256ª Squadriglia

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256ª Squadriglia
Descrizione generale
Attiva1º luglio 1917
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Servizio Servizio Aeronautico
Regia Marina
Regia Aeronautica
Stazione idrovolanti/AeroportoOtranto
Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale
Aeroporto di Castelvetrano
Aeroporto di Pisa-San Giusto
VelivoliMacchi L.3
FBA Type H
Macchi M.5
Savoia-Marchetti SM.79
Battaglie/guerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
Parte di
108º Gruppo
Comandanti
Degni di notaTenente di Vascello Francesco De Pinedo
Tenente di Vascello Carlo Daviso di Charvensod
Tenente di Vascello Federico Martinengo
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La 256ª Squadriglia fu un reparto attivo nel Servizio Aeronautico della Regia Marina nel corso della prima guerra mondiale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

L'unità viene creata il 1º luglio 1917 ad Otranto dalla Squadriglia Idrovolanti della locale Stazione nata nel marzo 1917 con 6 Macchi L.3, comandata dal sottotenente di macchina Ivo Monti ed il 2 luglio un Macchi L.3 al rientro si rovescia nell'ammaraggio per il mare mosso. Il 1º settembre il reparto dispone di 6 piloti, un osservatore e 6 L.3 e verso la fine dell'anno transita su FBA Type H. Il 1º gennaio 1918 il comando è passato al Tenente di Vascello Francesco De Pinedo che dispone di altri 4 piloti e 4 osservatori ed 11 FBA di cui 7 operativi. Il 9 gennaio bombardano il porto ed i magazzini di Lissa (isola) e nei primi mesi dell'anno arrivano alcuni idrocaccia Macchi M.5.

Il 20 aprile il nuovo comandante Ten. di Vascello Carlo Daviso di Charvensod ha un incidente sulla scogliera della Stazione con l'M.5. Il 28 giugno l'FBA del Sottotenente di Vascello Pasquale Pezzuto e del motorista Ernesto Campanelli si distrugge in un incidente ma l'equipaggio rimane illeso. Il 1º settembre il nuovo comandante è il Ten. di Vascello Federico Martinengo che dispone di 10 FBA, 10 M.5, altri 14 piloti e 3 osservatori. Il 2 settembre 4 idro spostati a Valona bombardano insieme agli idro locali il Monastero di Ardenica.[1]

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º febbraio 1938 era sull'Aeroporto di Bologna-Borgo Panigale nel 108º Gruppo del 36º Stormo ed aveva in dotazione i trimotori da bombardamento Savoia-Marchetti SM.79 e Savoia-Marchetti SM.81.

Seconda guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Al 10 giugno 1940 era dislocato sull'Aeroporto di Castelvetrano nel 108º Gruppo del 36º Stormo Bombardieri con 8 S.M.79. All'8 settembre 1943 era nel 108º Gruppo Autonomo Aerosiluranti dell'Aeroporto di Pisa-San Giusto con 2 SM 79 della 3ª Squadra aerea.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • I Reparti dell'Aeronautica Militare Italiana – Cenni Storici, Roma, Stato Maggiore Aeronautica Militare, 1973

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]