Noto (Italia): differenze tra le versioni

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=== Periodo tardoantico ed arabo ===
=== Periodo tardoantico ed arabo ===
Durante il periodo tardo-romano nella sua zona fu costruita la Villa Romana del Tellaro (IV secolo). Dopo l'occupazione della [[Sicilia]] ([[535]]-[[555]] circa) da parte delle legioni bizantine dell'Imperatore [[Giustiniano]], il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'[[864]] Noto dopo 30 anni di assedio furono proprio gli invasori ad arrendersi perché all'interno c'era da bere e mangiare per secoli infatti fu nominata capoluogo di provincia in arabo la parola ( "VAL" significa amministrazione provinciale) [[Arabi]] del ras Khafaja ben Sufyan, che la fortificarono. Data l'importanza attribuita alla città dagli Arabi, Noto divenne, nel [[903]], capovalle e il suo territorio registrò la razionalizzazione dell'agricoltura e la promozione dei commerci. Fu insediata anche l'industria della seta, sfruttando la presenza di gelsi nel territorio.
Durante il periodo tardo-romano nella sua zona fu costruita la Villa Romana del Tellaro (IV secolo). Dopo l'occupazione della [[Sicilia]] ([[535]]-[[555]] circa) da parte delle legioni bizantine dell'Imperatore [[Giustiniano]], il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'[[864]] Noto fu occupata dagli [[Arabi]] del ras Khafaja ben Sufyan, che la fortificarono. Data l'importanza attribuita alla città dagli Arabi, Noto divenne, nel [[903]], capovalle e il suo territorio registrò la razionalizzazione dell'agricoltura e la promozione dei commerci. Fu insediata anche l'industria della seta, sfruttando la presenza di gelsi nel territorio.


===Dai Normanni agli Aragonesi===
===Dai Normanni agli Aragonesi===

Versione delle 03:56, 11 ago 2012

Noto
comune
Noto – Veduta
Noto – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Sicilia
Libero consorzio comunale Siracusa
Amministrazione
SindacoCorrado Bonfanti (PD - FLI - UdC - MpA) dal 13-6-2011
Territorio
Coordinate36°53′00″N 15°05′00″E / 36.883333°N 15.083333°E36.883333; 15.083333 (Noto)
Altitudine152 m s.l.m.
Superficie551,12 km²
Abitanti24 131[1] (31-12-2011)
Densità43,79 ab./km²
FrazioniBaulì, Calabernardo, Castelluccio, Cipolla, Coda di Lupo, Falconara, Fondo Morte, Lenzavacche, Lido di Noto, Madonna Marina, Pantano Longarini, Pietà San Giovannello, Reitani, Rigolizia, San Corrado di Fuori, San Lorenzo, San Marco, San Paolo, Santa Lucia, Serra di Vento, Testa dell'Acqua, Vendicari, Villa Vela
Comuni confinantiAvola, Canicattini Bagni, Ispica (RG), Modica (RG), Pachino, Palazzolo Acreide, Rosolini, Siracusa
Altre informazioni
Cod. postale96017
Prefisso0931
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT089013
Cod. catastaleF943
TargaSR
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Nome abitantinetini
Patronosan Corrado Confalonieri
Giorno festivo19 febbraio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Noto
Noto
Noto – Mappa
Noto – Mappa
Posizione del comune di Noto nella provincia di Siracusa
Sito istituzionale
 Bene protetto dall'UNESCO
Città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud orientale)
 Patrimonio dell'umanità
Tipoarchitettonico
CriterioC (i) (ii) (iv) (v)
Pericolono
Riconosciuto dal2002
Scheda UNESCO(EN) Late Baroque Towns of the Val di Noto (South-Eastern Sicily)
(FR) Scheda

«Noto è una delle città d'Europa più splendidamente costruite: questa piccola remota località emerge nella memoria al pari di Würzburg o Nymphenburg, come uno dei risultati più raffinati dell'età che produsse Mozart e Tiepolo»

Noto (Notu in siciliano) è un comune italiano di 24.131 abitanti[4] della provincia di Siracusa in Sicilia.

È il primo comune siciliano e il quarto italiano per estensione territoriale (550 km2).

Geografia

Noto dista 31 km da Siracusa ed è situata nella parte sud ovest della provincia ai piedi dei monti Iblei. La sua costa, fra Avola e Pachino, dà il nome all'omonimo golfo. Con i suoi 550,86 km² di superficie, il comune di Noto occupa oltre un quarto della Provincia di Siracusa ed è il più grande comune della Sicilia e il quarto d'Italia. Nel suo territorio scorrono due fiumi: il Tellaro, vicino al quale è stata rinvenuta una villa romana, chiamata appunto Villa del Tellaro, e l'Asinaro, alla cui foce, in contrada Calabernardo, si svolse la famosa battaglia tra Ateniesi e Siracusani, che si concluse con la sconfitta dei primi, segnando la disfatta della spedizione ateniese in Sicilia e l'inizio del declino di Atene, che di lì a poco, a seguito di questa sconfitta, avrebbe perso anche la guerra all'interno della quale si inseriva la spedizione in Sicilia contro Siracusa, la Guerra del Peloponneso.

Storia

Periodo antico

Il sito originario della città, Noto antica, si trova 8 km più a nord, sul monte Alveria. Qui si ritrovano i primi insediamenti umani, che risalgono all'età del Bronzo Antico o Castellucciana (2200 - 1450 a.C.), come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti. Secondo un'antica leggenda, Neas, che sarebbe stato il nome della Noto più antica, avrebbe dato i natali al condottiero siculo Ducezio, che nel V secolo a.C. avrebbe difeso la città dalle incursioni greche. Questi la trasferì dall'altura della Mendola al vicino monte Alveria, circondato da profonde valli, in una delle quali scorre la fiumara di Noto. Ben presto Neas o Neaton, ormai ellenizzata nei costumi, entrò a far parte della sfera d'influenza siracusana.

Secondo Polibio e Tito Livio, Neaton fu una colonia siracusana durante il regno di Gerone II, riconosciuta nel 263 a.C. dai Romani con un trattato di pace. Il Ginnasio, le mura megalitiche e gli Heroa ellenistici convalidano le ipotesi degli storici.

Nel 214 a.C. circa Neaton aprì le sue porte all'esercito del console romano Marco Claudio Marcello, e venne così riconosciuta come città alleata dai Romani (che la chiamavano Netum) come Taormina e Messina. Subì, come le altre città isolane, le vessazioni di Verre, descritte da Marco Tullio Cicerone.

Periodo tardoantico ed arabo

Durante il periodo tardo-romano nella sua zona fu costruita la Villa Romana del Tellaro (IV secolo). Dopo l'occupazione della Sicilia (535-555 circa) da parte delle legioni bizantine dell'Imperatore Giustiniano, il territorio di Noto fu arricchito di monumenti, come la basilica di Eloro e la Trigona di Cittadella dei Maccari, l'Oratorio della Falconara e la Cripta di S. Lorenzo Vecchio, il Cenobio di S. Marco, il Villaggio di contrada Arco. Nell'864 Noto fu occupata dagli Arabi del ras Khafaja ben Sufyan, che la fortificarono. Data l'importanza attribuita alla città dagli Arabi, Noto divenne, nel 903, capovalle e il suo territorio registrò la razionalizzazione dell'agricoltura e la promozione dei commerci. Fu insediata anche l'industria della seta, sfruttando la presenza di gelsi nel territorio.

Dai Normanni agli Aragonesi

Nel 1091 Noto fu occupata dal Gran conte Ruggero d'Altavilla, e venne infeudata al figlio Giordano, che iniziò la costruzione del castello e delle chiese cristiane. Durante il regno dell'imperatore Federico II di Svevia, a Noto, governata dal conte Isinbardo Morengia, fu eretto il monastero cistercense di Santa Maria dell'Arco.

Durante il periodo angioino, il 2 aprile 1282, Noto partecipò all'insurrezione dei Vespri Siciliani. Nel 1299, durante la guerra per il possesso della Sicilia tra Federico III d'Aragona e Carlo II d'Angiò, il castellano di Noto Ugolino Callari (o di Callaro) si ribellò al primo passando dalla parte di quest'ultimo, e consegnò la città all'esercito di Roberto d'Angiò, figlio di Carlo II.

Tornata sotto il dominio aragonese, Noto fu poi governata da Guglielmo Calcerando. Sotto il regno di Alfonso V d'Aragona fu Viceré di Sicilia Niccolò Speciale, netino, che diede un importante contributo allo sviluppo della città, governata al tempo dal duca Pietro d'Aragona, fratello del re. Il duca fece edificare nel 1431 la Torre Maestra del Castello di Noto Antica. Nel 1503, per intervento del vescovo Rinaldo Montuoro Landolina, il re Ferdinando II d'Aragona conferì a Noto il titolo di "Città ingegnosa" per i tanti personaggi che nel quattrocento si distinsero nel campo dell'Arte, delle Lettere e della Scienza, come Giovanni Aurispa, Antonio Cassarino, Antonio Corsetto, Andrea Barbazio e Matteo Carnalivari.

Nel 1542 il Viceré Ferrante Gonzaga fortificò le mura della città.

Il terremoto del 1693 e la ricostruzione

L'11 gennaio del 1693 la città, allora nel suo pieno splendore, fu distrutta dal terremoto del Val di Noto, in cui morirono circa 1000 persone. Subito dopo il terribile evento Giuseppe Lanza duca di Camastra, nominato Vicario generale per la ricostruzione del Val di Noto, stabilì di ricostruire la città in altro sito 8 km più a valle, sul declivio del monte Meti. Nel piano di costruzione della città intervennero diverse personalità, indicate dai documenti e dalla tradizione: dall'ingegnere militare olandese Carlos de Grunenbergh, al matematico netino Giovanni Battista Landolina, al gesuita fra' Angelo Italia, all'architetto militare Giuseppe Formenti; ma, al di là del piano urbanistico, è da tenere presente che la città attuale è il risultato dell'opera di numerosi architetti (Rosario Gagliardi, Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra, Antonio Mazza), capimastri e scalpellini, che, durante tutto il XVIII secolo, realizzano questo eccezionale ambiente urbanistico.

L'Ottocento e l'Unità d'Italia

Nell'Ottocento, con la nuova riforma amministrativa, Noto perse il ruolo di capovalle, che passò a Siracusa. Tuttavia nel 1837, a causa del moto carbonaro di Siracusa, Noto divenne capoluogo di Provincia, e nel 1844 anche Centro di una diocesi. Nel 1848 scoppiò la rivolta massonica siciliana e Noto vi partecipò. L'anno dopo venne sedata ed il netino Matteo Raeli, ministro del governo rivoluzionario, andò in esilio a Malta.

Nel 1861 Noto, dopo l'invasione di Giuseppe Garibaldi, entrò a far parte del Regno d'Italia, conservando inizialmente il titolo di capoluogo di provincia, poi trasferito a Siracusa nel 1865. Nel 1870 fu inaugurato il Teatro Comunale; l'esiliato Matteo Raeli fu nominato ministro di Grazia e Giustizia e dei Culti della nuova nazione. Intorno al 1880 a Noto fu edificata la stazione ferroviaria.

Dal secondo dopoguerra alla riapertura della Cattedrale

La Cattedrale ricostruita
Il campanile della Chiesa di San Carlo
Vista laterale del palazzo Ducezio
Chiesa di San Domenico

Dopo la seconda guerra mondiale iniziò il processo migratorio verso le regioni settentrionali d'Italia, la Germania, la Francia, il Belgio, l'Argentina, gli USA e il Canada. Negli ultimi anni si è registrata una ripresa economica, dovuta alla sviluppo del turismo, che rappresenta la principale risorsa della città barocca. Il 13 marzo del 1996 la cupola della Cattedrale crolla a causa di un difetto di costruzione e del sovraccarico strutturale determinato dalla costruzione di un solaio in cemento sopra la navata centrale. La città è stata inserita nella lista dei siti patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2002. A conclusione di un lungo e complesso restauro, la chiesa è stata riaperta dopo sette anni di lavori il 18 giugno 2007.

Luoghi di interesse

La prima cosa che vienne costruita nella città barocca fu la chiesa del Monte Vergine iniziata nel 1695 e inaugurata nel 1697 con annesso convento delle monache cistercensi pagato dalla famiglia Trigona perché una parente era suora. L'architetto fu Vincenzo Sinatra. All'interno della chiesa vi è un altare in marmo policromo di carrara e il pavimento in ceramica del XVI° secolo proviene dall'antica città distrutta. I dipinti e gli affreschi della chiesa sono di Costantino Carasi, ma non sono mai stati restaurati poiché l'edificio è rimasto chiuso dal 1890 al 1º aprile 2011. Nel 1940 la chiesa fu donata dal sindaco alla confraternita di San Corrado.

L'architettura netina

Le vie della città sono intervallate da scenografiche piazze ed imponenti scalinate che raccordano terrazze e dislivelli. La unitaria ricostruzione produsse un tessuto urbano coerente e ricco di episodi architettonici. Venne utilizzata la tenera pietra locale, di colore tra il dorato e il rosato, riccamente intagliata. La ricostruzione avvenne unitariamente sotto la guida del duca di Camastra, che rappresentava a Noto il viceré spagnolo.

A differenza di quanto accade di solito nelle costruzioni barocche delle province del Sud Italia, come soprattutto a Lecce e, in Sicilia, a Catania, gli architetti che lavorano a Noto non puntano tutto sui motivi ornamentali, i quali restano sempre ben controllati, senza squilibri rispetto alle architetture nelle quali sono inseriti[5]. Inoltre, gli architetti attivi a Noto, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra e Paolo Labisi, si impegnarono anche nella realizzazione di architetture elaborate, con l'impiego di facciate concave (come nella chiesa del Carmine o in quella di San Carlo Borromeo al Corso), convesse (come la chiesa di San Domenico) o addirittura curvilinee, come nella torre campanaria del seminario. Il barocco di Noto pervade l'intera città: gli elementi barocchi non sono isolati all'interno di un contesto urbano caratterizzato da diversi stili, ma sono collegati tra di loro in modo da realizzare quella che è stata definita la "perfetta città barocca"[6]. A tal proposito Ugo Ojetti sostenne: «Noto ai primi del Settecento è una delle nostre città sorte d'un colpo, pel fatto sembra d'una volontà sola, immagine precisa del gusto d'un'epoca. A visitarla, palazzi, chiese, conventi, teatro pare un monumento unico, tutto costruito nello stesso tufo giallo, nello stesso barocco, come dice bene il Fichera, fiammeggiante, con una grandiosità senza pause e una regalità senza avarizia»[7]. Dell'impegno degli architetti netini per la creazione di grandi scenografie, in un'ottica barocca pienamente consapevole e non provinciale, si accorse pure un maestro dell'immagine come Michelangelo Antonioni, il quale in una scena de L'Avventura, girata a Noto, fa dire al protagonista, interpretato da Gabriele Ferzetti, intento ad ammirare la città dalla terrazza del campanile della chiesa di San Carlo al Corso: «Ma guarda che fantasia, che movimento. Si preoccupavano degli effeti scenografici. Che libertà straordinaria!»

Edifici civili

Edifici religiosi

Palazzi nobiliari

Balcone di Palazzo Nicolaci di Villadorata
Villa del Tellaro, dettaglio
  • Palazzo Nicolaci di Villadorata[10]
  • Palazzo Trigona di Cannicarao
  • Palazzo Landolina di Sant'Alfano
  • Palazzo Rau della Ferla
  • Palazzo Di Lorenzo Del Castelluccio
  • Palazzo Impellizzeri di San Giacomo
  • Palazzo Astuto di Forgione
  • Palazzo Battaglia
  • Palazzo Velona

Siti archeologici presenti nel territorio comunale

Riserve naturali

Cultura

Palazzo Nicolaci di Villadorata. Al pianterreno ha sede la Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata"

Biblioteche

  • Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata": situata al piano terra del Palazzo Nicolaci di Villadorata, fu inaugurata il 30 maggio 1847 con "3657" volumi, la maggior parte dei quali donati da Corrado Nicolaci Principe di Villadorata. Attualmente vanta un patrimonio di circa 80.000 volumi[11].
  • Biblioteca Diocesana: ha sede nel Seminario Vescovile di Noto. Vanta un patrimonio di 25.000 volumi di cui 7000 volumi antichi tra cui manoscritti per 10 cartelle ed un incunabolo[12].

Istituzioni scientifiche

Presso Noto, in località Monte Renna si trova un radiotelescopio, composto da un'antenna di 32 metri. La struttura è gestita dall'Istituto di Radioastronomia di Bologna, parte dell'INAF, ed ha un gemello posto a Medicina, vicino a Bologna.

Noto e il cinema

Noto è stata il set di diversi film, alcuni realizzati dai più grandi maestri del cinema mondiale: Roberto Rossellini, che vi ha girato alcune parti di Viva l'Italia; Vittorio De Sica, che ha girato a Noto il suo ultimo film Il viaggio, con Richard Burton e Sofia Loren; Michelangelo Antonioni, che oltre ad avervi ambientato parte de L'avventura, ha dedicato a Noto le prime due parti del documentario "Noto, Mandorli, Vulcano, Stromboli, Carnevale", realizzato per il padiglione italiano dell'Expò di Siviglia svoltosi nel 1992. Oltre a questi maestri hanno lavorato a Noto altri grandi registi come Luigi Zampa, Luigi Comencini, Franco Zeffirelli, Lina Wertmüller e Giuseppe Tornatore. Di seguito è riportato un elenco di film girati a Noto:

La particolare propensione di Noto a costituire la scenografia di rappresentazioni artistiche come i film ma non solo, è stata rilevata anche da Leonardo Sciascia, il quale riteneva che Noto fosse «lo scenario ideale alla commedia». Sosteneva infatti Sciascia:

«La barocca Noto risorta dalle rovine è scenario ideale alla commedia. E in questa suggestione, vagando per le strade di Noto nel mattino che dilaga d'araldico azzurro e d'oro, pensiamo sia stata proprio una grande occasione mancata che una città come questa, e nel Settecento, non abbia avuto il suo Goldoni magari più corposo e sanguigno, più traboccante di comicità e di erotismo; e con grevi rovesci di malinconia. Goldoni non poteva nascere che a Venezia... Ma Brancati è nato a pochi chilometri da Noto, aveva nel sangue la commedia di cui la nostra fantasia si accende camminando per queste strade; la sua commedia, il suo settecento. Dalle rovine del terremoto è sorta questa bellissima città da commedia. Sarà nostro difetto o stortura: ma di una città, al primo incontro, l'essenza ci si configura sotto la specie del genere letterario. Le città che fanno romanzo. le città che assumono tragedia. Le città da commedia - come Noto. E questa città da commedia, così splendida e musicale, la dobbiamo a un terremoto[13]

Manifestazioni

  • Infiorata, la terza domenica di maggio, a partire dal 1980. Fu importata chiamando ad operare i maestri di Genzano. Si tiene in via Nicolaci, che viene ricoperta di fiori.

Il patrono: san Corrado Confalonieri

File:Grotta sancorrado.gif
Urna d'argento contenente il corpo di san Corrado

San Corrado eremita, morì nel 1351, nella grotta dove era vissuto in eremitaggio per numerosi anni, nella Valle dei Pizzoni, presso Noto, dove oggi si trova la "Chiesa dell'Eremo fuori le mura", che ingloba la grotta. Il 19 febbraio, giorno della sua morte, si tiene la festa patronale. Vi si svolge una processione, con la "vara" dell'urna argentea contenente il corpo del santo, che viene portata per le vie del paese. Ogni dieci anni, la processione con l'urna giunge fino alla grotta, con un percorso che si svolge durante la notte e percorre i circa 10 km che separano la città dall'eremo originario. Caratteristici sono i portatori di ceri artistici, dipinti con simbologie legate alla figura del patrono.

Economia

Il settore turistico si è recentemente sviluppato: in seguito all'ingresso tra il Patrimonio mondiale dell'umanità dell'UNESCO, si sono aperte strutture ricettive e si sono avviati lavori di riqualificazione nella città. Il turismo può contare anche sulla vicinanza al mare e sui prodotti tipici, sulla grande tradizione gastronomica. Il più importante fra i prodotti tipici è senza dubbio il vino. Tracce di viticoltura risalgono all'epoca neolitica (circa XV - XIII secolo a.C.), ma ben più recentemente Noto era nel XIX secolo la principale zona di produzione di tutta la Sicilia e nel suo territorio fu istituita la Regia cantina sperimentale. Dopo un periodo di crisi, negli ultimi anni diverse imprese, anche non siciliane, hanno cominciato a investire, a piantare nuovi vigneti e a vinificare in loco. L'uva di maggiore importanza è senza dubbio il Nero d'Avola, che prende il nome dall'omonima confinante cittadina, ma è in agro di Noto appunto che si fanno i migliori vini, provenienti soprattutto dalle contrade di Buonivini e Bufalefi.

Sull'agro di Noto insistono ben due DOC per il vino (Eloro e Val di Noto) e una DOP per l'olio (Monte Iblei).

Il comune fa parte dell'associazione "Città del vino".

Altro prodotto di grande qualità è la mandorla, detta "pizzuta" che si coltiva nel territorio.

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[14]

Amministrazione

Gemellaggi

La Città di Noto in data 08 ottobre 2011 si è gemellata con la Città di Pompei. A firmare il gemellaggio avvenuto nel Palazzo di Città di Pompei, gemellaggio ideato e coordinato dal Dott. Massimo Pelligra con il contributo dell'Ass.re Dott. Giuseppe Tortora, è stato il Sindaco di Noto Dott. Corrado Bonfanti ed il Sindaco di Pompei Avv. Claudio D'Alessio con cerimoniere dell'evento il Gen. Giovanni Albano. Ecco la motivazione: in considerazione della posizione egualmente importante ricoperta per la storia della Civiltà mediterranea dalle due Città, del fatto che entrambe sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, della constatazione che entrambe sono state ferite da due diversi eventi naturali che ne sconvolsero la loro storia ma che, nel contempo, le hanno rese uniche nel panorama mondiale: Pompei distrutta dalla furia del Vesuvio e Noto Antica (la Pompei medioevale) distrutta da un devastante terremoto; sicuri che le due Città sono accomunate da un grande passato, con un grande presente ed un ambizioso futuro si firma il gemellaggio tra le città.

Sport

A Noto, sono presenti diverse società che operano in varie discipline sportive, con ottimi risultati:

  • Twirling; ragazze campionesse di livello nazionale ed europeo tra cui spiccano le atlete Italia e Marziano.
  • Atletica leggera; cospicua la pattuglia di atleti che gareggiano nelle gare amatoriali con ottimi risultati tra cui spicca Corrado Mortillaro tesserato con l'Atletica Gonnesa Cagliari.
  • Tennistavolo; Robur Noto, che partecipa al campionato di Serie B1 gir. D.
  • Ciclismo; Emanuele Rizza, Vincenzo Garofalo professionisti su strada.
  • Basket; Zuleima Basket Noto, che partecipa al campionato provinciale.

Calcio

Squadre presenti a Noto:

  • U.S.D. Noto, che milita nel campionato di Serie D, girone I.
  • Notinese calcio 5, partecipa al campionato FIGC di serie C2 di calcio a 5.
  • Netina Calcio, partecipa al campionato di 2ª Categoria, girone I.
  • Rinascita Netina, partecipa al campionato di 2ª Categoria, girone I.

Personalità legate a Noto

Note

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2011.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ in John J. Ide, Noto - the Perfect Baroque City (1958), p. 15; trad. italiana in S. Tobriner, La genesi di Noto (1989).
  4. ^ Dato Istat al 28/02/2011
  5. ^ Stephen Tobriner, La genesi di Noto (1989), p. 55 e ss.
  6. ^ John J. Ide, Noto - the Perfect Baroque City (1958), p. 15.
  7. ^ AA. VV., Noto (1992), p. 3.
  8. ^ "La Sala degli Specchi" sul sito del comune
  9. ^ Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto - sito ufficiale
  10. ^ Palazzo Nicolaci
  11. ^ Biblioteca Comunale "Principe di Villadorata"
  12. ^ Pagina ufficiale sul sito della diocesi notese
  13. ^ AA. VV., Noto (1992), p. 4.
  14. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia

  • AA.VV., Noto, Noto, Associazione culturale "Alcide De Gasperi", 1992.
  • John J. Ide, Noto - the Perfect Baroque City, Journal of the Royal Institute of British Architects, no. 66, 1958
  • Sebastiano Rizza, Il Santo conteso, http://digilander.libero.it/sicilia.cultura/ilsantoconteso.pdf
  • Stephen Tobriner, La genesi di Noto, Bari, Edizioni Dedalo, 1989.


Voci correlate

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