Pontenure

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Pontenure
comune
Pontenure – Stemma
Pontenure – Bandiera
Pontenure – Veduta
Pontenure – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Amministrazione
SindacoManola Gruppi (lista civica Per Pontenure si può fare) dal 26-5-2014 (2º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate45°00′N 9°47′E / 45°N 9.783333°E45; 9.783333 (Pontenure)
Altitudine65 m s.l.m.
Superficie33,85 km²
Abitanti6 513[1] (31-8-2022)
Densità192,41 ab./km²
FrazioniMuradello, Paderna, Valconasso
Comuni confinantiCadeo, Caorso, Carpaneto Piacentino, Cortemaggiore, Piacenza, Podenzano, San Giorgio Piacentino
Altre informazioni
Cod. postale29010
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT033037
Cod. catastaleG852
TargaPC
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 670 GG[3]
Nome abitantipontenuresi
Patronosan Pietro Apostolo
Giorno festivo29 giugno
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Pontenure
Pontenure
Pontenure – Mappa
Pontenure – Mappa
Posizione del comune di Pontenure nella provincia di Piacenza
Sito istituzionale

Pontenure (Pontnür [põt'ny:r] in dialetto piacentino) è un comune italiano di 6 513 abitanti della provincia di Piacenza, in Emilia-Romagna.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Pontenure è collocato nella pianura Padana, nella porzione centro-settentrionale del territorio provinciale ad un'altitudine compresa tra 47 e 87 m s.l.m.[4], sulla riva destra del torrente Nure, che segna il confine occidentale con il comune di Piacenza[5]. Il confine orientale è, invece, segnato dal corso del torrente Riglio[5].

Il centro abitato è attraversato dal 45º parallelo, la linea equidistante fra il polo nord e l'equatore[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La zona di Pontenure fu probabilmente abitata fin dal Neolitico, a causa dei resti dell'epoca ritrovati nel vicino comune di Fiorenzuola d'Arda, in località Capanna di Palazzina di Olza[7]. Con l'arrivo dei romani la zona, grazie alla presenza dei torrenti Nure e Riglio, diventò un importante centro agricolo, ne sono testimoni iscrizioni rinvenute a Paderna, Albiano e nello stesso capoluogo[7].

I ritrovamenti più importanti riguardano una villa con mosaici, oggi conservati al museo archeologico nazionale di Parma, localizzata nelle vicinanze della cascina San Martino ed una necropoli con una costruzione romano-barbarica ritrovate nel 1952 ad Albiano in seguito alla frana di una sponda del Nure. Si presume che Pontenure possa essere l'Emporio di Victumviae (o Victumulae) citato da Tito Livio nel dodicesimo libro delle Storie come un emporio fortificato che nei pressi di Piacenza che Annibale aveva cercato di conquistare con fanti, cavalli ed elefanti[7]. Lo stesso toponimo Pontenure risale all'epoca romana: il capoluogo infatti era stato insediato per difendere il vicino ponte sul Nure: dalle parole Pontis e Nurae derivò poi il nome Pontenure[8].

Il castello di Paderna.

Il toponimo Pontenure è poi citato in carte del IX secolo che parlano di fondus e locus, cioè di un centro di limitata grandezza. Nel secolo successivo si parla invece di castrum a testimonianza della costruzione di fortificazioni[7].

Attorno all'anno Mille parecchi possedimenti risultavano dipendenti dal monastero di Santa Brigida di Piacenza[9], territorio che verso l'XI secolo passò al monastero piacentino di San Savino. Nel XII secolo Pontenure si costituì libero comune. Nel 1117, con l'imperatore Enrico V di Franconia accampato nella vicina Roncaglia, frazione di Piacenza, fu teatro di una battaglia tra piacentini e parmigiani[7].

Nel 1216 venne occupato da truppe pavesi, cremonesi e parmigiane in seguito alla sconfitta delle truppe piacentine alleate ai milanesi. In seguito a quest'episodio vennero distrutti molti castelli della zona tra i quali quello situato nel capoluogo ed il castello di Paderna. Nel XIII secolo esisteva a Pontenure un ospedale a testimoniare l'importanza dell'insediamento. Nei primi anni del trecento Alberto Scotti, capo della fazione guelfa appena cacciato da Piacenza occupò la rocca di Pontenure. Nel 1316 le due fazioni si unificarono cedendo il paese a Galeazzo I Visconti che fece ricostruire le fortificazioni del castello, che era stato alla famiglia Mancassola nel 1314. Il castello fu poi raso al suolo nel 1337 da Azzone Visconti[7].

La chiesa di San Pietro Apostolo a Paderna

Nel 1446 il condottiero Bartolomeo Colleoni venne arrestato nei pressi di Pontenure per ordine del duca di Milano Filippo Maria Visconti che temeva collusioni col nemico, per il conto del quale Colleoni aveva radunato un esercito al fine di riconquistare Cremona. Il 7 giugno 1453 l'abate del monastero di San Savino di Piacenza, Ruffino Landi, nominò il cognato Melchiorra Marazzani signore delle terre di Paderna. Il 25 agosto 1455 Zanino Nicelli venne investito del feudo di Muradello ricevendo poi dal duca di Milano Francesco Sforza il diritto di edificarvi un castello[7].

Nel XVII secolo Pontenure fu duramente colpito dalla peste del 1630 che causò circa cinquecento vittime che furono sepolte nei pressi del Nure. Nel Settecento la zona era sotto il controllo della famiglia Cigala Fulgosi che ogni anno si alternava con la famiglia Fantoni nella giurisdizione del luogo; invece la contea di Muradello era governata dal conte Alessandro Nicelli, quella di Paderna da Antonio Camillo Marazzani Visconti, e quella di Valconasso dal conte Gian Francesco IV Marazzani[7].

Nel 1816 Pontenure ricevette la visita della duchessa Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, ospite della famiglia Marazzani; sotto al suo governo le condizioni del paese conobbero un periodo di progressivo miglioramento, culminato nel 1833 con la costruzione del nuovo ponte sul Nure che andava a sostituirne un altro, ormai inadatto a sostenere il traffico che si sviluppava lungo la via Emilia. Dopo l'unità d'Italia il comune conobbe l'industrializzazione e nel 1918 la società Rizzi e C., già in attività dal 1908, acquisì la fornace Raggio diventando il punto di riferimento del sistema industriale locale[7].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Pontenure è tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione, insignita il 9 maggio 1994 della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[10]:

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Il comune di Pontenure, attraversato dalla via Emilia, subito dopo l'armistizio levava alto il vessillo dell'onore nazionale, dando alle file partigiane i suoi figli più degni ed opponendosi con fierezza indomita all'invasore. Pur subendo incendi, rastrellamenti e deportazioni, impegnava il nemico distruggendo le sue comunicazioni ed arrecando sensibili perdite alle colonne motorizzate in transito fino a cacciarlo dal suo territorio. Esempio di fermezza, di ardimento, di amore alla Patria e alla libertà. Pontenure, 8 settembre 1943-25 aprile 1945»
— 9 maggio 1994[10]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa di San Pietro Apostolo[11][12], sorta come pieve monastica probabilmente già in epoca longobarda è documentata agli inizi del 1000. Con la sua caratteristica torre campanaria medievale ricavata a partire da una torre costruita con funzioni difensive e parte, a partire dal XII secolo, di una fortificazione posta a difesa dei primi edifici religiosi locali[13].
  • Chiesa parrocchiale di San Colombano di Muradello, dedicata al santo missionario irlandese e sorta nel XVII secolo per volere del conte Giovanni Nicelli suoi resti di un precedente edificio dedicato a San Bernardino. La chiesa presenta una facciata in stile neoclassico tripartita e con lesene di ordine dorico sugli angoli. L'interno è a navata singola su cui si aprono su entrambi i lati due cappelle votive[14].

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • La Bellotta, villa in stile neoclassico costruita tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento situata nella frazione di Valconasso. La villa è composta da una galleria centrale, dotata di sala da pranzo, mentre sul lato occidentale si trovano la sala da ballo e la sala del biliardo. Al piano superiore, a cui si accede da uno scalone si trovano le camere da letto[15].

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello di Muradello, fortificazione risalente al Quattrocento costruita per volontà della famiglia Nicelli. Il complesso, parzialmente rimaneggiato a scopi agricoli e abitativi, presenta una torre di accesso a base quadrata che, non presentando tracce di un ponte levatoio fu, probabilmente, aggiunta al progetto originale dopo l'interramento del fossato[16].
  • Castello di Paderna, esistente sin dall'XI secolo, venne ceduto nel 1453 dai monaci del monastero di San Savino di Piacenza alla famiglia Marazzani dei cui discendenti è di proprietà. Il complesso presenta una struttura trapezoidale circondata da un fossato che conserva la presenza dell'acqua. All'interno del fossato, ma isolato dagli altri corpi di fabbrica si trova il dongione, che mantiene un ingresso indipendente e che in origine era dotato di proprio ponte levatoio[17].
  • Torre Canevaro, torre di fattura cinquecentesca posta nei pressi del ponte sul torrente Nure della via Emilia, prende il nome dalla famiglia Canevaro a cui arrivò per il lascito ereditario della nobile signora Savini. La torre è collegata, tramite un portico con loggiato, a una dimora di campagna[18].
  • Castello di Valconasso, costruito in data incerta, a partire dall'inizio del XIII secolo fu di proprietà della famiglia Mancassola[19]. Nel 1314 venne invece distrutto dalle forze di Galeazzo I Visconti che poi lo concesse di nuovo ai Mancassola, a cui rimase fino alla fine del Seicento, prima di passare più volte di mano. Il complesso, fortemente rimaneggiato, è stato riattato per un uso residenziale[20].

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Parco di villa Raggio, ideato alla fine dell'Ottocento e situato nel centro del paese, si estende per circa 42000  contiene circa 750 piante divise in settori dove si trovano essenze tra loro omogenee[21].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[22]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

La seconda domenica di settembre viene organizzata la festa dell'asino: la manifestazione trae origine da un episodio avvenuto nel 1901 quando, durante una festa popolare, un asino, legato con un uncino ad una corda tesa all'altro angolo della piazza e dotato di ali posticce, fu calato dalla torre campanaria della chiesa di San Pietro Apostolo. Arrivati a pochi metri d'altezza, il peso dell'animale causò la rottura della corda e la conseguente caduta che, tuttavia, non causò danni né agli spettatori né all'asino. All'evento è dedicata una poesia dialettale di Valente Faustini che, secondo alcuni, fu anche l'ideatore del tutto[23].

Ogni anno, a partire dal 2002, nel mese di agosto si tiene nel parco di villa Raggio il festival internazionale del cortometraggio Concorto Film Festival che si pone come obiettivo la ricerca di opere di giovani registi esordienti[24].

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il ponte ferroviario sul Nure.

Il centro del capoluogo è attraversato dalla via Emilia e dalla ferrovia Milano-Bologna su cui è posta la stazione di Pontenure. Il territorio comunale è attraversato anche dall'Autostrada del Sole e dalla ferrovia ad alta velocità Milano-Bologna che, tuttavia, pur avendo una funzione di valenza nazionale non presentano degli allacci col sistema delle infrastrutture locali pontenuresi[25].

Il capoluogo è collegato con San Giorgio Piacentino dalla strada provinciale 32 di Sant'Agata e con Caorso dalla strada provinciale 53 di Muradolo[26].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
22 agosto 1985 20 luglio 1990 Adriano Paratici Partito Comunista Italiano Sindaco [27]
20 luglio 1990 23 novembre 1992 Franco Camia Partito Socialista Italiano Sindaco [27]
23 novembre 1992 24 aprile 1995 Luigi Demicheli Democrazia Cristiana Sindaco [27]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Luigi Demicheli Centro-sinistra Sindaco [27]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Luigi Demicheli Lista civica Sindaco [27]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Angela Fagnoni Lista civica Sindaco [27]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Angela Fagnoni Lista civica Pontenure nel cuore Sindaco [27]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Manola Gruppi Lista civica Pontenure nel cuore Sindaco [27]
27 maggio 2019 in carica Manola Gruppi Lista civica Si può fare Sindaco [27]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Pontenure ha fatto parte dell'Unione dei Comuni della via Emilia Piacentina, insieme ai comuni di Cadeo, Fiorenzuola d'Arda e Alseno, tra il 2013, anno di costituzione dell'ente, e il 1º gennaio 2018, data in cui fu operativa l'uscita dall'unione dei comuni di Pontenure e Fiorenzuola d'Arda[29].

Sport[modifica | modifica wikitesto]

Calcio[modifica | modifica wikitesto]

La principale squadra di calcio di Pontenure è l'A.S.D. Pontenurese 1922 che, fondata nel 1922, milita nella stagione 2023-2024 nel campionato di Promozione Emilia-Romagna[30]. La seconda squadra di calcio del comune, attiva fino alla stagione 2015-2016, al termine della quale ha sospeso la propria attività, è stata la F.C. Polisportiva Pontenure militante in Seconda Categoria[31].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Piano Strutturale Comunale - Relazione geologica generale, p. 3.
  5. ^ a b Piano Strutturale Comunale - Relazione geologica generale, p. 18.
  6. ^ Al parco di Villa Raggio una rassegna dedicata al cammino dal titolo “45º parallelo”, in Corriere Padano, 15 settembre 2020. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  7. ^ a b c d e f g h i Cenni storici a cura del Prof. Giorgi Fabrizio, su comune.pontenure.pc.it, 8 febbraio 2021. URL consultato il 5 settembre 2023.
  8. ^ Pontenure - Pontnűr, su piacenzantica.it. URL consultato il 7 dicembre 2019.
  9. ^ Campi, p. 326.
  10. ^ a b MINISTERO DELLA DIFESA - COMUNICATO Ricompense al valor militare per attività partigiana, su gazzettaufficiale.it.
  11. ^ La chiesa di San Pietro Apostolo - La storia della nostra Chiesa, su parrocchiapontenure.it.
  12. ^ Storia della nostra parrocchia - Dalla nascita della pieve ai giorni nostri, su parrocchiapontenure.it.
  13. ^ La nostra millenaria torre, su parrocchiapontenure.it. URL consultato il 30 dicembre 2019.
  14. ^ Chiesa di San Colombano Abate <Muradello, Pontenure>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 10 gennaio 2021.
  15. ^ Valconasso la Bellotta, su comune.pontenure.pc.it, 8 febbraio 2021. URL consultato il 7 dicembre 2023.
  16. ^ Artocchini, p. 288.
  17. ^ Artocchini, p. 290.
  18. ^ Artocchini, p. 316.
  19. ^ Castello di Valconasso, su valco15.it. URL consultato il 7 dicembre 2019.
  20. ^ Artocchini, pp. 320-322.
  21. ^ Il parco di Villa Raggio, su comune.pontenure.pc.it, 8 febbraio 2021. URL consultato il 5 settembre 2023.
  22. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  23. ^ Pontenure: il paese dell'asino che vola, su comune.pontenure.pc.it. URL consultato il 5 settembre 2023.
  24. ^ About, su concortofilmfestival.com. URL consultato il 7 dicembre 2019.
  25. ^ Piano Strutturale Comunale - Quadro conoscitivo Sistema territoriale - Relazione, p. 113.
  26. ^ Classificazione delle strade provinciali ai fini della determinazione del canone di cui all'art. 53 C.7 del D.P.R.495/1992 e per l'applicazione del regolamento COSAP (PDF), su provincia.piacenza.it. URL consultato il 7 dicembre 2019.
  27. ^ a b c d e f g h i Anagrafe degli amministratori locali e regionali, su dait.interno.gov.it.
  28. ^ Pontenure: proposta incontro per viaggio a Olkusz, su istitutocomprensivocadeo.gov.it, 13 aprile 2015. URL consultato il 27 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2019).
  29. ^ Valentina Paderni, Divorziano anche Cadeo e Alseno sparisce l'Unione della via Emilia, in Libertà, 24 novembre 2020, p. 27.
  30. ^ ASD Pontenurese 1922, su pontenurese.com. URL consultato il 5 settembre 2023.
  31. ^ Giacomo Spotti, Dilettanti - La Pol. Pontenure non proseguirà l'attività [collegamento interrotto], in SportPiacenza, 10 giugno 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carmen Artocchini, Castelli piacentini, Piacenza, Edizioni TEP, 1983 [1967].
  • Pietro Maria Campi, Historia ecclesiastica di Piacenza, X, Piacenza, 1651. URL consultato il 26 ottobre 2021.
  • Carlo Cipolla e Giulio Buzzi, Codice Diplomatico del Monastero di S. Colombano di Bobbio fino all'anno MCCVIII, I, II, III, Roma, Tipografia del Senato, 1918.
  • Eleonora Destefanis, Il Monastero Di Bobbio in Eta Altomedievale.
  • Valeria Polonio Felloni, Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia.
  • Piano Strutturale Comunale - Quadro conoscitivo Sistema territoriale - Relazione (PDF), Comune di Pontenure, settembre 2017. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 12 gennaio 2021).
  • Paolo Mancioppi, Piano Strutturale Comunale - Relazione geologica generale (PDF), Comune di Pontenure, settembre 2017. URL consultato il 23 dicembre 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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