Coordinate: 41°28′N 12°54′E

Agro Pontino: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
AlkAway (discussione | contributi)
rb
Riga 1: Riga 1:
{{Valle
|nomevalle=Agro Pontino
|image=Fogliano3.jpg
|image_text= Un podere nei pressi di [[Sabaudia]]
|nazione= {{ITA}}
|regione= {{IT-LAZ}}
|provincia= {{IT-LT}}
|comuni= [[Cisterna di Latina]], [[Latina]], [[Sabaudia]], [[Pontinia]], [[Terracina]], [[San Felice Circeo]]
|fiume= [[Ninfa (fiume)|Ninfa]], [[Sisto (fiume)|Sisto]], [[Amaseno (fiume)|Amaseno]], [[Ufente (fiume)|Ufente]]
|superficie= 1.180
|altitudine=media:50
|nomeabitanti=
|mappa=
|uffico provinciale turismo=
|sito=
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''Agro Pontino''' è un'area della regione italiana del [[Lazio]] facente parte della [[pianura pontina]].
L<nowiki>'</nowiki>'''Agro Pontino''' è un'area della regione italiana del [[Lazio]] facente parte della [[pianura pontina]].

L'[[etimologia]] del termine ''pontino'' è una questione molto dibattuta. Probabilmente deriva dall'antica città prima [[volsci|volsca]] di [[Suessa Pometia]], citata da alcuni storici romani e sottomessa da [[Tarquinio il Superbo]]<ref>in [[Tito Livio]] sono già presenti i termini ''pomptinus ager'' (territorio pontino) e ''Pomptinum'' (il Pontino, come ''Latium'' è "il Lazio")</ref>, da cui forse l'espressione ''Pometinum'' riferito al luogo; oppure entrambi derivano dal sostantivo ''Pontus'', ''Pontos'', ''Πόντος'' in [[Lingua greca|greco]] che significa mare o distesa d'acqua (vedi anche [[Ponza]] e [[Ponto]]).

== Storia ==
[[File:Central Italian Ancient Peoples.jpg|thumb|I popoli dell'Italia antica presso l'Agro Pontino]]
[[File:Central Italian Ancient Peoples.jpg|thumb|I popoli dell'Italia antica presso l'Agro Pontino]]
=== Età antica ===
[[File:Strada romana cisterna.jpg|thumb|left|upright=1.4|I resti di un'antica strada romana a Cisterna di Latina.]]
[[File:Strada romana cisterna.jpg|thumb|left|upright=1.4|I resti di un'antica strada romana a Cisterna di Latina.]]
Le [[palude|paludi]] pontine nell'antichità erano ricoperte da una estesa [[laguna]] che in seguito venne prosciugata, lasciando la [[fertilità|fertile]] [[terra]].
Le [[palude|paludi]] pontine in età remota erano ricoperte da una estesa [[laguna]] che in seguito venne prosciugata, lasciando la [[fertilità|fertile]] [[terra]]. I primi tentativi di [[bonifica idraulica|bonifica]] storicamente accertati risalgono ai [[latini]] e sono testimoniati dal rinvenimento di un esteso sistema di drenaggio con cunicoli sotterranei, dotati di pozzi per bonificare il territorio pontino settentrionale.<ref name="idraulica.beic.it">{{Cita web|autore = |url = http://idraulica.beic.it/luoghi/le-paludi-pontine/|titolo = Biblioteca Idraulica Italiana|accesso = |data = }}</ref>


Una leggenda vuole che la [[palude]] fosse opera della [[dio|dea]] [[Giunone]] che volle punire così la [[ninfa (mitologia)|ninfa]] [[Feronia]] che qui viveva e che era una delle tante amanti di [[Giove (divinità)|Giove]].
I primi tentativi di [[bonifica idraulica|bonifica]] risalgono ai [[latini]] e sono testimoniati dal rinvenimento di un esteso sistema di drenaggio con cunicoli sotterranei, dotati di pozzi per bonificare il territorio pontino settentrionale.


I [[Latini]] e i [[Volsci]] fondarono nella pianura diverse [[città]], tra i quali la tradizione ha riportato i nomi di [[Suessa Pometia]]e [[Satricum]], [[Ulubrae]] ([[Giardino di Ninfa|Ninfa]]) e [[Tiberia]] (fra i comuni di [[Cisterna di Latina|Cisterna]], [[Cori]], [[Sermoneta]]). Nel [[492 a.C.]] i consoli vi inviarono emissari, come anche in Campania e Sicilia, per acquistare grano per far fronte alla carestia che attanagliava l'Urbe<ref>[[Dionigi di Alicarnasso|Dionigi]], ''[[Antichità romane (Dionigi di Alicarnasso)|Antichità romane]]'', lib. VII, § 1.</ref>.
Una leggenda vuole che la [[palude]] fosse opera della [[dio|dea]] [[Giunone]] ,moglie di Giove


In [[Impero romano|età imperiale]], i Romani riuscirono a strappare alla [[palude]] ulteriori terreni e permisero la nascita di alcuni centri lungo la [[Via Appia Antica]] che attraversa l'area. I più celebri tra questi centri furono [[Cisterna di Latina|Tres Tabernae]], Tripontium e [[Borgo Faiti|Forum Appii]], citati negli [[Atti degli Apostoli]]. In queste tre città infatti, l'[[Paolo di Tarso|apostolo Paolo]] si ristorò e fu accolto dalla locale comunità [[Cristianesimo|cristiana]]: la presenza di questa comunità è un segno che le [[città]] avevano raggiunto un numero notevole di abitanti.
I [[Latini]] e i [[Volsci]] fondarono nella pianura diverse [[città]], tra i quali la tradizione ha riportato i nomi di [[Suessa Pometia]]e [[Satricum]], [[Ulubrae]] ([[Giardino di Ninfa|Ninfa]]) e [[Tiberia]] (fra i comuni di [[Cisterna di Latina|Cisterna]], [[Cori]], [[Sermoneta]]).[[File:Buoi maremmani.jpg|thumb|upright=1.4|[[Maremmana (razza bovina)|Buoi maremmani]]]]

{{Citazione|Or i fratelli, avute nostre notizie, di là ci vennero incontro sino al Foro Appio e alle Tre Taverne|[[Atti degli Apostoli]] {{Passo biblico|At|28,15}}}}

Nel [[204 a.C.|204 a.C]]. il console [[Marco Cornelio Cetego (console 160 a.C.)|Marco Cornelio Cetego]] fa scavare un canale parallelo alla [[via Appia]] (in seguito chiamato Rio Martino) per proteggere la via consolare dall'inondazione e dal dissesto.

Quando [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] conquista il potere concepisce il gigantesco progetto di divertire il [[Tevere]] verso l'Agro Pontino fino a [[Terracina]], prosciugando le paludi e nello stesso tempo procurando a [[Roma]] un porto più sicuro di [[Ostia (Roma)|Ostia]]. Dopo la sua morte il progetto sarà ridicolizzato in [[Senato romano|Senato]] da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]].<ref name="idraulica.beic.it"/>

Buona parte dell'attuale Agro Pontino dopo le invasioni barbariche tornò ad impaludarsi nonostante i tentativi di salvare la bonifica effettuati da re [[Teodorico il Grande]].

=== Il Medioevo ===
Gli assalti dei [[Saraceni]] spinsero la maggior parte della popolazione a rifugiarsi sulle montagne. Intorno al [[XII secolo]] ai margini della palude sorse il centro di [[Giardino di Ninfa|Ninfa]], che riuscì a sottomettere i comuni rivali di [[Sermoneta]] e [[Sezze]]. Gli abitanti di Ninfa avviarono progetti di bonifica e poterono godere della posizione particolare della loro città, che le consentiva di essere una stazione di dazio obbligata per i traffici da [[Roma]] verso il meridione: infatti in seguito all'impaludamento della consolare Appia nella tratta compresa tra [[Cisterna di Latina|Tres Tabernae]] e [[Terracina]], i traffici diretti a sud dovettero essere deviati dall'Appia stessa verso un itinerario pedemontano, che iniziava per l'appunto dove [[Giardino di Ninfa|Ninfa]] sorse e prosperò. Ma il declino della città, che offrì rifugio a [[Papa Alessandro III]] inseguito dal [[Federico Barbarossa|Barbarossa]], fece crollare la fragile bonifica e i suoi abitanti furono decimati dalla [[malaria]]. Oggi le rovine di Ninfa, al centro di un [[Giardino di Ninfa|giardino]], sono state recuperate e sono visibili al pubblico.

Nell'età [[Medioevo|medievale]] le paludi pontine diventarono feudo della famiglia gaetana dei [[Caetani]], il cui ramo pontino ebbe sede a [[Sermoneta]] e a [[Cisterna di Latina|Cisterna]].

[[File:Sisto V Papa.jpg|upright|thumb|[[papa Sisto V]]]]

=== L'opera del papato ===
Nel [[XV secolo|Quattrocento]] [[papa Martino V]] approvò un primo progetto di bonifica.
[[File:Horace Vernet 1833 HuntingInThePontineMarshes.jpg|300px|miniatura|A caccia nelle paludi pontine. Dipinto di [[Horace Vernet]] (1833)]]
Nel [[XVI secolo|Cinquecento]] l'impresa di bonificare le paludi pontine, considerata impossibile, affascinò anche [[Leonardo da Vinci]], che studiò un sistema di canali e di macchine idrovore: il progetto sebbene approvato da [[papa Leone X]] non andò mai in porto per la morte del [[Papa]]<ref>Una leggenda del luogo dice invece che Leonardo lasciò perdere il suo progetto di bonifica ostacolato dalle liti continue fra i [[sermoneta]]ni e i [[sezze]]si</ref>. Il sistema studiato da Leonardo, risulta straordinariamente corretto e fu punto d'ispirazione per i successivi progetti di bonifica del periodo [[fascismo|fascista]].

Tuttavia, agli inizi del Cinquecento papa Leone X concesse al fratello [[Giuliano de' Medici (vescovo)|Giuliano de’ Medici]] la bonifica a proprie spese dell'Agro Pontino, in cambio della proprietà delle terre risanate. Dopo la sua morte gli abitanti di Terracina, pentitisi di aver ceduto il territorio riemerso, chiusero la foce del canale a Badino. Il nuovo [[papa Sisto V]] concepì un piano generale di bonifica che affidò all'architetto Ascanio Fenizi di Urbino. Questi divise la palude in venti zone e, trascurando il Rio Martino, sistemò il Fiume Antico (detto poi Sisto) aumentandone la profondità ed aprendo uno sbocco in mare. Le terre furono liberate dalle acque, ma dopo il [[1590]] furono di nuovo inondate a causa degli errori progettuali di Fenizi e dei disordini nelle campagne.<ref name="idraulica.beic.it"/>

Nel 1637, sotto [[Papa Urbano VIII|Urbano VIII]], una società olandese facente capo a Nicolò Cornelio de Witt subentrò nei lavori di bonifica, che non inizieranno a causa della morte del concessionario. La Camera Apostolica proclamò quindi un editto sulle Paludi Pontine per trovare qualcuno che fosse in grado di proseguire i lavori.<ref name="idraulica.beic.it"/> Nel [[XVIII secolo|Settecento]] va segnalata l'opera di [[papa Pio VI]]<ref>l'inizio delle opere da parte di Pio VI furono celebrate da [[Vincenzo Monti]] con il poemetto [[Feroniade]]</ref>, che diede vita ad imponenti opere idrauliche realizzando una rete di canali tuttora esistente (Linea Sisto e Linea Pio) e bonificando buona parte delle paludi nella zona di [[Sezze]] e [[Terracina]]. Dopo la sua elezione nel [[1775]] Pio VI approvò un piano generale ispirato alle esperienze della [[Maremma|Maremma toscana]] guidate da [[Leonardo Ximenes]]. Superando l'approccio privatistico e localistico, le spese furono ripartite fra la [[Camera Apostolica]] e i proprietari secondo il criterio del beneficio, usato ancora oggi presso i [[Consorzio di bonifica|consorzi di bonifica]]. Fu proposto di scavare un grande canale lungo la via Appia, navigabile fino a Terracina.

I lavori iniziarono nel [[1777]], sotto la direzione dell'ingegnere idraulico [[Gaetano Rappini]], con la demolizione di numerose peschiere e lo scavo del nuovo canale, chiamato ''Linea Pia'', in onore del pontefice. I lavori durarono vent'anni, con l'impiego di migliaia di operai. Liberato il territorio dalle paludi, lo scolo delle acque piovane fu assicurato attraverso piccoli canali chiamati Fosse Miliari, perché scavati a distanza di un miglio l'uno dall'altro. Con la [[rivoluzione francese]] i lavori subirono un forte rallentamento.<ref name="idraulica.beic.it"/>

Un tentativo di bonifica riuscito se pur limitato, nel tempo e nell'estensione, fu quello attuato da [[Anna Carafa della Stadera|Anna Carafa]] nel suo stato di [[Fondi]] allora nel [[Regno di Napoli]], che però ebbe breve durata a causa della mancata manutenzione che causò il reinterramento dei canali scavati a metà del secolo XVII (1640-1644 ca.)<ref>Bruna Angeloni e Giovanni Pesiri, ''Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell'anno 1690'', Firenze 2008, Introduzione pp.XXI e segg.</ref>.

=== I secoli successivi ===
[[File:Buoi maremmani.jpg|thumb|upright=1.4|[[Maremmana (razza bovina)|Buoi maremmani]]]]
Nei [[secolo|secoli]] successivi le poche aree libere dall'[[acqua]] diventarono sede di piccoli [[villaggio|villaggi]] provvisori, costituiti da tipiche capanne in [[paglia]] e in [[legno]], dette "lestre", abitati da [[agricoltura|contadini]] e [[pastorizia|pastori]], che ogni anno scendevano dalle [[montagna|montagne]] [[Abruzzo|abruzzesi]] e trascorrevano qui l'[[inverno]]. Accanto a loro, vivevano i [[buttero|butteri]] (da non confondere con quelli della [[Maremma]]), che, con indosso caratteristici [[mantello (indumento)|mantelli]] [[nero|neri]] per ripararsi dalle [[pioggia|piogge]], ed in sella ai loro [[Equus caballus|cavalli]] guidavano le mandrie di [[Maremmana (razza bovina)|vacche maremmane]] e [[bubalus bubalis|bufalo]] attraverso la [[palude]] alla ricerca di [[pascolo|pascoli]]. Molti di essi morivano uccisi dalla [[malaria]]. Ogni anno in [[autunno]], prima di risalire, i butteri organizzavano una imponente [[fiera]] di [[bestiame]] e per attirare i clienti realizzavano [[spettacolo|spettacoli]], [[rodeo|rodei]] e [[giochi acrobatici]].
Nei [[secolo|secoli]] successivi le poche aree libere dall'[[acqua]] diventarono sede di piccoli [[villaggio|villaggi]] provvisori, costituiti da tipiche capanne in [[paglia]] e in [[legno]], dette "lestre", abitati da [[agricoltura|contadini]] e [[pastorizia|pastori]], che ogni anno scendevano dalle [[montagna|montagne]] [[Abruzzo|abruzzesi]] e trascorrevano qui l'[[inverno]]. Accanto a loro, vivevano i [[buttero|butteri]] (da non confondere con quelli della [[Maremma]]), che, con indosso caratteristici [[mantello (indumento)|mantelli]] [[nero|neri]] per ripararsi dalle [[pioggia|piogge]], ed in sella ai loro [[Equus caballus|cavalli]] guidavano le mandrie di [[Maremmana (razza bovina)|vacche maremmane]] e [[bubalus bubalis|bufalo]] attraverso la [[palude]] alla ricerca di [[pascolo|pascoli]]. Molti di essi morivano uccisi dalla [[malaria]]. Ogni anno in [[autunno]], prima di risalire, i butteri organizzavano una imponente [[fiera]] di [[bestiame]] e per attirare i clienti realizzavano [[spettacolo|spettacoli]], [[rodeo|rodei]] e [[giochi acrobatici]].


Riga 17: Riga 67:
Le foreste diventarono anche rifugio dei [[brigante|briganti]] in fuga dalla polizia pontificia. Nel [[XVIII secolo]] una disposizione del Papa regolarizzò di fatto questa situazione concedendo il [[diritto di asilo]] ai briganti che si nascondevano nei dintorni del [[castello]] di [[Conca (Latina)|Conca]] (oggi [[Borgo Montello]]), a patto che non si muovessero più dalla zona.
Le foreste diventarono anche rifugio dei [[brigante|briganti]] in fuga dalla polizia pontificia. Nel [[XVIII secolo]] una disposizione del Papa regolarizzò di fatto questa situazione concedendo il [[diritto di asilo]] ai briganti che si nascondevano nei dintorni del [[castello]] di [[Conca (Latina)|Conca]] (oggi [[Borgo Montello]]), a patto che non si muovessero più dalla zona.
Le selve sconfinate attiravano inoltre molti [[aristocrazia|nobili]] della [[Roma|capitale]], che ospiti dei [[Caetani]], si dilettavano in lunghissime battute di [[caccia]]. Nel [[XVIII secolo|Settecento]], la caccia nelle Paludi Pontine attirò visitatori da tutta [[Europa]]; tra i più celebri, il [[poeta]] [[Germania|tedesco]] [[Johann Wolfgang von Goethe]], che scrisse<ref>Goethe; Viaggio in Italia</ref>:
{{Citazione|Le Paludi Pontine sono l'angolo più selvaggio e affascinante d'Europa|Goethe}}

Nel [[1871]], l'Agro entrò nel [[Regno d'Italia]]. Dopo l'Unità, il nuovo governo presentò numerosi progetti di bonifica che però rimasero sulla carta, ma aumentarono la fama delle paludi pontine e spinsero numerosi contadini a trasferirsi nei villaggi ai margini della palude, alloggiando nelle "marche", le tipiche abitazioni di paglia. Agli inizi del [[XX secolo]] un progetto che prevedeva finanziamenti governativi ai privati che avessero avviato la bonifica dei propri terreni causò uno [[scandalo]] finanziario, con sperperi di [[denaro]] pubblico e fenomeni di [[corruzione]]: fu il cosiddetto "scandalo delle Pontine".

[[File:Cascina Antica.jpg|upright|left|thumb|Casa del martirio di [[Maria Goretti]]]]
Nel [[1890]], un [[buttero]] [[Cisterna di Latina|cisternese]], [[Augusto Imperiali]] accolse la sfida lanciata da [[Buffalo Bill]], che con il suo [[circo]] di [[cowboy]] aveva fatto tappa a [[Roma]]. Il buttero Imperiali riuscì nell'impresa di domare il fiero [[Equus caballus|cavallo]] [[statunitense]] del [[West]], entrando così nella leggenda.

Nel [[1902]] la dodicenne [[Maria Goretti]], la cui famiglia si era trasferita dalle [[Marche]] nell'Agro, preferì farsi uccidere, piuttosto che cedere allo [[Violenza sessuale|stupro]] e rinunciare alla sua [[verginità]], che aveva consacrato al [[Gesù|Signore]]. Nel [[1950]] Maria Goretti fu proclamata da [[papa Pio XII]] [[santo|santa]] [[patrono|patrona]] dell'Agro Pontino.

=== La bonifica integrale ===
=== La bonifica integrale ===
[[File:Littoria dall'alto (1932).jpg|thumb|Un'immagine di [[Latina]] dall'alto poco dopo la fondazione.]]
[[File:Littoria dall'alto (1932).jpg|thumb|Un'immagine di [[Latina]] dall'alto poco dopo la fondazione.]]
La bonifica integrale cominciò nel [[1924]], con la vendita allo [[Italia|Stato Italiano]] di un [[territorio]] di 20.000 [[ettaro|ettari]] circa, di proprietà della famiglia [[Caetani]], noto come ''Bacino di Piscinara'' (corrispondente in gran parte agli attuali territori comunali di [[Cisterna di Latina]] e [[Latina]].
La bonifica integrale cominciò nel [[1924]], con la vendita allo [[Italia|Stato Italiano]] di un [[territorio]] di 20.000 [[ettaro|ettari]] circa, di proprietà della famiglia [[Caetani]], noto come ''Bacino di Piscinara'' (corrispondente in gran parte agli attuali territori comunali di [[Cisterna di Latina]] e [[Latina]]).
Iniziarono così i primi lavori di bonifica con l'istituzione del ''Consorzio di Bonifica di Piscinara'' che avviò la [[Canalizzazione (idrografia)|canalizzazione]] delle acque del [[bacino idrografico|bacino]] del [[fiume]] [[Astura (fiume)|Astura]].


Nel [[1926]] fu varato un [[regio decreto legge|regio decreto]], che istituì due consorzi: il preesistente ''Consorzio di Piscinara'' fu esteso su tutti i terreni a destra della linea [[Giardino di Ninfa|Ninfa]]-[[Sisto]], su un'area di 48.762 ettari e a sinistra della linea, il ''Consorzio di Bonificazione dell'Agro Pontino'' (26.567 ettari), un'area relativamente inferiore, ma costituita dai territori siti sotto il [[livello del mare]] e quindi dove la bonifica fu maggiormente complessa. I due Consorzi erano costituiti dall'unione dei [[latifondo|latifondisti]] privati e dello [[Stato]], ma in seguito alla [[legge Mussolini]] (Legge 24 dicembre [[1928]], n. 3134), i terreni improduttivi o abbandonati potevano essere [[Espropriazione per pubblica utilità|espropriati]] quando i proprietari non avessero aderito ai Consorzi e ne avessero comunicato la cessione allo Stato per il tramite della prefettura<ref>Ex art. 24 citata legge</ref>; quindi gran parte delle aree bonificate passò sotto il controllo diretto dello [[Stato]], che lo delegò all'[[Opera Nazionale Combattenti]]. Progettista della bonifica fu il senatore [[Natale Prampolini]], creato poi conte del [[Circeo]].
Nel [[1926]] fu varato un [[regio decreto legge|regio decreto]], che istituì due consorzi: il preesistente ''Consorzio di Piscinara'' fu esteso su tutti i terreni a destra della linea [[Giardino di Ninfa|Ninfa]]-[[Sisto]], su un'area di 48.762 ettari e a sinistra della linea, il ''Consorzio di Bonificazione dell'Agro Pontino'' (26.567 ettari), un'area relativamente inferiore, ma costituita dai territori siti sotto il [[livello del mare]] e quindi dove la bonifica fu maggiormente complessa. I due Consorzi erano costituiti dall'unione dei [[latifondo|latifondisti]] privati e dello [[Stato]], ma in seguito alla [[legge Mussolini]] (Legge 24 dicembre [[1928]], n. 3134), i terreni improduttivi o abbandonati potevano essere [[Espropriazione per pubblica utilità|espropriati]] quando i proprietari non avessero aderito ai Consorzi e ne avessero comunicato la cessione allo Stato per il tramite della prefettura<ref>Ex art. 24 citata legge</ref>; quindi gran parte delle aree bonificate passò sotto il controllo diretto dello [[Stato]], che lo delegò all'[[Opera Nazionale Combattenti]]. Progettista della bonifica fu il senatore [[Natale Prampolini]], creato poi conte del [[Circeo]].


Fu un'opera immensa: dal [[1926]] al [[1937]], per bonificare l'agro, furono impiegate ben 18.548.000 [[giornate-operaio]] con il lavoro di cinquantamila operai, reclutati in tutto il Paese<ref>Antonio Pennacchi, Canale Mussolini</ref>. Oltre al prosciugamento delle [[palude|paludi]], la costruzione dei [[canale artificiale|canali]], ci fu l'azione di disboscamento delle [[foresta|foreste]] e la costruzione dei nuovi [[Centro abitato|centri]], che sorgevano man mano nei nuovi territori.
Fu un'opera immensa: dal [[1926]] al [[1937]], per bonificare l'agro, furono impiegate ben 18.548.000 [[giornate-operaio]] con il lavoro di cinquantamila operai, reclutati in tutto il Paese<ref>Antonio Pennacchi, Canale Mussolini</ref>. Oltre al prosciugamento delle [[palude|paludi]], la costruzione dei [[canale artificiale|canali]], ci fu l'azione di disboscamento delle [[foresta|foreste]] e la costruzione dei nuovi [[Centro abitato|centri]], che sorgevano man mano nei nuovi territori.

L'epopea della bonifica è stata successivamente narrata in romanzi e film come la controversa serie tv di [[Canale 5]] ''[[Questa è la mia terra]]'' o il romanzo di [[Antonio Pennacchi]] ''[[Canale Mussolini]]'' vincitore del [[Premio Strega]] [[2010]].

==== Popolazione e "centuriazione" ====
{{vedi anche|Borghi dell'Agro Pontino}}
L'Opera Nazionale Combattenti guidata da [[Valentino Orsolini Cencelli]] si occupò della gestione dei terreni e dei poderi che venivano via via costituiti nei terreni bonificati, affidandoli in concessione a coloni provenienti per la stragrande maggioranza dalle regioni, allora povere e sovraffollate del [[Veneto]], del [[Friuli]] e dell'[[Emilia]].
L'Opera Nazionale Combattenti guidata da [[Valentino Orsolini Cencelli]] si occupò della gestione dei terreni e dei poderi che venivano via via costituiti nei terreni bonificati, affidandoli in concessione a coloni provenienti per la stragrande maggioranza dalle regioni, allora povere e sovraffollate del [[Veneto]], del [[Friuli]] e dell'[[Emilia]].
Ai nuovi coloni veniva dato un terreno coltivabile di 18 ettari, una casa nuova con annessa stalla, una vacca da latte, due buoi per l'aratura e tutti gli attrezzi necessari. Avevano diritto anche ad una parte del raccolto e al riscatto di casa e terreno.[[File:monumento del bonificatore borgo flora.jpg|thumb|upright=1.4|Il Monumento ai bonificatori a Borgo Flora]]
Ai nuovi coloni veniva dato un terreno coltivabile di 18 ettari, una casa nuova con annessa stalla, una vacca da latte, due buoi per l'aratura e tutti gli attrezzi necessari. Avevano diritto anche ad una parte del raccolto e al riscatto di casa e terreno.

Il primo borgo ad essere costruito fu [[Borgo Podgora]], nel [[1927]], destinato ad appartenere pochi anni dopo al comune di [[Latina]], creato inizialmente come villaggio operaio con il nome di Sessano (dal nome del vicino rudere della medievale torre di Sessano) e solo progressivamente convertito in borgo rurale; i primi centri invece concepiti e fondati direttamente come centri della colonizzazione e dell'appoderamento furono probabilmente [[Borgo Isonzo]], [[Borgo Piave]] e [[Borgo Carso]], costruiti a partire dal [[1931]].[[File:Campi nell'agro pontino.JPG|thumb|upright=1.3|Campi coltivati nell'Agro Pontino nei pressi di [[Sabaudia]]]]
Al centro dei vari poderi, venivano costruite delle [[casa colonica|case coloniche]] (circa 4000), molte delle quali tuttora abitate dai discendenti dei "pionieri".
In seguito, il territorio fu suddiviso in comprensori facenti capo ciascuno ad un [[borgo (geografia)|borgo]] o ad un [[capoluogo]] [[comune|comunale]]; i [[Borghi dell'Agro Pontino|borghi]], con una struttura urbanistica in molti casi simile, con la [[Chiesa (architettura)|chiesa]], la [[fascismo|casa del fascio]], il [[banca|credito agricolo]], la [[scuola]] avevano in origine la funzione di fare da centri di raccordo fra i vari poderi e di provvedere alla necessità dei coloni.
[[File:monumento del bonificatore borgo flora.jpg|thumb|upright=1.4|Il Monumento ai bonificatori a Borgo Flora]]
Il primo borgo ad essere costruito fu [[Borgo Podgora]], nel [[1927]], destinato ad appartenere pochi anni dopo al comune di [[Latina]], creato inizialmente come villaggio operaio con il nome di Sessano (dal nome del vicino rudere della medievale torre di Sessano) e solo progressivamente convertito in borgo rurale; i primi centri invece concepiti e fondati direttamente come centri della colonizzazione e dell'appoderamento furono probabilmente [[Borgo Isonzo]], [[Borgo Piave]] e [[Borgo Carso]], costruiti a partire dal [[1931]].

I borghi di nuova fondazione a partire dal 1933 furono battezzati o ribattezzati in gran parte con nomi ispirati ai principali luoghi di [[battaglia]] della [[Prima guerra mondiale]]. In alcuni casi invece fu adottato il nome "storico" della località (per esempio ''Doganella di Ninfa'' fra [[Cisterna di Latina|Cisterna]] e [[Sermoneta]]) oppure furono legati all'attività principale del borgo (''Littoria Stazione'', oggi ''[[Latina Scalo]]''- sorto come centro di servizio per i passeggeri dello scalo ferroviario di [[Latina]]).

Di molti borghi si tramanda tradizionalmente anche una denominazione "preesistente", che talvolta è indicata anche nella segnaletica stradale: tale denominazione in alcuni casi è la vera prima denominazione ufficiale del centro stesso edificato come villaggio operaio della bonifica (Sessano, Passo Genovese, Casale dei Pini, Villaggio Capograssa), in altri casi si riferisce invece a toponimi minori relativi ad antichi incroci, strade o casali situati nei pressi del centro del nuovo borgo, ma sostanzialmente disabitati prima della bonifica (Conca, Antonini, La Botte, Piano Rosso, Foro Appio), in tutti i casi nella documentazione storica sono spesso presenti entrambe le denominazioni, talvolta con qualche variante.
[[File:Campi nell'agro pontino.JPG|thumb|upright=1.3|Campi coltivati nell'Agro Pontino nei pressi di [[Sabaudia]]]]


Oltre ai borghi veri e propri, si procedette all'edificazione di nuove città concepite secondo i criteri dell'[[Movimento Moderno|architettura razionalista]]: la prima ad essere fondata fu nel [[1932]] [[Latina|Littoria]] (oggi [[Latina]]), cui seguirono [[Sabaudia]] (così definita in onore dei [[Casa Savoia|Savoia]]), [[Pontinia]], [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] e [[Pomezia]].
Oltre ai borghi veri e propri, si procedette all'edificazione di nuove città concepite secondo i criteri dell'[[Movimento Moderno|architettura razionalista]]: la prima ad essere fondata fu nel [[1932]] [[Latina|Littoria]] (oggi [[Latina]]), cui seguirono [[Sabaudia]] (così definita in onore dei [[Casa Savoia|Savoia]]), [[Pontinia]], [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] e [[Pomezia]].


==== L'istituzione del parco del Circeo ====
[[File:Lago di paola.JPG|thumb|upright=1.3|Una suggestiva veduta del [[Lago di Paola]], nel [[Parco nazionale del Circeo]]]]
{{Vedi anche|Parco nazionale del Circeo}}
La [[bonifica idraulica]], durata quindi undici anni, grazie ad un complesso sistema di canali, ebbe finalmente successo e fu esaltata dalla [[propaganda]] [[fascismo|fascista]] come uno dei meriti più straordinari, forse il più straordinario, del [[regime (politica)|regime]].
Nel dopoguerra si è valutata per lo più in modo negativo la bonifica in quanto distruttiva di un [[ecosistema]] unico al [[mondo]], soprattutto per le rarissime [[specie faunistiche]] che vi vivevano.

Per tutelare gli ultimi lembi di habitat fu istituito il [[Parco nazionale del Circeo]] nel [[Riserva naturale Foresta demaniale del Circeo|comprensorio residuo della foresta demaniale di Terracina]], risparmiata dalla bonifica sia su pressioni politiche locali che per motivi propagandistici legati alla mai effettuata esposizione dell'E42 ([[EUR]]), esteso anche alle paludi costiere rimaste, all'area del [[Circeo]], alla spiaggia compresa tra [[Sabaudia]] e [[Capoportiere]], all'[[isola Zannone]].

=== La seconda guerra mondiale ===
Durante la [[seconda guerra mondiale]], l'Agro era l'estremo lembo meridionale della [[Repubblica Sociale Italiana]] e a partire dal gennaio del [[1944]] si trovò stritolato fra ben tre fronti: la [[linea Gustav]] a sud, il fronte di [[Cassino]] a est e soprattutto lo sbarco, tentato dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] ad [[Anzio]] il 22 gennaio. I [[Germania|tedeschi]] riuscirono a sorpresa a bloccare gli [[United States Army|Americani]], e a predisporre una linea difensiva fra [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], [[Cisterna di Latina]] e [[Latina|Littoria]]. Dopo due mesi di stallo, a marzo i tedeschi prepararono una massiccia offensiva costringendo la popolazione civile ad abbandonare la zona. Gli Alleati tuttavia reagirono con energia, conquistando [[Aprilia (Italia)|Aprilia]] agli inizi di aprile. Il 23 maggio fu lanciata l'operazione Buffalo: gli Americani puntavano a sfondare la linea, puntando sull'abitato di [[Cisterna di Latina|Cisterna]] riuscendovi ad entrare solo dopo una battaglia durissima l'indomani, mentre i tedeschi che si erano rintanati nel cinquecentesco palazzo Caetani, (nel centro di Cisterna) si arresero solo nel primo pomeriggio. Il 24 maggio gli americani entrarono a [[Latina|Littoria]], il 25 fu raggiunta [[Pontinia]] e le truppe alleate si ricongiunsero con i compagni che giungevano da [[Terracina]]. Il 29 maggio l'Agro era completamente liberato, la situazione generale era però a pezzi. I lunghi mesi di [[guerra]] avevano seminato ovunque dolore e distruzione, intere zone erano rase a suolo, buona parte della popolazione era stata allontanata forzatamente dalle proprie abitazioni. Inoltre i tedeschi nel tentativo di ritardare l'avanzata degli alleati, avevano volutamente danneggiato e distrutto molte opere di bonifica, provocando l'allagamento di ettari di terreno, causando in molte zone anche il drammatico ritorno della [[malaria]].
[[File:Lago di paola.JPG|thumb|upright=1.3|Una suggestiva veduta del [[Lago di Paola]], nel [[Parco nazionale del Circeo]]]]

=== Gli anni dello sviluppo industriale ===
L'introduzione dell'Agro Pontino nelle zone sostenute dalla [[Cassa del Mezzogiorno]] e la notevole disponibilità di manodopera hanno favorito l'insediamento di numerosissime aziende, soprattutto chimiche, alimentari, farmaceutiche, sintetiche, concentrate in prevalenza nel triangolo [[Latina]]-[[Aprilia (Italia)|Aprilia]]-[[Cisterna di Latina|Cisterna]].

La crescita industriale ha attratto numerosi immigrati dall'[[Italia]] centro meridionale. L'immigrazione ha avuto il suo massimo negli [[anni 1970|anni settanta]] e [[anni 1980|ottanta]] e le terre di maggior provenienza erano soprattutto [[Abruzzo]], [[Campania]] e [[Sicilia]] che si è mescolata ai locali e ai coloni giunti dal [[Nord Italia]]. L'arrivo di gente da tutta Italia ha favorito, soprattutto nei centri maggiori, uno straordinario mescolamento di culture, modi di vivere, [[dialetto|dialetti]] che ha fatto dell'Agro Pontino un caso di studio demo-sociologico nazionale.

== Geologia e geomorfologia ==
{{Vedi anche|Pianura pontina}}
Un tempo coperto dalle [[palude|paludi]] ed oggi bonificato, corrisponde ad una [[pianura]] in gran parte [[pianura alluvionale|alluvionale]] delimitata ad ovest e sud dal [[mar Tirreno]], a est dai primi rilievi [[appennini]]ci dei [[monti Lepini]] ed [[Monti Ausoni|Ausoni]], a nord dal medio corso del fiume [[Astura (fiume)|Astura]] e dai primi rilievi dei [[Colli Albani]].

Il [[territorio]] dell'Agro Pontino si sviluppa su un vasto [[terrazzo marino]] tra i rilievi più meridionali del [[vulcanismo]] [[Lazio|laziale]] ([[Colli Albani]] - [[Vulcano Laziale]]), il [[Circeo]] e le cime dell'[[orogenesi]] mesozoica dei [[Monti Lepini]] e [[Monti Ausoni|Ausoni]]. Il sistema di depositi alluvionali e marini che caratterizza la pianura inizia a prendere forma nel [[Quaternario|Neozoico]], a seguito delle frequenti oscillazioni del livello del [[Mar Mediterraneo]] dovute al succedersi di [[glaciazione|ere glaciali]] e interglaciali.

=== L'antica duna ===
[[File:Lago fogliano.JPG|thumb|upright=1.4|Il [[Lago di Fogliano]], formazione lacustre tra la duna antica e la duna nuova]]
Vista la sostanziale uniformità della regione interessata, una corretta comprensione della situazione geologica necessita uno sguardo sulle aree immediatamente prossime all'Agro Pontino, considerando l'area compresa fra [[Anzio]], [[Cisterna]], [[Giardino di Ninfa|Ninfa]], [[Priverno]], [[Terracina]], il [[Circeo]] e il [[Mar Tirreno|Tirreno]]. Ad [[Anzio]] ha inizio un lungo deposito di sabbie e argille con tracce di elementi [[silice]]i e [[tufo|tufi]] che raggiunge il promontorio del [[Circeo]]: è l'antica [[duna litoranea]] la cui origine è dovuta ai depositi eolici accumulati sul substrato delle sabbie marine immediatamente sovrastanti la piattaforma calcarea sottomarina ascrivibile genericamente al [[Cenozoico]]. Presso [[Borgo Podgora]] l'antica formazione dunale è solcata dal ''[[canale delle Acque Alte]]'' che da Ninfa lambisce [[Cisterna di Latina]] e raggiunge il [[Mar Tirreno|Tirreno]] a [[Foce Verde]]. Altro canale principale di tale bacino è il canale delle ''Acque Medie'', il quale si congiunge verso la [[Estuario|foce]] con il ''Rio Martino'' tagliando in due il territorio dell'antica formazione dunale: sfocia nel [[comune]] di [[Latina]], a pochi chilometri dal confine con [[Sabaudia]]. Nel tratto più prossimo al mare la formazione di una piccola recente [[duna]] ha generato uno sbarramento nel quale si sviluppano i laghi litoranei di [[lago di Fogliano|Fogliano]], [[Lago dei Monaci|Monaci]], [[Lago di Caprolace|Caprolace]] e [[Lago di Paola|Paola]].
Tra il Lago Paola e il promontorio del [[Circeo]] è attivo un sistema di sorgenti di debole portata: Molella, ''Lucullo'', <!--''Braccio della'' {{citazione necessaria|non mi ricordo il nome:-)}}--> presso [[Sabaudia]].

=== I depositi alluvionali: l'antica palude ===
[[File:Linea pio.JPG|thumb|upright=1.4|La foce della Linea Pio a [[Terracina]]]]
Tra [[Cisterna di Latina|Cisterna]] e [[Giardino di Ninfa|Ninfa]] emerge l'ultimo lembo dei [[tufo|tufi]] dei [[Colli Albani]] che lentamente degradano verso affioramenti di [[travertino]] e il vasto deposito alluvionale, il cuore delle antiche paludi pontine, che corre parallelo al deposito eolico dell'antica duna fra [[Latina]] e [[Terracina]]. La zona è attraversata dai fiumi principali della [[provincia di Latina]], di grande portata d'acque: il [[Ninfa (fiume)|Ninfa]], il [[Sisto (fiume)|Sisto]], l'[[Amaseno (fiume)|Amaseno]], l'[[Ufente (fiume)|Ufente]] nonché i canali che si raccolgono nella [[Linea Pia]] presso l'[[Via Appia Antica|Appia]].
L'area è una fertilissima pianura presso cui è ancora attivo un intenso sistema di sorgenti alle pendici calcaree dei [[monti Lepini|Lepini]]: ''[[Giardino di Ninfa|Ninfa]]'', ''[[Laghi del Vescovo]]'' e ''[[Grecilli]]'' ([[Priverno]]), ''[[Frasso Sabino|Frasso]]'' e ''la Fiora'' (''anticam. [[Feronia]]'') di [[Terracina]].

=== Altre formazioni geologiche ===
Le tracce di una duna minore del [[Quaternario]] affiorano tra [[Priverno]] e [[Abbazia di Fossanova|Fossanova]] (località ''Bosco Polverino''). Presso [[San Felice Circeo]] il paesaggio è variegato dalle marne e arenarie del [[Circeo]] risalenti al [[Paleogene]] e dai calcari del [[Giurassico inferiore|Lias]] inferiore di [[Torre Paola]].
{{Vedi anche|Circeo}}

== Ambiente ==
=== La palude ===
Prima della [[bonifica idraulica|bonifica integrale]] degli [[anni 1930|anni trenta]], l'Agro era un'area [[palude|paludosa]] e malsana, quindi poco popolata dall'uomo, ma ricchissima di una vita animale e vegetale unica. Nelle [[palude|paludi]] vivevano specie faunistiche endemiche come il [[Himantopus himantopus|cavaliere d'Italia]], il [[Cygnus (zoologia)|cigno rosso]], la [[starnazza]], gli [[Ardeidae|aironi]] e altri che formavano spesso delle specie uniche. Le acque poco profonde erano invece l'habitat ideale per moltissime specie di [[reptilia|rettili]] e [[amphibia|anfibi]] e per piccoli pesci, come la [[trota|trota di Ninfa]], quasi completamente estinta.
Tra gli [[insecta|insetti]], la [[libellula]], l'[[Hydrometra stagnorum|idrometra]] e la temutissima [[Culicidae|zanzara anofele]], responsabile della [[malaria]] che decimava i pochi abitanti. Le paludi maggiori erano chiamate ''piscine'', vaste distese d'acqua variabili e dai confini incerti, oggi quasi del tutte scomparse (a eccezione dei laghi costieri).

Le zone libere dalla palude erano occupate da [[foresta|foreste]] inestricabili, dette "selve" di cui la [[tradizione]] ricorda la [[Terracina|Selva di Terracina]], la [[Circeo|Selva del Circeo]], la [[Cisterna di Latina|Selva di Cisterna]]. Le foreste, soprattutto [[macchia mediterranea|mediterranee]], erano composte da [[quercus|querce da sughero]], [[Quercus ilex|lecci]] e [[pinus|pini]]; dove vivono ancora [[Sus scrofa|cinghiali]], [[vulpes|volpi]], [[Cervus elaphus|cervi]].

=== La bonifica ===
{{vedi anche|Bonifica dell'Agro Pontino}}
La bonifica delle paludi e il disboscamento delle foreste hanno distrutto nel giro di pochi anni questo ecosistema, al quale è subentrato uno nuovo. Gli ultimi lembi rimasti sono tutelati nel [[Parco nazionale del Circeo]], sebbene quest'ultimo rispecchi solo in parte l'originario [[ambiente (biologia)|ambiente]] palustre.
Per debellare la [[malaria]], che fece una vera e propria strage fra i bonificatori, vennero piantati numerosi [[eucalyptus|eucalipti]], un albero tipico australiano che assorbe l'[[acqua]] dal [[Suolo|terreno]]. L'eucalipto costituisce oggi una parte predominante nel paesaggio rurale dell'Agro. Inoltre si ricorse al [[DDT (insetticida)|DDT]], che nel dopoguerra fu immesso massicciamente nei [[canale artificiale|canali]] e nei [[Lago artificiale|bacini]] (dove l'anofele aveva ricominciato a riprodursi) soprattutto da parte militare alleata. Nei canali furono immesse specie di pesci, originari dell'[[America]], che distrussero le uova e i nidi dell'anofele, ma, per mancanza di concorrenti, sono proliferate al punto da causare la forte riduzione anche delle altre specie acquatiche che erano riuscite a riprodursi e a vivere nei canali.

=== La pianura ===
[[File:Sentiero del Parco del Circeo.JPG|thumb|upright=1.6|Il [[bosco planiziario]] del [[parco nazionale del Circeo]].]]
A parte il [[Parco nazionale del Circeo]], l'ambiente pontino è soprattutto un ambiente [[agricoltura|agricolo]], che grazie alla fertilità dell'area e al [[clima]] mite, ha permesso la nascita e la diffusione di nuove specie vegetali, tipiche della zona. Le poche aree selvatiche sono soprattutto boschi, composti da alberi ad alto fusto, come [[quercus|querce]], [[populus|pioppi]] e [[pinus|pini]]; nel sottobosco è possibile trovare una gran varietà di piante a basso fusto, fra cui la più diffusa è il [[Ruscus aculeatus|pungitopo]].

Albero tipico del paesaggio pontino è l'[[eucalyptus]], introdotto qui con la bonifica per le sue straordinarie capacità di assorbimento dell'acqua e impiegato per la creazione di fasce frangivento. Tipiche anche le [[Arecaceae|palme]], recentemente danneggiate però dalla proliferazione del [[Rhynchophorus ferrugineus|punteruolo rosso]].

Di notevole importanza naturalistica è inoltre il tumuleto della duna litoranea, una barriera [[sabbia|sabbiosa]] naturale alta alcuni metri che separa la spiaggia dall'entroterra; sulla stessa cresce una particolare [[vegetazione]] costituita da [[plantæ|piante]] resistenti a [[clima|condizioni climatiche]] estreme, quale elevata [[sale|salinità]] ed esposizione a forti venti e brezze.

L'inquinamento delle acque è presente, per la presenza di numerose [[industria|industrie]]: molti fossi e [[canale artificiale|canali]] hanno visto verificarsi ripetuti fenomeni di moria ittica negli ultimi anni. Da ricordare inoltre la presenza, nel [[comune|territorio comunale]] di [[Latina]] di una [[energia nucleare|centrale nucleare]] in via di dismissione, spesso oggetto di discussioni per il suo impatto ambientale, e i cui presunti effetti negativi sulla salute umana sono stati spesso oggetto di controversi dibattiti.

Negli anni 2000 il [[WWF]] in collaborazione con la Fondazione Caetani ha trasformato un podere di proprietà di quest'ultima, nei pressi di [[Giardino di Ninfa|Ninfa]], in un sistema di stagni artificiali che vorrebbe riprodurre l'ambiente delle antiche [[Palude|paludi]] pontine, sebbene la reale presenza di paludi in quella zona in passato sia smentita sia dalle fonti storiche che della geologia del suolo. La zona, oggi situata nel territorio comunale di [[Cisterna]], è nota come ''Riserva del Pantanello''.

Residui di aree umide e paludi naturali e non riprodotte, sebbene diverse fra loro per conformazione geologica, ma con vegetazioni spontanee e fauna tipica della palude arcaica, si possono invece rinvenire nell'area dei Laghi del Vescovo - Gricilli nel comune di [[Pontinia]], nella foresta demaniale di Sabaudia e presso il lago costieri di Caprolace.

== Urbanistica ==
[[File:Sabaudia torre civica.jpg|thumb|upright=1.2|La Torre Civica di [[Sabaudia]]; la torre civica è uno degli edifici più caratteristici delle città fondate dopo la bonifica]]
La conformazione paesistica e territoriale dell'Agro Pontino risale prevalentemente agli anni della bonifica ([[1929]]-[[1935]]) e delle conseguenti colonizzazione e appoderamento, e fondazioni di nuovi centri ([[Latina|Littoria]], poi [[Latina]], [[Pontinia]], [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], [[Sabaudia]]), caratterizzati da un'[[architettura]] di tipo [[razionalismo|razionalista]] e una quindicina di borghi rurali.

Tutto il territorio ha conosciuto successivamente una notevole crescita, con significative trasformazioni e ampliamenti delle aree strettamente urbane, e una conseguente evoluzione territoriale che però non ha significativamente alterato l'impianto originario.

== L'Agro Pontino oggi ==
=== Economia ===
==== Agricoltura ed [[Allevamento]] ====
==== Agricoltura ed [[Allevamento]] ====
La crisi industriale che ha investito l'Agro Pontino alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] e che ha portato alla chiusura di molti [[industria|stabilimenti]] (vedi paragrafo più sotto), ha spostato l'interesse generale verso l'[[agricoltura]] che qui è favorita da diversi fattori:
La crisi industriale che ha investito l'Agro Pontino alla fine degli [[Anni 1990|anni novanta]] e che ha portato alla chiusura di molti [[industria|stabilimenti]] (vedi paragrafo più sotto), ha spostato l'interesse generale verso l'[[agricoltura]] che qui è favorita da diversi fattori:
Riga 43: Riga 186:
In questi ultimi anni il settore ha investito molto nella specializzazione, puntando su colture particolari come il [[Actinidia chinensis|kiwi]] (di cui è il primo produttore nazionale, quasi il 76% del totale), in particolare della variante locale "kiwi latina [[Indicazione geografica protetta|IGP]]", l'[[Citrullus lanatus|anguria]] (terzo produttore nazionale), il [[cynara scolymus|carciofo]] (nelle varianti del "carciofo romanesco" e del "carciofo di [[Sezze]]"), le [[Cucurbita pepo|zucchine]], particolarmente apprezzate per la loro salubrità, gli [[agrume|agrumi]] e gli [[spinacia oleracea|spinaci]].[[File:Bufala Agro Pontino.JPG|thumb|left|Nell'Agro Pontino l'allevamento delle bufale è particolarmente diffuso]]
In questi ultimi anni il settore ha investito molto nella specializzazione, puntando su colture particolari come il [[Actinidia chinensis|kiwi]] (di cui è il primo produttore nazionale, quasi il 76% del totale), in particolare della variante locale "kiwi latina [[Indicazione geografica protetta|IGP]]", l'[[Citrullus lanatus|anguria]] (terzo produttore nazionale), il [[cynara scolymus|carciofo]] (nelle varianti del "carciofo romanesco" e del "carciofo di [[Sezze]]"), le [[Cucurbita pepo|zucchine]], particolarmente apprezzate per la loro salubrità, gli [[agrume|agrumi]] e gli [[spinacia oleracea|spinaci]].[[File:Bufala Agro Pontino.JPG|thumb|left|Nell'Agro Pontino l'allevamento delle bufale è particolarmente diffuso]]
Anche nell'[[allevamento]] si è seguita la strada della specializzazione: accanto all'allevamento più tradizionale dei [[bovinae|bovini]], in calo negli ultimi anni, introdotto negli [[anni 1930|anni trenta]], si è riscoperto il pascolo delle [[Bubalus bubalis|bufale]], già praticato dai [[buttero|butteri]] e poi caduto in declino. Connesso alle bufale è la produzione tipica delle [[mozzarella di bufala campana|mozzarelle]], leggermente diverse da quelle [[Campania|campane]], e della [[carne]] di bufala. L'allevamento degli [[ovis|ovini]], che era anch'esso praticato prima della [[bonifica idraulica|bonifica]], è al contrario quasi del tutto scomparso.
Anche nell'[[allevamento]] si è seguita la strada della specializzazione: accanto all'allevamento più tradizionale dei [[bovinae|bovini]], in calo negli ultimi anni, introdotto negli [[anni 1930|anni trenta]], si è riscoperto il pascolo delle [[Bubalus bubalis|bufale]], già praticato dai [[buttero|butteri]] e poi caduto in declino. Connesso alle bufale è la produzione tipica delle [[mozzarella di bufala campana|mozzarelle]], leggermente diverse da quelle [[Campania|campane]], e della [[carne]] di bufala. L'allevamento degli [[ovis|ovini]], che era anch'esso praticato prima della [[bonifica idraulica|bonifica]], è al contrario quasi del tutto scomparso.

==== Industria e Artigianato ====
L'abolizione della [[Cassa del Mezzogiorno]] (in cui l'Agro Pontino rientrava) e quindi la fine dei [[fisco|privilegi fiscali]] che ne derivavano ha spinto alla chiusura numerose aziende che hanno puntato sulla [[forza-lavoro]] più vantaggiosa dei paesi [[asia]]tici e dell'[[Europa orientale]], senza non poche ricadute sociali sui molti lavoratori licenziati o inviati in [[cassa integrazione guadagni|cassa integrazione]]. Hanno provocato non poche proteste e [[sciopero|scioperi]], alcune chiusure di stabilimenti altamente competitivi, come la [[Goodyear]] di Cisterna, che diventò un caso nazionale di cui si occupò anche il [[giornalismo|giornalista]] [[Michele Santoro]].

I grandi [[industria|stabilimenti industriali]] rimasti sono comunque molti, e sono sviluppati in particolare nell'[[Industria alimentare|agro-alimentare]] e nel [[chimica farmaceutica|chimico-farmaceutico]].

Non esiste un [[artigianato]] esclusivamente tipico dell'Agro Pontino. Vi sono comunque [[azienda|aziende]] artigianali, a conduzione familiare, nella [[falegname]]ria, nell'[[arredamento]], nella lavorazione del [[ferro]].

Non poca importanza ricoprono anche le [[Società cooperativa|cooperative agricole]], che lavorano e distribuiscono i prodotti della campagna.
[[File:Riomartino.JPG|thumb|left|Il canale Rio Martino, uno dei più antichi realizzati nell'agro]]

==== Terziario ====
Importante il settore terziario, che raccoglie ormai larga maggioranza della forza attiva. I maggiori investimenti sono nell'[[informatica]], nella ricerca [[tecnologia|tecnologica]] e [[Ricerca scientifica|scientifica]].

Non trascurabile il [[turismo]], che negli ultimi anni, ha conosciuto una forte espansione: le principali mete sono le località balneari di [[Sabaudia]], [[San Felice Circeo]] e [[Terracina]], le quali possono vantare un [[mare]] nel complesso abbastanza pulito e una vasta spiaggia delimitata dalle caratteristiche [[duna|dune]] (dette "tumuleti"). Un'altra attrazione è rappresentata certamente dal [[Parco nazionale del Circeo]] e dai laghi costieri.

Negli ultimi tempi è stato riscoperto dal [[turismo]] di [[Massa (sociologia)|massa]], anche l'area più interna dell'Agro: grazie soprattutto alla sua [[natura]] "artificiale" e per questo, da molti giudicata unica, con il paesaggio completamente ridisegnato dall'uomo, con i [[canale artificiale|canali]], la [[campagna]], le ombrose pinete, la modernità delle sue [[città]] e il carattere, considerato socievole, degli abitanti.

Non indifferente è anche il peso delle aziende della [[moda]] e dello [[spettacolo]], le quali hanno negli ultimi anni fortemente investito nella zona, lanciando numerosi pontini. Ciò ha fatto sorgere la [[leggenda metropolitana]] della particolare bellezza dei pontini, che alcuni spiegano come dovuta al forte [[mescolamento razziale]], il quale continua ancora oggi.

Non irrilevante è poi la popolazione locale, che giornalmente raggiunge [[Roma]] per lavoro, utilizzando il [[treno]] o l'[[autovettura|auto]].

== Il dialetto ==
[[File:Paesaggio agro pontino.jpg|thumb|left|Tipico paesaggio pontino]]
[[File:Paesaggio agro pontino.jpg|thumb|left|Tipico paesaggio pontino]]
L'Agro Pontino non presenta un unico [[Lingua (linguistica)|idioma]]: nei borghi, in alcuni centri minori e nelle campagne, nelle cosiddette [[comunità venetopontine]], è in piccola parte ancora presente il [[Lingua veneta|veneto]], accanto talvolta al [[dialetto ferrarese]] ed al [[Lingua friulana|friulano]], che anche ove non più praticati hanno comunque lasciato un'influenza nella pronuncia locale dell'[[lingua italiana|italiano]] e, ove utilizzato, del [[dialetto romanesco]].
L'Agro Pontino non presenta un unico [[Lingua (linguistica)|idioma]]: nei borghi, in alcuni centri minori e nelle campagne, nelle cosiddette [[comunità venetopontine]], è in piccola parte ancora presente il [[Lingua veneta|veneto]], accanto talvolta al [[dialetto ferrarese]] ed al [[Lingua friulana|friulano]], che anche ove non più praticati hanno comunque lasciato un'influenza nella pronuncia locale dell'[[lingua italiana|italiano]] e, ove utilizzato, del [[dialetto romanesco]].
Riga 51: Riga 216:
=== Popolazione ===
=== Popolazione ===
L'Agro Pontino è una delle zone più giovani d'[[Europa]] e presenta il [[tasso di natalità]] più alto del Lazio. L'[[immigrazione]] [[italia]]na si è fortemente stabilizzata, se si esclude un piccolo flusso, ancora proveniente dalla [[Campania]]. In aumento è inoltre l'[[immigrazione]] extra-europea dai [[Stato|Paesi]] asiatici come l'[[India]], il [[Pakistan]] e il [[Bangladesh]], oppure da paesi del [[Nordafrica]] e dell'[[Africa subsahariana]].
L'Agro Pontino è una delle zone più giovani d'[[Europa]] e presenta il [[tasso di natalità]] più alto del Lazio. L'[[immigrazione]] [[italia]]na si è fortemente stabilizzata, se si esclude un piccolo flusso, ancora proveniente dalla [[Campania]]. In aumento è inoltre l'[[immigrazione]] extra-europea dai [[Stato|Paesi]] asiatici come l'[[India]], il [[Pakistan]] e il [[Bangladesh]], oppure da paesi del [[Nordafrica]] e dell'[[Africa subsahariana]].

*
== Comuni compresi nell'Agro Pontino ==
[[File:Torre astura.JPG|thumb|upright=1.3|[[Torre Astura]], che si trova nel comune di [[Nettuno (Italia)|Nettuno]] tradizionale confine fra l'Agro Pontino e l'[[Agro Romano]]]]

* [[Cisterna di Latina]] (in parte esteso ai primi rilievi dei Colli Albani)
* [[Latina]] (in parte esteso all'[[Agro Romano]], nel destra-[[Astura (fiume)|Astura]])
* [[Pontinia]]
* [[Sabaudia]]
* [[San Felice Circeo]]
* [[Sermoneta]] (in parte esteso ai monti Lepini, dove ha capoluogo)
* [[Sezze]] (in parte esteso ai monti Lepini, dove ha capoluogo)
* [[Terracina]] (in parte esteso ai monti Ausoni, ed in parte all'Agro di [[Fondi]])

Altri comuni vicini, quali [[Aprilia (Italia)|Aprilia]], [[Pomezia]], [[Anzio]], [[Nettuno (Italia)|Nettuno]], [[Bassiano]], [[Cori]], [[Norma (Italia)|Norma]], [[Priverno]] e [[Sonnino]] vengono spesso relazionati all'Agro Pontino pur non facendo strettamente parte della pianura da un punto di vista geografico, ma essendo limitrofi e gravitanti con l'agro vero e proprio, e quindi "pontini" almeno in merito a questioni sociali e storiche.
L'aggettivo ''pontino'' è però spesso impropriamente utilizzato, soprattutto nel linguaggio giornalistico, in riferimento a tutti i comuni della provincia di Latina, anche se non direttamente pertinenti all'Agro Pontino: tra questi figurano Fondi, Formia e Gaeta, che in realtà apparterrebbero al cosiddetto sud-pontino, cioè ai territori posti a sud dei confini dell'Agro Pontino.

== Note ==
{{references}}

== Bibliografia ==
* Pier Giacomo Sottoriva, ''I giorni della guerra in provincia di Littoria e nell'Agro Pontino'', Ed. Cipes, [[Latina]] 1974
* AA. VV., ''Viaggio nell'Agro Pontino'' Ed. Touring Club Italiano
* Girolamo Conigli, ''L'Agro Pontino verso il 2000''
* Antonio Berta, ''La bonifica pontina''
* Umberto Pichi, ''Cisterna non è di Latina'' (con ampio spazio dedicato all'Agro pre-bonifica) Ed. Monti [[Cisterna di Latina]].
* [[Antonio Pennacchi]], ''Viaggio per le città del duce'', ASEFI. 2003. ISBN 978-88-88825-05-2.
* Antonio Pennacchi, ''Palude. Storia d'amore, di spettri e trapianti'', Donzelli. 2000. ISBN 978-88-7989-572-9
* Antonio Pennacchi, ''[[Canale Mussolini]]'', Mondadori. 2010. ISBN 978-88-04-54675-7
* Brocchi Giovan Battista ''Viaggio nel Lazio. La Tuscia e l'Agro Pontino'' Ed. Robin Hood
* [[Corrado Alvaro]] ''Terra nuova. Prima cronaca dell'Agro Pontino.'' Rizzoli
* [[Cristina Rossetti]], ''I ferraresi nella colonizzazione dell'Agro Pontino''. Ed.Bulzoni, Roma, ISBN 88-7119-699-6
* Mauro Nasi ''I butteri di Cisterna e dell'Agro Pontino. Augusto Imperiali, l'eroe di tutti i butteri'', (2006), Palombi Editori (Roma), ISBN 88-6060-042-1.
* Valentino Cencelli, ''Le paludi pontine attraverso i secoli''
* [[Monica Zornetta]], ''La terra tra le mani - L'epopea veneta nella bonifica dell'Agro Pontino, (2015), Editrice Storica, ISBN 978-88-96674-41-3''

== Voci correlate ==
* [[Bonifica agraria]]
* [[Borghi dell'Agro Pontino]]
* [[Comunità venetopontine]]
* [[Latina]]
* [[Maria Goretti]]
* [[Museo di Piana delle Orme]]
* [[Parco nazionale del Circeo]]
* [[Pianura]]
* [[Pianura alluvionale]]
* [[Pianura pontina]]
* [[Pianure italiane]]
* [[Sabaudia]]

== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Agro Pontino
|s_preposizione=di}}

== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.turistipercaso.it/viaggi/itinerari/testo.asp?ID=3251|titolo=Il testo del viaggio in Agro Pontino della trasmissione "Turisti per caso"}}
* {{cita web|http://www.bonifica-agropontino.it|sito ufficiale del Consorzio di Bonifica dell'Agro Pontino}}{{cita web}}
* {{cita web|http://www.lipulatina.it/ninfa.htm|Il sito ufficiale del giardino di Ninfa}}
* {{cita web|http://www.pianadelleorme.it|Il sito ufficiale della Piana delle Orme, un podere-museo sulla bonifica}}
* {{cita web|http://www.radio.rai.it/radio3/terzo_anello/cariola/|I ricordi dei pionieri della bonifica in una trasmissione di Radio 3}}
* {{cita web|url=http://www.novecentoitaliano.it/Portale/contesto_BiblDocsDiz.aspx?id=1231|titolo=la relazione a Mussolini sullo stato della bonifica nel 1940}}
* {{cita web|http://www.borghidilatina.it/main/la-storia.htm|Il Portale dei Borghi di Latina. La storia dell'Agro Pontino}}
* {{cita web|http://www.borgofaiti.it|Il Portale di Borgo Faiti - perla dell'Agro Pontino}}
* {{cita web|http://www.venetiagropontino.it/|Associazione veneti nell'Agro Pontino}}
* {{cita web|http://wilfingarchitettura.blogspot.it/2012/12/0034-b-uso-marco-omizzolo-i-sikh.html|Marco Omizzolo | I sikh dell’agro pontino}}

{{Controllo di autorità}}
{{Portale|geografia|italia|Lazio|storia d'Italia}}


[[Categoria:Geografia della provincia di Latina]]
[[Categoria:Geografia della provincia di Latina]]

Versione delle 18:58, 15 feb 2017

Agro Pontino
Un podere nei pressi di Sabaudia
StatiBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Lazio
Province  Latina
Località principaliCisterna di Latina, Latina, Sabaudia, Pontinia, Terracina, San Felice Circeo
FiumeNinfa, Sisto, Amaseno, Ufente
Superficie1.180 km²
Altitudinemedia:50 m s.l.m.

L'Agro Pontino è un'area della regione italiana del Lazio facente parte della pianura pontina.

L'etimologia del termine pontino è una questione molto dibattuta. Probabilmente deriva dall'antica città prima volsca di Suessa Pometia, citata da alcuni storici romani e sottomessa da Tarquinio il Superbo[1], da cui forse l'espressione Pometinum riferito al luogo; oppure entrambi derivano dal sostantivo Pontus, Pontos, Πόντος in greco che significa mare o distesa d'acqua (vedi anche Ponza e Ponto).

Storia

I popoli dell'Italia antica presso l'Agro Pontino

Età antica

I resti di un'antica strada romana a Cisterna di Latina.

Le paludi pontine in età remota erano ricoperte da una estesa laguna che in seguito venne prosciugata, lasciando la fertile terra. I primi tentativi di bonifica storicamente accertati risalgono ai latini e sono testimoniati dal rinvenimento di un esteso sistema di drenaggio con cunicoli sotterranei, dotati di pozzi per bonificare il territorio pontino settentrionale.[2]

Una leggenda vuole che la palude fosse opera della dea Giunone che volle punire così la ninfa Feronia che qui viveva e che era una delle tante amanti di Giove.

I Latini e i Volsci fondarono nella pianura diverse città, tra i quali la tradizione ha riportato i nomi di Suessa Pometiae Satricum, Ulubrae (Ninfa) e Tiberia (fra i comuni di Cisterna, Cori, Sermoneta). Nel 492 a.C. i consoli vi inviarono emissari, come anche in Campania e Sicilia, per acquistare grano per far fronte alla carestia che attanagliava l'Urbe[3].

In età imperiale, i Romani riuscirono a strappare alla palude ulteriori terreni e permisero la nascita di alcuni centri lungo la Via Appia Antica che attraversa l'area. I più celebri tra questi centri furono Tres Tabernae, Tripontium e Forum Appii, citati negli Atti degli Apostoli. In queste tre città infatti, l'apostolo Paolo si ristorò e fu accolto dalla locale comunità cristiana: la presenza di questa comunità è un segno che le città avevano raggiunto un numero notevole di abitanti.

«Or i fratelli, avute nostre notizie, di là ci vennero incontro sino al Foro Appio e alle Tre Taverne»

Nel 204 a.C. il console Marco Cornelio Cetego fa scavare un canale parallelo alla via Appia (in seguito chiamato Rio Martino) per proteggere la via consolare dall'inondazione e dal dissesto.

Quando Cesare conquista il potere concepisce il gigantesco progetto di divertire il Tevere verso l'Agro Pontino fino a Terracina, prosciugando le paludi e nello stesso tempo procurando a Roma un porto più sicuro di Ostia. Dopo la sua morte il progetto sarà ridicolizzato in Senato da Cicerone.[2]

Buona parte dell'attuale Agro Pontino dopo le invasioni barbariche tornò ad impaludarsi nonostante i tentativi di salvare la bonifica effettuati da re Teodorico il Grande.

Il Medioevo

Gli assalti dei Saraceni spinsero la maggior parte della popolazione a rifugiarsi sulle montagne. Intorno al XII secolo ai margini della palude sorse il centro di Ninfa, che riuscì a sottomettere i comuni rivali di Sermoneta e Sezze. Gli abitanti di Ninfa avviarono progetti di bonifica e poterono godere della posizione particolare della loro città, che le consentiva di essere una stazione di dazio obbligata per i traffici da Roma verso il meridione: infatti in seguito all'impaludamento della consolare Appia nella tratta compresa tra Tres Tabernae e Terracina, i traffici diretti a sud dovettero essere deviati dall'Appia stessa verso un itinerario pedemontano, che iniziava per l'appunto dove Ninfa sorse e prosperò. Ma il declino della città, che offrì rifugio a Papa Alessandro III inseguito dal Barbarossa, fece crollare la fragile bonifica e i suoi abitanti furono decimati dalla malaria. Oggi le rovine di Ninfa, al centro di un giardino, sono state recuperate e sono visibili al pubblico.

Nell'età medievale le paludi pontine diventarono feudo della famiglia gaetana dei Caetani, il cui ramo pontino ebbe sede a Sermoneta e a Cisterna.

papa Sisto V

L'opera del papato

Nel Quattrocento papa Martino V approvò un primo progetto di bonifica.

A caccia nelle paludi pontine. Dipinto di Horace Vernet (1833)

Nel Cinquecento l'impresa di bonificare le paludi pontine, considerata impossibile, affascinò anche Leonardo da Vinci, che studiò un sistema di canali e di macchine idrovore: il progetto sebbene approvato da papa Leone X non andò mai in porto per la morte del Papa[5]. Il sistema studiato da Leonardo, risulta straordinariamente corretto e fu punto d'ispirazione per i successivi progetti di bonifica del periodo fascista.

Tuttavia, agli inizi del Cinquecento papa Leone X concesse al fratello Giuliano de’ Medici la bonifica a proprie spese dell'Agro Pontino, in cambio della proprietà delle terre risanate. Dopo la sua morte gli abitanti di Terracina, pentitisi di aver ceduto il territorio riemerso, chiusero la foce del canale a Badino. Il nuovo papa Sisto V concepì un piano generale di bonifica che affidò all'architetto Ascanio Fenizi di Urbino. Questi divise la palude in venti zone e, trascurando il Rio Martino, sistemò il Fiume Antico (detto poi Sisto) aumentandone la profondità ed aprendo uno sbocco in mare. Le terre furono liberate dalle acque, ma dopo il 1590 furono di nuovo inondate a causa degli errori progettuali di Fenizi e dei disordini nelle campagne.[2]

Nel 1637, sotto Urbano VIII, una società olandese facente capo a Nicolò Cornelio de Witt subentrò nei lavori di bonifica, che non inizieranno a causa della morte del concessionario. La Camera Apostolica proclamò quindi un editto sulle Paludi Pontine per trovare qualcuno che fosse in grado di proseguire i lavori.[2] Nel Settecento va segnalata l'opera di papa Pio VI[6], che diede vita ad imponenti opere idrauliche realizzando una rete di canali tuttora esistente (Linea Sisto e Linea Pio) e bonificando buona parte delle paludi nella zona di Sezze e Terracina. Dopo la sua elezione nel 1775 Pio VI approvò un piano generale ispirato alle esperienze della Maremma toscana guidate da Leonardo Ximenes. Superando l'approccio privatistico e localistico, le spese furono ripartite fra la Camera Apostolica e i proprietari secondo il criterio del beneficio, usato ancora oggi presso i consorzi di bonifica. Fu proposto di scavare un grande canale lungo la via Appia, navigabile fino a Terracina.

I lavori iniziarono nel 1777, sotto la direzione dell'ingegnere idraulico Gaetano Rappini, con la demolizione di numerose peschiere e lo scavo del nuovo canale, chiamato Linea Pia, in onore del pontefice. I lavori durarono vent'anni, con l'impiego di migliaia di operai. Liberato il territorio dalle paludi, lo scolo delle acque piovane fu assicurato attraverso piccoli canali chiamati Fosse Miliari, perché scavati a distanza di un miglio l'uno dall'altro. Con la rivoluzione francese i lavori subirono un forte rallentamento.[2]

Un tentativo di bonifica riuscito se pur limitato, nel tempo e nell'estensione, fu quello attuato da Anna Carafa nel suo stato di Fondi allora nel Regno di Napoli, che però ebbe breve durata a causa della mancata manutenzione che causò il reinterramento dei canali scavati a metà del secolo XVII (1640-1644 ca.)[7].

I secoli successivi

Buoi maremmani

Nei secoli successivi le poche aree libere dall'acqua diventarono sede di piccoli villaggi provvisori, costituiti da tipiche capanne in paglia e in legno, dette "lestre", abitati da contadini e pastori, che ogni anno scendevano dalle montagne abruzzesi e trascorrevano qui l'inverno. Accanto a loro, vivevano i butteri (da non confondere con quelli della Maremma), che, con indosso caratteristici mantelli neri per ripararsi dalle piogge, ed in sella ai loro cavalli guidavano le mandrie di vacche maremmane e bufalo attraverso la palude alla ricerca di pascoli. Molti di essi morivano uccisi dalla malaria. Ogni anno in autunno, prima di risalire, i butteri organizzavano una imponente fiera di bestiame e per attirare i clienti realizzavano spettacoli, rodei e giochi acrobatici.

La palude era frequentata anche dai residenti più poveri dei comuni limitrofi, i quali cercavano di sopravvivere pescando nelle piscine o cacciando, anche se tale pratica era vietata.

Le foreste diventarono anche rifugio dei briganti in fuga dalla polizia pontificia. Nel XVIII secolo una disposizione del Papa regolarizzò di fatto questa situazione concedendo il diritto di asilo ai briganti che si nascondevano nei dintorni del castello di Conca (oggi Borgo Montello), a patto che non si muovessero più dalla zona.

Le selve sconfinate attiravano inoltre molti nobili della capitale, che ospiti dei Caetani, si dilettavano in lunghissime battute di caccia. Nel Settecento, la caccia nelle Paludi Pontine attirò visitatori da tutta Europa; tra i più celebri, il poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe, che scrisse[8]:

«Le Paludi Pontine sono l'angolo più selvaggio e affascinante d'Europa»

Nel 1871, l'Agro entrò nel Regno d'Italia. Dopo l'Unità, il nuovo governo presentò numerosi progetti di bonifica che però rimasero sulla carta, ma aumentarono la fama delle paludi pontine e spinsero numerosi contadini a trasferirsi nei villaggi ai margini della palude, alloggiando nelle "marche", le tipiche abitazioni di paglia. Agli inizi del XX secolo un progetto che prevedeva finanziamenti governativi ai privati che avessero avviato la bonifica dei propri terreni causò uno scandalo finanziario, con sperperi di denaro pubblico e fenomeni di corruzione: fu il cosiddetto "scandalo delle Pontine".

Casa del martirio di Maria Goretti

Nel 1890, un buttero cisternese, Augusto Imperiali accolse la sfida lanciata da Buffalo Bill, che con il suo circo di cowboy aveva fatto tappa a Roma. Il buttero Imperiali riuscì nell'impresa di domare il fiero cavallo statunitense del West, entrando così nella leggenda.

Nel 1902 la dodicenne Maria Goretti, la cui famiglia si era trasferita dalle Marche nell'Agro, preferì farsi uccidere, piuttosto che cedere allo stupro e rinunciare alla sua verginità, che aveva consacrato al Signore. Nel 1950 Maria Goretti fu proclamata da papa Pio XII santa patrona dell'Agro Pontino.

La bonifica integrale

Un'immagine di Latina dall'alto poco dopo la fondazione.

La bonifica integrale cominciò nel 1924, con la vendita allo Stato Italiano di un territorio di 20.000 ettari circa, di proprietà della famiglia Caetani, noto come Bacino di Piscinara (corrispondente in gran parte agli attuali territori comunali di Cisterna di Latina e Latina). Iniziarono così i primi lavori di bonifica con l'istituzione del Consorzio di Bonifica di Piscinara che avviò la canalizzazione delle acque del bacino del fiume Astura.

Nel 1926 fu varato un regio decreto, che istituì due consorzi: il preesistente Consorzio di Piscinara fu esteso su tutti i terreni a destra della linea Ninfa-Sisto, su un'area di 48.762 ettari e a sinistra della linea, il Consorzio di Bonificazione dell'Agro Pontino (26.567 ettari), un'area relativamente inferiore, ma costituita dai territori siti sotto il livello del mare e quindi dove la bonifica fu maggiormente complessa. I due Consorzi erano costituiti dall'unione dei latifondisti privati e dello Stato, ma in seguito alla legge Mussolini (Legge 24 dicembre 1928, n. 3134), i terreni improduttivi o abbandonati potevano essere espropriati quando i proprietari non avessero aderito ai Consorzi e ne avessero comunicato la cessione allo Stato per il tramite della prefettura[9]; quindi gran parte delle aree bonificate passò sotto il controllo diretto dello Stato, che lo delegò all'Opera Nazionale Combattenti. Progettista della bonifica fu il senatore Natale Prampolini, creato poi conte del Circeo.

Fu un'opera immensa: dal 1926 al 1937, per bonificare l'agro, furono impiegate ben 18.548.000 giornate-operaio con il lavoro di cinquantamila operai, reclutati in tutto il Paese[10]. Oltre al prosciugamento delle paludi, la costruzione dei canali, ci fu l'azione di disboscamento delle foreste e la costruzione dei nuovi centri, che sorgevano man mano nei nuovi territori.

L'epopea della bonifica è stata successivamente narrata in romanzi e film come la controversa serie tv di Canale 5 Questa è la mia terra o il romanzo di Antonio Pennacchi Canale Mussolini vincitore del Premio Strega 2010.

Popolazione e "centuriazione"

Lo stesso argomento in dettaglio: Borghi dell'Agro Pontino.

L'Opera Nazionale Combattenti guidata da Valentino Orsolini Cencelli si occupò della gestione dei terreni e dei poderi che venivano via via costituiti nei terreni bonificati, affidandoli in concessione a coloni provenienti per la stragrande maggioranza dalle regioni, allora povere e sovraffollate del Veneto, del Friuli e dell'Emilia. Ai nuovi coloni veniva dato un terreno coltivabile di 18 ettari, una casa nuova con annessa stalla, una vacca da latte, due buoi per l'aratura e tutti gli attrezzi necessari. Avevano diritto anche ad una parte del raccolto e al riscatto di casa e terreno.

Al centro dei vari poderi, venivano costruite delle case coloniche (circa 4000), molte delle quali tuttora abitate dai discendenti dei "pionieri". In seguito, il territorio fu suddiviso in comprensori facenti capo ciascuno ad un borgo o ad un capoluogo comunale; i borghi, con una struttura urbanistica in molti casi simile, con la chiesa, la casa del fascio, il credito agricolo, la scuola avevano in origine la funzione di fare da centri di raccordo fra i vari poderi e di provvedere alla necessità dei coloni.

Il Monumento ai bonificatori a Borgo Flora

Il primo borgo ad essere costruito fu Borgo Podgora, nel 1927, destinato ad appartenere pochi anni dopo al comune di Latina, creato inizialmente come villaggio operaio con il nome di Sessano (dal nome del vicino rudere della medievale torre di Sessano) e solo progressivamente convertito in borgo rurale; i primi centri invece concepiti e fondati direttamente come centri della colonizzazione e dell'appoderamento furono probabilmente Borgo Isonzo, Borgo Piave e Borgo Carso, costruiti a partire dal 1931.

I borghi di nuova fondazione a partire dal 1933 furono battezzati o ribattezzati in gran parte con nomi ispirati ai principali luoghi di battaglia della Prima guerra mondiale. In alcuni casi invece fu adottato il nome "storico" della località (per esempio Doganella di Ninfa fra Cisterna e Sermoneta) oppure furono legati all'attività principale del borgo (Littoria Stazione, oggi Latina Scalo- sorto come centro di servizio per i passeggeri dello scalo ferroviario di Latina).

Di molti borghi si tramanda tradizionalmente anche una denominazione "preesistente", che talvolta è indicata anche nella segnaletica stradale: tale denominazione in alcuni casi è la vera prima denominazione ufficiale del centro stesso edificato come villaggio operaio della bonifica (Sessano, Passo Genovese, Casale dei Pini, Villaggio Capograssa), in altri casi si riferisce invece a toponimi minori relativi ad antichi incroci, strade o casali situati nei pressi del centro del nuovo borgo, ma sostanzialmente disabitati prima della bonifica (Conca, Antonini, La Botte, Piano Rosso, Foro Appio), in tutti i casi nella documentazione storica sono spesso presenti entrambe le denominazioni, talvolta con qualche variante.

Campi coltivati nell'Agro Pontino nei pressi di Sabaudia

Oltre ai borghi veri e propri, si procedette all'edificazione di nuove città concepite secondo i criteri dell'architettura razionalista: la prima ad essere fondata fu nel 1932 Littoria (oggi Latina), cui seguirono Sabaudia (così definita in onore dei Savoia), Pontinia, Aprilia e Pomezia.

L'istituzione del parco del Circeo

Lo stesso argomento in dettaglio: Parco nazionale del Circeo.

La bonifica idraulica, durata quindi undici anni, grazie ad un complesso sistema di canali, ebbe finalmente successo e fu esaltata dalla propaganda fascista come uno dei meriti più straordinari, forse il più straordinario, del regime. Nel dopoguerra si è valutata per lo più in modo negativo la bonifica in quanto distruttiva di un ecosistema unico al mondo, soprattutto per le rarissime specie faunistiche che vi vivevano.

Per tutelare gli ultimi lembi di habitat fu istituito il Parco nazionale del Circeo nel comprensorio residuo della foresta demaniale di Terracina, risparmiata dalla bonifica sia su pressioni politiche locali che per motivi propagandistici legati alla mai effettuata esposizione dell'E42 (EUR), esteso anche alle paludi costiere rimaste, all'area del Circeo, alla spiaggia compresa tra Sabaudia e Capoportiere, all'isola Zannone.

La seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale, l'Agro era l'estremo lembo meridionale della Repubblica Sociale Italiana e a partire dal gennaio del 1944 si trovò stritolato fra ben tre fronti: la linea Gustav a sud, il fronte di Cassino a est e soprattutto lo sbarco, tentato dagli Alleati ad Anzio il 22 gennaio. I tedeschi riuscirono a sorpresa a bloccare gli Americani, e a predisporre una linea difensiva fra Aprilia, Cisterna di Latina e Littoria. Dopo due mesi di stallo, a marzo i tedeschi prepararono una massiccia offensiva costringendo la popolazione civile ad abbandonare la zona. Gli Alleati tuttavia reagirono con energia, conquistando Aprilia agli inizi di aprile. Il 23 maggio fu lanciata l'operazione Buffalo: gli Americani puntavano a sfondare la linea, puntando sull'abitato di Cisterna riuscendovi ad entrare solo dopo una battaglia durissima l'indomani, mentre i tedeschi che si erano rintanati nel cinquecentesco palazzo Caetani, (nel centro di Cisterna) si arresero solo nel primo pomeriggio. Il 24 maggio gli americani entrarono a Littoria, il 25 fu raggiunta Pontinia e le truppe alleate si ricongiunsero con i compagni che giungevano da Terracina. Il 29 maggio l'Agro era completamente liberato, la situazione generale era però a pezzi. I lunghi mesi di guerra avevano seminato ovunque dolore e distruzione, intere zone erano rase a suolo, buona parte della popolazione era stata allontanata forzatamente dalle proprie abitazioni. Inoltre i tedeschi nel tentativo di ritardare l'avanzata degli alleati, avevano volutamente danneggiato e distrutto molte opere di bonifica, provocando l'allagamento di ettari di terreno, causando in molte zone anche il drammatico ritorno della malaria.

Una suggestiva veduta del Lago di Paola, nel Parco nazionale del Circeo

Gli anni dello sviluppo industriale

L'introduzione dell'Agro Pontino nelle zone sostenute dalla Cassa del Mezzogiorno e la notevole disponibilità di manodopera hanno favorito l'insediamento di numerosissime aziende, soprattutto chimiche, alimentari, farmaceutiche, sintetiche, concentrate in prevalenza nel triangolo Latina-Aprilia-Cisterna.

La crescita industriale ha attratto numerosi immigrati dall'Italia centro meridionale. L'immigrazione ha avuto il suo massimo negli anni settanta e ottanta e le terre di maggior provenienza erano soprattutto Abruzzo, Campania e Sicilia che si è mescolata ai locali e ai coloni giunti dal Nord Italia. L'arrivo di gente da tutta Italia ha favorito, soprattutto nei centri maggiori, uno straordinario mescolamento di culture, modi di vivere, dialetti che ha fatto dell'Agro Pontino un caso di studio demo-sociologico nazionale.

Geologia e geomorfologia

Lo stesso argomento in dettaglio: Pianura pontina.

Un tempo coperto dalle paludi ed oggi bonificato, corrisponde ad una pianura in gran parte alluvionale delimitata ad ovest e sud dal mar Tirreno, a est dai primi rilievi appenninici dei monti Lepini ed Ausoni, a nord dal medio corso del fiume Astura e dai primi rilievi dei Colli Albani.

Il territorio dell'Agro Pontino si sviluppa su un vasto terrazzo marino tra i rilievi più meridionali del vulcanismo laziale (Colli Albani - Vulcano Laziale), il Circeo e le cime dell'orogenesi mesozoica dei Monti Lepini e Ausoni. Il sistema di depositi alluvionali e marini che caratterizza la pianura inizia a prendere forma nel Neozoico, a seguito delle frequenti oscillazioni del livello del Mar Mediterraneo dovute al succedersi di ere glaciali e interglaciali.

L'antica duna

Il Lago di Fogliano, formazione lacustre tra la duna antica e la duna nuova

Vista la sostanziale uniformità della regione interessata, una corretta comprensione della situazione geologica necessita uno sguardo sulle aree immediatamente prossime all'Agro Pontino, considerando l'area compresa fra Anzio, Cisterna, Ninfa, Priverno, Terracina, il Circeo e il Tirreno. Ad Anzio ha inizio un lungo deposito di sabbie e argille con tracce di elementi silicei e tufi che raggiunge il promontorio del Circeo: è l'antica duna litoranea la cui origine è dovuta ai depositi eolici accumulati sul substrato delle sabbie marine immediatamente sovrastanti la piattaforma calcarea sottomarina ascrivibile genericamente al Cenozoico. Presso Borgo Podgora l'antica formazione dunale è solcata dal canale delle Acque Alte che da Ninfa lambisce Cisterna di Latina e raggiunge il Tirreno a Foce Verde. Altro canale principale di tale bacino è il canale delle Acque Medie, il quale si congiunge verso la foce con il Rio Martino tagliando in due il territorio dell'antica formazione dunale: sfocia nel comune di Latina, a pochi chilometri dal confine con Sabaudia. Nel tratto più prossimo al mare la formazione di una piccola recente duna ha generato uno sbarramento nel quale si sviluppano i laghi litoranei di Fogliano, Monaci, Caprolace e Paola. Tra il Lago Paola e il promontorio del Circeo è attivo un sistema di sorgenti di debole portata: Molella, Lucullo, presso Sabaudia.

I depositi alluvionali: l'antica palude

La foce della Linea Pio a Terracina

Tra Cisterna e Ninfa emerge l'ultimo lembo dei tufi dei Colli Albani che lentamente degradano verso affioramenti di travertino e il vasto deposito alluvionale, il cuore delle antiche paludi pontine, che corre parallelo al deposito eolico dell'antica duna fra Latina e Terracina. La zona è attraversata dai fiumi principali della provincia di Latina, di grande portata d'acque: il Ninfa, il Sisto, l'Amaseno, l'Ufente nonché i canali che si raccolgono nella Linea Pia presso l'Appia. L'area è una fertilissima pianura presso cui è ancora attivo un intenso sistema di sorgenti alle pendici calcaree dei Lepini: Ninfa, Laghi del Vescovo e Grecilli (Priverno), Frasso e la Fiora (anticam. Feronia) di Terracina.

Altre formazioni geologiche

Le tracce di una duna minore del Quaternario affiorano tra Priverno e Fossanova (località Bosco Polverino). Presso San Felice Circeo il paesaggio è variegato dalle marne e arenarie del Circeo risalenti al Paleogene e dai calcari del Lias inferiore di Torre Paola.

Lo stesso argomento in dettaglio: Circeo.

Ambiente

La palude

Prima della bonifica integrale degli anni trenta, l'Agro era un'area paludosa e malsana, quindi poco popolata dall'uomo, ma ricchissima di una vita animale e vegetale unica. Nelle paludi vivevano specie faunistiche endemiche come il cavaliere d'Italia, il cigno rosso, la starnazza, gli aironi e altri che formavano spesso delle specie uniche. Le acque poco profonde erano invece l'habitat ideale per moltissime specie di rettili e anfibi e per piccoli pesci, come la trota di Ninfa, quasi completamente estinta. Tra gli insetti, la libellula, l'idrometra e la temutissima zanzara anofele, responsabile della malaria che decimava i pochi abitanti. Le paludi maggiori erano chiamate piscine, vaste distese d'acqua variabili e dai confini incerti, oggi quasi del tutte scomparse (a eccezione dei laghi costieri).

Le zone libere dalla palude erano occupate da foreste inestricabili, dette "selve" di cui la tradizione ricorda la Selva di Terracina, la Selva del Circeo, la Selva di Cisterna. Le foreste, soprattutto mediterranee, erano composte da querce da sughero, lecci e pini; dove vivono ancora cinghiali, volpi, cervi.

La bonifica

Lo stesso argomento in dettaglio: Bonifica dell'Agro Pontino.

La bonifica delle paludi e il disboscamento delle foreste hanno distrutto nel giro di pochi anni questo ecosistema, al quale è subentrato uno nuovo. Gli ultimi lembi rimasti sono tutelati nel Parco nazionale del Circeo, sebbene quest'ultimo rispecchi solo in parte l'originario ambiente palustre. Per debellare la malaria, che fece una vera e propria strage fra i bonificatori, vennero piantati numerosi eucalipti, un albero tipico australiano che assorbe l'acqua dal terreno. L'eucalipto costituisce oggi una parte predominante nel paesaggio rurale dell'Agro. Inoltre si ricorse al DDT, che nel dopoguerra fu immesso massicciamente nei canali e nei bacini (dove l'anofele aveva ricominciato a riprodursi) soprattutto da parte militare alleata. Nei canali furono immesse specie di pesci, originari dell'America, che distrussero le uova e i nidi dell'anofele, ma, per mancanza di concorrenti, sono proliferate al punto da causare la forte riduzione anche delle altre specie acquatiche che erano riuscite a riprodursi e a vivere nei canali.

La pianura

Il bosco planiziario del parco nazionale del Circeo.

A parte il Parco nazionale del Circeo, l'ambiente pontino è soprattutto un ambiente agricolo, che grazie alla fertilità dell'area e al clima mite, ha permesso la nascita e la diffusione di nuove specie vegetali, tipiche della zona. Le poche aree selvatiche sono soprattutto boschi, composti da alberi ad alto fusto, come querce, pioppi e pini; nel sottobosco è possibile trovare una gran varietà di piante a basso fusto, fra cui la più diffusa è il pungitopo.

Albero tipico del paesaggio pontino è l'eucalyptus, introdotto qui con la bonifica per le sue straordinarie capacità di assorbimento dell'acqua e impiegato per la creazione di fasce frangivento. Tipiche anche le palme, recentemente danneggiate però dalla proliferazione del punteruolo rosso.

Di notevole importanza naturalistica è inoltre il tumuleto della duna litoranea, una barriera sabbiosa naturale alta alcuni metri che separa la spiaggia dall'entroterra; sulla stessa cresce una particolare vegetazione costituita da piante resistenti a condizioni climatiche estreme, quale elevata salinità ed esposizione a forti venti e brezze.

L'inquinamento delle acque è presente, per la presenza di numerose industrie: molti fossi e canali hanno visto verificarsi ripetuti fenomeni di moria ittica negli ultimi anni. Da ricordare inoltre la presenza, nel territorio comunale di Latina di una centrale nucleare in via di dismissione, spesso oggetto di discussioni per il suo impatto ambientale, e i cui presunti effetti negativi sulla salute umana sono stati spesso oggetto di controversi dibattiti.

Negli anni 2000 il WWF in collaborazione con la Fondazione Caetani ha trasformato un podere di proprietà di quest'ultima, nei pressi di Ninfa, in un sistema di stagni artificiali che vorrebbe riprodurre l'ambiente delle antiche paludi pontine, sebbene la reale presenza di paludi in quella zona in passato sia smentita sia dalle fonti storiche che della geologia del suolo. La zona, oggi situata nel territorio comunale di Cisterna, è nota come Riserva del Pantanello.

Residui di aree umide e paludi naturali e non riprodotte, sebbene diverse fra loro per conformazione geologica, ma con vegetazioni spontanee e fauna tipica della palude arcaica, si possono invece rinvenire nell'area dei Laghi del Vescovo - Gricilli nel comune di Pontinia, nella foresta demaniale di Sabaudia e presso il lago costieri di Caprolace.

Urbanistica

La Torre Civica di Sabaudia; la torre civica è uno degli edifici più caratteristici delle città fondate dopo la bonifica

La conformazione paesistica e territoriale dell'Agro Pontino risale prevalentemente agli anni della bonifica (1929-1935) e delle conseguenti colonizzazione e appoderamento, e fondazioni di nuovi centri (Littoria, poi Latina, Pontinia, Aprilia, Sabaudia), caratterizzati da un'architettura di tipo razionalista e una quindicina di borghi rurali.

Tutto il territorio ha conosciuto successivamente una notevole crescita, con significative trasformazioni e ampliamenti delle aree strettamente urbane, e una conseguente evoluzione territoriale che però non ha significativamente alterato l'impianto originario.

L'Agro Pontino oggi

Economia

Agricoltura ed Allevamento

La crisi industriale che ha investito l'Agro Pontino alla fine degli anni novanta e che ha portato alla chiusura di molti stabilimenti (vedi paragrafo più sotto), ha spostato l'interesse generale verso l'agricoltura che qui è favorita da diversi fattori:

  • dai terreni pianeggianti;
  • dalla grande disponibilità d'acqua;
  • dalla suddivisione in poderi operata negli anni della bonifica;
  • dalla vicinanza di un grande mercato come Roma (il principale consumatore di gran parte della produzione agricola pontina) e la presenza nel contesto regionale del Lazio, dove le aree pianeggianti sono sostanzialmente scarse.

L'agricoltura, anche se in gran parte affidata ad aziende agricole a conduzione familiare, è quindi molto redditizia e non si è verificato il fenomeno dell'abbandono dei campi, tipico di altre realtà, ma, al contrario, risultano impiegati in questo settore quasi l'11% dei lavoratori (dati ISTAT), una delle percentuali più alte d'Italia.

In questi ultimi anni il settore ha investito molto nella specializzazione, puntando su colture particolari come il kiwi (di cui è il primo produttore nazionale, quasi il 76% del totale), in particolare della variante locale "kiwi latina IGP", l'anguria (terzo produttore nazionale), il carciofo (nelle varianti del "carciofo romanesco" e del "carciofo di Sezze"), le zucchine, particolarmente apprezzate per la loro salubrità, gli agrumi e gli spinaci.

Nell'Agro Pontino l'allevamento delle bufale è particolarmente diffuso

Anche nell'allevamento si è seguita la strada della specializzazione: accanto all'allevamento più tradizionale dei bovini, in calo negli ultimi anni, introdotto negli anni trenta, si è riscoperto il pascolo delle bufale, già praticato dai butteri e poi caduto in declino. Connesso alle bufale è la produzione tipica delle mozzarelle, leggermente diverse da quelle campane, e della carne di bufala. L'allevamento degli ovini, che era anch'esso praticato prima della bonifica, è al contrario quasi del tutto scomparso.

Industria e Artigianato

L'abolizione della Cassa del Mezzogiorno (in cui l'Agro Pontino rientrava) e quindi la fine dei privilegi fiscali che ne derivavano ha spinto alla chiusura numerose aziende che hanno puntato sulla forza-lavoro più vantaggiosa dei paesi asiatici e dell'Europa orientale, senza non poche ricadute sociali sui molti lavoratori licenziati o inviati in cassa integrazione. Hanno provocato non poche proteste e scioperi, alcune chiusure di stabilimenti altamente competitivi, come la Goodyear di Cisterna, che diventò un caso nazionale di cui si occupò anche il giornalista Michele Santoro.

I grandi stabilimenti industriali rimasti sono comunque molti, e sono sviluppati in particolare nell'agro-alimentare e nel chimico-farmaceutico.

Non esiste un artigianato esclusivamente tipico dell'Agro Pontino. Vi sono comunque aziende artigianali, a conduzione familiare, nella falegnameria, nell'arredamento, nella lavorazione del ferro.

Non poca importanza ricoprono anche le cooperative agricole, che lavorano e distribuiscono i prodotti della campagna.

File:Riomartino.JPG
Il canale Rio Martino, uno dei più antichi realizzati nell'agro

Terziario

Importante il settore terziario, che raccoglie ormai larga maggioranza della forza attiva. I maggiori investimenti sono nell'informatica, nella ricerca tecnologica e scientifica.

Non trascurabile il turismo, che negli ultimi anni, ha conosciuto una forte espansione: le principali mete sono le località balneari di Sabaudia, San Felice Circeo e Terracina, le quali possono vantare un mare nel complesso abbastanza pulito e una vasta spiaggia delimitata dalle caratteristiche dune (dette "tumuleti"). Un'altra attrazione è rappresentata certamente dal Parco nazionale del Circeo e dai laghi costieri.

Negli ultimi tempi è stato riscoperto dal turismo di massa, anche l'area più interna dell'Agro: grazie soprattutto alla sua natura "artificiale" e per questo, da molti giudicata unica, con il paesaggio completamente ridisegnato dall'uomo, con i canali, la campagna, le ombrose pinete, la modernità delle sue città e il carattere, considerato socievole, degli abitanti.

Non indifferente è anche il peso delle aziende della moda e dello spettacolo, le quali hanno negli ultimi anni fortemente investito nella zona, lanciando numerosi pontini. Ciò ha fatto sorgere la leggenda metropolitana della particolare bellezza dei pontini, che alcuni spiegano come dovuta al forte mescolamento razziale, il quale continua ancora oggi.

Non irrilevante è poi la popolazione locale, che giornalmente raggiunge Roma per lavoro, utilizzando il treno o l'auto.

Il dialetto

File:Paesaggio agro pontino.jpg
Tipico paesaggio pontino

L'Agro Pontino non presenta un unico idioma: nei borghi, in alcuni centri minori e nelle campagne, nelle cosiddette comunità venetopontine, è in piccola parte ancora presente il veneto, accanto talvolta al dialetto ferrarese ed al friulano, che anche ove non più praticati hanno comunque lasciato un'influenza nella pronuncia locale dell'italiano e, ove utilizzato, del dialetto romanesco.

Nelle città è invece sempre praticato il romanesco, perlopiù leggermente diverso da quello proprio di Roma, mantenendo un accento leggermente più conservativo e annoverando nel lessico numerosissime parole ed espressioni idiomatiche mutuate da altri dialetti, come quello lepino o il veneto. Nei centri preesistenti alla bonifica ed in parte dei relativi territori comunali sono praticati dialetti del sottogruppo lepino, a sua volta incluso nel più grande gruppo dei dialetti laziali. Queste parlate presentano notevoli varianti fra loro e, in epoca moderna, hanno risentito in alcuni casi dell'influsso del romanesco, nonché di una progressiva sostituzione in favore dell'italiano locale; tali parlate di ceppo lepino sono presenti nei centri di Cisterna, Terracina e San Felice Circeo. Oltre ai citati comuni, anche altre aree rurali, specie nella fascia pedemontana, vedono presenti parlate di tipo lepino, in particolare parlate analoghe a quelle dei limitrofi centri situati sulle colline Lepine: questo accade in particolare per l'area dei comuni di Sermoneta e Sezze, ma anche per una larga fetta del territorio del comune di Pontinia ove si praticano i dialetti sezzese, privernese e sonninese; parlate di ceppo lepino sono diffuse anche nel comune di Sabaudia, derivate sostanzialmente dai dialetti di Terracina e San Felice Circeo.

Popolazione

L'Agro Pontino è una delle zone più giovani d'Europa e presenta il tasso di natalità più alto del Lazio. L'immigrazione italiana si è fortemente stabilizzata, se si esclude un piccolo flusso, ancora proveniente dalla Campania. In aumento è inoltre l'immigrazione extra-europea dai Paesi asiatici come l'India, il Pakistan e il Bangladesh, oppure da paesi del Nordafrica e dell'Africa subsahariana.

Comuni compresi nell'Agro Pontino

Torre Astura, che si trova nel comune di Nettuno tradizionale confine fra l'Agro Pontino e l'Agro Romano

Altri comuni vicini, quali Aprilia, Pomezia, Anzio, Nettuno, Bassiano, Cori, Norma, Priverno e Sonnino vengono spesso relazionati all'Agro Pontino pur non facendo strettamente parte della pianura da un punto di vista geografico, ma essendo limitrofi e gravitanti con l'agro vero e proprio, e quindi "pontini" almeno in merito a questioni sociali e storiche. L'aggettivo pontino è però spesso impropriamente utilizzato, soprattutto nel linguaggio giornalistico, in riferimento a tutti i comuni della provincia di Latina, anche se non direttamente pertinenti all'Agro Pontino: tra questi figurano Fondi, Formia e Gaeta, che in realtà apparterrebbero al cosiddetto sud-pontino, cioè ai territori posti a sud dei confini dell'Agro Pontino.

Note

  1. ^ in Tito Livio sono già presenti i termini pomptinus ager (territorio pontino) e Pomptinum (il Pontino, come Latium è "il Lazio")
  2. ^ a b c d e Biblioteca Idraulica Italiana, su idraulica.beic.it.
  3. ^ Dionigi, Antichità romane, lib. VII, § 1.
  4. ^ At 28,15, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Una leggenda del luogo dice invece che Leonardo lasciò perdere il suo progetto di bonifica ostacolato dalle liti continue fra i sermonetani e i sezzesi
  6. ^ l'inizio delle opere da parte di Pio VI furono celebrate da Vincenzo Monti con il poemetto Feroniade
  7. ^ Bruna Angeloni e Giovanni Pesiri, Apprezzo dello Stato di Fondi fatto dalla Regia Camera nell'anno 1690, Firenze 2008, Introduzione pp.XXI e segg.
  8. ^ Goethe; Viaggio in Italia
  9. ^ Ex art. 24 citata legge
  10. ^ Antonio Pennacchi, Canale Mussolini

Bibliografia

  • Pier Giacomo Sottoriva, I giorni della guerra in provincia di Littoria e nell'Agro Pontino, Ed. Cipes, Latina 1974
  • AA. VV., Viaggio nell'Agro Pontino Ed. Touring Club Italiano
  • Girolamo Conigli, L'Agro Pontino verso il 2000
  • Antonio Berta, La bonifica pontina
  • Umberto Pichi, Cisterna non è di Latina (con ampio spazio dedicato all'Agro pre-bonifica) Ed. Monti Cisterna di Latina.
  • Antonio Pennacchi, Viaggio per le città del duce, ASEFI. 2003. ISBN 978-88-88825-05-2.
  • Antonio Pennacchi, Palude. Storia d'amore, di spettri e trapianti, Donzelli. 2000. ISBN 978-88-7989-572-9
  • Antonio Pennacchi, Canale Mussolini, Mondadori. 2010. ISBN 978-88-04-54675-7
  • Brocchi Giovan Battista Viaggio nel Lazio. La Tuscia e l'Agro Pontino Ed. Robin Hood
  • Corrado Alvaro Terra nuova. Prima cronaca dell'Agro Pontino. Rizzoli
  • Cristina Rossetti, I ferraresi nella colonizzazione dell'Agro Pontino. Ed.Bulzoni, Roma, ISBN 88-7119-699-6
  • Mauro Nasi I butteri di Cisterna e dell'Agro Pontino. Augusto Imperiali, l'eroe di tutti i butteri, (2006), Palombi Editori (Roma), ISBN 88-6060-042-1.
  • Valentino Cencelli, Le paludi pontine attraverso i secoli
  • Monica Zornetta, La terra tra le mani - L'epopea veneta nella bonifica dell'Agro Pontino, (2015), Editrice Storica, ISBN 978-88-96674-41-3

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN315526877 · LCCN (ENsh86002773 · GND (DE4046764-8 · J9U (ENHE987007548846105171