Offensiva Iași-Chișinău
Offensiva Iași-Chișinău parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale | |||
---|---|---|---|
![]() | |||
Data | 20 - 29 agosto 1944 | ||
Luogo | Romania | ||
Esito | Vittoria sovietica | ||
Schieramenti | |||
| |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
L'offensiva Iași-Chișinău (in russo: Ясско-Кишинёвская операция?, traslitterato: Jassko-Kišinëvskaja operacija), conosciuta nella letteratura specializzata anche come Battaglia per la Romania, fu un grande attacco sovietico sferrato contro le forze tedesco-rumene tra la fine di agosto e i primi di settembre del 1944 dopo il fallimento della prima offensiva nella primavera 1944. L'obiettivo delle forze armate sovietiche, raggruppate nel 2º e 3º Fronte ucraino, era la distruzione delle Gruppo d'armate Ukraina Süd e l'occupazione della Romania.
L'operazione si concluse con una schiacciante vittoria sovietica e pesanti perdite tedesco-rumene, la sostanziale variazione della linea del fronte a favore dei russi e, a partire dal 23 agosto 1944, con il cambio di schieramento della Romania che passò a combattere a fianco delle forze alleate.
Contesto generale[modifica | modifica wikitesto]
Durante i primi mesi del 1944 la Wehrmacht si era ritirata lungo l'intero fronte orientale. Nel maggio il Gruppo d'armate Ukraina Süd si attestò lungo i confini della Romania e riuscì a stabilire una nuova linea difensiva sul corso del fiume Nistro, già peraltro superata in due punti dall'Armata Rossa. Dal mese di giugno la situazione rimase calma e i due eserciti contrapposti poterono consolidare le proprie posizioni.
Nei mesi di giugno e luglio, numerose Panzerdivisionen, assegnate inizialmente al Gruppo d'armate, vennero precipitosamente trasferite dall'OKH a nord per cercare di frenare la grande avanzata sovietica in Bielorussia, in Polonia orientale e nei Paesi Baltici: la 23. e la 24. Panzer-Division, le Panzer-Division SS "Wiking" e "Totenkopf" e la potente Panzergrenadier-Division "Grossdeutschland" abbandonarono quindi il fronte rumeno.
In agosto le uniche forze blindate rimaste al Gruppo d'armate Ukraina Süd erano la debole 1ª Divisione corazzata dell'esercito rumeno, la 10. Panzergrenadier-Division e la 13. Panzer-Division tedesche.
Fallimento del servizio informazioni tedesco[modifica | modifica wikitesto]
Le misure adottate dai russi per camuffare l'attacco funzionarono perfettamente tanto che il comandante tedesco, il generaloberst Friessner, dichiarò il 18 agosto (il giorno precedente l'attacco) che non si aspettava offensive se non operazioni di poco conto.
Piano sovietico[modifica | modifica wikitesto]
Il piano ideato dallo Stavka per la battaglia consisteva in una manovra di accerchiamento attuata dai due fronti ucraini schierati sui fianchi del raggruppamento principale tedesco-rumeno.
Il 2º Fronte ucraino doveva sfondare a nord di Iași e conquistare i ponti sul Prut per impedire la ritirata tedesca. Successivamente la 6ª Armata corazzata aveva come obiettivo i ponti sul Siret e la Porta di Focșani, una linea fortificata tra il Siret e il Danubio.
Il 3º Fronte ucraino operava più a sud e doveva raggiungere i ponti sul Dniestr presso Tiraspol e avanzare a nord-ovest per ricongiungersi con l'altro Fronte ed accerchiare le forze rumeno-tedesche attestate nella regione di Chișinău. Ad operazione conclusa, la 6ª Armata corazzata avrebbe puntato direttamente su Bucarest, per poi dirigere verso le raffinerie nella valle di Prahova.
La battaglia[modifica | modifica wikitesto]
Il 2º e 3º Fronte ucraino riuscirono ad accerchiare la 6ª Armata tedesca e parte della 8ª Armata. Il fronte delle forze dell'Asse crollò dopo due giorni di combattimento a causa soprattutto della rapida avanzata del 6º corpo meccanizzato sovietico. Il 21 agosto venne tagliata dalle forze sovietiche la linea di rifornimento delle truppe rumeno-tedesche.
Il 23 agosto la 6ª Armata tedesca era ormai circondata in un raggio di 100 km. Le forze dell'asse tentarono la ritirata verso l'Ungheria ingaggiando violenti combattimenti con le forze sovietiche.
Combattimenti tra Romania e Germania[modifica | modifica wikitesto]
Nel frattempo a Bucarest il Re Michele I arrestò il generale Ion Antonescu. Le truppe tedesche tentarono di intervenire ma furono bloccate dalle forze armate rumene prima e sovietiche poi. I soldati tedeschi di stanza nei pozzi petroliferi di Ploiești e nelle raffinerie nella valle di Prahova furono attaccati dai rumeni e anch'essi tentarono la ritirata in Ungheria subendo gravi perdite.
Presunto crollo dell'esercito rumeno[modifica | modifica wikitesto]
Il crollo delle forze armate tedesco-rumene è stato spesso spiegato con il tradimento dell'esercito rumeno. Uno studio sovietico sulle operazioni di combattimento dimostra al contrario che queste affermazioni non sono storicamente corrette. In diversi casi l'esercito rumeno si oppose agli attacchi sovietici ma l'equipaggiamento era molto inferiore e il numero di forze in campo era in netto favore dei russi.
Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]
Le truppe tedesche subirono forti perdite, almeno 200.000 uomini, di molto superiore al numero dei caduti sovietici. L'avanzata sovietica verso la Iugoslavia costrinse inoltre il comando tedesco a ritirare precipitosamente i propri eserciti stanziati in Grecia e Iugoslavia per impedire che fossero a loro volta circondati.
In Romania, a livello politico, cambiarono le alleanze. Ora l'esercito era schierato a fianco delle forze alleate, e l'obiettivo divenne la riconquista della Transilvania, perduta a seguito del Secondo arbitrato di Vienna nel 1940.
Perdite[modifica | modifica wikitesto]
Unione Sovietica[modifica | modifica wikitesto]
Soldati:
13.197 morti e dispersi 53.933 feriti Materiale:
75 carri e cannoni semoventi 108 mortai e cannoni 111 aerei
Germania[modifica | modifica wikitesto]
Soldati:
Almeno 200.000 morti e dispersi oltre ad un numero sconosciuto di feriti Materiale:
83 carri e cannoni semoventi 3.500 cannoni 3.300 diversi veicoli 330 aerei
Romania[modifica | modifica wikitesto]
Soldati:
8.305 morti 24.989 feriti 153.883 dispersi o prigionieri
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- I. S. Dumitru, Tancuri în flăcări
- D. Glantz, J. House, When Titans Clashed
- D. Glantz, Notes from the Art of War Symposium on the Iassy-Kishinev Operation
- A. Mazulenko, Die Zerschlagung der Heeresgruppe Südukraine (Zdrobirea Grupului de armate Ucraina de Sud)
- D. Hoffmann, Die Magdeburger Division
- H. Kissel, Die Katastrophe in Rumänien
- E. F. Ziemke, Stalingrad to Berlin
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su offensiva Iași-Chișinău
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Pagina ufficiale dedicata alla partecipazione rumena nella seconda guerra mondiale, su worldwar2.ro.
- Soldati sovietici nella grande guerra patriottica, su english.pobediteli.ru. URL consultato l'11 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2010).
- Mappa del fronte orientale, su dean.usma.edu. URL consultato l'11 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2007).
- "Operazione Iași-Chișinău: Atteggiamenti formali e informali", Centro di controllo e analisi strategica, 25 agosto, 2005
- Florin Mihai, "Festa dell'esercito rumeno", Jurnalul Național, 25 ottobre, 2007
- "60 anni dell'operazione Iași - Chișinău'", BBC, 24 agosto, 2004