Montegalda

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Montegalda
comune
Montegalda – Stemma
Montegalda – Bandiera
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Vicenza
Amministrazione
SindacoAndrea Nardin (lista civica) dal 5-6-2016 (2º mandato dal 4-10-2021)
Territorio
Coordinate45°27′N 11°41′E / 45.45°N 11.683333°E45.45; 11.683333 (Montegalda)
Altitudine28 m s.l.m.
Superficie17,41 km²
Abitanti3 380[1] (30-11-2020)
Densità194,14 ab./km²
FrazioniColzè
Comuni confinantiCervarese Santa Croce (PD), Grisignano di Zocco, Grumolo delle Abbadesse, Longare, Montegaldella, Veggiano (PD)
Altre informazioni
Cod. postale36047
Prefisso0444
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT024064
Cod. catastaleF514
TargaVI
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 284 GG[3]
Nome abitantimontegaldesi
Patronosanta Giustina
Giorno festivo7 ottobre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montegalda
Montegalda
Montegalda – Mappa
Montegalda – Mappa
Posizione del comune di Montegalda all'interno della provincia di Vicenza
Sito istituzionale
Facciata della nuova Chiesa parrocchiale costruita a partire dal 1950
Dipinti del catino absidale della Chiesa parrocchiale di Montegalda realizzati dal pittore rumeno Mihail Ivanov tra il 1999 e il 2000

Montegalda è un comune italiano di 3 380 abitanti[1] della provincia di Vicenza in Veneto.

È situato nella parte sudorientale della provincia di Vicenza, di cui segna anche il confine, all'incirca a metà strada tra le città di Vicenza e Padova e si colloca in una fertile vallata, circondato da sette colli e da un fiume.

Zona di insediamento di età antichissima, possiede tuttora, conservati in alzato, la Pieve Battesimale Altomedievale, il Castello Bassomedievale (ora villa veneta di notevole bellezza) e numerose ville venete del XVI-XVII secolo.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio comunale è un tratto di pianura, con un paesaggio verde e ricco di copertura boschiva, spesso resti della foresta che fino al Settecento ricopriva l'intera zona, come ricorda la via Boschi di Colzé.

Vi si trovano alberi secolari, querce maestose, alcune delle quali considerate tra le più longeve della Provincia di Vicenza. Endemismi botanici, ma anche esemplari provenienti dalla Cina o dalle Americhe e importati nel Settecento nei parchi delle ville disseminate tra Montegalda e Colzè[4].

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

L'origine del toponimo "Montegalda" è ancora piuttosto controversa. La parola, indubbiamente, si può scomporre in "Monte" e "Galda" e proprio questa particolarità ha alimentato alcune ipotesi sul significato:

  1. Mons Gaudium: gaudio inteso per Godimento. Forse in riferimento all'amenità dei luoghi appartenenti al territorio di Montegalda.
  2. Mons Galba: probabilmente legato al nome di uno dei 4 Servio Sulpicio Galba, succedutisi nell'ambito Romano rispettivamente nel 144 a.C., 108 a.C., 54 a.C. e 68-69 d.C. Tenendo conto degli avvenimenti storici, potrebbe riferirsi a Servio Sulpicio Galba Pretore del 54 a.C. e legato di Giulio Cesare nelle Gallie. È probabile che il toponimo sia rimasto in seguito ad una vittoria riportata in questi luoghi o ad un evento per l'epoca importante.
  3. Monte Gualda: in onore dell'omonima famiglia che qui possedeva delle proprietà.
  4. Mons Wald: in questo caso un misto tra latino (mons) e germanico (wald) dove quest'ultima parola starebbe per "bosco, boscoso" ad indicare la peculiare vegetazione presente nel territorio in epoca storica. Il germanico coinciderebbe appieno con i secoli di dominazione longobarda.
  5. Mons Warda: come sopra, un misto tra latino e un termine longobardo (alto germanico). Questo suo toponimo Warda sarebbe di origine longobarda, con la dissimilazione della "R" con la "L", derivato da quella "Warda" intesa come la torre di avvistamento che è alle origini di un'altra località, quella del Lago di Garda, avrebbe dato origine all'attuale nome del paese.

Queste ultime ipotesi sono state sostenute dallo scrittore e umanista Fedele Lampertico, appunto per l'affinità del toponimo Galda con Garda, Guarda, varda e varzone, chiaramente derivati dalla "Wardt" gotica e longobarda[5].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Pieve Battesimale di Montegalda.

Epoca antica[modifica | modifica wikitesto]

È probabile che un sito come questo, a metà strada tra l'antichissima Patavium (Padova) e Vicetia (Vicenza), sia stato abitato fin da epoca remota. Ad avvalorare tale affermazione resta, oltre alla particolare configurazione del territorio, il punto fisso costituito dal fiume Bacchiglione, in antichità navigabile per buona parte del suo corso, crocevia di culture e punto focale per la costituzione di insediamenti stabili.

Ricerche condotte nell'alveo del Bacchiglione continuano a fornire materiale archeologico degno di nota, come frammenti di ceramica paleoveneta, resti di suppellettili e armi. Verso la fine del XIX secolo gli scavi, effettuati per realizzare un complesso di chiuse atte a favorire la navigazione fluviale in località Colzè, hanno portato alla luce alcuni reperti consistenti in recipienti ceramici e alcune punte di lancia, classificate allora come manifattura e provenienza etrusca.

Il processo di romanizzazione continuò con la deduzione nel 181 a.C. della colonia latina di Aquileia, sino all'estensione dello Ius Latii, cioè del diritto latino, ed infine alla concessione del plenum ius, cioè della cittadinanza romana, da parte di Giulio Cesare nel 49 a.C. alle popolazioni venetiche (questo è lo scenario dove collocare la probabile impresa di Servio Sulpicio Galba nel caso in cui l'ipotesi etimologica per il nome di Montegalda risultasse vera). Il territorio di Montegalda faceva parte di questa realtà. Sono state ritrovate lapidi con iscrizioni romane, alcune delle quali ancora presenti nel territorio, murate nelle strutture come materiale di reimpiego.

Degne di nota sono le vestigia di quella che arbitrariamente gli storici chiamano "via Gallica", meglio conosciuta con il nome di via "Pelosa", che collegava perpendicolarmente Vicetia e Patavium. Di questa via romana non lastricata (strata) sono ancora visibili alcuni tratti soprattutto dalle alture dei colli di Montegalda[6].

Ipotesi: "Il termine Pelosa si riferirebbe al persistente passaggio, nei secoli, di greggi di pecore e capre che, nel loro cammino, perdevano naturalmente ciuffi del loro manto, dando forse alla strata l'aspetto, ovviamente ingigantito, al quale il nome rimanda".

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo dell'Alto Medioevo la rivalità con i vicini padovani ha creato la leggenda dei “Cavalieri di Montegalda”; si tramanda che tutti gli abitanti primogeniti maschi venissero nominati Cavalieri perché potessero difendere l'avamposto vicentino[7].

Non più "fortissimo arnese di guerra", bensì pacifica residenza estiva, il castello di Montegalda spicca ancora imponente e maestoso — sulla sommità del modesto colle emergente dalla vasta pianura compresa tra i Berici e gli Euganei.

Secondo il Liber regiminum civitatis Padue, il castello sarebbe stato costruito nel 1176, l'anno della battaglia di Legnano[8], ma si è indotti a ritenere che la sua origine sia più antica; Montegalda infatti apparteneva sin dal secolo XI ai Conti - la famiglia Maltraversi - di Vicenza, e appare molto probabile che abbiano fatto erigere un'opera fortificata sul colle che nella zona rivestiva importanza strategica. Pertanto è probabile che nell'anno citato il manufatto già esistente sia stato ingrandito, munito di torri ed ulteriormente fortificato[9].

Ciò potrebbe indirettamente dedursi anche da un'altra notizia attendibile, relativa alla vendita dei vasti fondi di Montegalda fatta nello stesso 1176 da Ottone da Montegalda in favore dei Vicentini, che erano vivamente interessati a costituire un nuovo baluardo ai confini col territorio padovano. È certo, comunque, che a partire dal 1176 la storia del castello di Montegalda è strettamente legata a quella della città di Vicenza. Durante il primo periodo della vita comunale, il forte castello fu al centro delle interminabili rivalità vicentino-padovane e nel 1256 Ezzelino III il Tiranno, ormai stretto in una morsa mortale dalla crociata guelfa, lo fece assediare e conquistare.

Morto Ezzelino nel 1259, Vicenza e quindi anche il suo castello di Montegalda furono soggetti al "Patto di Custodia" che li vide sottomessi a Padova; dopo il 1311, però, Montegalda assunse nuovamente un ruolo di prim'ordine durante le continue guerre di Cangrande per l'espansione scaligera verso Padova[10]. Cangrande, anzi, fece munire la rocca di Montegalda di bastioni e di fossa, ma ben presto si vide costretto a distruggere tali opere costituendo esse potenzialmente un'arma a doppio taglio una volta che il castello fosse passato in mani padovane.

Il castello fu ripetutamente danneggiato, distrutto e nuovamente restaurato, finché nel 1387 i padovani assediarono Montegalda piantando tutto intorno al colle della rocca grandi bombarde e briscole (dette anche mangani). L'antico cronista Conforto da Costozza, contemporaneo ai fatti, ha lasciato di questo assedio un resoconto particolareggiato.

Verso la metà del Trecento, durante la dominazione scaligera, il territorio di Montegalda fu sottoposto, sotto l'aspetto amministrativo, al Vicariato civile di Camisano e tale rimase sino alla fine del XVIII secolo[11].

Sotto i Visconti, successi agli Scaligeri nel 1388, il castello mantenne intatta la sua funzione di forte baluardo avanzato verso Padova, ed in diverse occasioni alloggiò i due condottieri viscontei Jacopo Dal Verme e Facino Cane, in guerra contro i Carraresi di Padova.

Dopo il 1404, con la dedizione di Vicenza alla Serenissima, il castello di Montegalda perse molta della sua importanza sotto il profilo militare e ciò accelerò la sua trasformazione in residenza civile, cosa che accadde definitivamente nel 1455, quando Venezia lo donò al vicentino Chiereghino Chiericati "per bene meriti e fedel servire"[12].

Il castello ebbe un estremo rigurgito di vita militare durante la guerra della Lega di Cambrai, quando ospitò l'imperatore Massimiliano I d'Asburgo dopo la fallita impresa su Padova e quando fu occupato dalle truppe spagnole nel 1514; tornò però subito dopo alla vita tranquilla cui si era adeguato nel secolo precedente.

Da quel momento cessa – si può dire – la storia del castello ed ha piuttosto inizio la storia di una tra le tante splendide dimore gentilizie che punteggiano la pianura veneta.

Epoca moderna e contemporanea[modifica | modifica wikitesto]

La frazione di Colzé diede i natali, nel 1921, al grande soprano di fama internazionale Marcella Pobbe.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 7 febbraio 2002.[13]

«Di azzurro, alla torre d’oro, murata di nero, merlata alla ghibellina di cinque, finestrata con finestrella tonda di nero, chiusa dello stesso, fondata sulla collina trapezoidale di verde, fondata in punta, essa torre accompagnata dal sole d'oro, posto nel cantone destro del capo. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il decreto presidenziale corregge il regio decreto del 17 giugno 1929[13], firmato da re Vittorio Emanuele III, che prevedeva "un castello al naturale"[14] al posto della torre tradizionalmente usata nello stemma di Montegalda.[4]

Il gonfalone è un drappo di giallo.[4]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Vista notturna della chiesa parrocchiale di San Zenone a Colzè

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiesa Arcipretale di Santa Giustina, opera della prima metà del Novecento dell'ingegner Stanislau Peschi; all'interno vi sono affreschi in stile bizantino che ricoprono l'intero catino absidale[4]. Notevole l’organo, grandioso strumento a 3 manuali e 48 registri costruito nel 2016 da Alessio Lucato.
  • Antica parrocchiale che sorge su un modesto rilievo, le cui origini sembrano fondare su un culto dedicato non a santa Giustina, ma a san Giustino, come riportano le cronache del 968[4]
  • Chiesetta di S. Marco che sorge sull'omonimo colle, piccola pieve risalente al XV secolo, come si legge nella lapide posta sopra la porta principale. Un'ipotesi fa risalire la sua edificazione all'XI secolo, coeva al vicino castello. Restaurata nel 1464 conserva ancora, nella sua architettura semplice e armonica, tracce dell'antica struttura gotica; la facciata risale ai secoli XVII e XVIII. Dal secolo XIII sino al 1769 la famiglia vicentina dei Chiericati affidò ai frati Minori francescani la custodia del luogo, che abitarono nell'annesso piccolo convento, tuttora visibile[4]
  • Chiesa delle Ausiliarie Cenacolo N.S. di Fatima
  • Monastero della Resurrezione
  • Chiesa parrocchiale di San Zenone a Colzè, fatta erigere nel 1939 sui resti di un vecchio fabbricato e realizzata su disegno dell'ingegnere Giuseppe Dal Conte, con un maestoso ed elegante campanile su cui troneggia una spettacolare scultura bronzea della Vergine[4]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

  • Castello Grimani-Sorlini[15]
  • Villa Fogazzaro Colbachini: costruita nel Seicento, è circondata da un giardino all'italiana e all'inglese; in essa Antonio Fogazzaro ambientò buona parte del suo romanzo Piccolo mondo moderno. Attualmente[non chiaro] questa villa, dopo un lungo restauro che le ha ridonato la sua suggestiva eleganza, ospita un'esposizione museale dedicata alla tradizione delle campane di tutto il mondo[4]
  • Villa Gualdo: ora sede municipale, sorge al centro del paese. Costruita nel Seicento, sulla base di una preesistente struttura, su disegno di Giuseppe Gualdo
  • Villa Feriani Scroffa: si trova a Colzè e rappresenta un altro modello di residenza patrizia di particolare interesse architettonico e paesaggistico[4]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[16]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

A Montegalda vi sono due scuole dell'infanzia (di cui una privata), una scuola primaria e una scuola secondaria inferiore[17].

Nel capoluogo vi è anche la Biblioteca civica, che fa parte della rete di biblioteche vicentine.

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Il "Trofeo del Ponte" è una manifestazione che coinvolge gli abitanti dei comuni di Montegaldella e Montegalda, con l'obiettivo di unire i due paesi attraverso lo sport, il gioco e lo stare insieme.

Museo[modifica | modifica wikitesto]

Nella villa Fogazzaro Roi Colbachini si trova il Museo Veneto delle Campane.

Ospita una ricca collezione di campane, tra le maggiori in Italia, con più di 200 esemplari appartenuti a chiese, templi e palazzi d’Italia, ma anche di Francia, Germania, Cina, India, Birmania e Thailandia.

Sorge a coronamento di più di 250 anni di attività artigiana della Fonderia Colbachini, nata nel 1745 e nel 1898 insignita del titolo di Fonderia Pontificia[18].

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Una canzoncina popolare molto diffusa nel Veneto cita Montegalda come la località da cui proviene la fidanzata della voce cantante, descrivendola come dotata di una peculiarità termica: "La me morosa ze da Montegalda / la ga na teta freda / e una calda" (anonimo di Montegaldella).[19]

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Unica frazione del comune di Montegalda è Colzè

Altre località o contrade sono: Case Marcolin, Palazzone, Case Borgo, Case Marcoline

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Viadotto autostradale sul Bacchiglione della A31 nei pressi di Colzè di Montegalda

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
30 luglio 1988 7 giugno 1993 Gabriele Marangoni DC Sindaco
7 giugno 1993 28 aprile 1997 Flavio Tredese DC sindaco
28 aprile 1997 14 maggio 2001 Flavio Tredese centro Sindaco
14 maggio 2001 29 maggio 2006 Carlo Zecchinato liste civiche di centro-destra Sindaco
29 maggio 2006 16 maggio 2011 Riccardo Lotto lista civica Vivere Montegalda Sindaco
16 maggio 2011 5 giugno 2016 Riccardo Lotto lista civica Vivere Montegalda Sindaco
5 giugno 2016 4 ottobre 2021 Andrea Nardin lista civica Siamo Montegalda Sindaco
4 ottobre 2021 in carica Andrea Nardin lista civica Siamo Montegalda e Colzè Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Sport[modifica | modifica wikitesto]

  • "Cammino Fogazzaro Roi"
Percorso di oltre 80 Km che dalle campagne di Montegalda, lungo argini e percorsi pedonali, conduce a Vicenza e da qui prosegue attraversando le suggestive risorgive e raggiungendo la Valle dell'Astico per poi risalire sino ai 1000 metri di altitudine di Tonezza del Cimone[20].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b c d e f g h i Stemma e Gonfalone, su Comune di Montegalda. URL consultato il 20 novembre 2020.
  5. ^ Fedele Lampertico, Monte Galda nel Vicentino, in Studi storici e letterari, Firenze, 1888, pp. 229-57
  6. ^ Antonio Gregolin, Storia e geografia di Montegalda. Da http://www.comune.montegalda.vi.com Archiviato il 23 ottobre 2016 in Internet Archive.
  7. ^ Francesca Lomastro Tognato, I "Monumenta Reliquiarum".
  8. ^ Si legge infatti: Eo tempore edificata fuit Montegalda et imperator Federicus conflictus et debellatus in campo per Lombardos.
  9. ^ Canova, 1979, pp. 86-88.
  10. ^ In quel periodo – precisamente nel 1313 e nel 1318 – il castello di Montegalda accolse i rappresentanti di Verona e di Padova per le trattative di pace.
  11. ^ Canova, 1979, pp. 24-25.
  12. ^ I successivi passaggi di proprietà avvennero nel seguente modo. Nel 1545 Gregorio Chiericati vendette la villa-castello ad Andrea Contarini, patrizio veneto alla cui morte passò in proprietà della figlia Fiordelisa che sposa prima un Moro e poi un Balbi, nobili veneziani. In questo periodo divennero proprietari promiscui anche i Dolfin e gli Scroffa; nel 1584 i Contarini ritornarono proprietari di tutto il complesso, nel 1614 Piucchebella Contarini lo portò in dote nel matrimonio con Nicolò Donà, patrizio veneto; all'inizio dell'Ottocento Marina Donà, ultima superstite del ramo suddetto, sposò il conte Giovanni Pietro Grimani portandolo in dote; successivamente appartenne ai conti Marcello Grimani Giustinian. Canova, 1979, p. 88
  13. ^ a b Montegalda, decreto RD 1929-06-17 e DPR 2002-02-07, concessione di stemma, su Archivio Centrale dello Stato.
  14. ^ Il regio decreto del 17 giugno 1929 descriveva uno stemma «d'azzurro al monte di verde, cimato di un castello al naturale ed addestrato in capo da un sole raggiante d'oro».
  15. ^ Copia archiviata, su visitmontegalda.com. URL consultato l'11 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 9 aprile 2018).
  16. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  17. ^ Sito dei Comuni italiani
  18. ^ Sito del Museo veneto delle campane Archiviato il 28 novembre 2010 in Internet Archive.
  19. ^ Giuseppe Barbieri, Per Libera nos a malo: a 40 anni dal libro di Luigi Meneghello: atti del Convegno internazionale di studi 'In un semplice ghiribizzo', Malo, Museo Casabianca, 4-6 settembre 2003, Terra Ferma, 2005, p. 79, ISBN 88-87760-98-5.
  20. ^ http://www.camminiveneti.it/it/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Il Veneto paese per paese, Firenze, Bonechi, 2000, ISBN 88-476-0006-5.
  • Comune di Montegalda, Montegalda: un piccolo mondo moderno, Montegalda, 2015
  • Antonio Canova e Giovanni Mantese, I castelli medievali del vicentino, Vicenza, Accademia Olimpica, 1979.
  • Dina Cattaneo, Chiara Jommetti, Riccardo E. Lotto, Montegalda e il suo territorio: dai colli al Bacchiglione: fiori, alberi e ambiente, Montegalda, Associazione Pro loco, 1995
  • Gianni Perbellini, Il castello di Montegalda: da motta medioevale a villa veneta, Roma, L. Sorlini, 1994
  • Sebastiano Rumor, La Chiesa Feriani gia Garzadori a Colzè, Tip. S.Giuseppe, Vicenza, 1926
  • Giovanni Xausa, Strada facendo... all'ombra dei Colli, Montegalda, Artigiana grafica, 2005

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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