Tour of the Alps

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Disambiguazione – "Giro del Trentino" rimanda qui. Se stai cercando la competizione femminile, vedi Giro del Trentino Internazionale Femminile.
Tour of the Alps
Sport ciclismo su strada
Tipogara individuale
Categoriauomini élite + under 23
UCI ProSeries
FederazioneUnione Ciclistica Internazionale
PaeseBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Austria Austria
LuogoEuregio Tirolo-Alto Adige-Trentino
OrganizzatoreGruppo Sportivo Alto Garda
Cadenzaannuale
Aperturaaprile
Partecipantivariabile
Formulacorsa a tappe
Storia
Fondazione1962
Numero edizioni47 (al 2024)
DetentoreBandiera della Spagna Juan Pedro López
Record vittorieBandiera dell'Italia Damiano Cunego (3)
Ultima edizioneTour of the Alps 2024
Prossima edizioneTour of the Alps 2025

Il Tour of the Alps (noto fino al 2016 come Giro del Trentino[1]) è una corsa a tappe maschile di ciclismo su strada, che si svolge annualmente sulle strade del Tirolo (Trentino-Alto Adige nella parte italiana e Tirolo nella parte austriaca)[2]. Dal 2020 fa parte del circuito UCI ProSeries.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini e gli anni 1980[modifica | modifica wikitesto]

La prima edizione ufficiale del Giro del Trentino venne organizzata nel 1979 dal patron Guido Amistadi. Precedentemente vennero disputate a Trento due gare in linea all'inizio degli anni sessanta, la prima nel 1962 vinta da Enzo Moser, che sconfisse Alcide Cerato, e la seconda nel 1963, vinta da Guido De Rosso su Franco Cribiori ed Ercole Baldini. Prima del 1979 furono organizzate due edizioni del Giro di Caneve, nel 1977 e nel 1978, vinte rispettivamente da Franco Bitossi e Francesco Moser, che videro la partecipazione dei più importanti ciclisti dell'epoca.

L'edizione 1979 prese il via alla fine di febbraio ed era costituita da una cronometro e due tappe in linea. Il norvegese Knut Knudsen conquistò il primato nella cronometro e controllò la gara nelle due successive tappe, aggiudicandosi la corsa, caratterizzata dalle condizioni meteorologiche avverse dell'inverno trentino. Nel 1980 la gara si tenne in maggio, nelle settimane precedenti il Giro d'Italia ed in concomitanza con il Tour de Romandie. Francesco Moser dominò la cronometro iniziale da Arco a Torbole, concludendo la frazione con la media di 54,522 km/h, vinse la prima gara in linea sul traguardo di Trento e concluse vittoriosamente il Giro, davanti a Tommy Prim e Gianbattista Baronchelli, vincitore della terza tappa con arrivo a Riva.

L'anno successivo Moser fu sconfitto dal bresciano Roberto Visentini, che concluse vittorioso grazie ai piazzamenti nelle tappe in linea ed al terzo posto nella cronometro finale, in cui Moser fu quinto. Anche nel 1982 il ciclista trentino venne nuovamente sconfitto, questa volta da Giuseppe Saronni. In quell'anno il percorso attraversò le Valli Giudicarie, con traguardo a Lodrone e vittoria di Baronchelli, e la Val di Non con arrivo a Cles e vittoria di Delle Case. Il Giro assunse sempre più importanza ed iniziarono a parteciparvi anche team stranieri.

Moser tornò ad imporsi nel 1983, edizione in cui vennero organizzate quattro tappe, dominando la cronometro individuale della prima frazione a Folgaria e mantenendo il primato fino all'arrivo a Trento. Franco Chioccioli, Fons De Wolf e Urs Freuler vinsero le restanti tappe. Nel 1984, assente Moser, si impose Chioccioli, strappando la maglia di leader al portoghese Acácio da Silva, che a Primiero conquistò la prima vittoria da professionista. Nell'edizione del 1985 si impose l'austriaco Harald Maier, lanciato verso il traguardo dallo stesso Moser. Guido Bontempi e Freuler vinsero le altre due tappe con arrivo in volata a Malè ed Arco.

L'anno successivo la struttura della corsa cambiò radicalmente e venne organizzata nella terza settimana di giugno una Coppa Italia formata da prove in pista a Bassano, una cronometro individuale ed una cronometro a squadre. Nella classifica finale si impose la Carrera. Nel 1987 la gara tornò nel suo usuale formato e le venne riconosciuto lo status di "internazionale". Disputata in quattro tappe, nella prima cronometro di Folgaria si impose Moser, con una media di 54,660 km/h, nella seconda con arrivo a Predazzo il messicano Raúl Alcalá conquistò la prima vittoria europea; battuto fu lo stesso Moser che, nella terza tappa con arrivo a Pejo, aiutò Claudio Corti a vincere distanziando Baronchelli e Tony Rominger. L'ultima frazione verso Arco vide la vittoria di un giovane Gianni Bugno.

Nell'edizione successiva, la decima dalla prima corsa del 1979, aumentarono i chilometri in salita e fu lo svizzero Urs Zimmermann a conquistare il successo finale, battendosi con il connazionale Rominger. Nel 1989 fu invece il siciliano Mauro Antonio Santaromita ad imporsi, approfittando degli abbuoni e dei piazzamenti per battere campioni più affermati.

Gli anni 1990[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1990 la Federazione Ciclistica Italiana autorizzò l'organizzazione della quarta tappa in linea, aumentando di fatto il valore internazionale della corsa. Vincitore quell'anno fu Bugno, che sfruttò proprio la quarta tappa per guadagnare secondi sul sovietico Pëtr Ugrumov grazie agli abbuoni dei GPM in Val dei Mocheni e in Valle del Ceggio. Le prime due tappe vennero vinte dal tedesco orientale Olaf Jentzsch e da Adriano Baffi, Bugno si impose nella terza e Chioccioli nella frazione finale con arrivo a Trento.

Nel 1991 si impose a sorpresa, primo sudamericano a riuscirvi, il venezuelano Leonardo Sierra, battendo Bugno e Chiappucci: il Giro registrò il record dei corridori partecipanti, 185 tra italiani e stranieri (rispettivamente 86 e 99). L'anno successivo il patron Guido Amistadi fu insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica per meriti sportivi ed il Giro venne vinto da Claudio Chiappucci, che dominò l'arrivo sull'Alpe di Pampeago. Nel 1993 arrivò il successo del noneso Maurizio Fondriest, che vinse anche tre delle quattro tappe; nel 1994 ad imporsi fu invece Moreno Argentin, grazie all'aiuto del russo Evgenij Berzin, poi vincitore, nello stesso anno, del Giro d'Italia.

Nel 1995 la corsa venne anticipata a fine aprile e tornò ad essere disputata su tre tappe. Fu lo svizzero Heinz Imboden ad imporsi nell'arrivo in salita a Canavese e conquistare la vittoria finale. Protagonisti di quel Giro anche due giovani italiani, il velocista veneto Davide Rebellin ed il trentino Mariano Piccoli, secondo dietro ad Imboden. L'anno successivo la Federazione concesse la possibilità di organizzare la corsa su cinque tappe con un arrivo posto in Austria in onore dell'Euregio. Lo sconfinamento portò la corsa sul traguardo di Lienz, dove si impose Wladimir Belli. Nella stessa cittadina austriaca si concluse l'edizione 1997. Quell'anno la prima tappa, ad Arco, vide il ritorno alla vittoria di un ciclista trentino, Gilberto Simoni, che concluse in classifica generale al settimo posto: il trionfo finale fu del francese Luc Leblanc, davanti a Tonkov e Piepoli. Nel dicembre successivo Amistadi ricevette dalla Lega Ciclistica il premio di "migliore organizzazione italiana di gare professionistiche".

Nelle due successive edizioni si impose il bergamasco Paolo Savoldelli. Nel 1999 batté Dario Frigo e Francesco Casagrande, l'anno dopo superò in classifica Gilberto Simoni e Marco Pantani.

Gli anni 2000[modifica | modifica wikitesto]

Nella prima edizione degli anni 2000 trionfò Simone Borgheresi, gregario di Pantani: poté correre la cronometro della seconda semitappa di Lienz con l'asciutto, al contrario degli altri ciclisti di classifica, partiti con condizioni meteorologiche impossibili. Si portò in testa nella classifica generale, e nelle tre successive tappe con arrivo a Coredo, Malcesine ed Arco riuscì a difendere il primato dall'attacco dei migliori. Francesco Casagrande si impose nella venticinquesima edizione della corsa, considerando le due edizioni del Giro di Caneve, conquistando il primato già nella prima tappa sul traguardo di Passo Daone. Nelle successive frazioni, vinte da Ivanov, Dufaux e Mario Cipollini, nessuno riuscì a sfilargli la maglia di leader Lo stesso Casagrande conquistò la vittoria nell'edizione 2002, seguito poi nell'albo d'oro da Gilberto .[3] Simoni, terzo l'anno prima.

Nel 2004 brillò la stella di Damiano Cunego: il giovane veronese si aggiudicò infatti due delle quattro frazioni, andando a conquistare nettamente la classifica finale davanti a Jure Golčer e a Simoni. La sua stagione proseguirà con i trionfi al Giro dell'Appennino, al Giro d'Italia e al Giro di Lombardia. L'edizione del 2005 andò allo scalatore messicano Julio Alberto Pérez Cuapio, mentre nel 2006 e nel 2007 si impose nuovamente Damiano Cunego: portando a tre il bottino di vittorie, il "Piccolo Principe" divenne il ciclista più vittorioso nella corsa a tappe trentina.

Nel 2008 si impose un siciliano, Vincenzo Nibali, vincitore in solitaria della tappa di Folgaria, mentre nel 2009 il successo andò al varesino Ivan Basso, giunto secondo, battuto dal solo Przemysław Niemiec (che chiuse terzo nella generale), nel tappone dell'Alpe di Pampeago.

Gli anni 2010[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2010, Guido Amistadi lascia la presidenza della società organizzatrice in favore di Giacomo Santini. Quell'edizione del Giro del Trentino fu vinta dal kazako Aleksandr Vinokurov per soli dodici centesimi di secondo sull'italiano Riccardo Riccò, quelle 2011 e 2012 sono andate invece rispettivamente a Michele Scarponi e a Domenico Pozzovivo. Nel 2015 il Giro del Trentino si unisce al Trofeo Melinda, cambiando denominazione in Giro del Trentino-Melinda.[4] Dal 2017, sotto l'egida dell'Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino, il Tour of the Alps comprende tutta la regione storica trilingue del Tirolo e raccoglie l'eredità del Giro del Trentino.

Gli anni 2020[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la cancellazione dell'edizione 2020 a causa dell'emergenza pandemica, il Tour of the Alps è ripartito in grande stile nell'aprile 2021 con la vittoria del britannico Simon Yates. Le ultime due edizioni, 2022 e 2023, sono andate invece al francese Romain Bardet e al britannico Tao Geoghegan Hart.

Le maglie[modifica | modifica wikitesto]

  • Maglia ciclamino: classifica generale
  • Maglia verde: classifica GPM
  • Maglia azzurra: classifica TV
  • Maglia bianca: classifica giovani

A partire dall'edizione del 2022 cambia il colore delle maglie

  • Maglia verde: classifica generale
  • Maglia Azzurra: classifica GPM
  • Maglia Rossa: classifica TV

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornato all'edizione 2024.[5]

Anno Vincitore Secondo Terzo
Giro del Trentino
1962 Bandiera dell'Italia Enzo Moser Bandiera dell'Italia Alcide Cerato Bandiera dell'Italia Gaetano Sarazin
1963 Bandiera dell'Italia Guido De Rosso Bandiera dell'Italia Franco Cribiori Bandiera dell'Italia Ercole Baldini
1964-1978 non disputato
1979 Bandiera della Norvegia Knut Knudsen Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera del Belgio Roger De Vlaeminck
1980 Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera della Svezia Tommy Prim Bandiera dell'Italia Gianbattista Baronchelli
1981 Bandiera dell'Italia Roberto Visentini Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera dell'Italia Giovanni Mantovani
1982 Bandiera dell'Italia Giuseppe Saronni Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera dell'Italia Gianbattista Baronchelli
1983 Bandiera dell'Italia Francesco Moser Bandiera dell'Italia Bruno Leali Bandiera dell'Italia Emanuele Bombini
1984 Bandiera dell'Italia Franco Chioccioli Bandiera dell'Italia Emanuele Bombini Bandiera dell'Italia Luciano Loro
1985 Bandiera dell'Austria Harald Maier Bandiera dell'Italia Silvano Contini Bandiera dell'Austria Gerhard Zadrobilek
1986[6] Bandiera dell'Italia Carrera Jeans Bandiera dell'Italia Del Tongo-Colnago Bandiera dell'Italia Atala-Ofmega
1987 Bandiera dell'Italia Claudio Corti Bandiera dell'Italia Gianbattista Baronchelli Bandiera della Svizzera Tony Rominger
1988 Bandiera della Svizzera Urs Zimmermann Bandiera della Svizzera Tony Rominger Bandiera dell'Austria Helmut Wechselberger
1989 Bandiera dell'Italia Mauro Antonio Santaromita Bandiera dell'Italia Claudio Chiappucci Bandiera dell'Italia Luca Gelfi
1990 Bandiera dell'Italia Gianni Bugno Bandiera della Lettonia Pëtr Ugrjumov Bandiera del Venezuela Leonardo Sierra
1991 Bandiera del Venezuela Leonardo Sierra Bandiera dell'Italia Massimiliano Lelli Bandiera dell'Australia Stephen Hodge
1992 Bandiera dell'Italia Claudio Chiappucci Bandiera dell'Italia Roberto Conti Bandiera della Polonia Zenon Jaskuła
1993 Bandiera dell'Italia Maurizio Fondriest Bandiera dell'Italia Claudio Chiappucci Bandiera del Venezuela Leonardo Sierra
1994 Bandiera dell'Italia Moreno Argentin Bandiera della Russia Evgenij Berzin Bandiera dell'Italia Francesco Casagrande
1995 Bandiera della Svizzera Heinz Imboden Bandiera dell'Italia Mariano Piccoli Bandiera dell'Italia Francesco Frattini
1996 Bandiera dell'Italia Wladimir Belli Bandiera dell'Italia Enrico Zaina Bandiera della Colombia Nelson Rodríguez
1997 Bandiera della Francia Luc Leblanc Bandiera della Russia Pavel Tonkov Bandiera dell'Italia Leonardo Piepoli
1998 Bandiera dell'Italia Paolo Savoldelli Bandiera dell'Italia Dario Frigo Bandiera dell'Italia Francesco Casagrande
1999 Bandiera dell'Italia Paolo Savoldelli Bandiera dell'Italia Gilberto Simoni Bandiera dell'Italia Marco Pantani
2000 Bandiera dell'Italia Simone Borgheresi Bandiera della Svezia Niklas Axelsson Bandiera dell'Italia Paolo Savoldelli
2001 Bandiera dell'Italia Francesco Casagrande Bandiera dell'Italia Leonardo Piepoli Bandiera della Lituania Raimondas Rumšas
2002 Bandiera dell'Italia Francesco Casagrande Bandiera del Messico Julio Alberto Pérez Cuapio Bandiera dell'Italia Gilberto Simoni
2003 Bandiera dell'Italia Gilberto Simoni Bandiera dell'Italia Stefano Garzelli Bandiera della Slovenia Tadej Valjavec
2004 Bandiera dell'Italia Damiano Cunego Bandiera della Slovenia Jure Golčer Bandiera dell'Italia Gilberto Simoni
2005 Bandiera del Messico Julio Alberto Pérez Cuapio Bandiera della Russia Evgenij Petrov Bandiera dell'Italia Sergio Ghisalberti
2006 Bandiera dell'Italia Damiano Cunego Bandiera dell'Italia Luca Mazzanti Bandiera dell'Italia Eddy Ratti
2007 Bandiera dell'Italia Damiano Cunego Bandiera dell'Italia Michele Scarponi Bandiera dell'Italia Luca Mazzanti
2008 Bandiera dell'Italia Vincenzo Nibali Bandiera dell'Italia Stefano Garzelli Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo
2009 Bandiera dell'Italia Ivan Basso Bandiera della Slovenia Janez Brajkovič Bandiera della Polonia Przemysław Niemiec
2010 Bandiera del Kazakistan Aleksandr Vinokurov Bandiera dell'Italia Riccardo Riccò Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo
2011 Bandiera dell'Italia Michele Scarponi Bandiera del Portogallo Tiago Machado Bandiera dell'Italia Luca Ascani
2012 Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo Bandiera dell'Italia Damiano Cunego Bandiera della Polonia Sylwester Szmyd
2013 Bandiera dell'Italia Vincenzo Nibali Bandiera dell'Italia Mauro Santambrogio Bandiera della Francia Maxime Bouet
2014 Bandiera dell'Australia Cadel Evans Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo Bandiera della Polonia Przemysław Niemiec
2015 Bandiera dell'Australia Richie Porte Bandiera della Spagna Mikel Landa Bandiera della Rep. Ceca Leopold König
2016 Bandiera della Spagna Mikel Landa Bandiera dell'Estonia Tanel Kangert Bandiera della Danimarca Jakob Fuglsang
Tour of the Alps
2017 Bandiera della Gran Bretagna Geraint Thomas Bandiera della Francia Thibaut Pinot Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo
2018 Bandiera della Francia Thibaut Pinot Bandiera dell'Italia Domenico Pozzovivo Bandiera della Colombia Miguel Ángel López
2019 Bandiera della Russia Pavel Sivakov Bandiera della Gran Bretagna Tao Geoghegan Hart Bandiera dell'Italia Vincenzo Nibali
2020 annullata per la Pandemia di COVID-19[7]
2021 Bandiera della Gran Bretagna Simon Yates Bandiera della Spagna Pello Bilbao Bandiera della Russia Aleksandr Vlasov
2022 Bandiera della Francia Romain Bardet Bandiera dell'Australia Michael Storer Bandiera dei Paesi Bassi Thymen Arensman
2023 Bandiera della Gran Bretagna Tao Geoghegan Hart Bandiera della Gran Bretagna Hugh Carthy Bandiera dell'Australia Jack Haig
2024 Bandiera della Spagna Juan Pedro López Bandiera dell'Australia Ben O'Connor Bandiera dell'Italia Antonio Tiberi

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Vittorie per nazione[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornato all'edizione 2024.

Pos. Paese Vittorie
1 Bandiera dell'Italia Italia 29
2 Bandiera della Francia Francia 3
Bandiera della Gran Bretagna Gran Bretagna 3
4 Bandiera dell'Australia Australia 2
Bandiera della Svizzera Svizzera 2
Bandiera della Spagna Spagna 2
7 Bandiera dell'Austria Austria 1
Bandiera del Kazakistan Kazakistan 1
Bandiera del Messico Messico 1
Bandiera della Norvegia Norvegia 1
Bandiera della Russia Russia 1
Bandiera del Venezuela Venezuela 1

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il Giro del Trentino diventa Tour of the Alps, in Trentino, 6 dicembre 2016. URL consultato l'8 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2016).
  2. ^ Tour of the Alps, su Girodiruota.
  3. ^ Stefano Parolari; Alessandro Parisi; Ivo Bertamini, Giro del Trentino-Storia, su girodeltrentino.com. URL consultato il 20 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2009).
  4. ^ Giro del Trentino-Melinda 2015, su cyclingpro.net. URL consultato il 1º luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 2 luglio 2015).
  5. ^ Giro del Trentino (Ita) - Cat.2.HC, su Memoire-du-cyclisme.eu. URL consultato il 9 maggio 2015.
  6. ^ Edizione valida come Coppa Italia a squadre.
  7. ^ Coronavirus, calendario stravolto: l’elenco delle corse cancellate, su cyclingpro.net.

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