In matematica, la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz, nota anche come disuguaglianza di Schwarz o disuguaglianza di Bunyakovsky, è una disuguaglianza che compare in algebra lineare e si applica in molti altri settori, quali ad esempio l'analisi funzionale e la probabilità.
Proposta inizialmente da Augustin-Louis Cauchy, la formulazione integrale della disuguaglianza è dovuta a Viktor Bunyakovsky (1859), e si può trovare anche nei lavori di Hermann Amandus Schwarz a partire dal 1884.
Negli spazi Lp la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz è un caso particolare della disuguaglianza di Hölder.
Sia
uno spazio prehilbertiano, cioè uno spazio vettoriale reale dotato di un prodotto scalare definito positivo, o uno spazio vettoriale complesso dotato di un prodotto hermitiano. La disuguaglianza asserisce che il valore assoluto del prodotto scalare di due elementi è minore o uguale al prodotto delle loro norme. Formalmente:

con l'uguaglianza che sussiste solo se
e
sono multipli (giacciono cioè sulla stessa retta).
In forma integrale:

con
e
funzioni quadrato sommabile in
, che formano lo spazio di Hilbert L2. Una generalizzazione di questa disuguaglianza è la disuguaglianza di Hölder.
Nello spazio euclideo
si ha:

In dimensione 3, la disuguaglianza è conseguenza della seguente uguaglianza:

dove l'operazione binaria
indica il prodotto vettoriale.
La disuguaglianza vale quindi ad esempio nello spazio euclideo
-dimensionale e negli spazi di Hilbert a dimensione infinita.
Nel piano, la disuguaglianza segue dalla relazione:

dove
è l'angolo fra i due vettori
e
. Si estende quindi questa relazione a un qualsiasi spazio vettoriale con prodotto scalare, usandola per definire l'angolo fra due vettori
e
come il
che realizza l'uguaglianza.
Tra le conseguenze importanti della disuguaglianza si trovano:
Siano
,
vettori arbitrari in uno spazio vettoriale
su un campo
con un prodotto scalare (formando così uno spazio prodotto interno), e sia
il campo reale o complesso. Dimostriamo la disuguaglianza

dove l'identità vale se e solo se
e
sono multipli fra di loro.
Se
è banalmente provata l'uguaglianza, ed in questo caso
e
sono linearmente dipendenti (multipli l'uno dell'altro) a prescindere da
. Possiamo quindi assumere
non nullo. Assumiamo anche
, altrimenti la disuguaglianza è ovviamente verificata, perché né
né
possono essere negativi.
Sia
il vettore ortogonale a
(si veda ortogonalizzazione di Gram-Schmidt) così definito:

Quindi

Per bilinearità e simmetria del prodotto scalare e per ortogonalità di
e
si ha che

da cui, moltiplicando entrambi i membri per
,

Poiché la norma e il valore assoluto sono non negativi (i quadrati di quantità non negative sono ordinati come le proprie basi), prendendo la radice quadrata di ambo i membri si ottiene
QED.
La disuguaglianza risulta banalmente vera per
, quindi si assume
diverso da zero. Sia
un numero complesso. Si ha:


Scegliendo
, e ricordando che 
si ottiene:




che vale se e solo se

o equivalentemente

Si consideri un polinomio di secondo grado in
del tipo:

che non ha radici reali tranne nel caso in cui gli
e i
sono tutti uguali fra loro, o se data una coppia
sussiste un legame di proporzionalità con tutte le coppie
(cioè per ogni
esiste
tale che
e
). In tal caso la radice è:

Sviluppando i quadrati si ottiene:

Poiché il polinomio ha una o nessuna radice, il discriminante dev'essere minore o uguale a 0. Quindi:

da cui si ricava:

che è la disuguaglianza di Cauchy-Schwarz.
- Walter Rudin, Principi di analisi matematica, Milano, McGraw-Hill, 1991, ISBN 88-386-0647-1.
- (EN) Cauchy-Schwarz inequality, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.

- (EN) Eric W. Weisstein, Disuguaglianza di Cauchy-Schwarz, su MathWorld, Wolfram Research.

- (EN) V.I. Bityutskov, Bunyakovskii inequality, in Encyclopaedia of Mathematics, Springer e European Mathematical Society, 2002.