Odessa
Odessa comune | |||
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(UK) Одеса | |||
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Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Oblast' | ![]() | ||
Distretto | Non presente | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Hurvic Eduard Jovypovyč | ||
Territorio | |||
Coordinate | 46°29′N 30°44′E / 46.483333°N 30.733333°E | ||
Altitudine | 40 m s.l.m. | ||
Superficie | 162,42 km² | ||
Abitanti | 1 017 699 (2020) | ||
Densità | 6 265,85 ab./km² | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 65000–65480 | ||
Prefisso | + 380 (0)482 | ||
Fuso orario | UTC+2 | ||
Codice KOATUU | 5110100000 | ||
Targa | BH e НН / 16 | ||
Cartografia | |||
Sito istituzionale | |||
Odessa (AFI: /oˈdessa/ o /oˈdɛssa/[1][2]; in ucraino: Одеса?, traslitterato: Odesa; in russo: Одесса?) è una città dell'Ucraina meridionale sul mar Nero, capoluogo dell'oblast' omonima.
La città conta circa un milione di abitanti che ne fanno la quarta città più popolosa dell'Ucraina, dopo Kiev, Charkiv e Dnipro.
Odessa è meta turistica e centro termale. Nonostante si trovi in Ucraina, la lingua più parlata nella città è il russo.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Odessa è situata su alcuni rilievi collinari che si affacciano su un piccolo porto, a 31 km a nord dell'estuario del fiume Nistro ed a 445 km a sud di Kiev. Il clima della città è di tipo temperato secco. La temperatura media varia tra i -2 °C del mese di gennaio e i +22 °C che si registrano a luglio. Le precipitazioni medie annue sono di soli 350 mm.
Economia[modifica | modifica wikitesto]
La città possiede numerose industrie concentrate principalmente nei settori navale, chimico, metallurgico, agroalimentare e del raffinamento del petrolio. Odessa è anche una base navale e un importante porto di attracco.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La regione di Odessa, già abitata in antichità dagli sciti, divenne luogo di fondazione di due colonie greche, Tyras e Olbia Pontica. Il nome della città deriva da Odessos, un'altra colonia greca che, in passato, si riteneva fiorita sullo stesso territorio, ma la cui ubicazione, invece, era nell'attuale Bulgaria, presso l'odierna città di Varna.
Terra attraversata dai popoli migratori a partire dal III secolo d.C., temporaneamente sotto l'influenza polacca e lituana, dopo la grande invasione del 1241 divenne possesso dei tatari che vi eressero l'insediamento di Haçi-Bey. Nel 1529 questa zona venne invasa dagli ottomani, sotto cui rimase fino alla guerra russo-turca degli anni 1787-1791.

La città di Odessa venne fondata ufficialmente nel 1794 dall'Impero russo nel territorio perso dall'Impero ottomano nel 1792. La fortezza turca di Yeni Dünya divenne il principale porto russo sul Mar Nero col nome di Odessa (Одесса). La città crebbe velocemente sotto il governatorato del Duca di Richelieu negli anni 1803-1814. Nel 1819 Odessa divenne un porto franco e tale rimase fino al 1879. In questo lungo arco di tempo la città si affermò come importante centro di scambi commerciali e zona di transito tra Europa e Asia, di carattere squisitamente cosmopolita. Durante la guerra di Crimea (1853-1856), la città venne pesantemente bombardata dalla marina inglese e francese. In seguito riprese nuovamente a crescere e svilupparsi in quanto principale porto russo per l'esportazione dei cereali. Nel 1866 venne collegata da una linea ferroviaria a Kiev e Charkiv in Ucraina e Iași in Romania; nel 1880 venne inaugurata la stazione di Odessa centrale.

Nel 1905 la città divenne luogo della rivolta operaia sostenuta dall'equipaggio della corazzata Potëmkin e dalla rivista leninista Iskra. Durante la Rivoluzione russa del 1917 Odessa venne occupata dal Comitato Centrale Ucraino, dall'esercito francese, dall'Armata Bianca e dall'armata rossa. Quest'ultima prese possesso della città nel 1920, annettendola poi all'Unione Sovietica.
Nel 1847 in questa città è morto Vasil Evstatiev Aprilov, scrittore e patriota bulgaro.
Il massacro di Odessa[modifica | modifica wikitesto]
Durante la II guerra mondiale, nell'agosto 1941, Odessa fu occupata dall'esercito romeno, affiancato da truppe tedesche. Il generale Nicolae Macici, comandante del Secondo Corpo d'Armata romena, in complicità con Gheorghe Alexianu, governatore romeno di Transnistria e della città di Odessa (nominato dal generale Ion Antonescu, dittatore della Romania negli anni 1940-1944) ordinò, come rappresaglia a seguito di un attentato terroristico, il massacro di 5.000 civili (la maggior parte dei quali ebrei), tutti nella notte del 22 ottobre 1941.[3][4]. Nei due giorni successivi altri 20.000-30.000 uomini, donne, vecchi e bambini furono massacrati. Ai circa 35.000 ebrei rimasti a Odessa fu ordinato di trasferirsi all'interno di un ghetto situato nel sobborgo di Slobodka, dove furono anch'essi uccisi o deportati.[5]
Al 10 aprile 1944, all'arrivo delle truppe sovietiche di liberazione, restavano a Odessa solamente 703 ebrei vivi.[6]. Complessivamente 115.000 ebrei e 15.000 rom furono massacrati nella regione delle Transnistria, tra di essi la quasi totalità degli 80.000 ebrei presenti ad Odessa al momento dell'occupazione nazista.[7]
Il processo ai criminali di guerra[modifica | modifica wikitesto]
Il processo che riguardava anche i crimini perpetrati ad Odessa, Dalnic, Ovidiopol[8][9] e Bogdanovka (45 000 ebrei)[10][11][12][13][14] tra il 23 ed il 24 ottobre 1941 fu il primo effettuato presso il Tribunale del popolo di Bucarest. Alla sua conclusione, il 22 maggio 1945, il generale Nicolae Macici, il maresciallo Ion Antonescu, il professor Gheorghe Alexianu, governatore romeno della Transnistria e di Odessa, Mihai Antonescu, vice-primo ministro e ministro degli esteri e il generale "Piky" Vasiliu, comandante della gendarmeria, vennero giudicati tutti colpevoli per i massacri e condannati a morte.
La città venne liberata dall'armata rossa nell'aprile del 1944; da allora riprese a svilupparsi velocemente ma senza più recuperare il ruolo centrale avuto in precedenza. La maggior parte degli ebrei della città emigrò in Israele e negli Stati Uniti tra gli anni 1970 e 1990. Dopo la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell'URSS, Odessa divenne parte dell'Ucraina nel 1991.
Il ghetto[modifica | modifica wikitesto]
Lo scrittore Isaak Ėmmanuilovič Babel', nato a Odessa nel 1894, da una famiglia di piccoli commercianti ebrei, in un famoso ciclo di sei racconti, dal titolo Racconti di Odessa, ha descritto le vicende del quartiere ebraico della Moldavjanka. Si tratta di storie di vita, o meglio, di mala vita, in cui campeggia la figura del capobanda Benja Krik, detto il Re, figlio di Mendel Krik, il carrettiere. Attorno a lui prende forma una galleria di personaggi dei più vari mestieri, uomini dediti ai traffici del porto, occupati negli affari più loschi, ciniche locandiere, prostitute voluttuose, allevatori e coltivatori vittime delle estorsioni dei banditi o convertiti a capi clan. Una vita violenta, segnata dalla dura regola del ghetto e, al di sopra di questa, sorvegliata dalla legge del più forte o del più risoluto. È questa la Gente di Odessa, come recita il titolo di uno dei racconti, la varia umanità immortalata da uno dei suoi cittadini più illustri.[15]
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
![]() |
Città eroina |
— 8 maggio 1965 |
![]() |
Ordine di Lenin |
— 8 maggio 1965 |
Cultura[modifica | modifica wikitesto]
Musei[modifica | modifica wikitesto]
Il Museo d'arte occidentale ed orientale è il principale museo della città, ha importanti collezioni d'arte dal XVI al XX secolo comprese opere di Caravaggio, Mignard, Hals, Teniers e Del Piombo. Di rilievo anche il museo Aleksandr Puškin dedicato al periodo di esilio trascorso da Puškin ad Odessa. Altri musei sono il museo archeologico, il museo d'arte ed il museo numismatico.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
- 1795 - 2.250 abitanti
- 1814 - 25.000
- 1850 - 100.000
- 1873 - 185.000
- 1884 - 225.000
- 1900 - 450.000
- 2008 - 1.001.000
Italiani di Odessa[modifica | modifica wikitesto]
La città di Odessa ha una storia strettamente legata all'Italia. Infatti, gli italiani sono menzionati nel Duecento per la prima volta, quando sul territorio della città odierna fu ubicato l'ancoraggio delle navi genovesi. La nuova affluenza degli italiani nel Sud dell'Ucraina crebbe particolarmente con la fondazione di Odessa.
All'inizio del XIX secolo la colonia italiana era composta in primo luogo da commercianti, marinai e militari in servizio nell'Armata russa.
L'architetto italiano Francesco Boffo (1790-1867) fu capo architetto del comune di Odessa per oltre 40 anni, contribuendo alla trasformazione di Odessa in un vero museo a cielo aperto dell'architettura neoclassica e neorinascimentale italiana, rivaleggiando con San Pietroburgo nel nord dell'Impero russo. La sua opera più famosa è la scalinata Potëmkin, oltre a circa 30 palazzi ed edifici pubblici.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]
Costanza[16]
Baltimora
Chișinău[17]
Genova[18]
Groznyj
Danzica
Łódź
Marsiglia, dal 1972
Minsk
Valencia, dal 1982[19]
Varna
Calcutta
Spalato, dal 1964[20]
Sport[modifica | modifica wikitesto]
Calcio[modifica | modifica wikitesto]
La squadra principale della città è il Čornomorec'.
Tennis[modifica | modifica wikitesto]
Ad Odessa é nata la più forte tennista Ucraina della storia, Elina Svitolina. La Svitolina l'11 settembre 2017 ha raggiunto la posizione n.3 del mondo, suo best ranking.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Odessa", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2007, ISBN 978-88-397-1478-7.
- ^ Luciano Canepari, Odessa, in Il DiPI – Dizionario di pronuncia italiana, Zanichelli, 2009, ISBN 978-88-08-10511-0.
- ^ Rotaru, J., Burcin, O., Zodian, V., Moise, L., Mareşalul Antonescu la Odesa, Editura Paideia, 1999
- ^ Giurescu, C., România în al doilea război mondial
- ^ "Odessa", United States Holocaust Memorial Museum.
- ^ (FR) Raul Hilberg, la destruction des Juifs d'Europe, Tome 1, Foliohistoire, 2006, p. 678
- ^ Mariana Hausleitner (ed.), Rumänien und der Holocaust. Zu den Massenverbrechen in Transnistrien 1941–1944, Berlin: Metropol, 2001.
- ^ Черкасов, А. А.: Оккупация Одессы. Год 1941, Очерки — 1-е. — Одесса: — 270 с ил. с. — (Большая литературно-художественная серия «Вся Одесса» Выпуск 18), 2007, ISBN 966-344-144-5.
- ^ United States Holocaust Memorial Museum: Holocaust History - Odesa, http://www.ushmm.org/wlc/en/index.php?ModuleId=10005476, consultato in data: 21.02.2012
- ^ ***: Bogdanovka publ.: Yad Vashem,[1] consultato in data: 12-08-2012
- ^ United States Holocaust Memorial Museum: Holocaust History - Odesa, Op. cit.
- ^ Kellerhoff, Sven F.: Der vergessene Holocaust, Die Welt, 30.08.2006, [2], consultato in data=21-02-2012
- ^ Deletant, Dennis,: Hitler's Forgotten Ally: Ion Antonescu and His Regime, Romania 1940–1944, pp. 171-3, Basingstoke, Palgrave Macmillan, 2006, ISBN 9781403993410.
- ^ Gilbert, Martin: The Holocaust, pp. 217-218, ed. Holt, Rinehart and Winston, N.-Y., 1986, ISBN 0-8050-0348-7 "On January 12 the deportations from the Slobodka ‘ghetto’ began. Within six weeks, a total of 19,582 Odesa Jews, the majority women, children and old people, had been taken by rail in sealed trucks to Berezovka (...) Within a year and a half, almost none of these 19,582 deportees were alive". Gilbert, op. cit. p. 289
- ^ Si veda il volume L'armata a cavallo e altri racconti, di Isaak Babel', traduzioni di Franco Lucentini, Gianlorenzo Pacini e Renato Poggioli, Einaudi, 1969 [1958]
- ^ città gemellate dal sito di Costanza, su primaria-constanta.ro. URL consultato il 25 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 25 luglio 2010).
- ^ Comune di Chisinau: gemellaggi, su chisinau.md. URL consultato il 18 agosto 2010 (archiviato dall'url originale l'8 ottobre 2010).
- ^ città gemellate dal sito di Genova [collegamento interrotto], su comune.genova.it. URL consultato il 30 dicembre 2010.
- ^ città gemellate con Valencia, su valencia.es. URL consultato il 20 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2011).
- ^ Gradovi prijatelji, su split.hr.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Marija Michailova. Architetti italiani e ticinesi a Odessa nella prima meta dell’Ottocento // La cultura architettonica italiana in Russia da Caterina II a Alessandro I. A cura di Piervaleriano Angelini, Nicola Navone, Letizia Tedeschi. — Mendrisio, Academy Press, 2008. — ISBN 8887624399, 9788887624397 — P.207—218.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Olbia Pontica
- Tyras
- Massacro d'Odessa
- Scalinata Potëmkin
- La corazzata Potëmkin
- Čornomorec' Odessa
- Repubblica Sovietica di Odessa
- Racconti di Odessa
- Rete tranviaria di Odessa
- Ghetti nazisti
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Odessa
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su omr.gov.ua.
- Odessa, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Odessa, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Odessa, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Odessa, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 138579010 · LCCN (EN) n81085430 · GND (DE) 4043115-0 · NDL (EN, JA) 00650713 · WorldCat Identities (EN) lccn-n2004069551 |
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