Fiore a sei petali

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Fiore della vita sulla "chiave di volta" (o svolta) della volta sull'incrocio dei costoloni nella Parrocchia di Ozzano Monferrato, Piemonte
Hexafoil
Questo è un hexafoil o esafoglio (fiore a sei petali) realizzato con il metodo vesica piscis
Un "fiore della vita", hexafoil, rosetta a sei petali. Utilizzato nelle prime religioni etniche degli slavi.

Il fiore a sei petali[1][2] o esafoglio (detto anche: fiore della vita, hexafoil, rosa dei pastori, rosa carolingia[3], rosa celtica, stella-fiore, stella rosetta, fiore delle Alpi, stella delle Alpi, sole delle Alpi o degli Appennini), è una figura geometrica avente simmetria esagonale.

Il "fiore della Vita" è un simbolo geometrico che si può ottenere intersecando solo 7 cerchi (un'unità di senso compiuto), come nella tradizione cristiana simboleggiando i giorni della Creazione. Il nome "fiore della vita" del motivo geometrico in cui si possono inscrivere alcuni fiori a sei petali è moderno, diffuso da pubblicazioni del movimento New Age e comunemente attribuito a Drunvalo Melchizedek che iniziò a usarlo nei seminari che anticiparono la pubblicazione del suo libro The Ancient Secret of the Flower of Life (1999)[4][5][6], ma è un errore pensare che tutti i fiori a sei petali siano uguali. Alcuni come quelli del pavimento a mosaico della Domus dell'Ortaglia hanno un cerchio interno, a cui sono attaccati i sei petali, che li rendono diversi da altri fiori a sei petali che possono invece essere inscritti in una griglia di cerchi sovrapposti. Inoltre, anche se alcuni fiori a sei petali possono essere inscritti nel "Fiore della vita", esistono nei reperti archeologici romani e preromani fiori con numeri differenti di petali come quelli a otto petali del mosaico con fascia a girali di Libarna[7] che lasciano chiaramente intendere che la griglia di cerchi sovrapposti modernamente chiamata "Fiore della vita" non è l'origine prima di queste decorazioni.

Nella decorazione architettonica e plastica è nota la presenza di questa figura simbolica in molte parti del mondo, e in area Italica sin dall'VIII secolo a.C.; successivamente ha avuto larga diffusione dal Medioevo fino ai giorni nostri.

Costruzione del Fiore della Vita con 7 cerchi

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Il fiore a sei petali si trova rappresentato in diverse parti del mondo con differenti significati. Sue rappresentazioni si trovano in edifici, oggetti d'arte (in legno, bronzo, vetro) e manoscritti di numerosissime culture:

Italia[modifica | modifica wikitesto]

I rinvenimenti del simbolo del fiore a sei petali su manufatti antichi in Italia includono:

In tutto l'arco alpino, il fiore a sei petali è motivo ricorrente in varie rappresentazioni decorative, intagliato su varie tipologie di oggetti in legno: collari delle pecore (canaure), scatole del formaggio (rescun), pettini, eccetera, e in pietra: sovrapporta, stipiti, e altro ancora.[19]

È presente anche in Val Camonica, nell'iconografia Longobarda e in genere in tutta l'area di influenza celtoligure. Durante il Medioevo, questo simbolo decorativo, avrà larga diffusione sulle architetture civili e religiose lungo tutta la fascia montana e pedemontana dell'Appennino, lungo le antiche vie Francische, più o meno collegate con i diverticoli alla via Francigena, e intorno al XIII-XIV secolo lo ritroviamo, erratico, anche sulle architetture religiose dei Cavalieri del Tempio, come in San Bevignate a Perugia dove due stelle-fiore sono scolpite ai lati del portale principale della chiesa.[20]

La persistenza della stella-fiore nella decorazione architettonica dei secoli successivi è attestata in tutta l'Italia peninsulare e nelle isole. È diffuso anche in Campania, in particolare sull'isola d'Ischia, dove è una tipica decorazione degli architravi degli antichi edifici del centro storico di Forio[18] con varianti poco significative e sempre secondo uno schema erratico e quasi mai facente parte di un vero e proprio stilema decorativo.[21]

La stella-fiore non fa parte dei simboli dell'araldica italiana.

Simboli affini[modifica | modifica wikitesto]

Simboli simili e con significato affine possono essere ritrovati in vari contesti eurasiatici, dall'India alla Scandinavia, via Siculi di Transilvania (vedi anche il simbolo internazionale degli Zingari o la Runa di Hagall norrena).

Significato simbolico[modifica | modifica wikitesto]

L'origine e il significato non sono certi, secondo alcuni ricercatori è di origine religiosa,[22] e molto probabilmente serviva come simbolo protettivo[23][24][25]. Ci sono varie teorie per il suo significato e la sua origine.

Alcuni ricercatori lo hanno descritto come un simbolo solare,[26][24] senza fornire motivi a riguardo. Il nome lituano ("piccolo sole") e quello italiano ("sole delle Alpi") suggeriscono un'origine solare. Invece, secondo Lars Marius Garshol è simbolo della ruota con i raggi della divinità del tuono proto-indoeuropeo Perkwunos, in seguito associato a divinità corrispettive di altre culture come Taranis, Thor, Perun e Giove[27]. Anche secondo Eduardo Peralta Labrador il disegno era un simbolo associato alla divinità Taranis[28].

Il fiore a sei petali potrebbe rappresentare il fiore Lilium bulbiferum (o giglio rosso). Si tratta di una pianta perenne con 6 petali, che prolifica velocemente attraverso i bulbilli prodotti sullo stelo, cresce spontaneamente sui pendii assolati dei monti e per questo motivo è associato alla vita e al sole. Si può rappresentare la sua visione dall'alto schematicamente, con sei vesica piscis. Può essere rappresentato in araldica anche di profilo (verticalmente o visto lateralmente) di solito con tre petali. Il giglio rosso in araldica è usato spesso sia per rappresentare lo stesso giglio rosso (lilium bulbiferum) che per rappresentare l'iris[29][30], come nel noto caso del giglio di Firenze[29][30]. Analogamente si può dire per la reppresentazione degli altri gigli a sei tepali, ossia i lilium nelle loro varie specie.

Secondo altri, è la rappresentazione del fiore primaverile del narciso (detto anche giunchiglia). Questo fiore spunta dai pascoli alpini solo in primavera per annunciare la buona stagione solare: per questo motivo è diventato già dalla preistoria dell'uomo simbolo di rinascita, rigenerazione, gioia e speranza. È un simbolo direttamente collegato ai primitivi culti del sole. Per questo motivo il simbolo lo troviamo spesso accompagnato alle figure del toro e del serpente. È proprio per la sacralità e il valore che ha questo fiore che da millenni le popolazioni alpine vanno a raccogliere le giunchiglie. Vedasi per esempio la festa delle Giunchiglie di Logarghena nel Parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano. E sempre per questo motivo il suo profilo è inciso nelle case e nei mobili alpini. L'ampia diffusione mondiale è dovuta al fenomeno della internazionalizzazione dei simboli che ci arrivano dalla preistoria. Adottato poi dalla Chiesa, in epoca medievale, quale simbolo di risurrezione. Chiamato anche "Sole delle Alpi" appunto per l'ampia diffusione in tutto l'Arco Alpino.[31]

Usi moderni del simbolo[modifica | modifica wikitesto]

Emblema del Parc naturel régional du Queyras
Bandiera culturale arpitana

L'utilizzo moderno del simbolo include:

Utilizzo politico e proprietà del marchio[modifica | modifica wikitesto]

Questo simbolo è stato adottato dalla Lega Nord con la denominazione di sole delle Alpi e il suo utilizzo in quell'ambito risale agli anni novanta con Gilberto Oneto.[33] Il partito lo ha proposto come bandiera della Padania poiché, secondo un'interpretazione politica, le sei punte potrebbero rappresentare i sei ceppi etno-linguistici presenti in Padania: i gallo-italici, i veneti, i tirolesi, i friulani, i ladini e gli occitani-arpitani.[34]

Il simbolo compare anche in uno stemma istituzionale: campeggia infatti (privo però della circonferenza di contorno) nella parte superiore dello stemma della Provincia di Lecco.[35]

Nel 1999, la Editoriale Nord S.c.a.r.l., proprietaria del quotidiano La Padania, ottiene la registrazione all'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi della descrizione verbale del logo: “Sole delle Alpi costituito da sei (raggi) disposti all'interno di un cerchio il cui raggio fornisce la cadenzatura dell'intera costituzione. I vertici dei sei petali intersecano i vertici di un ipotetico esagono iscritto nel cerchio[36]. Nel 2001 viene registrato, sempre dalla stessa società, il “marchio figurativo”, cioè il simbolo vero e proprio[37][38].

Secondo Rosanna Sapori, ex consigliere comunale leghista e giornalista di Radio Padania Libera, il marchio sarebbe oggi di proprietà di Silvio Berlusconi, che lo avrebbe ottenuto in cambio del salvataggio del Credieuronord, banca leghista in via di fallimento, recuperata da Gianpiero Fiorani[39].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Graziano Baccolini, La montagna etrusca: simboli e misteri: dagli etruschi l'origine dei merovingi, del giglio di Francia e di Firenze, Nuova S1, 2008, ISBN 978-88-89262-23-8.
  2. ^ Quaderni di archeologia della Libia, vol. 7, L'Erma di Bretschneider, 1975, p. 104, ISBN 88-7062-064-6.
  3. ^ Bollettino della Società geografica italiana, Società geografica italiana, 1916.
  4. ^ (EN) Martha Bartfeld, How to Create Sacred Geometry Mandalas, Santa Fe, NM, Mandalart Creations, 2005, p. 35, ISBN 0-9662285-2-9, OCLC 70293628.
  5. ^ Wolfram 2002, pp. 43 e 873-874.
  6. ^ (EN) Eric W. Weisstein, CRC Concise Encyclopedia of Mathematics, 2ª ed., CRC Press, p. 1079, ISBN 1-4200-3522-3.
  7. ^ Libarna, isolato III (teatro), fase IV, vano 3, Mosaico con fascia a girali, su tess.beniculturali.unipd.it. URL consultato il 22 agosto 2020.
    «Nei quadrati maggiori si alternano cerchi delineati da una linea doppia nera e caricati da un fiore a 8 petali...»
  8. ^ Furlong, David The Flower of Life - Malcolm Stewart Article Archiviato il 20 febbraio 2012 in Internet Archive. (EN) The Flower of Life
  9. ^ a b c d e f g h i j Mendhak.com Archiviato il 7 gennaio 2008 in Internet Archive. - Sacred Geometry
  10. ^ a b Weisstein, Eric W. "Seed of Life." From MathWorld--A Wolfram Web Resource. Seed of Life -- from Wolfram MathWorld
  11. ^ a b c d e f g FlowerofLife.org Archiviato il 20 giugno 2010 in Internet Archive. - Overview: Page 2
  12. ^ (EN) Életvirág - lifeflower Archiviato il 27 marzo 2009 in Internet Archive.
  13. ^ Wolfram 2002, p. 43.
  14. ^ Lietuvos tautodailininkų sąjunga, su lietuvostautodaile.lt. URL consultato il 23 maggio 2020.
  15. ^ Archeologia: ...in Toscana, su zoomedia.it. URL consultato il 2 ottobre 2010.
  16. ^ Vetulonia, Museo Archeologico Isidoro Falchi: stele di Aule Feluske (Castiglione della Pescaia), su parcodeglietruschi.it. URL consultato il 2 ottobre 2010 (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2019).
  17. ^ Brescia Oggi Archiviato il 17 agosto 2012 in Internet Archive., 20 ottobre 2010
  18. ^ a b Ischia
  19. ^ Brussa : Carabattole e pignate, su panperfocaccia.eu. URL consultato il 23 agosto 2020.
    «Soprattutto il coperchio del rescun era istoriato lavorandolo nei momenti di sosta del pastore che, seduto all’ombra quando gli animali brucano nei prati, passava il tempo intagliando e decorando vari oggetti d’uso famigliari quali i collari delle pecore (canaure), i pettini per le fidanzate, cucchiai e forchette, ecc. La base del disegno era sempre la notissima “rosa dei pastori”...»
  20. ^ Anna Maria Piscitelli, Strade sante e percorsi eretici per viaggiatori del mistero [collegamento interrotto], su mymarketingnet.com. URL consultato il 2 ottobre 2010.
  21. ^ Ristori & Carobbi 1999, pp. 69-103.
  22. ^ Simonett, Christoph (1965). Die Bauernhäuser des Kantons Graubünden. Verlag Schweizerische Gesellschaft für Volkskunde. p. 224-226..
  23. ^ Weiser-Aall, Lily (1947). "Magiske tegn på norske trekar". By og Bygd. 5: 127..
  24. ^ a b Easton, Timoteo (2016). "Simboli apotropaici e altre misure per proteggere gli edifici dalla sfortuna". In Hutton, Ronald (a cura di). Prove fisiche per atti rituali, stregoneria e stregoneria nella Gran Bretagna cristiana. Palgrave studi storici in stregoneria e magia. pp. 39-67. ISBN 978-1-137-44482-0..
  25. ^ Ivanits, Linda J. (1989). Russian Folk Belief. M. E. Sharpe. p. 17..
  26. ^ Østmoe Kostveit, Åsta (1997). Croce in torta, tettoia in legno (in norvegese). Landbruksforlaget. pagina 58..
  27. ^ Garshol, Lars Marius (2021). "Olav's Rose, Perun's Mark, Taranis's Wheel". pp 121–151..
  28. ^ Eduardo Peralta Labrador, "Las estelas discoideas de Cantabria in: Estelas discoideas de la Peninsula Iberica" (1989), pp 425–466, citando il parere di Jose Maria Blazquez Martinez..
  29. ^ a b L'Iris di Firenze, fiore e stemma della Città - Una lettura botanica del Giglio Fiorentino, di Alessandra Perugi (2013).
  30. ^ a b Iridaceae present in Italy - di Maria Antonietta Colasante · 2018 - p.120, p. 120.
    «Iris: conservazione del germoplasma È ovvio che, essendo alcune specie sono in pericolo d'estinzione, la conservazione del ... moneta stile rinascimentale d'oro con il fiore di Iris, erroneamente noto come “il giglio di Firenze”»
  31. ^ Rino Barbieri, "Lunigiana:la terra del sole"
  32. ^ Folk Art of Rural Pennsylvania by Frances Lichten, 1946
  33. ^ Oneto su Quaderni Padani
  34. ^ Gilberto Oneto, Il «Sole delle Alpi», simbolo Padano, in Quaderni Padani, Anno I, N. 1 - Estate 1995, pag. 5 (PDF), su laliberacompagnia.org. URL consultato il 20 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2010).
  35. ^ descrizione ufficiale del simbolo sullo stemma della Provincia di Lecco Archiviato il 21 giugno 2010 in Internet Archive.
  36. ^ Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive., registrazione della descrizione del Sole delle Alpi
  37. ^ Ufficio Italiano Brevetti e Marchi Archiviato il 1º febbraio 2014 in Internet Archive., registrazione del simbolo del Sole delle Alpi
  38. ^ La Lega ci mette il marchio - Chiara Avesani - Il Fatto Quotidiano[collegamento interrotto]
  39. ^ Il Riformista Archiviato il 28 agosto 2010 in Internet Archive., 25 agosto 2010

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Luisa Nava, Le stele daunie, collana Daunia archeologica. Materiali, Foggia, Grenzi, 2001, ISBN 88-8431-046-6.
  • Maria Luisa Nava, Stele daunie, I, Firenze, Sansoni, 1980, SBN IT\ICCU\CSA\0013133.
  • Maria Luisa Nava (a cura di), Le stele della Daunia: dalle scoperte di Silvio Ferri ai più recenti studi, Milano, Electa, 1988, ISBN 88-435-2712-6.
  • Maria Luisa Nava, Stele daunie, in Secondo supplemento 1971-1994, Enciclopedia dell'arte antica classica e orientale, V, Romana, arte-Zuglio, pp. 401–404, SBN IT\ICCU\LO1\0447469.
  • Mauro Ristori e Marco Carobbi, I sentieri delle stelle: emergenze architettoniche nel versante Piceno dei Monti Sibillini, in Comitato scientifico del progetto Elissa (a cura di), Le terre della Sibilla Appenninica, antico crocevia di idee scienze e cultura, collana Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 6-9 novembre 1998, presentazione di Paolo Aldo Rossi, Montemonaco, Miriamica, 1999, SBN IT\ICCU\ANA\0023078.
  • Marco Carobbi e Pino Antonini, Oasi stellate e sotterranee alcove, in Comitato scientifico del progetto Elissa (a cura di), Errante, erotica, eretica, l'icona Sibillina fra Cecco d'Ascoli e Osvaldo Licini, collana Atti del Convegno di Ascoli Piceno-Montemonaco 29-31 ottobre 1999, prefazione di Paolo Aldo Rossi, Montemonaco, Miriamica, 2000, SBN IT\ICCU\UMC\0096064.
  • (EN) Stephen Wolfram, A New Kind of Science, Champagne, IL, Wolfram Media, 2002, ISBN 1-57955-008-8.

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