Sergio Fortunato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Sergio Fortunato
Fortunato al Perugia nella stagione 1980-1981
Nazionalità Bandiera dell'Argentina Argentina
Calcio
Ruolo Attaccante
Termine carriera 1984
Carriera
Giovanili
19??-1972Kimberley
Squadre di club1
1972-1974Kimberley20 (13)
1974-1975Aldosivi12 (9)
1975-1976Racing Club46 (20)
1976-1978Quilmes55 (23)
1978-1980Estudiantes102 (56)
1980-1981Perugia12 (2)
1981-1983Las Palmas18 (7)
1983-1984FavAC26 (11)
1984Estudiantes32 (14)
Nazionale
1978-1980Bandiera dell'Argentina Argentina15 (7)
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Sergio Elio Ángel Fortunato (Mar del Plata, 23 ottobre 1956) è un procuratore sportivo ed ex calciatore argentino, di ruolo attaccante.

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Fortunato (a destra) effettua un cross in maglia perugina nel 1981, contrastato dal torinista Cuttone.

Il suo esordio risale al 1972 nelle file del Kimberley, all'età di diciassette anni. Nel 1975 avvenne il passaggio al Racing Club, ove realizzò 20 reti segnalandosi come cannoniere molto prolifico; qualità confermata anche nel successivo passaggio al Quilmes nel 1976, totalizzando 76 presenze con 31 reti all'attivo. Nel 1978 venne acquistato dall'Estudiantes ove trascorse le sue stagioni migliori fino al 1980 contendendo per due anni a Maradona il titolo di capocannoniere del torneo, e conquistando il titolo di miglior marcatore del Torneo Metropolitano 1979, a pari merito appunto col Pibe de Oro.

Nell'estate del 1980 avvenne il suo approdo in Italia, acquistato dal Perugia per la cifra di 780 milioni di lire. Accompagnato dalla fama di fuoriclasse internazionale per via delle convocazioni in nazionale e dei duelli nella classifica cannonieri con Maradona, Fortunato deluse le aspettative della società pagando la scelta tattica molto prudente decisa dall'allenatore Renzo Ulivieri, che lo sacrificò spesso in compiti di pressing sui difensori avversari e movimento di raccordo sulla fascia sinistra, snaturando di fatto le sue caratteristiche di gioco;[1] ai problemi calcistici, si associarono poi anche difficoltà di ambientamento.[2]

Disputò solamente 12 gare nella Serie A 1980-1981 con 2 reti all'attivo che realizzò nelle ultime due giornate di campionato, quando la retrocessione della squadra umbra (partita inizialmente con la penalizzazione di -5 per lo scandalo del Totonero) era ormai matematica, e sufficienti solamente a far evitare ai grifoni l'ultimo posto in classifica, abbandonato a spese della Pistoiese.

Conclusasi l'avventura italiana, compì altre esperienze in Europa; dapprima nel campionato spagnolo, militando per due anni nelle file del Las Palmas, e poi in Austria, nelle file del Favoritner di Vienna neopromosso in massima serie, prima di rientrare brevemente all'Estudiantes per disputare la Coppa Libertadores 1984 e quindi ritirarsi dall'attività agonistica.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Nel biennio di permanenza nell'Estudiantes venne anche convocato in Nazionale da César Luis Menotti in occasione di una tournée dell'Albiceleste in Europa e soprattutto per la Copa América 1979, torneo nel quale disputa 3 incontri nel girone eliminatorio.

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il ritiro dal calcio giocato, è diventato gestore di un locale per giovani a Mar del Plata,[3] intraprendendo inoltre la carriera di procuratore sportivo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Vitali.
  2. ^ Elio Sergio Fortunato: i pugni in tasca, in Guerin Sportivo, giugno 1981. URL consultato il 5 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 2 maggio 2012).
  3. ^ Pastorin.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Darwin Pastorin, Le partite non finiscono mai, Feltrinelli, 1999.
  • Enzo Paladini, Campioni & Bidoni, La Campanella, 2001.
  • Cristian Vitali, Calciobidoni - Non comprate quello straniero, Piano B Edizioni, 2010.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]