Adolfo Pedernera

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Adolfo Pedernera
Pedernera con la maglia della nazionale argentina
Nazionalità Bandiera dell'Argentina Argentina
Altezza 175 cm
Peso 70 kg
Calcio
Ruolo Attaccante[1]
Termine carriera 1954 - giocatore
199? - allenatore
Carriera
Giovanili
1932-1933Huracán
Squadre di club1
1934-1946River Plate287 (131)
1947Atlanta28 (4)
1948Huracán20 (2)
1949-1954Millonarios84 (31)
1954Huracán0 (0)
Nazionale
1937-1947Bandiera dell'Argentina Argentina36 (18)
Carriera da allenatore
1951-1953Millonarios
1954Huracán
1955Nacional
1955Gimnasia (LP)
1955-1956Huracán
1957Independiente
1960-1961América de Cali
1961-1962Bandiera della Colombia Colombia
1962Gimnasia (LP)
1963-1964Boca Juniors
1966-1967Boca Juniors
1968Quilmes
1969Independiente
1969Bandiera dell'Argentina Argentina
1970Huracán
1975Talleres (C)
1976Banfield
1977América de Cali
1978San Lorenzo
1979-199?River PlateGiovanili
Palmarès
 Copa América
Oro Cile 1941
Argento Uruguay 1942
Oro Cile 1945
Oro Argentina 1946
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Adolfo Pedernera (Buenos Aires, 15 novembre 1918Buenos Aires, 12 maggio 1995) è stato un allenatore di calcio e calciatore argentino, di ruolo attaccante.

Ha legato il suo nome alla storia del River Plate degli anni 40: "La Máquina".[2]

È considerato uno dei calciatori più forti di sempre[3]; nel 2017 è stato inserito dalla rivista Four-four-two nella lista dei 100 migliori giocatori di tutti i tempi, al posto numero 58[4].

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la posizione di centro-attacco (all'epoca una sorta di "boa" in area di rigore con unico compito di mettere la palla in rete), Pedernera è più una mezza punta: ama infatti rientrare spesso a centrocampo,[2] trascinandosi dietro il marcatore e lasciando campo libero ai compagni di reparto. Dotato di una tecnica straordinaria, ha l'incredibile capacità di riuscire a servire sempre il compagno meno marcato con lanci millimetrici. Il suo tiro potente e preciso gli ha permesso di segnare centinaia di reti in carriera.[2]

Soprannominato el Maestro[3], è considerato come il calciatore che ha inventato il ruolo di trequartista, all'epoca noto come centro-attacco[1]. Giocava quasi in ogni ruolo dell'attacco, dal centravanti al regista[1].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

«Pelé, Maradona od io? Chi è stato il migliore tra noi? Si vede che non avete mai visto giocare Pedernera. Lui è stato un gradino sopra gli altri. Sopra tutti. Sempre. Se oggi, dopo che ho vinto tutto, e ne ho viste di ogni colore, dopo che ho segnato a chiunque ed ho giocato al fianco dei migliori, se chiedete a me che cosa penso quando chiudo gli occhi e sussurro nella mia mente la parola ‘fútbol’, io vi dirò che la mia testa non risponderà, mentre il mio cuore penserà invece sempre e solo ad una persona: Adolfo Pedernera. Lui per me è stato un maestro. È stato il calcio. Tutto questo, lo devo a lui. Il calcio lo veneri, sempre; perché così non ne incontrerà mai più.»

Cresciuto nell'Huracan, passò presto al River Plate squadra della quale sarebbe diventato la stella incontrastata della Máquina per oltre un decennio.[2] Cede il suo posto nell'attacco del River ad Alfredo Di Stéfano,[2] e lascia la squadra per un'offerta milionaria del Club Atletico Atlanta, dove tuttavia rimase una sola stagione. Tornò quindi all'Huracan ma nel 1949, anche a causa dello sciopero si trasferì in Colombia, accettando la proposta dei dirigenti del Millionarios dove continuò ad incantare,[2] aggiungendo al suo palmares altri quattro titoli nazionali, sino al 1954 quando, a causa della nuova normativa sui trasferimenti, fece il suo secondo ritorno all'Huracan smettendo di giocare nel 1955. Ebbe anche una fortunata carriera di allenatore, svoltasi prevalentemente fra Colombia (di cui fu alla guida della nazionale ai mondiali del 1962), ed Argentina, dove vinse due titoli nazionali allenando il Boca Juniors.

Occupa la 12ª posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori sudamericani del XX secolo pubblicata per IFFHS nel 2004.[5]

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Con la nazionale giocò 36 partite condite da 18 gol e dalla conquista di tre Coppe America.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

River Plate: 1936, 1937, 1941, 1942, 1945
Millonarios: 1949, 1951, 1952
Millonarios: 1953

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Argentina 1937, Cile 1941, Argentina 1946

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Millonarios: 1951, 1952, 1953
Millonarios: 1953
Nacional: 1955
Boca Juniors: 1964
Boca Juniors: 1964

Competizioni internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Millonarios: 1953

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Andrea Schianchi, Hidegkuti, Baggio e Pirlo: evoluzione (ed estinzione?) del numero 10 nel calcio, in La Gazzetta dello Sport, 14 agosto 2015. URL consultato il 14 agosto 2015.
  2. ^ a b c d e f Ferri, Buffa, 2015.
  3. ^ a b Carlo F. Chiesa, We are the champions - I 150 fuoriclasse che hanno fatto la storia del calcio, in Calcio 2000, supplemento al n.22, Milano, Action Group S.r.l., agosto 1999, p. 122.
  4. ^ (EN) Four Four two's 100 greatest footballers ever, su fourfourtwo.com. URL consultato il 2 agosto 2017.
  5. ^ Miglior Giocatore Sudamericano del Secolo

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Videografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Federico Ferri e Federico Buffa, Storie di Campioni - Buffa Racconta: Alfredo Di Stéfano, Sky Sport, 2015.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]