origine, causando maltempo a [[luglio]] e, in particolar modo, ad [[agosto]]<ref>http://www.centrometeoitaliano.it/la-bizzarra-estate-del-2002/</ref>.
* [[2013]]: è bastata una sola settimana di caldo ad aprile, con temperature tra 25 e 30&nbsp;°C, per far annunciare che ad inizio maggio l'estate 2013 sarebbe stata la più calda degli ultimi anni<ref name=":0">[http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/meteo-30-maggio-pioggia-vento-freddo-estate-2013-potrebbe-non-arrivare-laurent-cabrol-1577555/ Meteo pazzo, 30 maggio tra pioggia e vento. Estate 2013 potrebbe non arrivare... | Blitz quotidianoBlitz quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>; ma il vortice Ginevra<ref>http://www.statoquotidiano.it/25/05/2013/meteo-in-arrivo-il-cuore-freddo-di-ginevra/142702/</ref> ha fatto sì che maggio 2013 termini in quasi tutta Italia con un clima autunnale, con temperature in quasi tutta Italia con temperature sotto i 15&nbsp;°C e con molta pioggia<ref name=":0" />. Tra fine maggio ed inizio giugno Laurent Cabrol aveva annunciato addirittura che in pratica nel 2013 il clima estivo non ci sarebbe stato, cioè nell'estate 2013 ci sarebbe stato solo freddo e pioggia invece del caldo<ref>[http://www.ecoblog.it/post/69873/freddo-e-pioggia-sara-unestate-senza-estate Estate 2013 | Previsioni meteo indicano pioggia e freddo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. L'estate 2013 è infatti stata classificata come piuttosto piovosa con 9 perturbazioni<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-08-24/maltempo-e-estate-record-24-perturbazioni-contro-9-2013-e-720mila-fulmini-142451.shtml?uuid=ABgEwxmB Maltempo, è l'estate dei record: 24 perturbazioni (contro le 9 del 2013) e 720mila fulmini - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e più fresca del solito, con pochissime ondate di calore<ref>[http://www.meteoweb.eu/2014/02/allerta-meteo-mappe-davvero-preoccupanti-continue-bombe-di-maltempo-e-un-anno-senza-inverno/259632/ Allerta Meteo, mappe davvero preoccupanti: continue "bombe" di maltempo, è un anno senza inverno!<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name=autogenerato1>[http://www.direttanews.it/2014/02/06/e-se-lestate-2014-non-ci-fosse/ E se l'estate 2014 non ci fosse? - Direttanews.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* [[2014]]: uno dei principali motivi della bizzarra estate è la compensazione termica dovuta al super-caldo dell'inverno e della primavera immediatamente precedenti a questa estate<ref name=":1">http://www.meteoweb.eu/2014/08/previsioni-meteo-italia-terra-di-nessuno-clima-gradevole-e-instabilita-fino-a-meta-agosto/308249/</ref>. Già è stato ipotizzato nell'inverno 2013/2014 che l'estate 2014 sarebbe stata ancora più instabile dell'estate 2013<ref name=autogenerato1 />, e questa ipotesi è diventata realtà. Infatti, praticamente il [[Italia Centrale|Centro]]-[[Italia Settentrionale|Nord]] non ha visto l'estate 2014, anzi, al suo posto ha visto forte maltempo e temperatura nettamente inferiori alle medie del periodo, senza nessuna ondata di calore significativa<ref>[http://www.meteoweb.eu/2014/08/previsioni-meteo-settembre-mese-freddo-super-piovoso-estate-addio-in-anticipo/317985/ Previsioni Meteo settembre: sarà un mese freddo e super-piovoso, estate addio in anticipo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Invece il [[Italia Meridionale|Sud]] ha conosciuto un'estate più normale, anche se ha conosciuto qualche episodio di fresco e maltempo, ma in maniera più marginale che al [[Italia Centrale|Centro]]-[[Italia Settentrionale|Nord]]. Il mese di luglio è stato ben sottomedia termica rispetto al periodo 1971-2000 (circa mezzo grado in meno)<ref>http://www.tempoitalia.it/notizie/meteo-flash/luglio-estate-in-vacanza-clima-fresco-e-temperature-sottomedia?n=13243</ref>: le uniche zone italiane sopramedia termica nel luglio 2014 sono state il [[Salento]], parte della Calabria orientale, parte della Sicilia sud-occidentale e la Sardegna meridionale. Anche il mese di agosto è stato sottomedia (-0,05&nbsp;°C in tutta Italia): in particolare, sono risultati sottomedia il Nord Italia, La Sardegna settentrionale e la Sicilia occidentale<ref name=":3">[http://www.meteogiornale.it/notizia/33766-1-clima-agosto-italia-i-dati-cnr-gran-fresco-al-nord Clima agosto sull'Italia, i dati CNR: gran fresco solo al Nord - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref name=":3" />.

==== Problema del ritardo dell'arrivo del clima estivo in Italia ====
L'ultimo anno in cui il clima estivo è arrivato in tempo (o addirittura in anticipo) in Italia è stato il 2003.

A partire dal 2004 l'[[Anticiclone delle Azzorre]], che garantisce il beltempo in Italia, è diventato sempre più instabile a causa dei cambiamenti climatici che hanno spostato di diverse traiettorie le masse d'aria<ref>[http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/06/02/news/meteo-impazzito-l-estate-caldo-e-acquazzoni-1.7182590?refresh_ce Meteo impazzito. L'estate? Caldo e acquazzoni - Regione - la Nuova Sardegna<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Proprio per questo motivo il clima estivo ha cominciato sempre a tardare ad arrivare in Italia a partire dal 2004 (prima accadeva saltuariamente, come nel 1992):
* maggio 2004 è stato molto freddo.<ref name=autogenerato2>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/maggio+2004-+un+mese+nettamente+freddo-21890 MAGGIO 2004, UN MESE NETTAMENTE FREDDO RISPETTO ALLE MEDIE « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: all'inizio di questo mese, per via del freddo e maltempo anomalo, si pensava in un'estate fresca e piovosa<ref>[http://www.iltempo.it/cronache/2004/05/07/l-estate-2004-fresca-e-piovosa-1.760330 L'estate 2004? Fresca e piovosa - Cronache - iltempo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* tra il 10 ed il 15 giugno 2005 arrivarono freddo e maltempo.<ref name=":2">[http://www.meteoweb.eu/2012/05/previsioni-meteo-tanti-temporali-fino-a-fine-maggio-giugno-iniziera-con-fresco-e-maltempo/136047/ Previsioni Meteo: tanti temporali fino a fine maggio; giugno inizierà con fresco e maltempo!<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* dal 2006 al 2008 arrivarono freddo e maltempo ad inizio giugno.<ref name=":2" />
* nel 2009 i primi giorni dell'estate astronomica sono stati caratterizzati da freddo e maltempo intenso.<ref>[http://www.strill.it/rubriche/meteoweb/2009/06/freddo-e-maltempo-a-inizio-estate-che-succede-al-clima-e-impazzito/ strill.it | Freddo e maltempo a inizio estate: che succede al clima, è impazzito?<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* l'estate 2010 è cominciata con fresco e maltempo, dopo una primavera con il 12% di piogge in più rispetto alla media.<ref>[http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/maltempo-italia-buzzi-mercalli-isac-cnr-435334/ Maltempo. L'estate inizia al fresco. Temperature di 10 gradi sotto la media | Blitz quotidianoBlitz quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-8ca09175-0f81-4f7b-a717-146d5388da31.html Tg3 - L'estate non decolla<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* giugno 2011 è iniziato con il maltempo in Italia<ref>[http://www.meteoweb.eu/2011/06/giugno-si-traveste-d%E2%80%99autunno-sara-compromesso-dal-maltempo-forti-e-ininterrotte-piogge-al-centronord-piu-variabile-al-sud/516/ Giugno si traveste d'autunno, sarà compromesso dal maltempo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Ancora al 24 giugno circa l'estate procede a singhiozzo,<ref>http://www.meteoweb.eu/2011/06/l%E2%80%99estate-avanza-a-singhiozzo-aria-fresca-e-forti-venti-in-arrivo-dal-nord-atlantico-altri-temporali-al-nord/63519/</ref> soprattutto al Nord.
* nel 2012 ancora a fine maggio c'erano ancora temperature basse (soprattutto al Sud) e molta pioggia (soprattutto nelle aree tirreniche ed al Nord)<ref name=":2" />. Nonostante ciò, giugno in quell'anno è stato il terzo più caldo in Italia nel periodo 1800-2012<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/clima-giugno-2012--terzo-piu--caldo-in-italia-58242 Clima Giugno 2012: terzo più caldo in Italia « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* nel 2013 maggio molto fresco, soprattutto nella terza decade<ref name=autogenerato3>[http://www.meteogiornale.it/notizia/27789-1-maggio-2013-freddo-e-piogge-da-record-qualche-dato Maggio 2013 travestito da autunno: freddo e piogge da record, qualche dato - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Fresco e temporali nella prima<ref>[http://livesicilia.it/2013/05/30/forse-arriva-lestate-in-ritardo_324821/ Forse arriva l'estate (in ritardo) - Live Sicilia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e terza decade di giugno<ref>http://www.meteoweb.eu/2013/06/allerta-meteo-10-giorni-di-freddo-e-forti-temporali-torna-lincubo-dellanno-senza-estate-i-dettagli/211330/</ref>. Ancora ad inizio luglio gli anticicloni tipici dell'estate mediterranea (anticiclone delle Azzorre e anticiclone africano) faticano ad impossessarsi dell'Europa. L'estate 2013 è quella che è cominciata con maggiore ritardo<ref>[http://www.altacalabriameteo.it/?p=2995 Riparte l'Estate, ma rischio instabilità ancora elevato<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: la prima vera ondata di calore è risalita soltanto intorno al 25-30 luglio<ref>[http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/terrapoli/2013/07/27/prima-ondata-calore-2013_9083778.html La prima ondata di calore del 2013 - Terra e Poli - Scienza&Tecnica - ANSA.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.baritoday.it/cronaca/caldo-caronte-infiamma-bari-e-la-puglia.html Caronte infiamma la Puglia: caldo intenso fino a martedì<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. {{senza fonte|L'ultima estate iniziata con ritardo simile all'estate 2013 risale al 1992.}}
* l'estate 2014 si è addirittura presentata in forma ridotta se non addirittura assente, soprattutto nel [[Italia Settentrionale|Nord Italia]]: dal 1º giugno al 31 agosto sono transitate in Italia ben 25 perturbazioni e 750.000 fulmini<ref>[http://www.meteo.it/news/tutto-su-questa-estate-anomala-5763.shtml Tutto su questa estate anomala - meteo.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* giugno 2015 è risultato fresco e instabile al Sud Italia<ref>http://www.meteoweb.eu/2015/06/previsioni-meteo-lestate-continuera-a-fare-le-bizze-fino-a-fine-mese-ma-esplodera-allimprovviso-ad-inizio-luglio/462101/</ref><ref>http://www.meteoweb.eu/2015/06/previsioni-meteo-luglio/462237/</ref>
* anche nel 2016 giugno è risultato fresco e instabile in Italia, soprattutto al Nord<ref>{{Cita web|url=http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/giugno-2016-un-meteo-piovoso-e-fresco-in-italia--perch--e-cosa-racconta-il-passato-104536|titolo=Giugno 2016, un METEO piovoso e fresco in ITALIA. Perché e cosa racconta il passato|data=17 giugno 2016|accesso=1º luglio 2016}}</ref>, seguendo per molti aspetti le orme di maggio, anch'esso fresco e instabile quell'anno<ref>{{Cita web|url=http://www.centrometeoitaliano.it/notizie-meteo/meteo-maggio-2016-temperature-sotto-media-europa-meridionale-caldo-nord-31-05-2016-40150/|titolo=Meteo Maggio 2016: temperature sotto media sull’Europa meridionale, caldo più a Nord|accesso=1º luglio 2016}}</ref>
N.B. In questo sondaggio si è tenuto conto del mese di maggio, che di solito, soprattutto negli ultimi anni, propone degli assaggi del clima estivo in Italia.

Per contro, negli ultimi anni le maggiori ondate di caldo si stanno verificando nella seconda metà di agosto<ref>[http://www.meteogiornale.it/notizia/24212-1-ondate-di-caldo-post-ferragosto-episodi-ricorrenti Ondata di caldo post-Ferragosto: la storia si ripete... - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.

=== Autunno e primavera ===
Durante l'[[autunno]] e la [[primavera]] si ha una netta prevalenza delle [[flusso zonale|correnti zonali]] nord-[[Oceano Atlantico|atlantiche]], dirette da ovest verso est, che conducono sull'[[Italia]] diversi sistemi perturbati, che dall'[[Oceano Atlantico|Atlantico]] settentrionale si spostano verso il [[Mediterraneo orientale]] e il [[Mar Nero]].

Le correnti occidentali, attraversando la [[penisola]] [[italia]]na impattano nell'[[Appennini|Appennino]], che si sviluppa perpendicolarmente (NNW/SSE) rispetto alla direzione delle masse d'aria atlantiche; questo causa precipitazioni consistenti lungo quasi tutto il versante occidentale e nelle zone [[prealpi]]ne del [[Veneto]].

Sempre nelle stagioni intermedie, le masse d'aria calda da sud e sud Est (provenienti dall'entroterra [[Tunisia|tunisino]] e [[Libia|libico]]) precedono l'arrivo dei fronti atlantici, generalmente richiamate da profonde [[ciclone|depressioni]] sulle [[isole britanniche]] e l'[[Europa]] centro-occidentale: esse investono l'[[Italia]] dopo essersi caricate di umidità scorrendo sopra il [[mare]], e provocano precipitazioni nelle aree esposte a questo tipo di correnti ([[Alpi Carniche]], [[Alpi Occidentali]], [[Riviera di Ponente]] fino a [[Genova]]).

Infine, la particolare conformazione delle coste [[Italia nord-occidentale|nord-occidentali]] [[italia]]ne e, soprattutto, dell'area del [[Mar Ligure]], tende a favorire le ciclogenesi [[orografia|orografiche]] (formazione di aree di bassa pressione secondarie, causate dalla disposizione delle montagne). Tali depressioni (che i meteorologi chiamano [[Genoa Low]], perché si formano nel [[mare]] di fronte a [[Genova]]) si spostano solitamente verso est (ossia verso l'[[alto Adriatico]]) o più frequentemente verso sud-est (attraversando diagonalmente la [[penisola]] [[italia]]na), portando precipitazioni prima al [[Italia nord-occidentale|Nord-Ovest]], quindi nelle altre aree, che mano a mano sono interessate dal transito di questi minimi pressori.

Il mese di marzo propone sovente un alternarsi tra condizioni invernali e primaverili, non sono mancati i mesi di marzo che hanno proposto nevicate di tutto rispetto su diverse zone della Penisola (ad esempio, nel [[1987]] al Centro Sud<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/marzo+1987+una+storica+sequenza+di+gelo-20979 MARZO 1987 UNA STORICA SEQUENZA DI GELO « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>).

Il mese d'aprile si propone solitamente nuvoloso, piovoso, uggioso con clima fresco, a volte freddo di notte.

Il mese di maggio si propone solitamente fresco con giornate variabili. In alcuni anni è caratterizzato, soprattutto negli [[Anni 1990|anni novanta]] <nowiki/>(es. [[1999]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/maggio/30/CALDO_AFA_co_0_9905305123.shtml Caldo E Afa<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>) e [[Anni 2000|2000]] (es. [[2003]]<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/maggio+2004-+un-eccezione--21762 MAGGIO 2004: UN\'ECCEZIONE? « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, [[2009]]<ref>[http://www.meteogiornale.it/notizia/15227-1-il-super-caldo-di-maggio-2009-ed-i-suoi-record Il super caldo di Maggio 2009 ed i suoi record - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, [[2011]] ad esclusione dell'[[Italia Meridionale]]<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/clima+maggio-+secco+e+caldo+al+nord-53009 Clima Maggio: secco e caldo al Nord « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, [[2015]]<ref>https://www.ansa.it/meteo/news.html?id=70181&pg=1&sez=18</ref>), da fasi estive precoci<ref name=autogenerato3 />; in altri anni presenta caratteristiche più [[Autunno|autunnali]] che [[Primavera|primaverili]], nonché più freddo del normale, Questa ne è una lista:
* in alcuni [[Anni 1980|anni ottanta]] (es. [[1980]], [[1984]], [[1987]]<ref>http://www.meteoweb.eu/2013/06/clima-i-dati-della-primavera-2013-in-italia-piogge-da-record-anomalie-eccezionali-al-nord/207748/</ref>)
* [[1991]]
* [[1995]], soprattutto al centro-nord<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/1995-+un+maggio+particolare-20213 1995: UN MAGGIO PARTICOLARE « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* [[2004]]<ref name="autogenerato2" />
* [[2010]]
* [[2012]] nell'Italia Meridionale<ref>{{Cita web|url=http://www.3bmeteo.com/gallery/maggio-2012-italia--anomalie-di-temperatura-e-pioggia--57855|titolo=Anomalia di temperatura a Maggio (fonte ISAC-CNR) - Maggio 2012 Italia: anomalie di temperatura e pioggia|sito=3BMeteo {{!}} Previsioni Meteo|accesso=22 maggio 2016}}</ref>
* [[2013]], ad eccezione dell'estremo Sud con riferimento ad aree ioniche ed adriatiche<ref name="autogenerato3" />. Nell'Italia Nord-Occidentale è risultato il più freddo dal 1991<ref>{{Cita web|url=http://genova.ogginotizie.it/247808-meteo-maggio-2013-il-piu-freddo-dal-1991-nella-039-italia-del-nord-ovest/#.V0GiKZ4vA8o|titolo=Meteo - Maggio 2013: il più freddo dal 1991 nell'Italia del Nord Ovest - GENOVA OGGI NOTIZIE|sito=genova.ogginotizie.it|accesso=22 maggio 2016}}</ref>.
* [[2014]], sottomedia termica soprattutto al Centro Sud e con un surplus pluviometrico sul medio e basso versante Adriatico<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/maggio-2015--ondata-di-caldo--esattamente-un-anno-fa-invece----69352 Maggio 2015, ondata di caldo. Esattamente un anno fa invece... « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
* [[2016]] nell'Italia Settentrionale<ref>{{Cita web|url=http://www.meteogiuliacci.it/meteo/articoli/clima/maggio-2016-il-pi%25C3%25B9-freddo-degli-ultimi-25-anni-al-nord|titolo=Maggio 2016: il più freddo degli ultimi 25 anni al Nord|autore=|data=|accesso=}}</ref>.

Il mese di settembre propone come mese di passaggio (come marzo) un'alternanza tra condizioni della stagione precedente e la nuova, in questo tra fasi estive e fasi autunnali con pioggia e clima fresco.

Il mese di [[ottobre]] in Italia è spesso caratterizzato da clima autunnale, ma non sono mancati i mesi di ottobre particolari, cioè con caratteristiche più [[Primavera|primaverili]] che [[Autunno|autunnali]], come quello del [[2001]]<ref>[http://www.meteogiornale.it/notizia/29927-1-ottobre-in-italia-il-quarto-piu-caldo-dal-1800 Ottobre in Italia, che anomalie: il QUARTO PIU' CALDO dal 1800 - MeteoGiornale.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, del [[2004]] (il più caldo mai registrato allora)<ref>[http://www.ecoblog.it/post/128/ottobre-2004-caldo-storico Ottobre 2004, il più caldo della storia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, del [[2006]]<ref>[http://www.today.it/rassegna/caldo-record-ottobre-2014.html In Italia mai così caldo dal 1800: un ottobre da record<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, del [[2012]]<ref>http://www.meteogiuliacci.it/articoli/questo-ottobre-caldo-record-.html</ref>, del [[2013]]<ref>[http://www.repubblica.it/ambiente/2013/10/28/news/al_mare_anche_a_fine_ottobre_lo_strano_caso_dell_inverno_hot_dell_italia-69651709/ Al mare anche a fine ottobre. La "calda anomalia" dell'Italia - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e del [[2014]]<ref>[http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/clima-italia--ottobre-2014-pi--caldo-di-sempre--oltre-3-c-sopra-media--67451 Clima Italia: Ottobre 2014 più caldo di sempre, oltre 3&nbsp;°C sopra media! « 3B Meteo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.

Il mese di novembre, come aprile, è spesso fresco, in media il più piovoso dell'anno, nuvoloso con termiche eventualmente fredde specie la notte. Storicamente proprio in questo mese sono avvenute le maggiori alluvioni della storia del paese quali l'[[Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966]] e l'[[Alluvione del Piemonte del 1994]].

=== Valori estremi ===
{{vedi anche|Lista di alluvioni e inondazioni in Italia}}
La località più piovosa d'[[Italia]] è Musi, in comune di [[Lusevera]], in [[Friuli-Venezia Giulia]]. Questo paese, posto a 633&nbsp;m di quota, è esposto agli umidi e piovosi venti di [[Scirocco]] e [[Libeccio]] con effetti di [[stau]] della catena montuosa posta poco più a nord, grazie ai quali riesce a totalizzare una media di 3313&nbsp;mm di precipitazione all'anno<ref>''Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia'', vol. 1, parte I, p. 459.</ref>. La massima quantità di precipitazione in un anno si registrò a Uccea (frazione del comune di [[Resia]]), in [[Friuli-Venezia Giulia]]. Infatti nel [[1960]] vennero registrati ben 6012,9&nbsp;mm<ref>Apat, ''Annali idrologici. Compartimento di Venezia'', parte 1, anno 1960, p. 206.</ref>. Altre zone particolarmente piovose sono la [[Liguria]] e la [[Campania]].

La località meno piovosa dell'intero territorio nazionale, secondo i dati del [[Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare]], risulta essere [[Capo Carbonara]], nel comune di [[Villasimius]], in [[Sardegna]], la cui [[stazione meteorologica di Capo Carbonara|stazione meteorologica]] sita in loco presenta una media pluviometrica annua di 265,5&nbsp;mm nel trentennio [[1961]]-[[1990]] e di 237,8&nbsp;mm nel trentennio [[1971]]-[[2000]].<ref>[http://www.clima.meteoam.it Medie Clino 1961-1990 e Atlante Climatico 1971-2000]</ref>

== Nevosità ==
In [[Italia]], le precipitazioni [[neve|nevose]] interessano nella stagione [[inverno|invernale]] tutte le aree montane delle [[Alpi]] e degli [[Appennini]], oltre che le quote medie e alte vette delle [[Italia insulare|isole maggiori]].

Durante le irruzioni di aria fredda di origine artica, la quota [[neve]] può sensibilmente abbassarsi fino alle zone collinari e, localmente, anche nelle pianure e lungo alcuni tratti costieri.

L'[[Italia settentrionale]] è generalmente interessata da nevicate in pianura con l'arrivo di [[perturbazione (meteorologia)|perturbazioni]] [[Oceano Atlantico|atlantiche]] che seguono intensi raffreddamenti responsabili di formazione di ''cuscini di aria fredda'' al suolo: tali configurazioni tendono a favorire la [[Pianura Padana]] centro-occidentale ove la persistenza dell'aria fredda nei bassi strati risulta essere maggiore. Nella [[Pianura Veneto-Friulana]] (soprattutto nella parte più orientale, [[provincia di Gorizia|province di Gorizia]], Udine, Pordenone e Treviso) il cuscino freddo viene scalzato via quasi subito dai venti meridionali, vista l'inesistente protezione montuosa a sud. Queste zone sono fra le meno nevose dell'intero parallelo. Al contempo esse sono le più esposte ai venti gelidi provenienti dai Balcani ed agli effetti dell'anticiclone Russo-Siberiano, qualora questo si presenti.

A sud dell'Appennino, tali configurazioni determinano generalmente precipitazioni [[neve|nevose]] solo a partire dalle quote collinari, per il riscaldamento portato dall'interazione tra il [[Mar Mediterraneo]] e le masse d'aria provenienti da ovest o da sud-ovest. La [[Liguria]], infatti, vede molto più raramente la neve rispetto alle altre regioni settentrionali, con la zona di [[Genova]] e quella di [[Savona]] più favorite grazie agli effetti della [[tramontana]] scura rispetto al resto della regione. Da sottolineare che nelle pianure di [[Emilia]] e [[Basso Piemonte]] spesso nevica anche durante ciclogenesi fredde (ovvero minimi di [[bassa pressione]] provocati da discese di aria fredda provenienti dall'[[Europa settentrionale]] o orientale) che richiamano venti da Nord-Est con marcato effetto [[stau]] contro l'[[Appennino settentrionale]], grazie allo stau queste ultime due zone risultano le più nevose delle altre pianure settentrionali.

Infatti le zone, '''di pianura''', più nevose sono quelle a ridosso dell'Appennino, in modo particolare il basso alessandrino che supera i 100&nbsp;cm di media annua a poco più di 100&nbsp;m di quota (triangolo [[Tortona]], [[Novi Ligure]], [[Ovada]] in assoluto la zona più nevosa in relazione alla quota di appartenenza). Altre zone molto nevose sono collocate intorno a Piacenza, tra Modena e Bologna e tra Forlì e Faenza (in quest'ultima zona la nevosità media è di 40&nbsp;cm annui). Altre zone molto nevose, anche se collinari, si trovano in Piemonte. In Lombardia, sulla pianura, la nevosità decresce da ovest verso est progressivamente,<ref>http://www.centrometeolombardo.com/Files/Mappe/AnalisiStagionali/neve_mediaxcml.png</ref> il Milanese e il Bergamasco rientrano nella fascia tra i 30 e i 40&nbsp;cm medi annui<ref>http://marcopifferetti.altervista.org/Scansioni%2021-60/nord%20ovest.GIF</ref><ref>http://www.meteocasnate.it/medianeve.jpg</ref>, mentre dal Bresciano al Mantovano c'è una diminuzione dei valori medi nevosi annui. La permanenza della neve al suolo, nella parte occidentale della Lombardia e in Piemonte rientra nella fascia fra 10 e 20 giorni annui<ref name="i46.tinypic.com">http://i46.tinypic.com/oo4dx.jpg</ref>, nell'estremo ovest e sud Piemonte i giorni aumentano rientrando nella fascia 15-30 giorni. Procedendo verso est dal Bresciano i giorni si riducono progressivamente rientrando nella fascia fra 1 e 10 giorni<ref name="i46.tinypic.com"/>

In [[Italia centrale]] le nevicate sono più probabili a quote pianeggianti lungo il versante adriatico dalle [[Marche]] all'[[Abruzzo]], per effetto [[stau]] durante la discesa di sistemi perturbati di origine artica o [[Scandinavia|scandinava]]. Qui in alcune situazioni, grazie all'effetto combinato di aria freddissima di provenienza balcanica e mare più caldo (quello Adriatico) su cui scorre questa massa gelida, si verificano prolungate e consistenti nevicate fin sulle coste che in alcuni casi possono superare i 40&nbsp;cm di neve in 1-2 giorni. Il versante [[Mar Tirreno|tirrenico]] di [[Toscana]] e [[Lazio]] è raramente interessato da precipitazioni [[neve|nevose]] in pianura e lungo le coste, che sono possibili solo in caso di flusso di aria artica continentale o marittima molto gelida verso il [[Mediterraneo]] attraverso la [[Rodano (fiume)|porta del Rodano]], oppure a seguito del transito di [[fronte meteorologico|sistemi frontali]] che seguono intensissime ondate di gelo ([[1956]], [[1985]], [[2012]]) scorrendo sopra il cuscino freddo precedentemente formatosi al suolo.

L'[[Italia meridionale]] può essere interessata da fenomeni [[neve|nevosi]] in pianura durante la discesa di intensi nuclei di aria fredda, che colpiscono soprattutto il basso [[Adriatico]] (in [[Molise]], nelle coste di Bari e della [[provincia di Foggia]]) e l'[[Irpinia]]; se tali perturbazioni artiche sono associate ad una [[depressione tirrenica]] oppure sullo [[Ionio]], può nevicare anche lungo le coste [[Mar Tirreno|tirreniche]] di [[Campania]], [[Calabria]] e [[Sicilia]] (per le coste ioniche di Calabria e Sicilia nevica solo con il minimo sullo Ionio). In [[Sardegna]] invece, le nevicate in pianura e lungo le coste si verificano durante la discesa di intensi nuclei gelidi associati a delle perturbazioni che interessano l'isola. Per le zone centro-occidentali della regione le configurazioni ideali per avere nevicate si hanno durante le irruzioni di aria gelida dalla valle del [[Rodano (fiume)|Rodano]], con formazione di ciclogenesi fredde, in genere accompagnate da forti e freddi venti di [[maestrale]]. Invece la parte orientale insulare viene interessata da fenomeni nevosi soprattutto durante le avvezioni di aria molto fredda da nord-est, convogliate sull'Isola dai venti di [[grecale]], che possono provocare nevicate su tutto il litorale orientale, oltre che nelle zone interne. Più rare invece risultano le configurazioni in grado di far nevicare lungo le coste meridionali della [[Sicilia]].

=== Precipitazioni nevose medie annue ===
In base alle mappe sulla nevosità in [[Italia]]<ref name=www.nimbus.it>[http://www.nimbus.it/liguria/rlm15/neve.htm a): Carta delle precipitazioni nevose medie annue in Italia b): Carta della durata del manto nevoso in giorni in Italia]</ref>, va segnalato che l'accumulo totale medio annuo è compreso tra 0 e 5&nbsp;cm sulle zone costiere e pianeggianti della [[Sardegna]] e della [[Sicilia]], lungo le coste della [[Versilia]], nel medio-basso [[Valdarno]], in parte della [[Maremma grossetana]] e [[Maremma laziale|laziale]], nell'[[Agro Pontino]] e lungo parte delle coste [[Calabria|calabresi]], [[Basilicata|lucane]] e [[Salento|salentine]].

Un accumulo totale medio annuo compreso tra i 5 e i 20&nbsp;cm interessa le pianure dell'[[Italia nord-orientale]](da un massimo di 15&nbsp;cm a Vicenza al 7&nbsp;cm di Udine), la [[Liguria|riviera ligure]], la [[Toscana]] centrale, l'[[Umbria]] occidentale, le zone interne fino alle quote collinari di [[Lazio]], [[Basilicata]] e [[Puglia]], gran parte delle pianure e delle coste della [[Campania]], l'intero tratto litoraneo dell'[[Abruzzo]], del [[Molise]], parte delle coste [[Calabria|calabresi]] e [[Puglia|pugliesi]] e diverse aree interne collinari della [[Sardegna]] e della [[Sicilia]].

Accumuli medi annui superiori ai 20&nbsp;cm si verificano nelle pianure dell'[[Italia nord-occidentale]], soprattutto [[Piemonte]] e [[Lombardia]] occidentale, nelle valli [[alpi]]ne, nelle aree pianeggianti dell'[[Emilia-Romagna]] in prossimità dell'Appennino, lungo il retroterra della [[Romagna]], [[Marche]], [[Abruzzo]] e lungo tutta la dorsale [[appenninica]] a quote di transizione tra l'alta collina e la montagna; rientrano in questa media anche le zone di alta collina e bassa montagna della [[Sardegna]] e di bassa montagna della Sicilia.

Per quanto riguarda le aree montuose la nevosità aumenta con la quota e soprattutto con l'esposizione alle correnti umide mediterranee e balcaniche. A parità di quota le aree dove si hanno maggior nevosità media del Nord sono le prealpi tra il Biellese, le [[Orobie]] e le [[Prealpi Giulie]], le testate delle grandi valle alpine cioè [[Val d'Ossola]] e [[Valle Spluga|Spluga]], la zona compresa tra il [[Passo del Tonale]] e le [[Dolomiti di Brenta]]<ref>http://www.stemeteo.net/Passo%20del%20Tonale.htm</ref>, le [[Alpi Giulie]] e le [[Alpi Marittime|Marittime]]. Per quanto riguarda l'Appennino le aree più nevose sono in generale quelle dell'[[appennino Tosco-Emiliano]], del versante adriatico e dell'[[Irpinia]]. in particolare tra i [[Monti Sibillini]] e i monti dell'[[Irpinia]]. In Sicilia il più nevoso è [[Etna]] e in [[Sardegna]] il [[Gennargentu]].

A una quota media di 1500 metri cadono dai 120 ai 200&nbsp;cm sulle [[Alpi Occidentali]], 130/300&nbsp;cm sulle [[Alpi Centrali]] e tra i 250 e i 400&nbsp;cm sulle [[Alpi Orientali]].
Nell'Appennino, alla stessa quota, cadono in media dai 100 ai 350&nbsp;cm di neve nelle zone più esposte<ref name= aineva>[http://www.aineva.it/pubblica/neve60/6_fazzini.html CARATTERI GENERALI DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIO - ALTITUDINALE DEI FENOMENI DI INNEVAMENTO in Neve e Valanghe n.60 - Aineva ]</ref>

=== Durata media del manto nevoso ===
In base alle mappe sulla nevosità in [[Italia]]<ref name=www.nimbus.it />, la durata media del manto nevoso compresa tra 0 e 1 giorno interessa gran parte della [[Sardegna]] e della [[Sicilia]], la [[Riviera di Ponente]], l'intera fascia costiera occidentale e le corrispondenti pianure dalla [[Toscana]] fino alla [[Calabria]], le coste [[Mar Jonio|joniche]] di [[Calabria]], [[Basilicata]] e [[Puglia]] e quelle del basso [[Mare Adriatico|Adriatico]] tra [[Santa Maria di Leuca]] e [[Brindisi]].

Durate medie tra 1 e 10 giorni interessano gran parte delle aree pianeggianti interne e collinari delle [[Italia insulare|isole maggiori]] e dell'[[Italia]] [[penisola|peninsulare]], la fascia costiera della [[Riviera di Levante]], l'intero versante adriatico tra [[Brindisi]] e [[Trieste]] e parte delle aree pianeggianti della [[Lombardia]] sud-orientale e dell'[[Italia nord-orientale]].

Durate medie tra i 10 e i 25 giorni interessano nelle aree pianeggianti più interne e le zone pedemontane dell'[[Italia nord-orientale]], le pianure dell'[[Italia nord-occidentale]], gran parte della dorsale [[appennini]]ca e delle zone [[prealpi]]ne; valori medi fino a 100 giorni si registrano sulle vette più alte di tutto l'Appennino che va dalla Liguria alla Campania, sulle vette dell'[[Etna]] e del [[Gennargentu]].
Valori medi fino a 200 giorni si verificano sulle cime più elevate dell'Appennino [[Abruzzo|abruzzese]] e dell'arco [[alpi]]no, dove può essere superato questo limite massimo sulle più alte cime della [[Valle d'Aosta]] e dell'[[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]].

=== Valori estremi ===
Lo spessore massimo di neve al suolo, pari a 1125&nbsp;cm, fu misurato a fine marzo del 1951 presso il Lago d'Avino (2240&nbsp;m). in alta [[Val Cairasca]]<ref>[http://www.annali.apat.gov.it/site/it-IT/annali/pr195101326_70723.html?cmbCompartimenti=Parma&cmbAnni=1951&cmbSezioni=1&pagina=326&Page=6 Annali idrologici APAT, parte 1, anno 1951, pag. 326 ]</ref>.
Gli spessori più elevati registrati in centri abitati si aggirano attorno ai 4 o 5 metri, ad esempio i 415&nbsp;cm misurati a [[Gressoney-La-Trinité]] il 3 febbraio [[1986]]<ref name="mercalli">Mercalli Luca - Cat Berro Daniele - Montuschi Sofia, ''Atlante climatico della Valle d'Aosta'', SMS Editore 2003, p. 258; ISBN 88-900099-3-4.</ref>.
La più intensa nevicata in 24 ore si misurò tra il [[29 dicembre|29]] ed il 30 dicembre [[1917]] a [[Gressoney-La-Trinité]] dove caddero 198&nbsp;cm di neve fresca<ref name= mercalli/>, notevoli furono anche i 181&nbsp;cm caduti a [[Roccacaramanico]] il 15 gennaio [[1951]].

== Clima italiano per macroaree ==
{{vedi anche|Classificazione climatica dei comuni italiani}}
Secondo il modello di circolazione atmosferica della cosiddetta scuola norvegese, in generale in regime di correnti occidentali in autunno e inverno lo scontro tra masse d'aria fredda-secca di provenienza nord-Europea e aria caldo-umida di provenienza subtropicale, che dà vità al [[ciclone extratropicale|fronte polare]], avviene a latitudini più basse cosicché il nucleo attivo delle perturbazioni atlantiche passa a latitudini più basse, coinvolgendo anche l'Europa meridionale tra cui l'Italia fino al meridione. Viceversa d'estate tale scontro avviene a latitudini più elevate coinvolgendo solo marginalmente l'Italia (in particolare [[Alpi]] e [[Prealpi]]) che nella restante parte risulta maggiormente coinvolta dagli influssi dell'Anticiclone delle Azzorre o dell'Anticiclone subtropicale africano. Questo, assieme alla particolare conformazione geografica italiana, all'inevitabile influsso latitudinale e alla presenza del Mediterraneo, spiega le differenze climatiche tra le varie zone del Paese<ref>Il globo terrestre e la sua evoluzione - Accordi, Palmieri, Parotto - Zanichelli</ref>.

=== Nord ===
==== Alpi e Prealpi ====
[[Alpi]] e [[Prealpi]] presentano un [[clima alpino]] che è tanto più rigido quanto più elevata è l'[[altitudine]]. Il versante meridionale italiano delle Alpi gode in genere di un clima più mite rispetto ai versanti settentrionali e orientali grazie all'azione schermante della [[catena montuosa]] rispetto ai venti da nord ([[tramontana]]) che in caduta [[sottovento]] possono provocare il tipico effetto [[fohn]]. A parità di altitudine [[Alpi orientali]] e [[Alpi centrali|centrali]] tendono ad essere più fredde rispetto a quelle occidentali per allontanamento dall'Atlantico e avvicinamento al blocco Euroasiatico, risentendo a volte delle correnti meridionali ([[scirocco]] e [[libeccio]]) schermate invece dall'[[Appennino settentrionale]] nel caso delle Alpi occidentali. La [[piovosità]] è più elevata rispetto alla [[Pianura Padana]] e con essa anche la nevosità per effetto dell'altitudine. La stagione più piovosa è l'[[autunno]] seguita dalla [[primavera]], l'[[inverno]] è rigido e moderatamente nevoso, l'[[estate]] è fresca e umida non mancando di frequenti [[Rovescio (meteorologia)|rovesci]] e [[temporale|temporali]]. Il clima tende ad essere freddo continentale nella valli alpine di bassa quota (es. [[Valle d'Aosta]] e valli del [[Trentino Alto Adige]]).

==== Pianura Padana ====
La [[Pianura Padana]] gode di un [[clima continentale]] umido con sensibili [[escursione termica|escursioni termiche]] giornaliere e annuali chiusa com'è tra Alpi e Appennini e per l'umidità stagnante dei suoi fiumi e canali. La parte occidentale e centrale più chiusa è in media più fredda rispetto a quella orientale più umida e più aperta verso l'Adriatico. D'inverno il clima è rigido e umido con formazione di [[nebbia|nebbie]] al suolo e non mancano a volte gli episodi nevosi in occasione di [[ondata di freddo|ondate di freddo]] o favoriti dal formarsi di un cuscinetto d'aria fredda e stagnante al suolo ([[inversione termica]]), l'autunno e la primavera sono le stagioni più piovose (risentendo spesso della [[depressione del golfo di Genova]] e della [[depressione del Golfo del Leone]]) mentre l'estate è calda e umida con possibilità di [[temporale|temporali]].

=== Centro e Sud ===
Scendendo lungo la penisola, a parità di altitudine, il clima si va via più mite e progressivamente più secco avvicinandosi alla regione del [[Nord Africa]] e all'influsso dell'[[anticiclone subtropicale africano]] divenendo tipicamente [[clima mediterraneo|mediterraneo]] lunga la fascia costiera, [[clima temperato|temperato]] nell'immediato entroterra e [[clima continentale|continentale]] nella fascia [[Appennini|appenninica]]. Tuttavia sussistono delle differenze tra il versante tirrenico e quello adriatico per effetto della catena appenninica che separa due [[mare|mari]], il [[Mar Tirreno|Tirreno]] e l'[[Mar Adriatico|Adriatico]], di differente estensione. Per effetto dei [[vento|venti]], il [[clima]] di cui gode il versante [[Mar Tirreno|tirrenico]] è infatti alquanto diverso dal [[clima]] che interessa quello [[adriatico]].

==== Versante tirrenico e versante adriatico ====
Di fatto la catena appenninica tende a bloccare/esuarire le perturbazioni che vengono da ovest per effetto [[stau]] generando a sua volta [[fohen]] sul versante sottovento al punto che sul versante [[adriatico]] le [[pioggia|piogge]] sono generalmente più scarse. Un fenomeno analogo, ma di segno contrario, accade anche per le [[temperature]] che, a parità di [[latitudine]], sono più basse lungo l'[[Adriatico]] ([[mare]] chiuso e poco profondo) che lungo le coste occidentali. La differenza che si riscontra nei valori termici dei due versanti tende però a ridursi, procedendo da nord verso sud. A [[Genova]] la [[temperatura]] media di [[gennaio]] risulta di oltre 4&nbsp;°C più alta che a [[Rimini]] (+8,0&nbsp;°C contro +3,9&nbsp;°C), a [[Bari]] e a [[Napoli]] le medie [[inverno|invernali]] sono invece molto simili. In autunno e inverno l'alto versante Adriatico ([[Romagna]], [[Veneto]] e [[Friuli-Venezia Giulia]]) risente degli sbuffi freddo-umidi della Pianura Padana orientale e della [[Pianura veneto-friulana]].

Va inoltre rilevato che la minore azione mitigatrice dell'[[Adriatico]] si fa ancor più evidente allontanandosi dalla costa. L'influsso mitigatore dell'Adriatico tende infatti a ridursi in modo significativo procedendo, anche di pochissimi chilometri, verso l'interno, mentre quello del [[Mar Tirreno|Tirreno]] penetra più profondamente nell'entroterra: [[Roma]], posta ad oltre 20&nbsp;km in linea d'aria dal litorale, risente ancora in pieno degli effetti mitigatori, anche se rispetto alla fascia strettamente litoranea dell'[[Agro Romano]] la pianura attorno a Roma ha valori medi lievemente più bassi e registra un numero sensibilmente maggiore di gelate notturne.

Il divario tra i quantitativi annui di precipitazioni rimane invece piuttosto costante, con valori che tendono a mantenersi più alti ad ovest anche all'estremo [[Italia meridionale|sud]] della [[penisola]] [[italia]]na. L'unica eccezione interessa la fascia costiera della [[Maremma]] che registra valori pluviometrici minori rispetto alle corrispondenti aree litoranee delle [[Marche]], grazie alle non lontane catene montuose della [[Corsica]] e dell'[[Isola d'Elba]] che deviano e/o attenuano le perturbazioni [[Oceano Atlantico|atlantiche]] in transito da WNW verso ESE e alla contemporanea relativa lontananza della [[Appennini|dorsale appenninica]], senza che vi siano frapposti sistemi montuosi particolarmente organizzati esposti ai venti umidi atlantici.

Nel periodo invernale la costa adriatica è molto più soggetta ai venti da nord-est ([[grecale]] e [[burian]]) provenienti dai [[Balcani]] o dalla [[Russia]] con tipico effetto da [[stau]] della catena appenninica arricchendosi di umidità dall'Adriatico, al punto che a basse quote la neve compare molto più facilmente sul versante adriatico che su quello tirrenico. Un volta scavalcata la catena appenninica ad ovest sul Tirreno tali venti risultano più miti e secchi per effetto [[fohn]]. Lo stesso effetto può verificarsi in regime di venti occidentali sul versante adriatico. Particolarmente piovoso risulta essere il [[subappennino laziale]] e le coste della [[Campania]] soggetta a volte ad [[alluvione|alluvioni]].

[[Mar Tirreno]] meridionale e [[Mar Ionio]] a volte sono sedi di [[Depressione mediterranea|basse pressioni]] specie nelle stagioni intermedie.

=== Isole ===
Il Clima delle Isole ([[Sicilia]] e [[Sardegna]]) risente più della [[latitudine]] che dell'effetto marino con irruzioni dell'[[anticiclone subtropicale africano]] soprattutto in Sicilia. Il clima è mite con inverno ridottissimo in Sicilia, più lungo in Sardegna, la stagione più piovosa è l'autunno seguito dall'inverno, la primavera è molto mite e l'estate è spesso molto calda e secca. La Sardegna risulta particolarmente esposta alla [[Depressione delle Baleari]].

== Stazioni meteorologiche ==
In [[Italia]] esistono alcune migliaia di [[stazione meteorologica|stazioni meteorologiche]] sparse nell'intero [[territorio]] [[geografia dell'Italia|nazionale]].

Tra esse, quelle identificabili attraverso i codici [[codice WMO|WMO]] e [[codice ICAO|ICAO]] sono ufficialmente riconosciute dall'[[Organizzazione meteorologica mondiale]], che certifica, di fatto, la correttezza delle medie climatiche calcolate generalmente con i dati rilevati nel trentennio di riferimento [[clima]]tico [[1961]]-[[1990]], convenzionalmente fissato dalla medesima Organizzazione meteorologica mondiale.

Tutte le altre stazioni prive dei codici identificativi, pur non venendo ufficialmente riconosciute per le relative medie climatiche, sono fondamentali per lo studio del [[clima]] a scala ridotta, quale la prevenzione di [[alluvione|alluvioni]] e l'allerta alla popolazione per l'arrivo di eventuali [[onda di calore|onde di calore]] o irruzioni di aria gelida.

Di seguito, è riportata la suddivisione per aree climatiche e per regione delle varie stazioni meteorologiche.

<center>
{| class="wikitable" style="width:60%;"
|- bgcolor="#EFEFEF"
| align="center" | '''''Italia nord-occidentale'''''
| align="center" | '''''Italia nord-orientale'''''
| align="center" | '''''Italia centrale'''''
| align="center" | '''''Italia meridionale'''''
| align="center" | '''''Italia insulare'''''
|-
|valign=top|
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Valle d'Aosta|Valle d'Aosta]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Piemonte|Piemonte]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Lombardia|Lombardia]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Liguria|Liguria]]
|valign=top|
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Trentino-Alto Adige|Trentino-Alto Adige]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Veneto|Veneto]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Friuli-Venezia Giulia|Friuli-Venezia Giulia]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Emilia-Romagna|Emilia-Romagna]]
|valign=top|
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Toscana|Toscana]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Umbria|Umbria]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche delle Marche|Marche]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Lazio|Lazio]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Abruzzo|Abruzzo]]
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* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche del Molise|Molise]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Campania|Campania]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Basilicata|Basilicata]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Puglia|Puglia]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Calabria|Calabria]]
|valign=top|
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Sicilia|Sicilia]]
* [[:Categoria:Stazioni meteorologiche della Sardegna|Sardegna]]
|}
</center>

== Clima italiano e mutamenti climatici ==
L'Italia come ogni altra parte del globo è stata soggetta in passato ai [[mutamenti climatici]] su scala planetaria (es. [[Glaciazione|Glaciazioni]] e [[periodo interglaciale|periodi interglaciali]], [[Piccola era glaciale]] ecc.). Anche gli attuali mutamenti climatici ([[riscaldamento globale]]) hanno coinvolto la penisola italiana gettando scenari futuri preoccupanti soprattutto da parte del [[mainstream]] della [[comunità scientifica]]. In particolare rispetto agli anni sessanta-anni settanta in cui anche a livello globale si assisteva a un leggero raffreddamento del clima (dominato in [[Europa]] dall'[[anticiclone delle Azzorre]] e dall'[[anticiclone russo-siberiano]]), da metà degli anni ottanta in poi si è registrato un aumento della temperatura media con sempre maggiore influenza dell'[[anticiclone subtropicale africano]] a partire dagli anni 2000 ed aumento dei fenomeni estremi quali [[ondata di calore|ondate di calore]], [[alluvione|alluvioni]] e ritiro dei [[ghiacciaio|ghiacciai]] alpini. In particolare l'Italia è particolarmente a rischio nei cambiamenti climatici attuali trovandosi in una zona di transizione tra [[Nord Africa]] e [[Europa continentale]] con gli esperti che mettono in guardia dal rischio [[desertificazione]] nelle regioni meridionali e tropicalizzazione del clima nelle restanti zone del paese, di cui si è avuta una parziale conferma a partire dagli [[anni 2010]] con un'accelerazione del [[ciclo dell'acqua]] ed aumento dei fenomeni alluvionali e la [[tropicalizzazione del Mediterraneo]]<ref>https://agriregionieuropa.univpm.it/it/content/article/31/21/i-cambiamenti-climatici-italia-quadro-attuale-scenari-gap-conoscitivi</ref><ref>http://espresso.repubblica.it/attualita/2017/03/16/news/WWF-cambiamento-climatico-tutti-i-rischi-per-l-Italia-1.297244</ref><ref>http://www.corriere.it/speciali/clima/pop_basso_impatti1.html</ref>. Attivo in questo senso è il [[Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici]].

== Note ==
<references />

== Bibliografia ==
* Istituto Poligrafico dello Stato, ''La temperatura media dell'aria in Italia nel trentennio 1926-1955'', Roma 1966.
* Istituto Poligrafico dello Stato, ''Precipitazioni mensili dei giorni piovosi nel trentennio 1921-1950'', Roma.
* C. Mennella. ''Il clima d'Italia nelle sue caratteristiche e varietà quale fattore dinamico del paesaggio'', vol. I, Napoli, Editrice Edart, 1967.
* C. Mennella. ''Il clima d'Italia nelle sue caratteristiche e varietà quale fattore dinamico del paesaggio'', vol. II. Napoli, Fratelli Conte Editore, 1972.
* E. Bernacca, ''La previsione del tempo e i climi della Terra e d'Italia'', Brescia, Casa Editrice La Scuola, 1972.
* M. Pinna, ''Climatologia'', Torino, Utet, 1977.
* M. Pinna, ''L'atmosfera e il clima'', Torino, Utet, 1978.
* G. Caroselli, ''Il tempo per tutti'', Milano, Mursia, 2001.
* {{cita web|http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/joc.3764/pdf|M. Brunetti1, M. Maugeri, T. Nanni, C. Simolo, J. Spinoni. High-resolution temperature climatology for Italy: interpolation method intercomparison. International Journal of Climatology. DOI:&nbsp;10.1002/joc.3764. 2013.}}

=== Riviste e periodici ===
* Aeronautica Militare. Ufficio Generale per la Meteorologia. ''Rivista di Meteorologia Aeronautica'', Roma (pubblicazione trimestrale); ISSN 00356328
* Istat, ''Annuario di statistiche meteorologiche'', Roma, (pubblicazione annuale).

== Voci correlate ==
* [[Italia]]
* [[Clima]]

== Collegamenti esterni ==
* http://www.isac.cnr.it/climstor/climate_news.html Banca dati climatologica dell'ISAC-CNR
* http://www.meteoam.it/modules.php?name=tempoInAtto Sito ufficiale del servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare
* http://www.scia.sinanet.apat.it/ Rete del sistema informativo nazionale ambientale con tabelle, grafici e mappe climatiche
* http://clisun.casaccia.enea.it/profili/MappaItalia.htm Cliccare sulla regione e poi sulla provincia per avere l'elenco delle stazioni con i relativi dati climatici
* http://cdo.ncdc.noaa.gov/CDO/cdo#TOP Ricerca dei dati meteorologici del passato nell'archivio del NOAA: cliccare su "Station Name" ed inserire il nome della stazione meteo
* http://data.giss.nasa.gov/gistemp/station_data/ Cliccare sulla mappa dell'Italia per avere l'elenco delle stazioni con le relative medie climatiche raccolte dalla NASA
* http://www.worldclimate.com Inserire il nome della stazione meteorologica per avere i relativi dati climatologici
* http://www.eurometeo.com/italian/climate Dati climatici su eurometeo
* http://www.wunderground.com/global/IY.html Situazione meteorologica in tempo reale e dati climatologici
* http://www.tesaf.unipd.it/dmt/MatDidattico/Modulo2/0201c_FATTORELLI_ClimaItaliano.pdf Generalità sul clima italiano
{{Portale|Italia|meteorologia}}

[[Categoria:Clima in Italia| ]]

Versione delle 18:15, 28 giu 2017

La penisola italiana vista dal satellite in una giornata quasi ovunque serena del marzo 2003. È presente una copertura nuvolosa solo sulla Liguria e sulla Calabria tirrenica; sono visibili gli accumuli di neve sull'arco alpino, sull'Appennino centrale e sui monti della Corsica
Carta dei climi d'Italia secondo la classificazione climatica di Köppen:

     EF: Clima glaciale

     ET: Clima di tundra

     Dfd: Clima subartico con estati molto fresche

     Dfc: Clima subartico con estati fresche

     Dfb: Clima continentale umido con estati tiepidi

     Dsc: Clima mediterraneo continentale con estati fresche

     Dsb: Clima mediterraneo continentale con estati tiepidi

     Dsa: Clima mediterraneo continentale con estati calde

     Cfc: Clima oceanico subpolare

     Cfb: Clima oceanico

     Cfa: Clima subtropicale umido

     Csb: Clima mediterraneo temperato

     Csa: Clima mediterraneo

     Bsk: Clima semi-arido freddo

     Bsh: Clima semi-arido caldo

Il clima italiano è il clima che caratterizza la regione italiana. La regione, compresa tra il 47º ed il 36º parallelo nord, si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale. Al nord della penisola prevale il clima subtropicale umido, mentre al centro-sud il clima mediterraneo secco.

Generalità

Dal punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei mari mediterranei che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono soprattutto per la Penisola (meno per quelle ellenica, iberica ed anatolica) un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo con differenze locali dovute alla geomorfologia del territorio, che tende a far sentire i suoi effetti mitigratori specie in regime di alta pressione.

Dal punto di vista meteodinamico oltre agli influssi mediterranei il clima italiano risente in parte, a mezzo delle correnti occidentali, specie nelle stagioni intermedie, anche delle dinamiche in seno all'Oceano Atlantico, con le sue perturbazioni che viaggiano da ovest verso est, spinte dalla circolazione zonale e più in generale dalla posizione reciproca, a livello sinottico, nell'arco delle stagioni dell'Anticiclone delle Azzorre, la Depressione d'Islanda, l'Anticiclone subtropicale africano e l'Anticiclone russo-siberiano, che determinano tipologia e intensità delle avvezioni, inserendosi nel contesto del clima dell'Europa meridionale, con le catene montuose delle Alpi e degli Appennini a giocare dei ruoli non marginali. L'effetto mitigratore del Mediterraneo si somma a tale condizione con tendenza a rinvigorire, per cessione di calore sensibile e umidità, le perturbazioni da ovest indebolite oppure con formazione di depressione mediterranea o vera e propria ciclogenesi mediterranea.

Tipi di clima

Carta dei climi d'Italia secondo Mario Pinna
Climi temperati (ricadono nel tipo C di Köppen ma seguono una classificazione diversa)

     tropicale secco

     temperato caldo

     sublitoraneo

     subtropicale umido

     temperato fresco

Clima temperato-freddo (tipo D di Köppen)

     temperato freddo

Climi freddi (tipo E di Köppen)

     freddo

     glaciale

  1. tra la Testa Gemella Occidentale e l'Isola di Lampedusa vi sono 13 gradi di latitudine
  2. la penisola è divisa in due versanti dalla catena appenninica
  3. la parte continentale della regione italica è circondata da un sistema montuoso (Alpi-Appennini)
  4. In Italia si trova la montagna più alta d'Europa (Monte Bianco 4.810 m) e il vulcano più alto d'Europa (Etna 3.343 m) e il punto minimo più elevato d'Italia è -3,5 m.

Secondo la classificazione di Vladimir Köppen[1] l'Italia è suddivisa in dieci tipi di clima[2][3][4]:

Temperati ("miti umidi")

Nella classificazione di Köppen rientrano sotto la categoria dei climi temperati, indicati con la lettera C in prima posizione, tutti i climi caratterizzati da una temperatura media del mese più freddo compresa tra -3 °C e +18 °C, purché non aridi: sotto la stessa lettera C vengono perciò inclusi climi soggetti al gelo come quello della pianura padana e climi molto più miti come quelli delle coste mediterranee.

  • Clima temperato subtropicale o mediterraneo secco tendente allo steppico (Csa tendente a BS): aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale, della Calabria ionica centrale e meridionale e del Salento ionico. Questo clima si distingue per le precipitazioni scarse (quasi nulle in estate) e molto irregolari.
  • Clima temperato caldo mediterraneo a siccità estiva (Csa): gran parte della Sardegna, della Sicilia, della Calabria e della Puglia, intera fascia costiera dalla Liguria alla Calabria, intero litorale del Mar Ionio, coste adriatiche da Ancona alla Puglia e più in generale tutte le zone di bassa quota del Centro e del Sud.

La lettera minuscola "s" indica: "il mese più secco, che è estivo, riceve in media una quantità di precipitazioni inferiore a 30 millimetri".

  • Clima temperato mediterraneo ad estate tiepida, con siccità estiva (Csb, transizione verso Cfb nelle regioni più settentrionali): aree collinari e di bassa montagna di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Basilicata, monti della Daunia, alto Gargano e bassa montagna di Calabria, Sardegna e Sicilia.
  • Clima temperato di transizione al mediterraneo (Cfsa): caratteristico dell'immediato entroterra della Liguria a bassa quota, con forti piogge autunnali, inverno abbastanza piovoso e moderata siccità estiva. Secondo il Köppen la "transizione" si estrinseca non tanto nel regime termico, quanto nella comparsa di una differenza notevole di precipitazioni tra l'estate e l'inverno (il mese più secco, estivo, riceve una quantità di precipitazioni inferiore ad un terzo di quella del più piovoso dei mesi invernali, ma sempre superiore a 30 mm): è per questo che tale categoria non comprende l'Emilia-Romagna ed il Piemonte meridionale (Langhe ed Alessandrino), che hanno un'estate moderatamente secca, ma non le abbondanti piogge invernali di tipo mediterraneo. Ad Alessandria, ad esempio, il mese più secco è luglio (32 mm di pioggia) ma in quello più umido invernale (dicembre) cadono 46 mm, mentre a Ferrara il minimo pluviometrico cade in gennaio (39 mm, contro i 44 di luglio).
  • Clima temperato ad estate calda (Cfa): tipico di Pianura veneto-friulana, delle coste adriatiche da Trieste ad Ancona, della Pianura padana e più in generale le aree di bassa quota del Nord Italia, Marche collinari ed i bassi versanti appenninici che si affacciano sulla Pianura padana. La quota massima oscilla grossomodo tra i 400 metri s.l.m. di alto Piemonte e Prealpi ed i 500 metri di Emilia-Romagna, Oltrepò Pavese, Alessandrino e Langhe. Qui si hanno due massimi pluviometrici, uno in primavera ed uno in autunno, e due minimi, uno in inverno (di solito in gennaio) ed uno in estate (luglio o agosto): l'estate tende ad essere più piovosa dell'inverno nelle zone a nord del Po, mentre nelle terre subappenniniche ed in provincia di Cuneo la differenza si annulla.
  • Clima temperato ad estate tiepida (Cfb): caratteristico delle colline e degli altopiani del Piemonte al di sopra di circa 400 metri s.l.m. a nord e 500 metri s.l.m. a sud, dell'Appennino Ligure ed Emiliano e dei bassi versanti alpini e prealpini (esclusi quelli più interni).
  • Clima temperato fresco (Cfc): tipico delle zone prealpine ed appenniniche a quote elevate. Qui le precipitazioni possono essere notevoli: sono frequenti soprattutto nelle stagioni intermedie ma abbondanti anche in estate.

Temperato-freddi ("delle foreste boreali") e polari

I climi indicati con la lettera iniziale D sono caratterizzati da una temperatura media del mese più freddo inferiore ai -3 °C e sono esclusivi dell'emisfero boreale (nell'emisfero australe, in gran parte oceanico, si passa direttamente dai climi temperati a quelli polari). Sotto la categoria dei "climi polari", indicati con la lettera E, rientrano invece tutti i climi caratterizzati da una temperatura media del mese più caldo sempre inferiore a +10 °C.

  • Clima temperato freddo d'altitudine (DfH): si trova sui monti dell'arco alpino al di sotto dei 2000-2200 metri s.l.m. (compresi i fondovalle più interni di media altitudine) ed in singole zone appenniniche a quote elevate che godono di una continentalità locale. Esso si distingue per l'inverno lungo, rigido (la temperatura media del mese più freddo è inferiore ai -3 °C) e leggermente secco. Sulle Alpi le precipitazioni sono soprattutto estive, mentre sugli Appennini il regime pluviometrico ricalca quello presente ad altitudini inferiori (con un moderato aumento estivo).
  • Clima freddo della tundra di altitudine (ETH): arco alpino a quote superiori ai 2000-2200 metri s.l.m. ed alcune cime dell'Appennino, caratterizzato da rigide temperature notturne ed invernali e da precipitazioni soprattutto estive. Il paesaggio varia gradualmente dalle praterie d'alta quota fino ai ghiacciai.
  • Clima nivale di altitudine (EFH): vette più elevate delle Alpi ricoperte da neve perenne, con quote generalmente superiori ai 3.500 metri s.l.m.

Eliofania, radiazione solare globale e nuvolosità

Lo stesso argomento in dettaglio: Eliofania in Italia e Radiazione solare globale in Italia.
Mappa dell'eliofania media annua in Italia
Carta della nuvolosità media annua in Italia (in Okta)

     < 2.750 okta


     2.750 - 3.000 okta


     3.000 - 3.250 okta


     3.250 - 3.500 okta


     3.500 - 3.750 okta

     3.750 - 4.000 okta


     4.000 - 4.250 okta


     4.250 - 4.500 okta


     > 4.500 okta

In base alle carte sull'eliofania[5][6] e sulla radiazione solare globale[7] in Italia, le aree che presentano i valori maggiori sono le coste della Sardegna, la fascia costiera occidentale e meridionale della Sicilia, tutta la Puglia a sud di Bari e le fasce costiere dell'Arcipelago Toscano meridionale: tutte queste zone presentano valori superiori alle 2600 ore di sole all'anno, con una media superiore alle 7 ore giornaliere.

Ricevono mediamente tra le 2400 e le 2600 ore di sole all'anno (tra le 6,5 e le 7 ore giornaliere) la fascia costiera settentrionale ed orientale della Sicilia, le zone più interne della Sardegna, l'intero litorale occidentale peninsulare a sud di Livorno, comprese le aree pianeggianti e collinari dell'entroterra, il litorale jonico tra Calabria e Basilicata, le zone interne della Lucania, le coste adriatiche di Molise e l'intera Puglia settentrionale.

Valori tra 2200 e 2400 ore di sole all'anno (tra le 6 e le 6,5 ore giornaliere) si registrano nelle aree più interne della Sicilia, in alcuni tratti del litorale jonico calabrese e nelle corrispondenti zone interne, lungo le coste adriatiche dell'Abruzzo, in Liguria, Versilia, zone interne della Toscana settentrionale ed orientale, in Umbria e nell'entroterra del Basso Lazio e della Campania.

Tutte le altre zone a nord della linea immaginaria trasversale obliqua, tracciata tra la zona immediatamente a Nord della città di Genova e il confine tra Marche e Abruzzo, fanno registrare valori medi annui che non raggiungono le 2200 ore, ovvero inferiori alle 6 ore giornaliere.

I valori medi annui più elevati nella rete di stazioni piranometriche relativi alla radiazione solare globale sono superiori ai 18 MJ/ ed interessano la parte meridionale e l'estremità sud-orientale della Sicilia.

Valori medi annui compresi tra i 16 e i 18 MJ/ si registrano su gran parte della Valle d'Aosta, sull'estremità occidentale alpina del Piemonte, sull'isola di Pianosa, sulle aree costiere e sublitoranee del medio e Basso Lazio, sulla Puglia centro-meridionale, sulla Calabria, sulla Sardegna e su gran parte della Sicilia (comprese le isole di Ustica, Pantelleria e Lampedusa).

Valori medi annui compresi tra i 14 e i 16 MJ/ interessano la Liguria di ponente, gran parte della Toscana e del Lazio centro-settentrionale, gran parte delle Marche, dell'Abruzzo e del Molise, la Campania, la Basilicata, la Puglia settentrionale e la Sardegna nord-orientale.

Valori medi annui compresi tra i 12 e i 14 MJ/ si verificano sul Piemonte centro-orientale, sulla Liguria di levante, sulla Lombardia, sul Trentino-Alto Adige, sul Veneto, sul Friuli-Venezia Giulia, su gran parte dell'Emilia-Romagna e sulla dorsale appenninica tra l'Emilia, la Toscana, l'Umbria, le Marche e il Lazio.

Valori medi annui inferiori ai 12 MJ/ si registrano su un'area dell'Appennino Tosco-Emiliano che comprende le vette più alte.

Nuvolosità

Lo stesso argomento in dettaglio: Nuvolosità in Italia.

La nuvolosità tende generalmente a raggiungere i valori medi più bassi nel mese di luglio, mentre i valori medi più alti, in base alle diverse zone climatiche, possono interessare in modo variabile alcuni mesi tra il tardo autunno e la prima parte della primavera, col mese di novembre che fa registrare i valori medi più elevati nella maggior parte del territorio.

Temperature

Le temperature medie più basse si registrano nell'Italia settentrionale, perché è costituita da aree montane e da pianure (la pianura padana e la pianura veneto-friulana) non favorite da un mare esteso.

La catena alpina non solo esplica un'azione di barriera rispetto alle correnti fredde, provenienti dalle regioni artiche dell'Europa settentrionale, ma anche nei confronti delle masse d'aria temperate (ma umide), che provengono dall'Atlantico settentrionale. Inoltre, le Alpi delimitano (assieme al prospiciente Appennino settentrionale) un bacino chiuso, soggetto a subsidenza atmosferica, con ristagno d'aria nei bassi strati, e quindi a marcato riscaldamento estivo e a forte raffreddamento invernale, tale bacino (che include tutte le pianure settentrionali italiane) le isola anche dalle restanti regioni dell'Europa centro-meridionale e fa sì che, l'area "padano-veneta", abbia un profilo climatico autonomo e differente rispetto a quello delle aree limitrofe della Francia sud-orientale, della Svizzera e dell'Austria. Sempre in questo contesto la presenza del Mare Adriatico, lungo e poco profondo (specie in prossimità delle coste) e stretto tra due penisole (l'italiana e la balcanica) apporta un beneficio tutto sommato limitato, infatti il suo influsso mitigatore è nettamente meno rilevante rispetto quello esercitato dal più ampio e profondo Mar Tirreno sul versante occidentale della penisola italiana.

Temperature medie annue

In base alla carta relativa alle temperature medie annue che si registrano in Italia[5], si registrano valori medi superiori ai 16 °C all'estremità occidentale della Riviera di Ponente, lungo tutto il litorale occidentale a sud di Cecina, lungo la fascia costiera tra Abruzzo e sponda settentrionale del Gargano, su tutta la Puglia a est della linea immaginaria tra Bari e Taranto, lungo le coste ioniche della Basilicata e della Calabria e lungo tutti i tratti litoranei e nelle aree pianeggianti interne di Sicilia e Sardegna. Nelle aree peninsulari, l'isoterma si inoltra localmente in modo più o meno deciso verso il corrispondente retroterra.

Si registrano temperature medie annue comprese tra i 14 e i 16 °C lungo il tratto costiero del Mar Ligure tra Capo Mele e Cecina, lungo il versante adriatico a sud di Ancona e nel breve tratto litoraneo compreso fra Duino-Aurisina e Muggia (litorale triestino)[8], su tutta la Puglia a ovest della linea Bari-Taranto, nelle pianure interne di Toscana, Lazio e Campania e in gran parte delle zone interne collinari di Sicilia e Sardegna.

Valori medi annui compresi tra 12 e 14 °C si registrano sull'intera Pianura padana e, fino alle coste, sulla pianura veneto-friulana e nelle aree pianeggianti tra la Romagna e la città di Ancona. Identici valori interessano le aree collinari dell'Italia centrale e meridionale e le zone di transizione tra alta collina e montagna in Sicilia e Sardegna. Valori medi annui analoghi si registrano anche nell'entroterra marittimo ligure.

Gran parte della dorsale appenninica, i monti della Sardegna, le Prealpi e le valli alpine fanno registrare valori medi annui tra 10 e 12 °C; temperature medie annue tra 5 e 10 °C si registrano sulla vetta dell'Etna, sulle vette più alte dell'Appennino e su gran parte dell'arco alpino, sulle cui cime più alte possono registrarsi valori inferiori ai 5 °C di media annua.

Temperature medie di gennaio

In base alla carta delle temperature medie di gennaio in Italia[5], si registrano valori inferiori ai 0 °C su gran parte dell'arco alpino (valli interne comprese), sulle vette più alte dell'Appennino e nella Pianura padana in prossimità del corso del Po, da Chivasso e dintorni fino alle coste attorno al Polesine (ad esempio ad Alessandria si hanno +0,4º).

Valori medi tra -3 °C e 3 °C interessano alcune vallate e rilievi alpini, alcune vette appenniniche, l'area sommitale dell'Etna, le aree più elevate della Sardegna e le zone della Pianura padana più vicine alle montagne, fino alle coste occidentali del Friuli-Venezia Giulia e al litorale veneto e romagnolo e le zone limitrofe ai grandi laghi prealpini (ad eccezione del Lago di Garda).

Valori medi tra 4 e 6 °C si registrano nelle zone collinari più interne di Toscana, Umbria e Lazio, nelle coste e nella pianura marchigiana a nord del Conero, nel litorale triestino, nelle sponde più esposte del lago di Garda, nel Piemonte sud-occidentale (in provincia di Cuneo ed a bassa quota), in alcune vallate prealpine e nelle vallate e negli altopiani più interni della Sardegna.

Temperature medie tra 6 e 8 °C si registrano sulle zone collinari della Sardegna, nelle zone più protette del lago di Garda, nel primo entroterra ligure, su gran parte delle aree interne pianeggianti e collinari dell'Italia peninsulare, sulla costa adriatica marchigiana a sud del Conero, su quella abruzzese e su quella pugliese tra il golfo di Manfredonia e Bari.

Valori medi tra 8 e 10 °C si registrano sulle pianure e su buona parte dei litorali centro-settentrionali della Sardegna, nella Piana di Catania, nelle zone interne e sul litorale orientale della Sicilia, lungo l'intero litorale occidentale peninsulare e nelle corrispondenti aree pianeggianti dalla Riviera di Ponente alla città di Salerno, lungo le zone interne e sul versante ionico di Calabria e Basilicata, lungo le coste del Molise, del Gargano e su tutta la Puglia a sud di Bari.

La Sardegna meridionale (soprattutto le coste), gran parte della Sicilia, le coste sud-orientali del Salento, alcuni tratti del litorale ionico calabrese, l'intera costa tirrenica tra Salerno e Reggio Calabria e parte delle coste della Maremma e dell'Agro Pontino fanno registrate temperature medie comprese tra 10 e 12 °C; valori superiori ai 12 °C si registrano soltanto lungo le coste occidentali e nord-occidentali della Sicilia, in un breve tratto della costa calabrese jonica a sud di Reggio Calabria (compresa fra i comuni di Melito di Porto Salvo e Bova Marina) e nelle Isole Pelagie[9].

Temperature medie di luglio

In base alla carte delle temperature medie di luglio in Italia[5] ridotte al livello del mare, si registrano valori inferiori ai 20 °C sulle aree montane delle Alpi e dell'Appennino settentrionale (specialmente sui rilievi esposti a nord), e sulle vette più alte dell'Appennino centrale e meridionale; valori tra 20 e 22 °C interessano parte dell'arco alpino fino al limite di transizione tra le quote collinari e montuose, le colline più elevate del Centro e, localmente, alcuni monti dell'Appennino.

Temperature medie tra i 22 e i 24 °C interessano gran parte delle basse valli alpine (specie in Trentino - Alto Adige), le pianure adiacenti la fascia prealpina, gran parte della pianura veneto-friulana (soprattutto sottocosta), gran parte del Piemonte fino ai 400/500 metri di altitudine, l'Emilia occidentale, la pianura e le coste della Romagna, la Liguria, alcuni tratti litoranei e sublitoranei tra la Toscana meridionale e il Lazio centro-settentrionale, le colline del Centro Italia e la fascia costiera occidentale della Sardegna centro-settentrionale.

Valori tra 24 e 26 °C interessano parte delle coste di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, la parte centrale dell'Emilia-Romagna, la Pianura padana centro-occidentale (dalla Lombardia fino a Novara ed Alessandria) e in generale gran parte delle aree peninsulari ed insulari. A causa dell'effetto serra, oggigiorno può essere incluso in questa fascia di temperature anche l'altopiano piemontese tra Torino e Bra, che negli anni novanta sfiorava l'isoterma dei "24 gradi a luglio" senza però varcarla (infatti la media di 24 °C a luglio è stata raggiunta negli anni 2000).

Temperature medie tra 26 e 28 °C interessano alcune valli interne di Toscana, Umbria e Lazio, il litorale adriatico di Abruzzo e Molise, il Salento, gran parte della Basilicata e le coste ioniche della Calabria.

Valori superiori ai 28 °C si registrano in alcune aree interne della Sardegna, della Lucania, della Puglia e della Sicilia dove, nella parte interna sud-occidentale della Piana di Catania e in alcune conche interne si possono raggiungere temperature medie di 30 °C.

Escursioni termiche

L'escursione termica annuale (differenza tra la temperature estive ed invernali) è notevole nella piana del Po e in alcune vallate alpine, aree in cui la differenza tra gennaio e luglio si attesta tra i 21 ed i 24 °C, ma è moderatamente accentuata (18-21 °C) anche lungo le coste dell'alto e medio versante adriatico e nelle vallate interne dell'Italia Centrale e meridionale (ad esempio: la città di Firenze dove la massima assoluta il 26 luglio 1983 ha raggiunto i +42,6 °C e il 12 gennaio 1985 la minima assoluta ha fatto registrare -23,2 °C, oltre a più estese aree quali l'alto Valdarno, l'alta Valtiberina, la Val di Chiana e il Vallo di Diano), risulta invece modesta (15-18 °C) lungo tutta la fascia costiera ligure, tirrenica e adriatica meridionale mentre, sulle coste delle isole maggiori, essa si riduce ad appena 12-15 °C di differenza tra la media delle temperature del mese più caldo e quelle del mese più freddo.

L'escursione termica diurna (differenza tra la temperatura del giorno e della notte) è più marcata nelle località lontane dal mare e nelle aree montane. Tuttavia, in condizioni di vento di caduta, possono registrarsi valori di escursione termica molto elevata anche lungo le coste adriatiche, come è accaduto a Pescara il 30 agosto 2007, quando la temperatura massima ha toccato i 45 °C (record assoluto per la città abruzzese) e la minima della notte successiva è scesa sotto i 20 °C.

Valori estremi

Lo stesso argomento in dettaglio: Ondata di freddo e Ondata di caldo.

In base ai dati sui valori estremi registrati in Italia dalle stazioni meteorologiche legate all'unica organizzazione meteorologica italiana affiliata all'organizzazione meteorologica mondiale, ossia l'Aeronautica Militare[10], la temperatura più elevata mai registrata in Italia da una stazione meteorologica ufficiale è quella di +47,0 °C toccati dalla stazione meteorologica di Foggia Amendola il 25 giugno 2007 (stesso valore a Perdasdefogu il 23 luglio 1983 ma registrato dalla stazione idrologica non ufficiale quando la stazione ufficiale del Servizio meteorologico dell'Aeronautica Militare risultava inattiva). Inoltre in Sardegna, sempre per il medesimo periodo, si ha notizia anche del raggiungimento dei +47,2 °C a Muravera nel 1957.[11] Nei 45 anni precedenti al 25 giugno 2007, il valore più elevato era quello di +46,7 °C che fu registrato il 12 luglio 1962 dalla stazione meteorologica di Catania Sigonella (nella stessa giornata la stazione meteorologica di Catania Fontanarossa si fermò a +46,0 °C).

Il terzo valore più elevato è stato quello di +46,2 °C registrato il 25 giugno 1982 dalla stazione meteorologica di Capo San Lorenzo, che detiene il record di caldo tra le stazioni prettamente costiere, anche se nella costa palermitana, presso Monreale la temperatura ha raggiunto i 48,0 °C nel 1999. Tuttavia, devono essere ricordati anche i +49 °C registrati in alcune località dell'entroterra sardo il 30 luglio 1983, ma non omologati, a causa dell'estrema vicinanza di estesi incendi alle stazioni meteorologiche idrologiche di riferimento che ne hanno condizionato i valori rilevati; il medesimo valore attribuito alla stazione meteorologica di Palermo negli anni ottanta del XIX secolo risulta invece essere stato un clamoroso errore di trascrizione, privo anch'esso di omologazione ufficiale. Un altro importante valore, riguardante però una piccola cittadina siciliana, sono i +48,5 °C registrati a Catenanuova il 10 agosto 1999 dalla locale stazione meteorologica idrologica non ufficialmente riconosciuta dall'organizzazione meteorologica mondiale. Alti valori di temperatura sono stati registrati il 6 luglio 1929 a Cosenza quando la locale stazione meteorologica del Servizio Idrografico (poi diventato Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale) registrò +47,0 °C.

Valori comunque molto elevati sono stati i +45,6 °C della stazione meteorologica di Bari Palese del luglio 2007, i +45,4 °C della stazione meteorologica di Catania Sigonella del luglio 1998, i +45,0 °C della stazione meteorologica di Capo San Lorenzo del 23 luglio 2007, della stazione meteorologica di Pescara Aeroporto del 30 agosto 2007 (forse sovrastimati) e della stazione meteorologica di Decimomannu del 24 luglio 2009, i +44,6 °C di Palermo Osservatorio Astronomico nel 1999, i +44,4 °C della stazione meteorologica di Lecce Galatina nel luglio 1987 e della stazione meteorologica di Brindisi nel luglio 2007, i +44,2 °C della stazione meteorologica di Reggio Calabria nel luglio 1983, mese in cui si toccarono +43,7 °C alla stazione meteorologica di Cagliari Elmas, +42,6 °C alla stazione meteorologica di Firenze Peretola, +41,8 °C alla stazione meteorologica di Alghero Fertilia. Ragguardevoli anche i +40,8 °C di massima assoluta, invece, alla stazione meteorologica di Ancona Falconara nel luglio 1968, mentre la Capitale ha visto raggiungere i +40,6 °C alla stazione meteorologica di Roma Ciampino nell'agosto 1956 e nell'agosto 1981 (+40,5 °C alla stazione meteorologica di Roma Urbe nell'agosto 2007, +40,1 °C alla stazione meteorologica di Roma Centro del Collegio Romano nel luglio 1905); valori di +40,4 °C alla stazione meteorologica di Piacenza San Damiano nell'agosto 2003 e, forse sovrastimati, alla stazione meteorologica di Ferrara nel luglio 2007. "Soltanto" +40,0 °C di massima assoluta, invece, alla stazione meteorologica di Napoli Capodichino nell'agosto 1981.

Sulle regioni settentrionali, vanno segnalati anche i +41,6 °C registrati a Torino l'11 agosto 2003 dalla stazione meteorologica urbana non ufficiale del centro cittadino (+37,1 °C alla stazione meteorologica di Torino Caselle), e i +38,3 °C toccati durante la medesima onda di calore dalla stazione meteorologica di Milano Brera (+38,0 °C alla stazione meteorologica di Milano Linate). In Sicilia a Catenanuova, un paesino in provincia di Enna, si è raggiunta la temperatura più calda d'Europa in tutta la storia, raggiungendo così i 48,5 º, il 10 agosto del 1999. Il 25 luglio 2009 la temperatura è arrivata a 48.0 °C nell'omonimo paese.

La grande città di pianura che ha raggiunto il valore minimo più basso finora è stata Firenze, con -23,2 °C il 12 gennaio 1985 alla stazione meteorologica di Firenze Peretola; notevoli furono anche i -22,0 °C della stazione meteorologica di Piacenza San Damiano. Nella classifica del freddo nei capoluoghi segue Torino, la cui temperatura più bassa registrata è stata di -21,8 °C alla stazione meteorologica di Torino Caselle (verificatasi però nell'anno 1956, il 12 febbraio). A quote più elevate si sono registrati valori inferiori, tra i quali spiccano su tutti i -34,6 °C registrati al Plateau Rosà nel marzo 1971, i -34,0 °C della stazione non ufficiale di Livigno nell'inverno del 1967[12], i -32,0 °C della stazione non ufficiale di Castelluccio di Norcia nell'inverno del 2005, i -23,0 °C della stazione idrologica di Città di Castello a 295 metri s.l.m. nel febbraio 1956[13], i -31,0 °C della stazione meteorologica di Dobbiaco nel gennaio 1947, i -28,2 °C della stazione meteorologica di San Valentino alla Muta nel febbraio 1956, i -26,2 °C della stazione meteorologica di Paganella nel gennaio 1985, i -24,8 °C della stazione meteorologica di Passo Rolle nel marzo 1971 e i -25,2 °C della stazione meteorologica di Tarvisio nel gennaio 1947 (-33,0 °C nel gennaio 1985 nella frazione di Fusine)[senza fonte]. Tuttavia il valore più basso fu misurato nel febbraio 1929 ai 4554 m della Capanna Regina Margherita, sul Monte Rosa, il termometro in quell'occasione scese fino a -41,0 °C[14]. Allargando lo sguardo ai dati rilevati da reti diverse dall'AM e dall'ENAV, utilizzando anche valori rilevati nell'ambito di ricerche scientifiche e dalle reti regionali, si trovano valori più alti e più bassi degli estremi fin qui discussi. Ad esempio nel dicembre 2010 in località Busa Fradusta a 2607 m sulle Pale di San Martino in Trentino è stata registrata una temperatura minima assoluta di -48,3 °C[15], valore misurato in una dolina nel contesto di uno studio sulle caratteristiche microclimatiche proprie e particolari delle doline. La temperatura ufficiale più bassa mai registrata in Italia in un luogo abitato è di -38 °C a Livigno nel febbraio 1956 e -42 °C furono registrati nel massiccio del Gran Gioves nel gennaio 1963.

Piovosità

Precipitazioni medie annue

Le precipitazioni medie annue[5] sono maggiori nelle zone montuose. Grazie al pluviometro, si può constatare come le zone più piovose d'Italia (media annua tra 2500 e 3500 mm) siano collocate sulle Alpi Carniche e Giulie, nella fascia prealpina tra il Lago Maggiore e il Lago di Como, sull'Appennino Ligure orientale, sulle Alpi Apuane, sull'appennino campano e nelle località più elevate dell'Appennino Tosco-Emiliano.

Invece godono di una minor quantità annua di piogge le zone di pianura lontane dai monti. Nella Pianura Padana cadono mediamente fra 700 e 1200 mm annui a seconda delle aree, le località meno favorite non ne ricevono che 700 mm circa, mentre le aree di media pianura come nella città di Milano, ricevono circa 1000 mm annui[16]. Stessa osservazione vale anche per la Maremma Grossetana e laziale, dove lungo la fascia costiera i valori si aggirano tra i 500 e i 600 mm annui; restano poi sotto i 500 mm le coste meridionali della Sardegna (il minimo assoluto medio annuo dell'intero territorio nazionale italiano si registra a Capo Carbonara con poco più di 250 mm)[17], le coste occidentali e sud orientali della Sicilia, il promontorio dell'Argentario, le isole meridionali dell'Arcipelago Toscano (Pianosa, Montecristo, Giglio e Giannutri) e alcune zone della bassa Val Padana, poste nei dintorni del Delta del Po.

Frequenza annua delle precipitazioni

La frequenza annua delle precipitazioni in Italia[5] vede più di 120 giorni sulle vette più alte delle Alpi Carniche, dell'Appennino settentrionale e dell'Irpinia.

Si registrano tra i 100 e i 120 giorni di pioggia su gran parte dell'arco alpino nord-orientale e lungo l'intero asse della dorsale appenninica tra la Liguria di levante e l'Aspromonte, mentre si verificano tra 80 e 100 giorni di pioggia su tutte le aree prealpine, su gran parte delle zone interne peninsulari, sull'Italia nord-orientale a nord del Po, sulla bassa pianura emiliana e romagnola, sulla Riviera di Levante, la Toscana settentrionale, l'Umbria settentrionale e centro-orientale, sul Basso Lazio, la Campania, gran parte della Calabria e sui rilievi più elevati di Sicilia e Sardegna.

Frequenze di pioggia tra i 60 e gli 80 giorni all'anno interessano gran parte della Pianura Padana, la Riviera di Ponente, la Toscana centrale, l'Umbria sud-occidentale, il Lazio centrale, gran parte del litorale adriatico e ionico, la Basilicata e gran parte della Sicilia e della Sardegna.

Si contano, invece, frequenze inferiori ai 60 giorni di pioggia in alcune aree della Riviera di Ponente e della Pianura Padana, tra la Maremma grossetana e laziale, lungo il litorale del Molise, sul Tavoliere delle Puglie, nel Salento, lungo le coste ioniche della Basilicata e della Calabria centrale, sulla Sicilia meridionale e sud-orientale e lungo le coste orientali e meridionali della Sardegna.

Regimi pluviometrici

In Italia si distinguono cinque diversi regimi pluvometrici.

  1. Sulle montagne, in particolare sulle Alpi, piove prevalentemente durante l'estate, con un massimo secondario ad inizio autunno e un marcato minimo invernale.
  2. Nelle zone prettamente mediterranee, cioè sulle coste della Sardegna, della Sicilia, di alcune regioni tirreniche del Mezzogiorno, del Mar Ionio e della Puglia meridionale, la maggior quantità di piogge cade in inverno (dicembre-marzo), mentre durante i mesi centrali dell'estate la siccità è molto duratura.
  3. Piove prevalentemente in autunno ed in primavera in quasi tutte le altre zone e solitamente il massimo autunnale (ottobre-novembre) è più accentuato di quello primaverile (marzo-aprile), mentre durante l'estate si ha una riduzione della piovosità ma senza vera e propria siccità.
  4. La fascia costiera della Maremma è generalmente interessata da un lungo periodo siccitoso che, soprattutto nell'area del promontorio dell'Argentario, in alcune annate può avere inizio già nel corso dell'inverno e proseguire quasi ininterrottamente fino all'inizio dell'autunno, salvo temporanee interruzioni dovute ad alcuni episodi temporaleschi.
  5. La Val Padana ha una piovosità costante per tutto l'anno e non si presentano mediamente periodi con precipitazioni scarse o insufficienti[18] la pianura pluviometricamente va divisa in bassa media e alta pianura, le tre aree hanno regimi pluviometrici leggermente differenti. Le aree della media pianura e dell'alta pianura (specie nelle zone a nord del Po) sono caratterizzate da una piovosità più costante con massimi nei periodi più tiedipi dell'anno quindi Primavera Estate e Autunno, con medie di 70-90 e anche oltre i 100 mm nei mesi di luglio e agosto[19][20] e i periodi di siccità più probabili sono in inverno che in estate, stagione in cui l'area è interessata con una moderata frequenza dal passaggio della coda di sistemi perturbati atlantici associati a fenomeni temporaleschi in transito verso la penisola balcanica e l'Europa orientale. Nella bassa pianura padana, le precipitazioni in estate invece non sono abbondanti come nella media e alta pianura e si riducono a valori di 30–40 mm nel mese di luglio[21][22]

A determinare la distribuzione delle piogge durante l'anno contribuisce, naturalmente, oltre all'altitudine anche l'azione dei venti la loro direzione e l'orografia dei vari ambiti territoriali.

Inverno

Durante l'inverno la massa d'aria sovrastante il Mar Mediterraneo è più calda di quella sovrastante la penisola.

Ciò porta alla formazione di venti diretti verso la zona di minore pressione (quella più calda) e favorisce le precipitazioni soprattutto sulle isole e nelle estreme regioni meridionali (area jonica, Puglia meridionale e Salento); dalla fine di dicembre, inoltre, si assiste ad un progressivo cambio di orientamento delle correnti su tutto il comparto atlantico orientale ed europeo occidentale e centrale, non di rado l'azione combinata dell'anticiclone russo-siberiano, che tende ad estendersi verso ovest e sud-ovest, fino a raggiungere le regioni europee orientali e il Baltico e quella delle correnti nord-atlantiche che (causa il rallentamento invernale dell'attività del vortice polare) tendono ad essere progressivamente sostituite da masse d'aria artica marittima con componente più settentrionale, fa sì che il Mediterraneo centrale (quindi l'Italia, che ne costituisce il cuore) si trovi interessato dalla formazione di profonde saccature, con minimi depressionari meridionali (che di solito si collocano tra l'Algeria e lo Jonio greco) e prevalenza di correnti alternativamente settentrionali (bora e grecale, oppure maestrale) o meridionali (a seconda del ramo della corrente a getto, che viene ad interessare la penisola italiana), in grado di portare precipitazioni consistenti, specie sulle regioni dell'estremo sud, precipitazioni che, causa l'anticiclone dinamico "di blocco" che si posiziona su Mediterraneo orientale e Balcani favorisce una persistenza di questo tipo di configurazione, che a differenza di altre situazioni di marcata perturbabilità tende ad evolvere molto lentamente.

Più raramente l'anticiclone russo-siberiano riesce ad estendersi ulteriormente verso ovest, andando a interessare addirittura anche Francia centro-settentrionale e Gran Bretagna e, disponendosi con asse lungo i paralleli, in questo caso l'Europa meridionale (dalla Turchia fino alla Spagna) si trova ad essere interessata da minimi pressori "retrogradi", che si muovono cioè da est verso ovest, in seno a gelide correnti da Est-Nord-Est (che i meteorologi chiamano con il nome russo buran, ossia tempesta di vento e neve), questo flusso orientale, proveniente direttamente dal bassopiano siberiano, innesca violente bufere di neve e blizzard sulle regioni centrali del versante orientale della penisola italiana, specie nelle zone interessate dall'effetto "stau" appenninico, mentre lungo i versanti occidentali si hanno condizioni di cielo sereno, seppure abbinate a temperature molto inferiori alle medie.

Estate

Durante l'estate il Mediterraneo occidentale e centrale viene interessato progressivamente dall'azione stabilizzante dell'anticiclone delle Azzorre, che dalle latitudini subtropicali dell'Oceano Atlantico settentrionale tende ad espandersi verso est e nord-est, fino a coinvolgere l'intera penisola italiana e l'arco alpino, al culmine di questa espansione (che coincide solitamente con la metà di luglio) le correnti nord-atlantiche scorrono molto più a nord delle Alpi, investendo direttamente le isole britanniche, i paesi scandinavi e baltici e marginalmente l'Europa centrale tra il 48º ed il 55º parallelo; l'Italia si trova quindi in una situazione di calma atmosferica, interessata da una massa d'aria stabile, calda e relativamente umida (specie negli strati più bassi): in questo contesto i venti spirano in direzione della terra ferma, che si riscalda più facilmente, si creano quindi zone di alta e bassa pressione relativa che innescano il fenomeno delle brezze marittime, mentre la risalita e l'espansione delle masse d'aria calda che ristagnano nelle pianure e nei fondivalle e la condensazione dell'umidità che avviene per il raffreddamento, innescato proprio dalla risalita verso l'alto di quest'aria calda e umida, provoca gli imponenti fenomeni di termoconvezione che generano quei forti temporali di calore che caratterizzano il clima delle alte montagne italiane e che determinano una parte consistente delle precipitazioni estive nelle aree montuose.

Tuttavia, l'anticiclone delle Azzorre presenta anche la caratteristica, tipica di tutti gli anticicloni dinamici, di avere un lato orientale ed uno settentrionale vulnerabili alle infiltrazioni di aria perturbata. Può essere penetrato da nuclei di aria più fredda (per questo motivo i temporali che interessano l'estremo Nord-Est italiano in luglio ed agosto sono spesso più organizzati, rispetto a quelli che coinvolgono le Alpi del Nord-Ovest) che provocano marcata instabilità: il ritiro progressivo del dominio anticiclonico atlantico, che avviene a partire dalle regioni italiane nord orientali, tende a portare un progressivo aumento delle precipitazioni, che su Alpi, Friuli-Venezia Giulia e Veneto comincia all'inizio della seconda metà d'agosto ed entro l'inizio di settembre coinvolge tutte le regioni italiane, ad eccezione delle isole maggiori e dell'estremo Sud, zone in cui il regime termico e quello pluviometrico estivo persistono ancora (seppure con temporanee crisi) per tutto il mese di settembre e per la prima parte di ottobre.

A partire dal 1989, si sono verificate sempre più ripetutamente configurazioni estive nelle quali l'alta pressione delle Azzorre tende ad espandersi verso le isole britanniche anziché verso il Mediterraneo, dove può stabilirsi anche per lunghi periodi l'anticiclone subtropicale africano, accompagnato da elevatissimi valori di temperature e di umidità che raggiungono i picchi massimi nelle pianure e nelle vallate più interne: questo accadde ad esempio durante la caldissima estate del 2003. Anche il 2012 vanta un'estate caldissima, la seconda più calda in Italia[23]. Altre estati molto calde si sono verificate nel 1994 o nel 1998[24]. Tuttavia, in queste configurazioni anomale, non sempre l'alta pressione nord-africana riesce a risalire fino al bacino del Mediterraneo. In questi casi, la penisola italiana può rimanere esposta sia alle correnti atlantiche che a quelle di aria fresca continentale che possono generare fenomeni temporaleschi anche molto intensi e frequenti, specie in presenza di cut off, un po' su tutto il territorio ma, comunque, con la massima persistenza nelle zone interne collinari e montuose. Possono conseguire così stagioni estive piuttosto piovose e non particolarmente calde, come già accaduto nei seguenti anni:

  • 1989
  • 1992, con una fase di maltempo durata dal 21 giugno almeno fino al 5 luglio, causata dall'anticiclone delle Azzorre che ancora non aveva fatto ingresso sul Mediterraneo.[25]
  • 1995, soprattutto per il mese di agosto eccessivamente fresco e instabile[26]
  • 1996
  • 1999 nell'Italia Settentrionale, è stata invece calda nell'Italia Meridionale[27]
  • 2002: l'estate partì con un giugno molto caldo. Tuttavia a luglio l'anticiclone delle Azzorre, invece di estendersi sul Mediterraneo, si è esteso sulla Groenlandia, mentre l'alta pressione africana si è ritirata nelle sue terre d'origine, causando maltempo a luglio e, in particolar modo, ad agosto[28].
  • 2013: è bastata una sola settimana di caldo ad aprile, con temperature tra 25 e 30 °C, per far annunciare che ad inizio maggio l'estate 2013 sarebbe stata la più calda degli ultimi anni[29]; ma il vortice Ginevra[30] ha fatto sì che maggio 2013 termini in quasi tutta Italia con un clima autunnale, con temperature in quasi tutta Italia con temperature sotto i 15 °C e con molta pioggia[29]. Tra fine maggio ed inizio giugno Laurent Cabrol aveva annunciato addirittura che in pratica nel 2013 il clima estivo non ci sarebbe stato, cioè nell'estate 2013 ci sarebbe stato solo freddo e pioggia invece del caldo[31]. L'estate 2013 è infatti stata classificata come piuttosto piovosa con 9 perturbazioni[32] e più fresca del solito, con pochissime ondate di calore[33][34].
  • 2014: uno dei principali motivi della bizzarra estate è la compensazione termica dovuta al super-caldo dell'inverno e della primavera immediatamente precedenti a questa estate[35]. Già è stato ipotizzato nell'inverno 2013/2014 che l'estate 2014 sarebbe stata ancora più instabile dell'estate 2013[34], e questa ipotesi è diventata realtà. Infatti, praticamente il Centro-Nord non ha visto l'estate 2014, anzi, al suo posto ha visto forte maltempo e temperatura nettamente inferiori alle medie del periodo, senza nessuna ondata di calore significativa[36]. Invece il Sud ha conosciuto un'estate più normale, anche se ha conosciuto qualche episodio di fresco e maltempo, ma in maniera più marginale che al Centro-Nord. Il mese di luglio è stato ben sottomedia termica rispetto al periodo 1971-2000 (circa mezzo grado in meno)[37]: le uniche zone italiane sopramedia termica nel luglio 2014 sono state il Salento, parte della Calabria orientale, parte della Sicilia sud-occidentale e la Sardegna meridionale. Anche il mese di agosto è stato sottomedia (-0,05 °C in tutta Italia): in particolare, sono risultati sottomedia il Nord Italia, La Sardegna settentrionale e la Sicilia occidentale[38][38].

Problema del ritardo dell'arrivo del clima estivo in Italia

L'ultimo anno in cui il clima estivo è arrivato in tempo (o addirittura in anticipo) in Italia è stato il 2003.

A partire dal 2004 l'Anticiclone delle Azzorre, che garantisce il beltempo in Italia, è diventato sempre più instabile a causa dei cambiamenti climatici che hanno spostato di diverse traiettorie le masse d'aria[39]. Proprio per questo motivo il clima estivo ha cominciato sempre a tardare ad arrivare in Italia a partire dal 2004 (prima accadeva saltuariamente, come nel 1992):

  • maggio 2004 è stato molto freddo.[40]: all'inizio di questo mese, per via del freddo e maltempo anomalo, si pensava in un'estate fresca e piovosa[41]
  • tra il 10 ed il 15 giugno 2005 arrivarono freddo e maltempo.[42]
  • dal 2006 al 2008 arrivarono freddo e maltempo ad inizio giugno.[42]
  • nel 2009 i primi giorni dell'estate astronomica sono stati caratterizzati da freddo e maltempo intenso.[43]
  • l'estate 2010 è cominciata con fresco e maltempo, dopo una primavera con il 12% di piogge in più rispetto alla media.[44][45]
  • giugno 2011 è iniziato con il maltempo in Italia[46]. Ancora al 24 giugno circa l'estate procede a singhiozzo,[47] soprattutto al Nord.
  • nel 2012 ancora a fine maggio c'erano ancora temperature basse (soprattutto al Sud) e molta pioggia (soprattutto nelle aree tirreniche ed al Nord)[42]. Nonostante ciò, giugno in quell'anno è stato il terzo più caldo in Italia nel periodo 1800-2012[48].
  • nel 2013 maggio molto fresco, soprattutto nella terza decade[49]. Fresco e temporali nella prima[50] e terza decade di giugno[51]. Ancora ad inizio luglio gli anticicloni tipici dell'estate mediterranea (anticiclone delle Azzorre e anticiclone africano) faticano ad impossessarsi dell'Europa. L'estate 2013 è quella che è cominciata con maggiore ritardo[52]: la prima vera ondata di calore è risalita soltanto intorno al 25-30 luglio[53][54]. L'ultima estate iniziata con ritardo simile all'estate 2013 risale al 1992.[senza fonte]
  • l'estate 2014 si è addirittura presentata in forma ridotta se non addirittura assente, soprattutto nel Nord Italia: dal 1º giugno al 31 agosto sono transitate in Italia ben 25 perturbazioni e 750.000 fulmini[55]
  • giugno 2015 è risultato fresco e instabile al Sud Italia[56][57]
  • anche nel 2016 giugno è risultato fresco e instabile in Italia, soprattutto al Nord[58], seguendo per molti aspetti le orme di maggio, anch'esso fresco e instabile quell'anno[59]

N.B. In questo sondaggio si è tenuto conto del mese di maggio, che di solito, soprattutto negli ultimi anni, propone degli assaggi del clima estivo in Italia.

Per contro, negli ultimi anni le maggiori ondate di caldo si stanno verificando nella seconda metà di agosto[60].

Autunno e primavera

Durante l'autunno e la primavera si ha una netta prevalenza delle correnti zonali nord-atlantiche, dirette da ovest verso est, che conducono sull'Italia diversi sistemi perturbati, che dall'Atlantico settentrionale si spostano verso il Mediterraneo orientale e il Mar Nero.

Le correnti occidentali, attraversando la penisola italiana impattano nell'Appennino, che si sviluppa perpendicolarmente (NNW/SSE) rispetto alla direzione delle masse d'aria atlantiche; questo causa precipitazioni consistenti lungo quasi tutto il versante occidentale e nelle zone prealpine del Veneto.

Sempre nelle stagioni intermedie, le masse d'aria calda da sud e sud Est (provenienti dall'entroterra tunisino e libico) precedono l'arrivo dei fronti atlantici, generalmente richiamate da profonde depressioni sulle isole britanniche e l'Europa centro-occidentale: esse investono l'Italia dopo essersi caricate di umidità scorrendo sopra il mare, e provocano precipitazioni nelle aree esposte a questo tipo di correnti (Alpi Carniche, Alpi Occidentali, Riviera di Ponente fino a Genova).

Infine, la particolare conformazione delle coste nord-occidentali italiane e, soprattutto, dell'area del Mar Ligure, tende a favorire le ciclogenesi orografiche (formazione di aree di bassa pressione secondarie, causate dalla disposizione delle montagne). Tali depressioni (che i meteorologi chiamano Genoa Low, perché si formano nel mare di fronte a Genova) si spostano solitamente verso est (ossia verso l'alto Adriatico) o più frequentemente verso sud-est (attraversando diagonalmente la penisola italiana), portando precipitazioni prima al Nord-Ovest, quindi nelle altre aree, che mano a mano sono interessate dal transito di questi minimi pressori.

Il mese di marzo propone sovente un alternarsi tra condizioni invernali e primaverili, non sono mancati i mesi di marzo che hanno proposto nevicate di tutto rispetto su diverse zone della Penisola (ad esempio, nel 1987 al Centro Sud[61]).

Il mese d'aprile si propone solitamente nuvoloso, piovoso, uggioso con clima fresco, a volte freddo di notte.

Il mese di maggio si propone solitamente fresco con giornate variabili. In alcuni anni è caratterizzato, soprattutto negli anni novanta (es. 1999[62]) e 2000 (es. 2003[63], 2009[64], 2011 ad esclusione dell'Italia Meridionale[65], 2015[66]), da fasi estive precoci[49]; in altri anni presenta caratteristiche più autunnali che primaverili, nonché più freddo del normale, Questa ne è una lista:

  • in alcuni anni ottanta (es. 1980, 1984, 1987[67])
  • 1991
  • 1995, soprattutto al centro-nord[68]
  • 2004[40]
  • 2010
  • 2012 nell'Italia Meridionale[69]
  • 2013, ad eccezione dell'estremo Sud con riferimento ad aree ioniche ed adriatiche[49]. Nell'Italia Nord-Occidentale è risultato il più freddo dal 1991[70].
  • 2014, sottomedia termica soprattutto al Centro Sud e con un surplus pluviometrico sul medio e basso versante Adriatico[71]
  • 2016 nell'Italia Settentrionale[72].

Il mese di settembre propone come mese di passaggio (come marzo) un'alternanza tra condizioni della stagione precedente e la nuova, in questo tra fasi estive e fasi autunnali con pioggia e clima fresco.

Il mese di ottobre in Italia è spesso caratterizzato da clima autunnale, ma non sono mancati i mesi di ottobre particolari, cioè con caratteristiche più primaverili che autunnali, come quello del 2001[73], del 2004 (il più caldo mai registrato allora)[74], del 2006[75], del 2012[76], del 2013[77] e del 2014[78].

Il mese di novembre, come aprile, è spesso fresco, in media il più piovoso dell'anno, nuvoloso con termiche eventualmente fredde specie la notte. Storicamente proprio in questo mese sono avvenute le maggiori alluvioni della storia del paese quali l'Alluvione di Firenze del 4 novembre 1966 e l'Alluvione del Piemonte del 1994.

Valori estremi

Lo stesso argomento in dettaglio: Lista di alluvioni e inondazioni in Italia.

La località più piovosa d'Italia è Musi, in comune di Lusevera, in Friuli-Venezia Giulia. Questo paese, posto a 633 m di quota, è esposto agli umidi e piovosi venti di Scirocco e Libeccio con effetti di stau della catena montuosa posta poco più a nord, grazie ai quali riesce a totalizzare una media di 3313 mm di precipitazione all'anno[79]. La massima quantità di precipitazione in un anno si registrò a Uccea (frazione del comune di Resia), in Friuli-Venezia Giulia. Infatti nel 1960 vennero registrati ben 6012,9 mm[80]. Altre zone particolarmente piovose sono la Liguria e la Campania.

La località meno piovosa dell'intero territorio nazionale, secondo i dati del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare, risulta essere Capo Carbonara, nel comune di Villasimius, in Sardegna, la cui stazione meteorologica sita in loco presenta una media pluviometrica annua di 265,5 mm nel trentennio 1961-1990 e di 237,8 mm nel trentennio 1971-2000.[81]

Nevosità

In Italia, le precipitazioni nevose interessano nella stagione invernale tutte le aree montane delle Alpi e degli Appennini, oltre che le quote medie e alte vette delle isole maggiori.

Durante le irruzioni di aria fredda di origine artica, la quota neve può sensibilmente abbassarsi fino alle zone collinari e, localmente, anche nelle pianure e lungo alcuni tratti costieri.

L'Italia settentrionale è generalmente interessata da nevicate in pianura con l'arrivo di perturbazioni atlantiche che seguono intensi raffreddamenti responsabili di formazione di cuscini di aria fredda al suolo: tali configurazioni tendono a favorire la Pianura Padana centro-occidentale ove la persistenza dell'aria fredda nei bassi strati risulta essere maggiore. Nella Pianura Veneto-Friulana (soprattutto nella parte più orientale, province di Gorizia, Udine, Pordenone e Treviso) il cuscino freddo viene scalzato via quasi subito dai venti meridionali, vista l'inesistente protezione montuosa a sud. Queste zone sono fra le meno nevose dell'intero parallelo. Al contempo esse sono le più esposte ai venti gelidi provenienti dai Balcani ed agli effetti dell'anticiclone Russo-Siberiano, qualora questo si presenti.

A sud dell'Appennino, tali configurazioni determinano generalmente precipitazioni nevose solo a partire dalle quote collinari, per il riscaldamento portato dall'interazione tra il Mar Mediterraneo e le masse d'aria provenienti da ovest o da sud-ovest. La Liguria, infatti, vede molto più raramente la neve rispetto alle altre regioni settentrionali, con la zona di Genova e quella di Savona più favorite grazie agli effetti della tramontana scura rispetto al resto della regione. Da sottolineare che nelle pianure di Emilia e Basso Piemonte spesso nevica anche durante ciclogenesi fredde (ovvero minimi di bassa pressione provocati da discese di aria fredda provenienti dall'Europa settentrionale o orientale) che richiamano venti da Nord-Est con marcato effetto stau contro l'Appennino settentrionale, grazie allo stau queste ultime due zone risultano le più nevose delle altre pianure settentrionali.

Infatti le zone, di pianura, più nevose sono quelle a ridosso dell'Appennino, in modo particolare il basso alessandrino che supera i 100 cm di media annua a poco più di 100 m di quota (triangolo Tortona, Novi Ligure, Ovada in assoluto la zona più nevosa in relazione alla quota di appartenenza). Altre zone molto nevose sono collocate intorno a Piacenza, tra Modena e Bologna e tra Forlì e Faenza (in quest'ultima zona la nevosità media è di 40 cm annui). Altre zone molto nevose, anche se collinari, si trovano in Piemonte. In Lombardia, sulla pianura, la nevosità decresce da ovest verso est progressivamente,[82] il Milanese e il Bergamasco rientrano nella fascia tra i 30 e i 40 cm medi annui[83][84], mentre dal Bresciano al Mantovano c'è una diminuzione dei valori medi nevosi annui. La permanenza della neve al suolo, nella parte occidentale della Lombardia e in Piemonte rientra nella fascia fra 10 e 20 giorni annui[85], nell'estremo ovest e sud Piemonte i giorni aumentano rientrando nella fascia 15-30 giorni. Procedendo verso est dal Bresciano i giorni si riducono progressivamente rientrando nella fascia fra 1 e 10 giorni[85]

In Italia centrale le nevicate sono più probabili a quote pianeggianti lungo il versante adriatico dalle Marche all'Abruzzo, per effetto stau durante la discesa di sistemi perturbati di origine artica o scandinava. Qui in alcune situazioni, grazie all'effetto combinato di aria freddissima di provenienza balcanica e mare più caldo (quello Adriatico) su cui scorre questa massa gelida, si verificano prolungate e consistenti nevicate fin sulle coste che in alcuni casi possono superare i 40 cm di neve in 1-2 giorni. Il versante tirrenico di Toscana e Lazio è raramente interessato da precipitazioni nevose in pianura e lungo le coste, che sono possibili solo in caso di flusso di aria artica continentale o marittima molto gelida verso il Mediterraneo attraverso la porta del Rodano, oppure a seguito del transito di sistemi frontali che seguono intensissime ondate di gelo (1956, 1985, 2012) scorrendo sopra il cuscino freddo precedentemente formatosi al suolo.

L'Italia meridionale può essere interessata da fenomeni nevosi in pianura durante la discesa di intensi nuclei di aria fredda, che colpiscono soprattutto il basso Adriatico (in Molise, nelle coste di Bari e della provincia di Foggia) e l'Irpinia; se tali perturbazioni artiche sono associate ad una depressione tirrenica oppure sullo Ionio, può nevicare anche lungo le coste tirreniche di Campania, Calabria e Sicilia (per le coste ioniche di Calabria e Sicilia nevica solo con il minimo sullo Ionio). In Sardegna invece, le nevicate in pianura e lungo le coste si verificano durante la discesa di intensi nuclei gelidi associati a delle perturbazioni che interessano l'isola. Per le zone centro-occidentali della regione le configurazioni ideali per avere nevicate si hanno durante le irruzioni di aria gelida dalla valle del Rodano, con formazione di ciclogenesi fredde, in genere accompagnate da forti e freddi venti di maestrale. Invece la parte orientale insulare viene interessata da fenomeni nevosi soprattutto durante le avvezioni di aria molto fredda da nord-est, convogliate sull'Isola dai venti di grecale, che possono provocare nevicate su tutto il litorale orientale, oltre che nelle zone interne. Più rare invece risultano le configurazioni in grado di far nevicare lungo le coste meridionali della Sicilia.

Precipitazioni nevose medie annue

In base alle mappe sulla nevosità in Italia[86], va segnalato che l'accumulo totale medio annuo è compreso tra 0 e 5 cm sulle zone costiere e pianeggianti della Sardegna e della Sicilia, lungo le coste della Versilia, nel medio-basso Valdarno, in parte della Maremma grossetana e laziale, nell'Agro Pontino e lungo parte delle coste calabresi, lucane e salentine.

Un accumulo totale medio annuo compreso tra i 5 e i 20 cm interessa le pianure dell'Italia nord-orientale(da un massimo di 15 cm a Vicenza al 7 cm di Udine), la riviera ligure, la Toscana centrale, l'Umbria occidentale, le zone interne fino alle quote collinari di Lazio, Basilicata e Puglia, gran parte delle pianure e delle coste della Campania, l'intero tratto litoraneo dell'Abruzzo, del Molise, parte delle coste calabresi e pugliesi e diverse aree interne collinari della Sardegna e della Sicilia.

Accumuli medi annui superiori ai 20 cm si verificano nelle pianure dell'Italia nord-occidentale, soprattutto Piemonte e Lombardia occidentale, nelle valli alpine, nelle aree pianeggianti dell'Emilia-Romagna in prossimità dell'Appennino, lungo il retroterra della Romagna, Marche, Abruzzo e lungo tutta la dorsale appenninica a quote di transizione tra l'alta collina e la montagna; rientrano in questa media anche le zone di alta collina e bassa montagna della Sardegna e di bassa montagna della Sicilia.

Per quanto riguarda le aree montuose la nevosità aumenta con la quota e soprattutto con l'esposizione alle correnti umide mediterranee e balcaniche. A parità di quota le aree dove si hanno maggior nevosità media del Nord sono le prealpi tra il Biellese, le Orobie e le Prealpi Giulie, le testate delle grandi valle alpine cioè Val d'Ossola e Spluga, la zona compresa tra il Passo del Tonale e le Dolomiti di Brenta[87], le Alpi Giulie e le Marittime. Per quanto riguarda l'Appennino le aree più nevose sono in generale quelle dell'appennino Tosco-Emiliano, del versante adriatico e dell'Irpinia. in particolare tra i Monti Sibillini e i monti dell'Irpinia. In Sicilia il più nevoso è Etna e in Sardegna il Gennargentu.

A una quota media di 1500 metri cadono dai 120 ai 200 cm sulle Alpi Occidentali, 130/300 cm sulle Alpi Centrali e tra i 250 e i 400 cm sulle Alpi Orientali. Nell'Appennino, alla stessa quota, cadono in media dai 100 ai 350 cm di neve nelle zone più esposte[88]

Durata media del manto nevoso

In base alle mappe sulla nevosità in Italia[86], la durata media del manto nevoso compresa tra 0 e 1 giorno interessa gran parte della Sardegna e della Sicilia, la Riviera di Ponente, l'intera fascia costiera occidentale e le corrispondenti pianure dalla Toscana fino alla Calabria, le coste joniche di Calabria, Basilicata e Puglia e quelle del basso Adriatico tra Santa Maria di Leuca e Brindisi.

Durate medie tra 1 e 10 giorni interessano gran parte delle aree pianeggianti interne e collinari delle isole maggiori e dell'Italia peninsulare, la fascia costiera della Riviera di Levante, l'intero versante adriatico tra Brindisi e Trieste e parte delle aree pianeggianti della Lombardia sud-orientale e dell'Italia nord-orientale.

Durate medie tra i 10 e i 25 giorni interessano nelle aree pianeggianti più interne e le zone pedemontane dell'Italia nord-orientale, le pianure dell'Italia nord-occidentale, gran parte della dorsale appenninica e delle zone prealpine; valori medi fino a 100 giorni si registrano sulle vette più alte di tutto l'Appennino che va dalla Liguria alla Campania, sulle vette dell'Etna e del Gennargentu. Valori medi fino a 200 giorni si verificano sulle cime più elevate dell'Appennino abruzzese e dell'arco alpino, dove può essere superato questo limite massimo sulle più alte cime della Valle d'Aosta e dell'Alto Adige.

Valori estremi

Lo spessore massimo di neve al suolo, pari a 1125 cm, fu misurato a fine marzo del 1951 presso il Lago d'Avino (2240 m). in alta Val Cairasca[89]. Gli spessori più elevati registrati in centri abitati si aggirano attorno ai 4 o 5 metri, ad esempio i 415 cm misurati a Gressoney-La-Trinité il 3 febbraio 1986[90]. La più intensa nevicata in 24 ore si misurò tra il 29 ed il 30 dicembre 1917 a Gressoney-La-Trinité dove caddero 198 cm di neve fresca[90], notevoli furono anche i 181 cm caduti a Roccacaramanico il 15 gennaio 1951.

Clima italiano per macroaree

Lo stesso argomento in dettaglio: Classificazione climatica dei comuni italiani.

Secondo il modello di circolazione atmosferica della cosiddetta scuola norvegese, in generale in regime di correnti occidentali in autunno e inverno lo scontro tra masse d'aria fredda-secca di provenienza nord-Europea e aria caldo-umida di provenienza subtropicale, che dà vità al fronte polare, avviene a latitudini più basse cosicché il nucleo attivo delle perturbazioni atlantiche passa a latitudini più basse, coinvolgendo anche l'Europa meridionale tra cui l'Italia fino al meridione. Viceversa d'estate tale scontro avviene a latitudini più elevate coinvolgendo solo marginalmente l'Italia (in particolare Alpi e Prealpi) che nella restante parte risulta maggiormente coinvolta dagli influssi dell'Anticiclone delle Azzorre o dell'Anticiclone subtropicale africano. Questo, assieme alla particolare conformazione geografica italiana, all'inevitabile influsso latitudinale e alla presenza del Mediterraneo, spiega le differenze climatiche tra le varie zone del Paese[91].

Nord

Alpi e Prealpi

Alpi e Prealpi presentano un clima alpino che è tanto più rigido quanto più elevata è l'altitudine. Il versante meridionale italiano delle Alpi gode in genere di un clima più mite rispetto ai versanti settentrionali e orientali grazie all'azione schermante della catena montuosa rispetto ai venti da nord (tramontana) che in caduta sottovento possono provocare il tipico effetto fohn. A parità di altitudine Alpi orientali e centrali tendono ad essere più fredde rispetto a quelle occidentali per allontanamento dall'Atlantico e avvicinamento al blocco Euroasiatico, risentendo a volte delle correnti meridionali (scirocco e libeccio) schermate invece dall'Appennino settentrionale nel caso delle Alpi occidentali. La piovosità è più elevata rispetto alla Pianura Padana e con essa anche la nevosità per effetto dell'altitudine. La stagione più piovosa è l'autunno seguita dalla primavera, l'inverno è rigido e moderatamente nevoso, l'estate è fresca e umida non mancando di frequenti rovesci e temporali. Il clima tende ad essere freddo continentale nella valli alpine di bassa quota (es. Valle d'Aosta e valli del Trentino Alto Adige).

Pianura Padana

La Pianura Padana gode di un clima continentale umido con sensibili escursioni termiche giornaliere e annuali chiusa com'è tra Alpi e Appennini e per l'umidità stagnante dei suoi fiumi e canali. La parte occidentale e centrale più chiusa è in media più fredda rispetto a quella orientale più umida e più aperta verso l'Adriatico. D'inverno il clima è rigido e umido con formazione di nebbie al suolo e non mancano a volte gli episodi nevosi in occasione di ondate di freddo o favoriti dal formarsi di un cuscinetto d'aria fredda e stagnante al suolo (inversione termica), l'autunno e la primavera sono le stagioni più piovose (risentendo spesso della depressione del golfo di Genova e della depressione del Golfo del Leone) mentre l'estate è calda e umida con possibilità di temporali.

Centro e Sud

Scendendo lungo la penisola, a parità di altitudine, il clima si va via più mite e progressivamente più secco avvicinandosi alla regione del Nord Africa e all'influsso dell'anticiclone subtropicale africano divenendo tipicamente mediterraneo lunga la fascia costiera, temperato nell'immediato entroterra e continentale nella fascia appenninica. Tuttavia sussistono delle differenze tra il versante tirrenico e quello adriatico per effetto della catena appenninica che separa due mari, il Tirreno e l'Adriatico, di differente estensione. Per effetto dei venti, il clima di cui gode il versante tirrenico è infatti alquanto diverso dal clima che interessa quello adriatico.

Versante tirrenico e versante adriatico

Di fatto la catena appenninica tende a bloccare/esuarire le perturbazioni che vengono da ovest per effetto stau generando a sua volta fohen sul versante sottovento al punto che sul versante adriatico le piogge sono generalmente più scarse. Un fenomeno analogo, ma di segno contrario, accade anche per le temperature che, a parità di latitudine, sono più basse lungo l'Adriatico (mare chiuso e poco profondo) che lungo le coste occidentali. La differenza che si riscontra nei valori termici dei due versanti tende però a ridursi, procedendo da nord verso sud. A Genova la temperatura media di gennaio risulta di oltre 4 °C più alta che a Rimini (+8,0 °C contro +3,9 °C), a Bari e a Napoli le medie invernali sono invece molto simili. In autunno e inverno l'alto versante Adriatico (Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia) risente degli sbuffi freddo-umidi della Pianura Padana orientale e della Pianura veneto-friulana.

Va inoltre rilevato che la minore azione mitigatrice dell'Adriatico si fa ancor più evidente allontanandosi dalla costa. L'influsso mitigatore dell'Adriatico tende infatti a ridursi in modo significativo procedendo, anche di pochissimi chilometri, verso l'interno, mentre quello del Tirreno penetra più profondamente nell'entroterra: Roma, posta ad oltre 20 km in linea d'aria dal litorale, risente ancora in pieno degli effetti mitigatori, anche se rispetto alla fascia strettamente litoranea dell'Agro Romano la pianura attorno a Roma ha valori medi lievemente più bassi e registra un numero sensibilmente maggiore di gelate notturne.

Il divario tra i quantitativi annui di precipitazioni rimane invece piuttosto costante, con valori che tendono a mantenersi più alti ad ovest anche all'estremo sud della penisola italiana. L'unica eccezione interessa la fascia costiera della Maremma che registra valori pluviometrici minori rispetto alle corrispondenti aree litoranee delle Marche, grazie alle non lontane catene montuose della Corsica e dell'Isola d'Elba che deviano e/o attenuano le perturbazioni atlantiche in transito da WNW verso ESE e alla contemporanea relativa lontananza della dorsale appenninica, senza che vi siano frapposti sistemi montuosi particolarmente organizzati esposti ai venti umidi atlantici.

Nel periodo invernale la costa adriatica è molto più soggetta ai venti da nord-est (grecale e burian) provenienti dai Balcani o dalla Russia con tipico effetto da stau della catena appenninica arricchendosi di umidità dall'Adriatico, al punto che a basse quote la neve compare molto più facilmente sul versante adriatico che su quello tirrenico. Un volta scavalcata la catena appenninica ad ovest sul Tirreno tali venti risultano più miti e secchi per effetto fohn. Lo stesso effetto può verificarsi in regime di venti occidentali sul versante adriatico. Particolarmente piovoso risulta essere il subappennino laziale e le coste della Campania soggetta a volte ad alluvioni.

Mar Tirreno meridionale e Mar Ionio a volte sono sedi di basse pressioni specie nelle stagioni intermedie.

Isole

Il Clima delle Isole (Sicilia e Sardegna) risente più della latitudine che dell'effetto marino con irruzioni dell'anticiclone subtropicale africano soprattutto in Sicilia. Il clima è mite con inverno ridottissimo in Sicilia, più lungo in Sardegna, la stagione più piovosa è l'autunno seguito dall'inverno, la primavera è molto mite e l'estate è spesso molto calda e secca. La Sardegna risulta particolarmente esposta alla Depressione delle Baleari.

Stazioni meteorologiche

In Italia esistono alcune migliaia di stazioni meteorologiche sparse nell'intero territorio nazionale.

Tra esse, quelle identificabili attraverso i codici WMO e ICAO sono ufficialmente riconosciute dall'Organizzazione meteorologica mondiale, che certifica, di fatto, la correttezza delle medie climatiche calcolate generalmente con i dati rilevati nel trentennio di riferimento climatico 1961-1990, convenzionalmente fissato dalla medesima Organizzazione meteorologica mondiale.

Tutte le altre stazioni prive dei codici identificativi, pur non venendo ufficialmente riconosciute per le relative medie climatiche, sono fondamentali per lo studio del clima a scala ridotta, quale la prevenzione di alluvioni e l'allerta alla popolazione per l'arrivo di eventuali onde di calore o irruzioni di aria gelida.

Di seguito, è riportata la suddivisione per aree climatiche e per regione delle varie stazioni meteorologiche.

Italia nord-occidentale Italia nord-orientale Italia centrale Italia meridionale Italia insulare

Clima italiano e mutamenti climatici

L'Italia come ogni altra parte del globo è stata soggetta in passato ai mutamenti climatici su scala planetaria (es. Glaciazioni e periodi interglaciali, Piccola era glaciale ecc.). Anche gli attuali mutamenti climatici (riscaldamento globale) hanno coinvolto la penisola italiana gettando scenari futuri preoccupanti soprattutto da parte del mainstream della comunità scientifica. In particolare rispetto agli anni sessanta-anni settanta in cui anche a livello globale si assisteva a un leggero raffreddamento del clima (dominato in Europa dall'anticiclone delle Azzorre e dall'anticiclone russo-siberiano), da metà degli anni ottanta in poi si è registrato un aumento della temperatura media con sempre maggiore influenza dell'anticiclone subtropicale africano a partire dagli anni 2000 ed aumento dei fenomeni estremi quali ondate di calore, alluvioni e ritiro dei ghiacciai alpini. In particolare l'Italia è particolarmente a rischio nei cambiamenti climatici attuali trovandosi in una zona di transizione tra Nord Africa e Europa continentale con gli esperti che mettono in guardia dal rischio desertificazione nelle regioni meridionali e tropicalizzazione del clima nelle restanti zone del paese, di cui si è avuta una parziale conferma a partire dagli anni 2010 con un'accelerazione del ciclo dell'acqua ed aumento dei fenomeni alluvionali e la tropicalizzazione del Mediterraneo[92][93][94]. Attivo in questo senso è il Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici.

Note

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  8. ^ A tale proposito si vedano le temperature medie annue registrate nelle stazioni meteorologiche di Trieste Barcola e di Trieste Porto.
  9. ^ Nelle Pelagie, e più particolarmente a Lampedusa, si registrano i valori medi più alti d'Italia per il mese di gennaio, con una temperatura media di 13,5 °C. Cfr. a tale proposito il sito di Worldclimate: LAMPEDUSA, Weather History and Climate Data.
  10. ^ Le temperature record assolute in Italia
  11. ^ Annale Idrologico 1957: Muravera +47,2 °C il 12/08/1957
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Bibliografia

Riviste e periodici

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Voci correlate

Collegamenti esterni