Elfo: differenze tra le versioni

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[[File:Rackham elves.jpg|miniatura|369x369px| illustrazione di Arthur Rackham. degli elfi in ''[[Sogno di una notte di mezza estate]]'' di [[William Shakespeare]]]]
{{F|mitologia norrena|marzo 2008}}
Un elfo (plurale: elfi) è un creatura soprannaturale dalla forma umanoide della mitologia e del folklore germanico. Nelle culture medievali di lingua germanica, gli elfi sembrano generalmente essere stati pensati come esseri dotati di poteri magici e di una bellezza soprannaturale, ambivalenti nei confronti della gente comune e capaci di aiutarli o ostacolarli. <ref>Per la discussione di una precedente formulazione di questa frase, vedere Ármann Jakobsson 2015</ref> Tuttavia, i dettagli di queste credenze variano considerevolmente nel tempo, creando varianti sia nelle culture pre-cristiane che in quelle cristiane. La parola elfo si trova in tutte le lingue germaniche e sembra che originariamente significasse "essere bianco". Ricostruire il concetto iniziale di un elfo dipende in gran parte dai testi, scritti dai cristiani, in inglese antico e medio, tedesco medievale e antico norvegese. Non vi è dubbio che le credenze sugli elfi abbiano le loro origini prima della conversione al cristianesimo e la cristianizzazione associata dell'Europa nord-occidentale. Per questo motivo, la credenza negli elfi è stata spesso etichettata come "pagana" e "superstizione" dal Medioevo fino ai recenti studi. Tuttavia, quasi tutte le fonti testuali sopravvissute sugli elfi sono state prodotte dai cristiani (siano essi monaci anglosassoni, poeti islandesi medievali, primi ballerini moderni, collezionisti di folclore del diciannovesimo secolo o persino autori fantasy del XX secolo). Le convinzioni attestate sugli elfi devono quindi essere intese come parte della cultura cristiana dei parlanti germanici e non semplicemente come reliquia della loro religione pre-cristiana. <ref>Jolly 1996; Shippey 2005; Green 2016.</ref>. Dopo l'età medievale, la parola elfo tendette a diventare meno comune in tutte le lingue, venendo sostituito da termini nativi alternativi come ''zwerc'' ("nana") in tedesco, ''huldra'' ("essere nascosto") nelle lingue scandinave o termini presi in prestito come ''fata'' (presa in prestito dal francese in tutte le lingue germaniche). Tuttavia, le credenze negli elfi persistettero nel primi periodi moderni, in particolare in Scozia e Scandinavia, dove gli elfi erano considerati come persone magicamente potenti che vivono, di solito invisibili, al fianco delle comunità umane.
[[File:Un elfe un peu frimeur jnl fal.jpg|thumb|Disegno raffigurante un elfo con un arco]]


Nonostante ciò, sono rimasti associati a malattie e minacce sessuali. Ad esempio, un certo numero di ballate moderne nelle isole britanniche e in Scandinavia, originate nell'età medievale, descrivono elfi che tentano di sedurre o rapire personaggi umani. Con l'urbanizzazione e l'industrializzazione nel XVIII e XIX secolo, le credenze negli elfi diminuirono rapidamente (sebbene l'Islanda ebbe qualche tendenza a continuare a credere negli elfi). Tuttavia, dalla prima età moderno in poi, gli elfi iniziarono ad essere prominenti nella letteratura e nell'arte delle élite istruite. Questi elfi letterari erano immaginati come piccoli esseri maliziosi, e ''[[Sogno di una notte di mezza estate|il Sogno di una notte di mezza estate]]'' di Shakespeare era uno sviluppo chiave di questa idea. Nel diciottesimo secolo, gli scrittori romantici tedeschi furono influenzati da questa nozione dell'elfo e reimportarono la parola inglese elf nella lingua tedesca. Da questa cultura d'élite romanticista arrivarono gli elfi della cultura popolare emersi nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo. Gli "elfi natalizi" della cultura popolare contemporanea sono una tradizione relativamente recente, resa popolare durante la fine del diciannovesimo secolo negli Stati Uniti. Gli elfi sono entrati nel genere dell'[[High fantasy]] del ventesimo secolo sulla scia di opere pubblicate da autori come J. R. R. Tolkien; questi hanno divulgato di nuovo l'idea di elfi come esseri antropomorfi di dimensioni umane. .
L''''elfo''' (dal [[lingua norrena|norreno]] ''alfr'' , plurale ''alfar'') è un essere appartenente alla [[mitologia norrena|mitologia nordica]]. Gli elfi sono simboli delle forze dell'[[aria]], del [[fuoco (fisica)|fuoco]], della [[terra]], dell'[[acqua (elemento)|acqua]] e dei [[fenomeni atmosferici]] in generale.


==Etimologia==
Essi sono simili agli [[homo sapiens sapiens|umani]], alti e magri, ma forti e velocissimi, volto pulito, sereno, [[orecchie]] leggermente a punta. Sono descritti con una vista acutissima e un [[udito]] molto sensibile. Non hanno [[barba]], hanno [[capelli]] biondi o argentei e [[occhi]] brillanti capaci di penetrare la persona fino a conoscerne i pensieri e sono dotati di [[telepatia]].
[[File:Ängsälvor - Nils Blommér 1850.jpg|miniatura|353x353px|Ängsälvor (Svedese "Elfi sul prato") - Nils Blommér 1850]]
La parola inglese ''elf'' deriva dalla parola dell'inglese antico più spesso attestata come ''ælf'' (il cui plurale sarebbe stato * ''ælfe''). Sebbene questa parola avesse una varietà di forme in diversi dialetti dell'inglese antico, queste convergevano sulla forma ''elf'' durante il periodo dell'[[Lingua inglese media|inglese medio]]<ref>Hall 2007, 176–81.</ref>. Nell'[[Lingua inglese antica|inglese antico]], per gli elfi femminili venivano usate forme separate (come ''ælfen'', a partire dal comune germanico * ''ɑlβ(i)innjō''). Tuttavia, durante il periodo del medio inglese, la parola elfo arrivò abitualmente ad includere anche gli esseri femminili<ref>Hall 2007, 75–88, 157–66.</ref>. I principali affini germanici medievali (parole di origine comune) dell'elfo sono ''alfr'' in nordico antico, ''alfar'' al plurale e ''[[Alp (vampiro)|Alp]]'' nell'alto tedesco, ''alpî'' al plurale, ''elpî'' (accanto a ''Elbe'' femminile). <ref> Hall 2007, 5.</ref> Queste parole devono essere state ereditate dal Germanico comune, l'antenata della lingua inglese, tedesca e scandinava: le forme germaniche comuni devono essere state * ''ɑlβi-z e ɑlβɑ-z''. <ref>Hall 2007, 5, 176–77.</ref>


''* ɑlβi-z ~ * ɑlβɑ-z'' è generalmente considerato un derivato dal latino ''albus'' ('(opaco) bianco'). le parole in irlandese antico ''ailbhín'' (<nowiki>''</nowiki>stormo"); ''Elb'' in albanese ('orzo'); e ''álpt'' per il moderno islandese provengono tutte da una base indoeuropea ''albh''-, e sembrano essere collegate dall'idea di bianco. La parola germanica presumibilmente in origine significava "persona bianca", forse come un eufemismo. Jakob Grimm pensava che il candore implicasse connotazioni morali positive e, notando il [[ljósálfar]] di Snorri Sturluson, suggeriva che gli elfi fossero divinità della luce. Questo non è comunque necessariamente il caso, i termini affini suggeriscono il bianco opaco anziché il bianco splendente e, dato che nei testi scandinavi medievali il candore è associato alla bellezza, [[Alaric Hall]] suggerisce che gli elfi potrebbero essere stati definiti "i bianchi" perché considerati belli <ref>Hall 2007, 54–55.</ref>. Ciò denota un'etimologia completamente diversa, che rende l''<nowiki/>'elfo'' affine con i [[Rbhu]], artigiani semi-divini nella mitologia indiana. Fu suggerito anche da [[Franz Felix Aldabert Kuhn]], nel 1855. <ref> [https://books.google.com/books?id=wvRTAAAAcAAJ&pg=PA110 Kuhn 1855, 110]; [https://books.google.com/books?id=fV8SAAAAYAAJ&pg=PA163 Schrader 1890, 163].</ref> In questo caso, * ɑlβi-z connota il significato di "abile, inventivo, intelligente" ed è affine al termine latino ''Labor,'' nel senso di "lavoro creativo". Sebbene spesso menzionata, questa etimologia non è ampiamente accettata.<ref>Hall 2007, 54–55 fn. 1.</ref>
Hanno voce splendida e chiara. Sono intelligenti ed armoniosi, con grande rispetto per i quattro elementi e per la [[natura]].


== Elfi in testi medievali e credenze popolari post-medievali ==
Talvolta alcuni possono essere capricciosi e talvolta benevoli con l'uomo che li rispetta, possono donare oggetti magici a coloro che sono puri di cuore e spirito e che desiderano aiutare. Sanno forgiare [[spade]] e [[metalli]] e hanno conoscenze di [[magia]]. In origine gli elfi sono forse stati concepiti come anime di defunti, poi furono venerati anche come potenze che favorivano la fecondità. Di qui la distinzione, nella [[mitologia norrena]], fra [[Døkkálfar]], "''elfi delle tenebre''", e [[Liósálfar]], "''elfi della luce''".


=== Elfi come cause di malattia ===
Abitano principalmente sugli [[alberi]] o in alcune [[foresta|foreste]] nascoste. Non danneggiano mai e in nessun modo la natura perché per loro è parte essenziale della loro vita ed esistenza.
I primi manoscritti superstiti che menzionano gli elfi in qualsiasi lingua germanica provengono dall'Inghilterra anglosassone. Le prove medievali inglesi hanno quindi attratto ricerche e dibattiti piuttosto ampi <ref>Jolly 1996</ref><ref>Shippey 2005</ref><ref>Hall 2007.</ref><ref>Green 2016.</ref>. Nell'inglese antico, gli elfi sono spesso citati nei testi medici che attestano la convinzione comune che gli elfi potrebbero affliggere gli esseri umani e il bestiame con malattie: apparentemente per lo più con insonnia, dolori interni e disturbi mentali. Il più famoso dei testi medici è il [[fascino metrico]] [[Wið færstice]] ("contro un dolore lancinante"), dalla raccolta del X secolo [[Lacnunga|Lacnunga,]] ma la maggior parte delle attestazioni si trovano nel [[Bald's Leechbook and Leechbook III|''Bald's Leechbook'' and ''Leechbook III'']]. del X secolo. Questa idea continua anche nelle successive tradizioni della lingua inglese: gli elfi continuano ad apparire nei testi medici medi inglesi <ref>Hall 2007, 88–89, 141; Green 2003; Hall 2006.</ref>. Le credenze degli elfi che causavano malattie rimasero insistenti anche nella prima età moderna scozzese (XVI -XVIII secolo) , dove gli elfi erano considerati persone straordinariamente potenti che vivevano invisibilmente al fianco delle popolazioni rurali <ref>Henderson and Cowan 2001; Hall 2005.</ref>. Per questo gli elfi vennero spesso menzionati nei processi di stregoneria della prima età moderna scozzese: molti testimoni nei processi ritenevano che avessero poteri curativi o di conoscere persone o animali resi malati dagli elfi.<ref>Purkiss 2000, 85-115; Henderson and Cowan 2001; Hall 2005.</ref><ref> Hall 2007, 112–15.</ref> In tutte queste testimonianze, gli elfi vennero a volte associati con il soprannaturale, similmente agli [[Incubo (mitologia)|incubus]] e in particolar modo agli [[Alp (vampiro)|Alp]] <ref>Hall 2007, 124–26, 128–29, 136–37, 156.</ref>
Nutrono una grande considerazione per la natura, concepita come una entità, un grande spirito eterico, madre di tutti gli esseri.


==== Colpo dell'elfo ====
Essi riescono a camminare senza lasciare tracce, sono immuni da malattie e resistono a temperature estreme. Gli elfi hanno vita lunga e invecchiano senza che la loro bellezza venga intaccata dal tempo. In linea di principio sono immortali ma non sono invulnerabili alle ferite di spade, frecce e ai [[veleni]] e possono quindi venire uccisi.
In alcuni testi medici in inglese antico gli elfi sembrerebbero essere considerati come una malattia infettiva derivata dalle ferite causate dalle frecce. Nel ventesimo secolo, gli studiosi sostenevano spesso che le tipiche malattie causate dagli elfi fossero derivate da un "[[elf-shot]]" ( letteralmente "Tiro-elfo" ma traducibile come <nowiki>''</nowiki>Colpo dell'elfo"), ma gli studi dagli anni '90 in poi suggeriscono che l'interpretazione secondo la quale gli elfi infliggessero malattie in questo modo potrebbe essere inesatta.<ref>Hall 2007, 96–118.</ref> Il dibattito sul significato di elf-shot è ancora in corso. <ref>Tolley 2009, I 220.</ref>


Il nome elf-shot in realtà appare per la prima volta in un poema scozzese, "Rowlis Cursing", del 1500 circa, in cui "elf-shot" è elencato in una serie di maledizioni da infliggere a dei ladri di polli <ref>Hall 2005b, 23.</ref>. Il termine potrebbe non aver sempre denotato un proiettile reale: Shot poteva significare "un dolore acuto" quanto "Proiettile". Nel prima età moderna scozzese la parola ''elf-schot'' e altri termini come ''Elf-arrowhead'' sono stati talvolta usati per indicare teste di frecce neolitiche,seguendo la convinzione che esse fossero create dagli elfi. In alcuni processi di stregoneria, le persone affermavano che queste teste di frecce venissero usate nei rituali di guarigione e, occasionalmente, che le streghe (e forse anche gli elfi) le usassero per ferire la gente e il bestiame <ref>Hall 2005.</ref>.
Gli elfi non posseggono solo aspetti positivi: molteplici sono le leggende legate a questo essere che narrano delle azioni malvagie da loro compiute nei confronti degli uomini, dei quali di tanto in tanto rapiscono i bambini.
[[File:Eadwine Psalter f 66r detail of Christ and demons attacking psalmist.png|miniatura|[[Salterio di Eadwine]] f 66r dettaglio: Cristo e demoni che attaccano il salmista]]
Gli elfi sono inquadrati in una rigida gerarchia al capo della quale stanno le regine e i re delle colline delle fate, riconoscibili perché spesso ricoperti da un fresco manto di biancospini.
[[Shakespeare]] nei suoi pezzi teatrali ha parlato molto spesso degli elfi, per esempio nella [[commedia]] ''[[Sogno di una notte di mezza estate (Shakespeare)|Sogno di una notte di mezza estate]]''.


===== Dimensioni, aspetto e sessualità =====
In [[Sicilia]] nel contesto delle ''donas de fuera'' (streghe dalle sembianze di fate) sono presenti gli elfi, unica presenza in [[Italia]] e in [[Europa]] meridionale che accomuna la Sicilia al [[folclore]] e alla mitologia nordica delle isole britanniche.
A causa dell'associazione degli elfi con la malattia, nel ventesimo secolo, la maggior parte degli studiosi immaginava che gli elfi nella tradizione anglosassone fossero esseri piccoli, invisibili, demoniaci, che causavano malattie con le frecce. Ciò è stato incoraggiato dall'immagine presente nel [[Salterio di Eadwine]], che divenne molto popolare all'interno di questo contesto. <ref>Grattan and Singer 1952, frontispiece</ref> Tuttavia, questo è ora considerato un fraintendimento: l'immagine sembrerebbe essere un'illustrazione convenzionale delle frecce di Dio e dei demoni cristiani<ref>Jolly 1998.</ref> Piuttosto, un recente studio suggerisce che gli elfi anglosassoni, come gli elfi della Scandinavia o l'irlandese [[Sidhe]] fossero considerati grandi quanto persone.<ref> Shippey 2005, 168–76; Hall 2007, esp. 172–75.</ref> nel Medio inglese e nella prima età moderna scozzese , mentre apparirono ancora come causa di danno e pericolo, gli elfi vennero considerati chiaramente come esseri dalle grandezze umane.<ref>Hall 2007, 157–66; Shippey 2005, 172–76.</ref> Sono stati associati alle tradizioni romantiche cavalleresche medievali delle fate e in particolare all'idea di una [[La regina delle fate|regina delle fate]]. La propensione a sedurre o stuprare le persone divenne sempre più importante per la narrativa <ref>Shippey 2005, 175–76; Hall 2007, 130–48; Green 2016, 76–109.</ref>. Intorno al XV secolo, data l'assidua convinzione comune, cominciarono ad apparire prove ché gli elfi potessero rubare bambini umani e sostituirli con dei [[Changeling (leggenda)|Changeling]]. <ref>Green 2016, 110–46.</ref>


==Antichi testi norreni==
== Etimologia ==
La parola ''elfo'' deriva dall'[[Inglese antico]] ''ælf'' o ''elf'', a sua volta proveniente dal [[proto-germanico]] ''*albiz'', dal [[lingua norrena|linguaggio norreno]] ''álf(a)r'' e dall'[[alto tedesco medio]] ''elbe''. ''*Albiz'' potrebbe provenire dalla [[lingua protoindoeuropea]] nella quale ''*albh'' (da cui trae origine anche il termine latino ''"albus"'') ''bianco''.


=== Testi mitologici ===
==Mitologie scandinava, scozzese e celtica==
L'immagine moderna degli elfi è fortemente influenzata dalla recente [[Fantasy]] che ha praticamente reinventato l'origine e le caratteristiche degli elfi assecondando la fantasia dei singoli autori


Le prove delle credenze negli elfi nella Scandinavia medievale al di fuori dell'Islanda sono molto scarse, ma le prove islandesi sono singolarmente ricche. Per molto tempo, le vedute sugli elfi nella mitologia norrena furono definite dalla [[Edda in prosa]] di Snorri Sturluson, che parla di [[Svartálfaheimr|svartálfar]], [[Døkkálfar|dökkálfar]] e [[Liósálfar|ljósálfar]] ("elfi neri"/"elfi oscuri" e "elfi di luce"/"Elfi lucenti"). Tuttavia, queste parole sono attestate solo nell'Edda di prosa e nei testi basati su di esso, ed è ora concordato che riflettano le tradizioni di nani, demoni e angeli, in parte mostrando la "paganizzazione" di una cosmologia cristiana appresa dall' [[Elucidario]] di Snorri <ref>Shippey 2005, 180–81; Hall 2007, 23–26; Gunnell 2007, 127–28; Tolley 2009, I 220</ref> Gli studiosi della mitologia norvegese ora si concentrano sui riferimenti agli elfi nella poesia norrena, in particolare [[Edda poetica|Edda poetica.]] L'unico personaggio esplicitamente identificato come elfo nella poesia Eddaica classica, se esiste, è [[Weland il fabbro|Völundr]], il protagonista di [[Völundarkviða]]. <ref>Dumézil 1973, 3</ref> Tuttavia, gli elfi sono spesso citati nella frase [[Allitterazione|allitterante]] Æsir ok Álfar ('[[Æsir]] o elfi') e le sue varianti. Questa era chiaramente una formula poetica ben stabilita, che indicava una forte tradizione di associare gli elfi al gruppo di dei noto come Æsir, o addirittura di suggerire che gli elfi e gli Æsir fossero la stessa cosa.<ref>Hall 2007, 34–39</ref><ref>Haukur Þorgeirsson 2011, 49–50</ref> L'accoppiamento è parallelo al poema antico inglese [[Lacnunga|Wið færstice]] <ref>Hall 2007, 35–63</ref> inoltre, nei versi degli [[Scaldo|Skaldic]] la parola elfo è usata nello stesso modo delle parole per gli dei.<ref> Hall 2007, 28–32.</ref>Il diario di viaggio skaldico di [[Sigvatr Þórðarson]], [[Austrfaravísur]], composto intorno al 1020, menziona un [[álfablót]] ("sacrificio degli elfi") a Edskogen nell'attuale Svezia meridionale. <ref>Hall 2007, 30–31</ref> Non sembra esserci una netta distinzione tra umani e dei; come gli Æsir, quindi, gli elfi erano presumibilmente pensati come umani (antropomorfi) e esistenti in opposizione ai [[Jǫtunn|giganti norreni]]. <ref>Hall 2007, 31–34, 42, 47–53.</ref> Molti commentatori hanno anche sostenuto una sovrapposizione concettuale tra elfi e nani nella mitologia norrena, che potrebbe adattarsi alle tendenze delle prove medievali tedesche.<ref> Hall 2007, 32–33.</ref>
Gli elfi come personaggi della [[mitologia]] nordica sono ben diversi ed è bene non dimenticare le loro origini antiche: Gli Alfar (è così che in lingua [[Scandinavia|scandinava]] si chiamano gli elfi), nacquero secondo la leggenda originale dai vermi che divorarono il [[cadavere]] di [[Ymir]] (gigante della [[mitologia]] norrena importante per la [[cosmogonia]] e la [[cosmologia della mitologia norrena|cosmologia]] nordica).<ref name="Filagrossi21">Christian Filagrossi, ''Il libro delle creature fantastiche'', Armenia, 2006, pag. 21</ref>


Ci sono prove che fanno supporre che il dio [[Freyr]] fosse associato agli elfi. In particolare, [[Álfheimr]] (letteralmente "mondo degli elfi") è menzionato come dono per Freyr nel poema [[Grímnismál]]. Snorri Sturluson identificò Freyr come uno dei [[Vanir]]. Tuttavia, il termine Vanir è raro nei versi di Eddaci, e molto raro nei versi degli Skaldic, generalmente non è pensato per apparire in altre lingue germaniche. Dato il legame tra Freyr e gli elfi, si è pensato per molto tempo che álfar e Vanir siano, più o meno, parole diverse per lo stesso gruppo di esseri. <ref>Simek 2010; Hall 27, 35–37; Frog and Roper 2011.</ref> Tuttavia, questo non è accettato in modo uniforme. <ref>Tolley 2009, I 210–17</ref> Un [[kenning]] (metafora poetica) per il sole, [[álfröðull]] (letteralmente "disco elfo" ma anche "Gloria degli elfi"o "Paradiso elfico"), ha un significato incerto, ma è in qualche modo indicativo di uno stretto legame tra elfi e il sole. <ref> Motz 1973, p. 99; Hall 2004, p. 40.</ref> Sebbene le parole abbiano un significato leggermente incerto, sembra abbastanza chiaro che Völundr sia descritto come uno degli elfi in Völundarkviða. <ref>Ármann Jakobsson 2006; Hall 2007, 39–47.</ref> Il suo atto più importante nel poema è quello di violentare [[Bodvild|Böðvildr]], questo denota come il poema associ gli elfi l'essere una minaccia sessuale per le ragazze. La stessa idea è presente nelle due poesie Eddaiche post-classiche, influenzate dal romanzo cavalleresco o [[Lai bretone]], Kötludraumur e [[Gullkársljóð]]. L'idea degli elfi come predatori sessuali si verifica anche nelle tradizioni successive della Scandinavia, questo potrebbe essere una prima attestazione di una tradizione importante <ref> Haukur Þorgeirsson 2011, 50-52.</ref>.
===Mitologia scozzese===


== Elfi nel Fantasy moderno ==
Secondo la [[mitologia]] [[Scozia|scozzese]] gli elfi si dividono non in "''elfi delle tenebre''" ed "''elfi della luce''", bensì in Corte Benedetta e Corte Maledetta.<ref name="Filagrossi21" />
{{vedi anche|Elfi della Terra di Mezzo}}
Con il nascere della [[letteratura fantasy]], gli elfi diventano perfetti protagonisti di racconti e romanzi. Un esempio di questo fenomeno sono gli scritti di [[John Ronald Reuel Tolkien]], autore de ''[[Il Signore degli Anelli]]'', che descrive gli elfi come creature di bell'aspetto, con voci melodiose e cristalline, abili nella forgiatura delle spade, molto agili e immortali, riportando i canoni antichi nella narrativa. Invecchiano molto lentamente e rimangono d'aspetto florido e vigoroso dal raggiungimento dell'età adulta in poi, ma possono essere uccisi in battaglia, essendo immortali, ma non invulnerabili. Gli elfi continuano ad apparire in molti romanzi fantasy. [[Terry Brooks]] ne sceglie uno come protagonista del suo libro ''[[La spada di Shannara]]'', descrivendolo come di struttura esile e di statura medio bassa, ma dotato di grande agilità.


L'immagine dell'elfo viene profondamente cambiata nei libri di [[J. K. Rowling]], che nella saga di ''[[Harry Potter]]'' li descrive (Ispirandosi alla figura dei [[Brownie]]) come domestici al servizio dei maghi, piccoli, esili e dotati di innati poteri magici. In alcuni romanzi gli elfi vengono descritti anche come esseri simili alle fate. [[Christopher Paolini]], nei suoi romanzi, riprende l'immagine dell'elfo come un essere di aspetto bellissimo, ma fisicamente molto più forte di un uomo e con poteri magici straordinari. [[Christopher Paolini]] descrive gli elfi anche come esseri intriganti e affascinanti, ma talvolta ambigui, anche questa una caratteristica derivante dalla mitologia, pur non dimostrando aperta ostilità verso gli uomini.
La Corte benedetta è un gruppo di [[faeries]] "buoni" che sono opposti alla Corte maledetta.<ref name="Filagrossi94">Christian Filagrossi, ''Il libro delle creature fantastiche'', Armenia, 2006, pag. 94</ref>

Secondo alcune leggende la Corte benedetta è il [[popolo]] della [[mitologia]] [[celti]]ca dei Tuatha de Danann.<ref name="Filagrossi94" />

====Tuatha de Danann====

I Tuatha de Danann è un popolo di esseri divini della mitologia celtica molto simili agli Elfi (si possono praticamente considerare elfi perché come questi ultimi sono alti, affascinanti, abili nella [[caccia]], nella [[poesia]] e nella [[magia]]). Secondo alcune leggende vennero cacciati dal [[Paradiso]] a causa della loro enorme conoscenza; secondo altre essi vennero dall'[[Est|Oriente]] su di una Imbarcazione circondata dalla [[nebbia]].

Dopo aver conquistato l'[[Irlanda]], che apparteneva ai [[Fomoriani]] e venne invasa dai [[Milesi (Irlanda)|Milesi]], si rifugiarono nelle viscere della [[Terra]] e da quel momento furono conosciuti come Daoine Sidhe. Altre versioni dicono che salparono verso il [[Paradiso Celtico]].<ref name="Filagrossi434">Christian Filagrossi, ''Il libro delle creature fantastiche'', Armenia, 2006, pag. 434</ref>

====Daoine Sidhe====
Dopo che i Milesi guidarono i Tuatha de Danann sottoterra, essi presero questo nome. Loro re era [[Finvarra]] che da quel giorno regna nel suo palazzo sotto la collina fatata di [[Knockma]].
Essi sono abili giocatori di [[scacchi]] e mai nessun mortale è riuscito a battere il loro re, che era un vero donnaiolo e rapiva pure donne [[Uomo|umane]].<ref name="Filagrossi105">Christian Filagrossi, ''Il libro delle creature fantastiche'', Armenia, 2006, pag. 105</ref>

===Mitologia scandinava===
La [[mitologia scandinava]] conosce gli Ellefolk, esseri che per comportamento sono simili agli Elfi e sono alti circa un [[metro]]. Essi, come gli Elfi hanno un rapporto privilegiato con la natura e possono passare attraverso i [[quattro elementi fondamentali]]: [[aria]], [[acqua]], [[fuoco]] e [[terra]].

Sono grandi conoscitori delle [[magia|erbe magiche]] e medicamentose e hanno un particolare fiuto per i tesori nascosti. Le loro donne sono di una bellezza travolgente e sono abili seduttrici. Un umano però non può avvicinarsi a loro perché basta un solo respiro degli Ellefolk per trasmettere una terribile malattia.<ref name="Filagrossi136">Christian Filagrossi, ''Il libro delle creature fantastiche'', Armenia, 2006, pag. 136</ref>

==Gli elfi nel genere fantasy==
{{vedi anche|Elfi della Terra di Mezzo}}
Agli inizi del [[XX secolo]], con il nascere della [[letteratura fantasy]], gli elfi diventano perfetti protagonisti di racconti e romanzi. Un esempio di questo fenomeno sono gli scritti di [[John Ronald Reuel Tolkien]], autore de ''[[Il Signore degli Anelli]]'', che descrive gli elfi come creature di bell'aspetto, con voci melodiose e cristalline, abili nella forgiatura delle spade, molto agili e immortali, riprendendo i canoni della [[mitologia norrena]]. Invecchiano molto lentamente e rimangono d'aspetto florido e vigoroso dal raggiungimento dell'età adulta in poi, ma possono essere uccisi in [[battaglia]], essendo immortali, ma non invulnerabili. Gli elfi continuano ad apparire in molti romanzi fantasy. [[Terry Brooks]] ne sceglie uno come protagonista del suo libro ''[[La spada di Shannara]]'', descrivendolo come di struttura esile e di statura medio bassa, ma dotato di grande agilità. Alla fine del [[XX secolo]] l'immagine dell'elfo viene profondamente cambiata dai libri di [[J. K. Rowling]], che nella saga di ''[[Harry Potter]]'' li descrive come domestici al servizio dei maghi, piccoli, esili e dotati di innati poteri magici, quindi molto lontani dalle loro precedenti descrizioni. In alcuni romanzi gli elfi vengono descritti anche come esseri simili alle fate. Nel [[XXI secolo]], [[Christopher Paolini]], nei suoi romanzi, riprende l'immagine dell'elfo come un essere di aspetto bellissimo, ma fisicamente molto più forte di un uomo e con poteri magici straordinari. [[Christopher Paolini]] descrive gli elfi anche come esseri intriganti e affascinanti, ma talvolta ambigui, anche questa una caratteristica derivante dalla mitologia, pur non dimostrando aperta ostilità verso gli uomini.


Nei romanzi Fantasy di [[Margaret Weis]] e [[Tracy Hickman]] (Raistlin, l'alba del male - Raistlin, I fratelli in armi etc.) gli elfi hanno fattezze simili agli elfi descritti nei romanzi di Tolkien, quindi come creature alte e di bell'aspetto e con notevoli abilità nel combattimento, tuttavia non vengono attribuiti poteri magici a queste creature. Al contrario, gli elfi che si avvicinano alle arti magiche del male sono definiti Elfi oscuri, sebbene la magia delle [[Incantesimi di Dragonlance#Scuole di magia|Vesti Bianche]], positiva, sia consentita agli Elfi, ma solo se di casata reale o nobile. In questa saga di romanzi compaiono inoltre i "Mezzelfi", creature nate dall'accoppiamento di umani ed elfi. Nei libri "[[Cronache del regno della fantasia|Le cronache del regno della fantasia]]" di [[Geronimo Stilton]], gli elfi vengono rappresentati come creature simili agli umani, a differenza delle orecchie a punta.
Nei romanzi Fantasy di [[Margaret Weis]] e [[Tracy Hickman]] (Raistlin, l'alba del male - Raistlin, I fratelli in armi etc.) gli elfi hanno fattezze simili agli elfi descritti nei romanzi di Tolkien, quindi come creature alte e di bell'aspetto e con notevoli abilità nel combattimento, tuttavia non vengono attribuiti poteri magici a queste creature. Al contrario, gli elfi che si avvicinano alle arti magiche del male sono definiti Elfi oscuri, sebbene la magia delle [[Incantesimi di Dragonlance#Scuole di magia|Vesti Bianche]], positiva, sia consentita agli Elfi, ma solo se di casata reale o nobile. In questa saga di romanzi compaiono inoltre i "Mezzelfi", creature nate dall'accoppiamento di umani ed elfi. Nei libri "[[Cronache del regno della fantasia|Le cronache del regno della fantasia]]" di [[Geronimo Stilton]], gli elfi vengono rappresentati come creature simili agli umani, a differenza delle orecchie a punta.
Nei libri di [[The Witcher]] di [[Andrejz Sapkowski]] gli elfi vengono rappresentati come di bell'aspetto e dominatori del mondo ma in seguito all'arrivo degli umani, furono vittime di persecuzioni razziali e ghettizzati, pertanto si formerà un gruppo di ribelli chiamato "Scoia'tael" che combatte gli umani
Nei libri di [[The Witcher]] di [[Andrejz Sapkowski]] gli elfi vengono rappresentati come di bell'aspetto e dominatori del mondo ma in seguito all'arrivo degli umani, furono vittime di persecuzioni razziali e ghettizzati, pertanto si formerà un gruppo di ribelli chiamato "Scoia'tael" che combatte gli umani


Nella serie ''[[Mondo Disco]]'' di [[Terry Pratchett]] gli elfi sono esseri ostili e privi di [[empatia]], provenienti da un'altra dimensione. Sono in grado di manipolare la mente delle persone e non sopportano il [[ferro]]. Derivano più dalle fate del folklore britannico che dagli elfi della mitologia norrena o di Tolkien, dei quali riprendono tuttavia alcuni aspetti. Hanno il ruolo di antagonisti nel libro ''[[Streghe di una notte di mezza estate]]'' e ''[[L'intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi|L'intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi.]]''
Nella serie ''[[Mondo Disco]]'' di [[Terry Pratchett]] gli elfi sono esseri ostili e privi di [[empatia]], provenienti da un'altra dimensione. Sono in grado di manipolare la mente delle persone e non sopportano il [[ferro]]. Hanno il ruolo di antagonisti nel libro ''[[Streghe di una notte di mezza estate]]'' e ''[[L'intrepida Tiffany e i Piccoli Uomini Liberi|L'intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi.]]''


Nel gioco di ruolo online ''[[Vindictus]]'' gli elfi sono esseri alti, muscolosi e lenti, hanno una carnagione grigiastra e non indossano altro che uno straccio legato alla vita, trascinano una pesante [[clava]] che usano come arma.
Nel gioco di ruolo online ''[[Vindictus]]'' gli elfi sono esseri alti, muscolosi e lenti, hanno una carnagione grigiastra e non indossano altro che uno straccio legato alla vita, trascinano una pesante [[clava]] che usano come arma.
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==Note==
==Note==
<references />
* <references />

==Fonti==
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* Haukur Þorgeirsson, 'Álfar í gömlum kveðskap', ''Són'', 9 (2011), 49–61, [http://hi.is/~haukurth/Haukur_2011_Alfar_Son.pdf Hi.is]
* Henderson  Lizanne, and Edward J. Cowan, ''Scottish Fairy Belief: A History'' (East Linton: Tuckwell, 2001)
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* Jolly, Karen Louise, "Elves in the Psalms? The Experience of Evil from a Cosmic Perspective", in The Devil, Heresy and Witchcraft in the Middle Ages: Essays in Honor of Jeffrey B. Russell, ed. by Alberto Ferreiro, Cultures, Beliefs and Traditions, 6 (Lieden, 1998), pp. 19–44; <nowiki>ISBN 9004106103</nowiki>, 9789004106109, [https://books.google.com/books?id=UyNi3V1NKy0C&pg=PA19&lpg=PA19 Google Books]
* Kuhn, Adalbert (1855) [https://books.google.com/books?id=wvRTAAAAcAAJ&pg=PA110 ''Die sprachvergleichung und die urgeschichte der indogermanischen völker''] . ''Zeitschrift für vergleichende Sprachforschung''. 
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* Schrader, Otto (1890).[https://books.google.com/books?id=fV8SAAAAYAAJ&pg=PA163 ''Prehistoric Antiquities of the Aryan Peoples''] Frank Byron Jevons (tr.). Charles Griffin & Company,. p. 163.
* Purkiss, Diane, ''Troublesome Things: A History of Fairies and Fairy Stories'' (Harmondsworth, 2000).
* Simek, Rudolf, 'The Vanir: An Obituary', ''The Retrospective Methods Network Newsletter'', December 2010, 10–19 [http://www.helsinki.fi/folkloristiikka/English/RMN/RMN%20Newsletter%20DECEMBER%202010.pdf Helsinki.fi]
* Shippey, Tom, ‘Alias oves habeo: The Elves as a Category Problem’, in ''The Shadow-Walkers: Jacob Grimm’s Mythology of the Monstrous'', ed. by Tom Shippey, Medieval and Renaissance Texts and Studies, 291/Arizona Studies in the Middle Ages and the Renaissance, 14 (Tempe, AZ: Arizon Center for Medieval and Renaissance Studies, 2005), pp. 157–87
* Tolley, Clive, ''Shamanism in Norse Myth and Magic'', Folklore Fellows’ Communications, 296–97, 2 vols (Helsinki: Academia Scientiarum Fennica, 2009).


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Disambiguazione – "Elfi" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Elfi (disambigua).
 illustrazione di Arthur Rackham. degli elfi in Sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare

Un elfo (plurale: elfi) è un creatura soprannaturale dalla forma umanoide della mitologia e del folklore germanico. Nelle culture medievali di lingua germanica, gli elfi sembrano generalmente essere stati pensati come esseri dotati di poteri magici e di una bellezza soprannaturale, ambivalenti nei confronti della gente comune e capaci di aiutarli o ostacolarli. [1] Tuttavia, i dettagli di queste credenze variano considerevolmente nel tempo, creando varianti sia nelle culture pre-cristiane che in quelle cristiane. La parola elfo si trova in tutte le lingue germaniche e sembra che originariamente significasse "essere bianco". Ricostruire il concetto iniziale di un elfo dipende in gran parte dai testi, scritti dai cristiani, in inglese antico e medio, tedesco medievale e antico norvegese. Non vi è dubbio che le credenze sugli elfi abbiano le loro origini prima della conversione al cristianesimo e la cristianizzazione associata dell'Europa nord-occidentale. Per questo motivo, la credenza negli elfi è stata spesso etichettata come "pagana" e "superstizione" dal Medioevo fino ai recenti studi. Tuttavia, quasi tutte le fonti testuali sopravvissute sugli elfi sono state prodotte dai cristiani (siano essi monaci anglosassoni, poeti islandesi medievali, primi ballerini moderni, collezionisti di folclore del diciannovesimo secolo o persino autori fantasy del XX secolo). Le convinzioni attestate sugli elfi devono quindi essere intese come parte della cultura cristiana dei parlanti germanici e non semplicemente come reliquia della loro religione pre-cristiana. [2]. Dopo l'età medievale, la parola elfo tendette a diventare meno comune in tutte le lingue, venendo sostituito da termini nativi alternativi come zwerc ("nana") in tedesco, huldra ("essere nascosto") nelle lingue scandinave o termini presi in prestito come fata (presa in prestito dal francese in tutte le lingue germaniche). Tuttavia, le credenze negli elfi persistettero nel primi periodi moderni, in particolare in Scozia e Scandinavia, dove gli elfi erano considerati come persone magicamente potenti che vivono, di solito invisibili, al fianco delle comunità umane.

Nonostante ciò, sono rimasti associati a malattie e minacce sessuali. Ad esempio, un certo numero di ballate moderne nelle isole britanniche e in Scandinavia, originate nell'età medievale, descrivono elfi che tentano di sedurre o rapire personaggi umani. Con l'urbanizzazione e l'industrializzazione nel XVIII e XIX secolo, le credenze negli elfi diminuirono rapidamente (sebbene l'Islanda ebbe qualche tendenza a continuare a credere negli elfi). Tuttavia, dalla prima età moderno in poi, gli elfi iniziarono ad essere prominenti nella letteratura e nell'arte delle élite istruite. Questi elfi letterari erano immaginati come piccoli esseri maliziosi, e il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare era uno sviluppo chiave di questa idea. Nel diciottesimo secolo, gli scrittori romantici tedeschi furono influenzati da questa nozione dell'elfo e reimportarono la parola inglese elf nella lingua tedesca. Da questa cultura d'élite romanticista arrivarono gli elfi della cultura popolare emersi nel diciannovesimo e nel ventesimo secolo. Gli "elfi natalizi" della cultura popolare contemporanea sono una tradizione relativamente recente, resa popolare durante la fine del diciannovesimo secolo negli Stati Uniti. Gli elfi sono entrati nel genere dell'High fantasy del ventesimo secolo sulla scia di opere pubblicate da autori come J. R. R. Tolkien; questi hanno divulgato di nuovo l'idea di elfi come esseri antropomorfi di dimensioni umane. .

Etimologia

Ängsälvor (Svedese "Elfi sul prato") - Nils Blommér 1850

La parola inglese elf deriva dalla parola dell'inglese antico più spesso attestata come ælf (il cui plurale sarebbe stato * ælfe). Sebbene questa parola avesse una varietà di forme in diversi dialetti dell'inglese antico, queste convergevano sulla forma elf durante il periodo dell'inglese medio[3]. Nell'inglese antico, per gli elfi femminili venivano usate forme separate (come ælfen, a partire dal comune germanico * ɑlβ(i)innjō). Tuttavia, durante il periodo del medio inglese, la parola elfo arrivò abitualmente ad includere anche gli esseri femminili[4]. I principali affini germanici medievali (parole di origine comune) dell'elfo sono alfr in nordico antico, alfar al plurale e Alp nell'alto tedesco, alpî al plurale, elpî (accanto a Elbe femminile). [5] Queste parole devono essere state ereditate dal Germanico comune, l'antenata della lingua inglese, tedesca e scandinava: le forme germaniche comuni devono essere state * ɑlβi-z e ɑlβɑ-z. [6]

* ɑlβi-z ~ * ɑlβɑ-z è generalmente considerato un derivato dal latino albus ('(opaco) bianco'). le parole in irlandese antico ailbhín (''stormo"); Elb in albanese ('orzo'); e álpt per il moderno islandese provengono tutte da una base indoeuropea albh-, e sembrano essere collegate dall'idea di bianco. La parola germanica presumibilmente in origine significava "persona bianca", forse come un eufemismo. Jakob Grimm pensava che il candore implicasse connotazioni morali positive e, notando il ljósálfar di Snorri Sturluson, suggeriva che gli elfi fossero divinità della luce. Questo non è comunque necessariamente il caso, i termini affini suggeriscono il bianco opaco anziché il bianco splendente e, dato che nei testi scandinavi medievali il candore è associato alla bellezza, Alaric Hall suggerisce che gli elfi potrebbero essere stati definiti "i bianchi" perché considerati belli [7]. Ciò denota un'etimologia completamente diversa, che rende l'elfo affine con i Rbhu, artigiani semi-divini nella mitologia indiana. Fu suggerito anche da Franz Felix Aldabert Kuhn, nel 1855. [8] In questo caso, * ɑlβi-z connota il significato di "abile, inventivo, intelligente" ed è affine al termine latino Labor, nel senso di "lavoro creativo". Sebbene spesso menzionata, questa etimologia non è ampiamente accettata.[9]

Elfi in testi medievali e credenze popolari post-medievali

Elfi come cause di malattia

I primi manoscritti superstiti che menzionano gli elfi in qualsiasi lingua germanica provengono dall'Inghilterra anglosassone. Le prove medievali inglesi hanno quindi attratto ricerche e dibattiti piuttosto ampi [10][11][12][13]. Nell'inglese antico, gli elfi sono spesso citati nei testi medici che attestano la convinzione comune che gli elfi potrebbero affliggere gli esseri umani e il bestiame con malattie: apparentemente per lo più con insonnia, dolori interni e disturbi mentali. Il più famoso dei testi medici è il fascino metrico Wið færstice ("contro un dolore lancinante"), dalla raccolta del X secolo Lacnunga, ma la maggior parte delle attestazioni si trovano nel Bald's Leechbook and Leechbook III. del X secolo. Questa idea continua anche nelle successive tradizioni della lingua inglese: gli elfi continuano ad apparire nei testi medici medi inglesi [14]. Le credenze degli elfi che causavano malattie rimasero insistenti anche nella prima età moderna scozzese (XVI -XVIII secolo) , dove gli elfi erano considerati persone straordinariamente potenti che vivevano invisibilmente al fianco delle popolazioni rurali [15]. Per questo gli elfi vennero spesso menzionati nei processi di stregoneria della prima età moderna scozzese: molti testimoni nei processi ritenevano che avessero poteri curativi o di conoscere persone o animali resi malati dagli elfi.[16][17] In tutte queste testimonianze, gli elfi vennero a volte associati con il soprannaturale, similmente agli incubus e in particolar modo agli Alp [18]

Colpo dell'elfo

In alcuni testi medici in inglese antico gli elfi sembrerebbero essere considerati come una malattia infettiva derivata dalle ferite causate dalle frecce. Nel ventesimo secolo, gli studiosi sostenevano spesso che le tipiche malattie causate dagli elfi fossero derivate da un "elf-shot" ( letteralmente "Tiro-elfo" ma traducibile come ''Colpo dell'elfo"), ma gli studi dagli anni '90 in poi suggeriscono che l'interpretazione secondo la quale gli elfi infliggessero malattie in questo modo potrebbe essere inesatta.[19] Il dibattito sul significato di elf-shot è ancora in corso. [20]

Il nome elf-shot in realtà appare per la prima volta in un poema scozzese, "Rowlis Cursing", del 1500 circa, in cui "elf-shot" è elencato in una serie di maledizioni da infliggere a dei ladri di polli [21]. Il termine potrebbe non aver sempre denotato un proiettile reale: Shot poteva significare "un dolore acuto" quanto "Proiettile". Nel prima età moderna scozzese la parola elf-schot e altri termini come Elf-arrowhead sono stati talvolta usati per indicare teste di frecce neolitiche,seguendo la convinzione che esse fossero create dagli elfi. In alcuni processi di stregoneria, le persone affermavano che queste teste di frecce venissero usate nei rituali di guarigione e, occasionalmente, che le streghe (e forse anche gli elfi) le usassero per ferire la gente e il bestiame [22].

Salterio di Eadwine f 66r dettaglio: Cristo e demoni che attaccano il salmista
Dimensioni, aspetto e sessualità

A causa dell'associazione degli elfi con la malattia, nel ventesimo secolo, la maggior parte degli studiosi immaginava che gli elfi nella tradizione anglosassone fossero esseri piccoli, invisibili, demoniaci, che causavano malattie con le frecce. Ciò è stato incoraggiato dall'immagine presente nel Salterio di Eadwine, che divenne molto popolare all'interno di questo contesto. [23] Tuttavia, questo è ora considerato un fraintendimento: l'immagine sembrerebbe essere un'illustrazione convenzionale delle frecce di Dio e dei demoni cristiani[24] Piuttosto, un recente studio suggerisce che gli elfi anglosassoni, come gli elfi della Scandinavia o l'irlandese Sidhe fossero considerati grandi quanto persone.[25] nel Medio inglese e nella prima età moderna scozzese , mentre apparirono ancora come causa di danno e pericolo, gli elfi vennero considerati chiaramente come esseri dalle grandezze umane.[26] Sono stati associati alle tradizioni romantiche cavalleresche medievali delle fate e in particolare all'idea di una regina delle fate. La propensione a sedurre o stuprare le persone divenne sempre più importante per la narrativa [27]. Intorno al XV secolo, data l'assidua convinzione comune, cominciarono ad apparire prove ché gli elfi potessero rubare bambini umani e sostituirli con dei Changeling. [28]

Antichi testi norreni

Testi mitologici

Le prove delle credenze negli elfi nella Scandinavia medievale al di fuori dell'Islanda sono molto scarse, ma le prove islandesi sono singolarmente ricche. Per molto tempo, le vedute sugli elfi nella mitologia norrena furono definite dalla Edda in prosa di Snorri Sturluson, che parla di svartálfar, dökkálfar e ljósálfar ("elfi neri"/"elfi oscuri" e "elfi di luce"/"Elfi lucenti"). Tuttavia, queste parole sono attestate solo nell'Edda di prosa e nei testi basati su di esso, ed è ora concordato che riflettano le tradizioni di nani, demoni e angeli, in parte mostrando la "paganizzazione" di una cosmologia cristiana appresa dall' Elucidario di Snorri [29] Gli studiosi della mitologia norvegese ora si concentrano sui riferimenti agli elfi nella poesia norrena, in particolare Edda poetica. L'unico personaggio esplicitamente identificato come elfo nella poesia Eddaica classica, se esiste, è Völundr, il protagonista di Völundarkviða. [30] Tuttavia, gli elfi sono spesso citati nella frase allitterante Æsir ok Álfar ('Æsir o elfi') e le sue varianti. Questa era chiaramente una formula poetica ben stabilita, che indicava una forte tradizione di associare gli elfi al gruppo di dei noto come Æsir, o addirittura di suggerire che gli elfi e gli Æsir fossero la stessa cosa.[31][32] L'accoppiamento è parallelo al poema antico inglese Wið færstice [33] inoltre, nei versi degli Skaldic la parola elfo è usata nello stesso modo delle parole per gli dei.[34]Il diario di viaggio skaldico di Sigvatr Þórðarson, Austrfaravísur, composto intorno al 1020, menziona un álfablót ("sacrificio degli elfi") a Edskogen nell'attuale Svezia meridionale. [35] Non sembra esserci una netta distinzione tra umani e dei; come gli Æsir, quindi, gli elfi erano presumibilmente pensati come umani (antropomorfi) e esistenti in opposizione ai giganti norreni. [36] Molti commentatori hanno anche sostenuto una sovrapposizione concettuale tra elfi e nani nella mitologia norrena, che potrebbe adattarsi alle tendenze delle prove medievali tedesche.[37]

Ci sono prove che fanno supporre che il dio Freyr fosse associato agli elfi. In particolare, Álfheimr (letteralmente "mondo degli elfi") è menzionato come dono per Freyr nel poema Grímnismál. Snorri Sturluson identificò Freyr come uno dei Vanir. Tuttavia, il termine Vanir è raro nei versi di Eddaci, e molto raro nei versi degli Skaldic, generalmente non è pensato per apparire in altre lingue germaniche. Dato il legame tra Freyr e gli elfi, si è pensato per molto tempo che álfar e Vanir siano, più o meno, parole diverse per lo stesso gruppo di esseri. [38] Tuttavia, questo non è accettato in modo uniforme. [39] Un kenning (metafora poetica) per il sole, álfröðull (letteralmente "disco elfo" ma anche "Gloria degli elfi"o "Paradiso elfico"), ha un significato incerto, ma è in qualche modo indicativo di uno stretto legame tra elfi e il sole. [40] Sebbene le parole abbiano un significato leggermente incerto, sembra abbastanza chiaro che Völundr sia descritto come uno degli elfi in Völundarkviða. [41] Il suo atto più importante nel poema è quello di violentare Böðvildr, questo denota come il poema associ gli elfi l'essere una minaccia sessuale per le ragazze. La stessa idea è presente nelle due poesie Eddaiche post-classiche, influenzate dal romanzo cavalleresco o Lai bretone, Kötludraumur e Gullkársljóð. L'idea degli elfi come predatori sessuali si verifica anche nelle tradizioni successive della Scandinavia, questo potrebbe essere una prima attestazione di una tradizione importante [42].

Elfi nel Fantasy moderno

Lo stesso argomento in dettaglio: Elfi della Terra di Mezzo.

Con il nascere della letteratura fantasy, gli elfi diventano perfetti protagonisti di racconti e romanzi. Un esempio di questo fenomeno sono gli scritti di John Ronald Reuel Tolkien, autore de Il Signore degli Anelli, che descrive gli elfi come creature di bell'aspetto, con voci melodiose e cristalline, abili nella forgiatura delle spade, molto agili e immortali, riportando i canoni antichi nella narrativa. Invecchiano molto lentamente e rimangono d'aspetto florido e vigoroso dal raggiungimento dell'età adulta in poi, ma possono essere uccisi in battaglia, essendo immortali, ma non invulnerabili. Gli elfi continuano ad apparire in molti romanzi fantasy. Terry Brooks ne sceglie uno come protagonista del suo libro La spada di Shannara, descrivendolo come di struttura esile e di statura medio bassa, ma dotato di grande agilità.

L'immagine dell'elfo viene profondamente cambiata nei libri di J. K. Rowling, che nella saga di Harry Potter li descrive (Ispirandosi alla figura dei Brownie) come domestici al servizio dei maghi, piccoli, esili e dotati di innati poteri magici. In alcuni romanzi gli elfi vengono descritti anche come esseri simili alle fate. Christopher Paolini, nei suoi romanzi, riprende l'immagine dell'elfo come un essere di aspetto bellissimo, ma fisicamente molto più forte di un uomo e con poteri magici straordinari. Christopher Paolini descrive gli elfi anche come esseri intriganti e affascinanti, ma talvolta ambigui, anche questa una caratteristica derivante dalla mitologia, pur non dimostrando aperta ostilità verso gli uomini.

Nei romanzi Fantasy di Margaret Weis e Tracy Hickman (Raistlin, l'alba del male - Raistlin, I fratelli in armi etc.) gli elfi hanno fattezze simili agli elfi descritti nei romanzi di Tolkien, quindi come creature alte e di bell'aspetto e con notevoli abilità nel combattimento, tuttavia non vengono attribuiti poteri magici a queste creature. Al contrario, gli elfi che si avvicinano alle arti magiche del male sono definiti Elfi oscuri, sebbene la magia delle Vesti Bianche, positiva, sia consentita agli Elfi, ma solo se di casata reale o nobile. In questa saga di romanzi compaiono inoltre i "Mezzelfi", creature nate dall'accoppiamento di umani ed elfi. Nei libri "Le cronache del regno della fantasia" di Geronimo Stilton, gli elfi vengono rappresentati come creature simili agli umani, a differenza delle orecchie a punta. Nei libri di The Witcher di Andrejz Sapkowski gli elfi vengono rappresentati come di bell'aspetto e dominatori del mondo ma in seguito all'arrivo degli umani, furono vittime di persecuzioni razziali e ghettizzati, pertanto si formerà un gruppo di ribelli chiamato "Scoia'tael" che combatte gli umani

Nella serie Mondo Disco di Terry Pratchett gli elfi sono esseri ostili e privi di empatia, provenienti da un'altra dimensione. Sono in grado di manipolare la mente delle persone e non sopportano il ferro. Hanno il ruolo di antagonisti nel libro Streghe di una notte di mezza estate e L'intrepida Tiffany e i piccoli uomini liberi.

Nel gioco di ruolo online Vindictus gli elfi sono esseri alti, muscolosi e lenti, hanno una carnagione grigiastra e non indossano altro che uno straccio legato alla vita, trascinano una pesante clava che usano come arma.

Curiosità

All'inizio del manga Elfen Lied ci si riferisce ai diclonius come "elfi".

Note

  • ^ Per la discussione di una precedente formulazione di questa frase, vedere Ármann Jakobsson 2015
  • ^ Jolly 1996; Shippey 2005; Green 2016.
  • ^ Hall 2007, 176–81.
  • ^ Hall 2007, 75–88, 157–66.
  • ^  Hall 2007, 5.
  • ^ Hall 2007, 5, 176–77.
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