Benjamin Netanyahu
Benjamin Netanyahu בנימין נתניהו | |
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Benjamin Netanyahu nel 2009 | |
Primo ministro di Israele | |
Durata mandato | 31 marzo 2009 – 13 giugno 2021 |
Presidente | Shimon Peres Reuven Rivlin |
Predecessore | Ehud Olmert |
Successore | Naftali Bennett |
Durata mandato | 18 giugno 1996 – 6 luglio 1999 |
Presidente | Ezer Weizman |
Predecessore | Shimon Peres |
Successore | Ehud Barak |
Ministro degli affari esteri di Israele | |
Durata mandato | 14 maggio 2015 – 17 febbraio 2019 |
Presidente | Reuven Rivlin |
Capo del governo | se stesso |
Predecessore | Avigdor Lieberman |
Successore | Yisrael Katz |
Durata mandato | 18 dicembre 2012 – 11 novembre 2013 |
Presidente | Shimon Peres |
Capo del governo | se stesso |
Predecessore | Avigdor Lieberman |
Successore | Avigdor Lieberman |
Durata mandato | 6 novembre 2002 – 28 febbraio 2003 |
Presidente | Moshe Katsav |
Capo del governo | Ariel Sharon |
Predecessore | Shimon Peres |
Successore | Silvan Shalom |
Rappresentante permanente di Israele alle Nazioni Unite | |
Durata mandato | 1984 – 1988 |
Predecessore | Yehuda Zvi Blum |
Successore | Yohanan Bein |
Presidente di Likud | |
In carica | |
Inizio mandato | 20 dicembre 2005 |
Predecessore | Ariel Sharon |
Durata mandato | 3 febbraio 1993 – 6 luglio 1999 |
Predecessore | Yitzhak Shamir |
Successore | Ariel Sharon |
Dati generali | |
Partito politico | Likud |
Titolo di studio | Bachelor in architettura Master in economia Dottorato di ricerca in scienze politiche |
Università | Massachusetts Institute of Technology Harvard University |
Firma | ![]() |
Benjamin Netanyahu | |
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Soprannome | "Bibi" |
Nascita | Tel Aviv, 21 ottobre 1949 |
Etnia | Israeliana |
Religione | Ebraismo |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | ![]() |
Specialità | Antiterrorismo |
Unità | Sayeret Matkal |
Anni di servizio | 1967 - 1973 |
Grado | Capitano |
Guerre | Guerra d'attrito Guerra del Kippur |
"fonti nel corpo del testo" | |
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Benjamin Netanyahu, spesso soprannominato Bibi (in ebraico בנימין נתניהו ; Tel Aviv, 21 ottobre 1949), è un politico israeliano che ha ricoperto la carica di Primo ministro di Israele dal 31 marzo 2009 al 13 giugno 2021, dopo esserlo stato già tra il 1996 e il 1999. È membro della Knesset e leader del Likud. È il primo leader ad esser nato nel Paese dalla sua fondazione nel 1948 e il più longevo Premier della storia d'Israele: ben 15 anni e 92 giorni (primo mandato: 3 anni e 18 giorni; secondo mandato: 12 anni e 74 giorni)[1].
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato nel 1949 a Tel Aviv da genitori ebrei laici: il padre è Benzion Mileikowsky (1910-2012), aschenazita polacco, di Varsavia, e di origini sefardite; la madre è Tzila Segal (1912-2000), di origini lituane, bielorusse e polacche. È secondo di tre fratelli, il più grande dei quali era Yonatan Netanyahu (1946-1976), detto Yoni, che rimarrà poi ucciso durante un conflitto a fuoco nell'Operazione Entebbe in Uganda. Il padre era professore emerito di storia e filosofia dapprima all'Università di Denver e poi alla Cornell University, in cui teneva la cattedra di studi ebraici. Il nonno paterno, il rabbino Nathan Mileikowsky (nato a Krėva, in Bielorussia nel 1879), fu un fervente sionista e oppositore del progetto Madagascar per gli ebrei.
Netanyahu crebbe sia a Gerusalemme che negli USA. Dal 1956 al 1958, e poi di nuovo dal 1963 al 1968, si trasferì con la famiglia in Pennsylvania. Ritornò in Israele subito dopo essersi diplomato nel 1967 per arruolarsi nelle Forze di difesa israeliane, poco dopo la Guerra dei Sei Giorni. Netanyahu divenne 'team leader' nell'unità di forze speciali Sayeret Matkal e prese parte a molte missioni, incluse l'Operazione Regalo (1968) e l'Operazione Isotopo (1972), per salvare i passeggeri di un volo dirottato da terroristi palestinesi, durante la quale fu ferito alla spalla.[2] Netanyahu combatté in prima linea nella Guerra d'attrito e nella Guerra dello Yom Kippur nel 1973, prendendo parte ai raid delle forze speciali sul Canale di Suez e poi guidando in profondità un commando d'assalto all'interno del territorio siriano. Netanyahu raggiunse il grado di capitano prima del ritiro dall'attività militare. Si laureò al MIT col titolo di Bachelor of Science (SB) e Master of Science (SM); Netanyahu divenne un consulente economico per il Boston Consulting Group. Termina la formazione accademica con il dottorato in scienze politiche presso l'Università di Harvard.
Tornò in Israele nel 1978 per fondare l'Istituto Anti-Terrore Yonatan Netanyahu, intitolato al fratello, morto due anni prima.
Nel 1984, Netanyahu fu nominato Rappresentante Permanente di Israele alle Nazioni Unite dal Primo Ministro Yitzhak Shamir, incarico che mantenne sino al 1988. Fu eletto poi alla Knesset prima di diventare il leader del partito conservatore Likud nel 1993, portando il partito alla vittoria alle elezioni del 1996, per diventare il più giovane Primo ministro dal 1948. A quelle elezioni, per la prima volta, gli Israeliani elessero in maniera diretta il loro Primo Ministro e Netanyahu fu eletto dopo un'ondata di attacchi terroristici contro i civili israeliani. Shimon Peres, Primo Ministro laburista dopo la morte di Yitzhak Rabin, assassinato da un fanatico ebreo dell'estrema destra israeliana, era inizialmente favorito nei sondaggi ma, non essendo riuscito a fermare gli attacchi terroristici, perse rapidamente la fiducia dell'elettorato. Il 3 e il 4 marzo 1996, terroristi palestinesi organizzarono due bombardamenti suicidi in cui 32 cittadini israeliani vennero uccisi. Questi due attentati funsero da principale catalizzatore per la caduta di Peres. Netanyahu fece campagna contro gli accordi stretti dal Governo Laburista con Yasser Arafat: pose come condizione per ogni progresso nelle trattative di pace che l'Autorità Nazionale Palestinese rispettasse i suoi obblighi, principalmente al riguardo della lotta al terrorismo. Lo slogan della sua campagna fu: "Netanyahu - Per costruire una pace sicura". In ragione della sua educazione e della lunga esperienza americana, Netanyahu assunse il responsabile politico del Partito Repubblicano Arthur Finkelstein per gestire la sua campagna. Nonostante lo stile all'americana della campagna avesse provocato forti critiche all'interno di Israele, esso si provò vincente e il Partito del Likud ottenne il governo. Nel 1999 Ehud Barak seguì uno stile simile e assunse numerosi tecnici americani per sfidare lo stesso Netanyahu. Eletto Primo Ministro il 18 giugno 1996, Netanyahu negoziò con Yasser Arafat giungendo agli accordi di Wye River. Nonostante il suo approccio alle negoziazioni di pace fosse popolare, fu accusato di tentare di porre in condizione di stallo ogni trattativa. Non ci fu infatti nessun progresso nelle trattative di pace con i palestinesi e Netanyahu non riuscì a mettere in atto le tappe che erano state decise negli Accordi di Oslo.
Nel 1996 Netanyahu e il Sindaco di Gerusalemme Ehud Olmert decisero di aprire un varco per il tunnel del Muro Occidentale. Questo causò tre giorni di rivolte da parte dei palestinesi che causarono perdite sia israeliane che palestinesi. Netanyahu fu contrastato dalla sinistra israeliana e perse il supporto della destra a causa delle sue concessioni ai palestinesi a Hebron e per le sue negoziazioni con Arafat. Dopo una lunga serie di scandali e un'inchiesta che lo accusava di corruzione, in seguito archiviata, Netanyahu perse il favore del pubblico israeliano, la sua coalizione andò in frantumi e fu costretto ad indire elezioni anticipate nel 1999.
Dopo esser stato sconfitto alle elezioni del 1999, Netanyahu lasciò la politica, lavorando nel settore privato. Tornato in politica nel 2002, ricoprì prima la carica di Ministro degli Esteri (2002-2003) e poi quella di Ministro delle Finanze (2003-2005), ma rassegnò le dimissioni il 9 aprile 2005 in segno di protesta contro il piano di ritiro da Gaza. Come Ministro delle Finanze, Netanyahu iniziò profonde riforme economiche che promossero la crescita.
Netanyahu riottenne la guida del Likud il 20 dicembre 2005, dopo che Sharon uscì dal Likud per fondare il nuovo partito Kadima. Nel dicembre 2006 diventa il portavoce ufficiale dell'opposizione nella Knesset ed è Presidente del Likud.
Il ritorno nel 2009[modifica | modifica wikitesto]
Alle elezioni israeliane del 2009, il partito centrista di Kadima arriva primo, ma di solo un seggio; la sua leader, Tzipi Livni, manca la maggioranza necessaria in Parlamento. Netanyahu, arrivato secondo col Likud, si accorda con il capo di un partito di destra, Avigdor Lieberman, riuscendo ad assicurarsi la maggioranza. Ridiventa per la seconda volta Primo ministro dal 31 marzo 2009 con una coalizione di partiti di destra, entrato in carica il 31 marzo.
Alle elezioni del 2013 il cartello elettorale di destra tra Likud e Beytenu ottiene il primo posto con 31 seggi ma la Knesset si divide in due schieramenti di pari forza (60 seggi ai partiti di destra e confessionali ebrei e 60 a quelli di centrosinistra, laburisti e arabi)[3][4]. Netanyahu riceve così nuovamente dal presidente Shimon Peres l'incarico di formare il governo[5], ma l'assenza di una maggioranza lo costringe a intavolare trattative con i partiti che non facevano parte della precedente coalizione, in particolare con i centristi dello Yesh Atid, il partito di Yair Lapid, outsider delle elezioni israeliane. La difficoltà delle trattative politiche induce il presidente Peres a concedere a Netanyahu una proroga di ulteriori due settimane dopo l'infruttuoso decorso del termine ordinario di 28 giorni previsto per la formazione del governo.[6] Alla fine il tentativo di Netanyahu riesce e il nuovo governo israeliano, sostenuto - oltre che dal Likud-Beitenu - anche da Yesh Atid, Focolare Ebraico e Hatnua, presta giuramento il 18 marzo 2013, potendo contare su una maggioranza di 68 parlamentari su 120.
Pochi giorni dopo il giuramento, il 22 marzo 2013, Netanyahu riceve la visita del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama.[7] Dall'8 luglio al 26 agosto 2014, il governo israeliano impegna il proprio esercito nella campagna militare denominata Operazione Margine di protezione contro le forze di Hamas nella Striscia di Gaza, ennesimo capitolo del conflitto arabo-israeliano in quel territorio.
Le elezioni anticipate del 17 marzo 2015 segnano un'ulteriore conferma della leadership di Netanyahu, questa volta a sorpresa, visto che i sondaggi della vigilia lo davano sconfitto a vantaggio dell'avversario laburista Isaac Herzog. Invece il Likud mantiene il primo posto tra i partiti concorrenti e conquista 30 seggi alla Knesset.[8] Così Netanyahu può essere confermato Primo ministro di una coalizione con gli ultraortodossi di Shas e Giudaismo Unito nella Torah, col partito di centrodestra Kulanu, coi nazionalisti religiosi di La Casa Ebraica e, a partire da maggio 2015, con la destra nazionalista di Israel Beytenu, guidata, come nel 2009, da Avigdor Lieberman, per un totale di 66 seggi su 120.[9]
Nel 2019 si svolgono due elezioni nazionali, il 9 aprile e il 17 settembre, nelle quali il Likud e i suoi alleati non riescono ad ottenere la maggioranza sufficiente in Parlamento per riformare nuovamente la coalizione di Governo, vista la defezione e opposizione di Avigdor Lieberman, leader di un partito di destra. Netanyahu rimane intanto premier ad interim e il 25 settembre 2019 riceve l'incarico di formare il governo dal presidente Rivlin dicendosi disposto a formare un governo di coalizione con Benny Gantz, leader del partito Blu-Bianco, emerso nel frattempo come importante forza nel Paese. Ma lo stallo politico è continuato, impedendo il protrarsi della legislatura.
Anche una nuova elezione nazionale nel 2020, non ha portato lunga stabilità: dopo la formazione di un Governo con Gantz, che prevedeva la rotazione dei premier, Netanyahu ha gestito la pandemia del Covid-19 e siglato i cosiddetti "Accordi di Abramo" che hanno portato, con la mediazione degli Stati Uniti, alla normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Emirati Arabi Uniti e Bahrein. Ciononostante la sua coalizione è collassata nel dicembre 2020. Nuove elezioni anticipate, le quarte in meno di due anni, sono state fissate per il 23 marzo 2021. Anche a questa tornata elettorale Netanyahu si presenta come candidato premier, col Likud ancora primo nei sondaggi, con circa il 30%. Frattanto, si trova ad affrontare nuovi avversari politici, stanchi della sua lunga permanenza al potere, come Gideon Sa'ar, che con altri deputati ha abbandonato il Likud fondando un nuovo partito, proponendosi come alternativa.

Alle elezioni del marzo 2021 ottiene 52 seggi, non sufficienti per garantirgli una maggioranza all’interno della Knesset. Il 6 aprile 2021 il Presidente d’Israele Reuven Rivlin gli affida l’incarico di formare il nuovo governo. Netanyahu avrà a disposizione 28 giorni per raggiungere la maggioranza dei 61 seggi all’interno del Parlamento nazionale.[10] Il 4 maggio rimette il mandato a Rivlin, in quanto non è riuscito a trovare un accordo con Naftali Bennett, leader del partito di estrema destra Yamina. Il Presidente Rivlin ha dunque affidato il mandato di formare il governo a Yair Lapid.[11][12]
Controversie[modifica | modifica wikitesto]
Oltre che per la sua linea dura nel conflitto Israele-Striscia di Gaza, Netanyahu ha attirato critiche in alcune occasioni.
A seguito delle sue elezioni del 1996, è venuto a mancare l'accordo di Oslo per la pace tra Israele e Palestina portando una volta eletto, all'aumento delle tensioni tra i due stati e alla perdita di stabilità.
Fecero scalpore le sue dichiarazioni del 2015, secondo cui Adolf Hitler, benché antisemita, non aveva alcuna intenzione di sterminare gli ebrei, voleva solo espellerli e mandarli in Madagascar o farli emigrare a forza in Israele, ma fu convinto dal Gran Mufti di Gerusalemme Amin al-Husseini, capo palestinese e zio di Yasser Arafat, che non voleva l'emigrazione sionista, a mettere in pratica la soluzione finale della questione ebraica. Il leader dell'opposizione Herzog ha accusato Netanyahu di fare il gioco dei negazionisti dell'Olocausto.[13]
Nel 2019 viene formalmente incriminato di corruzione, frode e abuso d'ufficio per modifiche legislative effettuate al fine di favorire aziende di comunicazione ed importanti uomini d'affari.[14]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ il 20 luglio 2019 ha battuto infatti il record di 13 anni, 127 giorni di mandato detenuto da David Ben Gurion (4876 giorni)
- ^ (EN) Four hijackers and three Israeli PMs: the incredible story of Sabena flight 571, the Guardian, 11 novembre 2015. URL consultato il 21 marzo 2021.
- ^ Trattative di Netanyahu
- ^ Elezioni israeliane 2013
- ^ Nuovo incarico a Netanyahu
- ^ Proroga per Netanyahu
- ^ Obama in visita da Netanyahu
- ^ Netanyahu vince a sorpresa
- ^ In Israele la destra nazionalista entra nel governo, su internazionale.it, 26 maggio 2016. URL consultato il 28 settembre 2016.
- ^ Israele, Netanyahu incaricato di formare il nuovo governo, su rainews. URL consultato il 6 aprile 2021.
- ^ Israele, incarico a Lapid per formare il nuovo governo: è la fine dell’era Netanyahu?, su Il Sole 24 ORE. URL consultato il 7 maggio 2021.
- ^ Israele: scaduto mandato, Netanyahu non forma governo - Medio Oriente, su Agenzia ANSA, 4 maggio 2021. URL consultato il 7 maggio 2021.
- ^ Netanyahu: "Hitler non voleva sterminare gli ebrei, fu il Gran Mufti a dargli l'idea
- ^ Israele, Netanyahu incriminato per corruzione:, su repubblica.it, 21 novembre 2019.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Governo Netanyahu I
- Governo Netanyahu II
- Governo Netanyahu III
- Governo Netanyahu IV
- Governo Netanyahu V
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikisource contiene una pagina in lingua ebraica dedicata a Benjamin Netanyahu
Wikisource contiene una pagina in lingua inglese dedicata a Benjamin Netanyahu
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Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Benjamin Netanyahu
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (HE, AR, EN, RU) Sito ufficiale, su netanyahu.org.il.
- Benjamin Netanyahu - בנימין נתניהו (canale), su YouTube.
- Netanyahu, Benjamin, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Silvia Moretti, NETANYAHU, Benjamin, in Enciclopedia Italiana, IX Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2015.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Benjamin Netanyahu, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su Goodreads.
- (NL) Benjamin Netanyahu, su parlement.com, Parlement & Politiek.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su Internet Movie Database, IMDb.com.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
- (EN) Benjamin Netanyahu, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 114192441 · ISNI (EN) 0000 0001 0937 5798 · LCCN (EN) n78049769 · GND (DE) 119479575 · BNF (FR) cb125261531 (data) · J9U (EN, HE) 987007265800905171 (topic) · NDL (EN, JA) 00657354 · WorldCat Identities (EN) lccn-n78049769 |
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