Ángel Labruna

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Ángel Labruna
Labruna nel 1940
Nazionalità Bandiera dell'Argentina Argentina
Altezza 174 cm
Peso 74 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex attaccante)
Termine carriera 1961 - giocatore
1983 - allenatore
Carriera
Giovanili
1934-1939River Plate
Squadre di club1
1939-1959River Plate515 (293)
1960Rampla Juniors16 (3)
1960Rangers de Talca3 (0)
1961Platense2 (0)
Nazionale
1942-1958Bandiera dell'Argentina Argentina37 (17)
Carriera da allenatore
1966-1967Def. de Belgrano
1968-1970River Plate
1971Rosario Central
1973Racing Club
1974Talleres (C)
1975-1981River Plate
1983Argentinos Juniors
Palmarès
 Campeonato Sudamericano
Oro Argentina 1946
Oro Cile 1955
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
Statistiche aggiornate al 2 aprile 2010

Ángel Amadeo Labruna (Buenos Aires, 28 settembre 1918Buenos Aires, 20 settembre 1983) è stato un calciatore e allenatore di calcio argentino, di ruolo attaccante. È il miglior realizzatore della Primera División Argentina con 293 reti, a pari merito con Arsenio Erico,[1] nonché del Superclásico, con sedici reti. Personalità controversa,[2] dedicò tutta la sua vita al calcio, giocando fino ad oltre quarant'anni d'età e proseguendo in qualità di allenatore fino all'anno della sua morte.[2] È sepolto nel cimitero de La Chacarita, a Buenos Aires.[3]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Il suo ruolo era quello di interno sinistro,[2][4] e fece parte della squadra del River Plate denominata La Máquina,[5] vestendo il numero 10 nel quintetto d'attacco, composto da Juan Carlos Muñoz, José Manuel Moreno, Adolfo Pedernera e Félix Loustau.[4] Dei cinque, Labruna era il finalizzatore,[5] dato che in tale periodo, dei 240 gol segnati in totale dalla squadra, ne realizzò personalmente 115.[2] Abile ad andare a segno in ogni modo, spesso superando il portiere avversario con un tiro di punta.[5]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di immigrati italiani, appena entrato nel settore giovanile del River Plate, praticava due discipline: la pallacanestro e il calcio.[2] Optò successivamente per quest'ultimo sport, messo di fronte a tale scelta dalla dirigenza del club, e debuttò con la prima squadra il 18 giugno 1939 contro l'Estudiantes; dopo un altro periodo nelle giovanili, tornò il 15 ottobre nella selezione principale contro l'Atlanta, segnando al quarantesimo minuto del secondo tempo e di fatto assicurandosi il posto nella squadra dei titolari per il successivo ventennio.[2]

Labruna con la maglia del River Plate

Con il club vinse ben nove campionati nazionali (1941, 1942, 1945, 1947, 1952, 1953, 1955, 1956, 1957) e il titolo di capocannoniere per due volte, nel 1943 e nel 1945.[6] Labruna segnò anche la storia del Superclásico, diventando una bandiera del River Plate nel corso degli scontro con i rivali del Boca Juniors, segnando già al suo primo derby il gol della vittoria.[2] Nel 1959 lasciò il club dopo avervi giocato per vent'anni per volere della dirigenza; tale decisione fu presa con amarezza e delusione dal giocatore.[2]

In seguito alla sua militanza con il club di Buenos Aires, sua città natale, espatriò dapprima in Uruguay con il Rampla Juniors di Montevideo, e successivamente in Cile, al Rangers. Chiuse infine la carriera con il Platense, in patria, a quarantatré anni d'età.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Giocò trentasette partite per la Nazionale di calcio dell'Argentina, segnando diciassette reti;[7] vinse due volte il Campeonato Sudamericano de Football, nel 1946 e nel 1955, e partecipò, ormai quarantenne, al campionato del mondo 1958, tenutosi in Svezia.[8] È il marcatore più anziano della selezione nazionale, avendo segnato un gol a 38 anni e 10 mesi, il 7 luglio 1957 in occasione della partita di Copa Roca contro il Brasile.[9]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Labruna nel 1968.

Una volta terminata la sua carriera come giocatore, allenò Defensores de Belgrano, Platense, Rosario Central, Talleres de Córdoba, Racing Club e Argentinos Juniors. Con il Defensores de Belgrano vinse la Primera B Nacional, seconda serie nazionale, nel 1967, suo primo titolo da tecnico, mentre con il Rosario Central vinse la Primera División Argentina nel 1971: tale successo fece sì che venisse chiamato ad allenare il River Plate, che portò a svariati titoli tra il 1975 e il 1980.[10] La squadra, la cui ossatura era composta da Daniel Passarella, Norberto Alonso e Leopoldo Luque, raggiunse anche la finale della Coppa Libertadores 1976, venendo sconfitta dal Cruzeiro, club brasiliano, che annoverava tra i suoi giocatori Joãozinho, Palhinha e Nelinho. Nel 1983 allenò l'ultima squadra, l'Argentinos Juniors, poco tempo prima di morire.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

River Plate: 1941, 1942, 1945, 1947, 1952, 1953, 1955, 1956, 1957

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Argentina 1946, Cile 1955

Individuale[modifica | modifica wikitesto]

1943 (23 gol), 1945 (25 gol)

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Def. de Belgrano: 1967
Rosario Central: Nacional 1971
River Plate: Metropolitano 1975, Nacional 1975, Metropolitano 1977, Nacional 1979, Metropolitano 1979, Metropolitano 1980

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (ES) Labruna gritó otro gol, Clarín, 2 luglio 2008. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 12 febbraio 2012).
  2. ^ a b c d e f g h (ES) Idolos - Ángel Labruna, su cariverplate.com.ar. URL consultato il 2 aprile 2010.
  3. ^ (EN) Ángel Labruna, in Find a Grave. Modifica su Wikidata
  4. ^ a b Autori vari, Enciclopedia dello Sport - Calcio, Treccani, 2002, p. 735.
  5. ^ a b c Ferri, Buffa, 2015.
  6. ^ (EN) Topscorers in Argentina, su rsssf.com, RSSSF. URL consultato il 2 aprile 2010.
  7. ^ (EN) Ángel Labruna - International Goals, su rsssf.com, RSSSF. URL consultato il 2 aprile 2010.
  8. ^ (EN) 1958 FIFA World Cup, su rsssf.com, RSSSF. URL consultato il 2 aprile 2010.
  9. ^ (ES) Palermo viejo nomás, Clarín, 1º ottobre 2009. URL consultato il 9 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ (EN) Argentinian Championship, su rsssf.com, RSSSF. URL consultato il 9 agosto 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Ferri e Federico Buffa, Storie di Campioni - Buffa Racconta: Alfredo Di Stéfano, Sky Sport, 2015.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]