Ḥusayn ibn Ṭalāl, più noto in Italia come Hussein di Giordania (in arabo: ﺣسين بن طلال Ḥusayn bin Ṭalāl; Amman, 14 novembre 1935 – Amman, 7 febbraio 1999), fu re del Regno Hascemita del Giordano (Giordania) dal 1952 al 1999. Di stirpe hascemita, egli salì al trono dopo l'abdicazione nel 1952 di suo padre Ṭalāl ibn ‘Abd Allāh.
Il suo regno fu controverso e la politica di re Husayn è stata definita "opportunista" da alcuni storici che rilevavano come la Giordania fosse rimasta uno dei "santuari" e dei protettorati di fatto dell'Occidente nel Vicino Oriente e si fosse fatta promotrice dei drammatici avvenimenti del settembre nero (1970), allorché il re aveva ordinato la violenta espulsione dell'OLP dal paese[1].
Nacque ad Amman il 14 novembre 1935 da Ṭalāl e Zein al-Sharaf, undici anni prima che suo nonno, l'emiro di Transgiordania ʿAbd Allāh, assumesse il titolo di Re. Dopo il completamento degli studi elementari nella capitale giordana, venne educato ad Alessandria d'Egitto e successivamente nel Regno Unito, nei prestigiosi istituti Harrow School e Royal Military Academy Sandhurst.
Re Husayn nelle vesti di comandante dell'esercito, 1956
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Il 20 luglio 1951, mentre Re ʿAbd Allāh viaggiava alla volta di Gerusalemme per compiere la sua preghiera del venerdì col giovane nipote, il Principe Husayn, fu assassinato da un uomo armato su istigazione del colonnello ʿAbd Allāh al-Tell, ex-Governatore Militare di Gerusalemme e del dott. Mūsā ʿAbd Allāh al-Ḥusaynī, sui gradini di uno dei luoghi santi più importanti dell'Islam, la moschea al-Aqsā. L'assassino sparò anche a Husayn ma il giovane principe si salvò perché pare il proiettile avesse fortuitamente colpito una medaglia che il nonno gli aveva concesso di recente, insistendo perché la indossasse.
Il primogenito di re ʿAbd Allāh, Ṭalāl, fu incoronato re ma nel giro di un anno fu costretto ad abdicare per 'infermità mentale'. Suo figlio, il Principe Husayn fu quindi proclamato sovrano del Regno Hascemita del Giordano l'11 agosto 1952 all'età di 16 anni e incoronato il 2 maggio 1953. Il nuovo sovrano stabilì un regime autoritario e più strette relazioni con gli Stati arabi; nel 1956 l'inglese Glubb Pascià fu allontanato dal comando delle Forze Armate Giordane e furono ritirate le ultime truppe britanniche.
Il suo primo importante provvedimento fu l'unione federale con l'Iraq (febbraio 1958) governato dal cugino Faysal II, che fu poi sciolta per l'uccisione del sovrano iracheno, vittima di un golpe.
Nello stesso anno l'Egitto tentò di rovesciare la monarchia, fallendo poi a causa dell'intervento britannico. Nel 1965 l'OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) causò problemi di ordine pubblico in tutta la Giordania, costringendo Re Husayn a prendere posizione nei confronti degli immigrati palestinesi provenienti da Israele. Parallelamente, promosse lo sviluppo industriale e infrastrutturale del regno per migliorare la qualità della vita dei giordani. Nel 1967 la Giordania prese parte alla Guerra dei sei giorni contro Israele, uscendone nuovamente sconfitta e perdendo per decisione dell'ONU la Cisgiordania e Gerusalemme.
Per riguadagnare popolarità presso i suoi sudditi, Re Husayn iniziò una politica interna di dialogo con i giordani, ma la situazione andava peggiorando: nel settembre 1970 i guerriglieri palestinesi, che avevano ormai costituito in Giordania uno stato nello stato, tentarono di assassinare Husayn. Il sovrano impose quindi la legge marziale e ordinò ai militari di fronteggiare gli scontri, facendo massacrare decine di migliaia di palestinesi. Per la feroce repressione, il mese di settembre di quell'anno è passato alla storia araba con il nome di Settembre nero. Nonostante una mediazione tra Ḥusayn e il leader dell'OLP Arafat tentata dal presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser, il conflitto si protrasse fino al luglio 1971, allorché Husayn riuscì ad espellere tutti i fedayyìn, verso il Libano.
La Giordania tentò di recuperare i propri territori combattendo anche la Guerra dello Yom Kippur nel 1973 a fianco di Egitto e Siria, ma ne uscì nuovamente sconfitta. Secondo una rivelazione di Benjamin Netanyahu del tutto non dimostrata, nel suo libro A Durable Peace (1993, aggiornato nel 2000), Husayn sarebbe segretamente volato a Tel Aviv il giorno prima della guerra del Kippur per avvertire le autorità israeliane dell'imminente attacco. In cambio Israele avrebbe garantito alla Giordania la sicurezza del piccolo regno, intervenendo per stroncare qualsiasi attacco condotto contro il suo territorio. Non esiste però alcun serio riscontro a una simile affermazione.
Nel 1974 fu riconosciuta all'OLP la rappresentanza dei diritti dei Palestinesi e così Husayn dovette rinunciare ad ogni pretesa sulla Cisgiordania. Per il timore di un ritorno all'isolamento la Giordania condannò il trattato di pace israelo-egiziano del 1979 stipulato dal presidente egiziano Anwar al-Sadat, celebrando contemporaneamente una riconciliazione ufficiale con l'OLP.
Nel frattempo i rapporti con la Siria peggiorarono per il sostegno militare giordano, dettato da ragioni economiche e strategiche, all'Iraq di Saddam Hussein nella guerra contro l'Iran (1980-88), sostenuto dalla Siria. Ciò spinse il presidente siriano Hafiz al-Assad ad esercitare pressioni militari e diplomatiche sulla Giordania, così come a invocare la deposizione di Re Husayn e il rovesciamento della monarchia hascemita.
Nel 1986 la Giordania recise ogni legame politico con l'OLP[2], rinunciando nel 1988 ad ogni pretesa sulla Cisgiordania. Indebolito da molti problemi economici, il governo giordano si mantenne neutrale nella Guerra del Golfo (1990-91), ma venne accusato di aver parteggiato in effetti per l'Iraq; bisogna in proposito ricordare che questo avvenne per forti ragioni di politica interna[3], specie dopo la rivolta di Màn nel 1988 che aveva messo a rischio lo stesso trono giordano. Re Husayn si propose come mediatore per la soluzione della crisi, ma dovette rinunciare a questo ruolo a causa della grave crisi economica e sociale seguita all'arrivo in Giordania di oltre 800.000 rifugiati.
Il Primo ministro israeliano
Yitzhak Rabin e Re Husayn prima di firmare la pace tra i loro Paesi, 1994.
Re Husayn decise di avviare una serie di riforme significative a partire dal 1991[2]. La sua prima grande decisione fu togliere il bando all'attività dei partiti, in vigore dal 1963, e di revocare la legge marziale[2]. Prese inoltre la significativa decisione di partecipare ai colloqui della Conferenza di Madrid, quando s'incontrarono ebrei e palestinesi. Tre anni più tardi Israele e Giordania stabilirono un accordo sulla collocazione del confine, sulla spartizione dell'acqua del Giordano e sui rifugiati palestinesi.
Tuttavia questi accordi in realtà segnarono solo una maggiore apertura verso il dialogo, poiché Israele non rese la Cisgiordania a Re Husayn, continuò a trattenere per sé 2/3 dell'acqua del Giordano e non mutò molto la sua politica nei confronti degli emigranti palestinesi.
Il 25 luglio 1994 Re Husayn incontrò a Washington Yitzhak Rabin, Primo Ministro di Israele dal 1992. I due con questo incontro posero le basi per la pace, che fu siglata il 26 ottobre (Trattato di pace israelo-giordanico), tra i due Paesi.[4] Quando Rabin morì assassinato nel 1995, Re Husayn, per rendergli omaggio, tornò per la seconda volta nella sua vita nella parte israeliana di Gerusalemme.
Re Husayn morì di linfoma non Hodgkin all'età di 63 anni il 7 febbraio 1999, dopo quasi quarantasette anni di regno, durante i quali era sfuggito ad attentati, complotti, insurrezioni e guerre, sino a farne il più longevo monarca del moderno Vicino Oriente. Il sovrano soffrì della malattia per molti anni e a causa di questo soggiornò regolarmente alla Mayo Clinic a Rochester, nel Minnesota, sottoponendosi a trattamenti medici. Dopo un'ultima fallimentare terapia, venne deciso di riportare il sovrano ad Amman affinché potesse spegnersi nel suo Paese. Poco prima della morte mutò la Costituzione giordana, per poter diseredare il fratello Hasan, erede al trono da numerosi decenni, e designare il proprio primogenito ʿAbd Allāh come suo successore.
I funerali di Husayn, l'8 febbraio, videro una partecipazione popolare stimata in 800.000 giordani in lutto e un altissimo numero di rappresentanti stranieri tra i quali il Presidente statunitense Bill Clinton accompagnato dai suoi predecessori Gerald Ford, Jimmy Carter e George H. W. Bush, il Presidente russo Boris Nikolaevič El'cin, i massimi vertici politici israeliani e palestinesi (inclusi il Primo ministro Netanyahu e lo stesso Yasser Arafat) e quasi tutti i capi di Stato arabi, tra cui addirittura Assad.[5]
Venne sepolto nel cimitero di famiglia, accanto al padre Ṭalāl e al nonno ʿAbd Allāh.
Il re scrisse tre libri: Uneasy Lies the Head (1962), sulla sua infanzia e i primi anni da sovrano, My War with Israel (1969) e Mon métier de Roi ("Il mio mestiere di re"). Re Husayn fu un appassionato radioamatore (la sua sigla era JY1) e un appassionato di volo, di velivoli a elica, a getto e di elicotteri.
Si sposò quattro volte. Le sue quattro mogli furono:
- Sharifa Dina bint Abd al-Hamid, egiziana, cugina di terzo grado del padre di re Husayn, re Talal di Giordania, sposata il 19 aprile 1955. Laureata nella Cambridge University e già assistente di Letteratura Inglese nella Cairo University. La separazione avvenne nel 1956 e il divorzio nel 1957. Dina divenne cittadina egiziana nel 1963 e nell'ottobre del 1970 sposò Asad Sulayman Abd al-Qadir, alias Salah Tamari, un guerrigliero palestinese che divenne un ufficiale d'alto rango dell'OLP.
- Figlia: Alia (nata nel 1956). Nel 1977 si sposò, per divorziare nel 1987, con Sayyid Nasser Mirza e si sposò una seconda volta nel (1988) con Sayyid Mohammed al-Saleh. Ha avuto figli da entrambi.
- Antoinette Avril Gardiner ('Toni Gardiner'), (nata a Chelmondiston, Inghilterra nel 1941, chiamata Principessa Muna al-Husayn (non divenne mai regina perché non si convertì all'Islam), andò a nozze il 25 maggio 1961. Campionessa di hockey su prato, inizialmente dattilografa e figlia di un ufficiale britannico diventato albergatore, il Ten. Col. Walter Percy Gardiner, ha divorziato nel 1972.
- Figli:
- ‘Abd Allāh (nato nel 1962) sposato con Rania al-Yāsīn. Sono gli attuali regnanti di Giordania ed hanno avuto quattro figli.
- Faysal (nato nel 1963). Tenente Generale, in precedenza Comandante dell'Aeronautica militare. Sposato con Aliya Tabaa, ha avuto tre figlie e un figlio.
- ʿĀʾisha bint Husayn (nata nel 1968). Brigadier Generale delle Forze Militari di Giordania. Sposata con Sayyid Zeid Juma, ha avuto un figlio e una figlia.
- Zayn bint Husayn (nata nel 1968, gemella di Aisha). Sposata con Sayyid Majdi al-Saleh, ha avuto un figlio, una figlia e ha adottato una bimba.
- Alia Baha Tuqan (1948-1977), da cui prende il nome l'aeroporto internazionale di Amman (Queen Alia International Airport). Morì in un incidente d'elicottero ad Amman.
- Elizabeth Najib Halabi, ('Lisa Halabi') (chiamata Regina Nūr (Luce) al-Husayn dopo la sua conversione all'Islam),
- Figli:
- Principe Hamza bin Al Hussein (nato nel 1980). Sposato con Nur bint Asem (divorziato). Sposato con Basmah Bani-Ahmad
- Principe Hashim bin Al Hussein (nato nel 1981). Fidanzato con la Principessa Fahda.
- Iman bin Al Hussein (nata nel 1983).
- Raiyah bint Hussein (nata nel 1986).
Inoltre il re ha avuto una relazione ampiamente pubblicizzata con Susan Cabot, attrice di secondo piano, attiva negli anni cinquanta, che fu uccisa nel 1986. Dopo che suo figlio fu incriminato dell'assassinio, Husayn fu sospettato di esserne il padre, ma nulla è stato in merito provato.
Nel 1961 il giovane Husayn si dichiarò interessato alla produzione del celeberrimo film Lawrence d'Arabia, di David Lean, in quanto 'discendente dello sceriffo Hashemita della Mecca al-Husayn ibn ‘Alī' (a sua volta discendente del figlio del profeta Maometto), padre dell'emiro Faysal e animatore della Rivolta Araba contro gli Ottomani. Grazie a un suo ordine la troupe godette dell'aiuto della Desert Patrol, una squadra speciale di cammelli, e sempre sotto la sua pronta e cordiale protezione centinaia di beduini parteciparono alle riprese della pellicola. Durante la realizzazione del film ebbe modo di conoscere la futura moglie Antoinette Avril Gardiner che in quel momento lavorava come segretaria di produzione del regista David Lean.
- ^ Nigel J. Ashton, "Pulling the Strings: King Hussein's Role during the Crisis of 1970 in Jordan", in International History Review, 28, no. 1 (March 2006), pp. 94-118.
- ^ a b c Arte e Storia della Giordania, Rami G. Khouri
- ^ Mufti, Malik, "A King's Art: Dynastic Ambition and State Interest in Hussein's Jordan", in Diplomacy & Statecraft, 13, no. 3 (September 2002): 1.
- ^ "King Hussein of Jordan: A Political Life", in Middle East Journal 63, no. 2 (Spring 2009): 334-335; Matthew C. Hughes, "Lion of Jordan: The Life of King Hussein in War and Peace", in Middle East Journal, 64, no. 2 (Spring 2010), pp. 310-311.
- ^ GIORDANIA: AMICI E NEMICI AI FUNERALI DI RE HUSSEIN
- ^ Aparchive
- ^ Comunicato
- ^ Badraie Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.
- ^ Badraie Archiviato il 14 ottobre 2014 in Internet Archive.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Official page of this order rank (D.M.N.)
- ^ a b HL Deb, British honours and orders of Chivalry held by overseas heads of state, in Hansard, vol. 505, 14 marzo 1999. URL consultato il 18 luglio 2013.
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ Bollettino Ufficiale di Stato
- ^ El rey Husein I de Jordania, premio Príncipe de Asturias de la Concordia