Discussione:Storia della Val Camonica (Età moderna)

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Incipit[modifica wikitesto]

Questo viene ricordato come un periodo lungo di pace (la così detta pax veneta) durante la quale i camuni poterono dedicarsi alle loro attività civili, come il commercio e taglio della legna, ma soprattutto la lavorazione del ferro. I giovani promettenti avevano la possibilità di andare a studiare all'università di Padova.

In questa età si sviluppano anche delle associazioni chiamate confraternita, schola o fraglia, formate da laici con precisi regolamenti di vita ascetica. La più famosa di queste confraternite era quella dei disciplini, presente quasi in ogni paese della valle.

Il Ducato di Milano e la Serenissima (1426-1454)[modifica wikitesto]

Il senato veneto delibera il 26 novembre 1426 che la Val Camonica è un territorio separato da Brescia, e quindi non può essere rivendicato manu militari dalla Serenissima.[1] Il 30 dicembre si firma quindi un trattato tra rappresentanti di Venezia, Firenze, Milanesi e Savoia secondo cui la Valle sarà territorio separato sotto controllo visconteo.[2]

A seguito della ripresa delle ostilità tra Milano e Venezia e della battaglia di Maclodio, il 12 ottobre 1427 i milanesi sconfitti riducono le forze in Valle Camonica. Il capitano di ventura Niccolò Piccinino contava forse troppo sugli alleati locali Federici, ma essi non poterono far molto contro il condottiero veneto Francesco Bussone detto il Carmagnola, che con un truppe scelte risaì la valle dal lago d'Iseo sino a Dalegno e insediò nel castello di Breno Giacomo Barbarigo.[3] Il 30 dicembre 1427 giunge a Venezia il messaggio:

«Etiam Vallis Camonica est in manibus nostris que omnia fecerunt nobis veram obedientiamac prestiterunt iuramentum fidelitatis et vere subiectionis»

Solamente il 10 gennaio 1428 cade il castello di Mù, difeso da Bertinzolo Federici.[2]

Da Venezia è nominato Primo Provvisore Pietro Coppi, e come Capitano di Valle Giacomo Barbarigo.[5]

Con i capitoli di Ferrara del 3 maggio 1428 si stabilisce il possesso della Val Camonica a favore della Serenissima.[2]

Con l'arrivo dei nuovi poteri i Federici, alleati di Milano, tentarono di salvare il salvabile. Antonio e Bertolasio, figli di Giovanni, con i loro fratelli ed eredi, piegatisi con estrema flessibilità al nuovo padrone veneto e ai suoi delegati, furono accettati con benevolenza ed ebbero riconosciuti i privilegi e le immunità che in passato avevano ricevuto dai Visconti, sebbene non ottennero i terreni "conquistati" nel 1409 ai Nobili di Lozio.[2]

Approfittando delle continue tensioni tra Milano e Venezia, i Camuni riuscirono a strappare alla Serenissima, guidata dal Doge Francesco Foscari, numerosi privilegi 16 maggio 1428

Inoltre la Valle Camonica ottenne concessioni riguardo questi punti:[6]

  1. la Valle Camonica potrà usufruire di propri statuti civili e criminali (Statuta Vallis Camonicae);
  2. I Camuni saranno esentati dalle tasse d'imbottato e macinato, imposte dai Visconti;
  3. Essi potranno liberamente importare il sale dalla Germania, sia per uso proprio che per gli abitanti della Val di Scalve;
  4. Saranno liberi nel commercio della "ferrarezza" (materiale ferroso), senza la tassa del fondaco imposta dal Duca di Milano;
  5. La Valle Camonica sarà sempre divisa dalla giurisdizione di Brescia e Bergamo: i governatori saranno mandati da Venezia;
  6. I vini e le gragnaglie dei porti di Lovere e Pisogne saranno esenti da tasse;
  7. Si potranno imporre dazi propri;
  8. Il territorio di Lozio, concesso dai Visconti alla Val di Scalve, sarà restituito alla Valle Camonica;
  9. La Valle Camonica riordinerà quanto prima i propri Statuti;
  10. Il tributo alla Serenissima sarà di lire 5.070 imperiali annue, in tre rate.
  • Milano

Il 5 maggio 1432 il Carmagnola è decapito a Venezia.

Giorgio Cornaro, veneziano, tenta l'invasione della Valtellina scendendo dal Mortirolo verso Titano, ma viene sconfitto dal capitano visconteo Niccolò Piccinino.[2]

Questa vittoria galvanizza i milanesi, che nel 1432, scendendo da nord, rioccupano la valle sino a Lovere, supportati dalla locale famiglia Federici. Il conte di Cemmo e Cimbergo Bartolomeo della Torre è costretto a giurare fedeltà ai milanesi.[7]

Venezia che in un primo tempo aveva deciso di non inviare truppe a supporto, crea delle cernide che rispedisce in valle e che scacciano i milanesi. A Ferrara nel 1433 viene effettuata una nuova tregua tra milanesi e veneziani che pongono la valle sotto il contro dei secondi.[2]

  • Venezia

Nel 1433 la Serenissima riconquistata la Valle, distribuisce i beni confiscati ai ribelli tra coloro i quali le erano rimasti fedeli.

Brescia avvia la richiesta a Venezia di poter assoggettare la Val Camonica ai propri statuti, ma le viene negata.[2]

«ottenesse non solo sollievo dai danni e dalle spese di guerra, ma pure la definitiva autorizzazione a riformare i propri statuti ed anche la soggezione giurisdizionale a Brescia della ValCamonica testè ridotta all'obbedienza, non senza sospetto di prossime ribellioni»

Nel 1433 Giacomo Armanno presenta al Consiglio di Valle gli Statuti di Valle Camonica. Essi vennero riveduti da una commissione di giuristi nel 1624.[2] [8].

Nel 1436 Antonio Beccaria, capitano del duca di Milano, muove verso la Valcamonica con duemila cavalli e molti pedoni, scendendo dalla Val di Corteno. Verrà fermato presso Malonno.[9]

  • Milano

Nell'estate del 1438 Pietro Visconti riapre le ostilità e, a quanto riporta Marin Sanudo, i Camuni si sollevarono contro Venezia. La Serenissima risponde inviando Bartolomeo Colleoni, Leonardo Martinengo e Paride Lodrone, i quali sconfissero il nemico infliggendo ingenti perdite.[10]

Pietro Visconti attende il ritiro delle truppe nemiche e scendendo dal passo dell'Aprica si stabilisce a Corteno. Il 15 ottobre emana il grande Diploma per la Valcamonica in 30 articoli, con il quale conferma esenzione dai dazi, libertà di statuti e di commercio della ferrarezza, diminuzione dei tributi e indipendenza da Milano per i Camuni. [11]

Bartolomeo della Torre, conte di Cemmo e Cimbergo, decide di appoggiarlo.[10]

Scende così dall'alta valle fino a giungere a Lovere il 18 settembre 1438. Consolidate le posizioni sul Lago d'Iseo torna a Breno e ne pone il Castello sotto assedio. Il castello era custodito dal Capitano di Valle Pietro Contarini.

L'assedio del castello di Breno si protrae per sei mesi ed alla fine, dopo una lunga resistenza da parte degli occupanti, tra cui gli eroici Giacomo e Lorenzo Ronchi e Mastino Leoni, la valle passa in mano milanese.[2]

Successivamente le truppe venete guidate da Pasquale Malpiero risalirono la valle e cinsero d'assedio il castello di Breno. Stavolta gli assedianti erano milanesi e non supportati da aiuti furono costretti a rendere la rocca ai veneziani.[2]

  • Venezia

Il 9 aprile 1440 la Serenissima confermò diversi privilegi in Val Camonica, ma venne inoltre presa l'ingiuriosa decisione di far giungere nuovo "Capitanio" di Valle non più da Venezia, ma Brescia, il quale rimaneva in carica un solo anno.[2]

Tra i traditori venne scacciato il conte di Cemmo-Cimbergo Bartolomeo della Torre, ed i suoi possedimenti vennero affidati ai conti Lodrone.[2]

  • Milano

Nel 1441 il capitano milanese Niccolò Piccinino guida una nuova spedizione in Val Camonica. Nello stesso anno Lovere decide di donarsi a Bergamo.[12]

Il castello di Breno è posto nuovamente sotto assedio e difeso dal Castellano Giovanni Negroboni, che solo grazie all'intervento di Pietro Avogrado riesce a far riconquistare la Vallata alla Serenissima.[2]

  • Venezia

Venezia riconferma i privilegi alla Vallata ribelle, ma fece anche stilare dei "capitolati di sottomissione" dei vari abitati che erano insorti.

Nel 1446 la Riviera, Lonato e la Valle Camonica chiedono a Venezia di poter eleggere il proprio reggente autonomamente, oppure fornendo una "quaterna di nomi" deferita ai Rettori Veneti di Brescia. Non si ottenne risposta dalla Dominante.[2]

Nel 1447 Minolo Federici conquista la rocca di Corteno per i milanesi. Nel 1449 verrà riconquistata da Venezia ed il Federici venne tradotto nelle carceri venete. [13]

  • Milano

Nel 1453, destituita l'Aurea Repubblica Ambrosiana, il nuovo duca di Milano Francesco I Sforza decide una nuova invasione della Valcamonica[14].

Il 5 dicembre 1453 è a Lovere dove conferma il privilegio in copia a quello di Pietro Visconti del 1438: la Valle Camonica è conquistata dai capitani Morello Scolari da Parma, Sagromoro Visconti e Bartolomeo Colleoni (ora agli ordini di Milano). [15]

Il castello di Breno, difeso da Pietro Contarini, Capitanio di Valle, Nicolò Rizzi, Castellano, Decio Avogadro, Pasino Leoni e la famiglia brenese dei Ronchi oppone una fiera resistenza. L'assedio inizia nel novembre 1453, supportato dai Federici. [2]

Francesco Sforza, avendo difficoltà a risolvere l'assedio, ordina al Colleoni di presentarsi con 1500 uomini e tramite l'uso dell'artiglieria da fuoco (qui utilizzata per la prima volta in Valcamonica) i milanesi riescono a far capitolare la rocca. [16]

L'unico bastione che non capitola è il castello di Lozio, difeso da Bartolomeo Nobili e da Giacomo Ronchi, eroico difensore del primo assedio del castello di Breno.

  • Venezia

Il 15 febbraio 1453 Bartolomeo Colleoni si dimette dagli Sforza e passa a Venezia, riconquistando tutti i territori (Valle Camonica compresa) a favore di questa. [17]

Con la Pace di Lodi stilata tra le potenze di Milano e Venezia il 9 aprile 1454, il territorio dei camuni passò definitivamente alla Serenissima, alla quale resterà sottomesso fino al 1797.

Nel 1455 venne inoltre decretata la distruzione di tutti i castelli, rocche e torri della Valle Camonica; rimasero in piedi solo quello di castello di Breno, sede della guarnigione di Valle, quello di Corteno, il castello di Lozio dei Nobili, il castello di Cimbergo dei Lodrone ed il castello di Gorzone dei Federici, avviato a divenire una casa signorile.

Nello stesso anno si delibera di costruire un Palazzo della Ragione in Breno.[18]

  1. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 285.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o Storia della Valle Camonica - Venezia, su intercam.it. URL consultato il 23 novembre 2008.
  3. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 87.
  4. ^ Irma Valetti Bonini, Le Comunità di valle in epoca signorile, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1976, p. 170.
  5. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 294.
  6. ^ Gian Maria Bonomelli, Storia di Gorzone e del suo castello, Darfo Boario Terme, Armando Armanini, 1972, p. 25.
  7. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 320.
  8. ^ Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Tipolitografia Valgrigna, Esine, 1996, pg. 150
  9. ^ Giacomo Bianchi, La magnifica comunità di Corteno Golgi, Brescia, Massetti Rodella Editore, 2005 [1979], p. 64.
  10. ^ a b Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 342.
  11. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 344.
  12. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 90.
  13. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 377.
  14. ^ Giacomo Bianchi, La magnifica comunità di Corteno Golgi, Brescia, Massetti Rodella Editore, 2005 [1979], p. 68.
  15. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 287.
  16. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 393.
  17. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 395.
  18. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 91.
Nota: Valetti Bonini potrebbe essere una buona fonte, ma va verificata (stante la comprovata tendenza al gioco con le fonti di LH); intercam.it è un sito commerciale di affidabilità storica tutta da comprovare

XV° e XVI° secolo[modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Streghe di Valle Camonica.

Il 10 giugno 1470 il Consiglio di Valle offre a Venezia 100 ducati di ferro e lamiera da usare nelle guerre contro i Turchi.[1]

Il 21 ottobre 1482 Marin Sanudo è in Valle Camonica.[2]

Il 29 marzo 1484 Svizzeri e milanesi minacciano d'invadere la Valle Camonica: Paride Lodrone respinge l'attacco. [3]

Nel 1496 Massimiliano d'Austria, imperatore del sacro romano impero, attraversa l'alta Valle Camonica scendendo dal passo del Tonale e risalendo dal passo dell'Aprica; sarà alloggiato a Vezza d'Oglio da Bertoldo Federici.[4]

  1. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 403.
  2. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 411.
  3. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 413.
  4. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 425.
Nota: la voce Massimiliano I d'Asburgo, adeguatamente referenziata, ricorda discese in Italia dell'imperatore nel 1495 e nel 1498, non nel 1496.

Francesi e spagnoli[modifica wikitesto]

Nel 1509 la Valcamonica è sotto il controllo di Luigi XII re di Francia: la Lega di Cambrais aveva infatti sconfitto Venezia nella battaglia di Agnadello, dove tra le schiere della Serenissima militavano anche dei Camuni sotto il comando di Bortolo Malegno. [1]

Sono ricordati i traditori, chiamati così già al tempo, che tentarono di strappare la Valcamonica e consegnarla al castello francese di Tirano: Filippo Pietro ed Antonio Federici di Edolo, Giovanni Franceschini di Vezza, Giovanni Tabachini dell'Aprica, il Motti del Buso e Rona suo fratello, tutti quelli della famiglia Antonioli di Monno e alcuni di Saviore. Il patto, stipulato in casa di Filippo Federici il 24 maggio 1509, permette al duca di Tirano Giacomo Trivulzio, che si faceva chiamare Dux Gallorum, di occupare la Valcamonica.

Il territorio tornerà sotto il controllo veneto con la pace di Noyon, nel 1512, grazie anche allo stato dei Grigioni, si scacciarono i francesi dalla Valtellina.[2]

In questo periodo Vincenzo Ronchi, partigiano alla macchia sui monti, si adopera affinché Venezia riacquisti la Valle.[3]

Nel 1509 Leonardo da Vinci disegna una mappa della Valle Camonica, conservata nel Codice Atlantico a Windsor[4]

Il 18 gennaio 1512 Valerio Paitone e Vincenzo Ronchi assaltano e conquistano il castello di Breno, e la Valle ritorna Veneziana. Verrà riconquistata in breve tempo da Gaston de Foix-Nemours.[5]

Nel 1513 la Valle Camonica passa sotto il dominio Spagnolo, ed il 13 gennaio la Comunità di Valle invia i suoi messi a Milano per fare riconferma dei suoi statuti e diritti.[6]

Il 18 marzo 1516 i Lodrone d'accordo con gli Spagnoli saccheggiano i paesi di Monno, Bienno, Saviore e Breno. Qui imposero una taglia di 508 ducati che versò quasi tutta Giroldo Ronchi, per evitare la distruzione del paese.[7]

Nel 1516 Massimiliano d'Austria, imperatore del sacro romano impero risale dalla Valcamonica per tornare in Germania. Temendo una sollevazione della popolazione Camuna il conte Antonio Lodrone si reca a Breno imponendosi al Consiglio di Valle.[8]

L'imperatore è ad Edolo il 9 aprile, ed il 25 maggio 1516 Venezia riottiene la Val Camonica, che terrà in modo continuativo fino al 1797.[9]

  1. ^ Antonio Guadagnini, Federico Odorici, Memorie storiche della Valcamonica, Brescia, Tipolitografia Venturini, 1857, p. 132.
  2. ^ Giacomo Bianchi, La magnifica comunità di Corteno Golgi, Brescia, Massetti Rodella Editore, 2005 [1979], p. 69.
  3. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 474.
  4. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 458.
  5. ^ Antonio Guadagnini, Federico Odorici, Memorie storiche della Valcamonica, Brescia, Tipolitografia Venturini, 1857, p. 134.
  6. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 498.
  7. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 514.
  8. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 517.
  9. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 522.
Nota: Il trattato di Noyon è del 1516, non del 1512. Del presunto attacco al castello di Breno del 1512 il sito sulla storia del castello che mi pare affidabile [1] non fa cenno. Dei fatti qui attribuiti al casato, la pur ricca voce Lodron non parla, né Massimiliano I d'Asburgo di questo passaggio in Val Camonica nel 1516.

La Pax Veneta[modifica wikitesto]

Nel 1518 la Serenissima riduce da 60 a 25 gli uomini del castello di Breno, ritenuto non più adatto a fungere da baluardo difensivo.[1]

Vi sono nuovamente scontri tra i vicini di Borno e gli abitanti della Valle di Scalve per il possesso del monte Negrino (questione aperta dal XI secolo). Venne quindi fatto un modello del monte conteso e portato al Consiglio Veneziano, che decise la proprietà.[2]

Nel 1537 e 38 la Comunità di Valle Camonica versa tributi per riparare le mura di Orzinuovi e alcune fortificazioni del Friuli.[3]

Il 15 luglio 1551 quattromila lanzichenecchi attraversano la Valle Camonica.[4]

Il 24 luglio 1552 il Principe di Salerno si trova a Breno. [5]

Il 17 marzo 1570 il Consiglio Generale delibera l'invio di 40.000 chilogrammi di ferro crudo a Venezia per la lotta contro i Turchi, e nel 1571 alcuni camuni parteciparono sotto insegne Veneziane alla battaglia di Lepanto.[6]

Si riporta che nel 1573, su 50 mila abitanti, solo 20 mila erano communicandi, molte donne si recavano in chiesa senza il velo sulla testa, vi era abuso di balli pubblici nelle giornate festive e non si pubblicavano i nomi degli inconfessi propter periculum sacerdotis.[7]

Per questo motivo tra il 24 agosto ed il 6 settembre del 1580 avviene in Valle la visita pastorale di San Carlo Borromeo, volta a rinvigorire la fede cattolica. [8]

Nel 1612 Brescia richiede alla Comunità di Valle Camonica di contribuire maggiormente con gabelle straordinarie alle uscite della città. La Comunità invia oratori a Venezia ed il Doge sentenza che la Val Camonica non sarebbe stata soggetta ad alcuna gabella esterna se non per deliberazione del Consiglio dei Pregadi.[9]

Sotto la Repubblica di Venezia si organizzavano delle cernide alle quali partecipavano uomini da tutti i paesi della Valle tra i 18 ed i 40 anni.

I soldati dovevano presentarsi una volta l'anno presso Cemmo o Breno dove effettuavano delle Mostre, ovvero parate militari. Per questo incomodo i civili erano rimborsati della giornata di lavoro persa da parte delle vicinie.

Un documento del 1588 ci definisce l'entità dell'apparato militare camuno:[10]

«Nota degli uomini dalli 18 fino alli 40 anni nel mese di settembre 1588: Paisco 13, Edolo 150, Dho 41, Cerveno 173, Cemmo 189, Malonno 146, Cevo 59, Breno 175, Bienno 205, Cividate 62, Darfo 136, Sonico 100. Somma totale degli uomini della Valcamonica era 4512»

  1. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 531.
  2. ^ Antonio Guadagnini, Federico Odorici, Memorie storiche della Valcamonica, Brescia, Tipolitografia Venturini, 1857, p. 138.
  3. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 96.
  4. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 575.
  5. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 578.
  6. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], p. 586.
  7. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], pp. 601 - 605.
  8. ^ Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996, p. 134.
  9. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 97.
  10. ^ Franco Bontempi, Storia del comune di Sonico, Padova, Upsel Domenighini, 2003, p. 330, ISBN 88-7126-215-8.
La già citata fonte sulla storia del castella parla di sei e non di sessanta uomini. Sugli abitanti: fonte affidabile parla di 45.000 all'inizio del Seicento: sicuri fossero di più trent'anni prima?

XVII° e XVIII° secolo[modifica wikitesto]

Nel 1629 sono costruite dei forti:due a Corteno, uno a Cortenedolo, tre ad Edolo, tre a , uno a Monno presso il Mortirolo, due a Ponte di Legno per i passi del Tonale e del Gavia, uno a San Zenone di Demo e uno al ponte di Cedegolo.[1]

Nel 1630 scoppia l'epidemia di Peste. Molte località ricordano ancora tristemente i luoghi delle fosse comuni (come la località "i Morti" di Berzo Demo).

Nel 1658, secondo le indicazioni delle Cancellerie di Breno, la Valle Camonica contava 48 comuni, 80 parrocchie e 53.766 abitanti.[2]

Nel 1698 padre Gregorio Brunelli riporta che in Valle Camonica esistono circa venti ponti sul fiume Oglio.

Vi sono anche dei barconi sul fiume tra Corna e Darfo (oggi Darfo Boario Terme) e tra Volpino e Piano.[3]

Dal 1718 agisce in Valle Camonica il temibile brigante Giorgio Vicario, talmente potente che di narra che la "sbirraglia cittadina" che risaliva il lago doveva chiedere il suo permesso per sbarcare a Pisogne. Nel 1725 sul suo capo pendeva una taglia di 500 ducati, e da lì a breve venne ucciso da un altro brigante, Giuseppe Secchi, che dopo averlo atterrato con due colpi di moschetto presso Lovere, ne troncò la testa e la spedì condita di sale e con foglie d'alloro a Venezia per ottenerne la taglia. Il Consiglio dei Dieci ne rimase talmente disgustato da rifiutarsi di erogare il premio, ma anzi obbligandolo al bando.[4]

Nel 1754 lo stato dei Grigioni rende carreggiabile la strada che sale fino all'Aprica e chiede al governo veneziano di fare la stessa cosa sull'altro versante. [5] L'opera sarà eseguita da Lodivico Panzerini di Cedegolo, ma alla fine dei lavori le comunità di tutti i comuni della Valcamonica (eccetto Cedegolo) denunciano al podestà di Brescia (Pier Andrea Capello) soprusi per la ricostruzione della valleriana ad opera del Panzerini. Egli era il signorotto più potente della valle, che eseguì i lavori di ricostruzione atterrando muraglie, abbattendo cascinali e facendo scorrere la via attraverso campi fertili. Il senato veneto manda in Valcamonica degli inquisitori a valutare l'operato del Panzerini e del cancelliere Vielmi, ma dopo una minuziosa ispezione si ritiene che gli imputati siano esenti da qualunque colpa e inoltre l'infelicissimo Panzerini, che è particolarmente bersagliato dai suoi perfindi nemici, non solo ha distratto denaro pubblico, ma, a conti fatti, è risultato creditore verso la valle di non tenue somma.[6]

Il 7 settembre 1764 il Senato Veneto emette la deliberazione che permette di prendere parte alle deliberazioni della vicinia ai forestieri risedenti in un paese da più di 50 anni.(Testo della deliberazione disponibile su wikisource)[7]

  1. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 97.
  2. ^ Gian Maria Bonomelli, Storia di Gorzone e del suo castello, Darfo Boario Terme, Armando Armanini, 1972, p. 27.
  3. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei Popoli Camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 13.
  4. ^ Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 111.
  5. ^ Giacomo Bianchi, La magnifica comunità di Corteno Golgi, Brescia, Massetti Rodella Editore, 2005 [1979], p. 78.
  6. ^ Giacomo Bianchi, La magnifica comunità di Corteno Golgi, Brescia, Massetti Rodella Editore, 2005 [1979], p. 80.
  7. ^ Gian Maria Bonomelli, Storia di Gorzone e del suo castello, Darfo Boario Terme, Armando Armanini, 1972.
Nota: sul bandito, il sito del comune di Pisogne riporta dati in gran parte simili a questi, ma con meno dettagli: inseriti quelli, con fonte. Il testo su Wikisource è opera di LH ([2]), quindi rischia di riportare tutte le problematicità del caso

La fine del Serenissimo Dominio[modifica wikitesto]

Nel 1796 Napoleone Bonaparte invade i territori della Serenissima, che si era dicharata neutrale nelle guerre franco-austriache. Il 12 marzo 1797 Bergamo passò tramite un'insurrezione alla Francia, ed il 18 marzo accadde la stessa cosa a Brescia, fomentata da 118 persone.[1]

Caduta Brescia, le valli Camonica, Trompia e Sabbia, separate dei domini veneti, dubitavano sul da farsi. Capitano di Valle era G. Montini, Vicario il conte G. Emilii ed il Sindaco di Valle T. Quartari e Avvocato di Valle G. Vielmi. Giunsero in valle i rivoluzionari di Brescia chiedendo l'unione alla causa, ed allo stesso tempo i Triumplini e Sabbini per la richiesta opposta. Segretamente vennero inviati nunzi a Venezia che ritorrnarono col messaggio che la valle simanesse fedele e si armasse quanto fosse possibile.[1]

Si arruolarono cernide e si pose blocco a Pisogne sotto il comndo del Vielmi: nessuno poteva recarsi in valle con la coccarda tricolorata e tutti i passeggeri che sbarcavano dovevano gridare viva San Marco!.[1]

Il Capitano di Valle G. Montini, invece di organizzare le difese, fuggì nottetempo da Breno a Brescia a cercare qualche carica nel nuovo governo.[1]

Inizialmente i francesi non avevano preso parte, ma avevano solo appoggiato, le sollevazioni giacobine nelle città della Serenissima. Quando però dichiararono apertamente di entrare a fare la parte della rivoluzione, prima l'armata delle valli bergamasche, poi quella camuna, si dissipò.[1]

A questo punto tutti coloro che si erano trovati schierati con il governo veneto (ad esempio il Vielmi) o possedevano antichi privilegi derivanti dall'ancient regime (come i nobili Federici di Darfo) pensarono ad emigrare.[1]

  1. ^ a b c d e f Bortolo Rizzi, Illustrazione della Valle Camonica, Bornato, Arti Grafiche Sardini, 1974 [1870], pg. 223.
Nota: nel caso fossero verificate, queste informazioni dovrebbero comunque andare in Storia della Val Camonica (Età contemporanea)

Cultura[modifica wikitesto]

Alcune documetazioni storiche che parlano dei camuni durante l'epoca veneta:

«...Gente semplice e di pochissimo ingegno che avriano bisogno più di predicatori prudenti che di persecutori con severe animadversioni....»

«La Valle Camonica è luogo più sterile che fruttuoso et abitato per la moazor parte più da ignoranti che altramente, gente gozzuta, quasi tutta deforme al possibile, senza alcuna regola di vivere civile»

«Tra i Camuni si trovano una infinità di matti, stupidi, insensati, nati solo a consumar li frutti della terra e non sono atti ad esercitio alcuno... et vi sono infiniti poveri e miserabili persone...»

All'interno dei Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni di Gregorio Brunelli si legge che alla fine del '600 gli uomini vestivano con abiti in pelle di camoscio e le donne con 'ninfe, o collari a trippe, vestite tutto l'inverno con pellicce come le donne tedesche.[2]

Le abitazioni erano esclusivamente in pietra, coperte da coppi, e le uniche costruzioni in canne e bitume sono sparse tra le coste di Borno ed Edolo. [2]

Gli abitanti sono molto gelosi dei propri terreni, tanto che spesso per ogni pezzetto di terreno si fanno litigi e se ne difendono le ragioni fino con le armi alla mano. [2]

  1. ^ a b c Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996, p. 113.
  2. ^ a b c Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 43.
Nota: il passo di Giovanni da Lezze è citato, lievemente differente, in fonte verificabile: sostituito

Economia[modifica wikitesto]

Gregorio Brunelli spiega come, in virtù delle consutudini precedenti e della sua autonomia, in Val Camonica vi è un "particolare prezzo delle monete e singolare metro di peso e di misura distinto da quello di Brescia e Bergamo". Poiché però sotto il dominio veneto era stata chiesta un'armonizzazione delle misure, gli "statuti hanno comparato la moneta all'usanza veneta, soprattutto le libbre e il quattrino, per evitare difficoltà dei conti e l'imbroglio." [1]

Per controllare l'uguaglianza dei pesi e misure in tutta la vallata si nomina due bolladori accennati, uno dei quali proveniente da uno dei pievanati camuni, un ufficiale del Capitano di Valle e un altro ministro che, entro un mese dall'insediamento del nuovo Capitano di Valle, passano di pievatico in pievatico e in ogni comune al fine di bollare tutti i vasi, i pesi e le misure col bollo del nuovo Capitano.[1]

La tassazione proporzionale è basata sui beni descritti nell' estimo generale, documento che si compila ogni dieci anni da un notaio e che è singolo per ogni comune.[1]

Le tasse, che sono deliberate dal Consiglio dei Ragionati de vengono consegnate al Tesoriere.[1]

Le fiere si facevano a Breno nel giorno di Sant'Antonio abate, a Vezza il giorno di San Michele, e tutti i sabati a Pisogne.[2]

  1. ^ a b c d Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 56-57.
  2. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 43.

Riporto cronologia di Comunità di Val Camonica, voce unita perché non è altro che parte del paragrafo "Amministrazione" di questa voce, dotata di voce a sé nel quadro del POV portato avanti da LH (moltiplicare oltre il lecito le voci dedicate alla Val Camonica, imporre la tesi di una straordinaria continuità etnico-culturale che, attraverso i millenni, avrebbe caratterizzato la Val Camonica, dai Camuni paleolitici a oggi - nb: nella versione di Comunità di Val Camonica di LH [3] c'erano espliciti rimandi, già corretti perché del tutto immotivati, alla Res Publica Camunnorum di età romana).--CastaÑa 00:47, 7 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Cronologia
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    * (corr) (prec) 00:10, 17 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (19.384 byte) (→Amministrazione) (annulla)
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    * (corr) (prec) 13:20, 9 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (18.609 byte) (→Repubblica di Venezia) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:14, 4 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (18.559 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:12, 4 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (18.488 byte) (→Economia) (annulla)
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    * (corr) (prec) 14:54, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (17.559 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:40, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (15.973 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:32, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.701 byte) (→Comunità) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:31, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.700 byte) (→Repubblica di Venezia) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:27, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.696 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:15, 3 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.702 byte) (→Cariche) (annulla)
    * (corr) (prec) 20:04, 1 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.322 byte) (→Consigli) (annulla)
    * (corr) (prec) 20:04, 1 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.320 byte) (→Cariche) (annulla)
    * (corr) (prec) 20:04, 1 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.318 byte) (→Amministrazione) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:36, 31 dic 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.812 byte) (→Stemma) (annulla)
    * (corr) (prec) 01:59, 14 dic 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.191 byte) (→Amministrazione) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:19, 24 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) m (11.174 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:17, 24 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.189 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:02, 23 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (10.666 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:27, 22 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.898 byte) (→Note) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:26, 22 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.848 byte) (→Repubblica di Venezia) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:02, 22 nov 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.839 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:39, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.818 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:35, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.466 byte) (→Repubblica di Venezia) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:25, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (10.674 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:09, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (10.579 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:03, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (10.524 byte) (→Signoria Viscontea) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:42, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (9.878 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:21, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (9.766 byte) (→Storia) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:07, 30 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (9.525 byte) (→Storia) (annulla)
    * (corr) (prec) 16:03, 28 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (9.114 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:57, 28 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (8.668 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 10:17, 20 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (7.182 byte) (→Storia) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:43, 5 set 2008 Rago (discussione | contributi) (7.004 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:04, 1 set 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.984 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 20:11, 5 ago 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.940 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:03, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.988 byte) (→Storia) (annulla)
    * (corr) (prec) 22:21, 20 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.966 byte) (→Amministrazione) (annulla)
    * (corr) (prec) 11:43, 12 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.929 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 10:19, 26 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.834 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 10:18, 26 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.833 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 23:59, 22 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.622 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:37, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.591 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:25, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.543 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:25, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.545 byte) (→Storia) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:23, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.467 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:17, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.379 byte) (→Stemma) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:16, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.372 byte) (→Statuti di Valle Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:15, 21 giu 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (6.370 byte) (←Nuova pagina: La '''Comunità di Valle Camunica''' fu un organismo amministrativo della Valle Camonica durante il periodo veneto (dal XV al XVIII secolo) =...)

Scorpori effettuati secondo Progetto:Rimozione contributi sospetti/Lord Hidelan--CastaÑa 00:10, 23 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Cronologia di Religione in Val Camonica
    * (corr) (prec)  19:35, 21 mag 2009 Castagna (discussione | contributi) m (25.514 byte) (WIP) (annulla)
    * (corr) (prec) 04:08, 8 mag 2009 Gliu (discussione | contributi) m (25.410 byte) (-wlink, pagina cancellata using AWB) (annulla)
    * (corr) (prec) 07:50, 26 apr 2009 FrescoBot (discussione | contributi) m (25.430 byte) (Bot: orfanizzo pagine cancellate) (annulla)
    * (corr) (prec) 00:12, 17 apr 2009 FrescoBot (discussione | contributi) m (25.457 byte) (Bot: orfanizzo pagine cancellate) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:50, 3 apr 2009 Erinaceus (discussione | contributi) m (25.461 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 13:26, 3 apr 2009 Erinaceus (discussione | contributi) m (25.505 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 21:28, 16 mar 2009 Castagna (discussione | contributi) m (25.510 byte) (ha spostato Religione in Valle Camonica a Religione in Val Camonica tramite redirect: uniformo) (annulla)
    * (corr) (prec) 10:20, 13 mar 2009 Ggg (discussione | contributi) (25.510 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 22:28, 28 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (25.509 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:44, 24 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (25.305 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:32, 24 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (24.322 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:20, 24 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (23.207 byte) (→Parrocchie di Val Camonica) (annulla)
    * (corr) (prec) 17:28, 24 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (18.784 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 23:40, 21 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (17.368 byte) (→Età romana) (annulla)
    * (corr) (prec) 01:15, 20 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (17.351 byte) (→Età romana) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:28, 13 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) m (16.932 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:46, 13 feb 2009 79.41.97.249 (discussione) (16.880 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 18:40, 13 feb 2009 79.41.97.249 (discussione) (16.728 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:01, 12 feb 2009 Omar Zani (discussione | contributi) (16.477 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 00:07, 2 feb 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.220 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:15, 27 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.184 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 23:41, 17 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.202 byte) (Annullata la modifica 21421103 di Wiesweis (discussione)) (annulla)
    * (corr) (prec) 23:28, 17 gen 2009 Wiesweis (discussione | contributi) (14.476 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:50, 13 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.202 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:28, 10 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (14.202 byte) (→Ebraismo) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:33, 9 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.772 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:29, 5 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.519 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:29, 5 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.515 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:29, 5 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.514 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:28, 5 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.575 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:09, 4 gen 2009 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.575 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 16:54, 11 ott 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.161 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 16:52, 11 ott 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (13.163 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:28, 17 set 2008 Formica rufa (discussione | contributi) m (12.161 byte) (→Cristianesimo: fix link dopo spostamento) (annulla)
    * (corr) (prec) 12:36, 9 set 2008 Ripebot (discussione | contributi) m (12.187 byte) (Bot: correggo errori comuni e/o sostituzioni standard) (annulla)
    * (corr) (prec) 17:23, 23 ago 2008 Barsanti (discussione | contributi) (12.184 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 16:31, 9 ago 2008 151.48.172.51 (discussione) (12.183 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 16:29, 9 ago 2008 151.48.172.51 (discussione) (12.172 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 20:09, 5 ago 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (12.171 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:42, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (12.022 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:39, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.998 byte) (→Argomenti correlati) (annulla)
    * (corr) (prec) 19:38, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.982 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:10, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.982 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:08, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.978 byte) (→Cristianesimo) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:03, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.973 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 15:02, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.951 byte) (→Folklore) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:56, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.830 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:56, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) m (11.832 byte) (annulla)
    * (corr) (prec) 14:55, 30 lug 2008 Lord Hidelan (discussione | contributi) (11.766 byte) (←Nuova pagina: La storia della '''religione in Valle Camonica''' si sviluppa attraverso i culti antichi della civiltà degli antichi Camuni sino all'arrivo del [[cattolicesimo...)

Da controllare[modifica wikitesto]

Materiale inserito con lo scorporo, da verificare come sopra--CastaÑa 00:22, 23 mag 2009 (CEST) Il 7 agosto 1558 la Vicinia di Edolo confina, con una curiosa deliberazione, le Rughe (dei vermi) lontani dai campi coltivati. Le Rughe possiedono pure un loro avvocato difensore, tale Bernardo di Fonatti. Ciò, a detta del Lorenzi, è una dimostrazione di come ancora nel XVI secolo vi fosse nella società camuna un substrato animista.(Testo delle deliberazione disponibile su wikisource)[1][rispondi]

A seguito della persecuzione contro le streghe si riporta che nel 1573, su 50 mila abitanti, solo 20 mila erano communicandi, molte donne si recavano in chiesa senza il velo sulla testa, vi era abuso di balli pubblici nelle giornate festive e non si pubblicavano i nomi degli inconfessi propter periculum sacerdotis.[2]

Per questo motivo tra il 24 agosto ed il 6 settembre del 1580 avviene in Valle la visita pastorale di San Carlo Borromeo, volta a rinvigorire la fede cattolica. [3] Nel 1580 iniziò la Visita Pastorale del Cardinal Borromeo. Il 4 marzo 1580 a Brescia eleggeva a suo convisitatore delegato per la Valle Camonica il Rev.do Bernardino Tarugi di Montepulciano, Dottore in Legge e suo famigliare Carissimo.

Il 5 marzo la visita iniziava da Lovere, per poi continuare:

  • dal 5 al 9 marzo : Lovere (5), Bossico(6), Qualino (8), Corti-Volpino (9).
  • dal 9 al 10 marzo: Rogno (9), Monti (9), Anfurro (10).
  • dal 11 al 12 marzo: Angolo (11), Mazzunno (11), Gorzone (11?).
  • il 13 marzo: Erbanno (13),Amgone (13), Annunziata (13).
  • dal 14 al 15 marzo: Borno (14).
  • dal 15 al 18 marzo: Ossimo (15), Lozio (17), Malegno (18).
  • dal 18 al 19 marzo: Losine (18), Cerveno (18), Ono San Pietro (18).
  • dal 19 al 21 marzo: Cemmo (19), Pescarzo (20), Sellero (21).
  • Il 22 marzo: Paisco (22), Loveno (22).
  • Il 23 marzo: Malonno (23)
  • dal 24 al 27 marzo: Edolo (24), Santicolo (25), Corteno Golgi(25), Cortenedolo (26), Incudine (27),Vezza (27),
  • Il 28 marzo: e Vione.
  • Il 29 marzo: Villa (9), Ponte di Legno (29).
  • Dal 10 al 16 aprile: Monno (10), Sonico (11), Garda (11), Berzo Demo (12), Cevo (12), Saviore (13), Valle di Saviore (13),Grevo (13), Paspardo (13),Nadro (13), Cimbergo (13),Ceto (14), Braone (14), Niardo (15), Breno (16).
  • Dal 16 al 21 aprile: Astrio (16),Bienno (16),Prestine (17), Monastero di S. Pietro (Eremo di Bienno)(17), Berzo Inferiore (17), CividateCamuno (19), Esine (21).
  • Dal 22 al 24 aprile: Corna–Montecchio (22) , Darfo (22), Gianico (23), Artogne (24)
  • Dal 25 al 28 aprile: Vissone (25), Fraine(25),Sonvico (26),Grignaghe (26), Seniga (26), Pisogne (26),Toline (28).[4]

Dal 21 agosto al 6 settembre tornando dalla Val Trompia, dal Colle di S. Zeno scese a Fraine e si fermò a Pisogne.

  • Il 23 agosto a Malonno.
  • Il 24 agosto a Edolo.
  • Il 25 agosto a Vezza d’Oglio.
  • Il 26 agosto a Ponte Da legno
  • Il 27 agosto a Corteo.

Poi fece ritorno e dal 29 agosto al 2 settembre fu a Breno

  • Il 3 settembre a Borno.
  • Il 4 e 5 settembre a Lovere
  • E il 6 settembre transitò per la Val Cavallina e da Bergamo rientrò in Milano. [5]

Qualcuno sostiene che non fu personalmente il Cardinal Borromeo a visitare tutti i paesi ma il suo convisitatore. Comunque per ogni chiesa e paese visitato vi si conservano gli scritti e i decreti emanati da S. Carlo.

In tutti questi secoli, fino alla Controriforma sono convissuti, assieme alla religione cattolica, una serie di culti ancestrali diffusi tra la popolazione. Un esempio tra tutti è il ricordo della processione che si teneva nel comune di Vione presso una pietra sacra con un buco tondo, dove la gente del luogo chiedeva la pioggia, invocando Santa Paola. Essa venne ditrutta su ordine diretto di San Carlo Borromeo dal prete locale Stefano Camadini nel 1580, utilizzando una mazza di ferro.[6]

La Val Camonica venerava come speciali protettori San Siro, San Maurizio e San Francesco.[7]

  1. ^ Roberto Andrea Lorenzi, Medioevo camuno - proprietà classi società, Brescia, Grafo, 1979, p. 90.
  2. ^ Romolo Putelli, Intorno al castello di Breno: storia di Valle Camonica, Lago d'Iseo e vicinanze da Federico Barbarossa a S. Carlo Borromeo, Brescia, La Nuova Cartografica, 1989 [1915], pp. 601 - 605.
  3. ^ Lino Ertani, La Valle Camonica attraverso la storia, Esine, Tipolitografia Valgrigna, 1996, p. 134.
  4. ^ Angelo Valsecchi, Visita Apostolica e Decreti di Carlo Borromeo alla Diocesi di Brescia. IV. LA VALLECAMONICA, Brixia Sacra, 2004, LVII , LVIII, LIX,LX. LXI. LXII, LXIII, LXIV.
  5. ^ Giacomo Goldanga, Ossimo e le sue contrade, Tipografia Mattia Quetti, 1989, p. 41.
  6. ^ Massimo Prevideprato, Tu hai renegà la fede - Stregheria ed inquisizione in Valcamonica e nelle Prealpi lombarde dal XV al XVIII secolo, Brescia, Vannini, 1992, p. 51.
  7. ^ Gregorio Brunelli, Curiosi trattenimenti contenenti ragguagli sacri e profani dei popoli camuni, a cura di Oliviero Franzoni, Breno, Tipografia Camuna, 1998 [1698], p. 40.
Nota: la storia dei vermi è stata riformulata secondo fonte immediatamente verificabile; la cronaca passo passo della visita pastorale (peraltro da confermare) è palesemente non enciclopedica