Gran Premio del Giappone

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Gran Premio del Giappone
Sport Automobilismo
CategoriaFormula 1
FederazioneFIA
PaeseBandiera del Giappone Giappone
LuogoCircuito di Suzuka
OrganizzatoreFédération Internationale de l’Automobile
CadenzaAnnuale
FormulaGran Premio di Formula 1
Storia
Fondazione1963; valevole per il mondiale dal GP 1976
Numero edizioni48 (di cui 37 valevoli per il mondiale di Formula 1)
DetentoreBandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen
Ultima edizioneGP 2023

Il Gran Premio del Giappone è una gara automobilistica di Formula 1 che si svolge sul circuito di Suzuka. La gara è entrata a far parte del calendario nel 1976, sul circuito del Fuji nelle vicinanze di Yokohama, che ha ospitato anche l'edizione 1977, per poi ritornare stabilmente nel calendario mondiale a partire dal 1987, a Suzuka, salvo le edizioni 2007 e 2008 che si sono svolte su un rinnovato circuito del Fuji.

Data la sua tradizionale posizione verso la fine del campionato mondiale, o addirittura come ultima gara, il Gran Premio del Giappone ha avuto più di un risultato clamoroso o controverso che ha assegnato il titolo. Per un breve periodo il Giappone ha anche avuto una seconda gara in calendario, il Gran Premio del Pacifico disputato sul circuito di Aida nel 1994 e 1995.

La storia[modifica | modifica wikitesto]

Prima della Formula 1[modifica | modifica wikitesto]

Tra il 1963 e il 1976 la denominazione di Gran Premio del Giappone spettò a corse effettuate con vetture non di Formula 1. Prima vetture di Formula 3, poi vetture sport, in seguito vetture di Formula Libre, infine vetture di Formula 2000. In alcune stagioni il gran premio venne chiamato JAF Grand Prix, dal nome della federazione automobilistica nipponica, pur mantenendo la numerazione in corso del Gran Premio del Giappone. Nel 1969 si disputò sia un gran premio per vetture di F. Libre che uno per le vetture sport vinto da Motoharu Kurosawa su Nissan. Il mondiale di Formula 1 fece la sua prima apparizione nel 1976.

Gli anni settanta[modifica | modifica wikitesto]

Il circuito di Suzuka, utilizzato in Formula 1 fino al 2006 e che dal 2009 sostituisce nuovamente il circuito del Fuji

L'edizione del 1976 fu il primo gran premio di Formula 1, valido per il mondiale, che si corse in Asia, nella pittoresca cornice del Circuito del Fuji posto ai piedi della montagna più alta dell'arcipelago giapponese. La gara non venne definita ufficialmente Gran Premio del Giappone ma Campionato del mondo di Formula 1 in Giappone. Ciò perché con tale nome era denominato un appuntamento della Formula 2000 giapponese di quell'anno.

Nella prima edizione, corsa sotto una pioggia torrenziale (tanto che venne prospettata l'ipotesi che la gara non venisse considerata valida per il mondiale, così come di posticiparla al giorno seguente o di annullarla e chiudere il campionato mondiale con una gara da disputarsi nel 1977)[1] Niki Lauda, in testa al mondiale e che solo pochi mesi prima era sopravvissuto all'incidente del Nürburgring, rinunciò a correre lasciando che James Hunt conquistasse i pochi punti necessari per vincere il suo unico titolo mondiale. Il giro più veloce della gara venne inizialmente attribuito a Masahiro Hasemi sulla vettura giapponese Kojima. La cosa fu controversa in quanto nel giro nel quale il nipponico avrebbe fatto il giro più rapido è stato superato da tre vetture. Nei giorni successivi al gran premio gli organizzatori diffusero un comunicato che assegnava il giro più veloce a Jacques Laffite con un tempo di 1'19"97 al 70º giro. Questo comunicato fu ripreso dalla Japan Automobile Federation (JAF). La correzione non fu però resa nota all'estero, tant'è che per molto tempo venne assegnato ad Hasemi il giro più veloce anche dal sito ufficiale della Formula 1.[2][3][4][5]

L'anno successivo, che vide proprio la vittoria di Hunt, un incidente tra Ronnie Peterson e Gilles Villeneuve vide la vettura di quest'ultimo decollare ed atterrare in mezzo ad un gruppetto di spettatori che sostavano in un'area vietata al pubblico. Si ebbero due morti e dieci feriti: una delle due vittime era un commissario di gara che cercava disperatamente di far spostare la gente in una zona più sicura.

Il gran premio, in queste due sue prime edizioni, mantenne un forte carattere "nazionale", grazie alla presenza di piloti, squadre e fornitori giapponesi che avevano un grande interesse a ben figurare. Nell'edizione 1976 vi fu l'esordio della Bridgestone come fornitore degli pneumatici.

La gara venne inserita nel calendario anche per il 1978, spostata però al 16 aprile, ma venne poi cancellata dal programma.[6]

Il ritorno negli anni ottanta e la lotta Prost-Senna[modifica | modifica wikitesto]

La corsa riapparve sul calendario a Suzuka, nel 1987. Per molte stagioni il gran premio divenne, grazie al posizionamento in calendario, una delle gare decisive.

Nella prima edizione i due piloti della Williams Nigel Mansell e Nelson Piquet si stavano sfidando per il titolo, ma durante le qualifiche Mansell sbatté contro le barriere a circa 230 km/h e i postumi dell'incidente gli impedirono di gareggiare, lasciando via libera al compagno di squadra.

La gara divenne sinonimo della lotta tra Alain Prost e Ayrton Senna: compagni di squadra nel 1989 sulla McLaren, Senna doveva assolutamente vincere la corsa per mantenere aperto il campionato ma al tentativo di sorpasso Prost rispose chiudendo bruscamente la traiettoria e mettendo fuori gara entrambe le vetture; in realtà, Senna riuscì a ripartire con l'aiuto dei commissari e a vincere la gara, ma fu squalificato successivamente per avere tagliato la chicane dov'era avvenuto l'incidente, si dice su pressione del presidente della Federazione, il francese Jean-Marie Balestre. La vittoria fu quindi assegnata ad Alessandro Nannini, l'unica nella sua carriera.

L'anno successivo, con Prost alla Ferrari, era il francese a dover vincere assolutamente per poter conquistare il campionato ma i due rivali, partiti affiancati in prima fila, si scontrarono alla prima curva terminando la loro corsa e assegnando il titolo a Senna. Nel seguito, Senna avrebbe ammesso di avere agito deliberatamente per "pareggiare i conti" dell'anno precedente.

Le sfide recenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1996 i due alfieri della Williams Damon Hill e Jacques Villeneuve erano in lotta e, mentre il primo scattò in testa, il canadese perse terreno e finì per ritirarsi al 36º giro a causa di una ruota che si staccò perché fissata male durante il pit-stop.

Nel 1998 la gara si risolse a favore di Mika Häkkinen su McLaren-Mercedes perché il rivale Michael Schumacher su Ferrari spense il motore in griglia e dovette partire ultimo: la sua rimonta lo portò al 3º posto, ma mentre il finlandese vinse, il tedesco fu vittima di una foratura.

L'anno successivo il ferrarista Eddie Irvine aveva un vantaggio di 4 punti su Mika Hakkinen (ancora sulla McLaren-Mercedes) prima della gara, ma distrusse la sua monoposto in qualifica e in gara nulla poté contro il finlandese, che vinse Gran Premio e titolo piloti.

Nel 2000 e nel 2003 il ferrarista Michael Schumacher vinse la gara e conquistò i titolo ai danni di Mika Hakkinen e Kimi Räikkönen, entrambi sulle vetture di Woking.

Nel 2006 Michael Schumacher si stava involando verso la vittoria, quando il motore della sua Ferrari lo tradì, dopo 6 anni esenti da rotture: il mondiale andò a Fernando Alonso su Renault.

Il ritorno al Fuji[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 2007, per due edizioni, il gran premio tornò al Fuji, radicalmente rinnovato; successivamente venne annunciato che a partire dal 2009 i due circuiti (di proprietà di due case automobilistiche nipponiche rivali tra loro, Toyota e Honda) avrebbero organizzato la gara ad anni alterni. Dal 2009 la Toyota rinunciò a ospitare nel suo Circuito del Fuji la Formula 1, che così ora è stabilmente a Suzuka.[7]

Albo d'oro[modifica | modifica wikitesto]

Lo sfondo rosa indica un evento non appartenente al Campionato mondiale di Formula 1.

Il circuito del Fuji, rinnovato nel 2007
Anno Circuito Pilota Vettura Resoconto
1963 Suzuka Bandiera del Regno Unito Peter Warr Bandiera del Regno Unito Lotus-Cosworth Resoconto
1964[8] Suzuka Bandiera del Regno Unito Michael Knight Bandiera del Regno Unito Brabham-Ford Resoconto
1965 Non disputato
1966 Fuji Bandiera del Giappone Yoshikazu Sunako Bandiera del Giappone Prince Resoconto
1967 Fuji Bandiera del Giappone Tetsu Ikuzawa Bandiera della Germania Porsche Resoconto
1968 Fuji Bandiera del Giappone Moto Kitano Bandiera del Giappone Nissan Resoconto
1969[9] Fuji Bandiera del Giappone Motoharu Kurosawa
Bandiera del Giappone Yoshikazu Sunako
Bandiera del Giappone Nissan Resoconto
1970 Non disputato
1971[10] Fuji Bandiera del Giappone Kuniomi Nagamatsu Bandiera del Giappone Mitsubishi Resoconto
1972[11] Fuji Bandiera del Regno Unito John Surtees Bandiera del Regno Unito Surtees-Cosworth Hart Resoconto
1973 Fuji Bandiera del Giappone Motoharu Kurosawa Bandiera del Regno Unito March-BMW Resoconto
1974 Non disputato
1975 Fuji Bandiera del Giappone Masahiro Hasemi Bandiera del Regno Unito March-BMW Resoconto
1976 Suzuka Bandiera della Francia Jacques Laffite Bandiera del Regno Unito Chevron BMW Resoconto
1976 Fuji Bandiera degli Stati Uniti Mario Andretti Bandiera del Regno Unito Lotus-Ford Resoconto
1977 Fuji Bandiera del Regno Unito James Hunt Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Resoconto
1978
-
1986
Non disputato
1987 Suzuka Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
1988 Suzuka Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito McLaren-Honda Resoconto
1989 Suzuka Bandiera dell'Italia Alessandro Nannini Bandiera del Regno Unito Benetton-Ford Resoconto
1990 Suzuka Bandiera del Brasile Nelson Piquet Bandiera del Regno Unito Benetton-Ford Resoconto
1991 Suzuka Bandiera dell'Austria Gerhard Berger Bandiera del Regno Unito McLaren-Honda Resoconto
1992 Suzuka Bandiera dell'Italia Riccardo Patrese Bandiera del Regno Unito Williams-Renault Resoconto
1993 Suzuka Bandiera del Brasile Ayrton Senna Bandiera del Regno Unito McLaren-Ford Resoconto
1994 Suzuka Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera del Regno Unito Williams-Renault Resoconto
1995 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera del Regno Unito Benetton-Renault Resoconto
1996 Suzuka Bandiera del Regno Unito Damon Hill Bandiera del Regno Unito Williams-Renault Resoconto
1997 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
1998 Suzuka Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes Resoconto
1999 Suzuka Bandiera della Finlandia Mika Häkkinen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes Resoconto
2000 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2001 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2002 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2003 Suzuka Bandiera del Brasile Rubens Barrichello Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2004 Suzuka Bandiera della Germania Michael Schumacher Bandiera dell'Italia Ferrari Resoconto
2005 Suzuka Bandiera della Finlandia Kimi Räikkönen Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes Resoconto
2006 Suzuka Bandiera della Spagna Fernando Alonso Bandiera della Francia Renault[12] Resoconto
2007 Fuji Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes Resoconto
2008 Fuji Bandiera della Spagna Fernando Alonso Bandiera della Francia Renault[12] Resoconto
2009 Suzuka Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault Resoconto
2010 Suzuka Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault Resoconto
2011 Suzuka Bandiera del Regno Unito Jenson Button Bandiera del Regno Unito McLaren-Mercedes Resoconto
2012 Suzuka Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault Resoconto
2013 Suzuka Bandiera della Germania Sebastian Vettel Bandiera dell'Austria Red Bull-Renault Resoconto
2014 Suzuka Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2015 Suzuka Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2016 Suzuka Bandiera della Germania Nico Rosberg Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2017 Suzuka Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2018 Suzuka Bandiera del Regno Unito Lewis Hamilton Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2019 Suzuka Bandiera della Finlandia Valtteri Bottas Bandiera della Germania Mercedes Resoconto
2020 Non disputato
2021
2022 Suzuka Bandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen Bandiera dell'Austria Red Bull-RBPT Resoconto
2023 Suzuka Bandiera dei Paesi Bassi Max Verstappen Bandiera dell'Austria Red Bull-Honda RBPT Resoconto

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Le statistiche si riferiscono alle sole edizioni valide per il campionato del mondo di Formula 1 e sono aggiornate al Gran Premio del Giappone 2023.

Vittorie per costruttore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Costruttore Vittorie
1 Bandiera del Regno Unito McLaren 9
2 Bandiera dell'Italia Ferrari 7
3 Bandiera dell'Austria Red Bull 6
= Bandiera della Germania Mercedes 6
5 Bandiera del Regno Unito Benetton[13] 3
= Bandiera del Regno Unito Williams 3
7 Bandiera della Francia Renault[12] 2
8 Bandiera del Regno Unito Lotus 1

Vittorie per motore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Motore Vittorie
1 Bandiera della Germania Mercedes 11
2 Bandiera della Francia Renault[12] 10
3 Bandiera dell'Italia Ferrari 7
4 Bandiera degli Stati Uniti Ford-Cosworth 5
5 Bandiera del Giappone Honda 2
= Bandiera dell'Austria RBPT 2

Pole per costruttore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Costruttore Pole
1 Bandiera dell'Italia Ferrari 10
2 Bandiera dell'Austria Red Bull 7
3 Bandiera del Regno Unito McLaren 6
4 Bandiera della Germania Mercedes 5
5 Bandiera del Regno Unito Williams 4
6 Bandiera del Regno Unito Lotus 2
= Bandiera del Regno Unito Benetton[13] 2
8 Bandiera del Giappone Toyota 1

Pole per motore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Motore Pole
1 Bandiera della Francia Renault 10
= Bandiera dell'Italia Ferrari 10
3 Bandiera della Germania Mercedes 7
4 Bandiera del Giappone Honda 4
5 Bandiera degli Stati Uniti Ford-Cosworth 3
6 Bandiera dell'Austria RBPT 2
7 Bandiera del Giappone Toyota 1

Podi per costruttore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Costruttore Podi
1 Bandiera del Regno Unito McLaren 27
2 Bandiera dell'Italia Ferrari 24
3 Bandiera dell'Austria Red Bull 15
4 Bandiera della Germania Mercedes 11
5 Bandiera del Regno Unito Williams 10
6 Bandiera del Regno Unito Benetton[13] 8
7 Bandiera della Francia Renault[12] 6
8 Bandiera del Regno Unito Lotus 3
9 Bandiera del Regno Unito Tyrrell 2
10 Bandiera del Regno Unito Lola 1
= Bandiera del Regno Unito BAR 1
= Bandiera della Germania BMW Sauber 1
= Bandiera della Germania Toyota 1
= Bandiera della Svizzera Sauber 1

Podi per motore[modifica | modifica wikitesto]

Pos. Motore Podi
1 Bandiera della Germania Mercedes 28
2 Bandiera dell'Italia Ferrari 25
= Bandiera della Francia Renault 25
4 Bandiera degli Stati Uniti Ford-Cosworth 13
5 Bandiera del Giappone Honda 7
6 Bandiera della Svizzera Tag Heuer 4
7 Bandiera della Germania BMW 3
= Bandiera dell'Austria RBPT 3
9 Bandiera della Germania TAG-Porsche 1
= Bandiera dell'Italia Lamborghini 1
= Bandiera del Giappone Toyota 1

Punti per costruttore[modifica | modifica wikitesto]

Pos.[16] Costruttore Punti
1 Bandiera dell'Italia Ferrari 370
2 Bandiera dell'Austria Red Bull 353
3 Bandiera del Regno Unito McLaren 308
4 Bandiera della Germania Mercedes 298
5 Bandiera del Regno Unito Williams 140
6 Bandiera della Francia Renault 69
7 Bandiera del Regno Unito Lotus 63
8 Bandiera del Regno Unito Benetton 61
9 Bandiera dell'India Force India 51
10 Bandiera della Svizzera Sauber 38

Punti per motore[modifica | modifica wikitesto]

Pos.[16] Motore Punti
1 Bandiera della Germania Mercedes 635
2 Bandiera dell'Italia Ferrari 429
3 Bandiera della Francia Renault 411
4 Bandiera degli Stati Uniti Ford-Cosworth 99
5 Bandiera del Giappone Honda 95
6 Bandiera della Svizzera Tag Heuer 86
7 Bandiera dell'Austria RBPT 69
8 Bandiera della Germania BMW 41
9 Bandiera della Germania Toyota 24
10 Bandiera del Giappone Mugen Honda 8

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Viglino, I piloti costretti a correre al Fuji, in Stampa Sera, n. 231, 25 ottobre 1976, p. 17. URL consultato il 29 novembre 2010.
  2. ^ (JA) i-dea archives, '76 F1イン・ジャパン (1976 F1 World Championship in Japan), AUTO SPORT Archives 日本の名レース100選 (The 100 Best races in Japan), Vol. 001, San-eishobo Publishing Co.,Ltd., 1-14-06, p. 77, ISBN 978-4-7796-0007-4. URL consultato il 13 settembre 2011 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2010).
  3. ^ (JA) Motorsport competition results: 1976 F1 World Championship in Japan, su jaf.or.jp, Japan Automobile Federation. URL consultato il 17 dicembre 2010.
  4. ^ (JA) Archive: 1976 F1 World Championship in Japan, su nikkansports.com, Nikkan Sports News, 25-101976. URL consultato il 17 dicembre 2010.
  5. ^ (EN) 1976 Japanese Grand Prix, su formula1.com, Formula One Administration Ltd. URL consultato il 17 dicembre 2010.
  6. ^ (EN) Calendar1978, su chicanef1.com. URL consultato il 13 settembre 2011.
  7. ^ Il Fuji lascia la Formula 1, su f1.gpupdate.net, 7 luglio 2009. URL consultato il 9 luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2009).
  8. ^ (EN) II Japan Grand Prix, su formula2.net, 25 ottobre 2004. URL consultato il 14 settembre 2011.
  9. ^ (EN) IV Grand Prix of Japan 1969, su formula2.net, 4 febbraio 2001. URL consultato il 14 settembre 2011.
  10. ^ Noto come VI JAF Grand Prix (EN) VI J.A.F. Grand Prix 1971, su formula2.net, 4 gennaio 2001. URL consultato il 14 settembre 2011.
  11. ^ (EN) VII Grand Prix of Japan 1972, su formula2.net, 18 gennaio 2000. URL consultato il 14 settembre 2011.
  12. ^ a b c d e f g La Renault ottenne le vittorie, le pole, i gpv e i podi nel gran premio quando ancora correva con licenza francese.
  13. ^ a b c d Le vittorie, i podi, le pole e i gpv vennero ottenuti quando la Benetton correva con licenza britannica.
  14. ^ a b c Nei resoconti iniziali, poi corretti, il gpv nel GP del Giappone venne assegnato a Masahiro Hasemi su Kojima-Ford Cosworth.
  15. ^ Minimo 3 podi
  16. ^ a b c Prime dieci posizioni.

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