Baressa
Baressa comune | |
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(IT) Baressa (SC) Arèssa | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Sardegna |
Provincia | Oristano |
Amministrazione | |
Sindaco | Mauro Cau (lista civica) dal 26-10-2020 |
Territorio | |
Coordinate | 39°42′47.92″N 8°52′30.77″E |
Altitudine | 165 m s.l.m. |
Superficie | 12,51 km² |
Abitanti | 549[1] (31-3-2024) |
Densità | 43,88 ab./km² |
Comuni confinanti | Baradili, Gonnoscodina, Gonnosnò, Siddi (SU), Simala, Turri (SU), Ussaramanna (SU) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 09090 |
Prefisso | 0783 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 095012 |
Cod. catastale | A655 |
Targa | OR |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Nome abitanti | (IT) baressesi (SC) baressesus |
Patrono | san Giorgio |
Giorno festivo | 23 aprile |
Cartografia | |
Posizione del comune di Baressa all'interno della provincia di Oristano | |
Sito istituzionale | |
Baressa è un comune italiano di 549 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione storica della Marmilla, vi ha sede il consorzio di agenzia di sviluppo locale "due giare" il quale abbraccia un territorio storico-geografica dell'Alta Marmilla, dei monti Arci e Grighine, il paese è noto per le numerose piante di mandorle esistenti nel suo territorio e per i "portali".
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'area fu abitata già nell'età del bronzo per la presenza sul territorio di numerosi nuraghi.
Nel Medioevo appartenne al Giudicato di Arborea e fece parte della curatoria della Marmilla. Alla sconfitta del giudicato ad opera degli aragonesi (1410) entrò a far parte della Contea di Quirra, incorporato nell'Incontrada di Parte Monti, feudo dei Carroz. Nel 1603 la contea fu trasformata in marchesato, feudo dei Centelles. Dai Centelles passò agli Osorio, a cui fu riscattato nel 1839 con la soppressione del sistema feudale, per cui divenne un comune amministrato da un sindaco e da un consiglio comunale.
Nel 1927 venne aggregato a Baressa il comune di Baradili[3], che recuperò l'autonomia nel 1945.
Simboli
[modifica | modifica wikitesto]Lo stemma del Comune di Baressa è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 7 aprile 2003.[4]
«Di rosso, alla porta di due imposte chiuse, di legno al naturale, con i pilastri d'oro, con arco a tutto sesto, formato da sedici conci e dalla chiave di volta centrale, dello stesso, essa porta fondata in punta e sormontata in capo da due ramoscelli di olivo e di mandorlo, passati in croce di Sant'Andrea, il ramoscello di olivo, attraversante, fogliato di diciotto di verde e fruttato di dodici di nero, il ramoscello di mandorlo fogliato di venticinque di verde e fiorito di sei di argento, le parti legnose dei ramoscelli al naturale. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Monumenti e luoghi d'interesse
[modifica | modifica wikitesto]Siti archeologici
[modifica | modifica wikitesto]Nel territorio di Baressa sono presenti tre nuraghi:
- Nuraghe Molas
- Nuraghe Monte Majore
- Nuraghe su Sensu
Società
[modifica | modifica wikitesto]Evoluzione demografica
[modifica | modifica wikitesto]Abitanti censiti[5]
Lingue e dialetti
[modifica | modifica wikitesto]La variante del sardo parlata a Baressa è il campidanese occidentale.
Cultura
[modifica | modifica wikitesto]Eventi
[modifica | modifica wikitesto]A fine agosto o inizi di settembre si svolge la "Sagra della mandorla".
Amministrazione
[modifica | modifica wikitesto]Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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31 maggio 2015 | 26 ottobre 2020 | Piergiorgio Corona | Lista civica "Uniti per Baressa" | Sindaco | |
26 ottobre 2020 | in carica | Mauro Cau | Lista civica "Baressa rinasce" | Sindaco |
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 marzo 2024.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Regio Decreto n° 1649 del 19 agosto 1927, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n° 221 del 24 settembre 1927
- ^ Governo Italiano, Ufficio Onorificenze e Araldica, Emblema del Comune di Baressa, su presidenza.governo.it. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ Statistiche I.Stat ISTAT URL consultato in data 28-12-2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vittorio Angius, Luciano Carta (a cura di), Città e villaggi della Sardegna dell'Ottocento. Abbasanta-Guspini, Nuoro, Ilisso Edizioni, 2006, pp. 149-150, ISBN 978-88-89188-88-0. URL consultato il 19 giugno 2013 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Manlio Brigaglia, Salvatore Tola (a cura di), Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna, Sassari, Carlo Delfino editore, 2006, ISBN 88-7138-430-X.
- Francesco Floris (a cura di), Grande Enciclopedia della Sardegna, Sassari, Newton&ComptonEditori, 2007. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale l'11 giugno 2012).
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Baressa
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Baressa
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su comune.baressa.or.it.
- Baressa, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Baréssa, su sapere.it, De Agostini.
- La scheda del comune nel portale Comunas della Regione Sardegna, su comunas.it.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 248305252 |
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