Ferrari 166 S
Ferrari 166 S | |
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Descrizione generale | |
Costruttore | ![]() |
Tipo principale | Roadster |
Altre versioni | Berlinetta |
Produzione | dal 1948 al 1950 |
Sostituisce la | Ferrari 159 S |
Sostituita da | Ferrari 166 MM |
Esemplari prodotti | 39[senza fonte] |
Altre caratteristiche | |
Altro | |
Progetto | Gioachino Colombo |
Stessa famiglia | Ferrari 166 Inter |
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La 166 S è un'autovettura da competizione costruita dalla Ferrari dal 1948 al 1950.
La vettura[modifica | modifica wikitesto]
Fu un'evoluzione della 125 S. Divideva il suo telaio tubolare opera di Aurelio Lampredi, le sospensioni a doppio braccio trasversale e assale rigido, e il passo da 2420 mm con l'antenata. La versione da strada derivata dalla 166 S fu la 166 Inter.
Furono prodotti 39 esemplari dalla sua presentazione al Salone dell'automobile di Torino del 1948 al suo ritiro nel 1950. Fu sostituita dalla 166 MM.
La prima 166 Inter fu progettata da Carlo Anderloni, progettista capo della Carrozzeria Touring. Le versioni da competizione erano invece opera della Carrozzeria Allemano.
La carrozzeria era disponibile in versione berlinetta e roadster. Il motore era anteriore con trazione posteriore. Questo propulsore V12, progettato da Gioachino Colombo, fu cambiato rispetto a quello installato sull'antenata 125 S, con un singolo albero a camme per la distribuzione e una più alta cilindrata, passata da 1500 cm³ a 1995 cm³. Questo risultato fu raggiunto con l'incremento dell'alesaggio e della corsa, ora di 60 e 58,8 mm. La potenza fu incrementata da 110 a 140 hp a 6000 giri al minuto. A differenza della 125 S montava tre carburatori invece che uno.
Gli esemplari[modifica | modifica wikitesto]
Furono costruite otto 166 Spider Corsa e tre 166 Sport. La più vecchia Ferrari esistente con certificazione è una 166 S numerata VIN#002C; era originariamente una 159 S, ed è posseduta da James Glickenhaus.
Le corse[modifica | modifica wikitesto]

La Ferrari 166 versione competizione vinse la Mille Miglia nel 1948 e nel 1949, guidate rispettivamente da Clemente Biondetti e Giuseppe Navone[1], e l'anno successivo da Biondetti e Ettore Salani. Le vetture guidate furono rispettivamente la 166 S e la 166 MM. Alla guida di quest'ultima, nel 1949, Luigi Chinetti e Patrick Mitchell-Thompson vinsero la 24 Ore di Le Mans e, a bordo di una 166 S, Clemente Biondetti e Igor Troubetzkoy vinsero la Targa Florio[2]. Nello stesso anno una 166 MM vinse la 24 Ore di Spa con alla guida Luigi Chinetti e Jean Lucas, facendo della Ferrari 166 l'unica vettura a vincere tutte e tre le gare.
Nel 1950 un modello con telaio della 166 e motore della 195 S vinse la Mille Miglia con alla guida Giannino Marzotto e Marco Crosara.
Citata in una canzone[modifica | modifica wikitesto]
La 166 fu citata in una canzone dei Rush del loro album Moving Pictures, Red Barchetta.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ 166 Sport, barchetta.cc, Nov 17, 2016.
- ^ 166 Spyder Corsa, barchetta.cc, Nov 17, 2016.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Leonardo Ascerbi, Ferrari: A Complete Guide to All Models, 2006, ISBN 0-7603-2550-2.
- (EN) Martin Buckley, Chris Rees, World Encyclopedia of Cars, 1998, ISBN 1-84038-083-7.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- La Ferrari 166 su “gilcodesign.com”, su gilcodesign.com.